L'Apriscatole2

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a cura del Consiglio di Fabbrica TRT-FIRT

11 - 12 luglio 1978

Rinnovo Consiglio di Fabbrica dell' IRT - FIRT

Dal documento sulle strutture unitarie della IV Conferenza prov. FLM

CONSIGLIO DI FABBRICA E DELEGATI

Poteri e compiti

Il Consiglio di fabbrica, struttura di base del sindacato nel luogo di lavoro, realizza la politica globale della FLM e della Federazione CGIL-CISL-UIL e ha poteri di iniziativa e di contrattazione dentro e fuori la fabbrica.

Imposta l'azione rivendicativa e la gestisce, dirige la politica sindacale nella fabbrica.

Ricerca la sintesi unificante dei problemi che riguardano tutti i lavoratori, risponde a quelli specifici di reparto o ufficio, li affronta decidendo e coordinando le azioni di mobilitazione dei lavoratori.

Promuove le iniziative necessarie per la sensibilizzazione c la cre2cita politica dei lavorar, e contribuisce efficacemente per la concreta partecipazione degli stessi alle scelte politiche ed alle decisioni dell'azione del sindacato sui problemi generali.

!I Consiglio di fa'cbrica deve inoltre garantire l'espletamento unitario (INCA-INAS-ITAL) delle attività del patronato, anche attraverso la nomina di appositi incaricati, sulla base di intese unitarie da raggiungere tra FLM-Patronato ed I consigli di fabbrica.

Definizione gruppi omogenei

Il Consiglio di fabbrica è composto unicaní ente dal delegati eletti dai vari gruppi omogenei dell'azienda.

L'unico criterio per individuare il gruppo omogeneo è quello del riferimento al processo produttivo e all'organizzazione del lavoro.

A questo livello va realizzata l'elezione del delegato dei delegati quale espressione dei lavoratori del gruppo omogeneo, indipendentemente dalla categoria diappartenenza.

Spetta al Consiglio di fabbrica uscente, d'intesa con il sindacato, proporre sulla base delle esperienze maturate, la quantità e la composizione dei gruppi omogenei ed i delegati da eleggere.

L'unico punto di riferimento quindi per la suds;i:1sione dei gruppi omogenei deve essere l'organizzazione del lavoro, con l'esclusione di criteri che tendano ad introdurre meccanismi garantistici, in quanto la scelta della FLM è quella della rappresentatività unitaria di ogni delegato. Sulla base di queste considerazioni, si deve realizzare la corrispondenza di un delegato per ogni gruppo omogeneo. Nei casi in cui,, sulla base dell'organizzazione del lavoro esistente, I gruppi omogenei siano di dimensione tale da pregeN dere l'elezione di più delegati, si procederà all'elezione stessa nel rispetto del rapporto orientativo • delegato-numero dei lavoratori • di cui sopra.

Al fine di andare ad una omogeneizzazione dei criteri per la definizione del numero dei delegati da eleggere in ogni singola azienda, in rapporto al numero dei dipendenti, si indica orientativamente ai Consigli di fabbrica le seguenti fasce:

per le aziende da 40 fino a 200 dipendenti:

1 delegato ogni 15-25 dipendenti;

per le aziende fra 201-500 dipendenti:

1 delegato ogni 20-40 dipendenti;

per le aziende fra 500-1000 dipendenti:

1 delegato ogni 30-50 dipendenti;

per le aziende oltre 1000 dipendenti:

1 delegato ogni 45-70 dipendenti.

Il Consiglio di fabbrica nel definire II rapporto delegati-numero lavoratori deve tenere presente che detto rapporto deve essere poi applicato In tutti i-gruppi omogenei In cui si suddivide l'azienda. --sb••

o
21m
'78
luglio

(Alcuni esempi: Se si è scelto il rapporto di 1 delegato ogni 50 dipendenti si elegge un solo delegato fra i 26 ed i 74 dipendenti, oltre 75 fino a 124 due delegati).

L'assemblea dei lavoratori discute e decide sulle proposte del consiglio di fabbrica uscente.

Elezione del Consiglio di- fabbrica

Le elezioni sono organizzate e curate dal Comitato Elettorale designato dal Consiglio di fabbrica uscente, comunque rappresentativo delle forze reali sindacali presenti in fabbrica.

Hanno diritto al voto e sono eleggibili tutti i lavoratori appartenenti unicamente al gruppo omogeneo siano essi iscritti e non iscritti al sindacato.

Il lavoratore eletto ha il dovere, qualora non lo fosse, di iscriversi al sindacato.

L'elezione avviene su scheda bianca, sulla nuale il lavoratore scriverà il nome o i nomi di sua preferenza.

Criteri elettorali .

II gruppo omogeneo procede, su scheda bianca, all'elezione •del delegato. Questo per essere eletto dovrà aver ottenuto almeno il 50% + 1 dei voti validi.

Nel caso che nessuno raggiunga il 50% + 1 deì voti si procederà al ballottaggio fra i due lavoratori che avranno ottenuto il maggior numero di voti. .

Nei casi di gruppi omogenei in cui, per ragioni oggettive di carattere tecnico e produttivo, si devono eleggere più delegati, ogni lavoratore potrà esprimere sulla scheda bianca, un numero massimo di preferenze nella misura dei 2/5 dei delegati da eleggere (in caso di frazione si arrotonda sempre per difetto), fermo restando il principio di un • quorum • minimo di voti, così determinato: 100 + 1

,x 2

Nel caso che nessuno o qualcuno non ottenga il quorum • previsto si procederà ad un'ulteriore votazione di ballottaggio fra i primi non eletti in numero doppio a quello dei delegati da eleggere, fermo restando che il numero delle preferenze da esprimere è quello soprafiscatù e risulteranno eletti i lavoratori che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze.

e) Piccole eziende e artigianato

Criteri di elezione:

nelle aziende artigiane e nelle piccole aziende sino a 15 dipendenti si procederà all'elezione del delegato di azienda;

nelle piccole aziende superiori ai 15 dipendenti si procederà alla elezione di delegati del gruppo omogeneo.

Durata del mandato

La durata del mandato del Consiglio di fabbrica viefissato in due anni, al termine del quale si procederà alla elezione di tutti i delegati.

Dimissioni del delegato

Qualora ti delegato risolva il rapporto di lavoro,

rassegni le dimissioni dal mandato oppure per sopravvenuti impedimenti a svolgere le sue funzioni richieda di essere sostituito; nel caso del delegato che per sua scelta cambi gruppo omogeneo, si dovrà procedere alla rielezione - entro trenta giorni: con nuove elezioni nel caso che sia l'unico delegato del gruppo omogeneo; nel caso di gruppo che prevede più delegati: con l'inserimento del primo dei non eletti, purchè abbia raggiunto il quorum necessario; se nessuno ha raggiunto il quorum si procede a nuove elezioni attraverso il ballottaggio dei primi non eletti, con i criteri indicati al punto c); qualora le sostituzioni siano pari o superiori al 50% si procederà alla rielezione di tutti i delegati del gruppo.

RevOca del delegato

Il delegato del gruppo omogeneo può essere revocato in qualsiasi momento, dopo un dibattito nell'assemblea del gruppo che lo ha eletto e con una votazione palese che sancisca la revoca con una maggioranza pari ai 2/3 per gruppi omogenei con più delegati e, il 50% + I nei casi di gruppi omogenei con 1 solo delegato, degli aventi diritto al voto.

La richiesta di assemblea per la revoca, avanzata al Consiglio di fabbrica, deve essere sottoscritta da una entità pari al quorum previsto per l'elezione.

Comitato Esecutivo

Nelle grandi e medie aziende, il Consiglio di fabbrica (dopo un dibattito politico su proposta unitaria formulata da una apposita commissione elettorale costituito con i criteri previsti dal capitolo • sindacato provinciale • del presente documento) eleggerà con voto palese, nel suo ambito, un comitato esecutivo con compiti operativi e funzionali, coordinando le attività ed iniziative decise dal Consiglio di fabbrica.

Si riafferma il criterio della rotazione periodica, preceduta da una valutazione politica, ogni 6 mesi di 1/3 dei componenti l'esecutivo, in modo da realizzare una più ampia responsabilizzazione dei delegati.

I) Commissioni

Applicando la decisione della 3' Conferenza nazionale FLM, con cui viene superata ogni forma di cooptazione, nelle grandi e medie fabbriche, i consigli di fabbrica, daranno vita a commissioni di lavoro su temi specifici, a cui possono essere chiamati a far parte; lavoratori non delegati, ma disponibili a partecipare alla elaborazione ed alla vita stessa del sindacato ne!l'azienda.

m) Monte ore e distacchi

Il monte ore a disposizione del Consiglio di fabbrica deve essere gestito collegialmente ed utilizzato da tutti i delegati in relazione alle esigenze e decisioni del consiglio di fabbrica e del sindacato in modo unitario.

Nelle grandi aziende ove, per il coordinamento dell'attività si ponga l'esigenza di una presenza permanente nella sede del consiglio di fabbrica, essa deve essere garantita attraverso la presenza a rotazione dei membri dell'esecutivo o di altri delegati, superando ogni forma di distacco permanente; le permanenze ,continuative di uno stesso delegato non devono co2. munque superare mese consecutivo.

nr./delegati
Esempio delegati da
quorum eleggere preferenza minimo 2 1 26 % 3 17,5% 4 1 13,5% 5 2 11
voti dl

BREVE RIFLESSI ONE CONSIGLIO SVL DI FABBRICA I DELEGATI I LAVORATORI

Il Consiglio di Fabbrica uscente è stato eletto nel marzo 76 in piena cassa inte grazine,percid in tempi di lotta per il posto di lavoro e per una prospettiva di sviluppo della nostra fabbrica.

Questa diffioile fase aziendale crediamo di averla superata grazie alla lotta in telligente portata avanti che a dato i suoi frutti(la TFK ha dovuto tenere aper ta la fabbrica,nessun licenziamento, investimenti per parecchi miliardi,nuove aesunzioni,aumenti salariali, impegni per la diversificazione produttiva e per la organizzazione del lavoropeco.ecc).

Certo non tutto è stato "rose e fiori' abbiamo commesso errori,abbiamo avuto dei limiti e delle incapacita,si è verificato un lentoe progressivo deterioramento del rapporto delegati/gruppo omogeneo dovuto al logoramento, alla stanchezza,all'acoa vallarsi di innumerevoli problemi che vanno dalla tabella all'HI-FI,dai traspor ti alle 150 orepdalla riconversione al terrorismo, dagli invalidi all'organizza zione del lavoro,la mensa,le categorie, l'antinfortunistica,la carovana, il modu lo 740,11 tesseramento e chi più ne ha, più ne metta.

Ma bisogna dire anche che fare il delega to "come'si deve"è molto diffioile,costa e N fatica e richide l'assuzione di grosse responsabilità.

Con questo non vogliamo cercare giustifi

cazione ai nostri errori 2a dire le cose come sono in realtà:è più facile critica re che far bene il delegato,essere"dele_

gato modello" non è da tutti.

Ciérnon toglieche il C.di P. nel suo in sieme debba sforzarsi per dare il meglio di se, impegnarsi fino in fondo, studiare, confrontarsi con tutti,analizzare e risol vere tutti i problemi.

Tutto aio deve anche significare pera che al momento del rinnovo del C.di P. sono i lavoratori ad avere tutta la responsabili tì per l'elezione di delegati capaci e all'altezza di questo difficile compito; sono i lavoratori che devono scegliere bene il delegato,aiutarlo a crescere se neoeseario,ad avere con lui sempre un rapporto di confronto e discussione; è il lavoratore che ha la responsabilità, quando il delegato non è all'altezza del compito di revocarlo ed eleggerne un altro. I lavoratori devono anohe sostenere sempre con forza il loro Consiglio di Fabbrica, confrontandosi,discutendo,smascheando i facili denigratori che sempre,comunque, anche travisando la realtàggettano fango su di esso,attaccandolo e individuando in esso il nemico dimenticando il padrone.

Elezioni Consiglio di Fabbrica Rinnovare per migliorare

L'undici e dodici luglio andremo a rinnovare finalmente il Consigliodi Fabbrica. Questa scadenza deve imporci una riflessione sulla crisi dei C.di P. e sui modi per muperarla.In questa oocasione è opportuno non sottacere nessuno degli aspetti negati vi ohe oggi caraterizzano i C.di F..

Se è vero che le difficoltà che attraversano sono da ricondursi a ragioni profonde, oome la caduta di tensione unitaria e dei temi della condizione operaia (organizzazio ne lavoro,salute ecc.) non è possibile allora che la crisi possa essere superata sol_ tanto con accorgimenti teonici,come rotazioni dell'esecutivo,00mmiseioni ecc..

Un C.di P. modellato esclusivamente sulla lotta in fabbrica,non è in grado di espri mere tutte le sue personalità quando si tratta di intervenire sulle politiche setto_ riali,per orientare gli investimenti,per la programmazzione e l'occupazione.

Elvero,questi due anni sono stati intensi di avvenimenti chekanno lasciato un segno profondo nella coscienza dei lavoratori,i mali della crisi sono esplosi con violenza, ma ancora di più il ruolo e la capacità propositiva della classe operaia doveva e si deve esprimere con più forza e convinzione.

Si tratta,per dirla schematicamenteodi superare la fase difensiva del posto e delle condizioni di lavoro e riuscire a fronteggiare adeguatamente le conseguenze di questa crisi con particolare riferimento alle conseguenze della ristutturazione produttiva.

I mutamenti ci sono statiiintensi e qualitativi.

-.Nr rimanere alla nostra fabbrica: abbiamo assistito e stiamo assistendo ad una dequa ,lificazione professionale con la perdita di decine di tecnioi altamente qualificati parallelamente alla mono produzione (solo TVC) rimastaci, al decentramento produttivo e alla automazione con conseguenze professionali e occupazionali rilevanti, ad una riorganizzazione del processo produttivo che ha interessato e sta ancora interessando centinaia di lavoratori.

Certo il tema della organizzazione del lavoro è complesso ma proprio per questo è necessario adeguare il livello dello scontro cosi da superare la fase del volta per volta e indicare prospettive di ampio respiro e sicure.

Un esame adeguato va condotto sul livello di partecipazione dei lavoratori alla elabo razione e alle scelte che abbiamo compiuto e che siamo chiamati a compiere.

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L'inadeguatezza di tale partecipazione la si registra proprio sui temi più impegnati vi a dimostrazione delle difficoltà e del limite della nostra elaborazione ma anche della complessità degli argomenti che la crisi ci impone di discutere.

Si va dalla ristrutturazione del salario alla riduzione dell'orario, dai piani di sei toro al decentramento produttivo, eco.

Una chiave di lettura, ma anohe un terreno di lotta è rappresentato dalla piattaforma dell'EUR.

La strategia che ne è uscita ha al suo ()entro il problema della occupazione e del Mezzogiorno e sarà vincente se sapremo compiere un grande salto non solo nella mobili tazione ma nella coscienza stessa dei lavoratori, della natura di questa crisi e i 'modi per superarla.

I rinnovi contrattuali saranno una grossa oocasione per una verifica seria su questi temi.Come si vede, gli argomenti per una profonda riflessione sul rinnovo del C.di P. non mancano.iproseimi giorni saranno impilati in un generale approfondimento con tutti i lavoratori, la posta in gioco è alta e tutti devono dare il massimo contributo per vincere questa difficile battaglia. PER QUESTO (MI APPUAPTANEA/To ipipogn-,q44E 5,41244fAro LE AssckfilLEE Dl GROPPo offOCEWE0 csiE si TERRAivivo 14 6 huGLio-

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COME PENSI CHE DEBBA ESSERE IL DELEGATO ?

COME DOVREBBE ESSERE IL C.d.F. ?

Un impiegato; penso che il delegato debba essere cosciente del compito che fail gruppo omogenio deve aiutare il delegato

Il C. di F. mi va bene così come

Un impiegato; inanzitutto sicuro e'cosciente della disponibilità e dell'impegno che si assume. Deve sentirsi responsabilizzato al massimo, perchè il vero portavoce delle richieste che vengono dalla base. Non mi sento di fare una critica all'attuale C.di F. in sostanza va bene conte non è il C. di F. che dovrebbe cambiare, ma la coscienza dei lavoratori. Voglio dire che il ruolo del C. di F. è diverso da quello di qualche hanno fà, perchè i problemi da risolvere sono amplessi, non si tratta più di rivendicare aumenti salariali, ma di andare a decidere con le Direzioni delle scelte produttive, in sostanza mettere il naso nei suoi affari.

i) Un attrezzista; preparato sindacalmente, deve essere l'espressione del reparto che sia responsabile dell'incarico; che sia anche il reparto all'altezza del delegato.

?) Chi fa il C. di F. sono i lavoratori devono criticarlo ma seguirlo, deve interessarsi assieme ai lavoratori dei problemi esterni (trasporti, case ecc.).

Rep, sottogruppi; fare il suo dovere ed essere attivo senza fare i propri interessi ma quelli del gruppo omogenio e deve essere preparato. Dovrebbe essere meno politicizzato e pensare di più ai problemi aziendali.

Inserimento B,4; il delegato deve essere sincero serio deve andare daccordo con il gruppo omogenio, deve essere preparato, deve essere aiutato dal proprio gruppo e deve riferire il più possibile sulle riunioni in C. di F. e in Direzione. Deve interessarsi sopratutto dei problemi aziendali e dopo di quelli esterni cosi comè strutturato va bene,deve interessarsi del problema delle donne anziane.

1) Inserimento TVC; il delegato deve essere espressione del gruppo omogenéo, deve essere sincero e onesto, deve mettere al corrente di tutto quello che si fa, tutti dobbiamo aiutarla quando si trova in difficoltà su alcuni problemi.

De.: interessarsi di più delle donne di linea ( anzianità, invalide, mobilità) deve continuare ad interessarsi dei problemi esterni, deve consumare meno ore.

INTERVISTE

3 linea MM TVC; deve essere preparato e consapevole del lavoro che fa, dovrebbe essere l'espressione dél gruppo ma non deve essere strumentalizzato, deve avere più spesso dialogo col proprio gruppo. Non sempre deve seguire la logica politica ma quella del sindacato, deve interessarsi anche dei problemi esterni.

Trance serigrafia; il delegato quando una lavoratrice chiede informazioni varie, deve rispondere con rispetto alle domande che gli sottopongono, deve risolvere nel limite del possibile i problemi del proprio gruppo, deve tenere informati i lavoratori, possibilmente decidere assieme sulle questioni che riguardano tutto il gruppo.

Dovrebbe fare meno politica ma deve interessarsi di più dei problemi aziendali.

Linea 1 MM TVC; il delegato deve essere espressione del gruppo, deve essere preparato, deve mettere al corrente i lavoratori delle riunioni del C. di F. Deve far capire di più ai lavoratori le responsabilità che si assume.

MM B/N; Il delegato deve spiegare e informare il proprio gruppo delle discussioni in C. di F. e in Direzione, che faccia chiarezza sui problemi in ballo per far partecipare di più i lavoratori alle discussioni. Dovrebbe essere attivo in tutti i suoi componenti, interessarsi dei problemi interni senza tralasciare quelli esterni.'

Un gruppo di operai e impiegati; Deve essere preparato in materia, deve sapere come agisce, avere un certo tatto quando parla con le persone ma nello stesso tempo deve avere una certa forza anche verso i lavoratpri, il gruppo deve aiutarlo.

Dovrebbe interessarsi dei problemi dei lavoratori compreso quelli fuori della fabbrica.

GRUPPI OMOGENEI PER LE ELEZIONI DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

PALAZZINA

20 piano - n* lavoratori 52 n° delegati 1

1° 40 1 piano rialzato amministrativi n° lavoratori 31 n* delegati 1 tecnici (con Montagner) n°1avoratori 36 n°delegati 1

SOTTOGRUPPI

Callegari - n° lavoratori 46 n° delegati 1

Borsani - ' n 68 - n 1

*Rimoldi - n 78 n 1

TRANCE,SERIGRAFIA,PLASTICA,ECC.n°1avoratori 56 n°delegati 1

MANODOPERA,EX-CABINISTI,MECCANIZZATA-nolavoratori 41 n°delegati 1

COAR,RICEVITORIA,CENTRO IMBALLO

PROD.FINITO- n°lavoratori 46 n° delegati 1

MANUTENZIONE,CALDAIE- n° lavoratori 55 n° delegati 1 ATTREZZERIA,OAMPIONATURA- n° lavoratori 28 " 1

DI FABBRICA- n° n 52 " 1

INFERMERIA,MAGAZZINO
LABORATORI
TVC 3° linea MM - parte n meccanica- n° lavoratori n elettrica- e. 41 40 n° delegati n 1 1 2° linea MM - " meccanica- n 45 n 1 M - 0 elettrica- 0 50 0 1 1° linea MM - st meccanica- 0 44 0 1 n - n elettrica- n 43 n 1 5° linea(Conconi) - n° lavoratori 112 n° delegati 2 (con allineam.) 4° ° (Cattivelli) • n 57 • 1 3° • (Fantoli-Cattivelli) 0 120 0 2 2° 0 (Irlandini) * 101 s 2 1° 0 es 81 " 2 Allineamento 64 • 1 BN 1° linea MM - n° lavoratori 40 n° delegati 1 2° * * 41 • 1 Linea 360,medie,allineamento- n°lavoratori 75 n° delegati 2 210,reparto Penci - n 74 • 1 MENSA,GUARDIE,FATTORINI - n' • 47 • 1 MAGAZZINO CENTRALE I SOPPALCO, SCARICO LINEE,TRASPORTI INTERNI- n 73 n 1

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