è un
alla libertà e dignità degli statali
Si ha il torto di non parlar re più di questo progetto di legge-mostro, quasi che la nascita della legge che corrisponderebbe al progetto-mostro non fosse più probabile. Invece anche l'ex Governo dell'on. Fanfani, se avesse ottenuto la fiuducia dal Parlamento, l'aavrebbe ripresentato.
Ma cos'è questo progetto di legge delegae cioè questo progetto di legge-mostro?
E' una facoltà che il Governo chiede per riformare la pubblica Amministrazione senza che su questa riforma si possa pronunciare il Parlamento; appunto perchè, in base alla legge-delega, il Governo potrebbe promulgare la legge «delegata» che riformerebbe la burocrazia.
Sia chiaro questo: approvata la legge-delega, il Governo può fare quel che gli pare e piace; il comodo suo, senza vincolo alcuno, senza norma indicativa alcuna perchè il progetto-mostro elenca gli argomenti da regolamentare con legge, non i stiteri, i principi, i limiti della regolamentazione Vediamo alcuni aspetti del progetto-Mostro.
La questione economica La legge-delega non solo non prevede il benchè minimo criterio migliorativo, ma anzi afferma la necessità di provvedimenti che porgono portare a una riduzione del trattamento economico per tutti.
La legge-delega propone che il sistema retributivo dei pubblici dipendenti sia uniformato:
1) su una voce retributiva unica;
2) su un completamento a base familiare;
su compensi per rischi, responsabilità, pluslavoro; su un principio di progressione economica indefinita (scatti).
Alcune osservazioni. A quanto ammonta però quell'unica voce retributiva? Qual'è il minimo retributivo? In quale rapporto stà col minimo vitale? Con quali garanzie rispetto alle vicende monetarie? Con quali oneri gravanti su quell'unica voce? Con quali prospettive di sviluppo di carriera?
Tutto è affidato ai decreti che il Governo emanerà, nell'esercizio dei pieni poteri 'conferitigli con una legge di delega che mai una sola volta, nemmeno per caso o per errore, accenna al benchè minimo criterio migliorativo, che an-
zi, al riguardo, pone un primo criterio limitativo, con una riserva esplicita di revisione: il Governo determinerà, lui, nell'esercizio dei pieni poteri, l'aliquota dello stipendio unifica. to da prendere a base di calcolo per l trattamento di quiescenza, con l'eventuale aggiunta di una quota di caro vita.
Attualmente, anche se elusa, — proprio ricorrendo al sistema del caro vita e delle retribuzioni accessorie extrastipendio — vige una legge per cui il trattamento di quiescenza è pari ai nove decimi del trattamento di attività di servizio.
Il vecchio progetto di delega proponeva la riduzione dai nove ai sette decimi. Il nuovo progetto non propone niente.
Il pieno arbitrio. Con la ri-
serva di stare molto bassi nella determinazione dell'aliquota, di assegnare un «contentino» eventuale sotto la voce di caro vita, più facilmente eliminabile in qualsaisi memento isolando una categoria (pensionati) che non ha possibilità di difendersi con una lotta attiva.
Se, quindi, nella legge-delega troviamo qualche criterio espressamente previtso, non è già un impegno migliorativo, ma riduttivo. Sulle altre voci retributive la stessa cambiale in bianco. Con una grave ed allarmante proposta: gli scatti periodici di stipendio non verranno più assegnati per anzianità, ma per merito; e il merito — in dipendenza delle altre norme ,,, tinivR7.. 'n 4 a nag.
_Nel numero scorso Chiedevamo che la fiducia fosse andata a quel Governo, ami co degli statali, che avesse accolto le nostre richieste.
_ Il Parlamento del 7 Giu gno, negando la fiducia al Governo Fanfani, il Tiale, oltre al resto, richiedeva nel suo programma pure la legge-delega, ha •accolto in direttamente quel nostro in rito. Cioè il Parlamento ha negato la fiducia al Governo Fanfani, non amico de gli statali, che, nel suo programma, non aveva accolto le nostre richieste. —
Se, con cio', possiamo es_ sere formalmente soddisfa ti del Parlamento, non lo siamo assolutamente per quanto riguarda la situazione concreta in cui ci trovia mo e con noi si trova tutto il Paese.
Noi infatti, agli uomini di rigenti che, fino ad ieri, han no retto le sorti governative dobbiamo indirizzare un'altra accusa oltre a que 7la dí avere fino ad ora d retto ma le il Governo, pegigorando
SUGLI. SCATTI PAGA e la risoluzione di altri problemi chiesti alla direzione
Il documento al centro dell'attenzione dei lavoratori - Le vari problemi - La mobilitazinne dei lavoratori faciliterà indicazioni per risolvere localmente i il compito della Commissione Interna
In data 26 gennaio la C.I. ha inviato alla Direzione Ar_ cenale ed alla Direzione La vori Generali una documen tata lettera riguardante alcuni fra i piu' noti proble mi dello 'Stabilimento. Tali problemi, che possono benissimo esser risolti dalla Direzione dell'Arsenale, con tribuirebbero a migliorare sensibilmente le nostre con
dizioni economiche e la no-. stra tranquillita. Pubblichiamo alcuni brani della lettera.
* *
E' noto che, in base all'in quadramenta, la stragrande maggioranza dei dipendenti deve percepire sonoike notevoli di arretrati.
In considerazione di cio' del fatto che rappresentan
* Attendiamo da Berlino
A Berlino è in corso la Conferenza delle quattro grandi potenze allo scopo di agevolare la distensione nel mondo, eliminando i piu gravi pericoli di guer•ra e risolvendo pacificamente, attraverso gli accordi, le questioni più controverse della politica internaziona_ 'e.
Sull'arte della diplomazia ispirata dagli interessi dei ceti che dalla guerra traggo no ingenti profitti, è preval sa l'immensa forza degli uomini semplici, onesti e com battenti instancabili per la causa della pace, E', questa, una grande vittoria ed un avvenimento storico.
Dalla Conferenza l'umani ta' attende decisioni di pa_ ce e non accettera' 'passiva mente ogni eventuale azione che sia destinata a farla
fallire nei suoi scopi.
Per questo aumenta e si approfondisce l'interesse della pubblica opinione sul le questioni Internazionali. Per questo si intensifica la vgilanza e la lotta di tutti i popoli del mondo in difesa della pace.
Ogni onesta persona ve de nella pace non solo una cosr tissima nel campo della politi. e della mo rale, ma, in una siivazicne di convivenza pacifica fra tutti i popoli, ogni cittadino e lavoratore vede anche la prospettiva di migliorare le proprie condizioni di vita, e conomiche e sociali. E' per tutti evidente, infatti, che assicurand0 questa convivenza pacifica, sarebbero perfettamente inutili e dan nese le spese di guerra che attualmente, invece, impe-
gnano i bilanci governativi di molti stati e, tra i qual, in modo particolare il nostro, Cio' permetterebbe di dedicare piu' mezzi e forze alla soluzione dei maggiori piu' scottanti problemi al_ l'interno di ogni paese.
Noi, dipendenti dello Sta to, ne sappiamo qualcosa in proposito. Quante volte, infetti, il governo, il nostro datare di lavoro, si è rifiuta to, di accogliere Te nostre ri chieste, giudificandosi col fatto che lo. Stato non aveva •<fondi} necessari per soddisfare le nostre esigen ze?
Ebbene, questi <fondi> si possono trovare anche attraverso il buoh esito dell'at tuale Conferenza di Berlino. Di fronte ad una situa zione internazionale di con vivenza pacifica, basata su-
ti qualificati di codesta Direzione hanno fatto notare Come il' lavoro di contabiliz zazione sia immenso e richieda periodi di tempo ad dirittura incalcolabili, que_ sta C.I. prospetta a codesto Marinarsen l'opportunin corrispondere al personale avente diritto un congruo acconto sugli arretrati spet tanti.
gli accordi, le spese di guer ra che attualmente amrnon tano a centinaia di miliardi di lire annualmente, posso_ no e devono diminuire e de volverne una parte a soddisfare le nostre pressanti e giustificate richi ,octe. Per questo, noi dipenden ti dell'o Stato, assieme a tut to il popolo italiano ed a quelli di tutto il mondo, guardiamo a Berlino non soltanto con la speranza che da qui escano decis'oni di pace, ma con la rin. novata certezza che le forze della pece sono immensamente più grandi di ,quelle della guerra e che. attraverso la ;lotta, cosi come si è riusciti a far riunire le quattro potenze a Ber lino, altrettanto è possidlé far trionfare la pace su tut ti i suoi nemici.
Le mocialita' e 'l'importo dell'acconto potrebbero essere determinati in una riu nione comune fra la scrivente e codesta Direzione, ma si ritiene che potrebbe ro basarsi sul concetto di corrispondere l'acconto in base ad ogni scatto matura to moltiplicato per gli anni di decorrenza della matura zione stessa.
Inquadramento donne
Per il personale femmini le, si fa notare che legge, arart. n. 2, delibera che, a parita' di mansioni la donna debba essere inquadrata ne gai stessi mestieri del perso naie maschile. Nelle norme nelle circolari sopravvenute dai diversi organismi ministeriali a chiarimento ulteriore della legge non vi nulla che contrasti col concetto sopraesp esso dal_ la legge. Sarebbe stato per tanto logico attendersi che (cosi come avvenuto al locale Nucleo Artiglieria Eser cito ove su 11 •donne ben 7. sono state classificate di 2.
Cat. 4 cuoche e 3 sarte dove tale inquadramento stato definitivamenle san zionato tanto dal Ministero Difesa che dalla Corte dei Conti) anche nel nostro Stabilimento ove esiste un organico femminile (ti circa 300 unità (salariate) un con -grido numero di esse fosse inquadrato nelle Prime tre (continua in quarta nagin-a)
le condizioni del Paese in ge nerale e la situazione dei la voratori e di noi statali in particolare. A questi uomini dobbiamo dire chiari mente che, per non voler accettare democraticamen te il voto del 7 giugno e trar re le giuste conedlusioni, es_ si ci stanno facendo perde re del tempo prezioso, men tre i problemi che assillano il Paese non vengono risolti e le condizioni dei cittadi ni che vivono del proprio lavoro, peggiorano continua mente.
_Caduto il Governo Fanfani, si riprenderanno le at tivita' per formarne un altro. Le nostre richieste ri mangono le stesse. Noi chie diamo che il Governo si formi sulla base di un program ma preciso e concreto che, ispirandosi ai contenuto ed allo spirito della Costituzione, affronti e risolva i pro blemi che interessano le maggioranza del popolo, ed in particoilare chiediamo che siano accolte le nostre richieste economiche e sindacali.
De lunedi I Febbraio la Direzione dell'Ansaido Muggiano ha applicato l'orario di 24 ore settimanali a 120 operai del Cantiere.
Mentre ci associamo alle proteste di tutta la popolazione per questo ulteriore colpo alla già critica situazione deireconomi, cittadina • al tenore-di vita delle famiglie dei lavora. tori esprimiamo agli operai del Cantiere tutte le nostra solidarietà per la lotta che hanno giustamente intrapresa.
Per questo è necessario che alla direzione della coSa pubblica siano chiamati anche quei partiti, quegli, organismi e quegli uomini che, dei lavoratori in genere e degli statali in particola re, si sono, in ogni occasione, dimostrati amici, appog giando tutte le nostre giuste ed umane rivendicazio ni.
CHIEDIAMOINCURINO che accalda le nostro richiesti' e
E' evidente che anche noi stafali non accetteremo par sl. arnerte un G'overno che non rispettassi• il voto del 7 giugno e noti contenesse nel suo programma le as-irazioni e la soluzione dei problemi che interessano la magioranza del popolo e dei lavoratori.
—Come abbiamo contribuito a darci un Parlamento ptu' democratico e nostro a tnico, così continueremo la nostra lotta per avere un Governo che accolga le nostre richieste.
I DIPENDENTE PUBBLICI DEBBONO COSTANTEMENTE VIGILARE
corruzione 11111111011111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111110111100010111111101011101111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111
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La "legge delega"
attentato
Occorre affrontare un esame concreto della "legge" - L'aspetto economico e le questione della pensione - Gli scatti periodici potrebbero diventare mezzi di discriminazione -e
UN ACCONTO
PERIODICO DEI DIPENDENTI CIVILI DEGLI STABILIMENTI M. M. DI LA SPEZIA AMI/M.~1MM~ MilIMMI1151. Anno III - N. 2 LA SPEZIA, 8 Febbraio 1954 REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: Viale AMENDOLA N. 20 p. 1' UNA COPIA L. 10
POSTO Di VEDETTA
Per l'Amministrazione e per gli impiegati
A Porta Sprugola Untimivi un*
UTILE L'ORARIO UNICO
Le richieste di trasferimento - Un articolo che può essere applicato - Perchè l'Arsenale è sempre l'ultimo?
Cara Darsena,
E' con molto piacere che finalmente abbiamo veduto dibattere su un foglio letto dalla maggioranza di noi impiegati un articolo sull'orario unico per gli Uffici Direzionali e, per la verità, era ora che questo problema fosse posto all'attenzione degli organi cpmpetenti.
Anche noi vorremmo dire qualcosa in merito alle osservazioni riportate nel sopracitato articolo per quanto riguarda l'interesse della Amministrazione ad aplicare l'ora-
rio unico negli Uffici Direzionali.
Prendiamo come esempio la Direzione Amministrativa. E' noto a tutti che, da tale posta di lavoro, buona parte degli impiegati vorrebbero essere trasferiti e le domande in proposito ed i trasferimenti avvenuti lo stanno a dimostrare.
La spiegazione è facile ed è anch'essa conosciuta da tutti alla Direzione Amministrativa si lavora «sodo» come in altri uffici e inoltre si effettua l'orario spezzato.
E' inoltre sintomatico il fat-
ATTENTI ALL' INFLAZIONE Un'altro dittatore
alla condednalori
Martedì scorso, una scenetta, veramente antipatica, richiamava l'attenzione degli operai e dei tecnici dell'Officina Congegnatori.
Un ufficiale superiore, il COI. Maiocco, pretendcwa di mettere sull'attenti, nel mezzo dell'Officina, davanti a tutti i suoi dipendenti. il Capo Officina, Signor Paperini.
Non ci è dato sapere • 'nativi particolari che hanno spiato quest'Ufficiale a quell'atto così poco edificante, nei confronti di un funzionai.o di grado elevato taial'è il Seulor Paperini. Ci interessa soltanto l'episodio in e per se.
A parte .1 fata° che nessuno può arrogarsi il diritto di umiliare a tal prato un suo simile, chi è il Cd'. Maiocro?
Forse l'Ufficiale dirigente? Forse il Capo Reparto? Nè uno, nè l'altro. E' un ufficiale detta
Direzione Lavori che, però, non può fare il padrone dove vuo'e.
La volta scorsa ha fatto apprezzamenti e rilievi assolutamente inopportuni sul rappresentante di Officina della C.
I. Ora è toccato al Capo Officina subire le sue intemperanze. Ciò deve finire!
Il personale dell'Officina
Congegnatori sà che il Col. Maiceco è il responsabile della cattiva suddivisione de cotlima così come ancora viene fatta nell'Officina, per cui vi sono dei reparti addirittura esclusi dal beneficiarne. Inoltre bisogna dire che quest'uomo non ha imparato niente neanche dal suo più qualificato superiore, il Gen. Giannetti, il quale, si dice che, quando deve entrare in qualche officina, chieda educatamente il permesso al Capo Officina.
Il nostro invece, altro che chiedere il permesso; si permette di metterlo sull'attenti, il Capo Officina!
E' stato un episodio dove il Col. ha messo in luce quanto poco rispetto egli ha degli altri dirigenti, e degli stessi lavoratori.7 - a è benedirlo, con quell'atto, egli non h a offeso soltanto il Capo Officina, ma anche i lavoratori, per i quali non è certamente dignitoso avere del superiori che trattano in quel modo e persino, in loro presenza, Noi ci attendiamo che le superiori Autorità dell'Ammini-
SULL'E. N. P. A. S.
to che tutti coloro che chiedono di essere trasferiti, e ciò sia detto in linea generale per tutti gli impiegati, cercano in ogni modo di essere trasferiti in luoghi ove è in atto l'orario unico.
Ancora una osservazione: gli Uffici che già effettuano l'orario unico hanno potuto, nel giro di due anni, trasformare il loro personale qualitativamente ed avere così a disposizione i migliori elementi dello Stabilimento.
La conclusione è Tiesta: se la Direzione Amministrativa, il cui caso vuole essere solo un esempio polche il discorso vale logicamente per tutti gli Uffiai Direzionali, effettuasse l'orario unico potrebbe non solo godere di un tale vantaggio che a noi pare essenziale in una branca di - lavoro così importante, ma gli impiegati, che essa ha già, lavorerebbero di più e meglio per rimanere a godere di tale vantaggio.
Cara Darsena, malgrado le misure prese dall'Amministrazione per regolare l'afflusso del_ le maestranze. come ognu no puo' constatare, in certi momenti, la ressa d3g:1 o_ pera' è tale che le misure s'idedtte si rendcn tutt'ornsufficienti.
La cosa è ancora più evi_ dente nella stagione estiva, iurndo aumenta il numero degli operai che usmo mez_ zi di locomozione personal' (biciclette, motoscooter, ecc) e nelle mattinate piovose.
Per queste ragicni vorrei segnalare una proposta all'Amministrazione ca.e è, tra l'altro condivisa dai miei amici coi quali en_ tro solitamente in Arsenale al mattino. E' cioè una pro posta frutto se si vuole, di discussioni avvenute tra la voratori.
sENesluiLTA ,
Cara Darsena, mi permetto di rubarti un poco di spazio, ma credo sia necessario pubblica re cio' che stò per scriverti.
Un mio familiare si reca al mattino all'ENPAS a far_ si somministrare le puniti re endovenose e, per questo, si sottopone ad una lun ga coda. Ma questo non è nulla, perchè un orario ci vuote e disciplina anche.
Pero' succede spesso che quando va' a farsa somministrare le punture endoce noce, egli debba aspettare i comodi del direttore, che s-ne stà passeggiando o parlando con questo o con quel lo, senza preoccuparsi !dille persone che impazientemente stanno aspettando.
ro farsi prescrivere dal dot tore curante le punture en dovenese, se di vene non se ne trov-'no. Così, l'endo vena l'ha fatta come ha sa 'auto o come h-' voluto, e do vo poche ore al mio farnzflia re gli si gonfiò il braccio, tonto da dover andare a far si vedere ín una farmacia. dove gli dissero che il liqui do era andato tutto fuori della vena. Lascio stare i commenti.
strazione sappiano richiamare questo signore, per lo meno, al senso delle proporzioni
Inoltre vorremo dire qualco; sa pure per chi, inconsciamente forse provoca simili episodi Perchè, si dice che, su di un lavoro in esecuzione, sarebbe stata richiamata l'attenzione del Colonnello da parte di un capo lavorazione. Costoro, quando hanno da rilevare qualcos a circa il loro lavoro, dovreb bero per prima cosa, rivolgersi al loro diretto superiore, se vogliono dimostrare di essere delle persone educate.
Non devono scavalcare Tecnici, Capo Officina, Ufficiale dirigente, Capo Reparto e rivolgersi direttamente al Coordinatore dei lavori che, ripetiamo, è un'Autorità esterna all'Officina.
Ancora due righe che a noi non sembrano superflue e poi avremo finito e speriamo di non aver abusato dello spazio. Nell'articolo, a 'cui ci siamo riferiti, veniva citato il caso di Maricommi ea altri Enti, nei quali viene effettuato rorario unico, senza però precisare come esso viene applicato. Ebbene noi vediamo che, proprio aMaricommi, Marigeminai, Marisped viene applicato applicato alla lettera l'art.
34 del Regolamento poichè, mentre gli Uffici eseguono lo orario unico, le maestranze effettuano quello spezzato.
Da ciò deriva che anche nel caso degli Uffici Direzionali potrebbe essere applicato il sopracitato art. 34 senza peraltro danneggiare il servizio.
Un gruppo di impiegati
LICENZE in caso di lutto
Cara Darsena, In seguito alle gravi ondizioni in cui si è venuto a trovare un nostro com pagno di lavoro, essendo deceduto un suo familiare, vorremmo sottoporre all'al 'enzione della Commissione Interna questa nostra proposta: in caso di lutto, con :edere al dipendente una li cenza di alcuni giorni senza perdita di mercede.
Questa nostra richiesta di basa sulle seguenti constatazioni:
1) Un lavoratore, al qua 'e capiti la disgrazia che gli muoia un familiare, 'altro
che subire i: disagio rnr: -n_ le e la spesa notevole del i unerale, è costretto a per_ dere anche alcune giornate di paga.
Poichè esiste gia' una licenza matrimoniale, sarebbe giusto esistesse anche una licenza in caso di lutto.
A similitudine dei militari, tale :Licenza potrebbe essere concessa nel caso si tratti di familiari di I grado.
Se questa richiesta è lite nuta ingiusta, vorremmo sa pere dalla C.I. qualcosa in merito.
Un gruppo di lavoratori
Casa Vinicola Toscana
Ecco di che cosa si tratta: sarebbe utile ed anche necessario, secondo noi. co_ .3truii e, d' fianco ril'attuale un'altro ponte, di larghezza sufficiente, che mettesse in comunicazione diretta la strada col posteggio esisten te. Su tale ponte dovrebbero transitare solamente coloro che lusurruiscono del posteggio stesso e, per limita re il servizio di vigilanza, il ponte dovrebbe essere aper to solo negli orari prescritti per l'entrata e l'uscita normale delle maestranze.
Sperando che quanto sopra venga preso in conside razione, fraternamente ti saluto
— C.A. - Off. Congegnatoti
Cara Darsena, -noi lavoratori del Reparto mpdelllisti dell'Offici na Fonderia, ti chiediamo un po' di posto affinchè, an_ che a mezzo tuo, si possa e_ sternare la nostra gratitudi ne ed il nostro saluto all'a_ mico e compagno Trenti, che è stato capo lavoraci° ne fino a pochi giorni fd e che ora, dopo tanti anni di assiduo lavoro e di lotta, ci ha lasciati per andare in pensione.
Uomo dotato di conoscen ce tecn:che notevoli e di una sana morale, ha saputo educarci nell'arte des lavoro e nello spirito. E' sempre stato pronto nella oifesa dei suoi operai e delle loro rivendicazioni. Non è stato per noi solo un capo, ma anche un compagno che cl ha guidati con l'affetto, il consiglio e l'esempio. Nel 1930 era già Capo Gruppo del nostro Reparto. — Della sua lunga vita trascorsa fra noi, vogliamo ricordare un episodio che è un esempio di clignita' e di coscienza.
Nel 1943, dopo un bombardamento sull'Arsenale, in un reparto dell'Officina era rimasta una bomba inesplosa ed i tecnici, rompe tenti in balistica, dichiarare no che la zona era pericolosa. Capo Officina di allora, uno di quelli decisi a gluada gasarsi l'elogio dei superiori anche attraverso l'incoscier za e il disprezzo dellla vita (degli altri s'intende), ardi-
Tra di esse le donne che al mattino devono fare mi! le commissioni, per le qua_ l'i il tempo è oro.
L'altra mattina, oues'o mio familiare si è permesso di far chiamare il ditta re, ma costui si è piuttosto seccato per essere stato disturbato ed è andato a fa re la puntura in tale stato d'animo.
Disgraziatamente, non tro vando la vena del paziente il dottore fruga con l'ago in cerca di essa, senza render si conto che gli faceva mele. Era logico che il paziente si 'lamentasse, ma per il dot torre tale logicita' non vi era —Egli si infurio' dicendo che i malati non dovrebbe guire il lavoro in quel repar to anche se dichiarato peri_ coloro.
Fu proprio il Capo Operaio Trenti che Si oppose al Capo Officina ed' a chi lo so.. steneva, affermando: dio so no il responsabile degli operai; perciò a lavorare là non ci vanno>. Fu degradato ed inviato in Grecia per punizione. Qui venne fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania.
Non era la prima ingiusti zia e prepotenza che subiva. Gia' nel 1923 fu prigio niero politico per le sue idee antifasciste. Quandlo, nel 1945, ritorno' fra noì, fu nominato di nuovo funzionante Capo Operaio. Non a vendo usufruito del passag gio a ruolo, è andato in pen rione con la Previdenza Sociale senza così percepire la pensione dello Stato. Il riconoscimento dei suoi me riti è dunque ben magro!
Nel nostro saluto vi è la promessa dlf continuare sulla via assieme percorsa af finchè i sacrifici non cada_ no nel nulla e un domani giunga piu' lieto e felice —Al nostro Trenti, il caro saluto dei suoi operai e di tutti qUanti lo conoscono.
Gli op. del Rep. aía . Off. Fonderia
La Redazione si associa con calore a questo fraterno saluto ed è lieta di pub blicare la lettera per l'esem pio citato affinchè possa sti molare noi che rimaniamo a migliorare il nostro opera_
nava agli operai di prose re.
Rivolgo una preghiera al Signor Di -•ettore dell'ENP 15": --l'e sorvegli pire atten tamente i StfOi sottordini, ac ciocche il pubblico che af fluisce all'Ente sia meglio rizttato. Anche i dottori del l'ENPAS sono stipendiati e vivono con quello s'ipen dio: lo vita è tanto difficile "c-chino con un no' di 13e"-ma volonta es sete garbati anch'essi. Non -iziedo altro. Grazie.
PER MIGLIORARE io cure dirette
Cara Darsena, piccolo, ma grande giornale, Ci rivolgiamo a te affinchè giunga a chi ne è compente una nostra richiesta che, pensiamo, possa essere utile e accolta Con favore da tutti gli assistiti dell'E.N.P.A.S.
Con l'aumentare degli assistiti, dovuto all'estensione dell'assistenza anche ai pensione,: ti, aumentando quindi le prestazioni sanitarie, presumiamo che sussista la necessità dell'assunzione di uno o più medici.
Sarebbe nostro pensiero che, nell'eventualità di tale assunzione, si provvedesse per uno specialista in malattie nervose. Infatti, spesso si verifica che colui che è soggetto a tale tipo di malattia, non potendo sostenere la cura indiretta per il suo eccessivo costo, la tralascia, aggravando così il proprio male. Con l'assunzione di un nevrologo, da parte dell'Ente, ci sarebbe invece la possibilità di effettuare la cura diretta che, come noto, non comporta alcun sacrificio finanziario, Fiduciosi in questa richiesta, ti esprimiamo mille ringraziamenti per la pubblicazione.
p. Un gruppo di Assistiti E.N.P.A.S. Zannoni Claudio
FELICITAZIONI
La Commissione Nazionale Arbitri di pugilato, nella propria seduta tenutasi a Roma il 10 Gennaio c. a., ha promosso alla categoria degli Arbitri Nazionali l'Ex pugile Bruno Ferretti e Alcide Rossi. Ci felicitiamo per la promozione conseguita da questi due nostri compagni di lavoro.
D.E.
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11111111111111111111111 111111111111111111M111111111111 1111
111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Abbonatevi a "LA DARSENA„ 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111,11111111111111111111111
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IL RACCONTO DELLA DARSENA
11111 11110111110 NUOVO
Quell'anno era piu' freddo di ogni altro che avevo vissuto: lontano, sui monti, si vedeva la neve. Il Natale si avvicinava con le sue pro messe: feste e balocchi; del ci e felicita' Doveva essere così per ogni famiglia, anche nella mia era sempre stato così e all'alba mi alza vo trepidante a piedi nudi camminavo. Ma quell'anno non era come i precedenti: mio padre girava intorno al la casa e mia madre si cur vava maggiormente su le faccende domestiche senza sorrisi e senza canzoni. Tira va lunghi sospiri di tanto in to, senza che riuscissi a ca_ pire da quale cruccio prove vissero.
Le vacanze natalizie si avvicinavano rapidamente ora, da un poco di tempo il babbo veniva a prender_ mi a scuola -- non lavora va più — per questo veniva mi sorrideva sempre quando mi scorgeva tra gli altri ragazzi. Per la strada parlavo con lui e lo trascinavo davanti alle vetrine colme di ogni cosa: — chis sa cosa mi portera' il Natale? — chiedevo. Mio padre non rispondeva solo che di veniva piu' serio; tanto e ra assorto che mi faceva pensare a una via segreta in suo possesso per comunicare con Babbo Natale.
Il 23 dicembre iniziarono le vacanze ma, nella casa, al contrario di ogni altro anno, non c'era nessun pre parativo per l'albero e non c'era nemmeno l'albero.
Il 24 dicembre mio padre mi svegliò di buon mattino, mi fece vestire poi uscimmo: al fianco aveva il pen nato e a tracolla una borac_ zia. Camminammo molto, su per le colline boscose, fi no a che non arrivammo dove il bosco era piu' folto: Ora scegli l'albero — Mi disse. Il cuore mi accelero' i battiti nell'udire quelle pa role. — Avrei avuto l'albero dunque, babbo Natale non si sarebbe dimenticato di me — allora cominciai a cercare: scorsi un bel gine_ pro e io indicai a mio padre, egli tiro' fuori il pennato dalla custodia e me lo porse Bene! Coglilo e stai at_ tento a non farti male Mi sembro' una cosa straor dinaria e incominciai a me nere colpi: il lavoro non fu lungo ma quando il g'nepro cadde mi facevano male le mani e mi sanguinavano per le punture. Mio padre aveva vigilato il mio lavoro ma senza muovere un dito, — Bene! Ora man_ giamo — disse mio padre, mi porse una fetta di pane con un po' di formaggio. Dopo che avemmo mangiato mio padre ripulì il ginepro alla base: — Ora prendici e andiamo. — Disse. Rimasi sorpreso ma non obiettai nulla: era ha prima volta che mio padre mi obbligava — se pure dolcemente — a fare cose simili. E poi volevo bene a mio padre, era sempre stato buono e affet Mose con me. Per questo obbedii senza flatare.
Il ginepro non era pesan te ma, per i miei sette anni la lunga strada, lo era an che troppo. Io faticavo a tirarmelo dietro e tra me mi dicevo: — Ora mio padre mi aiuta. — Ma do' non ac cadde. Solo che a un certo punto della strada disse: — riposiamoci —.
Ci sedemmo. Io ero rosso e sudato ma mio padre fece finta di niente, quando si riprese il cammino, lascio' che mi caricassi il ginepro senza darmi il più pccolo muto.
Arrivammo a casa a mez zogiorno. Lasciammo il gi-
nepro in disparte e andam mo a tavola. Mia madre vide le mie ma ni arrossate e le punture he mi ero fatto nel cogliere il ginepro. -- Che hai fat to alle mani? — Chiese. Istintivamente a me venne fatto di nasconderle sotto la tavola. — Non è nulla. disse mio padre — Perchè le nascondi? Si è colto l'al bero da sè. — Dopo il pran zo mio padre mi fece lavorare insieme a lui intorno
Renzo Romani, è un gio. vane lavoratore ex dipesi. dente della «Margheraw di Pielmbino licenziato durante le latte contro la legge truffa.
alla installazione dell'albero: preparammo l'illumina zione e lo cospargemmo di neve. Venne la sera e. dopo cena, io credevo che mio pa che mi spedisse a letto com'era sempre accaduto. In vece mi disse: — Vai a cam biarti che usciamo. — Ub bidii mentre la mia sorpre sa continuava a crescere. Girammo per le strade che erano piene di gente, spesso fermandoci davanti alle vetrine sfarzosamente illuminate. A un certo pun to ci fermammo davanti a un negozio di giocattoli: — Sai che non riesco a trova re lavoro? — Disse mio pa dre. — Può darsi che in av venire ci manchi perfino da mangiare. Io annuii; quelle cose non le sapevo, solo ca pivo che mio padre per momento non aveva lavoro. Mio padre mi prese per mano e mi tirò dentro il ne gozio. C'era molta gente, molti giocattoli ammonti.
chiati, in ogni parte.
Ci venne incontro una commessa e mio padre die se, rivolto a me:
— Scegli un giocattolo.
Si signore, aggiunse la commessa — un bel dono da appendere all'albero? --
E rimase ad aspettare che in silenzio, quasi pietrifica to da quella rivelazione e mi grava la testa. Le parole di mio padre e della com_ messa andavano e venivano per la mia testa. -- Non ira porta babbo — dissi -- usciamo. — Scegli un re_ gaio! -- Disse mio padre con un tono che non arn, metteva repliche. Allora mi sentii disperato: Incominciai a guardare sui ban chi ma i prezzi non c'erano Riuscii alfine a scovare un mucchio di pale su cui spicava un cartellino: L. 1,50
Voglio una di queste pal_ le — dissi. La testa continuava a girarmi mentre la commessa la incartava e ri scuoteva i soldi che mio pa dre le porgeva.
A casa accendemmo le lu ci dell'albero e ai suoi piedi deponemmo la palla. Mio pa dre mi accompagno' in camera e mi aiutò a spogliare. Quando fui sotto le coltri mi prese la testa fra le sue mani e mi bacio' in fronte. Per la prima volta vidi intieramente quelle mani: grandi e forti, indurite e in qualche punto escoriate. Buona notte Bruno — mi disse — sei un bravo bambino —.
Quela notte mi trovai al le soglie di un mondo nuovo e non riuscii a chiudere occhio; c'erano tante cose da conoscere ancora e inco minciai a spiegarmene al_ dune .
Molte discussioni, molte polemiche sulle decisioni del recente "Festival della Canzone„ a San Remo - Nella 1010: le centanle Ketine Ranieri, presente e San Remo e l'Argentino luisMariano 111 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111IIIIII11111111111111111111111111111111111111111
RA SSEGNA cinematografica
Pane, amore e fantasia
Pane, Amore e Fantasia - di Comencini. Il sueresso che incontra questo film è ben meritato. Si tratta infatti di uno spettacolo cinematografico che descrive, senza nulla faLsare, gli aspetti e i personaggi di una umanità minuta; quella che si ritrova nei piccoli paesi montani del Mezzogiorno, dove, di un domani migliore, si è perduta persino la speranza e dove, ciò nonostante, la vita si afferma e si difende attraverso vicissitudini che danno un carattere ben definito ed essenziale alle persone che nel film appaiono, anche se solo per poco tempo come, ad esempio, i novelli papà.
Il film, fatto di un leggero allegro, valendosi di un linguaggio brillante e di una pregevole interpretazione di De Sica e della Lolobrigida, per la quale, forse, si tratta della sua migliore interpretazione.
* * *
Cinema d'altri tempi
Il più grande spettacolo del mondo - La nuova mensa per l'offtna Congegnator.
I Misteri del Mato Grosso1.1 punteggio tecnico per l'inquadramento. Giustizia è fatta - La revoca delle punizioni per fatti poi tiri e sindacali. Stei sentiero di guerra - Gli
operai che lavorano per le ditte private Mare crudele - La burocrazia nella quale naviga il nastro inquadramento. Anni diffIc.i - dal 1951 al 1953.
Follie del silenzio - il prem.'.0 quadrimestrale per gli impiegati. Uorn'ni coraggiosi - I capi refettorio.
NelleffLettere dal carcere di Gramsci: il cuore di tutta Italia
<Lettere dal carcere> è un epistolario; è la raccolta delle lettere che Gramsci scrisse, durante i suoi dieci anni di carcere, ai fam'llari. Soltanto poche lettere sono dirette ad alcuni amici confinati Generalmente negli epistolari si vede il carattere dell'autore, cioè il suo modo di sentire gli affetti e di vivere ha propria vata; a volte, dagli epistola ri, si puo' anche vedere la cultura specifica dell'autore; comunque l'ee-» o l'altra cosa dipendono dagli ar gementi trattati. Ma in <Lettere dal carcere> questi due aspetti non appaiono divisi, distinti; la cultura e il carattere di Gramsci sembrano essere la stessa cosa. Fin nelle lettere piu' semplici si <sente> la profondar ultura di Gram sci. Nelle lettere ai figli, quando racconta loro la vita dei mille animalet't a lui noti, le effusioni di gioia del suo cagnolino e chiede notizie del papagalletto, come quando parla loro con un tono serio da <gran di>, come dice egli stesso, e chiede notizie della scuola e dei compagni, del libri e dei giochi dimostra una sem plice, profonda umanità e comprensione che non si puo' peraltro disgiungere dal suo atteggiamento di educatore, di guida. Egli spinge costantemen-
te i suoi figli a rendersi ra gione di cio' che dicono, a saperlo spiegare, a discuterci sopra e a non fermarsi alle parole. Egli li abitua, colle stesse favole, all'esser vazione costante e curiosa, non superficiale, delle cose ed anche di se stessi.
E' per la stessa capacita' di comprendere ed ederire aitta vita concreta di ognuece che egli ha potuto seri vere la bellissima lettera al la madre in cui parla dell'immortalita' dell'<anima> Questa è la parte centrale di quellla lettera <... Del resto tu non puoi immagina e quante cose io ricordo in cui tu appari sempre come una forza benefica e piena di tenerezza per noi. Se ci pensi bene, tutte le questio ni dell'anima e dell'immor talita' del'anima e del para diso e dell'inferno noli sono poi in fondo che un modo di vedere questo sempli ce fatto: che ogni nostra azione si trasmette negli al tri secondo il suo valore, di bene e di male, passa di pa dre in figlio, da una genera zione all'altra in un movimento perpetuo. Poichè tut ti i ricordi che nei abbia_ mo di te sono cii tonta' e di forza e tu hai dato tutte le tue forze per tirarci su, dio' significa che tu sei, già da allora, nell'unico paradi so reale che esista, che per una madre penso sia il cuo_ re dei propri figli. Vedi
che cosa ti ho scritto? Del resto non devi pensare che io voglia offendere le tue opinioni religiose e poi pen so che tu sei d'accordo con me piu' di quanto non pa_ re...>. C'è tutta la sua delicatez za in quel <vedi cosa ti ho scritto?>. Questa lettera e-
Cinema D'Alta Tempi - c'i Steno. E' questo, un film nel quale non si deve ricercare nessuna ricostruzione storica dei tempi del fim muto di quarant'anni fa, poichè, se quest a fosse stata l'intenzione degli autori, essi avrebbero fallito.
Il film, invece, riesce gradito al pubblico perchè, ispirandosi a personaggi realmente esistiti, conduce, sul filo di una trama da romanzo d'appendice, una gustosa satira a quei personaggi ed ai loro ambienti.
Felice è pure la ricostruzione di certi atteggiamenti nella cinematografia del tempo, specialmente quella dell'episodio su l'evaso.
In tutte le officine e stabilimenti delle Spezie i lavoratori <W sprimono in ogni modo le loro volontà dl vedere risolte l'attuale crisi governativo.
sprime, in ultima analisi, in concetto filosofico. Tutta via le parole sono proprio -mele della vita quotidiana, sono le parole che la ma: dre di Gramsci poteva capi re ed intendere; qui si ve_ de come egli sapesse aderi re alla vita di chiunque e contemporaneamente si ve de come la sua vita si fondasse su un reale amalgama cella cultura con la pratica, con le cose quotidiane, coi sentimenti e gli impulsi reali di ogni uomo.
Naturalmente Saper comprendere gli altri, cioè il saper analizzare tranquil lamente ogni stato d'animo ed ogni situazione dà • una forza immensa. Infatti cio' che più attira in questo libro è il senso di tranquillità che c'è dentro. Leggendolo non sembra che l'autore stia in carcere, sia staccato dalla realtà comune. Le sue lettere non sono il riflesso h una vita misera, senz'aria. Nelle lettere appare tut ta l'Italia dai piccoli paeeet ti sardi, alle città industria_ 11 del nord, vi appare l'Uni versita' di "tonno 3 gli strati della ~l evita e tutto ciò. non è semplicemente visto dal di sopra ma dall'interno; si vede l'Italia in cio' che è realmente. Non c'è nulla che sia descritto superficialmente e mai manca quella nota di umorismo che è critica e comprensio
ne insieme. Comunque da questo fat_ te. dal saper giudicare le co se dentro, dei iva che egli non è mai schiavo della situazione; ne è sempre pa drone. Egli non è preso e do minato dalla vita del carce re; egli lotta costantemente contro tutto cio' che sa dt ccarcerario>. Perfino quando scrive mette 'ra vir golette i terrai <carcerari> perchè non vuole che il lin guagg,'o della prigione diventi la sua lingua e la men talita' da carcerato lo isoli dag'i altri uomini.
Il pubblico ministero fa scista, che disse, nell'aula del tribunale speciale, <noi dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare per vent'anni>, può ben pen sere di aver ferito il suo scopo poichè Gramsci seria se frasi come questa: <Non parlo mai dell'aspetto nega tivo della mia vita, prima di tutto perchè non voglio essere compianto; ero un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata, e i combattenti non possono e non devono essere compianti. quando essi hanno lqttato non perchè costretti,, ma perchè così hanno voluti) essi stessi consapevolmente>, dove rimangono inalterate la tran_ quillita' di giudizio e il semso della dignita'. C.APA.
01101110 arsemi°
DARSENA
LA
RENZO ROMANI
1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 I111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111011111111 i11111111111111MMIIIIIIIIIIMIRIIIIIIIIII111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 UN GRANDE ITALIANO, UNA GRANDE OPERA
E' pervenuta al Consiglio Direttivo del C.R.A.L., una lettera firmata da una quindicina ch soci apaprtenenti al Laboratoria P.C. Argomento della lettera: la biblioteca.
I firmatari premettevano che la Biblioteca del CircOlo,, in questi ultimi tempi ha subito un considerevole sviluppo quantitativamente e qualitativamente. Lamentavano, però, di non aver trovato certi libri di cui chiedevano l'acquisto.
In seguito è stato chiarito che molti dei libri richiesti esistevono in biblioteca e che i richiedenti non li avevano potuti avere perchè la titolare della biblioteca era assente per malattia.
Sono grato a codesti lavoratori perchè mi hanno dato modo di parlare brevemente della biblioteca del Circolo e del suo funzionamento.
Essa è ricca di 5.400 volumi che è quasi il limite cui si può giungere per la ristretezza dello spazio a disposizione.
Da malto tempo, infatti, i libri nuovi sostituiscono quelli più vecchi e in cattive condizioni.
La media dei libri dati in lettura oscilla dai 100 ai 160 giornalieri. Con orgoglio possiamo dire che la nostra Biblioteca ha più lettori di tutte le altre biblioteche.
Il sottoscritto, che ha partecipato al Congresso della Cultura Popolare, tenutosi recentemente a Bologna, e avendo partecipato ai lavori della Sezione Biblioteche, quando rese noto il numero dei libri ritirati giornalmente d'ai lettori della nostra biblioteca, destò nel centinaio di presenti una certa meraviglia.
Infatti, la stessa biblioteca del Dopolavoro dei Ferrovieri di Bologna, che dispone di 20.0000 volumi circa, ogni giorno distribuisce solo una trentina di libri.
Possiamo essere soddisfatti della qualità dei libri? Si, perchè in biblioteca vi si trova l'opera per il lettore più raffinato ed il libro richiesto in preferenz a dalle donne. In questi ultimi tempi sono stati acquistati molti libri tecnici di cui la biblioteca era sprovvista.
Colgo l'occasione per ricordare ai soci che in biblioteca esiste un registro in cui il socio può
richiedere l'acquisto di uno o più libri che desiderasse leggere e dei quali la biblioteca sia sprovvista.
Il comportamento dei soci nei confronti della biblioteca, si può ritenere buono, salvo naturalmente qualche «pecora zoppa». Lettori che sono abituati a riportare i libri in ritardo e sono riluttanti a pagare la multa.
Alcuni, pochi per fortuna, che tengono i libri per dei mesi e, malgrado le continue richieste, non li restituiscono. Una dura campagna è stata sostenuta contro i danneggiatori dei libri, la quale ci ha dato
la soddisfazione, applicando rigidamente il regolamento, di eliminare quasi completamente queste forme di incoscienza.
Possiamo essere soddisfatti dell'organizzazione della biblioteca? Riconosciamo che si potrebbe semplificare il sistema di ricerca del libro da parte del lettore.
I libri sono divisi in troppe sezioni e sottosezioni che spesso disorientano chi va alla ri, cerca di un libro. Infatti i lettori, molto spesso, si rivolgono al personale per informa zio si e consigli.
nuovo tabellario. Senonchè tale sistemazione desta delle preoccupazioni per la mancanza di spazio. Questa, dello spazio, è la preoccupazione annosa che arsila il Consiglio del C.RA.L., il quale ha provveduto, nel noto progetto di ampliamento, di portare la biblioteca nei nuovi locali che saranno più spaziosi e permetteranno, perciò, un ulteriore sviluppo della biblioteca stessa e permetteranno pure che il personale ad essa adibito svolga il proprio lavoro in un ambiente mero s, fioeante d'estate e meno rigido durante l'inverno.
E. BAZZALI
LALETTERADELLAC.I.DELL'ARSENALE
Acconto sulle paghe al lordo - Premio quadrimestrale non mestigsanti
continuazione della prima pag.
Il Ministero del Tesoro. rilevando come nelle paghe al loi do corrisposte ai pub blici dipendenti in virtu' de gli aumenti dell'I. Luglio 51 vi fossero delle differenze n meno, emanò nello ,scor so mese di ottobre una disposizione corredata dslle relative tabelle affinché fos sero stabrite le nuove pghe ai dipendenti e fossero corrisposti gli arretrati.
Considerando che l'aumento derivante dalla erat ta applicazione delle paghe era di circa 10-15 lire gior naliere questa C.I. ottenne in quel periodo, dietro intervento al Comando Base la corresponsione di un ac conto variante da L. 3500 a L. 6000 e la promessa che le nuove tabelle sarebbero sta te applicate sollecitamente.
Senonchè, ad oltre tre me si di distanza, sembra che occorra ancora, se non sor genuino difficolta' nell'ac_ quisto della carta, circa 70 giorni per la compilazione dei prontuari, maggiorati del tempo occorrente all'ap plicazione pratica.
Pertanto questa C.1. richiede o la sollecita applica zion'e del provvedimento, oppure la corresponsione di un secondo acconto dello
La "legge delega,'
(cont. dalla 1.a nue.) di legge — sarà un giudizio del tutto discrezionale (parola eufemistica che significa arbitrio) dei Consigli di Amministrazione( costituiti e negolamentati dalle norme fasciste peggiorate con i criteri «etici» che ispirano le nuove norme.
Quindi gli scatti (alla stregua dei premi, degli incarichi, delle buste segrete) non sarebbero altro che un mezzo di discriminazione e di potenziale corruzione personale gasi l'organo governativo «Il Messaggero» che definisce l'Apparato Statale come una forma particolare di «clero laico» — più o meno missionario), mentre, d'altra parte, è abbandonata al Governo, all'uopo delegato, la determinazione dell'aliquota o coefficiente degli scatti stessi. Un per cento? due per cento? ogni anno? ogni venti anni? Tutto in bianco, come entità, e tutto nelle mani del Ministro, come attribuzione. Nes-
sunissima garanzia. Poichè la legge prevede, fra l'altro, la riduzione degli organici e la più arbitraria, discrezionalità in materia disciplinare, oltre che economica, conseguirebbero possibilità di licenziamenti, il pieno asservimento del subordinato al suo superiore, di questo superiore al suo supersuperiore (fino al Ministro) e la più assolUta precarietà contrattuale sia ir fatto di prestazioni che di c • tropreb4azioni. Lo statale n, i saprebbe più che cosa core )be dare o fare, e non sapre•Ase più che cosa dovrebbe r c,evere in cambio della sua opera.
Questo è uno dei gravi aspetti d,eala legge-delega Nel prossimo numero prendemmo in esame la parte del progetto che riguarda il diritto di sciopero. Intanto, coloro che volessero intervenire in questo dibattito, anche se dissentono con noi, li invitiamo ari inviarci i loro eventuali scritti che noi pubblicheremo.
Per procedere ad una migliore organizzazione sarebbe necessaria la istituzione di un stesso importo del precedei) te.
*e*
Tale premio quadrimestrale (in deroga) è stato di sposto in base ad una dispo salone ministeriale, a tutto il personale impiegnizn Nel mentre con tale disposi zione, il nucleo Artiglieria Esercito locale, le varie se di dell'Esercito (Firenze, Bo 'ogni). 'giacenza, ecc.) lo ste' so Ministero Difesa Roma hanno corrisposto il premio anche al personale di cui al l'Articolo 21 (Analisti, in_ servienti, magazzinieri, ecc) codesta Direzione non ha creduto opportuno corrisponderlo a tale categoria, escludendo in tal modo circa 500 persone. Pertanto, essendovi i fon di a disposizione, si richiede la sollecita corresponsione del premio medesimo, aven do codesta Direzione possi_ bilita' di cautelarsi per quei
casi che potessero non aver ne diritto.
La lettera, che tratta anche dell'inquadramento dei guardiani, dei magazzinieri, degli analisti, degli inservienti e de! problema delle marche assicurative, è stata ampiamente discussa con i rappresentanti di officina i quali ne hanno portato a conoscenza i lavoratori.
Nelle officine non si fà che parlare di cio': partito larmente si sottolinea il fat to che la C.I., per ogni problema ha indicato il mezzo con cui risolverlo. E noi sap piano che, mettendovi un po' di buona volonta', é pos sibile accogliere le nostre ri chieste.
E' con questa coscienza che ci impegnano a sostenere la nostra organizzazio ne, certi che con cio' contri buiremo a raggiungere piu' sollecitamente i risultati sperati.
SCHERMO E PALCOSCENICO del C. R. A. 1. Dio. Marina
Lunedì 8 — ALI DEL FUTURO — con Nigel Patrik e Ann Todd.
Martedì 9 — CUORI SENZA FRONTIERA e Compagnia di Riviste CECCHELIN.
Mercoledì 10 — Idem.
Giovedì 11 — L'ASSO ,NELLA MANICA — con Kirk Douglas e Billy Wilder.
Venerdì 12 — Idem.
Sabato 13 — I VITELLONI con Alberto Sordi e Eleonora Ruffo.
Domenica 14 — Idem.
Lunedì 15 — NON VOGLIO PERDERTI — con Barbara Stanwick e Jobn Lund
Martedi 16 — Il padre della Sposa — con Sr• iter òracy e Elisabet kaylor
Mercoledi 17 — 'Irem
Giovedi 18 — L'.mportanza di chiamarsi Ernesto — in tocniccdor — con Michael Redgrave e Loan C reenavood.
Venerdi 19 — Lasciami sognare — con Frank Siaatr a e Shelley Winter
Sabato 20 — I figli non si vendono — con Lea Padovani e Paola Barbara
Domenica 21 — I figli non si
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Ore 13 circa: Partenza da La Spezia:
Tre 15: Sfilata dei Carri Mascherati.
Ore 19: Partenza per il ritorno _ Con il contributo del Cir ^No, la quota di partecipa2 ione, viaggio di andata e ritorno ed entrata ai corsi mascherati, è di Lire 550.
Direttore Responsabile SERGIO MIGLIARI Direzipne Amministrazione
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Aut.
N. 16
11 - 4-52 Stab.
s.r.l.
Viale
1
Trib. La t3pesia
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Tip. Fabbiani -