L'Eco di Niguarda2

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DIREZIONE

E AMMINISTRAZIONE

Via De Calboli, 1 Ä Ä

Anno II - Numero 8

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AGOSIO 1955

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Lire 20

Nel prossimo ,numero inizierà la nostra inchiesta sulla copertura del Seveso.

- PERIODICO MENSILE DI VITA 1\1112LJAFRIDESE -

L'apertura LA BEFFA DELLE "COMMESSE„ a sinistra

Con la fine di agosto termina il tradizionale periodo delle ferie e Niguarda si appresta a cancellare ogni traccia della sonnolenza e del torpore estivo in cui è stata avvolta per riprendere il suo volto industre ed operoso. Noi salutiamo i nostri lettori, i lavoratori, i niguardesi tutti che sono ritornati alle loro case dai luoghi di vacanza e più ancora salutiamo coloro ai quali la possibilità di un riposo sereno è mancata.

Il particolare momento in cui tutti si apprestano a riprendere con rinnovata energia la loro attività, ci sembra peraltro particolarmente indicato per fare alcune considerazioni sull'attuale situazione politica.

Due sono gli avvenimenti che la caratterizzano e che grandi speranze hanno acceso negli animi di tutti coloro che amano la pace, di tutti i democratici: i risultati della Conferenza di Ginevra e la caduta del Governo Scelba.

L'incontro di Ginevra ha segnato una grande vittoria delle forze della pace. Un notevole passo avanti è stato fatto verso la fine, della guerra fredda, i punti di vista diplomatici sino allora irriducibilmente opposti, si sono avvicinati ed uno spirito di fiducia reciproca ha cominciato a sostituirsi all'incertezza ed alla diffidenza. Soltanto i nostri governanti sembrano non aver assimilato questo nuovo spirito: il consenso da loro dato per il trasferimento in Italia di notevoli contingenti di truppe americane è infatti in netto contrasto con il processo di distensione iniziato a Ginevra. Il nuovo Governo Segni non intende evidentemente abbandonare la politica dell'oltranzionismo atlantico del precedente Governo Scelba.

A questo atteggiamento in materia di politica estera fa purtroppo riscontro un analogo orientamento all'interno del Paese. Se lo sfratto di Scelba da Villa Madama, accolto con generale soddisfazione, è stata la registrazione del fallimento della politica di discriminazione e di divisione, non può dirsi che la costituzione del Governo Segni, nato sul compromesso imposto dalla Confindustria e dalla Confida, stia dando prove concrete di voler eliminare la discriminazione fra gli italiani e di voler mettere al bando la politica di conservazione e di difesa dei ceti privilegiati.

Nè può essere sufficiente ad assicurarci il timido impegno contenuto nel programma governativo di voler rispettare l'uguaglianza fra i cittadini di fronte alla legge.

La verità è che alle lusinghiere prospettive che vengono ad aprirsi per il nostro Paese si oppongono ostinatamente i ceti più retrivi e reazionari. Il padronato italiano ostacola ogni elemento di distensione cercando di esasperare la situazione nelle fabbriche: vengono rinnovati gli attacchi alle libertà operaie, aumenta lo sfruttamento dei lavoratori, prosegue l'offensiva dei licenziamenti (nostro caso recente l'Allocchio Bacchini).

L'aumentata pressione dei padroni, resa possibile dall'azione discriminatrice e repressiva del Governo ha però creato una vasta reazione popolare che abbraccia strati di tutte le correnti politiche e degli stessi partiti di governo.

Occorre superare questa situazione di disagio per le masse lavoratrici e di crisi per il Paese realizzando una politica nuova, di apertura a sinistra. Una politica che soddisfacendo le aspirazioni paci-

La falsa propaganda dei dirigenti Cislini all'Allocchio Bacchini

Una dichiarazione del Segretario della F. I. O. M. Volta, Ronchi

I 97 Licenziamenti richiesti dalla Direzione Allocchio Bacchini sono stati ridotti, (bontà loro!) a 57 unità, quindi l'obbiettivo della direzione è stato raggiunto. E' diventata ormai una « tattica » degli industriali chiedere un numero superiore di licenziamenti per facilitare poi le discussioni (a loro vantaggio) in sede di trattative. Con questo sistema vogliono dimostrare di essere umani, fingendo di rendersi conto dei disagi che i lavoratori vanno incontro restando senza lavoro. Strana però questa umanità. Come mai i signori industriali si preoccupano di salvare solo una parte di questi lavoratori e non di tutti?

Il sistema non ci convince molto.

A questo proposito chiediamo alla Commissione Interna se si ritiene soddisfatta per quello che non ha fatto per salvare i suoi compagni di lavoro dal licenziamento.

Oppure vuoi far =ricredi essersi interessata e chiudendo la questione con un sistema del tutto burocratico che la stessa Direzione della Alocchio Bacchini riporta nelle lettere di licenziamento: «Essendosi, pertanto, esaurita la procedura prevista dall'articolo 2 dell'accordo interconfederale, siamo spiacenti di doverci privare della Vostra opera ».

Dov'è tutto l'appoggio che la CISL si vantava di dare durante le elezioni per la C.I.? Ricordiamo di aver letto un volantino che la CISL ha distribuito alle lavoratrici della Allocchio Bacchini durante tali elezioni e che riportava fra l'altro questa frase: «Ma altre lotte ci attendono, diamoci una mano: unite, potremo ottenere molto, lottando democraticamente supereremo tutte le dif ficolta.

Noi desideriamo ottenere per le nosre famiglie, per i nostri figli condizioni di vita migliori. Noi desideriamo ricostruire la nostra casa in un atmosfera di pace e di serenità.

Per questo rivolgiamo un apello a tutte afficnhè vogliate scegliere bene senza lasciarvi influenzare da propagande che nascondono come fine non il vostro interesse ».

Ma « la mano » della CISL non si è fatta vedere dopo che la Direzione ha comunicato i licenziamenti.

Le stesse lavoratrici (che forse hanno votato CISL) chiedevano, il giorno che sono state invitate per ritirare la liquidazione, perchè non fiche e democratiche del nostro popolo, si basi sulla Costituzione, contribuisca alla distensione interna ed internazionale, elimini ogni forma di discriminazione, realizzi le riforme sociali e le rivendicazioni più urgenti.

Ciò che però tutti debbono chiaramente comprendere è che come i risultati dell'Incontro di Ginevra e la caduta di Scelba non sono stati miracoli ma frutti di una vasta azione popolare, così non possono essere attesi come miracoli nè gli auspicati passi in avanti sulla strada della distensione, nè la realizzazione del nostro Paese di una politica nuova. Sono infatti soltanto le lotte e l'azione unitaria del popolo che possono e debbono decidere.

erano presenti i componenti la C.I. della CISL. Non è con i licenziamenti che si possono ottenere migliori condizioni di vita - ricostruire la casa in un'atmosfera di pace e di serenità: licenziamento vuol dire fame, miseria, disperazione - tanto più per quelle lavoratrici e lavoratori licenziati che sono capi di famiglia o comunque il solo in famiglia con una occupazione:

Vuole la C.I. interessarsi presso la Direzione almeno per rivedere quei casi veramente pietosi come quello di una lavoratrice con il mario invalido da anni, senza pensione e la mamma a carico; di un'altra che di 5 componenti in famiglia era la sola che aveva il « privilegio » di poter lavorare?

Almeno questo dovete fare signori della CISL altrimenti, quanto avete detto in uno dei tanti volan-

tini che avete distribuito sempre durante le elezioni della C.I., e cioè: L'anno venturo tireremo le somme, vedremo chi ha realizzato di più» (sfidando la FIOM), sarà un bilancio del tutto deficitario il guaio è che a subire e soffrire sono ancora una volta i lavoratori).

A. C ,,, Ä Il Segretario della Sez. FIOMVolta Ronchi ha rilasciato al nostro giornale una dichiarazione sugli aspetti sindacali e le iniziative da prendere per la Allocchio Bacchini: « L'azione che la Fiom intende intraprendere per la fabbrica in questione, si riassume in alcuni aspetti di diritto per le lavoratrici ed i lavoratori licenziati. Infatti la Direzione di questa fabbrica non ha mai corrisposto ai suoi dipendenti il cottimo malgrado in sede di Assolombarda il rappresentante degli tridu_striali cìat4. Faceitinettii,nie avesse riconosciuto la spettanza. Sul pagamento delle festività infrasettimanali i dirigenti della Allocchio BecCiini hanno retribuito i lavoratori sulla base delle 40 ore settimanali mentre le norme contrattuali stabiliscono sull'orario effettivo di lawo.

d'altra infrazione è quella dell'indennità per mancata mensa, per ierie, festività infrasettimanali e gratifica natalizia.

volevasi dimostrare „„

... E i licenziamenti sono avvenuti! 57 lavoratori, mentre erano in ferie, hanno ricevuto, dalla direzione dell' Allocchio Bacchini, la notifica del licenziamento.

Altri lavoratori senza salario, nuova miseria; come e quando troveranno un lavoro?

Tutta Niguarda sa che i dirigenti liberini, durante le elezioni per la commissione interna all'Allocchio Bacchini, affermavano che una loro vittoria avrebbe portato « commesse » e quindi certezza di lavoro. La loro vittoria venne ma con essa, purtroppo a breve distanza, sono venuti anche i licenziamenti a dimostrare quanto siano stati sleali nella loro propaganda e quanto fossero state false le loro affermazioni. Ci aspettavamo di vedere questi dirigenti a difendere il lavoro, a respingere le richieste del Padrone; ma come sempre hanno taciuto, hanno accettato i licenziamenti, sono stati « assenti », rispettosi della volontà dell'industriale, incuranti dei lavoratori, di quegli operai che dopo esser stati in-

gannati dalla loro propaganda sono stati abbandonati quando più avrebbero avuto bisogno dì esser aiutati.

Vorremmo portarli, questi dirigenti liberini, dai licenziati. Come giustificherebbero il loro comportamento?

E vorremmo anche chiedere a Don Ettore, che tanto è « familiare » all'Allocchio Bacchini, che tanto ha fatto per la vittoria dei liberini nella commissione interna, cosa pensa di questi licenziamenti. Non una parola ha pronunciata in difesa dei nuovi disoccupati!

Perché intervenire a far propaganda in favore di una organizzazione sindacale, se poi non si interviene in aiuto di chi rimane senza lavoro?

Sarebbe in quest'ultimo caso un'azione umana ed anche cristiana. Ci dica, Don Ettore, perché non è intervenuto?

Forse che i licenziati non hanno i requisiti che Lei, cercava in chi raccomandare all'Allocchio Bacchini? Ma Lei non è il « Pastore » di tutti i niguardesi? Non vi sono discri-

Questa posizione negativa della Direzione dell'Allocchio Bacchini smaschera in un modo evidente il falso paternalismo ». minazioni di fronte a DIO! ! !

Si dice che la fabbrica non ha lavoro, ma non se ne cercano le vere ragioni, o almeno si finge di ignorarle.

I programmi televisivi sono indubbiamente troppo miseri e faziosi per invogliare la gente ad acquistare i televisori; te tasse sono esorbitanti, i prezzi di vendita degli apparecchi inacessibili ai miseri salari e stipendi di chi lavora.

intervenga allora il governo, spezzi il monopolio della televisione, faccia, in questo campo, come dovrebbe fare in tutti i settori della produzione: una politica più popolare, una politica che non curi i soli interessa del padronato.

Dopo di che, certamente, si reatzzeranno le premesse di lavoro per tutti.

Noi, con le nostre poche forze, continuiamo su questa strada d2 chiarificazione, chiamiamo all'unità, tutta Niguarda perché nell'unità è la certezza della dita, di una vita serena nel lavoro sicuro.

« L'Arciere »

Un gruppo di operaie dell'Allocchio Bacchini, licenziare, davanti alle fabbrica.
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Una bella serata al Circolo "Primavera„

Un grave sopruso del governo contro la Resistenza

Lo sfratto al Convitto RINASCITA LILTIA "MISS NIGUARDA 1955„

Ondata di sdegno popolare per l'illegale atto

Da qualche giorno un movimento strano si nota lungo la via Zecca Vecchia e nelle sue immediate adiacenze. Uomini, donne, ragazzi scompaiono dietro un portone contrassegnato con il n. 1: la Sede del Convitto Scuola « Rinascita ». Un tempo ,in quel palazzo che sorge nel centro della città, aveva sede il tristemente famoso gruppo Mussolini. Con la Liberazione fu invece destinato ad ospitare i partigiani, mutilati ed orfani di guerra che non avevano mezzi per studiare e crearsi una posizione, un avvenire migliore.

Gli anni sono passati. Dieci da quando la guerra è terminata ed i Convitti Scuola della « Rinascita » sono sorti un po' dovunque: a Torino, a Novara, a Genova e in altre città. Il Governo in un primo tempo accolse favorevolmente questa iniziativa dell'ANPI e diede il suo pieno apporto morale e materiale.

Poi i tempi cambiarono e lo spirito della Liberazione venne via via scemando nei nostri governanti. Ora il sacrificio di questi ragazzi, o dei padri di questi ragazzi non è più riconosciuto: una sentenza

iniqua ha stabilito che il Convitto « Rinascita » debba sloggiare da via Zecca Vecchia, poichè lo stabile di proprietà dello Stato deve servire ad altri scopi. Ho visitato i giorni scorsi io pure il Convitto e non per la prima volta. sono tornata fra le mura che mi ospitarono un tempo per terminare gli studi; ho rivisto con piacere le aule, il vasto refettorio, le sale di lettura, ho visto i volti degli alunni, non più quelli d'allora, dei convittori, seri e preoccupati.. Nei loro sguardi si leggeva un'unica domanda: «che cosa faranno di noi? ». Questi ragazzi erano ormai abituati a considerare il vecchio stabile di via Zecca Vecchia la loro casa e tremano ora al pensiero di doverla perdere. C'è un'atmosfera un po' tesa, chi va, chi viene, commenti si incrociano ma nessuno sa che cosa avverrà.

Comunque la reazione pronta dell'opinione pubblica è riuscita a procastinare la data dello sfratto che doveva avvenire il 29 u. s.

Uomini d'arte, della scienza, delle lettere, parlamentari e partigia-

IL VERO VOLTO DI S. GIUSTO nostra corrispondenza da Trieste

La sirena del « Toscana » lancia tre brevi fischi, lo sventolio dei fazzoletti a bordo si fa via via più intenso mentre dalla prua del piroscafo settecento fra uomini, donne e bambini gridano ognuno un saluto, un nome diverso.

Sulla banchina migliaia di triestini salutano chi se ne va, gli occhi resi lucenti] dalle lagrime esprimono il dolore di chi resta.

Addio TrieStd, sembrano dire di lassù quelli che partono, e la nave s'allontana col suo carico di emigranti verso una terra straniera, verso l'Australia.

Non è la prima nave che porta oltremare uomini triestini, uomini baldi, lavoratori specializzati che lasciano la loro città per cercare altrove una sistemazione che quaggiù non tutti avevano.

Avete assistito qualche volta alla partenza d'una nave d'emigranti?

E' uno spettacolo triste che commuove anche gli scettici e qui a Trieste ormai si ripete sempre più sovente.

Alla nostra Ribalta:

E' una città stupenda Trieste, si estende sulla costa e s'arrampica poi verso i colli che la circondano ove sorgono in gran parte i quartieri popolari., San Giusto, con la sua Cattedrale ed il suo Castello, il « Cacciatore » con la meravigliosa villa Revoltella ed il suo stupendo parco, Miramare, i suoi giardini incantevoli, i suoi terrazzi sul mare, Opicina' che dall'alto etarnirra- ha città.

Sono luoghi che nessun triestino riuscirà mai a dimenticare, così come un soffio di vento gli ricorderà la bora.

E non scorderanno quelli che se ne vanno. Addio Trieste, l'Italia ti ha voluto nuovamente, ma così mutilata del tuo retroterra hai perso la tua vita; il tuo porto semiparalizzato, le tue poche industrie ed il commercio non bastano ad assicurare il pane a tutti i tuoi figli.

Non ti dimenticheranno, di lontano penseranno con nostalgia alle passeggiate serali in Acquedotto,

ni, professionisti e operai si sono ora schierati a fianco dei « ragazzi », gli uni e gli altri hanno inviato ordini del giorno, proteste, hanno espresso ad alta voce la loro opinione, hanno detto chiaramente che non intendono assistere a questo sopruso.

L'Italia deve molto ai « ragazzi », molti di essi portano ancora impressi nelle carni i segni della guerra partigiana, altri hanno nel cuore il ricordo di chi per la Patria ha data la vita, nessuno lo deve dimenticare.

Lo spirito della Resistenza è sempre vivo in noi e non intendiamo che venga calpestato da qualcuno che forse vorrebbe scordare i gloriosi giorni della Liberazione. Non torneremo indietro. Avanti a noi abbiamo i nostri Caduti, i nostri Eroi che ci incitano a continuare sulla via da loro intrapresa verso la Pace, verso la vera Giustizia e la vera Libertà.

I « Ragazzi » non lasceranno la loro casa. Noi, donne, uomini italiani non lo permetteremo e la giustizia, siamo certi, sarà dalla nostra parte. N. B.

accompagnate dalla musica dolce delle cicale che abitano secolari alberi, alle gite festive in Val Rosandra, ad Opicina, a Muggia, a Grado, non dimenticheranno il tuo cielo ed il tuo mare.

La nave è ormai un punto all'orizzonte, ma a poppa settecento persone hanno il volto ancor teso alla città lontana ed i loro occhi velati di pianto rispecchiano ancor San Giusto e la Piazza dell'Unità superba e maestosa.

Sul molo la gente dirada lentamente, cento mamme tornano alle loro case più curve, più stanche. Cento ragazze guardano ancor laggiù dove e scomparsa la nave e vedono soltanto il volto del loro amore, migliaia di uomini, di donne, di ragazzi peitg" d'oh Yiinpianto alle ore liete tra: corse con chi ormai se ne va vell3o un nuovo destino.

Trieste non ha posto per tutti i suoi figli, non ha posto per chi ha dovuto già una volta lasciare in Istria la casa abbandonata, e l'ignoto li accoglie eà.

E' sera ormai -! il campanone di San Giusto suoni l'Ave Maria, s'accendono le prime luci quando i battelli da pesca, i Nraporetti, i quattro dragamine ancorati in porto, l'incrociatore che n iviga al largo, alzano verso il cielo il fischio della loro sirena :l'ultkno saluto alla nave che ha orma; varcato il limite del territorio triastino.

TERNA ANGELICA è la neoeletta Miss Niguarda 1955. Ha sedici anni - abita in via M. Maffì, 20 - lavora come operaia nella Ditta « Salgas ».

Qui è ritratta accanto al presentatore della serata signor TADDEI.

SABATO - 6 AGOSTO

Nell'accogliente giardino danze del Circolo PRIMAVERA, per l'occasione vestito a festa da striscioni e bandierine multicolori, acclamata da un pubblico numeroso ed entusiasta è stata eletta Miss Niguarda 1955.

La manifestazione patrocinata dal settimanale a colori « Vie Nuove » ed iniziata in sordina causa il complesso orchestrale... mutilato,

ha continuato in crescendo raggiungendo il suo acme nelle selezioni delle candidate. Queste presentatesi a gruppi davanti ad una giuria compunta e responsabile nel suo non facile compito di selezionatrice, coadiuvata dalla simpatica ed arguta presentazione del sig. Taddei sono state « vagliate » sotto la vigile attenzione delle centinaia di occhi presenti. La festa di « Vie Nuove » è oramai diventata tradizionale nel nostro rione. La ricerca di volti nuovi per il cinema italiano indetta con successi notevoli particolarmente nei rioni popolari della nostra penisola rappresenta una svolta dai luoghi comuni e dalle falsità del cinema holliwoodiano.

La sig.ra Dal Passo, i sigg. Araila - giornalista -, Campi - professionista -, Fucini - pittore - e Taddei che componevano la giuria, hanno visto sfilare davanti a loro non « bellezze » dai sorrisi stereotipati o corpi flessuosi e provocanti, ma giovani ragazze del popolo, operaie, impiegate, sartine semplici nei loro abiti spontanee nelle loro movenze, alcune intimidite dagli sguardi eccessivamente audaci dei giovani presenti.

Le prime tre elette, con la espressione del loro volto e la genuinità dei loro sentimenti, sono state la conferma dei sani obiettivi di un settimanale e di un coraggioso gruppo di registi ed attori italiani che si battono per portare il nostro cinema ad una posizione elevata in campo internazionale.

I premi alle prime classificate, donati dai negozi: Pizzi, « Da Angela », « Bruna », Bianchi, Pagani, Gelateria Ferrari ed altri ancora hanno voluto significare che la festa di « Vie Nuove » gode della simpatia di tutti gli strati della cittadinanza niguardese. A.

Fallita la legge-truffa con il voto del 7 giugno 1953, si tenta ora, per altre vie, di evitare che le masse popolari possano esprimere democraticamente la propria volontà attraverso l'esercizio del voto libero ed uguale per tutti i cittadini.

del Popolo in via De Calboli 1, mette a disposizione il proprio ufficio e riceve nei giorni di martedì e venerdì dalle ore 21 alle ore 23 per fornire tutte le informazioni e dar corso al disbrigo delle pratiche per il riacquisto del diritto di voto.

Luigi Sironi in una classica danza

Certamente LUIGI SIRONI, il più giovane artista del nostro rione, non risulterà sconosciuto ai niguardesi che in più occasioni hanno avuto modo di ammirarne le capacità artistiche.

La sua carriera ebbe inizio nel 1951, quando Luigi contava appena 12 anni ed apparteneva al gruppo

rionale dell' Associazione Pionieri d'Italia. Questa associazione sviluppando ed avviando numerosi piccoli niguardesi ad una apprezzata attività artistica e culturale, riuscì, sotto la materna guida della signora Colombo e della maestra di ballo classico Lombardo, a presentarsi sui palcoscenici dei teatri cittadini riscuotendo entusiastici consensi. Fu appunto in una di queste rappresentazioni e precisamente al teatro Lirica nella « Danza del Tricolore », che le doti del nostro Luigi fecero spicco su tutti gli altri, tanto che la maestra Lombardo con il consenso dei genitori lo portò ad iniziare gli studi al Teatro della Scala onde forgiarne un vero artista: Sironi affrontò le difficoltà che l'arte del ballo classico in sè stessa racchiude con tanta passione ed entusiasmo si da ottenere risultati superiori ad ogni aspettativa. Conferma di ciò è la sua partecipazione alle rappresentazioni nell'« Aida », nella « Carmen » e nella nuova edizione musicale « Giulietta e Romeo » tenutesi all'Arena di Verona in occasione della estate lirica. Tra pochi giorni partirà per la Francia ove eseguirà alcuni balletti classici. Al suo ritorno parteciperà a Bergamo alla esecuzione di un nuovo caratteristico ballo.

Al giovane e promettente Luigi giungano tramite il nostro giornale l'espressione sincera dei niguardesi che lo attendono ansiosi a sempre maggiori successi.

In città tutto -orna come prima, la gente passeggia lungo il viale XX Settembre e sulla passeggiata a mare, i negozi saipopolano di clienti, gli operai e g".1 impiegati tornano alle loro dimare, solo negli occhi di tutti è un'ombra di tristezza: è triste vedere chi se ne va... e partire è sem re un po' morire. N. B.

Le vacanze 1i Ferragosto non hanno attenuato io spirito di solidarietà dei nigt ardesi. La delegazione dell'A.V.IS. rionale per sopperire alla care í za di sangue che ogni anno sì ,i'nce nei perioJo ferragostiano, Ili fatto appello ai donatori del Akuppo sanguigno « 0 » i quali pw non facendo parte all'Associazione Avevano donato il sangue lo score giugno.

Con entusiaJ,lo 16 niguardesi hanno risposte -4,l'appello.

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Nella nostra provincia parecchie déCine diâmigliaia di lavoratori sono stati cancellati dalle liste elettorali perché incappati in reati di lieve entità che nella stragrahde maggioranza dei casi sono imputabili alle condizioni di miseria e di disagio in cui sono costretti a vivere larghi strati di masse popolari della città e più ancora della campagna. Ad aggravare ulteriormente la situazione sono state inviate dalle autorità, alle commissioni elettorali ed ai sindaci, disposizioni drastiche che interpretano in modo restrittivo ed arbitrario la legge elettorale e chiedono la cancellazione dalle liste elettorali anche per quanti era decorso favorevolmente il periodo della condizionale.

Tale preclusione in massa. dell'esercizio del diritto fordarnentale dei cittadini di scegliere con il voto i propri rappresentanti in, Parlamento, denota un orienta cento decisamente antidemocratico.

A questa azione che pone iratstato di minorazione giuridica, morale e sociale oltre due milioni di italiani (circa centomila dei quali sono nella nostra provincia) e tende a sottrarre alle forze democratiche una rilevante aliquota di voti, devono opporsi in primo luogo i componenti le commissioni elettorali, impugnando quelle disposizioni che contrastano con la legge elettorale del 7-10-194.7, n. 1058. Contemporaneamente è necessario far sorgere, su iniziativa delle organizzazioni democratiche, in ogni 'lane della città e comuni della provincia, i Comitati per la difesa del diritto al voto.

Il Comitato provinciale di Solidarietà Democratica ha da tempo istituito presso la Camera del Lavoro un apposito ufficio presso il quale possono rivolgersi tutti coloro che sono stati radiati dalle liste elettorali.

Per facilitare i cittadini di Niguarda il locale Comitato di Solidarietà che ha sede presso la Casa

Un buon libro "IL VATICANO TRA DUE GUERRE„

Il libro ci dà una visione completa della politica vaticana in tutti i suoi aspetti, dalla prima guerra mondiale ai giorni nostri. Pochi studiosi hanno dato un quadro complessivo della attività diplomatica, mediante la quale il Vaticano interviene in modo diretto nella politica internazionale, e fra questi studiosi lo Sceinman si distingue per l'accuratezza con la quale l'argomento viene trattato e per la ricchezza della documentazione.

Dal libro dello Sceinman appare chiaramente come l'elemento fondamentale della politica vaticana nel mondo contemporaneo sia l'ostilità contro il socialismo, ostilità che il vaticano tenta di giustificare coi motivo della difesa della religione, ma in realtà dovuta agli strettissimi legami del clero con gli ambienti più reazionari del mondo capitalistico, nasce di qui l'alleanza del Vaticano col fascismo e col nazismo, alleanza rimasta salda ed operante anche nell'infuriare della politica aggressiva di Hitler e Mussolini.

Quando nel 1943 la sconfitta del nazismo e del fascismo apparve a tutti inevitabile e definitiva, la linea politica che il Vaticano allora adottò fu quella di stringere sempre più i suoi rapporti con il Governo degli Stati Uniti, per una continuazione certa della lotta antisovietica

Per la sua ricca documentazione su avvenimenti così recenti il libro dello Sceinman è certamente di grande utilità, per chi voglia studiare la situazione politica odierna.

L'ECO DI NIGUARDA 3
IL VATICANO TRA DUE GUERRE Autore M. M. SCEINMAN Edizione Cultura Sociale Pag. 329 - Lire 500
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ALPINISMO

Come nacque e si sviluppò una Associazione Sportiva

Del « GRUPPO ALPINISTICO BATTISTA TODESCHINI » ci siamo sinora limitati alla presentazione dei succinti programmi di gite. Da tempo pensavamo che fosse doveroso porre in giusta luce questa organizzazione, e ci siamo perciò recati nella sede del Gruppo, una stanzetta al primo piano della Casa del Popolo completamente arredata da arnesi di montagna.

Cavar parole di bocca ai consiglieri non è facile impresa, questi giovani e anziani, amanti della montagna sono modesti e parchi come dei veri montanari, ma l'accoglienza che ci hanno riservata è più che familiare e subito ci sentiamo a nostro agio.

Chiediamo loro di parlarci della Società, dalla sua nascita al momento attuale, dei problemi della Società e del programma che hanno per l'avvenire. I loro occhi brillano e la conver-

sazione si fa spigliata. Così uno alla volta, tutti ci dicono qualcosa.

La « TODESCHINI » è sorta per iniziativa di pochi giovani nel 1947, ebbe la sua prima sede presso il Circolo Primavera. L'inizio fu duro. Le gite in montagna, nel vero senso sportive, richiedevano un equipaggiamento che non tutti avevano, ed era particolarmente costoso.

I mezzi di trasporto lasciavano molto a desiderare, e più d'una volta le gite vennero effettuate con comuni camion la cui comodità è facilmente intuibile.

Alla presidenza del Gruppo v'era allora Dorino Camagni, al quale va senz'altro il merito di aver saputo portare avanti la Società nei momenti più difficili. Ora egli non fa più parte del Consiglio Direttivo perchè impegni di lavoro gli impediscono ogni attività.

Il Vessillo del « Gruppo » fu

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inaugurato nel 1948 in Grignetta, e precisamente presso il Rifugio Rosalba.

Ogni anno il Gruppo tiene l'Assemblea Ordinaria dei Soci alla quale tutti possono partecipare, e durante la quale vengono discussi programmi e criteri per una organizzazione sempre più efficiente. Democraticamente vengono poi eletti i membri del Comitato Direttivo.

La Società è sotto l'egida dell'USIP (Unione Italiana Sport Popolare) e conta ben 130 aderenti regolarmente tesserati; l'attuale comitato è attualmente composto da nove elementi presieduti da Vaghi Andrea che, con Bruno Beretta sono un po' la forza motrice della società senza con ciò diminuire il valore di tutti gli altri.

L'attrezzamento sportivo è ottimo, 20 paia di sci, slitte, corde, picozze, ramponi, chiodi da roccia e da ghiaccio, ecc. In sostanza tutto ciò che serve per la montagna. Sinora sono state effettuate 63 gite in 37 diverse località, alcune delle quali all'estero, per un totale che supera i 18.000 chilometri.

A queste gite hanno preso parte oltre 2400 persone con una spesa di circa L. 2.500.000.

Le previsioni per il futuro non sono fra le più rosee, in considerazione del continuo aumento del costo della vita ed alla crescente disoccupazione, cose che indirettamente si fanno sentire anche sul « Gruppo Alpinistico Todeschini » in quanto molti giovani dovranno limitare le gite, se non cessarle completamente.

Comunque il Gruppo non si scoraggia, ed a fianco dell'UISP lotta affinché alla gioventù non manchi la possibilità di praticare questo sano sport.

Lasciamo la Sede Alpinistica formulando i nostri migliori auguri a questi ragazzi che dirigono una Società veramente in gamba e che senz'altro saprà conquistarsi sempre di più le simpatie di tutti i niguardesi amanti della montagna e del turismo.

4 Bergamaschi.

L'inaugurazione del gagliardetto al Rifugio Rosalba in Grignetta.

ESC A

Una notte fra ami e lenze

E' notte alta ed il silenzio che regna è interrotto soltanto dallo scalpiccio dei radi passanti ritardatari che tornano lestamente alle loro case.

S'apre il portoncino della casa per lasciar passare l'uomo ed il suo mezzo. Veste in un modo strano, porta un vecchio paio di pantaloni di fustagno che hanno ormai un indefinibile colore, una casacca corrosa dal tempo e degli alti stivali di gomma.

Sulla sua motocicletta sta legato un lungo astuccio ed un canestro di vimini. In breve se ne va anche la pace della notte, interrotta dal rombo del motore che sfreccia sulle vie deserte verso la campagna, verso il lago lontano.

L'uomo imbocca una stradicciola campestre illuminata dalla luna, le siepi che la fiancheggiano disegnano strane ombre su di essa. Ma l'uomo non le vede, il suo pensiero è lontano: al lago che lo attende, ai pesci che abboccheranno al suo amo.

Ecco è giunto. La moto si ferma, l'uomo che la pilotava l'abbandona accanto ad un cespuglio, egli s'inoltra invece per un breve sentiero che lo porta nelle immediate adiacenze del lago, fra gli sterpi che le onde hanno lambito sino ad un masso scuro, il luogo ideale per trascorrere le lunghe ore di pace.

La canna è sistemata, il cesto di vimini aperto è pronto per i suoi ospiti. L'uomo siede e getta la lenza in acqua poi si dispone ad attendere con pazienza stringendo fra i denti la pipa spenta.

Le stelle e la luna scherzano nel cielo, si nascondono dietro le nubi e tosto riappaiono mentre un gallo lontano lancia il suo buondì alla natura che si ridesta. Un guizzo fra le acque chete del lago, proprio dove è la lenza, un pesce ha abboccato, l'uomo lentamente la ritira per staccare il pesce dall'amo

Il Dott Jori risponde agli sportivi Niguardesi

COMUNE DI MILANO Ripartizione demanio patrimonio.

Prot. n. 3745 D.P. 1955

CICLISMO

Sul traguardo di Cittiglio chiara vittoria di Canale

La quarta e meritata affermazione della stagione di « Pepe » Canale, è stata nella terza edizione Coppa « Eugenio Vedani » e 1° Gran Premio Carlo Degiovanangelo svoltasi il a Cittiglio. Questa nuova e chiara vittoria dell'atleta calabro-niguardese è la conferma delle sue doti che gli permetteranno certamente di farsi onore a Cosenza ove sarà in palio l'ambita maglia tricolore. Ed ora la cronaca sintetica della gara. Partono in 70 e fra questi sono presenti i migliori pedalatori piemontesi e lombardi. Sin dalle prime battute la corsa si preannuncia veloce. Evadono dal gruppo 15 corridori e tra di essi Canale il quale spingendo furiosamente pro-

voca il frazionamento del gruppetto dei fuggitivi sì che sul Marchirolo tre corridori passano staccati. Nella discesa susseguente altri tre si ricongiungono coi primi e così si presenteranno all'ultimo chilometro ove Canale con un volatone entusiasmante dominava i compagni di fuga.

Ecco l'ordine d'arrivo:

1.â Canale Giuseppe (A. C. Niguardese)

2° Brioschi (ENAL Zegler)

3° Milesi (Verbania)

4° Scappini (Crennese)

63

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e riporlo nel cesto lì accanto. E' il primo, ma in breve altri giungeranno a tenergli compagnia.

Le ore trascorrono lentamente, il cielo da blu s'è fatto turchino e via via diviene sempre più chiaro sino a raggiungere un magnifico azzurro, dorato dal sole cne risplende alto.

Intorno e sempre pace, solo qualche uccellino trilla fra le fronde degli alberi e l'acqua del lago mormora, nel suo incomprensibile linguaggio, qualche misteriosa parola.

Milano, 8 agosto 1955 Spett. Com. Sport. Niguardese

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Le lancette dell'orologio hanno compiuto tutto un giro da quando egli ha lasciato la sua casa e s'avvicina ormai l'ora del ritorno.

Nel canestro immoti, con l'occhio aperto leggermente velato stanno trote, arborelli, « gobbi », lucci e tanti piccoli altri pesci che attratti dall'amo stanno pagando la loro curiosità.

L'uomo si alza, si scuote dal torpore che l'ha preso durante le lunghe ore di semi-immobilità, stende i suoi nervi e si china a raccogliere i suoi attrezzi: le canne riprendono posto nell'astuccio, il cesto sulla spalla e se ne va. La fida motoretta l'attende accanto al cespuglio dove l'ha lasciata, fedele compagna delle sue giornate di riposo trascorse sui laghi o sulle rive dei fru= scianti fiumi.

Essa vola sulla strada maestra accanto ai mille veicoli che a sera tornano alla città, e l'uomo che ha lasciato a notte fonda la sua casa perchè aveva un appuntamento con i pesci ritorna un po' stanco, impolverato ma lieto del suo... abbondante bottino. E mentre sempre più s'avvicina alla mèta fischietta in sordina e pensa: « Domenic-t quando andrò a pescare... ». « La Cicala »

Mi riferisco alla Vostra lettera del 2 agostò u.s. La istituzione di un campo sportivo nella zona di Niguarda, prevista dal vigente Piano Regolatore è stata inclusa nel programma, in corso di formulazione da parte dell'Amministrazione Comunale, per l'anno 1956. E' già stata scelta la località e sono in corso le pratiche per rendere effettivamente disponibile il terreno. Qualche difficoltà deriva dalla necessità di spostare un anello tranviario. Posso comunque assicurare che anche Niguarda potrà presto disporre di un adeguato impianto sportivo.

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L'uomo è sempre fermo, accanto a lui ora, oltre al canestro vi sono gli avanzi di una frugale colazione consumata sull'erba a mezzogiornozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA -

Con molta stima.

L'ASSESSORE f.to: Jori

La lettera dell'Assessore Jori ci riempie di speranza in quanto il nostro giorira le fu alla testa degli sportivi niguardesi perché a Niguarda fosse restituito il campo sportivo.

Attendiamo ora di vedere trasformarsi in realtà le parole del dott. Jori e la data annunciata dell'assessore al Demanio Patrimonio rappresenta per noi un punto d'arrivo, non di partenza.

Saremo quindi vicini agli sportivi, ed alla loro testa continueremo a batterci per una soluzione rapida di questo problema.

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L'Eco di Niguarda2 by fondazioneisec - Issuu