Il Diciassette2

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INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ZONA 17, MARIO VALENTINI

Consiglio di zona 1978: tanti progetti qualche delusione e la voglia di andare avanti

Quando inizia un anno nuovo, viene spontaneo guardarsi indietro; non per fare bilanci affrettati, ma per fermarsi un attimo a riflettere, prima di continuare. È quanto abbiamo cercato di fare assieme a Mario Valentini, Presidente del Consiglio di Zona 17 che, nell'intervista che segue, ha espresso le sue valutazioni per l'anno appena trascorso e le prospettive di lavoro del Consiglio per II 1978.

Facciamo il punto dell'anno passato. Quali sono stati gli impegni maggiori per il Consiglio di Zona? E quali i risultati più validi? II 1977 è stato essenzialmente l'anno dei ricorsi al Piano Regolatore cittadino. Per quanto riguarda la nostra zona, abbiamo affrontato alcune grosse questioni, che ci hanno impegnato notevolmente. Abbiamo discusso ad esempio il problema dell'installazione in zona dei nuovi Magazzini Frigoriferi, ancora irrisolto. Si tratta soprattutto dl avere la garanzia che — contemporaneamente ai Magazzini — verranno costruiti anche gli impianti sportivi del Palazzo del Ghiaccio. Con l'assemblea dell'i 1 gennaio si dovrebbe arrivare ad una soluzione.

Altra questione rilevante, riguarda l'utilizzo dell'area della Ferrotubi, per la quale si è giunti ad un compromesso: il 50% dell'area dovrà essere destinato a verde pubblico e l'altro 50% riservato al settore terziario. Non è una soluzione molto felice: sarebbe stato preferibile riservare quest'area ai mantenimento dell'attività produttiva. In zona abbiamo tuttavia altre grosse aree destinate a questo scopo (in Via Gonin e Via Bisceglie), ma la domanda è piuttosto scarsa.

Nella discussione del Plano Regolatore rientra anche la ristrutturazione del Villaggio del Fiori e del Moncalvo: si tratta di due casi che vanno risolti rapidamente. Qualche mese fa, in un'Assemblea Pubblica, l'Assessore Cuomo ha invitato a formare una delegazione di abitanti e rappresentanti del Consiglio di Zona per un incontro risolutivo con l'Amministrazione e lo IACP, incontro che però si è procastinato nel tempo e, a tutt'oggi, non si è ancora fatto.

Qual'è stato, secondo te, Il risultato più soddisfacente raggiunto dal Consiglio di Zona nel 1977?

Il risultato più grosso — anche se ci delude per quanto riguarda i tempi di realizzazione — penso sia la costruenda scuola materna di Via Legioni Romane. La costruzione di questa scuola è molto importante, perchè risolverà sia i problemi della scuola materna di Via Zurigo, sia la questione del centro civico della palazzina in cui ha sede il Consiglio di Zona, in Via Legioni Romane.

Come verrà utilizzata questa

palazzina?

Dando la priorità a tutti i servizi pubblici comunali. L'Assessore Polotti ha fatto un sopralluogo ed è stato sollecitato a preparare uno studio di riadattamento. La palazzina, appena liberata dalla scuola materna e dalla ripartizione strade, andrà infatti ristrutturata in funzione dei vari servizi che vi prenderanno sede, fra cui ci saranno la vigilanza urbana, lo SMAL, l'equipe psico-pedagogica, ecc.

E il consultorio familiare, si farà? E dove?

Siamo da tempo alla continua ricerca di locali disponibili. Attualmente è inserito nei progetto di un centro scolastico comprendente asilo nido, scuola materna e consultorio In piazza Tirana. Ma, per quanto riguarda i tempi, non saranno certo brevi...

In questo numero del giornale affrontiamo il problema Cascina Corba. Qual'è il punto di vista del Consiglio di Zona a proposito di ciò?

in questo numero

Ecologia in classe: insegnano i bambini pag.

La questione, come sai, è ancora irrisolta. Penso comunque di mettere questo problema all'ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli, entro gennaio. Al proposito ci sono molte considerazioni da fare, e non penso che possa esserci una soluzione a breve scadenza. Annesso alla Cascina Corba dovrebbe inoltre sorgere un centro civico, frutto di una convenzione con la Cariplo, che costruirà il suo centro contabile proprio nella nostra zona, ai confini con il Comune di Corsioo. Si è perso però del tempo prezioso per la questione di due piante da abbattere e per divergenze con i tecnici comunali che ci proponevano — per la costruzione di questo centro civico — di utilizzare l'area di Via Donati. Noi abbiamo insistito per l'area adiacente la Cascina Corba, anche in previsione dell'utilizzo pubblico della stessa e della realizzazione dell'altro centro civico di Via Legioni Romane, di cui ti ho appena parlato. Si verrebbe in

tal modo a creare un centro di servizi polivalente, in un quartiere abbastanza favorito dai mezzi pubblici.

Il centro verrebbe inoltre a collocarsi a ridosso del Villaggio dei Fiori che, dal punto di vista sociale, va tenuto in considerazione.

La Giunta milanese di sinistra — ormai a metà del suo mandato — quali riflessi pensi abbia avuto nella nostra zona?

Il problema è molto ampio: il discorso sulla "Giunta rossa" va infatti inserito in una situazione generale molto critica dal punto di vista economico, occupazionale e per una serie di ritardi e inadempienze del passato. Ricevendo un'eredità cosi pesante, la Giunta si è indubbiamente trovata difronte a grosse difficoltà. Per citare il caso macroscopico più recente — l'aumento delle tariffe ATM — la Giunta si è trovata a dover prendere misure forse impopolari, ma improcastinabili vista la situazione oggettiva di difficoltà economiche

dell'Azienda.

Non mi sento invece di esprimere un giudizio del tutto soddisfacente per quanto riguarda la serie di rinvii delle elezioni dirette dei consigli di zona. Nell'ottobre '75 Milano era già pronta per le elezioni, quando sono state bloccate dal Consiglio di Stato. Dopo di che — nell'aprile '76 — veniva approntato il nuovo regolamento, entrato in funzione il 9 settembre del 1977. La data per le elezioni veniva quindi fissata per il 9-10 aprile di quest'anno, ma ora si parla già di un ulteriore rinvio di queste elezioni, che andranno probabilmente a coincidere con quelle amministrative del 1980. Del resto, vista la situazione economica, ormai tanto vale eliminare la spesa elettorale e far coincidere le due elezioni...

Torniamo all'attività del Consiglio di Zona. Per quanto riguarda il '78, puoi farci un breve quadro degli impegni che attendono il la(segue a pag. 2)

I RISULTATI DELLE ELEZIONI DEL DISTRETTO SCOLASTICO NELLA ZONA 17

Una scuola che funziona o una scuola rinnovata?

Con l'elezione dei distretti, si sono create le basi per una scuoia democratica. Affermazione delle liste cattoliche tra genitori e insegnanti. Battaglia sul filo — per gli studenti — tra "Comunità educante" e la lista unitaria di sinistra.

Come in tutto il paese, anche nella zona 17 cui corrisponde il distretto 40 — si sono tenute le elezioni scolastiche con le quali si sono rinnovati i consigli di circolo e istituto e sono stati eletti per la prima volta i consigli scolastici provinciali e distrettuali.

I risultati elettorali

Fabbriche in zona: c'è chi lotta, ha lottato e lotterà pag. 5

Gli impianti sportivi comunali sono dei cittadini: utilizziamoli pag. 6

Concorso fotografico pag. 7

Hanno votato i genitori, il personale insegnante e non, quello direttivo, gli studenti delle scuole superiori.

La componente più rilevante dal punto di vista numerico è stata quella dei genitori: ben 27.697 iscritti a votare. In realtà hanno votato 12.568 genitori, pari al 45,3% e tra essi ci sono state 536 schede bianche e 1.298 schede nulle. Ciò sta a dimostrare l'indecisione e la confusione del corpo elettorale, tale da far scendere a 10.734 i voti validi, pari al 38,7% degli iscritti. Come hanno votato i 10.734 genitori?

Le liste erano 4: "Comunità

educante e partecipazione democratica" (lista ispirata dalla AGE e dalla Curia milanese) ha ottenuto 6.265 voti (58,3%) e 5 seggi; "Per una scuola rinnovata e pluralista" (lista unitaria e di sinistra) ha avuto 3.093 voti (28,8%) e 2 seggi. Le altre due liste non hanno ottenuto seggi: "Indipendenti nel giudizio e concreti nell'azione" (si dice d'ispirazione montanelliana) ha preso 938 voti (8,7%) e "Iniziativa laica" 438 voti (4%).

Gli insegnanti hanno votato cosi

Tra i docenti la competizione elettorale si è articolata su due piani: docenti statali e non statali (scuole private e comunali).

Per gli statali l'affluenza alle urne è stata dell'87,4%, quindi su un buon livello considerando anche il limitato numero di schede bianche e nulle (rispettivamente 22 e 21). I voti per CGIL - CISL - UIL sono stati 239

(38,1%), per "Comunità educante" 388 (61,8%); strana l'assenza dei sindacati autonomi.

I docenti non statali hanno votato all'85,8% con 126 voti (55,2%) alla lista democratica "Poteri reali al distretto e agli enti locali per la riforma", mentre "Comunità educante" ha avuto 102 voti (44,7%), sempre in assenza dei sindacati autonomi.

Per i non docenti le cose sono andate sul filo: 66 voti a 60 rispettivamente per CGIL - CISLUIL e per gli autonomi, ottenendo ciascuno un seggio.

II voto degli studenti Tra gli studenti delle superiori hanno votato il 72,1%: battaglia sul filo vinta da "Comunità educante" per pochi voti 484 a 428 sulla lista dl sinistra unitaria "Movimento unitario degli studenti per la riforma e il lavoro".

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dalla prima CONSIGLIO DI ZONA 1978

voro delle varie commissioni?

Una volta esaminati e risolti tutti i ricorsi relativi al Plano Regolatore — speriamo presto — occorrerà fare il punto degli impegni delle diverse commissioni per attuare una programmazione e definire precisi obiettivi.

Fra i problemi da risolvere a breve scadenza, c'è quello del servizio domiciliare agli anziani. Da oltre un anno abbiamo concordato i locali del centro sociale di Via Manzano, adeguati allo scopo. A causa del decreto Stammati, che ha bloccato tutte le assunzioni presso gli enti locali, non se n'è fatto ancora nulla, poichè il comune non ha potuto assumere le collaboratrici domestiche. Intendiamo comunque batterci per risolvere quanto prima il problema. È anche questo un modo per far sì che i cittadini acquistino sempre più fiducia e credibilità nella nostra amministrazione.

Nel settore urbanistico, si tratterà di realizzare i piani particolareggiati di zona previsti dal Piano Regolatore. Come indicazione di massima, per quanto riguarda i servizi, mi preme sottolineare il problema della scuola superiore, che già da anni è stata indicata nell'area prospicente il campo Colombo.

II Consiglio di Zona ritiene di primaria importanza la realizzazione di questo servizio, perchè ogni zona dovrebbe essere autosufficiente in questo senso. Per scuola superiore s'intende

dalla prima

UNA SCUOLA

CHE FUNZIONA O UNA SCUOLA RINNOVATA ?

Il distretto è fatto: adesso occorre confrontarsi per cambiare la scuola

Tentando un primo esame dei risultati, ci si può soffermare su alcuni aspetti. La partecipazione dei genitori, ad esempio, è stata contraddistinta da dati opposti: basse percentuali nelle scuole statali, alte percentuali in quelle private.

Una partecipazione buona del personale scolastico, ha fruttato un risultato atipico, nel quale probabilmente confluiscono le forze dei sindacati autonomi e quelle di "Comunità educante" (perlomeno tra i docenti); si conferma inoltre il blocco confederale.

Buona, nel complesso, anche la partecipazione degli studenti, con sensibili differenze fra scuole pubbliche e private. Si è affermata la lista "Comunità educante" trai genitori, gli studenti e il personale docente nel suo complesso: non è poco.

Si ha l'impressione che la lista cattolica sia andata all'appuntamento elettorale molto organizzata e da tempo, e che abbia ottenuto consensi non solo dagli ambienti legati al mondo tradizionale cattolico, ma anche tra i "laici moderati", tra i conservatori (e ciò spiega l'asfitticità o l'assenza di liste di destra o di centro), raccogliendo l'aspirazione ad una scuola ordinata e che funzioni meglio. Aspirazione sicuramente legittima, ma ci chiediamo e chiediamo agli eletti di ogni lista: "Può questa scuola funzionare realmente meglio senza un profondo cambiamento?"

Il dato ulteriore'è la corposa presenza di una componente progressista che non si identifi-

infatti la realizzazione di un complesso scolastico polivalente, polifunzionale con annessi servizi vari, quali biblioteche, centri culturali e ricreativi, mense e impianti sportivi. Per tentare un bilancio dell'attività fin qui svolta dal Consiglio di Zona, ritieni soddisfacente il modo con cui si è lavorato? O si poteva far meglio?

Penso che ognuno di noi abbia dato quanto poteva, se non di più, perchè le cose potessero avere i migliori risultati. In generale, grosse soddisfazioni non ce ne sono state, per cui non vorrei che anche tra i più impegnati si cominciasse ad avvertire una certa stanchezza... E l'atteggiamento dei cittadini nei confronti del vostro operato? Per andare avanti con una certa carica di entusiasmo, abbiamo bisogno sia di risultati concreti sia di appoggio e solidarietà da parte dei cittadini. Da questo punto di vista purtroppo, la cosa è preoccupante, perchè, fra la gente, sembra. esserci stanchezza e sfiducia. L'abbiamo constatato di recente nell'assemblea di dicembre sull'ordine pubblico, tema che riteniamo di estrema importanza in questo momento. Ci siamo anche preoccupati di andare incontro alle esigenze dei cittadini, spostandoci al centro della zona, in piazza Frattini, ma abbiamo avuto un'amara delusine: la partecipazione è stata scarsissima. Del resto, finchè il Con-

OTTICA FOTO VOLPATI

siglip di Zona rimane soltanto un orge° consultivo, privo dl poteri reali, è chiaro che la gente ci crede ben poco... Ci auguriamc che, con queste benedette elezioni, le cose possano cambiare: la gente vuole risultati tangibili.

Adesso qualcosa si sta muovendo: è già da un anno e mezzo che il Consiglio di Zona può deliberare su alcune questioni, ma si tratta ancora di cose di poco conto. Si sta inoltre analizzando la bozza di delibera che dovrebbe demandare ai consigli di zona la gestione delle refezioni scolastiche, dei centri civici e del patrimonio comunale. Ma II processo, in questo senso, è molto graduale.

Un'ultima domanda, che riguarda il nostro giornale.

Ritieni che possa essere un utile momento di confronto sulle varie questioni e un mezzo di collegamento fra i cittadini e il Consiglio di Zona?

Indubbiamente. L'ho apprezzato moltissimo, fin dal primo numero. Avevo anche pensato di scrivervi una lettere, ma non l'ho ancora fatto per mancanza di tempo. Mi auguro comunque che i rapporti fra Consiglio di Zona e il vostro giornale siano sempre più stretti e proficui...

Ce l'auguriamo anche noi. Grazie, e buon lavoro a tutto il Consiglio di Zona.

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ca meccanicamente nei partiti di sinistra, ma che costituisce una corrente di genitori che sottolinea marcatamente l'esigenza di cambiare la scuola. Interessante anche la presenza di una lista di studenti, che si propone ambiziosamente di essere "movimento" unitario e costruttivo: non possiamo che salutarla positivamente, e verificare in futuro la realizzazione di questo obiettivo, che può essere finalmente alternativa alla vana protesta, senza proposte e senza sbocchi.

Episodio increscioso alla scuola Caldarelli

Quanto è avvenuto in questa scuola in occasione delle elezioni, dimostra che c'è qualcuno che non conosce ancora le regole della democrazia (o non vuole conoscerle), arrogandosi autorità che non possiede.

Alla scuola media Caldarelli si è infatti scrutinato con i cancelli chiusi e si è impedito ai candidati di presenziare allo scrutinio stesso. Nemmeno il sollecito della commissione elettorale distrettuale è valso a incrinare l'infondato rifiuto di "un tale che sembra sia un docente di educazione fisica".

Sono stati pertanto presentati tre esposti per richiedere l'annullamento dello scrutinio. Ricordiamo infatti che il decreto ministeriale, nel dettare le norme elettorali, ha previsto l'applicazione della legge che regola il voto politico e amministrativo, in assenza di norme specifiche per la scuola. Tale legge stabilisce che gli elettori del seggio e i candidati siano ammessi allo scrutinio dei voti.

Il parere di due genitori eletti

Abbiamo intervistato due genitori eletti nel distretto, il signor Giambattista Prina della lista II (unitaria di sinistra) e il signor Angelo Donelli della lista I (Comunità educante). Abbiamo chiesto il loro parere sull'esito elettorale e le loro prospettive di lavoro.

"Nel distretto si dovrà lavorar sodo"

Il signor Prina, ci ha detto: "L'esito elettorale da un lato è stato deludente, dall'altro positivo, considerando anche il ritardo con cui abbiamo affrontato le elezioni e l'ampia mobilitazione di "Comunità educante" soprattutto nelle scuole private. Nel distretto sarà necessario un lavoro serio, assiduo e concreto; sarà altresì necessario il rapporto e il dialogo con le associazioni e le assemblee dei genitori per conoscere i problemi reali delle scuole, proiettarli in una dimensione distrettuale e programmare scegliendo le priorità d'intervento."

"L'affluenza superiore alle aspettative"

Il signor Donelli sostiene che "l'affluenza alle elezioni è stata superiore a quanto ci aspettassimo. L'esito ci è stato favorevole perchè la gente ha capito le nostre proposte.

Ora si tratterà di mettere a disposizione la mia competenza tecnico - psichiatrica e di lavorare assieme agli altri eletti della lista, portando avanti compatti le nostre posizioni, confrontandole con gli altri".

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pag. 2 - il Diciassette

VALIDA INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE ECOLOGIA DEL C.d.Z. 17 IN COLLABORAZIONE CON DUE SCUOLE ELEMENTARI

Ecologia in classe: insegnano i bambini

La parola ecologia è entrata a far parte del linguaggio abituale; da un pò di tempo la radio, la televisione e i giornali, anche a causa di gravi episodi come quello dell'Icmesa, parlano quasi quotidianamente di inquinamento; il fatto più importante è che i cittadini si sentono investiti da questo problema. Non a caso entrando in un negozio è facile imbattersi in persone che controllano sulle confezioni se il prodotto che acquistano contiene coloranti, conservanti, aromi o altro.

Non basta però solo questa "vigilanza personale", ci sono

forme di inquinamento che non è possibile trovare indicate sopra ad una etichetta; inquinamenti prodotti da industrie e privati cittadini che guastano l'aria l'acqua; anche la costruzione speculativa di edifici con cubature sproporzionate agli standars sono fonte di inquinamento non è sufficiente criticare le carenze esistenti senza fare nulla da parte nostra per colpire le fonti inquinanti.

«La commissione ecologia del Consiglio di Zona 17 — ci ha spiegato il coordinatore Nodari — è una delle poche in città a funzionare, ma purtroppo abbiamo difficoltà nel fare arrivare

Ecologia, storia e popolazione del quartiere: nel programma c'è posto

Una rapida visita alla scuola elementare di Via degli Anemoni, ci ha dato la possibilità di verificare con quale spirito sia stato affrontato il tema ecologico e come sia stato inserito nel programma didattico.

Le insegnanti Virzi Lidia Albanese (4° C), Patruno Giustina Gazzilli (4° D), Bramani Giuseppina Viganò (4° F) e Ricotti Romana Galbiati (4° G) già dall'anno scolastico 76 - 77 con un' i-

niziativa di classi aperte, iniziarono un programma di studi che comprendeva: A) La storia del quartiere (l'anno scorso); B) La topografia e l'eclogia del quartiere (quest'anno); C) La popolazione del quartiere (il prossimo anno). L'iniziativa della commissione ecologia del Consiglio di Zona ha trovato le classi già preparate non c'è da stupirsi se è stata accettata con entusiasmo. LA l so cc UPAZioNE

alla massa il problema».

La commissione è nuova e, proprio nell'intento di sensibilizzare i cittadini, ha pensato di interpellare le scuole elementari della zona per realizzare con esse un'iniziativa volta a trovare fonti di inquinamento nei quartieri.

«Purtroppo — continua Nodari — alla mostra che si svolgerà domenica 22 gennaio presso il Consiglio di Zona in Via Legioni Romane 54, parteciperanno solo alcune classi delle scuole di Via degli Anemoni e di Via dei Narcisi che hanno recepito l'invito della commissione-.

ll lavoro dei bambini

Il primo gruppo, formato da una quindicina di alunni, ha iniziato la ricerca sul quartiere contando gli alberi e annotando lo stato della natura per poi arrivare ad analizzare l'inquinamento prodotto dalle fabbriche della zona.

Marco Zappa, uno dei bambini di questo gruppo ci spiega il disegno che ha fatto: — I mostri di ieri (i dinosauri) potevano essere combattuti e vinti dagli uomini, i mostri di oggi (l'inquinamento delle ciminiere delle fabbriche) non possono essere uccisi. Poi ho fatto il disegno della terra con un elicottero che distrugge le foreste, le grandi code di automobili, il mare inquinato dalle petroliere e le case delle città che emanano fumo.-

Un'altro gruppo, formato da quattro bambine, ha disegnato ciò che vede dalla finestra di casa.

Ingrid Picasso: — Ho voluto far vedere che c'è ancora il verde ma che con la costruzione delle case sparisce, non c'è più ossigeno e i bambini giocano sul cemento.—

Monica Farina ha disegnato il suo cortile pieno di verde, però dice — molte case del quartiere non hanno il giardino e i bambini sono costretti a giocare nelle strade con molti pericoli.— Alberto Goretti e Andrea Mitrovich hanno realizzato il disegno della fine dell'inquinamento. — Questo paese — dicono — è stato costruito in modo ecologico: le fabbriche, munite di depuratori, sono state costruite sotto terra e i boschi sono stati ricostruiti. Noi abbiamo fatto questo disegno per far capire

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alla gente che l'inquinamento distrugge la natura e la vita dell'uomo.—

Fabio Laricchia: — Ho voluto rappresentare una stessa zona prima allo stato naturale e poi inquinata al 100°/0 con colline distrutte, grattacieli, fabbriche con "tricamini", uccelli che volano con la maschera anti - gas, aerei che inquinano, incendi e automobili che espellono ossido di carbonio. Secondo me, il nostro quartiere si trova in una situazione intermedia, l'inquinamento maggiore deriva dallo scarico delle macchine, la soluzione potrebbe essere quella di fare circolare delle macchine elettriche, ma purtroppo hanno certi difetti e non possono essere messe in circolazione.—

Martina Raffaglio: — Ho rappresentato una foresta con dei rifiuti buttati sotto gli alberi. Anche nel mio quartiere ho visto delle latte e altri rifiuti buttati agli angoli delle strade, secondo me la gente deve buttarli in una pattumiera. —

Leonardo Campanile ha svolto una ricerca sui coloranti: — Possono rovinare una persona, si trovano nei ghiaccioli, nelle aranciate e in molte altre cose; per vedere se ci sono basta leggere bene le etichette delle confezioni. —

Gli ultimi due bambini, Paolo Tosetti e Andrea Frigerio, hanno svolto un tema che ci leggono: "Le città hanno distrutto il mondo. Il mondo, visto da certi aspetti, sembra una pattumiera; centinaia di alberi abbattuti per costruire soltanto case. Le case costruite hanno inquinato di smog tutta l'intera città. I pochi

paesi rimasti stanno per essere investiti anche loro dall'inquinamento. I fiumi in città sono sporchi perchè tutti gli scarichi e le fogne vengono messi li. L'uomo distrugge la natura invece di amarla e rispettarla. I fiumi di montagna sono ancora puliti ed in certi l'acqua si può anche bere. Il fumo inquinando la città infetta i bambini e anche i grandi di molte malattie. Le persone che inquinano non sono molto intelligenti e civili perchè non sanno che inquinando l'aria, si inquinano anche loro. Nel mare l'inquinamento è molto grave; le pompe che pescano il petrolio lasciano sul mare macchie di benzina. in questo modo i pesci muoiono e la colpa è dei proprietari delle pompe che continuano a farle funzionare. Gli scarichi dei nostri gabinetti vanno a finire nei fiumi e nei mari.

Ormai non c'è più igiene nemmeno negli ospedali; si può dire che l'igiene e la pulizia c'è solo nelle sale mediche. Per noi il mondo deve essere più pulito."

Da queta rapida visita ci è risultato chiaro l'interesse dei bambini per temi che, troppo spesso, i grandi ritengono troppo impegnativi anche per loro e si rifiutano di affrontare.

Il nostro giornale, nel ringraziare le insegnanti e gli alunni della scuola di Via degli Anemoni, invita tutti gli abitanti della zona a visitare la mostra indetta dal C.d.Z. sul tema ecologico ed invita inoltre le altre scuole a scriverci per informarci su iniziative di questo tipo che dovessero intraprendere.

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INTERVISTA A POLOTTI, ASSESSORE COMUNALE AL DEMANIO

Signor Assessore, cosa sarà della Cascina Corba?

A distanza di tre mesi, torniamo a parlare della Cascina Corba. Il 30 settembre scadeva infatti la convenzione tra il Comune e la gestione del ristorante di lusso che vi ha sede. Il nostro giornale aveva fatto propria la proposta del Consiglio di Zona — votata all'unanimità — di non rinnovare la licenza per mettere la Cascina Corba a disposizione delle esigenze sociali del quartiere. Cosa è accaduto?

Abbiamo intervistato, a questo proposito, l'Assessore Comunale al Demanio, Polotti.

Signor Assessore, come lei sa, la nostra zona è particolarmente carente di spazi utilizzabili per servizi sociali: la Cascina Corba potrebbe essere recuperata al quartiere per questo scopo. Cosa se ne farà?

Non è vero che la vostra zona sia molto carente in questo senso. In realtà gli spazi ci sono, si tratta di rivedere tutto il patrimonio pubblico esistente a Milano, come nella zona 17, e razionaliz-

zarne l'utilizzo a fini sociali. Nella vostra zona, ad esempio, abbiamo in programma di riordinare la sede del Consiglio di Zona di Via Legioni Romane, recuperando nuovi spazi per la comunità. Tra l'altro, il C.d.Z. 17 ha a disposizione trecento milioni della Cassa di Risparmio per costruire un nuovo centro di servizi.

E la Cascina Corba?

Non è stato decb:::i ancora nulla; ma, come ho detto, mi preoccupo di recuperare il patrimonio pubblico inutilizzato, piuttosto che disturbare un'attività economica che funziona.

Per la Cascina Corba, infatti, c'è anche il problema dei lavoratori: sono 18 e la cessazione dell'attività creerebbe nuova disoccupazione...

Non mi sembra un motivo sufficientemente valido per rinnovare il contratto: abbiamo parlato con alcuni dei lavoratori della Cascina Corba, cuochi, camerieri. Sostengono che nel loro settore non è

difficile trovare alternative....

Lo dicono adesso; ma se si trovassero a spasso, verrebbero immediatamente in delegazione sotto Palazzo Marino a protestare. In un momento come questo, con la crisi al Biffi, all'Unidal e in altri grossi ristoranti, non sarebbe simpatico. Si tratti di centinaia di lavoratori o di 18 soltanto, il problema per me è lo stesso.

Allora rinnoverà il contratto?

Ripeto che la cosa è ancora in discussione. Ho intenzione di intervenire in un'Assemblea presso il Consiglio di zona 17 per valutare assieme la questione e le possibili soluzioni. Stiamo infatti preparando un piano per tutte le proprietà pubbliche (gestite attualmente da comune, ECA provincia, ecc.) da poter utilizzare per servizi sociali di quartiere.

Se si dovesse rinnovare il contratto al gestore, del ristorante, quali sarebbero le condizioni?

Radicalmente diverse dalla precedente convenzione. Infatti

per un'area coperta di oltre 300 mq., e di un giardino di 1.200, il gestore pagava la cifra irrisoria di un milione e seicentomila lire annue. Abbiamo valutato il nuovo affitto — in termini di valore commerciale — a diciotto milioni annui. Inoltre il contratto non verrebbe certo rinnovato per altri dieci anni, ma anno per anno.

Se invece non si rinnovasse, quali sarebbero i tempi di risoluzione?

In questo caso, tutto andrebbe in mano alla Magistratura, i tempi di risoluzione sarebbero ancora più lunghi e intanto il gestore continuerebbe a pagare un milione e seicentomila all'anno...

In termini più generali, qual'è la politica della Giunta nei confronti delle proprietà demaniali?

Abbiamo scoperto che il 33% dell'area milanese è di proprietà pubblica. In alcune zone — la quattro ad esempio — si arriva addirittura all'80%. Con la legge 382 inoltre, dovrebbero liberarsi

moltissimi spazi sottoutilizzati, attualmente gestiti da vari Enti, demanio, provincia, ospedali, ecc. Si tratta appunto di attuare una razionale pianificazione di questi spazi, eliminandone la gestione del passato, spesso clientelare e speculativa e recuperandoli all'uso pubblico. Pensi ad esempio che per la Galleria del Sagrato, il concessionario — contro i dieci milioni d'affitto al comune — ne incassava cento. Per risolvere questo caso, al fine di utilizzare diversamente l'area in questione, abbiamo avuto la collaborazione dei commercianti stessi che, su spinta del Comune, si sono uniti in cooperativa per una nuova gestione a Loreto.

È solo un caso, fra i moltissimi analoghi, ed è questa la direzione in cui il Comune si sta muovendo per amministrare in modo equo il patrimonio pubblico. Buon lavoro Assessore, e arrivederci all'Assemblea in Consiglio di Zona 17.

Chi più ha, più paghi chi meno ha, meno paghi

L'applicazione del canone sociale nelle case popolari, a seguito dell'accordo politico tra amministrazione comunale e consiglio di amministrazione dello IACPM (Istituto Autonomo Case Popolari Milanese), dopo una lunga vertenza degli assegnatari, ha costituito un importante conquista per il movimento riformatore.

Infatti per la prima volta in Italia si è concretamente data attuazione alla legge 865 del 1971, conquistata con le lotte degli anni 69-70 e nella determinazione degli affitti si è superato il vecchio criterio esclusivamente economico, per cui il canone era il risultato dei costi di costruzione e degli interessi sui mutui, delle spese di amministrazione (personale, manutenzione ecc.), e non teneva conto delle condizioni economiche delle famiglie, se non attraverso sconti - beneficienza per i pensionati.

II concetto invece che la casa popolare deve essere un servizio e come tale rispondere a criteri di giustizia sociale sta alla base del calcolo dei nuovi affitti che tengono conto del reddito della famiglia e delle condizioni dell'alloggio.

Gli affitti si differenziano infatti secondo si abiti in alloggi costruiti prima o dopo il 1955 per tenere conto delle diverse tipologie dei quartieri.

Le famiglie sono state collocate, in base al reddito in 6 fasce, e per ogni fascia è stato stabilito un diverso affitto che non supera il 10% del reddito, in modo da coprire complessivamente le uscite dello IACPM per ammortamento, gestione e manutenzione.

Contemporaneamente all'introduzione dei nuovi livelli degli affitti lo IACPM ha deciso di adeguare la

quota preventiva per le spese reversibili (riscaldamento, portierato, acqua, trasporto rifiuti ecc.) a L. 4200 mq. anno, ad esclusione degli assegnatari con redditi inferiori a L.

2.400.000, che hanno pagato nella prima fascia il 20% e nella seconda il 55% delle spese. L'applicazione del canone sociale ha tutelato pertanto i redditi più bassi, secondo il principio "chi più ha più paghi, chi meno ha meno paghi".

Questa conquista rischia però oggi di essere annullata. Il Parlamento ha infati approvato una legge, la 513, che di fronte all'inadempienza di tutti gli IACP e ai forti deficit dei bilanci, ha fissato i nuovi livelli minimi degli affitti: 5000 mensili ogni 14 mq. dell'alloggio, raddoppio dell'affitto per le famiglie con redditi superiori a 7.200.000, diminuzioni inadeguate per i pensionati e le condizioni dell'alloggio, pagamento delle spese al 100%,

A Milano, dove gli affitti sono già stati rivisti tenendo conto della 865, l'applicazione dei canoni minimi produrrebbe forti aumenti per le famiglie a basso reddito, mentre godrebbero di riduzioni le famiglie con redditi più elevati. L'applicazione della 513 a Milano costituisce perciò un passo indietro perchè si ritornerebbe ad un calcolo economico degli affitti, abbandonando quei criteri sociali che sono oggi presenti nel

canone sociale e che devono invece essere ampliati. Esistono le possibilità giuridiche per mantenere il canone sociale, in attesa che la Regione definisca i canoni delle case popolari per tutta la Lombardia, occorre però che il Consiglio di amministrazione dello IACPM assuma questa decisione politica, isolando quelle forze che spingono per l'applicazione della 513 per costringere gli assegnatari e il movimento riformatore a battersi su un terreno più arretrato.

Nella zona si sono già intraprese iniziative unitarie per sostenere il canone sociale e migliorarlo in tutte quelle parti non applicate o carenti, e il SUNIA ha presentato allo IACPM una piattaforma intorno alle questioni tuttora aperte intorno alla quale riprendere la trattativa con lo IACPM.

Infatti non è sufficiente mantenere il canone sociale: bisogna affrontare e risolvere le questioni sorte da questa prima applicazione specie per quanto riguarda la verifica dei redditi da lavoro autonomo che hanno avuto riduzioni d'affitto. La decisione di sospendere tutte le riduzioni per le famiglie con questi redditi deve essere seguita da un accertamento democratico che stabilisca la reale capacità economica di questi lavoratori. Inoltre alle famiglie che dal 1974 ad oggi hanno avuto ridu-

zioni di reddito (per pensionamento, matrimonio, figli ecc.) devono essere applicati i canoni corrispondenti alla nuova situazione reddituale.

Sui criteri di determinazione del canone è necessario riaprire la questione del reddito pro - capite e del sottoaffollamento.

Le riduzioni in percentuale di affitto previste per le famiglie numerose non producono sufficiente giustizia perchè sono ancora troppo basse e al contrario gli aumenti del 40% per le famiglie che abitano in appartamenti con locali eccedenti non hanno prodotto quella mobilità necessaria ad attuare un miglior utilizzo del patrimonio pubblico, consentendo una politica di cambi per le famiglie numerose che abitano in pochi locali.

Ma insieme alle questioni sui canoni occorre definire un pogramma pluriennale di manutenzioni che lo IACPM si era impegnato a rendere pubblico entro il 30 giugno. Non va infatti dimenticato che il canone sociale nel creare giustizia tra gli assegnatari consente allo IACPM di programmare attraverso la partecipazione democratica, una politica gestionale funzionale alla conservazio-

ne del patrimonio residenziale pubblico, evitando gli sprechi e l'abbandono dei quartieri alla fatiscenza e al degrado.

Questo programma deve essere discusso in ogni quartiere per verificare le priorità di intervento, e nelle commissioni di gestione democratica per dare la certezza agli assegnatari che se non si interviene oggi è perchè si è data precedenza ad un quartiere in peggiori condizioni, ma che domani l'intervento è garantito. Per raggiungere questi obiettivi, allargare la partecipazione e dare più peso agli assegnatari nelle scelte che li riguardano direttamente, un ruolo diverso devono assumere le Commissioni di Gestione Democratica senza le quali non è pensabile di riuscire a democratizzare lo IACPM e a mantenere le conquiste già ottenute.

Ed è anche necessario un confronto costante tra i partiti democratici, i sindacati dei lavoratori e i sindacati inquilini per sostenere unitariamente gli obiettivi di riforma dello IACP contro l'immobilismo e la burocrazia per la difesa del canone sociale.

LIVELLI DEGLI AFFITTI FASCE DI REDDITO (In milioni) AFFITTO (quote A-B-C art. 19) L./ mq. SPESE (quota D) art. 19 L. i mq. annue Ante 1955 Post 1955 1.a fino a 1,3 1.000 1.500 20% spese adeg. al preven. (L. 840) 2.a 1,3 - 2,4 1.500 2.000 55% spese adeg. al preven. (L. 2.310) 3.a 2,4 - 3,5 1.500 2.500 100% spese adeg. al preven. (L. 4.200) 4.a 3,5 - 4,8 3.000 4.000 Spese a consunt. (con cong.) (L. 4.200) 5.a 4,8 - 6,0 4.500 5.500 Spese a consunt. (con cong.) (L. 4.200) 8.a 6,0 - 7,2 6.000 7.000 Spese a consunt. (con cong.) (L. 4.200) 7.a 7,2 - 8,5 7.000 9.000 Spese a consunt. (con cong.) (L. 4.200) 8.a 8,5 - 10 9.000 11.000 Spese a consunt. (con cong.) (L. 4.200) 9.a 10 ed oltre 11.000 13.000 Spese a consunt. (con cong.) (L. 4.200) l'artigiano di Umberto Messina Milano via Lorenteggio 181 4120982 ufficio notturno 4155933 pag. 4 - il Diciassette CANONE SOCIALE: UNA DIFESA PER I REDDITI PIÙ BASSI

Fabbriche in zona: c'è chi lotta, ha lottato e lotterà

dipendenti della CREAS hanno allungato le liste dei disoccupati.

Rimane però sempre presente in fabbrica un presidio di lavoratori che mantiene i collegamenti e che sta tentando l'inserimento di gruppi omogenei di lavoratori della CREAS presso altre situazioni produttive.

Per i cittadini della zona 17 che hanno partecipato e sostenuto attivamente la lotta dei lavoratori della CREAS, la chiusura di questa fabbrica ripropone il problema dei mantenimenti dei posti di lavoro in zona.

Poichè la produzione della CREAS non creava problemi di inquinamento ambientale e non si scontrava quindi con le esigenze degli abitanti del quartiere, rappresentava un modello di buon inserimento di attività produttiva nel tessuto della città.

La piattaforma integrativa aperta alla Loro Parisini, che verrà discussa con il padronato in Assalombarda entro il mese di gennaio, rappresenta una proposta articolata — coerentemente con la strategia del movimento sindacale — per sostenere con la lotta la battaglia contro la recessione, contro la politica economica del governo e del padronato, contro ogni intervento inserito in una politica di stabilizzazione neocapitalistica che lascia prevedere una stasi della produzione con conseguenti ulteriori difficoltà di tenuta dei livelli occupazionali.

È una rivendicazione responsabile che si pone come obiettivi la perequazione e l'occupazione per una trasformazione aziendale legata alle esigenze del Paese.

I punti più importanti richiesti dal movimento dei lavoratori sono:

1) INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE rientro del lavoro qualificato dall'esterno per garantire l'utilizzazione degli impianti esistenti, ma fermi, ed evitare l'abbassamento del livello professionale dei lavoratori. rinnovo parco macchine ed ampliamento delle superfici di lavoro reintegro del turn-over e nuove assunzioni: privilegiando in particolare l'occupazione giovanile delle liste speciali.

SVILUPPO E RICERCA Istituzione di un nuovo centro autonomo di ricerca e progettazione per bloccare la tendenza della direzione ad acquistare brevetti (progetti) piuttosto che ricercarli autonomamente.

AMBIENTE DI LAVORO Sia nei reparti che negli uffici sono necessari urgenti modifiche e revisioni degli impianti di areazione a causa dell'insufficiente o cattivo ricambio dell'aria, nuove installazioni di abbattitori per la polvere, maggiore illuminazione, ecc. Diventa quindi indispensabile anche la collaborazione degli SMAL (Servizio Medicina Ambienti di Lavoro) per i quali si richiede il riconoscimento ufficiale.

PEREQUAZIONE

Una indagine effettuata dalla commissione salario del C.d.F. sulle buste paga, ha confermato la sperequazione esistente tra i lavoratori dello stesso livello e, a parità di lavoro, una notevole diversità salariale fra i lavoratori dello stabilimento di Milano e quello del Sud.

Da questa verifica è nata l'esigenza di riproporre una politica di perequazione che non solo sconfigga le discriminazioni tra i lavoratori (che l'azienda ha cercato di introdurre) ma anche per riaffermare coerentemente il legame tra salario e professionalità di ogni lavoratore.

A quasi due anni dall'inizio dell'occupazione, la questione CREAS (una multinazionale americana che opera in Italia in un settore speciale della componentistica elettronica) è ormai avviata alla conclusione. Ai primi di dicembre è iniziata la vendita dei macchinari adibiti alla produzione e lo smantellamento degli impianti e degli uffici è in atto. Una ben triste conclusione, soprattutto se si pensa alla lotta sostenuta in questo lungo periodo dai lavoratori — per la maggior parte donne —, ai sacrifici che è costata una occupazione tenuta giorno e notte, alle lunghe ed estenuanti discussioni con una controparte che ha sempre rifiutato qualunque soluzione che comportasse la ripresa dell'attività produttiva, pur disponendo di un tipo di produzione — la componentistica — che certamente offriva

delle possibilità in questo senso.

Più volte in questi due anni i lavoratori hanno denunciato le vere intenzioni della Società: decidere di ritirare i propri capitali dal nostro Paese e smantellamento totale degli impianti potendo continuare la produzione in altri Paesi europei e obbedendo esclusivamente ad una logica di divisione internazionale del lavoro.

Nel settembre del '76 è stato dichiarato il fallimento della Società e da quel momento ai lavoratori sono stati liquidati gli stipendi arretrati ed hanno usufruito del trattamento di disoccupazione speciale, prorogato più volte. L'indennità di liquidazione finora è stata corrisposta nella misura del 10%. Da ottobre, ci dicono i lavoratori, la fabbrica non è più occupata avendo constatato l'impossibilità di giungere ad una soluzione positiva di ripresa dell'attività: gli ex

Poichè uno dei problemi che si pone al quartiere è non solo quello di mantenimento in zona di posti di lavoro produttivi, ma quello di conservare alcune caratteristiche che da alcuni anni non solo la zona 17, ma l'intera città sta perdendo: quartieri che siano centri di vita e di attività produttiva, condizione che garantisce una migliore organizzazione di servizi sociali (trasporti, scuole, asili, negozi ecc.). Un funzionale assetto territoriale non costringe i cittadini a viaggi massacranti da un capo all'altro della città (o, in moltissimi casi. dalla città alla provincia) per raggiungere il posto di lavoro. La zona dove sorge la CREAS è vincolata ad attività industriali e questo rappresenta già una garanzia affinchè vengano mantenuti dei posti di lavoro; diventa quindi indispensabile da parte delle forze politiche, che si esprimono nel decentramento. sostenere con un preciso intervento questo vincolo preoccupandosi soprattutto che eventuali posti di lavoro siano di natura produttiva ed impediscano l'avanzamento del processo di terziarizzazione per non trasformare del tutto la nostra zona in un "quartiere dormitorio".

SIM Brunt: lavoratrice riassunta con sentenza del Pretore

Il Pretore con una sentenza ha dato ragione alla rappresentante sindacale che aveva ricorso contro il licenziamento immotivato. Il Pretore ha ritenuto discriminatorio il licenziamento in quanto, pur essendo giustificato da esigenze di riduzione di personale, il provvedimento colpiva eclusivamente le donne della fabbrica.

Il Pretore, facendo riferimento anche alla legge sulla parità fra uomo e donna recentemente approvata in parlamento, ha imposto alla direzione la riassunzione della lavoratrice, la quale era difesa dall'ufficio legale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici.

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Gli impianti sportivi comunali sono dei cittadini: utilizziamoli

La partecipazione democratica avanza, ma il CONI non si evolve. Ai vecchi metodi della FIN - CONI il Consiglio della zona 17 risponde con una ferma presa di posizione. Programma di attività sportive in zona 17.

Il consiglio della zona 17 intende approntare un programma di attività sportive promozionali da realizzare lungo tutto l'arco dell'anno. L'elaborazionne del programma e la sua realizzazione dovranno essere il risultato del contributo di tutte le componenti operanti nel mondo dello sport e che gravitano nella zona: enti di promozione sportiva, società sportive, scuole. Le singole iniziative saranno svolte autonomamente da una o più delle suddette componenti, cui il Consiglio di zona offrirà tutte le facilitazioni possibili, quali: l'uso degli impianti sportivi comunali, pubblicizzazione delle manifestazioni, uso della sede di zona e delle sedi sociali per incontri preparatori e per dibattiti sui problemi dello sport, permessi da parte delle autorità comunali, collaborazione per il coordinamento, l'organizzazione e lo svolgimento delle manifestazioni, documentazione.

Gli scopi dell'iniziativa sono: interessare il maggior numero possibile di cittadini alla pratica sportiva e specie le categorie che oggi non dispongono di alcuna facilitazione; favorire una

maggiore presenza nei quartieri delle società sportive, incrementando lo sviluppo dell'associazionismo sportivo; stimolare la pratica di specialità carenti o del tutto assenti in zona; favorire lo sviluppo della cultura sportiva; avviare un maggior coordinamento tra tutti gli operatori sportivi di zona; sollecitare la presenza degli enti di promozione sportiva; definire e pubblicizzare il calendario delle manifestazioni di zona.

La Federazione Italiana Nuoto (Coni) continua a perseguire una politica di privatizzazione delle piscine pubbliche, interpretando in modo arbitrario le convenzioni stipulate con il comune ed avvalendosi di società di comodo che si sottraggono al controllo democratico. Ci stanno provando anche nella zona

17 ed il consiglio di zona, nella seduta del 2-12-77, ha approvato all'unanimità un documento di denuncia della situazione che si è venuta a creare a seguito delle iniziative portate avanti dalla Soc. Rari Nantes nella piscina di via Cardellino, iniziative che hanno portato a riscontrare questi gravi aspetti:

1) privatizzazione di un impianto

pubblico; pericolo di speculazione sotto l'egida del Coni mancato rispetto della convenzione (gli orari dedicati al Coni vengono utilizzati per corsi a pagamento); atteggiamento antidemocratico nei confronti della cittadinanza e del consiglio di zona, (il C.di Z. non è nemmeno stato interpellato e forse nemmeno l'Amministrazione Comunale); mancanza di controllo sulle selezioni nei partecipanti ai corsi di nuoto organizzati dalla Rari Nantes (il "comitato di gestione" del C.di.Z. potrebbe intervenire). Nel documento il Consiglio di Zona si è inoltre associato alla denuncia presentata dal CESPORT, richiamando nel contempo la mozione della commissione sport, già inoltrata al CONI e all'Assessore allo sport. quindi necessaria la democratizzazione del CONI e delle sue federazioni; i vecchi metodi ormai non convincono più nessuno nè tantomeno i cittadini della zona, che chiedono un diverso rapporto tra CONI e realtà del decentramento.

Zanchi

L'INIZIATIVA DELLA FEDERAZIONE ORATORI MILANESI PER IL

CARNEVALE DEI RAGAZZI

Le olimpiadi alla rovescia

Gli zingari, nostri vicini

Chi sono, cosa fanno, da dove vengono. I rapporti difficili con i cittadini, cosa si può fare per loro.

Parliamo degli zingari in quanto alla redazione sono pervenute lamentele di cittadini, che già in precedenza si erano rivolti alle autorità competenti lamentando furti, mancanza di igiene e questue insistenti anche nei confronti dei bambini.

Gli zingari infatti si accampano periodicamente in due aree della nostra zona: la prima è prospiciente il campo Colombo, che fa da spartitraffico tra via dello Storno e via della Rondine, l'altra è in via Giambellino, di fronte a via Odazio.

Cosa significa essere zingari?

Per il senso comune, gli zingari sono coloro che si spostano continuamente, che conducono una vita errabonda e inquieta vivendo in povertà.

Essi provengono originariamente dagli altopiani indoasiatici per comparire in Europa intorno al X secolo, ed in Italia verso il secolo XV. Sono un popolo difficilmente assimilabile dalle nazioni dove provvisoriamente sostano, parlano urla propria lingua affine a quelle parlate nelle regioni di confine tra l'India e l'altopiano iranico. Per secoli furono perseguitati per questioni religiose, politiche o razziali (vedi lo sterminio perseguito dai nazisti), fino ad arrivare, oggi, ad essere cittadini con pari diritti.

teressa: il campo è meta preferita in quanto offre ai suoi margini prese d'acqua. purtroppo sprecata in grande quantità.

Il campo "Colombo" è inoltre frequentato da molti bambini e gli zingari vi esercitano indisturbati la questua intimorendo i piccoli frequentatori.

"Caratteristica" del campo Colombo è il curioso individuo che sosta ormai da parecchio tempo vicino all'ingresso: è uno zingaro infermo (privo di gambe) intorno ai 60 anni, che vive la maggior parte del suo tempo nell'interno della roulotte in indescrivibili condizioni igieniche.

Lo zingaro dice di essere stato abbandonato dalla sua carovana dopo la morte della madre così vive della carità pubblica di predizioni di cui si dichiara maestro.

Il consiglio di zona è intervenuto parecchie volte sul "Problema zingari" anche perchè il comune ha attrezzato per i nomadi un campo apposito in via Cretese a villa Pizzone (zona 20). Il luogo è dotato di tutti i servizi igienici e sociali, ma è raramente frequentano dagli interessati, vuoi perchè ne ignorano l'ubicazione, vuoi perchè sono in urto con altre carovane che li hanno preceduti.

Partirà proprio da Via Soderini la staffetta olimpica che attraverserà la città a suon di grandi risate. Ma cosa sono queste "Olimpiadi alla rovescia"? Ce lo spiega il Gazzettino della Federazione Oratori Milanesi, da cui abbiamo ripreso quanto segue. Chi volesse saperne di più, si rivolga subito alla FOM in Via S. Antonio 5 — tel. 808.487. E buon Carnevale!

Per il terzo anno consecutivo la F.O.M. partecipa in modo massiccio al Carnevale Ambrosiano patrocinato dal Comune e, nella coreografia delle manifestazioni cittadine, organizza il settore ragazzi.

La Parodia delle Olimpiadi. Il tema del carnevale di quest'anno sarà le "olimpiadi", o meglio

la "Parodia delle Olimpiadi". Sarà un carnevale economicissimo, "robinsoniano". A chi partecipa come spettatore è richiesta solo la voglia di ridere; agli atleti la tuta da ginnastica e una buona dose di umorismo.

Il metodo robinsoniano. È una scelta educativa anticonsumistica e consiste, per il nostro gioco, nel confezionare l'attrezzatura olimpica con materiale da recupero. Facciamo un esempio: per bandiere e cartelli si possono adoperare lenzuola, tende, gonne, copriletti usati, manici di spazzoloni, scatoloni d'imballaggio, ecc..

La staffetta olimpica. Da un rubinetto del Campo Olimpia in Via Soderini le vestali riempiono di acqua fresca la caraffa del

primo acquoforo che, dopo aver corso una frazione di 300 metri, scortato da motociclisti del servizio d'ordine, versa l'acqua olimpica nella caraffa del secondo corridore. Così, da atleta ad atleta, da oratorio a oratorio, da quartiere a quartiere fino allo stadio, dopo l'ultimo acquoforo, percorso un giro di pista fra le ovazioni degli spettatori, vuota la caraffa olimpica sul tripode acceso. Spenta la fiamma, al suono stonato dell'inno olimpico, viene dato inizio ai giochi.

Come abbiamo già detto, chi volesse partecipare ai giochi lo comunichi subito alla segreteria F.O.M. (sezione Tempo Libero) in Via S. Antonio, 5 - tel. 808.487, al mattino.

Gli zingari rifuggono il lavoro organizzato, ma sono bravi artigiani, in genere ramai; le loro donne oltre a leggere (per chi ci crede) nel futuro, sanno tessere e creare degli stupendi pizzi che si possono avere a poco prezzo; la nostra società purtroppo, ne ha messo in crisi la cultura. Molti si chiedono se l'autorità dia loro il permesso di piantare le tende in determinate aree.

Abbiamo a questo proposito interpellato i vigili urbani, nella persona del vice capo drappello Sig. Giordani, il quale ha risposto che per sostare - specialmente nelle grandi città - non occorre nessun permesso. Il compito dei vigili urbani consiste nel segnalare l'arrivo della carovana alla questura, al commissariato di zona, alla ripartizione servizi sociali del Comune. Altro non possono fare e le forze dell'ordine possono intervenire solamente su segnalazione di avvenuto reato.

Gli zingari nella nostra zona

L'area maggiormente occupata dagli zingari è quella prospiciente il campo Colombo, (mq. 150.000 circa) tuttora contesa tra il comune e il Sig. Virgillito, proprietario originario della superficie. Ma questo agli zingari non in-

Il comune di Milano ha discusso parecchio sull'argomento senza giungere ad una soluzione definitiva (anche perchè la costituzione sancisce il sacrosanto diritto di ogni cittadino di spostarsi come e dove vuole).

Anche il C.d.Z., dove è consultabile un voluminoso plico in merito, è assediato dalle lamentele di numerosi cittadini e associazioni che invocano un più deciso intervento delle autorità per porre freno alle molestie nei confronti della cittadinanza, lamentele che il C.d.Z. è costretto a passare al comune.

In pratica si può fare ben poco.

Si possono tuttavia sollecitare gli organismi competenti di zona del comune, ma sopratutto l'opera nomadi" sezione di Milano (via C.G. Merlo 3) affinchè operino insieme per persuadere i nomadi a trasferirsi nel campo loro assegnato. Proponiamo inoltre che si debba regolamentare il numero di carovane in arrivo nel territorio del comune, per agevolare l'avvicendamento degli zingari nel campo loro assegnato, così da permettere loro una migliore sistemazione, evitando situazioni miserevoli di degradazione umana.

Intendiamo che questa richiesta non sia interpretata in senso razzista, ma per un migliore sviluppo civile.

Accampamento di zingari davanti al Campo Colomba.
pag. 6 - il Diciassette
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Amiamo la musica: lasciateci suonare

Siamo cinque giovani della zona 17, il nostro comune hobby e per noi motivo di ricreazione e di evasione è la musica. Ognuno di noi, indipendentemente dagli altri ha avuto dei motivi diversi per avvicinarsi a questra astratta e universale arte del suono e, di riflesso, al proprio strumento. Claudio, per esempio, è l'unico tra noi che ha studiato flauto in conservatorio (nel nostro gruppo suona la chitarra). Carlo (l'organista), Gigi (il batterista), Massimo l'altro chitarrista e Rosario il basso, hanno invece appreso le più elementari nozioni di teoria musicale studiando da autodidatti.

Circa due anni fa, influenzati dall'idea di eseguire melodie e ritmi con alcuni nostri strumenti (un flauto, una chitarra e una "batteria giocattolo"), nacque il primo abbozzo di assieme musicale. Successivamente con l'innesto di un organo e di una seconda chitarra, il gruppo fu finalmente completato.

Col passare del tempo, crescendo l'ambizione di un maggior impegno musicale, è aumentata l'esigenza di suonare con strumenti migliori. Durante l'estate, ci siamo quindi impegnati per acquistare degli strumenti più moderni.

Una volta supplito a questa carenza di base, spesso ci ritroviamo nei momenti liberi dalla scuola o dal lavoro per eseguire e talvolta comporre brani musicali. In questo modo, abbiamo constatato che le reazioni della gente sono, nella maggior parte dei casi, avverse a quella che da noi viene considerata una attività riposante e creativa. Ecco allora le immancabili disapprovazioni e le consuete telefonate alle autorità per il disturbo della "quiete pomeridiana". In un quartiere sempre più popolato come la zona 17 torna di attualità l'esigenza di vivere in un ambiente nel quale sia possibile essere liberi di mettere a frutto le proprie capacità. Non accusateci ora di pretendere troppo...!

Il nostro è un quartiere forse ricco di comodità e di ambienti nei quali è possibile professare le proprie idee e la propria cultura, ma spesso è la mentalità dblla gente che lascia a desiderare. All'interno della zona 17 esistono altri gruppi musicali e anch'essi vengono boicottati dalla solita compagnia di insoddisfatti; non è questo quindi un dissidio isolato ed insignificante, ma rispecchia la realtà del quartiere.

In conclusione vorremmo includere una nota di costume: chi ama la musica può comprenderne la varietà dei generi e pertanto identificarsi in quello più consono alla sua personalità, apprezzandone le qualità e le caratteristiche più differenti. Noi suonando, comprendiamo che la musica è uno strumento culturale ed artistico e come tale deve essere riscoperta, non per favorirne la strumentalizzazione commerciale ma per diffonderla attivamente nelle scuole e negli ambienti lavorativi. In questo modo il messaggio musicale verrebbe maggiormente compreso e il "tenore" di vita di ciascuno di noi ne risentirebbe sicuramente in meglio.

Un gruppo dl giovani che amano la musica

Perchè non firmate gli articoli?

Egregio direttore, io non sono un giornalista, ma ritengo che quando si scrive un articolo, occorra firmarlo: come mai voi non lo fate? Vi pregherei di non incorrere più in un simile grossolano errore, perchè ritengo giusto che un lettore sappia chi scrive e non si può tirare ad indovinare tra i vari collaboratori del giornale chi ha fatto un articolo e chi un altro. So che è un diritto del direttore non firmare gli articoli, ma tutti gli altri devono farlo. Grazie.

Edoardo Malvizzi

Pensiamo che il signor Malvizzi si riferisca al numero 3 del nostro giornale. In effetti, per un errore tipografico, il numero di novembre è uscito quasi totalmente "anonimo". Si tratta comunque di un caso che faremo attenzione a non ripetere.

Il vostro giornale favorisce l'Istituto

Devota Maculan: perchè?

È indubbiamente puerile pensare che il Comune attui quello che ha deliberato con il Piano Regolatore perchè davanti ai preti non si va; mi riferisco al vostro articolo sul verde privato, se è vero che ci giocano 600 bambini è anche vero che sono a pagamento.

Vorrei inoltre capire come mai un giornale di zona sta a favore dell'iniziativa privata specialmente nel campo scolastico, perchè lo sappiamo tutti, se la scuola pubblica va male è perchè ci sono quelle private che prendono anche le sovvenzioni dallo Stato.

Quindi, ben venga il Piano Regolatore e non vedo ragione perchè il giornale di zona debba schierarsi a favore dell'istituto; anche se ci sono 5.000 firme penso saranno tutte persone interessate e poi non credo che siano la maggioranza di tutta la comunità, o vogliamo arrivare ad un referendum....

Giangiacomo Battinl

Egregio lettore, è nostra opinione che, sia il Comune che ogni altro organismo, siano in grado di portare a termine qualsiasi decisione purché ci sia la volontà politica di attuarla e ci si trovi di fronte ad una delibera giusta e che vada in favore della comunità.

Proprio per verificare con i cittadini se le proposte della Giunta sono in questa direzione, si portano al giudizio del Decentramento Amministrativo, cne le vaglia e suggerisce eventuali modifiche o varianti. Nel caso dell'area dell'Istituto Devota Maculan, è stato seguito questo iter e il Consiglio di Zona, nella seduta del 4 novembre 1977 all'unanimità, ha giudicato che l'area in questione non serviva a scopo speculativo, ma bensì di complemento all'edificio scolastico annesso e quindi era da accettare la proposta di variante al Piano Regolatore e la destinazione dell'area a verde per servizio privato. Vogliamo altresì chiarire che il giornale di zona non è a favore della scuola privata, ma non può schierarsi aprioristicamente contro di essa, senza valutarne il ruolo svolto nel territorio (visto anche l'art. 33 della Costituzione della Repubblica).

il Diciassette - mensile di politica, cultura, attualità della zona 17 - redazione e amministrazione: Milano, Via Inganni, 4 - Tel. 417026 - direttore responsabile: Marisa Deimichei - redattori: Franco Bonaretti, Franca Covini, Elena Forni, Gianfranco Gattini, Rosetta Gimbatti, Erminia Negrini, Luigi Torelll - Foto: Antonio Ella - Numero unico In attesa di autorizzazione - stampato presso Coop. Il Guado - Robecchetto con Induno (Mi)Tal. 0331/881475.

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