IfogIio l
periodico di zona partecipazione sociale
Proposta di dibattito CONSULTORIO: finalmente una realtà
La grossa polemica registrata intorno alla legge 382, o più precisamente in merito ai contenuti dei decreti presidenziali d'attuazione della legge stessa, ha avuto l'indubbio merito di stimolare in maniera energica l'attenzione del dettato costituzionale in materia di decentramento amministrativo e burocratico.
A differenza di quanto avvenne nel '72, quando la burocrazia centrale riuscì a vanificare nella sostanza i decreti delegati con cui venivano trasferite alle Regioni le funzioni previste dall'articolo 117 della Costituzione, in questa occasione lo schieramento regionalista è riuscito a far passare un pacchetto di provvedimenti che, pur non immuni da critiche, possono comunque in misura accettabile essere considerati idonei al completamento dell'assetto regionale.
Ora; questo è nella sostanza il giudizio pressochè concorde tra le forze politiche, il problema è dimostrare nei fatti la capacità delle Regioni a svolgere queste funzioni in modo efficiente e razionale.
All'appuntamentod sono attesi ovviamente anche gli Enti Locali, cui andranno in ultima analisi molte delle funzioni e competenze oggi attribuite alle Regioni, oltre a qui/e che già il testo del decreto 616 affida a Comuni e Provincie. Questo particolare aspetto del problema è a nostro avviso di estremo interesse per tutta una serie di conseguenze operative che coinvolgono infine anche gli organi del decentramento cittadino. Vediamo quali sono questi problemi e le scadenze ad essi legate. Il legislatore regionale sarà intanto chiamato a rivedere tutta la produzione di leggi e regolamenti a tutt'oggi, di modo che il passaggio di competenze agli enti locali avvenga in un quadro legislativo chiaro ed univoco. A questo proposito è evidente l'aggancio con la richiesta di una profonda revisione delle ormai anacronistiche leggi comunale e provinciale. Di qui il discorso già aperto sulla soppressione della Provincia con la creazione di un ente intermedio tra comune e Regione, il tutto in un disegno programma torio che valorizzi le realtà comprensoriali.
Questo disegno sarà realizzabile se esisterà una precisa volontà politica in tal senso, che preveda quindi una tendenza da parte della Regione ad avvalersi per l'espletamento delle funzioni degli enti territoriali, evitando così il crearsi di una super-struttura burocratico-funzionariale a livello regionale; non si può purtroppo dire che ín Lombardia la tendenza sia oggi questa in maniera ineouivocabile.
Grandi sono quindi le aspettative in vista della riorganizzazione regionale ormai imminente per rilevare le nuove funzioni il 1 gennaio 1978. Non poche le cose da fare neppure a livello cittadino. Anche per i Comuni infatti si crea un problema di riorganizzazione dell'apparato amministrativo che possa garantire la massima efficienza. E' di questi giorni la notizia che il Comune di Milano si appresta a rivoluziondre il proprio assetto burocratico, abolendo le vecchie ripartizioni e sostituendole con un insieme di Settori (saranno probabilmente 42) coordinati da 6 Dipartimenti.
Su questo rilevante problema quindi sono chiamati a pronunciarsi le forze politiche e sociali della città, e quindi delle 20 zone del decentramento cittadino, apportando il loro contributo di critiche e proposte.
Questa esigenza di una reale partecipazione alla vita cittadina ed alle scelte che essa comporta è un dato obiettivo, confortato dalle numerose iniziative intraprese a tutti i livelli. Le lotte urbane per la casa, che sarebbe riduttivo individuare esclusivamente nei recenti fenomeni di occupazioni, hanno dato il via ad una seria presa di coscienza per il superamento di confini sociali tra quartieri e più in generale per il tentativo di correggere nella misura del possibile l'abnorme crescita urbana caratterizzata da situazioni di esasperato sottosviluppo, da carenze strutturali e da speculazioni sfrenate. Significativo, nell'ambito di questa lunga marcia verso il decentramento e la partecipazione popolare, l'emanazione della legge 278 del '76, che prevede la possibilità di ricorrere all'elezione diretta per gli organismi del decentramento cittadino. Perchè anche questa legge non resti però un bel "libro dei sogni" è necessario che i concetti di decentramento e partecipazione vengano a costituire 'in tutt'uno inscindibile.
Infatti, pur provenendo da esigenze diverse sinteticamente definibili come - maggior efficienza il primo, controllo democratico il secondoessi sono gli elementi insostituibili per l'individuazione ed il perseguimento delle soluzioni ottimali dei problemi di ordine pubblico. Accanto a questi due concetti - decentramento e partecipazione popolare - viene poi spontaneo introdurne un terzo; cioè quello dell'associazionismo. Volendo combattere la dissociazione alienante dei tessuti urbani "dell'età della crisi", come la definiscono gli esperti di sociologia urbana, la strada da ~correre è aonunto auella di un
incremento delle forme associative. Nel suo libro La città dei cittadini”, Milano 1975, Roberto Guiducci cita correttamente l'affermazione dello studioso Mumford, secondo cui "la città è di fatto la forma fisica dei tipi più elevati della vita associativa".
Per non tradire lo spirito di proposta di dibattito, che accingendomi a scrivere queste brevi note mi ero ripromesso, concluderò con una affermazione che vuole essere nel contempo una dichiarazione di cauto ottimismo ed una assunzione di responsabilità in prima persona come cittadino, prima ancora che come diretto responsabile de "Il Foglio".
Oggi la lunga ed ardua esperienza della lotta per una reale partecipazione popolare alle scelte amministrative, politiche, culturali e sociali, ci pone di fronte all'esigenza di un ulteriore e più energico impegno per realizzare in concreto nella prassi quotidiana la previsione di interessanti istituti legislativi conquistati - legge sul decentramento cittadino, riforma dello Stato attraverso il decentramento amministrativo regionale e sub-regionale - grazie a lunghe battaglie politiche e che, in realtà, aprono la via ad interessanti esperienze sociali politiche e culturali. L'impegno più difficile quindi è forse quello della verifica della reale capacità di tradurre l'esigenza partecipativa popolare in obiettivi concreti. E' questa una proposta di dibattito che spero non verrà lasciato cadere.
Alfredo Simone
Il primo ottobre con la presenza dell'assessore all'igiene e sanità Piergiorgio Sirtori, si è inaugurato ufficialmente il consultorio famigliare della zona 13. Nel suo intervento l'assessore ha messo in evidenza l'importanza del consultorio - terzo dal 75 al 77 in tutta la città di M;lanoe la funzione che dovrà svolgere nei confronti del singolo, della coppia, dei giovani, degli anziani, ed in modo particolare della donna. Non é, questo consultorio, ha continuato l'assessore, una scelta laica o una scelta confessionale, ma una libera scelta fatta dai cittadini di un servizio per tutti che la giunta comunale, fornendo strutture e personale specializzato e qualificato, intende far funzionare il meglio possibile.
ll presidente del consiglio di zona Sergio Poggio, ha definito l'inaugurazione del consultorio una data storica, che vede cosi premiato il consiglio di zona e tutte le forze che si sono battute per la sua realizzazione.
La piacevole occasione di un incontro culturale a pochi passi dalla zona
Riprendendo tali affermazioni don Piero Carnelli, portando il saluto della comunità religiosa, ha espresso il proprio compiacimento per la raggiunta unanimità di tutte le forze della zona nel volere una cosi importante struttura, auspicando che tale unità continui e si consolidi sempre di piú in futuro.
A nome del comitato cittadino del Partito Socialista Italiano, Franco Rosso, dopo aver rimarcato l'importanza di tale conquista ha auspicato che la giunta comunale rivolga sempre maggiore attenzione a queste strutture decentrate, favorendo la crescita e la partecipazione dei cittadini nella gestione della cosa pubblica. Occorre quindi, ha concluso Rosso, l'impegno di tutti nella pubblicizzazione ed utilizzazione del consultorio per evitare che tutti gli sforzi compiuti vengano tra brebe vanificati.
IL FOGLIO tornerà nei prossimi numeri in modo piú dettagliato sull'utilità del consultorio.
Elenco dei numeri estratti al Festival dell'AVANTI! A
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Sparano ancora....
Sembrava che la catena degli assassini politici, la spirale della violenza preordinata avesse avuto, negli ultimi tempi una battuta d'arresto, sull'onda della protesta popolare, della vigilanza, della fermezza che il Paese e i partiti politici della sinistra e democratici avevano dimostrato.
I fatti degli ultimi giorni sembrano invece smentire questa previsione, ricordandoci che l'aggressione e la provocazione sono ancora gli strumenti con cui si vuole mantenere il Paese, già squassato dalla crisi economica, in uno stato di tensione e preoccupazione utilizzabile per fini non difficilmente individuabili.
Tutto questo, in un momento in cui il processo di Catanzaro continua a confermare compromissioni e responsabilità delle istituzioni dello stato nei fatti del 1969 e non solo in quelli, e accerta storicamente il ruolo e il significato dell'azione dei corpi separati dallo stato nella cosidetta strategia della tensione.
Pare quindi giusto chiedersi che significato abbia oggi l'assassinio
di Walter Rossi soprattutto dopo che la temuta invasione di Bologna ha dimostrato la disponibilità della contestazione ad una dialettica che si svolga all'interno del gioco democratico. Si possono formulare ipotesi, si puó magari ritenere che chi ha provocato la morte di Rossi contava nella ricomparsa della P 38 a Bologna e, deluso, tenta ora di innescare nuovamente una situazione di paura in tutto il Paese: quello che é certo é che nessuno puó sottrarsi alla condanna di questa violenza eversiva e della impotenza - non sappiamo quanto reale o quanto voluta - manifestata dal governo, ancora una volta, nell'intervenire e prevenire. Lo spettro della reazione continua ad essere agitato davanti ai cittadini: spetta a questi, a tutti noi reagire nei modi e nelle forme che concorrano a sconfiggere questi tentativi ormai sempre piú scoperti, e ricordarsi soprattutto che fuori dalla sinistra la delega agli altri é sempre piú ampia e la tutela dei diritti sempre meno sicura.
La scuola e i suoi problemi. Verso le elezioni del distretto Scolastico . Il discorso sulla scuola all'interno del nostro quartiere non può essere distaccato dal bilancio sul funzionamento degli organi colleggiali a due anni di distanza dal loro insediamento, in vista dell'elezione del distretto; prevista per novembre.
Per quanto riguarda il funzionamento degli organi colleggiali il bilancio che si può trarne dopo due anni di esperienza conferma i pesanti condizionamenti e la reale difficoltà a sottrarre dalle mani della burocrazia ministeriale la gestione della scuola, anche per la mancata realizzazione del Distretto prevista dai decreti delegati, che ha rinchiuso l'esperienza dei genitori all'interno delle singole scuole, rendendo più difficile affrontare i grandi temi del rapporto scuola-territorio e i legami con la realtà delle forze socialie politiche esterne.
La crisi degli organi colleggiali riflette e si inserisce in quella più generale del sistema scolastico e nelle resistenze di chi mira a mantenere immutata l'organizzazione gerarchica della scuola italiana. Per superare questa empasse è necessario trovare momenti di incontro tra i genitori dei diversi ordini di scuola per discutere i problemi comuni, promuovendo un confronto con le forze sociali e politiche e le organizzazioni sindacali
E' necessario occuparsi di politica?
Spesso, ahimè molto spesso, la gente si lascia andare ad affermazioni del tipo: "la politica è sporca", "va tutto male per colpa dei politici", "la politica serve per arricchire i furbi" e potremmo scrivere una pagina intera di queste frasi. Ovviamente non mettiamo in dubbio che ci siano molti esperti i quali sanno tutto o molto di politica, ma forse la loro sapienza dà per scontate quelle piccole conoscenze che invece restano non facili.
A questo punto proviamo a semplificare i termini, a fare qualche esempio per infine constatare insieme se è necessario o meno occuparsi di politica.
C'è un'antica, ma sempre valida, definizione che dice: LA POLITICA E' LA SCIENZA E L'ARTE DI GOVERNARE LO STATO E LA VITA ASSOCIATA.
Più concretamente potremmo dire: E' LA SCELTA DEL MIGLIORE PROVVEDIMENTO PER RISOLVERE UN PROBLEMA.
Forse una certa categoria di "sapienti" potrà dire che scivolo nel banale o in altro, ma non è a loro che mi rivolgo.
Se spostiamo il nostro discorso dalla grande immagine dello "Stato" verso qualcosa di più piccolo, che può essere la famiglia, l'esempio sembrerà più reale. Immaginiamo quindi una famiglia media di lavoratori con madre, padre, figli e magari anche la suocera.
primo problema di questa famiglia è quello di far bastare lo stipendio. Ci saranno senz'altro molte spese e bisognerà fra queste scegliere le più necessarie: ecco UNA
SCELTA DI POLITICA ECONO
MICA La famiglia avrà anche il problema di spese più consistenti (educazione dei figli, vestiario, mobili, affitti, ferie ecc.) e dovrà fare un programma scegliendo il miglior provvedimento con il minor costo: un caso questo di PO-
LITICA FINANZIARIA CON
PIANIFICAZIONE h E CON BI-
LANCIO DI PREVISIONE. Sempre la stessa famiglia non vorrà vivere isolata ed allora sceglierà le amicizie e le relazioni di vicinato che più le saranno utili sotto tutti i punti di vista: siamo di fronte ad una
POLITICA ESTERA.
Abbiamo visto in formato ridotto, con il permesso dei sapienti, qual-
che esempio che ci dimostra come ogni atto della nostra vita è un atto di scelta e quindi un atto politico. La politica perciò è una parte inseparabile della vita dell'uomo. Il nostro esempio del gruppo familiare non può proseguire in quanto l'uomo da molti secoli ha scelto di uscire dalla caverna per vivere con gli altri. Tante famiglie e tanti individui hanno costituito la società che continua ad avere gli stessi problemi con dimensioni diverse. Purtroppo per molte ragioni che non stiamo a precisare per ora, è opportuno che alla guida politica si elegga qualcuno che, anche in questo caso, dovrebbe essere scelto fra i migliori. La scelta dell'uomo non sempre è indovinata ed ecco che il delegato a rappresentare gli elettori non riesce a liberarsi dell'egoismo, del nepotismo ecc.. Immediatamente fra i delusi circolano le frasi solite: "politica sporca" "politicanti disonesti". E' certo che se il "politicante" ha attorno una massa di scontenti, distratti e rinunciatari continuerà a fare i suoi comodi; ma la storia ci insegna che quando si è in molti a chieder conto le cose devono cambiare. Occorre però, ripetiamo, essere in molti cioè unirsi e riunirsi, uscire dal proprio isolamento deluso, abituarsi a pensare e discutere.
Ritorniamo all'esempio del nucleo familiare per ammettere che se qualcosa cominciasse ad andar male i componenti responsabili non resterebbero spettatori critici. L'esperienza ci insegna che quando esiste una volontà di vivere si riscopre la dignità e l'impegno.
Nella società che viviamo la situazione non è diversa. Se qualcosa va male non accontentiamoci di deprecare, non restiamo a guardare quello che gli "altri" fanno o non fanno, in una parola: INTERVENIAMO NELLA POLITICA. Se la politica è parte della nostra vita non possiamo permettere che essa sia sporca o che sia in mano ai disonesti. Se noi restiamo isolati e divisi facciamo il gioco degli opportunisti e perdiamo giorno dopo giorno la nostra libertà. Ormai quasi tutti sanno quanto la partecipazione sia legata alla libertà. Partecipare è difficile ma quali difficoltà non si affrontano per difendere la nostra condizione di li-
della zona intorno ai temi della riforma della scuola e della gestione sociale.
Partendo dalle esperienze finora realizzate occorre elaborare delle linee programmatiche sui problemi generali e su quelli particolari delle singole scuole; per costruire momenti unitari intorno a contenuti qualificanti e ad un programma d'azione concreto che proponga delle soluzioni valide ai vari problemi che emergono dal confronto tra le diverse situazioni.
La scelta di momenti unitari di confronto e di discussione sui temi della riforma della scuola non contrasta con l'esigenza di una visione pluralistica della realtà, collegata alle diverse concezioni politiche ed ideologiche purchè non degeneri in un semplice scontro tra le diverse posizioni, ma solleciti un confronto tra proposte e programmi di diversa matrice politica ed ideologica, nel rispetto delle opinioni e delle idee di ciascuno. La nascita del distretto come organismo della gestione sociale va visto e preparato attraverso unitaria dei problemi della zona: è in questa direzione che dobbiamo prepararci alla elezione dei rappresentanti del distretto scolastico; prevista per novembre.
Questa è la sintesi del dibattito tenuto alla Cascina Monluè, in occasione del Festival dell'Avanti, dibattito molto vivace che ha visto la presenza di molti compagni im pegnati nella scuola, sia come genitori che cercano di trovare un loro spazio qualificante all'interno della scuola, sia come insegnanti impegnate nella ricerca di un collegamento con i genitori e con le forze sociali e politiche che permetta di avviare e proseguire le lotte intraprese per rendere la scuola più aperta alle forze democratiche e più rispondente alle sue finalità educative.
II dibattito, che è stato preceduto da una introduzione del Presidente del Consiglio della Zona 11, è stato arricchito dalla presenza di rappresentanti delle forze politiche e sociali della zona 13.
Si sottolinea infine l'utilità di trovare spazi per affrontare insieme questi importanti problemi, al fine di favorire la discussione e la verifica del lavoro svolto, e per stabilire le linee da seguire per avviare un discorso costruttivo all'interno del quartiere.
R. Baruffi Chendi
beri? Non occorre attendere che ci sia il CAPO SUPREMO che risolva i problemi per noi tutti o che EVENTI CATASTROFICI facciano biblicamente perire Sansone con tutti i Filistei.
Ognuno di noi è parte attiva della società, di ciò ne deve avere piena consapevolezza, perciò deve partecipare alla grande opera.
Quest'opera è nostra in quanto gestisce la nostra vita e noi vi dobbiamo intervenire e partecipare a tutti i costi.
Siamo per il dialogo democratico, per il rispetto delle minoranze e delle diverse opinioni e non per i monologhi di chi si ritiene depositario della Verità.
Tutto ciò è politica. Tutto ciò è, ripetiamo, parte inseparabile ed integrante della nostra esistenza. Perciò occuparsi di politica non solo è necessario ma indispensabile.
Luigi Ranieri
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ILCIRCOLO CULTURALE
"5 GIORNATE" via Mecenate, 5 Indice le seguenti manifestazioni:
21/X/77 Dibattito su:
Bologna - Libertà e repressione
4/XI/77 Dibattito su:
Nuova struttura del salario
- Dal 29 al 30 ottobre
Mostra di minerali
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Stampato dal:
LA NUOVA MINERVA
viale Gran ';asso, 28 - Milano
Il festival dell'Avanti, del quale avevamo dato notizia sul precedente numero del Foglio si è regolarmente tenuto nei giorni dal 16 al 18 settembre, nonostante il maltempo, l'acqua e il freddo.
Le manifestazioni sportive hanno richiamato moltissimi partecipanti e spettatori coinvolgendo in questa festa popolare gran parte della nostra zona.
Il tempo ha impedito che si tenesse l'annunciato dibattito sulla funzione dei giornali di zona, e a questo proposito teniamo a sottolineare che questo, in altra sede, verrà comunque programmato in un prossimo futuro, mentre sul tema della scuola e delle elezioni per i distretti scolastici all'interno della stalla il dibattito è stato ampio,
articolato e particolarmente interessante.
Si è così avuta la riprova che queste manifestazioni riescono ad attrarre in misura sempre crescente la partecipazione popolare fornendo, sia pure per breve tempo una dimensione diversa dei rapporti umani e consentendo il colloquio e l'incontro tra persone che anche avendo idee diverse non hanno nella vita di tutti i giorni occasione di confrontarle con quelle degli altri. E' questo, già da solo, un grande punto di merito e una spinta a proseguire, forti dei risultati ottenuti e coscienti degli errori commessi, su queste iniziative contando sulla partecipazione di tutti e sperando nella clemenza del tempo.
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