giornale dentro
il quartiere
zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
Periodico della zona 15 Anno 1 Numero O
Perchè...
... E' necessaria l'esistenza nella zona 15 di un giornale di quartiere?
Essenzialmente a questa scelta ci portano due motivi:
i soli altri giornali: presenti in zona non sono certamente all'altezza della situa zione che si viene esprimendo nel territorio, una situazione contrassegnata da una doman da di informazione e di cultura; un giornale di zona che si caratterizzi in maniera espii cita come luogo di dibattito politico e ideale, ptù, essere di stimolo concreto ad aggrega re giovani attorno ai problemi del nostro territorio.
Per questi motivi, il giornale deve guardare in primo luogo ad una ”ricognizione" della realtà della zona, ad una indi viduazlone ed a concrete propo ste di risoluzione per i problemi gravi del nostro quartie re.
Il Muro, dunque: visto come qualcosa da costruire, da attualizzare (cultura della tra sformazione) nel quartiere; e' nel contempo come qualcosa da abbattere, da demolire riferen doti alle vecchie nuove strutture che rendono questa società mafiosa e corrotta, disumana e violenta.
Detto ciò il nostro obiettivo primario. è quello di sensibilizzare il più possibile(con tutti i mezzi idonei) i citta
divi alla partecipazione; al fine di superare quella carat teristica barriera di indiffe renza - diffidenza con la qua le l'uomo oggi si difende dal le sollecitazioni più o meno interessate dell'ambiente in cui vive.
Essere quindi soggetto attivo e non semplice oggetto di comunicazione come di solito ac cade nei mass media.
Si uscirà mensilmente, se vero come sembra, che il quotidiano informa, il settimana Le riferisce e racconta, il mensile riassume e giudica, si è convinti che quanto più il riassunto dei fatti risulterà pienamente comprensibile e il giudizio condividibile, tanto più il giornale allargherà la cerchia degli utenti.
Precisando che nostre preroga tive sono l'antifascismo, l'an titerrorismo, l'unità del movi mento dei lavoratori. La strut cura intima del giornale, pres so il quale, pur avendo una netta coscienza del campo di lavoro specifico della redaziu ne, cioè garantire la sua esi stenza; scopo primario resta quello di dare all'utente la possibilità di partecipare in prima persona alle scelte che governano.una metropoli come Milano per far sì che queste non siano decise da "pochi".
Diciamo quindi che il nuovo giornale rappresenta una "Cosa", sui generis anche nella
All'interno
Pag.
Pag.
3 Casa: cosa ac— cade nella zo— na 15 4 La Secondaria Superiore, un problema di tutti. Due parole sul nuoto.
Pag. 5 LIalimentazio— ne nella terza età.
Pag. 6/Quali scelte per la pace.
Pag. 8/9Perchè musica.
Pag. 10 Scala mobile: feticcio, coni glio nel cappel lo o altro.
Pag. 11 Fermiamo l'olo causto del po. polo palestine se.
Pag. 12 La Festa della Baia del Re.
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vita interna, sottolineiamo al cune peculiarità organizzative. giornale è redatto ed ammi— nistrato da un gruppo di giova ni aperto per altro anche a persone oltre ai 50 anni, pur.. chè decise a non fermarsi sulla via dello sviluppo spirituale sin quando gli occhi non si chiudano alla luce.
Del gruppo fanno parte iscritti a partiti, sindacati, correnti organizzate ek.:Coilintane, chi appiartiene ad una parrocchia, e chi a un bel niente. In gran parte sono operai, tecnici, in piegati, studenti,artigiani. Putti comunque convinti di po— ter ~sacre assieme al giorna le in modo da rendere un servi zio utile di informazione al quartiere, e nel contempo di acquisire nuove conoscenze nel le varie tematiche e realtà che il giornale va ad eviden— ziare.
Nell'ambito del "Muro" fermo restando per ognuno la possi— lità di disporre a proprio pia cimento, ci si muove per scel— ta unanime, senza riferimenti a matrici ideologiche e con perfetto spirito laico. Fatte salve l'esigenza di lel ge, presso la redazione non e sirte la figura classica del direttore politico al quale spettino le funzioni di guida, di scelta, di decisione, di critica.
Suddivisi i servizi spontanea mente a seconda delle inclina, zioni, affinità e capacità,
nei rispettivi ambiti di com... petenza, i singoli coordinato ri, le direttive vengono fis.. sate da tutti assieme a maggio ranza dalla redazione del "Me nabò" del numero in corso di pubblicazione, cioè l'annota— zione degli argomenti e la pre disposizione di una loro distri buzione di massa all'interno del giornale, al giudizio so— prattutto, circa la loro orga nicità e puntualità.
Ci piace immaginare il Muro come una''Palestra di discus— sioni" che sviluppi nella di— versità delle opinioni, scelte operative ed utili per il quar tiere.
Si dice guistamente che sun' esistenza dei giornali si fon Ia la vita stessa della socie tà moderna che considera l'opi nuone pubblica quale fonte di potere.
Il fatto è che non si riesce mai quanto basta a superare 'quel drammatico vuoto di co— noscenza che separa La gente da chi ne amministra la sorte.' Carla Ravaioli, 'Il quanto e il quale, la cultura del muté mento', la Terza).
Si trarti. di quel drammatico vuote di conoscenza fra i cre lacci del quale nascono e si incarogniscono i forti interes si corporativi che lasciano co sì scarso margine ai vari sfor zi di trasformazione della so— cietà, perché il convivere ri culti meno pericoloso e triste
La Redazione
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Casa: cosa accade nella
Zona 15
Parlare del diritto alla casa oggi a Milano ed in particolare nei quartieri della zona 15 significa, aldilà delle cifre, parlare di una realtà in conti nuo movimento che implica necessarie riflessioni su: sviluppo urbanistico, territoriale, psicologia dell'individuo, lavoro ecc.
E' inevitabile, se si voglio no dare risposte concrete a problemi urgenti, legare le ci fre di un discorso tecnico ad una riflessione più ampia sui profondi mutamenti che si vanno delineando nella popolazione milanese negli ultimi anni.
Nei fatti si tratta di una vera e propria emergenza: 9.000 sfratti esecutivi, scomparsa delle case in affitto, espansio ne del mercato nero dei canoni, prezzi d'acquisto alle stelle per fini speculativi, vero e proprio boom delle vendite frazionate fenomeno quest'ultimo di cui si rendono conto -passeg giando per Milano è facile incocciare la testa in qualch ponteggio- anche i più sprovveVeduti. Certo, Milano riverniciata sta meglio, ma a che prezzo? Chi lo sta pagando? Perche?
Storicamente quando si è di fronte ad una frossa crisi economica (che fa lievitare i prezzi) esiste sempre paralle lamente una penuria di case; il tutto si collega ad un qua dro economico-politico preciso.
Il territorio in una metropoli non è statico, il suo svi luppo non è mai uniforme, ma assume, a seconda del periodo storico, della situazione politico-economica, forme e moti vazioni differenti. Dietro le
tante analisi semplicistiche c'è il dato che la città è il prodotto di uno scontro di classi: una egemone, l'altra subalterna, l'esistenza di que stultima non è un fatto chiuso all'interno dei rapporti di produzione (fabbrica) come ,70a1 cuno potrdThe eludere.
Due i motivi che .!etermiran(, la mancanza di case: 1) i scoli aumentano di valore:
2) i prezzi salgono )Cr(::. suoli vanno assumenr ,
d'uso per un utilizzo più lucroso per il capitale.
Parlare del problema casa non significa quindi soltanto parlare di sfratti anche se questo è uno degli aspetti più drammatici della questione.
La zona 15 è ricca di testimonianze che comprovano questa analisi; sono ormai sempre più numerosi gli stabili posti in vendita frazionata: Via Bonghi 12, Via Fra Cristoforo 2, Viale Tibaldi 24-26, Via Meda 23, solo per citarne alcuni, ultimamente ci si è messo anche lo I.A.C.P. milanese a terrorizza re gli inquilini metten3o in vendita con una delibera molto discussa le torri di (Yatosogli Soluzioni per chi cerca casa non ve ne sono molte, almeno fi no a quando non ci sarà una po litica seria sugli alloggi sfit ti (qui a Milano ne abbiamo
più altri aspetti d'uso: terzia rio, industria e non solo agri colo e abitativo.
Questo tipo di analisi consen te di chiarire la realtà mettendoci in grado di leggere nel territorio della zona 15 un cer to tipo di sviluppo piuttosto che un altro; ciò che è lampan te è che Milano tende sempre più a valorizzare il territorio espellendo dalla struttura urbana centrale: le fabbriche e le abitazioni non redditizie relegandole nei comuni dello hinterland oppure sopprimendole addirittura.
L'effetto ultimo consiste nel preparare molti terreni agrico li della cintura ad un cantalo
37.000), tuttavia segnaliamo la esistenza di due cooperative la "G. di Vittorio" e la "Vene zia" che operano nel nostro territorio, con iniziative serie e coraggiose, in particola re la Coop."Venezia" ha acquistato due stabili in via Grato soglio n. 102 e n. 108 per risanarli. Precisiamo che sull'ar gomento è nostra intenzione, pubblicare prossimamente notizie più dettagliate.
Per concludere possiamo dire che i quartieri della zona 15 rappresentano per noi un vero e proprio laboratorio di studio e di verifica quotidiana di pro blemi che investono tutta la metropoli.
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La secondaria superiore un problema di tutti
La rinnovata centralità del pro blema scuola è evidente alla lu ce del fattó che una maggiore capacità professionale, un grado più elevato di istruzione, un più alto livello di sviluppo della scuola e in generale delle prospettive culturali, scien tifiche e tecniche, sono condizioni essenziali per un diverso sviluppo del Paese, e di fronte alla constatazione che.i nodi posti dieci anni fa, in un quadro politico-sociale diverso, sono rimasti irrisolti.
Uno dei punti sui quali verte la possibilità di una riapertura in positivo della "questione scuola" è certamente quello del la Secondaria Superiore, e della riforma che da alcuni anni è in cantiere in Parlamento nella sostanziarè indifferenza dell'o pinione pubblica ed anche nel disinteresse di molte di quelle forze che avevano animato il di battito. sulla riforma negli anni '70.
Il lunghissimo iter burocratico che la nuova proposta di riforma è costretta a segtiire può es sere considerato un segnale significativo del disinteresse che attorno alla questione della Secondaria Superiore é pre-sente: dopo che il Comitato Ristretto ha finito il suo lavoro (alcuni mesi fa), dopo che ladiscussione si è trasferita nel la Commissione Istruzione della Camera dei Deputati, si è da lungo tempo in aula e pare che si sia ancora lontani da una po sitiva risoluzione e approvazio ne del testo di legge.
La riforma della Secondaria Superiore è un crocevia importante per affrontare e sciogliere alcuni nodi di'portuta rolittca complessiva: in primo luogo la possibilità di un rinnovamento anche a livello i:A ituzionale per la costruzione di un sistema di istruzione inteso come elemento di trasformazione strutturale della società, in secondo luogo la necessità di affermare con forza un impegno per una cultura laica e progressista, che si costrui sca intorno ai nodi di un rapporto fra scienza e competenze da un lato e lavoro dall'altro, ed, in terzo luogo la riafferma zione della necessità di un si stema di istruzione integrato che sia basato su un forte intreccioáfra scuola, formazione professionale e mondo del lavo ro.
E' evidente cpe un discorso co me questo non può non essere ri condotto anche alla realtà spe
clficà aeu,A dove si trova uno dar: più importanti complessi omni(-emprensivi della intera provincia milanese.
realtà della Secondaria Superio re e del complesso scolastico di Piazzale Abbiategrasso, comprendendo che lì si giocano ampie possibilità di tragformazio ne a livello anche socio-politi co della nostra zona, oltre che di apertura di nuovi spazi di comunicazione culturale attra verso i quali gi ricostruisce un rapporto fra la società civi le ed il mondo della scuola.
llialeparcIllie sul nuoto
La presenza del Liceo Scientifi co "Salvador Allende", dell'Istituto Tecnico "Pietro Custodi" e ,jell'Istitu te Tecnico Industriale "1::.';.nec lista Torricelli" in Piazzai, Abbiategrasso fa sl ere ir.:— ne 1 altissima sia la trazione di studenti medi' di 4.000 frequentano i tr, , i tuti). E questi gievani .,.;:vne gli stessi problemi, le stessi incertezze, lo stes: -“, s,,!is ) scoramento e di inutilliA ne, confronti del-le-scuola- che vvono i giovani di ogLi zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA parti Italia.
Intatti anche qui !,1 ViV0r,› I problemi e le contraddizleni che attraversano la Secondaria Superiore oggi in Italia: dal fenomeno degli abbandoni preco ci (soprattutto a livello dei primi due anni) a quello della recrudescenza del preoccupante aumento della selezione.
Ma si tratta non solo di giudi care la realtà secondo prospet tive ideologiche, si tratta in vece di capire come oggi la rinnovata e pressante inquietu dine dei giovani, che, iscrivendosi nelle scuole superiori, chiedono uno studio serio e pro duttivo, vanifica la prospetti va di una riforma complessiva ed immediata. Con coraggio, an che nel territorio, è necessario porsi il problema di speri mentazioni anche limitate ed a livello decentrato, per allargare l'esperienza di una scuola nuova ed unitaria.
Ciò vuol dire, nel concreto del la nostra realtà, che tutte le istituzioni, le forze politiche, sociali e culturali, i cittadini riaprano gli occhi sulla
di LIDIA FONTANA
ll nuoto è diventato in questi ultimi anni una utile atti vità fisiologica e muscolare, per correggere le malformazioni fisiche di una gioventù che, a causa delle strutture urbani stiche delle nostre città ha po che possibilità di gioco e di, attività motoria.
Moltri privati infatti hanno costruito piscine con l'obietti vo di facili guadagni, adoperan do personale, istruttori, educa tori non preparati a questa attività. A questo intendiamo opporci. Siamo dei giovani istrut tori della Zona 15, e più volte abbiamo interpellato il Consiglio di Zona per avere l'utiliz zo delle piscine delle scuole "Pirandello" e Moneta, intenden do aprire corsi di nuoto ad un prezzo accessibile a tutti, ma purtroppo, per ora, non siamo riusciti a risolvere il nostro problema e continueremo perciò la nostra dura lotta per ottenere l'utilizzo di queste piscine.
Le attività che ci proponiamo di svolgere sono delle atti vità di svago: ogni anno decine di persone perdono la vita per annegamento e l'insegnare a nuotare e ad essere sicuri nell'acqua diventa un impegno sociale ed umano anche in questo senso.
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L'alimentazione terza età
Secondo alcune stime attendibi li, in Italia le persone di età superiore ai 60 anni sono più di 10 milioni.
Purtroppo, per la maggior par te di loro l'essere "anziani" significa dover fare i conti con una realtà per molti aspet ti particolarmente dura: diffi colta economiche, problemi di solitudine o di dipendenza dal la famiglia, insufficienza di cure, non sono che aspetti con creti di un processo di emargi nazione che le persone anziane si trovano troppo spesso a dover subire.
E' evidente come, in un quadro simile, venga ad assumere un rilievo particolare la salva guardia dello stato di salute personale; se infatti essere sa ni e mantenersi in buona salute è importante per ciascuno di noi, lo diventa a maggior regio ne per chi, come gli anziani, ad una naturale maggior facilità nel contrarre malattie deve unire spesso difficoltà oggetti ve nel potersi curare.
Un fattore di fondamentale im portanza per la salute è la cor retta alimentazione del nostro corpo: sia nel senso della pre venzione delle malattie che in senso dieto- terapeutico qualora si soffrisse già di particolari distudoi.
Non è possibile dare delle in dicazioni precise, valide in as soluto, riguardo ad una dieta "tipo" da seguire poiché è fondamentale che la dieta sia per-
nella
sonale, rispetti cioè le esigen ze particolari di ciascuno.
Non è invece difficile stabilire dei criteri generali di igiene alimentare cui riferirsi allo scopo di evitare gravi errori e squilibri.
Nutrirsi in modo sano signifi ca dare al nostro organismo tutto ciò di cui ha bisogno ed in giusta misura.
E' molto importante che la quantità di cibo che mangiamo sia sufficiente a saziarci, ma è altrettanto importante evita re di mangiare più di quanto ci sia necessario.
Con l'avanzare dell'età il bisogno di energia del nostro organismo tende a diminuire, sia per il normale processo di invecchiamento dei tessuti che comporta un minor ritmo vitale, sia per la ridotta attività fi sica che generalmente si associa alla terza età. Di tutto ciò è necessario tener conto diminuendo la quantità di cibo che si introduce (soprattutto grassi e cibi ricchi di amidi come pane e pasta) .
Chi dovesse continuare a nutrirsi come era abituato a fare prima di andare in pensione senza preoccuparsi di mantenere la stessa attività fisica (es. con ginnastica e sport), si troverà presto ad avere pro blemi di sovrappeso.
Esiste un peso corporeo "idea le" che, molto approssimativamente è possibile calcolare con la seguente regola empirica:
così un uomo alto m. 1,70 dovrebbe avere un peso di circa 170-100= 70 kg. ed una donna alta m.1,60 domb be pesare idealmente intorno a 160- 104 = 56 kg. questi valori sono ovviamente imprecisi anche perché ogni in dividuo ha una propria costitu zione fisica che può determina re forti differenze tra persone di uguale altezza. Il peso ideale (o standard) ha però un suo importante significato in quanto è ad esso che ci si rife risce nella valutazione dei casi di obesità. Si definisce dbe sa una persona il cui peso supe ri del 20% quello ideale.
L'obesità è senza dubbio la più comune malattia legata alla alimentazione e non deve essere in nessun modo sottovalutata, soprattutto nella terza età, perché predispone sicuramente ad una quantità di altri distur bi anche gravi.
L'obeso è maggiormente predisposto al diabete, all'ipertensione, può più facilmente incor rere in scompensi cardio-cjxcolatori, sopporta meno il caldo e suda eccessivamente, senza contare la maggior possibilità di artrosi ed ernie e la tenden za alla comparsa di enfisema polmonare.
Il trattamento medico dell'obesità consiste nel cercare di riportare il peso corporeo il più vicino possibile al valore ideale; allo scopo è necessario impostare una cura seria basata su un parziale digiuno e/o sull'aumento dell'attività fisica.
I farmaci diuretici non servo no in questo senso ed anzi sono da evitare perché pericolosi se usati a sproposito, comportano Ü sì una diminuzione di peso, ma dovuta a perdita di acqua e non di grasso, né taútomeno sono da considerare utili certe pratiche dimagranti fondate sull'uso di diete "tortura" che con trop, pa leggerezza vengono spesso proposte anche sui giornali da persone di dubbia competenza me dico-scientifica.
Una corretta dieta dimagrante è quella che riesce a saziarci ed a soddisfare il nostro gusto fornendoci un ridotto apporto e nergetico (utilissimi in questo senso i cibi integrali ricchi di scorie e le verdure) .
In definitiva quindi il concetto di giusta quantità, va, in alimentazione, sempre riferito alle nostre reali esigenze di energia, ed un occhio alla bilancia ci può dare indicazioni più precise di tante tabelle a volte di difficile consultazione.
Stabilito che è importante non mangiare troppo o troppo po co bisogna ricordare che è al-
peso ideale uomo= altezza in cm - 100 peso ideale donna= altezza in cm. - 104
Ä ho cd n3 g , o
lo vorranno, un intervento con tinuativo sui temi della pace, dello sviluppo italiano e mondiale.
1982. Sono trascorsi esatta-
no Adriano Buzzati Traverso sta facendo il check-up al pia nota sul quale viviamo: (". oià arrivato alla conclusione che per colpa dell'inquinamento
progetti di legge sulla regolamentazione delle vendite di ar-
na con lo scopo di tutelare i diritti ed i doveri dei citta-
Ciò è assai preoccupante, più di quanto politici ed aromi nistratori vogliano far crede-
Tre sono gli elementi presi in esame per valutare l'entità
E' necessario, quindi, che venga approvata una proposta di legge in grado di dare un contributo al superamento dell'iL'abbiamo citata non per entrarne in merito, ma bensì per inoltrarci nell'argomento partendo dall'art. 11 della Costi le controversie internazionali consente in condizioni di pari tà con gli altri Stati, alle li
Da qualche mese, però, hanno assunto un significato par ticolare per l'acuirsi di con flitti sul piano internaziona le, rendendo vana la loro ap-
L'insediamento di Reagna al la Casa Bianca, l'invasione Sovietica in Afghanistan, lo aggravarsi della crisi energe tica, seguita dal conseguente bisogno di controllo delle
to Gran Bretagna-Argentina, sono alcuni degli esempi che
noi si sentisse direttamente Coinvolto nel problema.
tanto mettere a tacere i cannoni sui fronti; pace vuol di re anche impegnarsi affinché venga salvaguardato lo svilup
Terra, Aria, Acqua.
TERRA - La superficie della terra ha perso negli ultimi 40 anni quasi un terzo del verde che la ricopriva. Sono sopravvenuti dei cambiamenti di por-
tà che devasta immense regioni, il taglio indiscriminato delle grandi foreste residue ed il dilagare degli incendi spesso dolosi.
Le nazioni più ricche tra cui gli Stati Uniti d'America ed il Brasile 'stanno saccheggiando ciò che rimane delle grandi fo reste. Per esempio negli ulti-
fino ad arrivare al 7enere uma
ni. Stando ad uno studio coropiuto dalla D.E.A. (Organisacion Estados Americanos) oltre
300 indios che vivevano nel ba
ARIA - Ai primi del 1044 a Los Angeles si notò una nebbie, lina irritante che faceva lacrimane qli guanH., si riscalda abbastanza provocare l'interazione di azo te ed ossigeno, si producono ossidi di azoto attivati dalla luce solare. Questi ossidi si combinano con composti organici come le frazioni incombuste di benzina, producendo una sostanza conosciuta con il nome di smog.
ni che derivano all'organismo umano dagli idrocarburi respirati. Dalla maggiore incidenza
li, 500 mila di idrocarburi uniti a qualche migliaio di ton nellate di azoto, fosforo, detergenti e fenolo. Le petrolio re continuano a lavare in mare disperdendo nelle acque miglia ia di tonnellate di idrocarburi, nonostante vi sia un divie to per legge che risulta diffi cile applicare. Le conseguehze?
Flora e fauna ittica diffi -
fonde alterazioni. Le specie più pregiate non riescono ad
lo del petrolio con 130 miliardi di dollari dato SIPRI -Istituto di ricerca per la Pace di Stoccolma).
Secondo il SIPRI, n livello internazionale, nel
mente portata al guanto posto nell'esportazione di armi, pre ceduta salami e U.S.A., U.R.S.S. (naturalmente a qrnndissima distanza), Fransuperando persino unc, sto rico fabbricante e me:cant,. lr armi come l'Inghilterra.
considerazione il problema del l'uscita dalla N.A.T.O., o comunque della presenza delle sue basi sul territorio italia no; opporsi decisamente all'in cremento delle spese militari
Bisognerebbe inoltre rendersi conto che la lotta per la pa ce deve essere colma della consapevolezza che oggi la pace va costruita; e costruirla signifi ca porsi con chiarezza l'obiet tivo Ai un cambiamento nell'as setto del mondo e nella politi ca dei singoli stati. Bisognerebbe rinunciare alla curi la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove'e favoriguerre.
e del verde è l'inquinamento atmosferico che con l'ossido di zolfo, floruri, etilene, cloruri, vapozi di azoto, ossi
vati delle reazioni fotochimiche dell'atmosfera impregnano
le piante e di riflesso gli animali che consumano foraggio
pesticidi, 3 milioni di tonnel late di sostanze organiche, 27
tragici, a cui le nazioni dovrebbero rispondere con lo stanziamento di grosse ris,,rve economiche per la ricerca scientifica e tecnologica, ci troviamo invece, in una situa zione in cui l'economia, la ricerca scientifica e la tecnologia vengono assoggettate alla produzioni di armi sempre più sofisticate.
Il commerció delle armi è
Di fronte a questi dati necessita in Italia una legge che possa controllare la vcndita ed il commercio d'armi, poiché oggi .'i è un quoto legislativo.
L'unica cosa operante è un decreto legislativo ministeria le che prevede una commissione interministeriale completamente sottratta al controllo del Parlamento per il rilascio del le licenze di esportazione.
Peraltro tale decreto, come affermato alla Camera nel 1980 dal sottosegretario Bressani,
Stato, chiedere a tutti i Comu ni interessati di pronunciarsi esplicitamente contro l'instal lezione di missili o comunque di strutture belliche offensive nel loro territorio, ecc. Sono questi una serie di prov vedimenti che dovrebbero essere .presi al più presto in considerazione perché, come è già stato più volte detto o scritto, "i tempi sono lunghi ma gli inizi sono urgenti".
111 i c o
Perché dedicare un'intera pagina del giornale alla musica?
Semplice, perché la musica, in un modo o nell'altro, interessa e piace a tutti. Perché ci accompagna, volenti o nolenti, nei pochi momenti di riposo del
nostro vivere quotidiano; perché, se ci è concesso, è un po' la colonna sonora della vita.
Non vogliamo qui, per ora, en trare nel merito dei molti e svariati generi musicali, ma semplicemente trattarli, un po' per volta, a partire da quelli che nella nostra Zona trovano già spazio e possibilità d'espressione.
Per loro e soprattutto per quelli che non dispongono di spazi né di risonanza, divenire una tribuna pubblica, aperta a tutti coloro che amano la musica, che la ascoltano, la suonano e tra l'altro, la comprano. Essere un mezzo di informazio ne, quindi, ma anche di indicazione e di organizzazione di nuovi e più ampi spazi in cui
1110 nnown A /EATIRE...
al "Ciao Maria" 1'1 Giugni
Un locale abbastanza semplice, il "Ciao Maria", per una musica abbastanza difficile, quella del "Triangolo", un gruppo di "free" jazz che ha già all'attivo un disco, "Agavi", ed un vasto repertorio di propria produzione.
Il gruppo suona già da un an no e mezzo (il disco risale al luglio '81) ed il livello d'af fiatamento, fondamentale per u na musica come il "free", è de cisamente alto e ce ne hanno da to prova durante il concerto i due membri della sezione ritmica, Massimo Valdina alla batteria e Sandro Lunghi al basso elettrico, che si sono esibiti in ripetuti a solo giostrando abilmente con un Maurizio Signorino in serata di splendida vena con i suoi sassofoni.
Una musica, certo, di non facile comprensione, ma egualmente brillante soprattutto nelle esibizioni dal vivo, in cui il ritmo diviene pulsante ed anche i non appassionati di jazz, qua le il sottoscritto ed altri pre senti in sal'a, si lasciano tra-
scinare in un'avventura sonora che ci riporta all'esplodere stesso della musica "free", a quella musica, cioè, nata dal la rivolta dei musicisti agli schemi classici del iazz ed alla rivolta di quel p,-,polo che del jazz è il creatore e l'interprete principale, i ne ri degli Stati Uniti.
L'INTERVISTA Ñ
Quattro chiacchiere a ruota li bera con i componenti del "TRIANGOLO" (Massimo Valdina, batteria; Maurizio Signorino, sassofoni; Sandro Lunghi, bas-
la musica ed i suoi protagoni -
sti della zona 15 possano veramente farsi "sentire", con tutto ciò che hanno da dire, ed è molto.
Ci sembra inutile Prolungarsi oltre nella "lista della spe sa" delle cose che vorremmo fa re, delle nostre intenzioni, poiché già con gli articoli di questa pagina iniziamo a realiz zarle concretamente, anche se i difetti e gli errori sono an cora molti e le nostre ambizio ni assai di più, ma è solo con la partecipazione dei lettori, dei protagonisti autentici del la musica che possiamo migliorare e realizzare iniziative concrete, farci e farvi sentire anche in senso musicale.
so) approfittando del secondo intervallo di un concerto che, al termine, è durato circa 1 ora e mezzo.
D. - Parliamo del disco, come mai la scelta di autoprodurlo?
M.V. - L'abbiamo realizzato non tanto per una megalomania, anche perché i costi te la fan no passare, ma per poter disporre di un lavoro finito attraverso cui inserirci nel cir cuito musicale e poter suonare.
D. - I brani del disco sono tutti vostri?
M.V. - Tutti tranne uno di Luroy Jenkins; per l'esattezza le idee dei pezzi sono di Maurizio, gli arrangiamenti collettivi.
D. - Una definizione della vostra musica?
M.V. - Definire è sempre diffi cile, comunque: "free", senza dubbio, diciamo degli anni '60 con molti spunti alla Coleman.
E' la musica che sentiamo e ci piace di più, anche se lavoria mo su altre cose, Sandro, ad e sempio, studia classica.
D. - E tu Maurizio?
M.S. - Anch'io vengo dalla clas sica, ho studiato sassofono ed ora clarinetto, poi ci sono, e lo senti nella nostra musica,
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fin
influenze anche di musica contemporanea ed europea.
D. - Sandro, formazione musicale classica, e nel disco si sen te, come mai suoni "free"?
S.L. "Free" fino ad un certo punto: il free dev'essere sempre collegato alla tradizione musicale, cioè al jazz ed a tut te le sue correnti. E' il discorso che dura dal '60: dove va a finire il "free", dov'è cc minciato e fino a che punto è finito?
D. Com'è recepita la vostra musica e quali spazi esistono per suonarla?
S.L. - Nonostante una grande apertura al jazz nell'ultimo decennio, suonare a Milac e nell'Interland comporta grosse difficoltà, non solo finanziarie, ma anche musicali: spesso, per poter suonare, dovremmo mo dificare la nostra musica e ciò non ci consente una continuità di lavoro.
M.V. - Posso aggiungre che ascoltare questa musica, anche se dal vivo coinvolge di più, non è facile, per tanti fattori, ma soprattutto per scarsa abitudine a sentire il jazz in generale.
Per quanto riguarda gli spazi,
abbiamo notato un'inversione di tendenza: quando aprirono tutti questi locali "alternativi" in Ticinese sembrava che ci fosse ro molte possibilità di suonare, ma ora rileviamo una prefe renza verso chi suona musica più facile, non dico commercia le, ma senza dubbio più immediata.
D. - L'aspetto finanziario?
M.S. - Nullo: con i locali si guadagna quel che si guadagna.
D. - Quindi suonare per il gusto di suonare? che non sia autoprodotto.
D. - Per esperienza vissuta qua li consigli o suggerimenti date ad un giovane musicista di base?
M.S. - Avere ben chiaro cosa vuol fare e poi lavorare per ar rivarci, studiando tutte le cose "classiche" che possono esse re utili.
M.V. - Studiare, anzitutto, poi dipende da cosa si vuol fare e dove si vuole arrivare con la musica.
M.S. - Vale il discorso di Char lie Mingus: "tu impara tutto, studia tutto, impara a suonare, poi alla fine dimentica tutto e comincia a suonare".
E da qui nasce il "free".
ITALIANI
A.VENDITTI
F.DE GREGORI
POOH
P.F.M. TERESA DE SIO
ROCK
ROLLING STONES
KLNG KRIMSON
Sotto la pioggia
Titanic
Plasport Performance Volume2°
Stili life
Beat
PAUL Mc CARTNEY
QUEEN
FRANK ZAPPA
ALAN PARSON
GENESIS THE CLASH
THE CURE
MOTORHEAD
JAZZ
Tug of
Hot space
Ship arriving
Eye in the sky
Three sides live
Combat rock
Pornography
Iron first
CHARLIE MINGUS The cluwn
MILES DAVIS We want Miles
JOHN COLTRANE Bye bye blackbird
WEATHER REPORT Wheater
G.GASLINI/A.BRAXTON Report Four Pieces
CLASSICA
RAVEL
VIVALDI ROSSINI ROSSINI
Bolero
Quattro stagioni Stabat mater
Il turco in Italia
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trettanto importante valutare la qualità del cibo di cui ci nu triamo. Il discorso di fatto molto vasto a questo proposito e ci riserviamo di affrontarlo con ordine, nel tempo a venire; un consiglio comunque è senz'al tro valido ed è quello di varia re il più possibile la propria dieta in modo da garantire al nostro corpo la sicurezza di ri cevere tutti i nutrimenti che gli necessitano.
L'ultimo aspetto che mi preme sottolineare è quello della cor retta distribuzione nel corso della giornata dei pasti, l'idea le sarebbe frazionare il più possibile l'assunzione del cibo, dovendo limitarsi ai tre momenti classici della prima colazio ne, del pranzo e della cena è secondo me fondamentale attribuire l'importanza che merita alla prima colazione, che troppo spesso viene trascurata mentre soprattutto per la cené,spes so è conveniente ridurne il più possibile l'entità. Le regole quindi da seguire per garantirci un'alimentazione correttanon sono poi così difficili e drammatiche. Non è quasi mai necessario rinunciare al piacere del la buona tavola, é sufficiente amministrarlo mangiando, spesso, con moderazione ed in modo vario.
OLICHI nOV I Tn'
La scala mobile non si tocca
Si discute da molto tempo intorno ad un argomento che, sem bra in grado ancora oggi di su scitare sommovimenti , moti di reazione, interessi giornalistici ecc.
Si tratta dell'equilibrio del potere o almeno di un certo e quilibrio, dentro il quale pas sano o dovrebbe/sci passare ed essere assorbite le cosidette "compatibilità".
Potere politico e/o economico. Quale dei due è funzione dell'altro? Pochi rispondono con sincerità o chiarezza a questa domanda. Solo coloro che lavorano che producono, nell'accezione più lata, trovano che questa questione sia troppo millantata, usata per scopi che , nonostante tutti gli sforzi di chi il potere lo de tiene, qualche volta mostra il suo vero volto.
Vedete, dei meccanismi che in modo costante generano e alimentano le perversioni della crisi in cui sembra essere im pastoiata l'Italia nessuno o pochi parlano.
Emergono per contro, proprio in base ai detti equilibri, le verità "di parte", di quella parte cioè che governando il complesso dell'economia nazionale ed essendo in questa fase apparentemente in vantaggio sull'altra (il mondo del lavoro, noi, comunisti), propugnano la loro soluzione, che appare a mio avviso, manichea, distorcente e perchè no, vile.
Ed è con questa verità, e con le gnovonazioni che l'accompagnano, che purtroppo dobbiamo fare i conti. Si, nonostante tutto i conti li dobbiamo fare anche perchè, per ragioni che andrebbero riprese,
ci siamo fatti trovare in posi zioni di ripiego)di confusione,di eccessivo tatticismo.
Il nemico ci ha attaccate con un'arma "convenzionale" quando noi aspettavamo da lui un col po "atomico". Perchè dobbia mo dirlo con molta franchezza; questa storia della contingenza, del costo del lavoro ecc., non ci ha mai convinto, nè ieri,nè oggi. E si che di concessioni ne abbiamo fatte a'tutti (padroni ricchi e padroni poveri, padroni veri e padroni fint i ) .
Concessioni che sembravano definitive e che invece venivanoÉ seguite da petulanti: "Non è ancora sufficiente.".
Concessioni che sembravano es sere fini a se stesse e che invece hanno, col tempo, ridefinito un'assetto del potere altamente iniquo e pericoloso.
"Sarebbe un grave errore se i lavoratori, lottando com'è ne cessario, per il rinnovo dei contratti e per la scala mobile, mettessero in secondo pia no il problema sociale che è pur sempre il più importante"
queste parole sono di L. e sono giuste. Ma dentro qua.. ste parole vive o dovrebbe vivere una coscienza del che fa‘.. re che non sempre traspare, non sempre illumina)non sempre convince.
Il costo del lavoro, la contin genza, è vero, non sono fetia:: ne tabù ma "che cosa sono"forse anche noi popolo sappiamo. Noi sappiamo che l'inftazione (o meglioIe inflazioni) è un fenomeno causato da mille spi nte improprie e che il dilun garsi sulle reali origini del le stesse di per sè non risol ve il problema. Ma un conto è il dilungarsi bizantino un conto è il dilun garsi di classe. I padroni, il loro ruolo di parte lo svolgono con un,atteggiamento che sta tra il melense e il "giolittiesco" e il reazionario restauratore. Un mix di espressioni e di smor fie al quale vengono date sempre e da troppo risposte "compatibili" e quindi funzio nali. Può essere che il referendum non fosse lo strumento più politico atto a smascherare questa nefanda mimica, ma neppure la "nuova legge"sulle liquidazioni lo è. Diciamoci una verità, di palazzi d'inverno non c'è ne sono più o sono solo le nebbie che li circondano che ci lasciamo tristezza e con- ' fusione? E queste nebbie chi le ha generate2 Solo i padro ni2 Si certo loro si! I governi e la governabilità?
Si certo anche questi! Forse però a questo eccesso di umid. tà mistificatoria, si poteva rispondere con il respiro che avevamo e che abbiamo, ma che non sempre ci è stato e ci è permesso di usare. Il costo del lavoro, la contingenza, non sono feticci e tabù, ma non possiamo neppure accetta
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Libano: Israele cercail massacro !
Quante ipocrisie sull'invasione di Israele nel Libano!Se tutti condannano formalmente l'invasione di uno Stato sovrano,quasi nessuno mette in luce chiaramen te qual'è lo scopo reale della politica di Begin:lo sterminio completo non solo delle struttu re logistico-militari dell'OLP, ma il genocidio di un popolo intero secondo la più feroce logica nazista. Del resto basta leggere le dichiarazioni del Ministro della difesa Israeliano Sharon per rendersi conto di ciò,e anche se questo massacro si tenta di giustificarlo come garanzia di sicurezza di Israele, questo tentativo non può riecheggiare l'olocausto consumato circa 40 anni fa contro gli Ebrei. Se questa è la situ2 zione,se in nome del"diritto i nternazionale" la CEE(e gli USA) sono stati immediatamente pron ti ad organizzare l'embargo contro l'Argentina per le Malvinas dobbiamo chiederei perchè il brutale massacro Israeliano e l'invasine di uno stato sovrano, non solo no vengono fermati(visto che ogni"cessate il 'fuoco" non riguarda i Palestinesi), ma non vengono neppure ostacola ti e condannati per quello che sono in realtà,ed anzi spesso, a fianco della condanna formale dell'invasione ,si fa quella del terrorismo,che ormai si pre senta sempre più come protesta pura e semplice(del resto si dovrebbe condannare anche il terrorismo assassino nei contro nti dei dirigenti dell'OLP). Alcuni dati ci possono aiutare a comprendere:Israele spende il 30% del PNL per gli armamenti (contro il 12% di URSS e il 5,5% degli USA); il tasso di inflazi one si aggira oltre il 100% allo anno dal '79 in poi, il debito con l'estero è elevatissimo(pro porzionando la poIimlazione Israeliana a quella Polacca è 5 volte maggiore rispetto alla POL. che è tra i massi debitori europei). Se Israele non è in bancarotta è solo perchè si regge sui massicci prestiti e aiuti esteri,specie dagli USA.Che Israele rappresenti gli interessi USA nel medio oriente è dimostrato,se mai ce ne fosse bisogno,dal veto USA all'ONU contro la dichiarazione Spagnola che chiedeva il ritiro delle truppe Israeliane dal territorio Libanese. Di fronte al dramma Palestinase ciò che prevale è dunque la
politica di potenza perseguita dagli USA alla faccia delle campagne per il diritto inter nazionale e di diritto umano. La stessa politica Europea, che nel vertice CEE del Giugno '80 a Venezia aveva proclamato il diritto Palestinese ad una patria, sotto la pressione USA stà subendo una evoluzione,che si mostra nella involuzione, che si mostra nella sua sostan ziale impotenza ad operare concretamente per bloccare il massacro(anzi si pongono sullo stesso piano aggressori e aggrediti col pretesto del terrorismo. Anche l'URSS,nonostan te le secche accuse alla politi ca occidentale, agisce solo in una logica di potenza,in quano. to assiste senza problemi allo sterminio Palestinese,pensando a come reinvestire il capitale politico accumulato in Medio Oriente,magari in una azione repressiva nel suo blocco o nel la sua politica espansionistica. Lo stesso fronte Arabo,appare impotente non solo sul piano
militare,ma soprattutto su quel lo politico dove le divisioni interne,gli interessi particola ristici di potenza locale sos tenuta da una o l'altra delle super potenze,prevalgono sul sostegno alla causa Palestinese. E' il caso di dire che i Ealee tinesi sono sempre più soli. Anche la condanna delle forze politiche,la creazione di un movimento d'opinione contro lo sterminio di un popolo appare debole,errata,inefficace. Ed invece è solo un forte movimento d'opinione e di soste-. gno politico alla sua causa, che si diffonde a livello in,ternazionale e che influenza le sfere governative,che il popolo Pa_estinese ha bisogno per non essere cancellato dalla faccia della terra in nome di una politica ammantata dalle subdole ideologie religiose pseudo ebraiche o"umanitarie" propognate da Israele e dagli USA.
R.Di Troia
SCALA MOBTIE re che siano usati come"coni gli da prestigiatore".
L'EUR e il recente documento sindacale "quello dei 10 punti per intenderci" costituiscono ancora una buona base strategi ca da cui partire per affronta re con coerenza e con rigore di "classe" la giornata contrattua le. Ma non accettiamo la loro verità perchè ci porterebbe in pantani dí ipocrisia, che, sta tene certi definirebbero nuovi assetti del potere soffocanti per l'essenza stessa della democrazia italiana.
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S.Sestagalli
La festa della baia
La festa è un'antichissimo fenomeno popolare determinato dalla necessità di uscire dalla miseria e dalla alienazione del vivere quotidiano che si manifesta con l'esigenza di ro vesciare il sistema e di modificare la propria identità.
Il Carnevale, i Maggi, le vendemmie sono legate a questo an cestrale bisogno di cibo e di abbondanza, e si basano sullo scambio dei ruoli, sul mascheramento
Si potrebbe dire che la festa è una necessità di rivoluzione per lameno qualche giorno ali' anno.
Ma la festa è anche, bisogno di sicurezza, di fratellanza .., essere in tanti e stare assieme.
E' da queste considerazioni ge nerali che l'anno scorso alcuni amici e compagni dei circoli Arci del Quartiere Stadera/ Baia del Re decidevano di dare vita ad una festa popolare capace di coinvolgere tutti gli organismi, le associazioni, i gruppi ... e spingere al prota gonismo la gente dei cortili, i singoli cittadini.
"Per la Baia del Re, ci dice il Sig. Lovati Giancarlo, Presidente nel 1981 del Comitato Promotore, cioè per un quartie re di pensionati e di famiglie numerose, di più o meno recente emmigrazione, la festa non poteva essere che un momento di svago e di gioco, dove il cibo, l'allegria, il vino, gli spettacoli, il ballo, le gare, dovevano creare un clima gioioso di fiducia e di partecipazione, senza trascurare qualche pausa di riflessione come le mostre e i dibattiti."
"E così è stato, ci precisa un altro dei principali promo tori della festa, il Sig. Achille Renato; il 20 Settembre scorso, nonostante il mal tempo abbiamo visto scendere nella strada centinaia, forse migliaia di'abitanti della ba ia e delle zone vicine. Famiglie intere, torme di ragazzini e molti, moltissimi anziani che raramente escono di casa."
"La festa, aggiunge il Lovati, è riuscita grazie alla collaborazione di un vasto arco di forze politiche, sociali e re ligiose, anche se con qualche assenza tanto significativa quanto ingiustificata."
Riprende l'Achilli: " Tra uno scroscio d. pioggia e l'altro la gente si è riversata nei cortili e nella strada per ballare, mangiare, ascoltare
la musica, seguire la banda Civica, partecipare alla fun... zione religiosa, guardare le mostre fotografiche sul quar tiere e sugli handicappati.
Ci sono stati ovviamente dei difetti di organizzazione e di impostazione, ma tenendo conto che si trattava della prima edizione non possiamo lamentarci ...".
Il Sig. Benintendi Emilio che è stato uno dei più attivi or ganizzatori della "Festa della Baia" ci parla della prepa razione della seconda edizione: "Siamo a buon punto anche se aspettiamo ancora una risposta precisa del Consiglio di zona 15 che l'anno scorso ci aveva data un contributo decisivo. Abbiamo già contattato: gruppi di animazione, orchestre e jazz bands e stia mo approfondendo tutti gli a spetti organizzativi della fe sta.
Ci auguriamo di poter andare in porto fissando, anzi miglio rando il successo dello scorso anno. ".
Come redazione del "Muro" noi ci auguriamo che la festa del la Baia del Re diventi un dato permanente della vita sociale della nostra zona, ma proprio per questo ci parmettiamo di suggerire agli organizzatori di fondare la manifestazione su un solido impianto culturale che tenga conto della realtà socio-economica del quartiere con i problemi dei suoi anziani e dei suoi immi grati con le sue tradizioni e la sua storia. Si tratta, per ciò di non privilegiare soltan to alcuni aspetti pseudo-folkloristici di stampo più o me no "milanese" abbondantemente conditi di "ballo liscio".
Si tratta di ricercare le au tentiche radici storiche del la baia che sono anche di p- Ä
rigine meridionale, si tratta di non annullare nella festa il carattere operaio del quar tiere e la sua gloriosa tradi zione antifascista; si tratta di non dimenticare i giovani. Nel cliMi di contestazione in sito nella natura stessa del; la festa che non è e non può essere soltanto superficiali tà e consumo, questi valori possono trovare espressione intelligente e fantasiosa ed arricchire, quindi, con l'ironia e la creattività la gge nuina impostazione della festa.
ilmuro
- Giornale dentro il quartiere
Supplemento di MILANO OGGI
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- Stampato in proprio
Alla realizzazione di questo numero,hanno collaborato: Daniela Benzoni,Umberto Bianch Natale Carapellese,Giulio Cofano,Nadia Cortiana,Giorgio Donegani,Raffaele Ditroia, Massimo Franceschi,Vilia Fattorini,Lidia Fontana,Alberto Lodi,Daniela Lovati,Luciano Maestri,Mauro Maggioni,Carlo Mariani,Antonio Merola,Gabriele Pasqui,Walter Pazzaja,Dario Podestà,Walter Torri,Alberto Pasqui,Nicola Tedone.
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