IL 1° MAGGIO
Non è a fine d'anno, ma più propriamente al 1° maggio di ogni anno che i lavoratori sono usi a fare il bilancio delle lotte del lavoro.
E anche quest'anno il bilancio dei lavoratori italiani in generale, e milanesi in particolare, non si presenta affatto negativo. E' stato sì un anno di dure e aspre lotte, condotte sul piano sindacale e politico, ma la classe operaia, ben guidata dalle sue organizzazioni democratiche, ha ben retto agli attacchi dell'avversario e si presenta oggi più agguerrita e più matura di ieri.
Or è un anno gli operai, i contadini e gli impiegati si trovavano impegnati nella più dura lotta politico-sindacale del dopoguerra: quella del conglobamento e per gli aumenti salariali. Già si profilava all'orizzonte la manovra politica dell'accordo truffa che, concertata dal padronato con l'ausilio del Governo SS e l'appoggio dei sindacati scissionisti, avrebbe dovuto schiantare e piegare la grande C.G.I.L.
Alla possente risposta data dai lavoratori milanesi col potente sciopero del 12 giugno, fecero poi seguito con crescente intensità le lotte, fabbrica per fabbrica, cascina per cascina.
Oltre 14 milioni di ore di sciopero e centinaia di accordi aziendali nel giro di pochi mesi portarono lo scompiglio nelle file del padronato milanese e costituirono la migliore riconferma della giustezza della linea di condotta assunta dai sindacati unitari.
Ma giova ricordare sopratutto il brillante successo dei braccianti e salariati milanesi che dopo un'eroica lotta di oltre 40 giorni seppellirono l'accordotruffa stipulato fra gli agrari e scissionisti e conseguirono miglioramenti di notevole entità.
La bieca manovra anticostituzionale tendente ad escludere sistematicamente la C. G. I. L. dalle trattative fallì in pieno. Ad una ad una quasi tutte le categorie industriali ritornarono sui loro passi e furono costrette a trattare con la C.G.I.L. rinnovando, migliorandoli, i propri contratti collettivi con congrui aumenti salariali, in aggiunta agli accordi del 12 giugno.
La partita non è però ancora chiusa definitivamente. Infatti la lotta è ancora aperta specie per i lavoratori metallurgici.
I grandi monopoli che ora più che mai dirigono la Confindustria e la politica governativa opponendosi alle modeste richieste della FIOM ed instaurando la discriminazione e il dispotismo nelle fabbriche, han-
Quest'anno la celebrazione del 25 Aprile assume in tutta Italia un aspetto ed un'importanza particolari per la ricorrenza del suo Decennale.
Niguarda ha voluto dopo dieci anni riconfermare le sue gloriose tradizioni di lotta antifascista in un rinnovato spirito unitario.
Finalmente ancora affratellati ritroviamo gli stimati comandanti delle formazioni e delle brigate partigiane, gli esponenti dei partiti politici e delle organizzazioni democratiche e con loro tutta la parte attiva della cittadinanza niguardese.
Questa unità non vuole semplicemente celebrare una data, bensì ricordare agli immemori che la liberazione del nostre Paese dai traditori fascisti e dagli occupanti nazisti ha significato la fine per i regimi corrotti e servi dello straniero, ha precluso la strada per coloro che vedono nella violenza un simbolo, e trascritto nella Costituzione repubblicana un nuovo indirizzo di libertà, di giustizia e di indipendenza.
Restiamo uniti niguardesi e rinsaldiamo sempre più i vincoli di amicizia e di fratellanza che dieci anni or sono furono alla base della nostra lotta insurrezionale, lottiamo ancora assieme per un avvenire più sereno, per una pace duratura fra i popoli di tutto il mondo.
A. F.
no trasferito la lotta sul terreno politico.
Il loro atteggiamento è chiaro, non si giustifica più ormai sul terreno economico o sindacale; ma è essenzialmente politico, perchè sanno che nei metallurgici e siderurgici è la parte più forte, più generosa ed avanzata dello schieramento operaio. Cioè la parte più sensibile e più attiva in ogni lotta per la difesa della libertà e della pace.
Ecco perchè, questo 1° maggio, ci deve tutti trovare vicino ai lavoratori in lotta: dai metallurgici ai tessili, dalle operaie della Santagostino agli eroici portuali di Genova.
LIBERTA' E PACE esige il popolo italiano.
Per la libertà e per la pace lottammo dieci anni fa, sorretti da una grande fiducia. Per la libertà e la pace celebriamo oggi la Festa Internazionale del Lavoro in unità con tutti i popoli del mondo, sorretti da una grande certezza.
WALTER ALINI
25 APRILE
a MAUTHAUSEN
Ricordi di un ex deportato
LE MANIFESTAZIONI del Decennale della liberazione
24 APRILE
Ore 9 - Ritrovo in Via De Calboli 1.
Ore 9.30 - Inizio corteo per la posa di corone al monumento dei caduti della guerra 19151918 e alla lapide dei Caduti per la Liberazione, indi per Piazza Belloveso dove prenderanno la parola i partigiani Guidetti Angilberto (Formazione Val Toce) e Riva Enrico (Brig. Garibaldi). Pomeriggio e sera: Festeggiamenti popolari in tutti i Circoli.
25 APRILE
Manifestazione centrale in piazza Duomo.
Alla sera proseguono i festeggiamenti nei Circoli.
Si invita alla partecipazione tutta la cittadinanza, Partiti e organismi democratici.
Per il Comitato
Guidetti Angilberto (Formazione Val Toce) - Riva Enrico (Brigata Garibaldi) - Gennari Luigi - Brigata del Popolo).
LEALTA' E LAVORO PER TUTTI
Siamo venuti in possesso di un manifestino che ci accusa di imparzialità, manifestino che tante famiglie niguardesi hanno ricevuto tramite posta.
Non avremmo preso in considerazione tale manifestino se la posta in gioco non fosse così alta; si tratta del lavoro di centinaia di famiglie ed il nostro dovere ci spinge al fianco di questi lavoratori per la difesa dei loro diritti. Non merita considerazione il
Dichiarato lo sciopero generale alza " Santagostino „ simpatie 21 e. m. i lavoratori e le lavortitrici della della fabbrica hanno incrociato le braccia e in corteo si recheranno per una protesta in Prefettura.
manifestino perchè non è firmato. Come giudicare individui che non hanno la forza morale di rendersi responsabili delle proprie azioni?
Sono degni questi individui di considerazione?
Ci si accusa di imparzialità perchè, dicono, non abbiamo pubblicato nulla sui licenziamenti avvenuti alla Cooperativa « Ancora ».
Sul numero 2 del febbraio, lo « Eco » pubblicava un articolo del consiglio di Amministrazione della Cooperativa, ove si mettevano in rilievo le difficoltà economiche, politiche e sociali che avvolgono la cooperativa stessa; si invocava la approvazione della legge in favore della cooperazione, legge che da anni giace in Parlamento e che il governo Italiano non intende approvare.
La legge avrebbe dato la possibilità alla cooperativa di svilup-
Giornata uggiosa, piove e un vento gelido fa scricchiolare le baracche. Una atmosfera opprimente pesa sul campo, il fumo denso e dolciastro dei forni crematori grava su tutto e penetra in noi attraverso le finestre tenute aperte. In queste ultime settimane colonne di scheletri più che uomini si riversasano qui a Mauthausen, campo madre dei vari campi sparsi intorno, evacuati in conseguenza delle avanzate delle for e Liberatrici. Qualche cosa mi opprime, da tre settimane sono stato evacuato dal e arbeit kommando » di Melk. Sappiamo tutti che le S. S. vogliono eliminare tutti i prigionieri rinchiusi a Mauthausen, vogliono fare piazza pulita per non lasciare traccia dei loro crimini. In queste ultime settimane, già migliaia e migliaia di detenuti sono stati cremati nelle camere a gas e massacrati nelle fosse comuni; e stamani stesso gli ultimi ebrei della baracca 21; dove mi trovo, sono stati portati via e non più rivisti. Penso alla famiglia lontana, ai compagni di lotta lasciati sulla breccia; agli amici partigiani che combattono in (continua a pag. 31
pare la sua attività e quindi di impiegare più manodopera; chiediamo a Voi, anonimi individui di chi è la colpa se la legge non viene approvata? E poi ritenete proprio giusto un confronto economico tra un grande complesso industriale come la Santagostino ed una cooperativa o piccoli artigiani?
Il fatto stesso che non avete osato firmarvi, dimostra chiaramente che siete in mala fede, che volete spezzare l'unità dei lavoratori di Niguarda, che siete gente al servizio del padrone, gente prezolata capace di qualunque azione cattiva pur di renderVi sempre più servizievoli a chi vi dà la mercede del vostro ignobile mestiere.
Noi della redazione continuiamo la nostra attività, siamo al fianco dei lavoratori della Santagostino siamo pronti a batterci per il loro lavoro e per il lavoro di tutti.
Dove si vogliono licenziare i lavoratori noi accorriamo in loro difesa, ovunque e dovunque! (continua a pag. 5)
UMERO SPECIALE PER IL 25 APRILE
DIREZIONE 'IMINISTRAZIONE ia De Calboli, * * * Anno II - Numero 4 * * * APRILE 1955 * * L. 3 0
PERIODICO MENSILE Di VITA NIGUARDESE
Partigiani e patrioti della "Valeta„
W il Decollale della gloriosa
QUELLO CHE "L'ECO„ HA SEMPRE SCRITTO
LA FERMA DENUNCIA dei lavoratori della Silex lettere aperto agli anonimi accusatori
Domenica 3 aprile s'è tenuto, alla Casa della Cultura di Milano, un convegno sulle malattie professionali in genere e sulla silicosi in particolare.
Al convegno che è risultato interessante per gli argomenti trattati, hanno partecipato - eminenti esponenti del campo della medicina, parlamentari, rappresentanti dei lavoratori, il rappresentante dell'Ente Nazionale della Prevenzione sugli Infortuni ed un nutrito numero di lavoratori di alcune fabbriche di vetro-ceramica, fra queste quelli della SILEX.
L'operaio di questa fabbrica delegato ad intervenire sul punto all'ordine del giorno del Convegno, esponeva con una semplice quanto lucida relazione, le condizioni tutt'altro che salutari nelle quali "vivono i lavoratori della SILEX.
In tutta la fabbrica vi è polvere!!! » Questa frase, pronunciata con forza, riassumeva da sola tutte le deficienze a carico della direzione della fabbrica che troppo poco ha fatto per preve*nire i propri dipendenti da una delle malattie professionali più discusse: la silicosi.
« Alla SILEX esistono insufficienti mezzi di aspirazione della polvere prodotta dalle macchine « diceva l'operaio » e questa lacuna si risconta maggiormente sulle rettifiche di materiale già cotto quanto su quelle per il Fibro, composto da fossili, amianto e materiali schiumogeni in gener, e la Sui polveie è di gran lunga più pericolosa del silice stesso ».
« Le impastatrici del materiale » continuava il lavorato della SILEX « che sono - installate a 70-80 centimetri dal soffiitto ed i numerosi frantoi-trafila, fanno compiere agli operai adibiti a questo tipo di lavorazione, un lavoro che si può definire massacrante ».
Questa è stata una parte dell'ampia denuncia fatta dai lavoratori della SILEX, una denuncia che dovrebbe far meditare seriamente i dirigenti dell'azienda.
Noi pensiamo che i lavoratori di questa fabbrica hanno, come tutti gli altri, il diritto di lavorare nella fabbrica stessa in maniera più decente e con adeguati strumenti di prevenzione alle malattie. Una delle richieste che dovrebbe veffire affrontata è quella di rendere operante la proposta di legge già inoltrata al Ministero del Lavoro dai parlamentari di sinistra, legge che consiste nel portare il grado d'infermità per silicosi, dal 33% come vige ora al 20%, legge infine che tuteli in modo degno di un Paese civile la salute di chi rappresenta la forza preponderante nella produzione e nel progresso della nazione.
Il lavoratore minato da una malattia professionale diminuisce il proprio rendimento produttivo e
DIITA
si incammina sulla via del declino fisico sino a diventare un peso, oltre che per la propria famiglia, per la Società. Questi semplici concetti dovrebbero sempre esser presenti in coloro che dirigono la Società ed in coloro che dal sudore dei lavoratori traggono i profitti maggiori.
Al convegno è stato proposto dai lavoratori della SILEX, che una commissione d'inchiesta si rechi nella fabbrica per accertare la veridicità delle denunce e che tale commissione sia accompagnata anche dai rappresentantisdei voratori affinchè non si ripeti ciò che in precedenza è già avvenuto, e cioè il giochetto elaborato con riuscita dalla direzione la quale, in occasione della visita della commissione dell'Istituto Nazionale del Lavoro, faceva cessare l'attività produttiva rifiutandosi inoltre di dichiarare il numero degli ammalati della fabbrica.
Le aspirazione dei lavoratori della SILEX rappresentano il minimo indispensabile per difendere la loro integrità fisica e ad esse noi diamo e daremo nel futuro il nostro incondizionato appoggio affnchè si concretino.
SERVIZIO INCA
Contributi volontari per la pensione di invalidità e vecchiaia
I lavoratori che si trovano disoccupati o che comunque non lavorano più alle dipendenze di terzi e che intendono continuare pagare i contributi volontari all'INPS, possono rivolgersi alla Camera del Lavoro di Niguarda per l'inoltro della domanda alla Previdenza Sociale.
Hanno diritto alla prosecuzione volontaria coloro che possono far valere almeno, nel quinquennio precedente alla domanda, seguenti contributi base (marche assicurative) effettivamente versati:
n. 52 contributi settimanali per i lavoratori retribuiti a ásettimana:-
n. 12 contributi mensili per i lavoratori retribuiti a mese. Per i lavoratori che da oltre
5 anni non sono più soggetti al versamento dei contributi obbligatori, possono inoltrare la domanda per ottenere l'autorizzazione al versamento volontario purchè abbiano versato all'INPS (durante il periodo che hanno prestato servizio) il seguente importo:
L. 2.965 impiegati
L. 1.125 operai
Questi ultimi hanno la possibilità di fare la domanda entro il 31 agosto, dopo il che non sarà più possibile.
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Cara Eco di Niguarda in possesso della gradita tua del 2 corrente,. riteniamo che con la medesima si volesse farsì mettere a fuoco questi due punti:
1' - motivi 'che determinarono i recenti provvedimenti a carico di alcuni nostri dipendenti;
2° - confutazione del volantino, di color celestrino, dal titolo « Quello che l'Eco di Niguarda non dirà mai!... Giustizia... per tutti!!! », diffuso abbondantemente quache giorno fà nel nostro Rione.
mutualistiche) ed alla imposta generale sull'entrata.
dare una paternità alla verità e alla giustizia è perchè si è in mala fede.
MILANO
Abitazione: Via F. P. Calboli, 18 (Rip. Niguarda) - Tel. 691.506 , Negozi : Via Ornato, 18 - P.zza dell'Osp. Maggiore, 6 - Tel. 690.345
Circa il secondo dei su citati punti, che cosa vuoi che si possa confutare a chi non ha avuto (a ragion veduta, perchè c'è materia da Codice Penale) il democratico principio elementare di sottoscrivere un volantino; è evidente quindi che l'ispiratore del volantino medesimo è un ottimo seguace delle teorie di Don Basilio del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, così bene immortalate nella cavatina del secon,do atto « La calunnia è un venticello ».
Se mi sono permesso di scrivere non è per rispondere all'anonimo ideatore del volantino o chi per esso ma per gli onesti cittadini niguardesi che sanno e sapranno sempre distinguere, indipendentemente dalla loro fede politica o religiosa, i capitalisti dai lavoratori.
LA
Ad ogni modo l'eguagliare il Calzificio Paolo Santagostino o meglio i suoi legittimi proprietari agli effetti dei profitti con la Cooperativa di Consumo l'Ancora o meglio con i suoi amministratori, che adempiono ad una funzione sociale senza alcuna interessenza, anzi sacrificando il loro tempo disponibile dopo il lavoro quotidiano, è perlomeno da persone acefale, degne non già di vivere nella nostra collettività, ma in quel certo Istituto Neuropatico situato in località Mombello della provincia di Milano.
Sulla qualifica dataci di « capitalisti rapaci » ci siamo poi fatti una bella risata e perdonaCi, se, tristi per quanto a, ragion veduta ci siamo visti costretti a fare nell'interesse della nostra Società e per l'inspiegabile odio che nei nostri confronti sputano taluni individui che passano per moralizzatori, preferiamo a -questo punto concludere. Fraterni saluti.
Il Consiglio d'Amministrazione Il Presidente PARIDE POGLIANI
In merito al confronto coi Santagostino, credo sia doveroso da parte mia far ricordare a chi finge di non sapere il' mio giusto nome che c'è un solo, confronto che si può fare, ed è quello che c'è stato quando avevo con loro. un rapporto di lavoro e che è stato interrotto nel 1936 proprio perchè i Sigg. Santagostino erano capitalisti e quindi sostenitori del fascismo e della guerra fascista, io invece ero un operaio, un antifascista e contro la guerra di conquista del fascismo.
Sul primo dei suindicati punti non possiamo che ripetere quanto più volte in' Assemblee- Generali; in riunioni differenziate ed in contatti abbiamo serenamente affermato al nastro Corpo Sociale e cioè: che non era più ammissibile mantenere una organizzazione che risaliva, si può ben dirlo, pressochè alle origini della Cooperativa e portava con sè dei gravami tali che la funzionalità risultava fortemente menomata, 'nonostante il notevole numero dei dipendenti. Questo è l'aspetto tecnico che giustifica le attuali modifiche strutturali-organizzativa e che in una certa qual misura sta alla base dei provvedimenti presi a caricò di taluni dipendenti; provvedimenti che però vanno soprattutto ricercati nelle condizioni economiche che attualmente regolano la vita del nostro Paese ed in particolare la vita della nostra Cooperativa e che si concretiz.zano nello strapotere dei monopoli e dei gruppi monopolistici, che, pur nulla conoscendo delle situazioni interne di ogni singdla azienda, pretendono di limitare al nulla le capacità di guadagno dei rivenditori coatti (è una coattività morale, anche peggiore di quella materiale) avocando a sè l'intero profitto ricavabilé dal loro prodotto, nonché nelle misure discriminatorie che si identificano nella privazioné del credito e nella pesante politica fiscale adottata nei nostri confroriti. Pehheetkiti P4u/ di citare là cifra di L. 3.500.000 fissataci dagli organi competenti come tasse per la gestione -7-1953 - 30.6-1954 relativamente alla ricchezza mobile sul reddito (dover parlare di reddito di una Cooperativa, devi ammettere, che è per lo meno puerile, perchè le Cooperative non perseguono reddito alcuno, essendo per Statuto delle società squisitamente sociali e Indirizzare al dott. G.M.M. rubrica a La parola del Medico » de L'Eco di Niguarda via De Calboli 1. ' Sign. Rita Turati: spesso disturbi digestivi come i suoi accompagnati da bruciori di stomaco ed acidità specialmente se ad insorgenza prevalentemente stagionale (autunno e primavera), nascondono una ulcera dello stomaco del duodeno. E badi che in molti casi l'ulcera esiste sicuramente anche se non è dimostrata o dimostrabile can le radiografie. Questo naturalmente in via ipotetica. Perchè non prova a farsi somministrare per un certo tempo la cura completa ed efficace dell'ulcera a titolo di prova?
Benzoato di Sodio endovena, Roter ed altri medicamenti alcalini similari ed antivagali nonchè sostanze tamponanti spesso hanno ragione di disturbi digestivi ribelli ad ogni cura perché agiscono in senso antigastrico ed antiduodenitico. Gastrite e duodenite ,essendo in malti casi nè più nè meno che « l'anticamera » dell'ulcera vera e propria.
Modificando poi i processi digestivi, ed assimilativi del tubo digerente eliminano spesso anche l'alito cattivo ed il senso di bocca amara ed "a impastata » fatto presSochè quotidiano che affligge i pazienti, ridonando benessere ed appetito e migliorando quindi le condizioni generali.
Ad altre cure come enzimi digestivi, lievito di birra, carbone vegetale, fermenti lattici ecc. potrà sempre pensare eventualmente in un secondo tempo.
La pressione e il ricatto economico del padron,ato non hanno però piegato il mio spirito di classe e pur considerando lo stato di animo in cui si trovava la maggior parte della maestranza che è stata portata, senza convinzione e con sacrificio materiale e morale a compiere il gesto della consegna della fede morale, áoggi come ieri mi sento orgoglioso di essere stato con mia moglie nella lista di quelle «pecore rognose» che hanno coraggiosamente resistito all'azione eal,flaaseimpressione ;o. del padronato e del Da quella lotta è nata la mia ternperanea attività di piceolo imprenditore; lotta che, anche in diverse circostanze, ho sempre sostenuto. I fatti lo possono testimoniare e le persone di buonsenso possono giudicare.
AMLETO BRAMBILLA
a quell'ambii atorio, a questo o a quell'Istituto competente in materia specifica.
Medicina sociale
Non vorrei occupare molto spazio_ per una questione personale in merito a quel volantino spedito' al domicilio dei niguardesi perchè non meriterebbe di essere premo snrserio, An ranro—per lé cose che dice, poichè può essere il prodotto di una confusione mentale, ma perché chi l'ha fatto non ha avuto il coraggio morale di sottoscrivere le cose dette tanto più quando si ritiene che siano cose vere e giuste. Quando non si ha il coraggio di Si verrebbe così ad eliminare finalmente quel famoso a alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità Pubblica a regolarmente affidato ad un avvocato (chissà poi perchè!!) che, legato al Ministero dell'Interno come è attualmente, non dà nè può dare garanzie di serio funzionamento, e sopratutto di indipendenza dalle consorterie politiche.
L'unificazione di tutti gli Enti assistenziali in un unico organismo permetterà inoltre ai medici che ne faranno parte tutti quelli che lo desiderano cioè) di poter curare finalmente in modo a unitario a i propri pazienti, qualsiasi forma morbosa presentino, sia medica che chirurgica, generica o specialistica; tubercolare, infettiva o professionale ed à qualsiasi causa dovuta: accidentale, fortuita o sul lavoro, senza quella dannosa suddivisione in a compartimenti stagni a oggigiorno vigente per cui un medico è continuamente assillato dalla preoccupazione di burocraticamente smistare i suoi pazienti della Mutua a questo
Il risultato poi che spesso si ottiene è quello di avere sballottato il povero paziente da un ufficio all'altro, da un ambulatorio all'altro, da un medico all'altro, di avergli fatto perdere intere giornate lavorative nelle lunghe « attese » nelle varie anticamere, infine di... non averlo guarito affatto.
Cosicchè il medico fiduciario talvolta si vede ritornare nel proprio studio il suo paziente, magari dopo parecchie settimane, in condizioni peggiori di prima.
Si abbia quindi il coraggio di affrontare la situazione. Si abbia il coraggio una buona volta di cambiare, iria radicalmente cambiare la situazione che si va facendo di anno in anno più insostenibile.
Alla vigilia dell'ingresso nella « Mutua a di nuove categorie di cittadini (artigiani, commercianti, coltivatori diretti ed in seguito forse anche pensionati) per un totale di circa otto milioni di persone, crei un organismo sano ed efficiente, capace veramente di assicurare l'assistenza sociale nel vero senso della parola, così come ai medici è stato insegnato dai loro grandi maestri nelle Università; così come da tutti i cittadini di un paese civile si è in diritto di pretendere.
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PAROLA DEL MEDICO
AprileNiguarda e insorta RICORDI " di Maulhausen
Rammentare l'insurrezione nazionale è particolarmente per noi niguardesi, motivo di orgoglio.
'Fummo i primi a prendere le armi per cacciare i nazifascisti, fummo i primi ad innalzare le nostre libere bandiere sulle barricate che il popolo aveva eretto con entusiasmo e fervore di lotta. Insorgemmo nel nome dei nostri Caduti che ci avevano indicata la via della libertà e della democrazia. E tutto ciò per noi è onore. Fin dal mattino di quel 25 aprile le formazioni partigiani del nostro rione erano sul piede di guerra.
La Volante « De-Rosa » dopo aver giustiziato un capitano repubblichino, disarmò il posto di blocco fascista al dazio di Via Ornato. Il distaccamento « Dino Giani » della 110°. Brigata Garibaldi, che in formazione stava dirigendosi sul viale Monza per bloccare questa importante arteria, sfuggì per vero miracolo ad una imboscata tesa dai fascisti nelle vicinanze del Cimitero di via Monte Rotondo. Pochi metri ancora sarebbero stati sufficienti a creare una carneficina.
La valorosa formazione G.A.P. aveva disarmato, il giorno precedente, la caserma della G. N. R. di via Grivola.
Tutto questo aveva suscitato emozione ed entusiasmo nella nostra popolazione.
Quel giorno le sirene delle fabbriche suonarono inutilmente alle 13, invano chiamarono gli operai al lavoro, tutti fiutavano qualcosa nell'arià, lo sciopero insurrezionale era in atto: Niguarda aveva preceduto l'insurrezione!
Ormai i partigiani portavano le armi alla luce del sole, la difficile e rischiosa vita cospirativa era terminata. La popolazione tutta li applaudiva, aveva quasi un senso d'invidia, molti avrebbero voluto tenere fra le mani un arma e di armi, purtroppo, ce n'erano pochissime.
sca attraversò velocemente il nostro rione inseguita da numerose pallottole, ma la fortuna l'assistette e riuscì a fuggire.
la morte di Gina Bianchi
Alle 14 il posto di blocco di via Graziano Imperatore aprì il fuoco su due camion tedeschi che entrarono in Niguarda sparando; purtroppo dovemmo registrare la prima. vittima fra le nostre file. Colpita mortalmente da piombo nazista cadde la nostra Gina Bianchi, una figura luminosa di combattente antifascista; era staffetta
ruzione, offrendo ai partigiani 2 milioni di lire ma questa propoSta non fece altro che accelerare la loro fine: vennero fucilati. La giustizia del popolo li aveva raggiunti.
Più tardi vennero fermati due camion dell'areonautica carichi di materiale militare e vi eran, fra l'altro, quattro mitragliatrici e trenta pistole automatiche. Questo bottino fu provvidenziale, in modo particolare le mitragliatrici che a Niguarda mancavano e che furono perciò immediatamente piazzate nelle posizioni di maggiore vantaggio. Gli otto u ficiali
Queste caserme erano ad ogni modo circondate. La formazione Ticino vigilava continuamente su di esse e dal muro di cinta dello Oratorio partivano incessantemente scariche di fucileria.
Si udivano pure le raffiche che dalle terrazze della Pirelli gli uomini della 107" Brigata Garibaldi sparavano sulle casermette di Bicocca.
Nella notte il coprifuoco era in atto, nessuno entrava od usciva, nè circolava per Niguarda senza la prestabilita parola d'ordine.
Aerei alleati sorvolavano continuamente la nostra zona, lanciando razzi illuminati. Quella notte 93 uomini armati vigilavano sulle sorti di Niguarda.
l'autocolonna tedesca
(continuazione da pag. 1) montagna contro le bestie nere fasciste e naziste e un grosso nodo mi prende alla gola. So che le mie condizioni fisiche sono disperate, mi domando se ce la farò a sopportare per qualche settimana questa dura vita, se riuscirò a sopravvivere a questo inferno e a ritornare in Italia.
Da oltre un mese, le misere razioni ci sono state più che dimezzate, queste non sono certamente sufficienti a farci vivere, dunque solo qualcosa di insperato o quanto meno un miracolo, potrebbe cambiare la situazione tragica in cui mi trovo.
// C. L. N. diramò i primi ordini, bisognava effettuare posti di blocco e pattuglie volanti di collegamento.
Il primo collegamento si verificò in via Ornato, di fronte alla « Primavera ».
Una pattuglia di patrioti intimò l'alt ad una macchina tedesca proveniente da Bresso, in risposta i tedeschi aprirono il fuoco ferendo tre partigiani: Dalla Chiesa, Sironi e Brivio. S'accese allora una piccola battaglia che si concluse con la morte dei tre tedeschi. Qualche minuto più tardi, sempre in via Ornato, un fascista venne disarmato dai patrioti, sotto la minaccia delle armi. Nello stesso istante un'altra automobile tede-
partigiana e nel suo grembo portava una creatura.
Il primo camion investì un carro agricolo che si trovava sulla strada; nella violenta sparatoria venne ucciso un tedesco.
La morte della nostra Gina Bianchi portò alla determinazione di innalzare le barricate: il nemico non doveva più entrare nelle nostre strade, ma anche questo compito non era facile, ad ogni istante si doveva combattere e ciò prolungava il lavoro di erezione degli sbarramenti.
d'aviazione furono lasciati in libertà dopo aver loro forniti abiti borghesi.
Alle 16 una macchina con tre « S. S. » a bordo riuscì a superare lo sbarramento ma una raffica di mitraglia la costrinse a fermarsi in mezzo al rione. Il loro ardire li aveva portati in trappola, in breve da tutte le finestre partirono colpi di fucile mentre, fra una scarica e l'altra, s'intimava loro ld resa. Ostinati continuavano a sparare, due di essi si misero addirittura sotto la macchina sperando così di offrire minor bersaglio finchè una prolungata raffica di mitraglia li fece tacere per sempre.
la morte di Mario Mariotti
Erano appena cessati quei colpi che un'altra automobile mimetizzata entrò suonando prolungatamente il clacson, nuovamente i partigiani aprirono il fuoco; il partigiano Mariotti morì nel.tentativo di lanciare una bomba a mano, l'ordigno gli scoppiò nelle mani. Sulla macchina che nel frattempo si era fermata vi era un partigiano ferito, solo in quel momento ci si accorse dell'equivoco. Un tedesco motociclista veniva catturato pochi minuti dopo.
Ad un tratto ci fu un allarme, una staffetta portò a tutte le barricate l'ordine di tenersi pronti, un'autocolonna tedesca era giunta alle porte del rione, era stata fermata ma si sparava molto, voleva passare ad ogni costo vennero mandati rinforzi in via Imperatore. I tedeschi, abbandonati i camion, avevano preso posizione nei campi, avevano piazzate le mitragliatrici, il loro fuoco era in certi momenti « infernale » ma non dovevano passare, questo era intendime,nto dei figli niguardesi. Numerose pattuglie partigiane, uscirono 'attaccando ai lati il nemico. La formazione « Garibaldi » dello Ospedale Maggiore era entrata anch'essa in azione attaccando i tedeschi alle spalle.
Il grosso dell'autocolonna vista la mala parata, ripiegò su Milano; ma una parte di essa venne accerchiata, il loro comandante ferito, ed all'alba alzarono bandiera bianca.
Qualche istante dopo ventitrè nazisti incolonnati attraversavano Niguarda con le mani alzate. Il bottino in armi fu rilevante. Il nuovo giorno nasceva sotto il segno del migliore auspicio e durante la notte i disertori fascisti si presentarono numerosi alle nostre barricate.
E' sera, presto saremo incolonnati e portati sul piazzale di fronte ai forni, per la rituale conta che si ripete ben due volte al giorno, quasi si potesse fuggire in queste condizioni. Piove e il vento urla più che mai, ma non per questo potemmo evitare di starcene ritti, impalati per più di una ora ed attendere che quei cani ci passino in rivista.
Nell'attesa vidi l'amico Giulia. no Paietta, che stava entrando nella mia baracca.
Giuliano mi cera stato vicino nella sofferenza ed aveva molto aiutato me e gli altri compagni italiani della mia baracca.
Mi si avvicinò ed abbracciandomi mi diede mila notizia che per noi italiani in particolare significava molto: la fine vicina delle nostre sofferenze ; Milano era insorta! Milano era libera! I Partigiani con i loro comandanti entravano nella nostra città lontana, accolti dal popolo tripudiante.
Alle 14,30 un'Aprilia nera entrò a Niguarda senza rispondere all'intimazione di fermarsi. Fu necessario sparare, si fermò, discesero tre uomini che di corsa raggiunsero una casa rinchiudendosi in essa; l'assedio non durò a lungo, convinti che non restava loro altra via d'uscita si arresero agli insorti, vennero portati al comando, dai documenti trovati sulla loro macchina risultarono fascisti della peggiore specie, uno era addirittura il Vice federale di Milano e, gli altri due, torturatori. Tutti erano in possesso di passaporto per la _ Svizzera e documenti falsi. Portati dinnanzi al tribunale del popolo vennero condannati a morte. Tentarono la cor-
Venne la sera, le barricate erano sorte un po' ovunque; Niguarda assumeva l'aspetto di una cittadella fortificata, le bandiere sventolavano da quasi tutte le finestre, incessantemente si lavora. va per l'organizzazione, un piccolo centro di pronto soccorso funzionava all'Opera Cardinal Ferrar'.
I gruppi di difesa della donna aveva allestito una cucina per fornire la cena 'ai volontari della libertà; un piccolo gruppo di specialisti ave,va confezionato un centinaio di bottiglie «Molotov »aera stata creata una piccola « polveriera » al fine di una migliore distribuzione delle munizioni.
Il nostro pensiero era però rivolto alle casermette di Proto e di Bicocca nelle quali si trovavano circa 800' fascisti.
Qualche ora più tardi le casermette della Bicocca venivano occupate dai patrioti della 107« Brigata « Garibaldi », che con alto spirito di sacrificio attaccò avanzando allo scoperto con forze inferiori di numero e di armi. Essi riuscirono a penetrare nel f ortilizio uccidendo il comandante. Le S.S. francesi tentarono di uscire dalla parte di Niguarda ma il fuoco concentrico delle nostre mitragliatrici li fece desistere da tale proposito. Anche qui vi furono 300 prigionieri led un innumerevole bottino di armi che contribuì a rafforzare l'effettivo armato niguardese portandolo a 350 unità.
Rimanevano così le sole caserme di Prato Centenaro da « pulire ». Un nostro animoso sacerdote Don Aniceto Bianchi, si recò a parlamentare con il comandante di esse e tanto convincenti furono le sue argomentazioni che il giorno 27 accettarono la resa.
Il 30 aprile vennero tolte le barricate; più tardi, sfilavano per le vie del rione le forze patriottiche niguardesi, quindi la loro smobilitazione che segnò l'inizio della vita democratica per la quale 21 dei nostri figli migliori diedero la propria vita.
ANITO B.
La notizia si diffuse rapidamente nel campo, i nostri occhi, l'unica cosa di vivo che ci rimaneva, brillavano di commozione e di entusiasmo, era un cercarsi l'uno con l'altro, un abbracciarsi, un piangere e rievocare fatti e cose allacciate alla Resistenza, che tutti noi in un modo o nell'altro avevamo contribuito a portarla alla vittoria.
I sacrifici subiti siano di monito a tutti e diano risalto al nostro desiderio di pace, di concordia e di lavoro per tutti i popoli. Non dimentichiamo il monito che ci viene da tanti morti, dobbiamo essere uniti anche quando le nostre speranze sembrano crollare.
Era il 25 Aprile 1945, quando Giuliano ci comunicò la notizia che ci diede tanta felicità. Il 5 maggio, dieci giorni dopo Mauthausen era libera.
Vi comunico che in occasione del Decennale della liberazione del Campo di Mauthausen avvenuto il 5 maggio 1945, parteciperà ad un pellegrinaggio a carattere internazionale in quel campo, ove verrà inaugurato un monumento ai Caduti italiani, e a cui parteciperanno i superstiti, unitamente ai gonfaloni delle città italiane decorate di Medaglia d'Oro.
Vi farò pervenire in seguito le mie impressioni.
I valorosi patrioti di Via Imperatore
L'ECO DI NI‘UARDA 3 15
La barricata alla "PRIMAVERA„
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FLAVIO COLOMBO
FLAVIO COLOMBO
artigia O racc nta
CI PARLA IL COMANDANTE DELLA VOLANTE "DE ROSA„
Era il mese d'aprile dell'anno 1943. Tre divisioni di .partigiani delle Valli Ossolane, la Beltrami, La Valtoce e la Valgrande, avevano subito gravissime perdite in duri combattimenti contro i nazifascisti.
Praticamente, di queste divisioni, non erano rimasti che gruppi di dispersi nelle alte valli e morti i loro comandanti: Capitano Beltrami, medaglia d'oro al valor partigiano e i due Fratelli Di Dio; si può dire che nell'Ossola in quel periodo i partigiani erano stati completamente annientati.
Ma la volontà, la tenacia, lo sconfinato amore per la libertà non erano distrutti e nei pochi rimasti era spontaneo il desiderio di ricomporre le file, di ricominciare da capo a creare nuove divisioni, arruolando nuovi volontari. A capo della « Bel trami » fu posto il vice comandante Bruno Rutto, 'un giovanissimo ufficiale provato a più duri cimenti; alla nuova a' Valtoce » Rino Pacchetti,
te nella zona di Quarna .Sopra avrei potuto avere notizie dei dispersi.
Partii una mattina presto in treno e con me portai il partigiano Sprenfico, il quale avrebbe dovuto essere la staffetta di collegamento con la Divisione, senza destar sospetti per non compromettere tutto il lavoro segreto di arruolamento. Infatti, con un treno che partiva dalla stazione Centrale nelle prime ore del mattino, raggiungemmo Omegna e di lì, con lo aiuto del dott. Beltrami, omonimo del Capitano, Guarna Sopra. Qui, rivolgendomi ad una mia cugina, seppi che Rutto era alle baite e che avrei potuto parlare con « Cassio » vice comandante. che si trovava poco lontano.
Fissammo senz'altro un appuntamento per le 11 nella stessa casa e infatti, puntualmente, avvenne il convegno.
Di tutta la Divisione in quel momento a Quarno c'erano rimaste poche decine di partigiani isolati, senza un soldo e senza più
cenze » occorrerebbe scrivere un capitolo a parte.
Il lavoro proseguiva preciso, il nostro compito si era di giorno in giorno fatto più grave, man mano che la divisione alpina ingrossava.
I bisogni aumentavano di continuo, ed erano casse di coperte, di scarpe, di medicinali, di viveri ai quali si doveva provvedere.
E danaro, danaro in forti cifre.
Un mattino, al tram delle 7 a Niguarda, assieme ad un giovane venne anche la mamma. Voleva conoscermi, sapere a chi affidava il suo figlio maggiore che, Ella stessa veniva ad offrire sull'altare della Patria e che forse non avrebbe rivisto mai più. Parlò con me, le dissi dell'ideale al quale tutti eravamo votati vita e morte affinchè si persuadesse che il suo sacrificio non sarebbe stato fatto invano. Se ne andò versando qualche lacrima ma mi accorsi che era una donna forte, era veramente un'Italiana partigiana, fiera di un sacrificio per il quale sentiva di dare ciò che di più caro possedeva.
Passarono così altre tre settimane. Spreafico faceva i suoi viaggi sempre bene e tutto sembrava andasse per il meglio quando, un mattino col solito tram delle 7 da Carate, venne nuovamente quella eroica mantata. « Ecco -- m: disse -- questo è l'unico figlio che mi è rimasto ancora valido per combattere, ve lo dò, prendetelo, vuole raggiungere suo fratello, ora mi rimane l'ultimo che è un ragazzino, poi sarò sola. Se potete ritornarmene qualcuno per quando sarò vecchia ».
dietro un'altura ed ha il compito di portare continuamente munizioni ai compagni nei momenti di tregua strisciando sul terreno. Ma la mitraglia partigiana ormai è ben individuata; una «22 mm.» fascista è puntata su di essa e dopo alcune,raffiche centra i due Eroi che cadono a morte sulla loro arma.
Topolino, senza un attimo di esitazione, vista la tremenda tragedia, ra, corre, impugna l'arma e comincia a sparare, a sparare ancora, non pensa che il suo gesto è un'assurdità, perchè almeno avrebbe dovuto spostare l'appostamento della mitragliatrice.
Lui, il piccolo, grande. Eroe. non pensa che al combattimento, non vuole abbandonare la posizione af fidatagli, ma la morte lo rag-
giunge in pieno, è riverso sulla sua arma, dà tutto il suo sangue per quell'ideale che gli aveva fatto abbandonare la famiglia e l'adorata mamma: la libertà della nostra Patria da un nemico infame e fratricida
Ora il piccolo eroe di 15 anni riposa nel Campo degli Eroi a V erano Brianza.
I due fratelli maggiori sono tornati in famiglia per poi emigrare in cerca di lavoro in Francia dove, credo, si trovano tutt'ora.
E la povera, vecchia mamma, tutta sola, aspetta, di tanto in tanto, che i figli tornino da lontano per riabbracciarla e dopo tanto dolore Ella si erge ancora fiera del grande sacrificio compiuto.
CESARE 07
I NOSTRI CADUTI PER LA LIBERTA'
Brambilla Mario
Bencich Santo
Bergamaschi Donnino
Berna Giuseppe
Castellani Ateo
De Rosa Eugenio
Duci Luigi
Galeotti Gina in Bianchi
Giuliani Mario
Giani Dino
Mozzi Carlo
Venne arrestata per la delazione di una spia, verso la fine del 1940. A S. Vittore, sottoposta ad incessanti interrogatori e torture perchè pronunciasse almeno un nome dei suoi compagni di lotta, tacque. Restò alcuni mesi nelle carceri di Milano ove conobbe e sposò il suo compagno amato. Uscita dal carcere riprese il suo lavoro per preparare accanto a migliaia di onesti italiani la lotta che avrebbe poi spazzato dal Paese la sozzura fascista.
medaglia d'oro al valore partigiano; alla « V al grande » il Capitano Superti.
La notizia della disfatta giunta fra le formazioni partigiane della pianura aveva creato un senso di sgomento, i comandanti delle diverse formazioni, riuniti i loro uomini decisero di intensificare la loro propaganda per il reclutamento di volontari, onde comporre i nuovi quadri delle formazioni della montagna. Intanto, però, era di grande consolazione sapere che il comandante Moscatelli in Valsesia non aveva perduto che pochi uomini e che, praticamente, la sua divisione era rimasta intatta.
Così, anchio come tutti gli altri, creai un centro di reclutamento partigiano in Niguarda, ove avrebbero dovuto affluire tutte le forze della Brianza fino verso Lecco, Erba, Como.
A mè era stato dato l'ordine di arruolamento per la Divisione Beltrami e prima d'ogni altra cosa avrei dovuto prendere contatto con il comandante Rutto in alta Ossola.
Forse questo compito mi era stato riservato in relazione al fatto che conoscevo metro per metro la zona e che avevo in essa molti parenti ai quali potermi rivolgere con la massima fiducia.
Nessuno era al corrente del posto dove avrei potuto trovare gli scampati della' Divisione, ma il mio fiuto mi diceva che certamen-
nulla di equipaggiamento.
Per prima cosa versai il denaro che possedevo nelle mani di « Cassio » (50 mila lire) promisi aiuti ed uomini; avrei inoltre pensato a far avere collegamento col Comando Generale, con Moscatelli, ecc. ecc.
Tornammo a Milano con il desiderio vivissimo di mantenere quanto avevamo promesso e di mettere tutta la nostra ardente volontà per raggiungere al più presto la meta.
La propaganda svolta dai nostri Partigiani in Brianza cominciava a dare i suoi frutti. Tutte le mattine con il tram di Carate giungevano dei giovani; un segnale convenuto li avvertiva della nostra presenza ed essi raggiungevano assieme a tutti gli altri operai una nota fonderia dove subito venivano cammuffati con tute da operai ed attrezzati per la bisogna.
Nella fonderia trovavano tutto quello che a loro occorreva, vestiario, (specialmente scarponi), vitto ed un foglio di licenza falso dell'esercito fascista che li spediva in Ossola, nei paesi della zona partigiana, in licenza.
Fu un duro lavoro procurarsi questi fogli di licenza che erano autentici e firmati dal vero Comandante della formazione della Repubblica di Salò; per narrare le peripezie ed il rischio che si corsero per ottenere queste « li-
Non disse altro, lasciò quel suo figliolo forte e generoso e partì. Non erano passati otto giorni che un mattino, disperata, venne ancora quella madre per annunciarci che anche l'ultimo dei suoi figlioli, ancora un bambino, era scappato per raggiungere, i suoi fratelli in Ossola. Voleva spiegazioni che le avrebbero permesso di rintracciarlo. Sprea fico s'incaricò di accompagnarla al Comando di Divisione e insieme partirono. La loro assenza durò diversi giorni. « Topolino », tale era il nome di quel giovanissimo partigiano, non si era trovato, nè alla Beltrami, nè alla Valtoce, nè in Valerande. Tutte le ricerche fatte risultarono vane, finchè, dopo circa un mese. giunse attraverso le vie partigiane, portata da una staffetta, la notizia che « Topolino » si trovava nella Divisione Moscatelli in V alsesia.
Passarono così diversi mesi e giunse l'aprile del 1944.
Tutte le Divisioni della montagna cominciarono, al 22, l'attacco generale per scendere dalle valli verso la pianura e duri ed aspri combattimenti dovettero affrontare coi nazi-fascisti. Erano gli ultimi sobbalzi del nemico ormai colpito a morte, ma che ancora voleva sacrificio e sangue.
« Su un contrafforte della Valsesia due partigiani armati di mitraglia e appostati dietro una roccia sparavano rabbiosamente sulle formazioni fasciste che erano asseragliate in una casermetta e dietro a posizioni ben fortificate.
La lotta durava ormai da diverse ore. Topolino è buttato a terra
Mariotti Mario Pazzoli Enrico
Petitbon Lodovico
Roveda Luigi
Rigoldi Francesco
Salvoni Vittorio
Sprearico Ernesto
Terragni Alfredo
Vertemati Vitale
Gina si distinse nei periodi più burrascosi del 1943 portanto la assistenza alle famiglie dei Caduti, dei Combattenti, dei deportati e nel rischioso lavoro di staffetta di collegamento tra i Partigiani della città e quelli della montagna.
Era l'alba del 25 Aprile. Niguarda avanguardia partigiana era già insorta. Gina stava recapitando un ordine e ormai vicina era la sua meta, quando da un camion carico di tedeschi che giungeva a forte velocità in quel momento, partirono violente raffiche di mitraglia. Una colpì Cina al cuore.
La raffica assassina troncò due vite, quella di una madre e del suo bimbo ohe portava in grembo.
Ma Cina non è morta, è qui con noi, sorridente come allora. ci incoraggia a perseguire nei nostri sforzi per raggiungere una vera giustizia sociale, la libertà e la pace duratura in tutto il mondo.
CINA BIANCHI nacque il 4 aprile 1913 a Suzzara in Provincia di Mantova da una famiglia di braccianti.
Essa entrò giovanissima nelle file dell'antifascismo combattente e già nel periodo « imperiale » delle guerre d'Abissinia, di Spagna, di Grecia. Gina lavorava per far conoscere agli italiani i nefasti proponimenti del fascismo.
4 L'ECO IM N1GUAROA
Barricata in Via Palanzone
MARIO MARIOTTI Nato 1914 - Morto 25 Aprile 1945
RITORNI NELLE FABBRICHE (a serata
la democrazia conquistata il 25 Aprile 1945
Cosa succede? Perchè il fascismo, col suo vero volto, si muove tenta, con metodi ormai conosciuti e non più nascosti, la sua comparsa sulla scena politica? Lo antifascismo è morto?
Questo si chiede il cittadino che, per diversi motivi, non segue gli avvenimenti politici.
Con la conquistata libertà avvenuta il 25 aprile 1945, il fascismo è stato giustamente e concordemente considerato uno dei più corrotti regimi di direzione politica, economica e morale.
ed accusano di tradimento chi non ha seguito i loro pazzeschi piani politici. Ma quali forze rappresentano questi relitti?
Con la premessa che « fascismo s signicava e significa tutt'ora « dittatura della classe padronale » (capitalismo) vediamo la situazione più da vicino precisamente nella nostra Niguarda.
Era, allora, possibile trovare lavoro nelle fabbriche t' senza previa iscrizione al partito ed al sindacato fascista? No!
conquistarne la simpatia, tanto che la popolazione stessa aveva quasi dimenticato le offese e le umiliazioni subite e aveva abbandonato ogni rancore per poter ricostruire un nuovo mondo di felicità e di reciproca comprensione. Eppure a distanza di dieci anni ~o cosa c'è nel nostro rione.
IL
E' stata una condanna da parte dei partiti, organizzazioni sindacali. padronali, religiose e laiche, culturali e sportive. Dopo ila spaventosa esperienza si poteva pensare, anzi affermare con certezza, che noi italiani, seppure con concezioni diverse, eravamo accomunati da questo antifascismo. \Ed ora, purtroppo, col passare degli anni ci troviamo ancora a chiederci: cosa succede? I fascisti sono in Parlamento, offendono lealtà
Chi parlava di politica, di sciopero e non dava l'oro alla Patria, oppure si permetteva soltanto di fare obiezioni su determinati metodi, poteva, nel migliore dei casi, considerarsi licenziato. Altrimenti si usavano altri accorgimenti
Che i signori padroni ben conoscono.
e lavoro per tutti
(continuazione dalla 1' Å pagina)
Lanciamo ancora una parola di solidarietà, diciamo ai niguardesi di respingere le accuse ignobili di esseri anonimi, e di essere vigilanti per il benessere del proprio rione.
Non ci sarebbe difficile individuare le fonti del manifestino, corte. siamo cc ( ) ki, skoa è difficile a voi niguardesi, ma preferiamo non indagare, non continuare oltre.
Vi sono problemi urgenti che bisogna risolvere ed a questi dedichiamo il nostro spazio e la nostra attività.
I « vili », le accuse ingiuste, la esperienza l'insegna, si annullano cadono da soli.
Il nostro giornale è aperto a tutti i cittadini. di qualunque idea essi Siano, a qualunque organizzazione o partito essi appartengano, è felice quindi di accogliere subito la voce degli organismi e delle persone accusate nell'anonimo manifestinó che altro non è che opera di chi vuol distorgliere con montature più o meno meschine, la attenzione di centinaia di lavoratori sui quali grava la minaccia di licenziamento.
LA REDAZIONE
A Liberazione avvenuta tutte si erigevano a « paladini » di libertà; su alcuni peccati... di gioventù si chiuse un occhio, qualcuno persino si scusò per quello che era stato, qualche altro per avere la coscienza più tranquilla (e forse anche ravveduto) si vestì in quei giorni da « partigiano », altri invitarono a pranzi ed a feste i combattenti della liberazione. 'Ci fu chi aderì a società sportive e culturali a carattere popolare con contributi finanziari. Tutte le forme di avvicinamento al popolo furono escogitate per
Per trovare lavoro in cintisi la totalità delle fabbriche occorrono raccomandazioni (è superfluo precisare da ohi); ciò ricorda stranamente la caratteristica della « tessera » d'una volfg. Per chi fa sciopero è riservato il « trattamento » d'allora, anche se attuato con più raffinatezza ». Si licenzia con una freddezza che fa rabbrividire, inoltre in certe fabbriche si assumono lavoratori con contratto a termine... sempre naturalmente si fanno discriminazioni politiche e nella maggior parte dei casi non si rispettano i contratti sindacali, si tagliano i cottimi, ecc. ecc. Tutto ciò sta a dimostrare chi è la classe rappresentata dai loro degnissimi compari.
Di questa situazione 'tutt'altro che florida, chi deve aver paura? Non certo gli antifascisti armati come allora di sincerità e di giustizia, ma bensì chi è abbagliato dal « Dio Danaro » ripercorre quella strada che già i niguardesi condannarono.
Tutti sanno che il progresso avanza e l'esperienza insegna. PIERO M.
Chi è? Molti di voi hanno avuta la fortuna di conoscerlo, sabato sera, durante la serata del dilettante organizzata dal nostro periodico. E' Walter Morelli, il piccolo, grande batterista di soli cinque anni che ha vinto la coppa da noi posta in palio quale primo premio. Walter ha fatto letteralmente « delirare » il pubblico che non cessava mai di applaudirlo e quando, a chiusura dello spettacolo, in piedi su una sedia che gli permetteva di arrivare al microfono, ha recitata una poesia, l'entusiasmo che ha saputo suscitare per la, stia grazia e la sua bravura, era misto a commozione.
Il secondo premio è stato vinto da Luvarà Domenico che si è esibito, riscuotendo nutritissimi applausi, cantando due canzoni napoletane.
Il terzo premio se lo sono guadagnati, a pari merito, Grossi Giampaolo, ottimo fisarmonicista, e Barelli, cantante.
I tredici dilettanti che si sono esibiti erano veramente meritevoli di lodi; li ha presentati il bravo Taddei, già conosciuto e applaudito dal pubblico del Circolo Risorgimento. Ottima esecuzione l'ha data l'orchestra Valdemaro composta da elementi veramente in gamba e diretta con maestria.
Sono un allievo &liti IV classe elementare ed un affe-ionato lettore del Cantuccio dei 3ambini dell'ECO. Vorrei sapere i'2rchè il mio libro di storia non pa2zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA-la dei Partigiani e della Resistenza. mentre sento parlare da tanti e so, seppur interamente non ne comprendo il si- gni:icato, che è una cosa bella ,e gra .de... »
P ccolo, caro amico, una volta, in paese, vi erano pochi uomini i tenti e cattivi che per farsi sempre più ricchi mandarono tanti uomini poveri in guerra. Il paese fu così invaso da soldati stranieri ed allora i più coraggiosi ed i più leali degli uomini poveri, coloro che più amavano la Patria,. chiamarono .tutto il popolo a combattere contro l'invasore.
Questi coraggiosi salirono sulle montagne, si organizzarono e diedero vita alle brigate partigiane. alla Resistenza. E dopo una eroica lotta, durata lunghi anni, quel paese, con. alla testa quei pochi coraggiosi, cacciò l'invasore oltre confine:
Di chi era il dpeiito maggiore di quella vittoria, r AD. atre che era di quei pochi uomini coraggiosi che guidarono tutto il Paese alla vittoria.
Finita la guerra quegli uomini kali si latterono e ti boterty, perchè tuti stiano bene. perehè non vi siano più bambini senza pane e senza vestitini belli, perchè non vi siano più guerre.
L'Insurrezione vittoriosa che segnò una delle più belle e lumiminose pagine nella storia millenaria del nostro Paese, fu in primo luogo opera delle masse lavoratrici e popolari che vi portarono con continuità una forza preponderante e decisiva, ed in questa lotta conquistarono il diritto di partecipare alla direzione dello Stato.
La Costituzione sanziona questo diritto, e stabilisce che « L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro »».
Aprile 1945-1955, sono passati dieci anni e mentre ancora sono aperte le ferite inferte dalla criminale guerra fascista, la libertà
Maestra - specializzata in lavori femminili cerca piccinina o mezzana per lavorazione
fine - tovagilato - ricamo e varie.
Per informazioni rivolgersi alla redazione de "L'ECO DI NIGUARDA„ Via De Calboli 1, ore 21 - 23
ILDOTT.
GUIDO M. ROMANO
comunica di aver stabilito la propria abitazione in Via. VALASSINA, 45 (P.zza NIZZA) di fronte allo stabilimento Reinach Oleoblitz, al secondo piano, interno E - Telefono 68.34.60, dove ricevei tutti i giorni feriali dalle ore 15,30 alle ore 17,30 per
MEDICINA INTERNA e le Malattie di ORECCHIO Ä NASO - GOLA
L'Ambulatorio per le stesse consultazioni rimane pertanto in VIA HERMADA, 9 a NIGUARDA col solito orario: feriali ore 11,30.13 e 17,30.20,30 festivi ore 11.13
MUTUE: INAM - A.T.M. - ENPAS Ä INADEL indirettaRESNATI indiretta Ä VENDITORI AMBULANTI.
Per errore apparso nel precedente comunicato il Dott. Meano precisa che non fa parte della Mutua "Pirelli„
la pace del nostro popolo sono nuovamente in pericolo. Le forze reazionarie e conservatrici che detengono le leve di comando della Nazione, calpestando la Carta Costituzionale (legge fondamentale dello Stato) ed elevando a sistema l'arbitrio e l'illegalità conducono un'azione organizzata e freddamente preordinata contro il movimento operaio e popolare. Migliaia e migliaia di cittadini vengono perseguitati e incarcerati perchè colpevoli di essersi battuti per la conquista di più umane condizioni di vita e aver manifestato la loro volontà di difendere la pace e l'indipendenza nazionale.
Il Comitato Rionale di Solidarietà democratica chiama a raccolta i cittadini perchè alta si levi la protesta contro le repressioni, soprusi e le illegalità che vengono commesse contro i lavoratori e le organizzazioni democratiche. Fa appello ai singoli ed agli organismi perchè venga aiutata, sostenuta e potenziata « Solidarietà democratica », per metterla in grado di sempre meglio assolvere all'opera sociale ed umana di assistenza morale, legale e materiale ai cittadini colpiti ed ai loro familiari.
Niguarda che vanta gloriose tradizioni di lotta 'e dove anche nei tempi più neri della reazione fascista, era viva ed operante la solidarietà, saprà essere ancora di esempio e rispondere al nostro appello, stringendosi attorno ai perseguitati di oggi che sono i figli migliori e più combattivi del nostro popolo e per questo meritano tutta la nostra stima ed il nostro aiuto.
ODOARDO FONTANELLA
Il Consiglio di Amministrazione del Circolo «PRIMAVERA Ä annuncia che a datare da domenica 24 aprile avrà inizio la stagione da ballo.
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Nei giorni 27, 29 e 30 aprile si svolgerà nei locali della Casa del Popolo in via De Calboli 1, il II Congresso rionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana. Presenzierà ai lavori il prof. Pierantozzi. Il Congresso si chiuderà nella serata del giorno 30 al Circolo Primavera con una festa danzante.
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In occasione del 1° Maggio, festa del lavoro, la Camera del Lavoro rionale organizza una serie di manifestazioni che si concluderanno con una serata danzante al Circolo Primavera.
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Il Comitato della Pace rionale ha indetto per il giorno 7 maggio - ore 21 nel salone del Circolo Risorgimento, una Assemblea della pace aperta a tutti i cittadini niguardesi. Parlerà l'on. Francesco Scotti.
Ma questa lotta giusta dà fastidio agli uomini ricchi, che vogliono diventare sempre ricchi senza pensare a chi soffre nella miseria, e poichè questi ricchi e cattivi hanno ancora tanta autorità nel Paese riescono a non far sapere a, voi bambini cosa fecero, dosa fanno gli uomini coraggiosi per il bene della loro Patria.
Quel paese era la nostra Italia, quegli uomini coraggiosi erano i Partigiani.
Ecco perchè, caro piccolo amico, sul tuo libro non trovi la storia dei Partigiani e della Resistenza.
E tu dillo ai tuoi compagni di scuola, dì loro clic una delle pagine più belle manca sul vostro libro di storia, dì loro di voler bene ài Partigiani, perchè hanno salvato la nostra Italia. la nostra Patria.
Mamma ROSA
oitica Foto FRATELLI RIZZI
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DIFENDIAMO LA LIBEPTA' Notizie rionali Le finalità di "Solidarietà Democratica„
I calciatori bianco-azzurri
NIGUARDESE 1 - 2 MELZO
NOSTRA INTERVISTA 5° TROFEO col direttore sportivo della S. C. Niguardese ALDRIGHETTI
Quale é in questa stagione sportiva il programma delle gare organizzate dalla vostra società?
Come secondo anno di vita la S. C. Niguardese, vanta un programma vasto e vorrei aggiungere invidiabile per le altre Società sportive. La nostri attività avrà inizio il prossimo 9 Maggio con la effettuazione della Coppa « FASCI' » — il 9 giugno con il « Trofeo Artigiani Esercenti » che già lo scorso anno ha avuto partecipazione di atleti ed entusiasmo di pubblico — il 3 luglio con la « Coppa Dea Bartoli » — il 2 ottobre con la « Coppa Niguardese » -- per chiudere il 16 ottobre con il « Campionato Sociale ». Più) inf ormarci del numero dei soci componenti la Società e quello degli atleti?
Giuseppe, un ragazzo dotato di qualità atletiche non comuni; degli altri come prime gare si sono distinti Peloso - Bertani - Macchi - Basso - Bernizzi. Nelle file degli allievi i giovani Soldera e Sottocorno si sono onorevolmente piazzati e nell'ultima gara la sfortuna li ha privati di una meritata affermazione. Degli altri Ghidelli promette bene, mentre GerminiMerlini - Melzi e Fraticelli non hanno ancora acquistato la scioltezza nella pedalata e del ritmo nella gara.
Domenica 3 aprile sotto gli auspici del Moto Club Aldrighetti, si è svolta la gara nazionale di Regolarità per l'assegnazione del 5° Trofeo Aldrighetti.
La gara snodatasi sul percorso: Milano, Sesto Calende, Orta, Baveno, Argegno, Como, Cantù. Seregno, Niguarda (Circolo Primavera), per un totale di Km. 285, ha avuto vicende alterne e due incidenti quasi al termine della pur bella competizione.
I corridori partenti erano 93 e 85 il numero degli arrivati. Senza penalità e quindi primi a pari merito sono stati 61 corridori.
Le case iscritte erano: Rumi, Mival, Gilera, Motom. Aer Macchi.
applauditissime parate. Il portiere bianco azzurro nel tentativo di fermare l'astuto tiro che aveva fruttato il goal e la vittoria della
A.C. Melzo, si produceva una leggera ferita all'orecchio sinistro. Subito accorso dai compagni di squadra e dal massaggiatore riprendeva poco dopo il proprio posto fra i pali. i
I soci componenti sono settanta, mentre gli atleti che gareggeranno con i colori della S. C. Niguardese sono ventiquattro suddivisi in: dodici dilettanti, dieci allievi e due esordienti, Quali sono stati i risultati ottenuti dai vostri atleti nelle prime gare ciclistiche di quest'anno.
Dei, due esordienti è troppo pre-, sto per pronunciarsi ma nutriamo serie speranze come seria e fondata è la nostra volontà di dirigenti sportivi ed appassionati dello sport ciclistico perchè la S. C. Niguardese diventi sempre più apprezzata.
ALPINISMO
Apris del
I melzesi andati in vantaggio nel primo tempo, grazie ad una papera dell'estremo difensore Marelli, si son fatti raggiungere nella ripresa dopo una limpida triangolazione degli attaccanti De GradaCicognini Rizzetto e conclusa da quest'ultimo con un tiro al « fulmicotone ».
I calciatori melzesi che sembravano ormai rassegnati al pareggio riuscivano a cogliere la vittoria proprio allo scadere della ripresa per merito del loro mediano che con un tiro a parabola dalla bandierina del calcio d'angolo, batteva Marelli, il quale qualche minuto prima si era rifatto dalla papera del primo goal con alcune
Da elogiare in, blocco i calciato. ri della U. S. iguardese per il loro comportamento gagliardo e per la loro tenacia dimostrati di fronte alla capolista della classifica. Della squadra dell'A. C. Melzo ci si aspetta qualcosa di più, scarsa incisività all'attacco, tentennante in difesa, buona invece la mediana. Troppo poco diremmo per una squadra che si proinette di vincere il campionato. Discreto l'arbitraggio.
Dobbiamo annotare che la bella e combattuta partita ha avuto un epilogo piuttosto burrascoso per il generale pugilato sorto fra gli spettatori provocato dall'atteggiamento bellicoso dei tifosi melzesi.
P. M.
NIGUARDESE 2 - INVERUNO O
Risultato chiaro e convincente dei calciatori bianco-azzurri, nella partita 3 aprile disputatasi allo stadio di Affori contro la forte compagine dell'Inveruno.
La squadra inverunese salvatasi alla meno peggio dalle limpide azioni dei biarico-azzurri, oggi in vena di prodezze, ha disputato una mediocre partita con una tattica basata sul contropiede, ma le pericolose puntate del loro trio attaccante si sono infrante contro la difesa avversaria oggi più che mai in palla.
La sconfitta degli ospiti non ha attenuanti tanto grande era il divario di impostazione dei temi di elaborazione delle azioni offensive, quando saldo ed armonico era il difensivo. Non avremmo augurato al « Melzo » una simile partita con i giocatori bianco-azzurri oggi veramente scatenati.
Il primo goal per la squadra di Sironi è stato segnato da Allevi, il secondo á ed ultimo da Povia, La palma del migliore in campo và data al centro mediano Taglia.
bue, che coadiuvato dai mediani Tettamanti e Maietti ha saputo rompere le poche azioni degli ospiti.
Una lode 'particolare all'allenatore Sironi, finalmente tornato in campo dopo la squalifica inflittagli dalla Lega, per aver portato i suoi ragazzi alla tanto sospirata vittoria. Con questa la U.S. Niguardese si avvia decisamente verso la via della salvezza che auguriamo si consolidi nelle prossime partite.
P.M.
BUSTESE 5 - NIGUARDESE O
Capitombolo dei calciatori biancoazzurri sul difficile campo bustocco .La pessima prestazione del portiere Marelli, la mancanza di tutti gli altri componenti la squadra di Sironi e l'insufficiente arbitraggio hanno facili. tato la « Bustese » nel raccogliere una così larga messe di reti.
Fra i dilettanti uno solo non ha potuto ancora partecipare alle gare, e questi è il corridore Canali
27 marzo - I calciatori biancoazzurri della Niguardese, scesi in campo con il fermo proposito di battere la capolista, hanno. gettato in questa bella ed entusiasmante p aitit4 sat zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 17 tuil 4o. orgoglio e la loildr.4o1611 sffliza però riuscire nell'intento. A nostro avviso un risultato di parità non sarebbe stato demeritato dai giocatori locali che non sono stati inferiori ai loro degni ììvversari.
BOCCE
ULTIME DUE FASI
disputate al gioco del pallino
La stagione « pallinistica » si è concliisa con due gare organizzate, una al Circolo « Verdi » e l'altra al Circolo « Familiare ».
Anche in queste due gare di chiusura, come nelle altre precedenti, i giocatori della « Primavera » hanno occupato i primi posti mettendo in evidenza la loro classe e riaffermando il loro prestigio.
Questa volta però l'alloro della vittoria non è andato nè all'intramontabile Maffessoni, nè al ruggente « leone di Niguardino » (Caldera, Bortolo), bensì al tecnico Merati Emilio nella prima gara ed al minuscolo quanto generoso Ruffini Bonfiglio nella seconda.
Il « pallinista » Maffessoni in ambedue le gare, quando già assaporava una nuova duplice affermazione, veniva battuto negli ultimi tiri da Merati e da Panzeri nella gara del « Verdi » mentre nella gara del « Familiare » si vedeva superare da un Bonfiglio che dominava da padrone.
Ottima l'organizzazione, facilitata anche dal fatto che in palio vi erano ricchi premi, naturalmente commestibili.
Ed eccovi i risultati delle
gare:
CIRCOLO « VERDI »
Merati punti 69
Panzeri » 62
Maffessoni » 61
Ronchi » 58
CIRCOLO « FAMILIARE »
Ruffini Bonfiglio
Maffessoni TINO A.
Il gruppo aipinistico B. Todeschini, concluso il suo programma di gite invernali inizierà quelle estive il 1° maggio, festa Internazionale del lavoro. Meta è Portofino. Siamo certi di far cosa gradita ai lettori pubblicando il programma della gita.
Ritrovo a Niguarda - edicola di Via Graziano - ore 4.30.
Partenza ore 5. Sosta a Genova - Arrivo a Portofino ore 9.30.
Tempo libero - Colazione al sacco. Ritrovo ore 17 - Sosta a Tortami. Arrivo a Milano previsto per le ore 23. Il prezzo per i soci è di L. 1100; per i non soci di L. 1200.
Auguriamo a tutti coloro che parteciperanno alla gita buon divertimento, certi che la Riviera li accoglierà, il giorno della festa del lavoro, con il suo smagliante sorriso. Le iscrizioni si ricevono presso il circolo Primavera — sig. Rigamonti -L o presso il circolo Risorgimento sig. Codazzi.
* * *
E' poi in programma la consueta narcisata » che avrà luogo il giorno 15 maggio. Per le informazioni rivolgersi presso la sede del « gruppo » in Via De Carboli 1, il mercoledì dalle ore 21 alle 22,30.
Fra i concorrenti sono stati notati, il campione italiano di Moto Cross Colo Fenocchio, i mivalisti di Brescia: Langinotti, Cremaschini, Martinelli, il seigiornista Maspes. Tutti questi arrivati con zero penalità. Perfetta l'organizzazione.
VITTORIO
Italo Rotta
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CASALINGHI POSATERIE PORCELLANE -- da --
CALCIO
In piedi: da sinistra a destra; Allevi (cap.) - Maietti - Marelli - Meroni - Povia - Cicognini - Pagrada. - In basso: Tettamanti - Rizzetto - Andreoni - Cortivo - Tagliabue.
battuti in Zona Cesarini
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