Quartiere e politica1

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quartiere e politica

REFERENDUM E BUON SENSO

Bisogna subito dire che, se si fosse usato il buon senso da parte di chi governa l'Italia da quasi trent'anni, gli italiani non sarebbero stati chiamati a dover decidere, il prossimo 12 maggio, se annullare o mantenere in vita una legge in vigore già da tre ann, ritenuta seria e valida da autorevolissime ed insospettabili fonti, che non ha creato nessun squilibrio nel tessuto sociale della nostra Nazione, approvata a maggioranza nel 1970 dal Parlamento Italiano.

Ed infatti la stragrande maggioranza degli italiani non può che giudicare un non senso lo spendere circa 40 miliardi di lire per indire queste elezioni, mentre altri e ben più pressanti problemi avrebbero meritato l'attenzione del Governo per la loro risoluzione a favore di grandi masse di cittadini che ne attendono da oltre 25 anni l'attuazione. Tanto per fare qualche esempio: la riforma sanitaria, della casa, della scuola, problema dei servizi sociali, del mezzogiorno, ecc. ecc.

Ma evidentemente del buon senso non si può tenere conto quando altri oscuri, anzi molto chiari interessi, dovrebbero prevalere a beneficio di determinate forze politiche, sempre le stesse, che pur di impedire l'unità delle forze popolari non disdegnano alcun mezzo per provocarne la divisione e l'arretramento q uanAgi qualche risultato positivo sia "Stato da esse raggiunto.

« Dividit et impera » deve infatti essere il costante imperativo delle forze più conservatrici della D.C., questa volta rappresentate dal suo Segretario On.le Fanfani, che ha voluto a tutti i costi questo referendum estremamente inutile, affiancato in questa scelta, guarda caso, dal fascista e divorziato Almirante.

Ne' sono valsi gli innumerevoli tentativi intrapresi dal Partito

i SEGGI ELETTORALI PER IL REFERENDUM

Il seggio elettorale è composto da un presidente, tre scrutatori, di cui uno, a scelta del Presidente, assume le funzioni di vice-presidente e di un segretario.

In ogni seggio elettorale della Zona 2 è presente almeno uno scrutatore comunista.

Il settore elettorale del PCI per la Zona 2 è costituito presso la Sezione BIETOI.INI in via Bitonto 3.

Comunista e da altri partiti laici della sfera governativa, per evitare il referendum, proponendo ragionevolissime varianti alla pur ottima legge esistente. Risulta chiara quindi (anche se Pantani cerca di smentire) la manovra diversiva voluta dalla D.C. e dalle forze più retrive tendente a sviare in primo luogo l'attenzione della gente dagli attuali gravissimi problemi del carovita, della crisi energetica, della disoccupazione, ecc. ed in prospettiva, qualora malauguratamente, i «si» dovessero avere la maggioranza, lo spostamento dell'asse governativo verso destra con la spinta del MSI ansioso di rivalutarsi sul piano politico. Questa evenienza, è chiaro, accantonerebbe ancora una volta la risoluzione di tutti i gravi problemi ancora insoluti. Écco perchè la gente di buon senso dirà il suo « NO », deciso, non solo all'abrogazione di una legge giusta e civile, che non obbliga nessuno che non lo voglia a divorziare, che prevede dai 5 ai 7 anni di tempo per ripensarci dopo la separazioone di fatto, che tutela i diritti dei figli

SOTTOSCRIZIONE PER IL REFERENDUM

Per la campagna elettorale del referendum il PCI ha lanciato una grande sottoscrizione nazionale. Gli obiettivi per le Sezioni della Zona 2

IL CONSIGLIO ZONA 2

DC: Luigi Allievi, Renato Barbaglia, Carlo Coltri, Sergio Gaetani, Stefano Giorgetti, Giovanni Softientini (capogruppo).

PCI: Bruno Dondé, Renata Meregaglia, Ambrogio Rossi (capogruppo)

Aldo Verganti.

PSI: Roberto Coppari (capogruppo), Renato Cristina, Lazzaro Mainardi.

PSDI: Carlo Fracchioni, Arnaldo Novelli (capogruppo).

PLI: Hilda Assael (capogruppo), Ivo Biancardi, Roberto Erba.

PRI: Pietro Ungari.

MSI: Pietro Spinelli.

LA PRESIDENZA

Presidente: Renato Barbaglia (DC).

Vice-presidente: Bruno Dondé (PCI).

I COORDINATORI

LE COMMISSIONI

Urbanistica: Lazzaro Mainardi (PSI).

Scuola: Aldo Verganti (PCI).

Bilancio e programmazione: Pietro Ungari (PRI).

Trasporto e viabilità: Carlo Coltri (DC).

Edilizia popolare: Stefano Giorgetti (DC).

Speciale: Giovanni Soff len t ini ( DC ) .

L. 2.790.000

SOTTOSCRIVETE PER

IL « NO » ALLA ABROGAZIONE DELLA LEGGE IN DIFESA DI UNA CONQUISTA CIVILE DI LIBERTA'.

e del coniuge economicamente più debole, che sancisce il diritto per tante coppie sfortunate di rifarsi un'esistenza, ma sarà anchq un « NO » all'arbitro, all'intrigo politico, agli scandali, alla violenza ed al ricatto.

Questo lo hanno capito e lo capiscono ogni giorno di più anche larghissimi strati cattolici, che attraverso la voce anche di eminenti rappresentanti della Chiesa, dicono chiaramente che votando « NO » all'abrogazione della legge sul divorzio sono certi di avere in coscienza votato con cristiano buon senso.

Annona e carovita: Arnaldo Novelli (PSDI).

Igiene, sanità e assistenza: Arnaldo Novelli (PSDI) e Hilda Assael (PLI).

Verde e ecologia: Roberto Erba (PLI).

COMITATO SANITARIO DI ZONA

E' stato Costituito il Comitato sanitario della Zona 2. Nel prossimo numero di QUARTIERE E POLITICA una pagina sarà dedicata ai compiti di questo importante organismo.

Da qualche settimana hanno ripreso a funzionare i Consigli di Zona, che erano stati disciolti alla fine del '73.

Non si tratta, purtroppo, dell'avvio effettivo della 30 fase del decentramento, che dei C. di Z. dovrebbe vedere una precisa definizione mediante l'attribuzione di reali poteri.

Si è trattato essenzialmente di un rimpasto, voluto da quelle stesse forze che, in seno alla Giunta hanno sempre tentato di ostacolare, svuotare di contenuto, e ritardare, questo ed altri strumenti di gestione democratica della città.

Cosa avevano chiesto unitariamente i C. di Z.?

Cose molto concrete, ma tali da imbarazzare a tal punto la Giunta allora in carica, che la necessità non più eludibile di dare una ri-

vio ai Comitati Sanitari locali, struttura di gestione sociale di fondamentali settori della sanità e dell'assistenza: controllo della salute nelle fabbriche e l'ambiente urbano; medicina scolastica preventiva e d'intervento, medicina e assistenza della prima infanzia — sottratta all'Onmi! —, gestione sociale degli Asili Nido e dei fondi — grossi! — che a questi settori competono.

Possiamo aggiungere al piano sistematico di svoutamento e ritardo del decentramento, le gravi inadempienze della Giunta milanese sull'attuazione degli Asili Nido.

Uno dei motivi dell'ostilità delle forze conservatrici al decentramento risulta dunque evidente: il decentramento è uno strumento per l'allargamento della democrazia e per le riforme, è una fetta di potere, di controllo 'e di programma-

sposta a queste richieste, e la volontà politica di non dare questa risposta, è stato uno dei motivi della crisi al Comune di Milano nel luglio scorso.

Queste richieste erano — e sono — sostanzialmente due: _ I C. di Z. devono avere al più presto reali poteri, in un ambito definito - da un regolamento comunale; pareri vincolanti — e non, come ora, semplicemente consultivi — in materia di varianti di Piano Regolatore, licenie edilizie, bilancio comunale eccetera; gestione o cogestione di parti definite del bilancio 'stesso; — strumenti che ne permettano il funzionamento (a cominciare da una sede propria in zona! nella nostra zona, per esempio, accanto alla mancanza di ambulatori, scuole, giardini ecc., non c'è neppure un locale che possa servire da centro civico, nè un biblioteca comunale, nè un centro sociale); i C: di Z. devono essere eletti direttamente dai cittadini dai 18 anni in sù); questo favorirebbe la partecipazione popolare al governo della città.

Perchè le forze politiche più conservatrici fanno di tutto per ritardare — visto che non sono riusciti a bloccarlo il pieno funzionamento di tutti gli organismi di decentramento? ( Infatti non solo si rimanda l'attribuzione di poteri ai C. di Z., ma si è atteso ben un anno prima di dare l'av-

zione, in mano ai cittadini e ai lavoratori.

Un altro motivo — fondamentale —, è che il decentramento diventa una potente spinta all'unità, e alla crescita politica all'interno dei partiti: intorno agli obiettivi della casa, della scuola, della salute, del carovita, dei trasporti ecc., e sul tema di fondo dell'antifascismo, i C. di Z. si sono assai spesso mossi unitariamente, riuscendo, colla mobilitazione dei cittadini, a conquistarsi uno spazio politico, e concreti risultati.

I C. di Z., inoltre, fanno prendere ai cittadini una coscienza più precisa delle storture della società, dei loro diritti e delle loro possibilità di trasformare le cose; e danno, quindi, una potente spinta alla lotta per le riforme.

L'importanza politica del decentramento è sottolineata da importanti fatti nuovi: il costituirsi dei Distretti Scolastici per la gestione sociale della scuola; e gli stessi Sindacati Confederali Unitari, che si danno delle strutture decentrate: i Comitati Unitari di Zona (C.U.Z.) e l'apertura di sedi periferiche del S.U.N.I.A. (Sindacato Unitario Inquilini e Assegnatari), per contribuire a saldare sempre più strettamente le lotte sui luoghi di lavoro con le lotte nella società per le riforme di struttura.

Renata Meregaglia

SEVESO a cura delle Sezioni del PCI della Zona 2 - • Aprile 1974
CONTRO IL SOPRUSO PER LA LIBERTA' IL 12 MAGGIO IL SIMBOLO È ELETTO IL NUOVO
DI ZONA 2
PERIODICO DEI QUARTIERI ISOLA - FONTANA - ISTRIA - GRECO - PONTE
CONSIGLIO
sono: Bietolini L. 480.000 Bontadini L. 480.000 Ferretti L. 570.000 Pea L. 720.000 1° Maggio L. 540.000
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Una riunione della nuova Commissione scuola del Consiglio di Zona 2.

25 APRILE

Ricordo dei Martiri ai quali sono dedicate quattro Sezioni comuniste della Zona 2

ganizzazione comunista clandestina, nel 1933 è condannato dal Tribunale speciale a 4 anni di reclusione, Nel 1934, nuovamente processato, è condannato a 13 anni. Liberato con la caduta del fascismo, dopo avere svolto a Milano e a Lecco un valido e intenso lavoro clandestino per l'organizzazione di gruppi di patrioti fra le masse operaie ed essendo stato riconosciuto quale elemento pericoloso per i nazifascisti è costretto a lasciare, perchè ricercato, la Lombardia e portarsi nel Veneto, ove gli viene affidato l'incarico di formare, in concomitanza con le forze partigiane, dei nuclei di resistenza territoriale.

Andrea Bontadini

Nato a Milano il 12 Gennaio

1895 nella casa di via Progresso 22 a Greco, Andrea Bontadini, giovane socialista, si iscrive al Partito comunista d'Italia nel

1921, anno della fondazione del Partito nuovo, rivoluzionario degli operai e dei proletari italiani. Per la sua attività politica viene subito arrestato, nello stesso 1921 è rinchiuso, per 9 mesi, nel carcere di S. Vittore. Operaio meccanico lavora alle Officine Dell'Orto di Greco; membro attivo della organizzazione clandestina comunista assume importanti incarichi nel settore della propaganda antifascista divenendo uno dei più attivi e preziosi diffusori de l'Unita clandestina

Appartenente alla 3° GAP « Garibaldi », dopo aver scontato, nel 1943, alcuni mesi di carcere, viene nuovamente arrestato in fabbrica, alla Dell'Orto, il 10 Maggio 1944, rinchiuso a S .Vittore e, quindi, deportato in Germania il 17 Settembre 1944 dove muore, nel Campo di sterminio di Mauthausen, il 24 Dicembre 1944. D ~ D

Bietolini entra così in contatto la Brigata garibaldina « Stella » verso la fine del giugno 1944 e ad essa aderisce . Pochi giorni dopo e precisamente il 2 Luglio viene arrestato in Valdagno (Vicenza) insieme ad altri esponenti del CLN locale. Riconosciuto collaboratore del movimento clandestino, viene, con altri sei compagni, condannato a morte. La condanna viene eseguita, mediante fucilazione, il 3 Luglio 1944 nel recinto del Tiro a segno di Valdagno.

D D 1:3

Antifascismo oggi

Dichiarazioni di tre esponenti politici della

Nel Marzo 1944, in occasione degli scioperi dei tranvieri, viearrestato nella propria abitazione e tradotto alle carceri di' S. Vittore, dove rimane per quindici giorni e sottoposto a percosse e continui interrogatori.

Viene trasferito a Bergamo e rinchiuso, assieme ad altri compagni in una caserma, per poi venire, infine, deportato in Germania, nel campo di sterminio di Gusen I°, dove muore, trucicidato dai nazisti, il 30 Marzo 1945.

Segretario

Il neofascismo dopo un breve periodo di silenzio, che ha coinciso con la caduta del governo Anderotti e la ripresa del centrosinistra, ha rimesso fuori il capo. Sono ripresi i pestaggi, le sparatorie, le aggressioni e le esplosioni contro sedi e uomini democratici. L'attività sfrontata e incessante del neofascismo negli ultimi anni (in particolare dal '69 in poi) è il sengo del malessere profondo che agita la società italiana, della crisi irreversibile delle classi e dei gruppi che hanno governato il Paese nel trentennio di vita repubblicana. Le ragioni della crisi sono molte, da ricercare soprattutto nell'impoverimento e nello svuotamento delle istituzioni democratiche ad opera della Democrazia Cristiana. La crisi energetica è stato solo il fattore ulteriore e decisivo che ha tagliato le gambe ad un modello di sviluppo economico già in forte affanno.

Carlo Ferretti

Carlo Ferretti nasce a Milano il 30 Maggio 1900 e risiede, al momento dell'ultimo arresto, in via Ponte Seveso 19. Giovane socialista, alla scissione di Livorno, passa al PCI. Viene arrestato, la prima volta, il 16 Giugno 1927 con altri compagni facenti parte dell'Associazione Proletari Escursionisti; detenuto a S. Vittore a disposizione del Tribunale speciale vi rimane fino al 17 Agosto 1927.

Luigi Pea

Nato a Zorlesco di Casalpusterlengo, nel Lodigiano, il 20 Agosto 1897, di estrazione contadina, Luigi Pea all'età di 9 anni rimane orfano del padre (venditore ambulante) che muore in un incidente.

Antonio Bietolini

Antonio Bietolini nasce a Perugia il 13 Giugno 1900. Operaio metalmeccanico, membro dell'or

QUARTIERE E POLITICA

PCI Zona 2

Redazione: Via Bitonto 3

Coordinatore:

Rinaldo Coscelli

Sezioni:

Bietolini: Via Bitonto 3 tel. 691.467

Bontadini: Via Comune

Antico, 9/A tel. 688.47.97

Ferretti: Via Gluck, 14 tel. 688.49.57

Pea: Via Taormina, 11 tel. 680.308

1° Maggio: Via Sebenico, 21

Direttore responsabile:

Sergio Dugnani

Comitato di redazione:

Vanni Antoniazzi

Sergio Dugnani

Inge Nicolis

Dagio Sergui

Pietro Stramba-Badiale

Livella Tavacca

Tribunale di Milano

Autorizzazione n. 133 in data

19.4.1974

Chiuso in tipografia il

20.4.1974

Tip. G. Bono Via V. Veneto 21 Sesto

Maggiore di cinque fratelli, inizia a quell'età ad entrare nel mondo del lavoro, costretto dalla necessità. Dopo avere svolto svariati mestieri per sostenere la madre e allevare i fratelli minori, viene assunto all'ATM di Milano e qui inizia la sua attività politica che continua sino al 1930, anno in cui viene arrestato per « attività sovversiva e per aver raccolto fondi per il Soccorso Rosso ». Imprigionato e torturato, viene poi condannato dal Tribunale speciale fascista a tre anni di confino.

Scontata la pena, rientra a Milano dove, per cinque anni, subisce la condizione di sorvegliato speciale e l'interdizione ai locali pubblici ed è rinchiuso in carcere ogni qualvolta si tiene una manifestazione fascista e, comunque, ogni volta che la polizia fascista ritiene di doverlo rinchiudere « per ragioni di ordine pubblico ». In questo periodo allontanato dall'ATM, deve adattarsi a svolgere lavori occasionali per mantenere la famiglia.

Dal 9 Marzo 1943 diviene componente attivo del 3° GAP « Garibaldi » che opera a Milano.

Dimesso dal carcere, impiegatosi alla Società del Linoleum, continua la sua attività politica clandestina, membro della 184.ma Brigata Garibaldi, IV divisione, fino al 16 Novembre 1943, giorno in cui viene arrestato per opera dei repubblichini e dei carabinieri a Castione della Presolana (Bergamo) e da questi consegnato alle S.S. tedesche e rinchiuso nel carcere di Clusone per cinque mesi.

Nell'Aprile 1944 viene tradotto all'Hotel Regina di Milano, indi trasferito alle carceri di S. Vittore e qui trattenuto per due mesi; in questo periodo viene utilizzato, con altri compagni, alla ricerca delle bombe inesplose allo smistamento ferroviario di Lambrate. Quì avrebbe potuto fuggire senza alcun rischio, ma rinuncia al proposito consapevole della feroce rappresaglia tedesca.

11 9 Giugno 1944 lo traducono al Campo di concentramento di Fossoli (Modena) e anche qui si collega con i compagni del campo e fa parte del CLN clandestino.

Il 4 Agosto 1944 viene deportato in Germania, nel campo di eliminazione di Mauthausen (Gusen 1°) dove muore di stenti il 17 Febbraio 1945. Anche nell'inferno di Mauthausen, come dichiarano i suoi compagni tornati, lotta fino all'ultimo, organizza e dirige con altri compagni, il Comitato di Liberazione Nazionale del campo stesso. Prima di morire dichiara a un compagno che l'assiste « sono orgoglioso di essere stato fedele ai principi del comunismo e di dare la vita per la mia fede... saluto tutti i compagni del campo e della mia Patria... ».

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L'aumento del costo della vita è stato interamente scaricato sui consumatori, scatenando in tal modo una rincorsa tra prezzi e salari che soltanto il senso di responsabilità dei lavoratori ha contenuto nei limiti del controllabile.

Emerge a questo punto la scelta che il padronato italiano deve compiere: riconvertire in maniera graduale ma sicura alcuni settori del sistema produttivo o inseguire il rilancio davvero improbabile di quello esistente.

E' una scelta fondamentale, che chiama in causa orientamenti sa prattutto politici sin qui sostenuti dal padronato, e riassumibili nella predilezione per i bassi salari, le forti esportazioni, il saccheggio delle risorse umane del mezzogiorno, l'esportazione dei capitali all'estero.

Il referendum sul diihorzio costituisce a questo proposito un diversivo, e ad un tempo, un'occasione d'oro.

Il compito dei socialisti e di tutti lo schieramento democratico é di costruire una grande vigilanza e mobilitazione antifascista, unitaria e di massa e di condurre a fondo e con la necessaria duttilità la lotta per la trasformazione democratica del Paese, associando ad essa grandi forze sociali e politiche. Di costruire cioè nei fatti, con l'azione politica quotidiana, una intesa, un blocco storico sociale alternativo, che di tale politica sia il perno e il supporto attivo.

Perciò il 25 aprile è ancora una ricorrenza attuale di resistenza alla protervia del fascismo e di lotta per la democrazia e del progresso.

GIOVANNI SOFFIENTINI

Capogruppo DC al Consiglio di zona 2

I ricorrenti tentativi eversivi che l'estrema destra mette in atto nel nostro Paese richiedono la più larga solidarietà tra tutte le forze politiche che hanno combattuto nella Resistenza per la conquista della Costituzione repubblicana che è democratica ed antifascista.

Tutte queste forze hanno il preciso dovere morale e politico di trovare quelle azioni concrete per poter isolare, denunciare ed estirpare quel pericoloso risorgere di fenomeni di violenza squadrista.

Non sono questi momenti di disimpegno civile: sono tempi in cui la sfiducia si trasforma progres-

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Zona sivamente in protesta. Dobbiamo saper cogliere dalle battaglie sindacali, dal mondo della scuola, dai fermenti di rinnovamento una spinta positiva per una nuova fase di sviluppo economico e modi mezzi per la difesa e lo sviluppo della democrazia:

Da queste premesse sono nate nascono proposte come il decentramento amministrativo, i comitati sanitari e distretti scolastici i quali dovranno promuovere un effettivo allargamento della democrazia.

Sono una occasione per tutte le forze sociali per una effettiva partecipazione in una democrazia più rispondente alla cresciuta sensibilità. Malgrado l'indifferenza di molti, l'ostilità dei gruppuscoli, l'esser riusciti ad affermare e consolidare il decentramento amministrativo ha significato una grossa vittoria antifascista, una nuova proposta di gestione politica della città.

Sono queste iniziative mal tollerate dai fascisti perchè costringono strati di opinione pubblica a loro non ostili a confrontarsi a prender conoscenza delle realtà e delle esigenze del Paese e della città.

L'unità nell'antifascismo è stata la garante della democrazia e della Costituzione repubblicana: tutti i democratici hanno il dovere di difenderla e di arricchirla sul piano dell'azione riformatrice.

GINO GIOVANNETTI

Segretario della Sezione « Istria-Pea » del PCI

Siamo nel marzo 1974 a 30 anni di distanza dai gloriosi e coraggiosi scioperi del marzo 1944 quando imperversava la guerra e la rappresaglia nazifascigta, eppure la classe operaia con spirito unitario assieme alle forze più sane del Paese, affrontò la grande prova, che poi fù determinante per la caduta del fascismo.

Purtroppo le cose non sono andate come avevano indicato queile lotte: il fascismo anche sotto forme subdole cominciò ad organizzarsi con l'appoggio della destra della Democrazia Cristiana delle forze più reazionarie del nostro paese, provocando crimini attentati delittuosi, dalla strage di piazza Fontana agli attentati ai treni, alla provocazione scatenata il 12 aprile 1973 a Milano in via Bellotti dove perse la vita l'agente Marino, al crimine di Bertoli nel maggio dello stesso anno davanti alla Questura di Milano dove persero la vita quattro persone innocenti, all'assassinio del Commissario Calabresi, sino alle ultime e sempre più frequenti azioni squadristiche nella nostra città.

Ebbene in che direzione si svolsero le indagini su questi crimini?

Invece di orientarsi verso la trama nera fascista ci si orientò verso gli anarchici ed i gruppi di estrema sinistra, mentre via via è risultato evidente che i responsabili erano e sono di parte fascista.

Il Governo, la Magistratura e tutti gli organi preposti alla tutela del pieno rispetto della nostra Costituzione Repubblicana fondata sulla Resistenza antifascista, escano dagli indugi e attuino il mandato Costituzionale che esclude il risorgere del fascismo nel nostro Paese.

E' chiaro però, che oltre a questo, ancora una volta il ruolo più importante e decisivo spetta alla classe operaia ed a tutte le forze antifasciste che unite, come nel lontano 1944, sapranno sconfiggere le trame eversive dei nemici della democrazia.

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2 QUARTIERE E P O LITIGA
S. G
O D

Da tempo questa scuola, che fu per moltissimi anni centro dei sussidi audiovisivi di tutte le scuole dipendenti dalla I Circoscrizione scolastica, si è chiusa ad ogni rapporto dialettico con il proprio territorio e le forze in esso operanti, arroccata come in una piccola fortezza del passato, dominata e diretta dalla paura.

La paura dei contatti con « l'esterno », la paura di aprirsi alla urgenza dei problemi reali della vita, alla prospettiva nuova di una democratica gestione di questo organismo vivo che si chiama scuola e che non è un -« corpo separato » della soicetà.

Lettere al giornale

su iniziativa della Zona nella scuola di Porta Nuova il 10 marzo u.s., ha rivelato la ferma volontà dei genitori e degli insegnanti di trovare un momento unitario di coesione e di lotta per il rinnovamento delle strutture didattiche-pedadogiche, per l'apertura ai problemi del territorio, alle forze sociali, ad una moderna gestione che la ponga al livello delle altre scuole della Zona in alcune delle quali — Cagliero, Dal Verme, Cremona — già si è prospettato e si sta sperimentando un nuovo modello di gestione sociale.

Questo è quanto auspichiamo avvenga anche nelle scuola di Porta Nuova, se esisterà la volontà politica di condurre avanti la lotta che, qui, comincia ora.

IL « NUOVO » CENTRO-SINISTRA

La rubrica « Lettere al giornale » è aperta a tutti i cittadini della Zona 2 e vuole essere un servizio di diffusione e circolazione delle idee e dei problemi. Tutti possono scrivere, possibilmente lettere brevi, firmando o, comunque, precisando gli eventuali motivi per i quali non si desidera che la firma venga pubblicata.

II parere di un sacerdote sul referendum

SPORT FARINI

La paura, infine, di perdere il potere.

E tuttavia, nonostante questo clima, sia all'interno che all'esterno della scuola, si è sentita la necessità di superare le difficoltà che la precludono al naturale processo di progresso e democratizzazione, il bisogno di combattere la distorta visione della « democrazia » rappresentata dalle forze dirigenti che hanno ignorato, fin qui, la ventata di rinnovamento portata dai Consigli dei genitori nelle altre scuole della Zona.

Così la famiglia non entra in Porta Nuova, se non in punta di .piedi e quasi con senso di colpa: essere il primo organismo da consultare quando si tratti di decidere sull'educazione dei propri figli!

Lo stesso tipo di rapporto « democratico » vige con le forze sindacali; si disconosce la posizione dell'insegnante lavoratore, gli si contesta il diritto di tenere assemblee sindacali in orario di lavoro, palesemente ignorando lo Stato dei lavoratori e la legge sul diritto del lavoro, si covince il corpo insegnante a tenere la propria assemblea in altri orari, si sbarra la scuola — unica in tutta la Zona a non avere un Consiglio dei genitori o un Comitato Scuola-Famiglia — alla realtà.

Queste grafi contraddizioni interne non potevano sfuggire al Consiglio della Zona 2 che ha, alla propria base rivendicativa, la gestione sociale di tutte le strutture pubbliche e che attraverso la sua Commissione Scuola-Cultura stimola e promuove questa gestione ad ogni livello.

Una prima assemblea, svoltasi

Nel momento in cui il sen. Fanfani evoca i fantasmi del 18 aprile 1948 e invita la DC alla crociata antidivorzista (e anticomunista) tirando giù dalla soffitta vecchi arnesi reazionari come Gedda e Gabrio Lombardi, Rumor ha faticosamente messo insieme un altro governo di centrosinistra. Questo « nuovo » centrosinistra è in realtà ancor più debole e incapace di governare dei molti che l'hanno preceduto, e ciò è dimostrato, tra l'altro, dall'inconsistenza del programma che Rumor ha esposto al Parlamento: molte parole prive di sostanza e una sola concreta assicurazione: che aumenterano ulteriormente i sacrifici richiesti ai lavoratori. Di riforme non se ne parla, un piano organico per fronteggiare la crisi- energetica non c'è, controllo dei prezzi neanche pensarlo, misure per stroncare gli imboscamenti di generi alimentari e benzina Dio ce ne liberi; in compenso aumenteranno i prezzi di benzina, gas, elettricità e ferrovie, aumenteranno le tasse su molti prodotti (non tutti voluttari), si troverà meno carne, che però costerà di più, e via elencando tutte le presenti e future rapine sulle nostre buste paga, già minacciate dall'inflazione e dalla crescente disoccupazione.

Un governo di questo genere, nato da deteriori compromessi tra gruppi di potere, assediato da gravissimi scandali che coinvolgono direttamente personalità di primo piano, non può che essere combattuto nel modo più netto e intransigente dal nostro Partito, che ravvisa nella situazione attuale gravi pericoli non solo sul piano economico, ma per la sopravvivenza della democrazia stessa, minacciata da quei gruppi reazionari, dentro e fuori la maggioranza di governo, che cercano di approfittare del disorientamento di vasti strati di piccola e media borghesia per mettere in atto oscure trame antidemocratiche.

Contro questo governo, quindi, occorre la massima vigilanza democratica e la massima unità di tutte le forze popolari, anche di quelle masse cattoliche e democrisiane che, decidendo di votare no al referendum sul divorzio, hanno fatto un precisa scelta di libertà e rifiutano le tentazioni reazionarie dell'attuale segreteria DC; e proprio dal referendum, non dimentichiamolo, dipende non solo la sopravvivenza o meno di una legge giusta e importante, ma anche la possibilità di modificare positivamente l'assetto politico italiano.

Dico subito che voterò NO per l'abrogazione della Legge sul divorzio. Perchè? I motivi sono diversi e mi permetto di accennarne alcuni: io credo fermamente alla famiglia ma non a questotmodo di vivere la famiglia, a questa concezione di famiglia che la società ci ha imposto. io credo fermamente alla stabilità della famiglia e debbo combattere ogni tentativo e azione che rovina questa stabilità. Ora, il grosso pericolo, la grossa lotta da fare non è sulla Legge del divorzio ma contro la società. La crisi della famiglia deriva infatti dalla stessa società capitalistica in cui viviamo ed anche dai disagi che essa crea (l'emigrazione, il lavoro a turni, la mancanza di servizi sociali, la disoccupazione, l'aumento del costo della vita, la secolare emarginazigne delle popolazioni del sUV); io credo al valore di fede dell'indissolubilità come ideale di vita al quale costantemente tendere: ma so bene che questa concezione ideale derivata dal confronto con la Rivelazione non può essere imposta per legge ma solo la libera attuazione della coscienza del credente può darle valore. Per questo giudico farisaica e contro la stessa logica evangelica il modo con il quale gli abrogazionisti conducono la loro campagna antidivorzio. La fede per essere vissuta non ha bisogno dell'appoggio delle leggi civili; io sono convinto che la nostra società ha una pluralità di concezioni e lo Stato deve interpretarle e rispettarle. Una legge non divorzista non rispetta la convinzione della minoranza. Certi cristiani fanno tanta scena perchè in Unione Sovietica non si fa esprimere (dicono loro!) liberamente il pensiero di una minoranza e poi quì vogliono imporre in una maniera assoluta, la loro convinzione. La Legge sul divorzio, infatti, non impone il divorzio a chi non crede al divorzio stesso io sino convinto che dietro il referendum stanno gravi manovre politiche, suscitate da chi ha paura dell'unità tra i lavoratori. Si vogliono suscitare ancora gli steccati falsi tra cattolici e non, che hanno portato alla rottura dell'unità sindacale del '48. La vera divisione nella società non è tra cattolici e non, ma tra sfruttati e sfruttatori. questa campagna sposta l'attenzione dei lavoratori e del Paese dai grossi problemi posti dalla crisi economica e politica alla questione del divorzio. Ed allora bisogna combattere queste manovre. Per tutti questi motivi liberamente e concretamente dirò NO all'abrogazione, senza nessuna crisi di coscienza. Un sacerdote che per superiori disposizioni della Curia e dell'Arcivescovado non può uscire dall'anonimato

I prati di Via Veglia

Circa un mese fa ho trovato nella casella della posta il gior nale « Quartiere e Politica » e, visto che parla dei problemi della nostra zona, mi è venuta una curiosità: cioè quella di sapere, se è possibile, come è andata a finire la questione dei prati di Via Veglia.

Forse qualcuno di quelli che fanno il vostro giornale ricorderà di tutte le iniziative prese dai vari Partiti ed associazioni del Quartiere Istria-Zara al fine di indurre le autorità comunali a requisire i terreni incolti di Via Veglia per adibirli a servizi sociali di cui il quartiere avrebbe tanto bisogno: sono state fatte pubbliche assemblee, sono usciti manifesti della Democrazia Cristiana nei quali si affermava che la popolazione aveva « VINTO » dopo un decisivo intervento dell'Assessore Borruso, però i prati sono ancora lì, dopo quattro o cinque anni dall'inizio delle agitazioni, incolti e sporchi, asilo di topi e adibiti si a servizi... ma per cani randagi e non.

Possibile che tutti si siano addormentati? I cittadini che, come me, a suo tempo parteciparono alle predette iniziative, avrebbero diritto di sapere qualche cosa e spero che questo giornale di quartiere possa soddisfare questa mia richiesta.

Luigi Stombellini O O ~

I cittadini di Greco e il Comitato di quartiere

Negli ultimi mesi sono state prese talune iniziative da parte del Comitato di quartiere Greco, le quali in virtù dell'attualità dei problemi sollevati, hanno avuto l'indubbio pregio di portare all'attenzione -dei cittadini taluni aspetti che caratterizzano, sotto il profilo sociale, il nostro rione. Purtroppo si deve lamentare che a dette iniziative, al di là della buona partecipazione alle assemblee indette, non abbia fatto riscontro quella indispensabile paA tecipazione di appoggio continuativo necessario allo sviluppo di nuove iniziative che il Comitato stesso potrebbe prendere. E' evidente a tutti noi cittadini di Greco l'assoluta carenza di qualsiasi struttura sociale in grado di soddisfare le necessità della popolazione e, peggio ancora, la mancanza attuale di una adeguata ed organica linea di sviluppo stabile a livello di Giunta comunale tale da consentire il superamento dell'attuale situazione. E' proprio partendo dall'attuale mancanza di scelte di indirizzo globale, da parte della Giunta amministrativa, che si fa via via più urgente la necessità che ogni cittadino in prima persona eserciti il proprio diritto e dovere di pronunciarsi sulle caratteristiche che il quartiere dovrà acquisire nell'immediato futuro.

Quale, dunque, deve essere il compito del Comitato di quartiere? Io ritengo che compito fondamentale del Comitato sia soprat utto quello di divenire veramente organismo di massa ed assolvere alla precisa funzione di riunire e coordinare tutte le istanze che la popolazione su di esso fa convergere e, nello stesso ambito, discute.

Chiaramente, af finchè questa attività possa essere incisiva, è necessario che il Comitato di quartiere mantenga costantemente uno stretto legame, ferma restando la propria autonomia, con tutte le rappresentanze democratiche presenti nella zona e cioè il Consiglio di zona, i Consigli di fabbrica degli stabilimenti insediati nel nostro territorio, i partiti politici e le rappresentanze sindacali.

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Importante e dettagliato documento del Consiglio di Zona 2

IL PIANO DI ZONA

per il settore a Nord di Viale Lunigiana

PRESENTAZIONE

Il piano delle carenze di strutture sociali nel territorio a Nord di viale Lgigna, daborato dal Consi'• i Zona, merita, per la seriet4 con cui è stato predisposto, di essere conosciuto e discusso dal più largo numero di cittadini. Particolarmente utile, quindi, la decisione della redazione di QUARTIERE E PaITICA di pubblicare integralmente, in questo numero, tale documento. Il piano è frutto del lavoro unitario dell'intero Consiglio di Zona al quale il gruppo comunista ha dato un contributo di primo piano nello spirito della partecipazione impegnata costante che caratterizza la nostra presenza nel Consiglio nelle Commissioni, come, del resto, ampiamente riconosciuto dagli altri gruppi politici.

Il piano è il primo documento che, in modo organico, affronta la ristrutturazione di una parte della Zona e costituisce il modello di studio per definire successivamente le carenze dell'intera Zona 2. In tal senso esso deve essere valutato dai cittadini e dagli organismi di base quali i Comitati di quartiere, le Associazioni dei genitori, le Sezioni dei partiti democratici, i sindacati che devono ad esso fare costante riferimento nel portare avanti le loro rivendicazioni.

Un pericolo, credo, debba essere superato, quello che il piano rimanga lettera morta, un buon lavoro ma che non serva alla causa per la quale, invece, è stato concepito: uno strumento vivo della organizzazione e della lotta, insostituibili, dei cittadini per la trasformazione del quartiere e della città.

In questa direzione noi comunisti confermiamo il nostro coerente impegno di fronte ai lavoratori e a tutti i cittadini della Zona 2. Ambrogio Rossi

PREMESSA

Lo sviluppo disorganico della città, dovuto a interventi speculativi realizzati il più delle volte in contrasto con le prescrizioni di un Piano Regolatore già inadatto, di per sè, per l'epoca ormai remota in cui fu concepito, a soddisfare le moderne esigenze di una collettività civile, ha condotto ad una situazione ormai insostenibile di carenza delle at tretzature collettive (e delle relative aree) necessarie alla nostra popolazione: La drammaticità delle situazione risulta dai dati contenuti nella relazione tecnica.

Nell'area compresa tra viale Zara, viale Marche, via Sammartini ed il rilevato ferroviario superiore (circa 1.900.000 mq.) vivono 30.000 abitanti. Anche a non voler assumere come indice delle esigenze delle strutture collettive quello di 18 mq. pro capite (D.I. 2-4-1968 n. 1444) per la semplice ragione che l'adozione di detto parametro obbligherebbe alla demolizione di quasi un terzo degli edifici esistenti nel settore, ma riducendo le richieste di aree pubbliche a soli 9 mq. per

abitante le esigenze della nostra popolazione, sotto il profilo considerato, ammonterebbero a 30.000 x 9 = 270.000 mq.

A fronte di tale « minimo » indispensabile e irrinunciabile l'attuale disponibilità di aree dotate di attrezazture pubbliche è di soli mq. 65 mila 500 con un conseguente deficit di 205.000 mq.

Tutte le aree teoricamente disponibili che residuano nel settore di Zona considerato, ammontano complessivagiente a 198.500 mq.

Quanto premesso, il Consiglio di Zona 2, in stretta collaborazione con le forze politiche e sindacali operanti nel quartiere, unite nel « Comitato popolare per il Loto 46 », nello spirito del deliberato dall'assemblea popolare del 27 ottobre 1973, ha deciso di sottoporre al Consiglio Comunale l'allegato Piano di utilizzo delle aree libere esistenti nel settore considerato, affinchè il Consiglio Comunale stesso deliberi con procedura d'urgenza: l'immediata utilizzazione delle aree già disponibili (Lotto 46, ex Saffa, AGIP) nel rispetto del Piano della legge 167; l'acquisizione (esproprio ex legge 865) di tutte le aree per le quali è già stata prevista la destinazione pubblica dal Piano regolatore vigente ovvero dalle varianti definitivamente approvate (variante « Martesana », via Conti, via Bottelli e Comune antico, aree di proprietà delle FF.SS.) ; la predisposizione di una variante di Piano che vincoli ad uso pubblico aree che altrimenti sarebbero tuttora suscittibili di utilizzazione speculativa (via S. Raphael delle Ande, area a nord della ditta Fioravanti, via Fava di fronte allo stabilimento del Giorno, area Fumagalli); l'adozione di una variante di Piano che preveda la desinazione ad edilizia scolastica dell'area attualmente occupata dal Mercato del pesce.

RELAZIONE

TECNICA

Relativa alla determinazione delle carenze di attrezzature collettive afferenti il settore della Zona 2 delimitato a nord dal confine di zona; ad est dai rilevati ferroviari; a sud dal v.le Lunigiana, p.zza Carbonari e v.le Marche; ad ovest dal v.le Zara.

METODOLOGIE SEGUITE

NELLA RICERCA IN OGGETTO

La determinazione delle carenze è stata effettuata secondo due diversi metodi:

assumendo come parametri di valutazione delle esigenze del settore gli standards urbanistici previsti dal D.I. 2-4-1968 N. 1444; assumendo come parametri esigenziali - ai fini limitati del computo delle carenze di asili nido, scuole materne, elementari e medie inferiori - il numero degli effettivi utenti potenziali delle strutture menzionate sulla scorta dei dati anagrafici.

a. 1) Determinazione delle esigenze del settore sulla scorta degli standards urbanistici (D.I.

2-4-1968 N. 1444).

Popolazione residente: 30.000 abitanti.

Secondo il D.I. 2-4-1968 numero 1444, ad ogni abitante compe•

terebbero 18- mq. di attrezzature; le nécessità del settore sarebbero

pertanto

30.000 x 18 = 540.000 mq. Tuttavia, in considerazione del fatto che la superficie globale del settore è di mq. 1.900.000, appare opportuno utilizzare il minor indice (parimenti previsto dal Decreto Interministeriale citato) di 9 mq. per abitante. aree necessarie a soddisfare gli standards urbanistici di legge

sono:

30.000 x 9 = mq. 270.000

Aree per l'istruzione:

30.000 x 2,25 mq. 67.500

Aree per attrezzature di interesse

collettivo:

30.000 x 1 mq. 30.000

Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per i gioco e lo

sport:

30.000 x 4,50 mq. 135.000

Aree per parcheggio:

30.000 x 1,25 mq. 37.500

Totale necessità mq. 270.000

DETERMINAZIONE DELLE

CARENZE

AREE PER L'ISTRUZIONE DI

LEGGE: mq. 67.500

Aree per l'istruzione esistenti:

Scuole materne

Via Tarvisio mq. 3.500

Via Fortis mq. 10.000 Via Arbe

Scuole elementari Via Bottelli mq. 4.500

Scuole medie Via Cagliero

mq. 6.000 mq. 24.000

CARENZE: mq. 43.500

AREE PER ATTREZZATURE DI INTERESSE COMUNE (Religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (Uffici P.T., protezione civile) , richieste dagli standard mq. 30.000

ESISTENTI:

CARENZE: mq. 9.000

AREE PER SPAZI PUBBLICI A VERDE E SPORTIVE Richieste dagli standard mq. 135.000

ESISTENTI: Giard. v. Tarvisio mq. 4.000 Giard. p. Farina mq. 7.000 Giard. p. Massari mq. 6.000 mq. 17.000

CARENZE: mq. 118.000

AREE A PARCHEGGIO Secondo gli standard mq. 37.500

ESISTENTI: Via M. Gioia mq. 2.500

CARENZE: mq. 35.000

TOT. CARENZE: mq. 205.000

In base alle analisi sopraesposte si individuano come necessità proritarie: la realizzazione di un complesso scolastico organico che preveda la Scuola materna, la Scuola elementare e la media ed un'attrezzatura sportiva che coniprenda un campo di calcio con pista di atletica, due palestre due campi da tennis e relativa struttura accessoria.

a. 2) Determinazione dei fabbisogni dbedillzia scolastica sulla base Mie effettive utenze

Popolazione esistente nel settore: abitanti 30.000 Indice di scolarizzazione della Zona 2 desunto dai dati anagra-

UNA PROMESSA NON MANTENUTA

li monumento ai partigiani

caduti del rione " Isola "

Applicando queste percentuali alla popolazione esistente nel settore considerato si ricava il numero degli utenti potenziali per le diverse strutture.

Per quanto riguardo gli asili nido è necessario correlare il numero degli infanti tra O e 2 anni, con le condizioni sociali della madre, se lavoratrice o casalinga.

In mancanza di dati precisi in queso senso, si suppone convenzionalmente che le mamme lavoratrici corrispondano al 25% del totale.

ASILI NIDO

30.000 x 3,8 x 0,25 utenti n° 280

SCUOLA MATERNA

30.000 x 3,8 utenti n° 1.140

SCUOLA ELEMENTARE

30.000 x 6,53 utenti n° 1.960

SCUOLA MEDIA

30.000 x 3,42 utenti n° 1.025

DETERMINAZIONE

DELLE

ATTREZZATURE

NECESSARIE

SCUOLE MATERNE

Popolazione scolastica n° 1.140: 30 = aule necessarie 38 aule esistenti: Via Tarvisio Via Fortis Via Arbe

n° 4 n° 8 n° 4 16 carenza aule 22 corrispondenti a 3 scuole materne da 9 sezioni: mq. 6.750 x 3 = mq. 20.250

SCUOLE ELEMENTARI

Popolazione scolastica n° 1.960 : 25 = aule necessarie 78 aule esisenti Via Bottelli Via Arbe

18 20 carenza aule 40 corrispondenti a 2 scuole elementari da 20 sezioni: 10.300 x 2 = mq. 20.600

SCUOLE MEDIE

Popolazione scolastica n° 1025

: 25 = aule necessarie 41 aule esistenti Via Cagliero n° 24 carenza aule 17 corrispondenti a una Scuola media da 17 aule per a mq. 8.925

ASILI NIDO

Popolazione utente n° 280 corrispondenti a circa 4 Asili nido da 70 bambini, attribuendo ad ogni unità mq. 2.000 si ha una necessità di mq. 2.000 x 4 = mq. 8.000

AREA TOTALE NECESSARIA per • le attrezzature scolastiche, dall'Asilo nido alla Scuola media: mq. 57.775

AREE REPERIBILI

A) Di immediata disponibilità

Area a servizi del Lotto 46 mq. 20.000 (compresa quota di metri quadrati 3000 del Giorno)

Area di proprietà AGIP tra i rilevati ferroviari mq. 8.000

area Saffa (parte variante Martesana) mq. 4.000 mq. 32.000

B) Già vincolate da strumenti urbanistici e da acquisire Rimanenza area variante Martesana mq. 71.500

Area via Conti mq. 20.000

Area via Bottelli - Comune antico mq. 5.000

Area FF.SS. tra linea Greco e bivio Seveso mq. 9.500 mq. 106.000

C) Da vincolare e da acquisire

Area mercato pesce e annessi mq. 21.000

Raphael de le Ande mq. 25.300

Area nord - Fioravanti mq. 7.000

Alcuni anni or sono il Consigliere Giorgio Morpurgo, avanzava richiesta in Consiglio Comunale per la erezione di un monumento ai Caduti del riole Isola Garibaldi, nella Lotta di Liberazione. La motivazione era che con la realizzazione del centro direzionale andava distrutto il popolare quartiere e con la demolizione delle vecchie case sparivano le molte lapidi che ricordavano il sacrificio dei 42 Caduti per la Libertà. Il monumento avrebbe .permesso di mantenere vivo il ricordo del vecchio quartiere e della sua gloriosa tradizione popolare ed antifascista. L'anno scorso il monumento veniva eretto: il primo Che a Milano ricordasse la Resistenza anche se riferita ad un quartiere. Ma... chissà il perchè... il monumento, quasi alla chetichella, è stato eretto fuori dal quartiere, in via Melchiorre Gioia. Alla popolazione è sembrato che la decisione volesse significare che il rione Isola era veramente destinato a sparire.

Non potevano mancare le immediate reazioni degli abitanti e dei familiari dei Caduti i quali sostenevano che decine di monumenti avrebbero potuto essere eretti a Milano a ricordo della Resistenza, per mantenerne vivo l'impegno nella continuità ed il richiamo alle presenti ed alle future generazioni. Ma era fuori discussione che un monumento ai Caduti Partigiani dell'Isola non poteva che essere eretto nel quartiere Isola.

A seguito della protesta popolare, il Sindaco di Milano, in occasione della manifestazione per lo scoprimento del monumento, il 25 Aprile 1973, dichiarava che « quella doveva ritenersi una sistemazione provvisoria » e prometteva ufficialment' e pubblicamente, « che il monumento avrebbe trovato una iusto collocazione all'interno del quurti,n•P così come avrebbero voluto gli abitanto, le organizzaziori democratiche della Resistenza A. Successivamente, nr-)Ito organizzazioni democratici-- ; unii il Consiglio della Zona .: il Comi tato di Quarder,-, isola, la Sezione Anpi « Almo Colombo », anche a seguito di un vih attentato fascista che il monumento aveva subìto nel frattempo, presero iniziative tendenti alla realiz• zazione del progetto promesso. Purtroppo a tutt'oggi le cose non sono cambiate; ancora una volta sarà necessario ricorrere alla mobilitazione popolare perchè venga mantenuto fede ad un impegno pereiso che la popolazione del'Isola non intende dimenticare.

Luigi Mani redi

- Area « Giorno » via Fava mq. 2.000 - Area «Lavandai» mq. 3.000 mq. 4.000 mq. 60.500

Totale complessivo mq. 198.500

Poichè si è constatato che gli standards urbanistici relativi alle aree per l'istruzione sono di mq. 43.500, a fronte dei metriquadrati 57.775 risultanti dalle effettive necessità scolastiche del settore, con una migliore quantità di mq. 57.775 - 43.500 = 14.275, le aree risultanti dagli standards vano maggiorate di altrettanti mq e diver#ano così:

14.275 + 205.000 = 219.275

Risulta quindi che pur con l'utilizzazione totale delle aree indicate, queste non sono sufficienti a coprire le necessità del settore, come risulta dal prospetto seguente:

aree necessarie mq. 219.275

aree indicate mq. 198.500 aree mancanti mq. 20.775

Pertanto si indica sin da ora la necessità che nello studio, in fase di preparazione, della determinazione delle carenze delle attrezzature collettive dell'intera Zona 2 e di quello del reperimento delle aree necessarie per soddisfarne le esigenze, si tenga presente anche il recupero di aree necessarie a soddisfare il fabbisogno del settore oggi preso in esame (metriquadrati 20.000).

4 QUARTIERE E POLITICA
10.000
Greco mq. 3.000
M. Goretti mq. 4.000
A. Merici mq. 4.500 mq. 21.000
Via Tarra mq.
Chiesa
Chiesa
Chiesa
fici Età = Percentuale 0-2 = 3,8% 3-5 = 3,8% 6-10 = 6,53% 11-13 = 3,42%
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