L'Apriscatole1

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a cura (1.b7 Consiglio di Fabbrica IRT-FIRT

DOCUMENTO APPROVATO DAL CONSIGLIO DI FABBRICA IL 22 - 5 -'78

Riflessioni per un' analisi più profonda sul terrorismo, le sue cause, i suoi obiettivi

"VENNERO A PRENDERE L'EBREO E LO PORTARONO VIA,MA IO CHE NON ERO EBREO NON MI MOSSI.

"VENNERO A PRENDERE L'ATEO COMUNISTA,MA IO CHE ERO RELIGIOSO NON MI MOSSI.

"VENNERO A PRENDERE IL CATTOLICO APOSTOLICO ROMANO,MA IO CHE ERO ORTODOSSO NON MI MOSSI.

"VENNERO A'PRENDERE ME, MA ORMAI NON C'ERA PIU NESSUNO PER DIFENDERMI".

Riflettiamo e discutiamo perchè

abbiamo bisogno di chiarezza e unità

( Poesia di un prete ortodosso morto in campo di concentramento tedesco )

Ch

\—•
SPECIALE Maggio '78

IDEE E POSIZIONI CHIARE

I tempi terribilmente pericolosi che viviamo, caratterizzati da un crescente spietato piano di attacco per distrugge re lo Stato e le istituzioni democratiche richiedono la massima chiarezza di idee e di posizioni.

Viviamo in uno Stato che é una Repubblica democratica nata dalla Resistenza e che ha per legge fondamentale la Costituzione grazie alla quale e alle libertà individuali e collettive in essa sancite, vi é stato un faticoso ma ricchissimo svi luppo della vita democratica.

Ciò vuol dire partecipazione diffusa, forza e molteplicitàtdelle organizzazioni di massa, sindacati, partiti, associazioni, in breve vitalità democratica di una grandissima parte della società civile dove ci si può unire, organizzare e associare sulla base di interessi, programmi, ideali.

Certo lo Stato é formato anche dai suoi apparati e organismi preposti al suo fun zionamento ed in questi troviamo una carenza democratica, una falla che va elimi nata per realizzare la saldatura tra stato democratico e vita democratica.

Si sono succeduti nel tempo tanti Gover ni, la politica e le scelte dei quali sono passate attraverso corruzioni, disgregazioni, clientele e crisi. Ciò nonostante questo Stato, con tutti i mali gra vi della sua gestione, non ha cessato di essere uno Stato democratico -costituziona le in cui non solo sono stati salvaguarda ti i diritti dei cittadini, ma si é potuto avanzare, grazie-alle lotte dei .lavo ratori, sul terreno dello sviluppo democratico, della partecipazione delle masse, delle conquiste anche materiali delle clas si lavoratrici.

Si può quindi dissentire e criticare 1-; gestione di questo stato, gli uomini e i -,-sartiti che lo hanno diretto; si può e si deve lottare per cambiare e migliorare.

Sarebbe un grave errore però, oltre che un segno di meschinità e di spirito subal_ terno, far ricadere le cause del terrorismo sulle responsabilità e le colpe di chi ha governato - e spesso malgovernatoper 30 anni.

Non é giusto, non é la verità stabilire un rapporto meccanico di causa ed effetto tra scandali del potere e P 38, tra corruzione e "molotov", tra ingiustizie sociali Brigate Rosse. Così si alimenta la confu sione e si finisce per fornire pretesti e coperture al terrorismo.

W necessario perciò dire con chiarezza innanzitutto se si é d'accordo con lo stato democratico e poi se é necessario noi crediamo che lo sia - dissentire, criticare, lottare per cambiare.

La mobilitazione di questi giorni ha di mostrato la volontàà dei lavoratori, se an cora ve ne era liLsogno, di difendere questo stato.

Nella relazione in assemblea il C.d.F. ha espresso la convinzione che oggi più che mai é necessario discutere liberamen te, confrontare le proprie opinioni, chia rirsi fino in fondo, permettendo democraticamente a tutti di parlare.

Mi sia consentito dire fuori dai denti che i tempi in cui viviamo non possono per mettere a nessuno, ivi compresi - a maggior ragione - delegati del C.d.F., di essere ambigui o addirittura contro lo Stato. Questo no. E i lavoratori che hanno dimostrato in assemblea dissenso e ferma oppo sizione a questa ambiguità politica, hanno dimostrato di essere sempre pronti nella lotta per difendere questo Stato, la democrazia, le istituzioni soprattutto contro chi cerca di mettere in discussione anni di lotte e di conquiste dei lavorato ri pagate anche col sangue.

Tutto questo però non deve significare 'impedire il dissenso e la libertà di criti

ca ed é perciò che vanno condannati gli interventi indiscriminati effettuati contro lavoratori (Alfa Romeo ) "colpevoli" solo di aver esercitato questo diritto.

NaLrion c'é bisogno di risalire tanto per ripetere di nuovo quanto grande sia stato l'impegno, la volontàjla forza del movimento operaio per difendere la democrazia, per conquistare strumenti nuovi di maggior potere sia nella vita politica che nei luoghi di lavoro.

Tutti i lavoratori sono impegnati nella lotta per conquistare emancipazione e partecipazione per far si che la svolta nella direzione politica ed economica del paese, già in parte attuata con la parziale caduta della pregiudiziale nei confronti del più grosso partito operaio italiano, non rimanga fine a se stessa ma sia proiettata in avanti.

Se é vero che la natura degli uomini e

delle organizzazioni si scopre compiutamente nel momento in cui le difficoltà si fanno più gravi, crediamo che oggi sia uno di quei momenti, forse il più duro dalla liberazione.

E i lavoratori l'hanno capito, si sono fatti carico di ciò e unitariamente, non perdendo di vista i grandi obiettivi quali il posto di lavoro:il mezzogiorno, i giovani, i disoccupati, hanno abbracciato la lotta antifascista all'idea che la de mocrazia é un bene in sé, la condizione in dispensabile per cambiare la società italiana con la politica delle riforme, con la partecipazione e il consenso di tutti.

Tutto ciòé racchiuso nelle risposte im mediate e di massa che i lavoratori hanno dato anche durante la vicenda Moro; rispo ste nelle quali vi é la ragione vera della tenuta del Paese di fronte alla prova durissima alla quale é stato sottoposto dal 16 marzo ad oggi.

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MILANO — Piazza del Duomo gremita di lavoratori poco dopo l'arrivo della notizia dell'assassiniod: H

LA STRATEGIA DEL TERRORISMO E LE SUE ARMI

Sin da 1964 ci sono stati tentativi con diverse sigle ed etichette politiche, pri ma nere ora rosse, di scardinare la Repub blica e le istituzioni democratiche.

Fino a due anni fa circa ci hanno provato cercando di nascondersi dietro l'eti chetta anarchica e comunque di sinistra (i fatti accaduti a Pinelli e Valpreda tutti li conoscono ), mentre erano fascisti e di destra, con le bombe, i falliti colpi di stato, gli attentati, insomma la strategia del terrore che cercava così di suscitare nella gente un desiderio e quindi la richiesta di ordine e repressio ne per poter poi intervenire con leggi speciali e governi autoritari.

Da due anni circa i fascisti sono spa riti e, con rapine e rapimenti, sequestri di personaggi come Sossi e Moro, omicidi spietati, spari alle gambe, evasioni in massa dalle carceri, droga, ricatti e pau ra, utilizzando sigle ed etichette di sinistra, tingendosi di rosso e chiamandosi comunisti, usando un linguaggio nei loro volantini che é quello proprio della si nistra, sbandierando cultura e obiettivi di sinistra, sono balzate alla ribalta della cronaca le Brigate Rosse. Esse por tano avanti il loro disegno con tecnica moderna, scientifica, che si avvale di pro fessionisti, di mezzi assai sofisticati, di armi perfezionatissime, di grosse som me di denaro e di tuttociò che una organizzazione clandestina ha bisogno.

La loro azione violenta si realizza in diversi modi che corrispondono ad altret tanti livelli: quello proprio delle B.R., quello intermedio di "prima linea" ed al trettante sigle ficWheggiatrici (probabilmente la loro azione armata serve anche per il reclutamento di gente provata ) e quello della Autonomia organizzata.

La loro azione punta a mettere in giuocchio lo Stato e alla sua resa.

Certo la domanda viene spontanea: sono veramente di sinistra? Crediamo che fra i 4

" manovali" ci siano anche giovani dispera ti, abbagliati da una soluzione rapida del la lotta di classe, ma per dire chi muo ve i fili, i cervelli, é necessaria una ri flessione più attenta e profonda. Per risolvere questo quesito vale ancora il metodo utilizzato per smascherare la strate gia della tensione:

i) A CHI GIOVA LA LORO AZIONE

Non giova certo alla libertà sindacale dei lavoratori dell'Alfa Romeo, non giova alla partecipazione dei lavoratori alle manifestazioni e alla lotta in genere, non giova alla lotta per ulteriori conquiste di libertà politico-sindacali; giova inve ce a chi non vuole uno stato democratico che permetta la lotta di classe e la partecipazione di massa, giova a chi non vuo le che si concretizzi in scelte la recente svolta politica e sindacale.

DA CHI E' VOLUTA

Da pochi che cercano di imporre con la violenza e la paura il loro disegno contro la volontà delle masse che hanno condannato con la lotta la loro azione e della qua le essi non tengono conto.

CON QUALE METODO

Il metodo é violento e antidemocratico, che non tiene in considerazione la volontà delle masse e della classe operaia: é un metodo terroristico spietato e disumano che non é mai stato dei lavoratori e le loro organizzazioni, anzi l'hanno sempre combattuto perché é stato sempre il metodo attraverso il quale poi si imponeva no leggi speciali e governi "forti" che bloccavano le lotte dei lavoratori e li ri cacciavano indietro.

DA CHI RICEVONO IL CONSENSO

Non certo dalla classe operaia e dalle masse che hanno risposto immediatamente con un no secco al terrorismo. Perciò diciamo che non ci interessa tanto se sono

rossi o neri, ma se sono con noi o contro di noi.

Certo con gente che dice di battersi per i nostri interessi dobbiamo comportar ci diversamente da come facevamo con i fa

scisti, perché questi ultimi sono e chiarano nostri nemici, mentre con ie B.R. é necessario anche analizzare la loro azione armata e politica per avere gli strumenti di orientamento e per smontare le loro tesi.

PERCHE' IL TERRORISMO

Eliminiamo subito l'equivoco di fondo che troppo spesso si trova nei nostri ra— gionamenti: il terrorismo non vuole com— battere ed eliminare quanto di sbagliato c'é e c'é stato nel nostro paese (malgo— verno, corruzioni, crisi, disoccupazione ecc.) ma utilizza tutto ciò, lo adopera come alibi per coinvolgere nel suo dise— gno altre forze, blocca il processo demo cratico del nostro paese, impedisce alla classe operaia, ai lavoratori di conqui— stare altri strumenti e posizioni che la portino ad essere definitivamente classe dirigente di uno stato realmente democra— tico.

Infatti, tutti sanno che l'eccidio di via Fani e il rapimento di Moro é avvenu to nel giorno stesso in cui nasceva un nuovo governo che ha alla base un accor— do di unità politica fra un vasto arco dello schieramento democratico per affron tare con la forza e la volontà di tutti l'emergenza economica e la crisi struttu rale del nostro paese. Hanno tentato di impedire questa svolta e l'ingresso a pie no titolo di tutta la sinistra e dei la— voratori nella maggioranza di governo. Non ci sono riusciti, ma un risultato, sia pur minimo, l'hanno ottenuto distogliendo buo— na parte delle forze dal realizzare appie— no in questi due mesi l'attività di gover no e parlamentare.

Crediamo, anche per meglio capire, sia necessario ricordare il nodo centrale del. lo scontro in atto oggi in Italia. Il no— stro paese collocato nell'area capitalisti ca, ha portato avanti una politica indu— striale ed economica che per essere compe., titiva sugli altri mercati, poiché la no— stra unica risorsa é la forza lavoro, ha puntato sui bassi salari ed il massimo di sfruttamento dei lavoratori,

Oggi grazie alla forza sindacale del mo vimento operaio organizzato questo non é più possibile, anzi i lavoratori lottano per avere più voce in capitolo e condi— zioni economiche e di lavoro più adeguate ad una nazione civile, con una politica economica che si basi sui rapporti di fra tellanza e cooperazione internazionale con tutti i popoli del mondo.,

Sono due visioni contrastanti che impli cano due metodi e obiettivi diversi. Da una parte il metodo della sopraffazione per piegare ai propri interessi il popolo italiano, e dall'altra un movimento demo— cratico che punta al consolidamento della democrazia e lo Stato di diritto, alla pa ce e alla solidarietà internazionale, con tre il previlegio, il corporativismo, la violenza.

Ecco qui tracciato molto schematicamen te il quadro della situazione. E' da que gto che bisogna partire per capire il per ché del terrorismo.

In questo quadro però dobbiamo anche te nere in considerazione la collocazione geo grafica e politica dell'Italia in Europa' e nel mondo e degli interessi internaziona: li che si giocano sul nostro paese. Non passiamo dimenticare le multinazionali ed il ruolo che esse hanno giocato nel colpo di Stato ddl Cile che in Italia esse hanno grossi interessi. Non dobbiamo dimentica— re le basi NATO nel nostro Paese; tenere presente che nel nostro territorio c'é lo Stato Vaticano. Ricordiamoci che per la prima volta nella storia il partito comuni sta più forte del mondo capitalistico si é avvicinato alla direzione dello Stato.

Tutto ciò deve essere accompagnato da 30 anni di governi DC, da malgoverno, corruzioni, clientelismo nazionale e in— ternazionale, dalle distorsioni economiche e politiche, dalla discriminazione fino ad oggi della classe operaia.

Questo ha generato negli apparati stata

li (inserimento dei fascisti nella polizia nei servizi segreti, ecc. perché essi erano una garanzia di anticomunismo e an— tioperaia) un uso strumentale della reli— gione, il ruolo di "riserva di manodopera" assegnato al Mezzogiorno e alla disoccupa zione, la subordinazione a potenze stra— niere.

COME SI COMBATTE

Innanzitutto, come si é già detto al— l'inizio, con idee e posizioni chiare. Per realizzare questo quindi é necessario discutere, approfondire, confrontarsi fine in fondo per evitare confusioni o ambiguità come fa invece chi si professa "né con lo Stato né con le Brigate Rosse". Perché, riteniamo, che le Brigate Rosse fanno affi damento proprio sulla confusione della gen te quando si presentano di sinistra, arma ti ed organizzati contro lo Stato prenden dosi una delega che la classe operaia non gli ha dato, dicendo di fare gli interessi del proletariato mentre non tengono in con siderazione le opinione e la condanna dei lavoratori accusando il sindacato e il PCI di aver tradito la classe operaia e quindi ,facendo individuare in essi i principali colpevoli della condiaione dei lavoratori “orse i recenti risultati elettorali sono significativi ).

Essi fanno affidamento anche sulla pau ra di parlare e di manifestare, per questo bisogna discutere fino in fondo in modo da superarla e quindi attrezzarsi per combat— terli. Naturalmente non basta la chiarez— za, ma é necessaria anche l'unità e la lot

ta.

Per questo é indispensabile stimolare e approfondire il dibattito fra i lavora tori e con le diverse opinioni, per questo é necessario avere fermezza con chi fian cheggia„ apertamente e non, le B.R., per ché l'unità dei lavoratori, oggi più che mai, é la condizione indispensabile per respingere gli attacchi alla democrazia ed é con questo obiettivo che il Consiglio di Fabbrica accogliendo indicazioni scatu rite dalle recenti assemblee, ha deciso di lanciare una iniziativa fra tutte le forze politiche e sociali organizzate in fabbrica, per un momento di confronto ralí vicinato che sia la condizione per creare un organismo democratico di coordinamento per la difesa della fabbrica e per l'ora ne democratico antifascista.

Naturalmente é necessario, per sconfiggere il terrorismo, recuperare i ri— tardi e riprendere decisamente in modo de mocratico, come sepre i lavoratori italia ni hanno fatto, la lotta per realizzare la svolta sindacale racchiusa nel docu— mento dell'EUR, quindi avviare a soluzio ne i gravi problemi del nostro paese.

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