la nostra parte
Scoppia un altro scandalo: sette exmínistri so no sotto inchiesta per la vicenda delle "promozioni d'oro" dei superburocrati. Si formalizza l'inchiesta a carico di 46 dirigenti della RAI—TV (fra cui il fior fiore dei notabili fanfaniani):»per peculato, in teresee privato, falso ideologici:5, .La` Cassazione sot trae al giudice milanese l'inchiesta' su Rauti e Gin nettini, mentre si profila, un nuovo rinvio del nro= cesso per le strage di Piazza Fontana — e sono pas= seti cinnue anni da nuel 12 dicembre. Le sedicenti "brigate rosse" riprendono le loro nere pravOcazioní la. sequela dei rapimenti si allunga, l'ondata di cri minalità non accenna ad attenuarsi..
Sono solo alcuni. esempi — i. aintomi di un pro= cesso degenerativo che riduce il prestigio e l'effi cienza dei vari organi dello stato; che colpisce, in misura & modi diversi — ad eccezione del P.C.I. — la vita. e l'azione dei partiti, ed innanzi tutto della D.C.. Un processo degenerativo che accentua la crisi morale del paese, che rischia di allargare e radica= re la sfiducia del cittadino nella vita pubblica e nelle istituzioni democratiche; che rischia di gene= ralizzare un atteggiamento di disinteresse e disaffe zione al lavoro ed allo studio e in definitiva di mi nere le basi morali di nuello sforzo di tutto il po= polo, di nuella tensione di tutte le energie naziona li, che sono indispensabili oer superare la grave crisi economica e politica.
Arrestare questo processo degenerativo, raffor= zando la democrazie, è dunnue un'esigenza primaria. E a nuesto fine, noi comunisti abbiamo fatte e a, facciamo tutta la nostra parte. "In questi anni — co me dice la relazione di Berlinguer al Comitato Cen =
o. Arale — la DIVERSITA' del nostro Partito è divenuta o c'qualcosa di più di una affermazione polemica nei con m, -..-- fronti di altre formazioni politiche. Essa è apparsa p31.19 opinione pubblica come un fatto, che si può con g: statare e che impreseiona."
Mentre altri si affannano a coprire, a insabbia E re scandali e inchieste compromettenti (pensiamo a= i=1 :'w (I? gli scandali dei finanziamenti dei petrolieri, del =
L M I ANNO PRNO dicembre 1974
.
man o Wie 0 C
o di. 'Cm
sommarlo
pag. i — LA NOSTRA PARTE Editoriale
3 - Sezione
LA FESTA DEL TESSE= RAMENTO
4 —TESSERAMWITO 1975
5 — Leggiamo "Rinascita"
LA LINEA ARCAICA
DELLE "COMPATIBILITA,
8 - Zona 20
LA CARTA URBANISTICA
9 - Quartiere
DUE PROBLEMI SOTTO LA SUPERFICIE
11 — PRIMO INCONTRO CON
GLI "OSPITI" DELLA
CASA DEL MURATORE
13 — Giovani
UN,ALTRO PASSO VERSO LA COSTITUZIONE DELLA CONSULTA
14 - Congresso di Sezione CONGRESSO APERTO
15 — XIV Congresso P.C.I.
LA RELAZIONE DI BERLINGUER
18 — Sezione
I NOSTRI CONTI SOTTO
GLI OCCHI DI TUTTI
20 — Dibattiti
PARTITO E QUESTIONE
FEMMINILE
22 — Il corsivo
CHI PAGHERAI
23 — Notizie culturali
PITTURA AL CENTRO CIVICO
l'olio di colza, deiatondì neri" Montedison n alle manovre in seno alla Commissione Ingnirena te del Parlamento in sede nazionale — e alla 1r:, alla SOVECO, a quel che è successo in Consiglio Comunale a questo proposito, a Milano) ì Comuni sti non cessano di levare le loro denunzie, di incalzare e premere in ogni sede perchè sia faa ta piena luce, perchè la gestione della vita pubblica sia totalmente rinnovata anche dal paa. to di vista morale. Mentre i deputati della ma£ IS gioranza, dopo una lunghissima stasi parlamenta re — assecondando dì fatto l'ostruzionismo mis= sino — fanno mancare per due volte il numero le gale alla Camera nella discussione della ri,er. ma carceraria, i Comunisti chiedono che il Par= lamento lavori anche durante la crisi di gover= no.'!onere la disputa delle poltrone tra le cor remi democrictiane ritarda la chiusura della crisi governativa ed impedisce la nncessaria drastica riduzione del numero dei sottosegl-eta. ri, i Comunisti propongono la riduzione del nra mero dei parlamentari e 3a sostanziale modifica del voto di preferenza elettorale.
E parliamo del finanziamento: altri partia ti Mi') obbligati ad accettarne di ambigui (i petrolieri, l' Ma, la Montedison) percaè ft= cono — fare politica costa, ed è un'illusione pensare che i contributi degli iscritti e degli elettori bastino. Certo, far politica costa, ma non è senza importanza politica la provenienza dei quattrini che si ricevono: e i Comunisti questi quattrini li ricevono direttamente dal popolo, e ad esso ne rendono conto, con la pub= blies-rione dei bilanci (nazionale, di ogni Fede razione e Sezione: il nostro appare su ouesto stesso numero di "Orientamenti". La nnsara sa= zione, per esempio, ha raceelto lo scorso arano una somma che corrisponde a 17.500 lire di me= diaaper iscritto; per il 19759 la "media—tesse= ra è ancora aumentata di oltre 1000 lire. E la nostra non è una sezione ricca — anzi, fra gli iscritti si conta oltre il 30% di pensionati.
Noi abbiamo fatto e facciamo tutta intera la nostra parte, eenaua. Se nen fossimo Comuri= sti, potremmo accontonaarci — magari di fere le prediche agli altri, come La Malta, Ma sE,;nirro bene che questo non basta — cha la nos ra foeza, • pur reanda, non basta per arrec+are da sola flul processo degenerativo e portare il paese fuori. dalla crisi.
Occorre che anche gli altri facciano la loro parte - e non ci stancheremo di lavorare nerchè anche gli altri partiti democratici contribuiscano con noi, e con le forze rinda cali e sociali, ad elevare il livello della vita pubblica, in modo da chiamare ad essa un numero sempre più geande, consapevole ed attivo di cittadini.
Le occasioni non mancano, anche nel no= stro quartiere e nella nostra zona.
Le elezioni nella scuola, per esempio. Le forze Politiche, sindacali e sociali han= no elaborato nel Comitato di Quartiere un pro gramma unitario, che ò stato fatto prorrio al l'unanimità dallo stesso Consiglio di :ana: si tratta ora di dare a questo programma la più ampia diffusione, di farlo discutere, cri ticare e completare in tutte le scuole, di c9_ struire attorno ad esso liste 7,nitarie - in una parola, di contribuire anche mediante sue sto strumento a suscitare un movimento demo= cratico di massa aWinterno della scuola. In questa opera noi ci impegneremo a fondo: ma gli altri? La D.C. locale, che pure ha centri buito alla elaborazione del programma e lo ha sottoscritto, 'è disposta a condividere il no= stro sforzo e quello dei Socialisti?
Un altro esempio: il Bilancio del Comune di :Alano. Sono disposti Socialisti e Democri stiani, tante volte così sensibili alle preva ricazioni nei confronti del Consiglio di Zona ( e giustamente) a portare la discussione su onesto Bilancio all'interno del Consiglio di Zona ed all'esterno, fra i cittadini? O li frenerà il timore che il giudizio popolare stigmatizzi duramente non solo il metodo, ma soprattutto i contenuti e le scelte del Bilan cio - un pareggio fasullo, e per di più otte= nuto principalmente con la falcidia delle spe se sociali?
E sono queste forze disposte - come noi siamo - a sostenere concretamente, sulla base e con l'appoggio di un forte movimento popola re, una lotta per gli obiettivi che la Carta Urbanistica della zona 20 propone?
Su questi temi si misurerà la capacità delle forze politiche del quartiere di "faro la propria parte" per contribuire al_ rinnova= mento democratico della Città e del Paese
se Ione
la festa del tesseramento
Si è tenuta in Sezione, domenica 15 novembre, la FE= STA DEL TESSERAMENTO, per f.e= steggiare gli splendidi risul taci della campagna 1975. Ha pronunciate un breve discorso il Segretario della Sezione, compagno Biancavilla, cottoli ~do la continuità dell'ade siona al Partito delle genera zioni che sì sono succedute dal 1921 rd oggi,. e aonfe=an do l'impegno della Sezione a proseguire e migliorare la propria azione nel proseliti= emo:e nell'attività politica, in vista del Congresso.
Sono stati premiati i saguen ti compagni e iscritti dalla fondazione o dagli anni della clandestinità: ALFIERI RODOLFO BARONI ALBERTO, BERTAllINI GI= CO, BERTAZZINI IVO, CATTANEO PIETRO,. CAVALLI ANGELO, CERIP.NI BATTISTA, FORNENTI ANC,ELO, GADDA MARCO, INVERNIZZI GAETA NO,. LA.NDINI UMBERTO,. MOIGORIC ELENA,. MENATI ALESSANDRO, MAN DELLI GIUSEPPE,. PASTORE EDOAR DO,. ROI DANTE,. VILLA UMBERTO„ ZANETTI GINO, FUSCO TITLe RATI PIETRO, CAPITELLI RICCLRDO. A questi compagni è stata consegnata, dal più giovane iscritto al Circolo della Fe. derazione Giovanile Comunista - una. artistica riproduzione della prima pagina del primo numero de "L'UNITA'".
L'affollatissima manifesta zione si è conclusa con un brindisi o la proiezione di diapositive scattate ai Pesti val de L'Unità di Bologna e di Piazza 7realni.
tea
raggiunto il 100% dell'obiettivo
11975 (ai 20-12.-74) I 350
1974 (finale) I 333
1973 (Finale) I '503
DONNE: (G3 RECLUTATI 16
FIESSONAMEN70 SPSCIRLE
Rinasci. t a
PER IL XIV COMUSO
4 MESI
L. 4.000
l'Uni
a
ta`
0
ES E T 18
Re Ramo ESnascita
Il movimento sindacale di fronte al programma dei governo Moro-La 'Valica
di Fabrizio D'Agostini
L'atteggiamento del movimento sindacale rispetto alle linee politiche e al programma economico del governo Moro è chiaramente di insoddisfazione. Anche nei casi di maggiore cautela non ci si nasconde che le parole rivolte alle Camere dal presidente del Consiglio lasciano senza risposta interrogativi assai seri e di fondo, come risulta dai discorsi e dagli interventi di tutti i leaders sindacali nei giorni scorsi e, soprattutto, durante lo sciopero generale del 4 dicembre. La ricomposizione del quadro democratico, dopo i tentativi di costringere il paese alle elezioni anticipate, e l'individuazione sicura dei pericoli e delle violenze provenienti _lana destra fascista, sono certamente elementi importanti e che pesano in un giudizio complessivo del movimento sin-
'dacale sulla « piccola coalizione ». Appare probabile che la dichiarazione con cui il sindacato accoglie ogni governo — « verrà giudicato dai fatti » — questa volta sia meno formale delle precedenti e, inoltre, 'che Moro possa godere di un credito e di una attenzione abbastanza inconsueti: egli solo sarà il responsabile di un loro consolidamento o di una loro caduta, e l'alternativa coinvolge in larga parte le sorti del suo governo.
Perché, dunque, insoddisfazione? Anzitutto la stessa riproposizione insistente della portata e del valore «storici» della politica di centro-sinistra non può lasciare indifferee ti le masse lavoratrici e le loro organizzazioni sindacali. I risultati della' direzione politica del paese per circa 'quindici anni sono setto gli occhi di milioni di operai e delle masse popolari, i problemi del paese e della gente sono dventati più numerosi e più gravi da qualsiasi punto dí vista si esaminino: ci-
vile, Politico, economico e sociale. La lotta per una alternativa, per una nuova direzione politica, si è allarg-lel conquistando nuovi strati popolari e nuovi ceti. Per questo suscita naturale d;ffideriza l'ipotesi di una rigenerazione una vecchia po- litica, come se fosse possibile prescindere dalle esperienze del passato e, allo stesso tempo, dille spinte sociali e dei mutamenti delle idee e degli orientamenti di milioni di persone, maturati proprio durante gli anni del centro-sinistra. La crisi economica e il modo stesso con cui si è giunti alla soluzione della crisi politica e alla formazione lel governo non possono che radicalizzare le spinte sociali e confermare idee e orientamenti nuovi.
Per i sindacati il centro-sinistra ha significato il riconoscimento formale della loro forza, derivante dall'a lesione di milioni di lavoratori, e il rapporto tra governo e sindacati ha costituito un canale attraverso il quale, i a realtà, si è espressa una partecipazior e dei levora-
.4
tori ad alcune scelte politiche del pacae. Vale a dire che le masse popolari sono entrate di forza sulla scena politica, attraverso le lotte sindacali o quelle dell'opposizione. Il rapporto . tra sindacati e governo è rimasto spesso imbrigliato nel ritualismo e si è sempre risolto, alla fine, nello scontro e nel conflitto: le conquiste e le battaglie del movimento in questi anni — dalle pensioni alle riforme — si sono avute nonostante contro ii centro-sinistra. Nulla lascia ritenere che vi po.ssano essere novità sostanziali con Moro; anzi, i condizionamenti già subiti sugli equilibri interni del roventi°, l'allontanamento per scelta politica di alcuni personaggi e la permanenza di altri (come Colombo), le linee e gli obiettivi della, politica economica inducono a pensare alla permanenza di quelle debolezze e contraddizioni paralizzanti Che l'anno contraddistinto tutti i governi. di centro-sinistra, rendendoli interlocutori inattendibili di fronte ai lavoratori e ai siimi -n-ari. Queste considerazioni sono agnravate, semmai, dall'assenza nella coalizior e. dei socialisti e dal ruolo che vi ha un uomo come La Malfa, coerente e moteetree Uostenitore della politica dei redditi e euindi della subordinazione delle orgeslancelani sindacali all'interno del aisterno pclitico.
7a dato atto a Moro di avere affrontato
i temi - lei raparti coi sindacati e delle scelte di politica economica in termini insclitamente rigc'rosi e precisi lispetto ai suoi predecessori demoCristiani: il che può sottolineare la sua serietà, pur se rimangono da dimostrare la sua capacità di direzione di cr.asta coalioicnte. Comunque, le sue aliertnazioni sono tutte da discutere e molte da respingere.
Dal complesso dei suoi interventi alla Camera e al Senato, risulta un iìdirnensiooarrento del ruolo direttamente politico del sindacato e del suo rapporto con l'esecutivo. Egli ne riconosce la forza e le responsabilità e per questo ne fa uno dei sostegni essenziali per l'assetto e gli equilibri derncieratici del paese; anzi quando egli, in una « accusa di inefficienea » (d'altronde generica e indiscrimi; nata), coinvolge governo, partiti e Parlamento, rispetto ai quali i cittadini si sentono «invece che rappresentati, traditi e abbandonati », riconosce «forse» l'eccezione dei sindacati. Quando però si entra nel concreto dal rapporto coi sindacati i temi sono molto circoscritti, in primo luogo la politica salariale, e sostanzialmente ispirati al ripetuto appello di una regolarnentazione entro le compatibilità ammesse dal piano dei provvedimenti per il superamento della crisi e la ripresa dello sviluppo economico e produttivo. La stessa delega a -un'unica autorità di governo
(forse Colombo o forse lo stesso La Malfa)'-sembra rientrare in questa nuova im:postazione del rapporto coi sindacati, che verranno ascoltati su alcuni temi speci'l fici e non in modo settoriale, ma da un ministro che dovrebbe essere interprete e garante di una politica economica coerente e globale portata avanti dal gotverno e decisa — stando alle parole di - Moro nelle sedi democratiche e istituzionali, a cominciare dal Parlamento. Questi orientamenti non possono non rendere circospetti il movimento operaio ' e le sue organizzazioni, sulla base della storia e della cronaca del nostro paese. :Essi, pronunciati in un quadro politico diverso, potrebbero essere discussi come principio di un rapporto più concreto, più serio e più credibile tra governo e sindacati; allo stesso tempo potrebbero anche contribuire a un chiarimento della dialettica interna al movimento sindacale, dove certo non giovano tendenze :s‘di tipo pansindacalista che pretendono,-'al` ;bene, di creare un ordine nuovo sulla base delle spinte, anche corporative, di .`categorie sociali ristrette (non la classe Zioperaia) e a prezzo di un reale allarga, mento e' rafforzamento della vita e delle ,,,.'articolazioni democratiche; e dove non' 'giovano nemmeno proposte e linee di ti- po « globale » quando queste pongo_no come un'alternativa radicale rispetto
ai dati del dibattito più specificamente politico (è il caso della concezione, a volte presente flaella Cisl, -del .« potere-contropotere »),• Ma, invece, le parole e gli intendimenti di Moro appaiono 'collocati, data la stessa compesizione del governo, nella concezione di La Malta e di settori politici moderati (particolarmente democristiani) per. un condizionamento pesante dei sindacati e per una loro suhore dinazione, nel paese e nei luoghi di lavoro, alla indiscutibile logica economica delle cifre del bilancio dello Stato e dell'efficienza dell'impresa cepitalisrica.
• Se tentativi di questo genere venissero compiuti dal governo Moro, si andrebbe incontro ad una esasnerazione • delle tensioni sociali e a dure batteplie di opposizione nel paese e Lel Parlamento. L'esperitaza italiana è ure eoca: il movimento operaio non ha• mai tollerato conditioeamenti e freni, se non quelli' che si è imposto esso stesso. I rapporti di forza oggi, sul terreno sociale e su 'Pivello politico, sono tali da r-'n consentire alcuna illusione sulla possibilità di coetrinnere il ax)vi:iento dei lavoratori entro confini o « ghetti », come avvenne negli anni cinquanta. Per
di più, un dine io che t-enelesse a limitare l'ilfluerens dei sindacati nella prassi 'politica o con strurnanti istituzioirli, risulterebbe anacronistico --- un vero e proprio errore di ottica — anche a livello dei processi politici e sociali europei. In paesi come la. Gran Bretagna e la Germania federale, dove cosi diverso rispetto all'esperienza italiana è stato sempre il ruolo politico deiv sindacati e il loro rapporto coi partiti é i governi, è in dia raion oggi il problema della collocazione del movimento ainelacale I er allargarne influenza e responsabilità oltre le triagizionili .e (mesi esclusive rivendicaMO:li di tipo salariale.
Il recente accordo alla Fiat, quello de'finito, forse un po' sommariamente, della cogestione della crisi » tra rinelacati e oziando, dà il segno °oche dai mutarrenti roventati all'interno del movimento operaio e sindacale a' traverso dibattiti non facili e travagli. Quell'accendo à importente ed eaemplare cune r. nun altro ----, al di là di cortetrati speciíici più o meno immediatamente vantaanosi per i lavoratori — nerté dimostra al paese- con- _
cretarnente, quanto i lavoratori (che hanno unanimemente accettato l'intesa) e le loro organianazioni sappiano valutare problemi e responsabilità non su un metro settoriale o individuale — come sembra ritenere La Malfa — ma su quello- degli interessi di tutto il paese. La novità dell'accordo potrebbe aprire prospettive rilevanti sul ruolo sociale e politico dei sindacati, ma la situazione originale, resa possibile anche dalla acquisita consapevolezza di alcuni esponenti del padronato di non poter affrontare prove di forza con sindacati tanto forti e tanto prestigiosi, rischia di essere soffocata sul nascere da orientamenti e intenti errati "da parte del governo.
Nelle proposte di politica economica formulate da Moro « c'è il tentativo di non ragionare solo in termini di quantità globali, ma in termini dr-scelte qualitative », come ha già commentato dettaglia' tamente Luciano Barca sul numero scorso di Rinascita. Vi sono due aspetti di quelle proposte che sono inaccettabili per il sindacato. L'appello a limitare le rivendica zioni salariali in modo da mantenere lo incremento del monte salari entro quel,
CONAR9 rowai o o t rc'et.20110COV5ZWO IktiCitE3Lfrj. •
16 per cento fissato nella relazione previsìonale e programmatica, appare gratuito e dà prova di sordità o di incomprensione rispetto alla complessità dei problemi posti dal movimento sindacale, anche solo sul terreno della distribuzione del reddito.
I sindacati hanno chiesto una trattativa col governo sulla contingenza e sulle pensioni: hanno posto in primo piano, cioè, il probl_•ma di un recupero del potere di acquisto dei redditi fissi più bassi falcidiati dall'inflazione, e non di un aumento generalizzato delle retribuzioni. Questo significa che già i lavoratori e i sindacati hanno selezionato le loro rivendicazioni. Moro non ha detto quasi nulla sulle pensioni, e ha dichiarato che solo l'accoglimento delle richieste di modifica sulla contingenza « assorbirà quasi integralmente quell'aumento del 16 per cento ».
Un limite di « compatibilità » posto in questi termini globali non può che essere respinto perché lascia totalmente irrisolti i problemi della insostenibilità delle condizioni di vita di grandi masse (a cominciare dai pensionati), delle vergognose sperequazioni retributive esistenti e, infine, del riequilibrio dei livelli di paga tra i settori più direttamente e meno direttamente produttivi. Un riequilibrio che incide sulle possibilità stesse
di un reale superamento della crisi, poiché non è indifferente se, ad esempio, i giovani continueranno a ritenersi più sicuri e meglio retribuiti nell'apparato pubblico o nel terziario, anziché nell'agricoltura. Non è realistico pensare che il sindacato si autolimiti a una funzione di regolatore 'della dinamica salariale, secondo aria politica essenzialmente monetaria che ha l'unico obiettivo di alleggerire il deficit del bilancio dello Stato. Per questo la riproposizione di una politica dei due tempi non può che essere giudicata come un pretesto dai lavoratori e dal movimento sindacale.
L'altro aspetto inaccettabile, strettamente connesso al primo, è quello di non tenere conto — sin dalla impostazione programmatica — delle rivendicazioní generali del sindacato per far fronte alla crisi, per la ripresa dello sviluppo economico, per la ricostruzione e la ristruttura-_ zione del sistema produttivo. I criteri e le scelte dello sviluppo industriale coinvolgono direttamente gli interessi del movimento operaio, e non solo all'interno delle fabbriche, come risulta, appunto, dalla vertenza Fiat. Moro ha dato assai poco spazio e rilievo a questi problemi, come se costringendo i sindacati a un ruolo di controllori delle spinte salariali
e, sul versante opposto, delegando all'arbitrarietà e unilateralità padronali gli indispensabili processi di ristrutturazione e diversificazione produttiva, fosse possibile ipotizzare una ripresa economica del paese.
Se atti concreti non dimostreranno che Moro e il' suo governo intendono instaurare rapporti corretti col movimento sindacale qual è, con la sua forza e il suo patrimonio unitario, e ne vogliono cercare il consenso, il programma esposto alle , Camere, almeno per questo aspetto, rischia di apparire semplicistico e arcaico. Le parole di Moro hanno dimostrato una larga e sofferta consapevolezza, per alcuni aspetti, della crisi italiana, dei suoi problemi e delle sue novità. Sarebbe profondamente contraddittorio non essere capace o non avere la forza di farsi interprete, nel governo ma anche nel partito, di uno del mutamenti più rilevanti della società italiana in questi anni: il ruolo nuovo del movimento operalo e sindacale, acquisito con la lotta e con l'unità. Tentare di sottovalutare quel ruolo può aprire il varco a manovre e strumentalizzazioni antiunitarie di forze reazionarie e moderate, già pronte all'iniziativa. Sarà difficile, allora, lavorare seriamente per far uscire l'Italia dalla crisi.• 4101111211. galleria
SOSTENETETELO SOTTOSCRIVETE.
orientam enti " ha bisogno i del vostro contributo COSTO il bollettino costa: 24 matrici 36000 carta e stampa 57 600 93600
_dello scudo crociato
LA CARTA URBANISTICAi I
Nel primo numero di "Orientamenti" abbiamo presentato quello che riteniamo uno dei ri saltati Più iMportenti dell'attività del Consiglio di Zona, la "CARTA URBANISTICA", illustrandone le llnee generali; iniziamo ora la pubblicazione di ampi stralci di ta le documento, a. partire dalla "INTRODUZIONE"
Il gruppo che ha svolto il lavoro che qui viehe'Presettato è composto da gente occupata per vivere nelle attivi tà più diverse; è di diversa fede poli tica, estrazione sociale, livello eco= nomico, e quindi:-di diversa cultura , ma con una qualità in comune: quella di abitara e vivere da anni (molti da che sono nati) in questa zona, conoser ne bene la composizione sotto l'aspet= to fisico e umano, - dei bisogni e delle necessità e, soprattutto, di interes= sarsi a questi problemi.
Questo fatto, rispetto a chi sì ac= cinge a dare indiCaziOni sullo svilupa po urbanistico -U7=0.ocrta zona-cer= cando di leggere attraverso i dati che ha potuto'ra000gliere (e solo quelli) la realtà fisica e sociale dell'atea, costituisce indubbiamente un vantaggio incolmabile.
La ric -érea - eAa-raccolta dei dati si è resa Comunque necessaria anche per noi, non certo per arrivare a coi nascere una realtà già conosciuta e che non poteva riservare sorprese,ben= sì per poter quantificare ouesta real= tà al fine di dimostrarla a chi, pur essendo preposto alla soluzione di de= terminati problemi,nen vivendoli di= rettamente, non li conosce; per coin= volgere chi a questi problemi è indif=
ferente e, infine, per smentire e met= tere aAacere chi, per i suoi fini, per . sonali o di gruppo, mistifica tale rea2., tà.
LO "STATO DI FATTO"
Il quadro generale che risulta da u= na prima lettura della "carta dello sta to di fatto" corredata dai dati raccol= ti, è a grandi linee il seguente:
— pesante presenza di attività industri ali a tutti i livelli: dall'artigianato alla piccola, media e grande industria.
— La presenza dì quartieri di proprietà pubblica o costruiti da enti pubblici e poi ceduti a riscatto, è tale da essere uno degli elementi caratterizzanti . la zona.
- Pesante presenza delle Hgrandi strutture viarie soprattúito legate al. - , l'autostrada e_alle veCchie'Vis di pene trazione nella città, e delle reti ferme, roviarie.
— Presenza di insediamenti e di servizi di interesse sovrazonale (ospedale, ca. serma, grandi centri di vandita, cimite ro, tiro a segno eccetera).
— Carenza più o meno grave, fino alla totale, dei servizi di quartiere.
zona 2
- Congestione creata dallo sviluppo ur= bano abnorme, incontrollato e non certo rispondente ai fabbisogni veri della zo na.
GLI OBIETTIVI
Considerata la situazione, tre sono so= prattutto gli obiettivi individuati pre posti alla soluzione dei problemi:
l) DIFESA DELLA COMPOSIZIONE SOCIALE DELLA ZONA; difesa cioè della presenza del ceto popolare operaio e impiegati= zio combattendo la sua espulsione nel= la estrema nuova periferia, perseguita attraverso l'abbattimento dei vecchi quartieri popolari, la vendita frazio= nataae la sostituzione con insediamenti abitativi per il ceto medio-superiore.
DIFESA DEL POSTO DI LAVORO IN ZONA; difesa cioè della presenza degli inse= diamenti industriali esistenti e inse= diamenti di nuovi in sostituzione di quelli che per ragioni ecologiche devo= no trovare localizzazione altrove. (E' in atto l'allontanamento delle industrie dalle zone più centrali e la sostituzio ne di queste con grossi insediamenti a= bitativi e terziari).
RAGGIUNGIMENTO DEGLI STANDARDS MINI= MI DI SERVIZI
L'ACCORDO SUI MEZZI
Ora, il problema non è tanto quello di trovare l'accordo su questi obiettivi, perciò su essi, si spera, almeno a paro le ( salvo poi verificare il contrario nei fatti) troveremo tutti allineati; il problema principale resta quelle di trovare il sistema, i mezzi, per otte= nere il raggiungimento degli obiettivi stessi.
DUE PROBLEMI
SOTTO LA SUPERFICIE
Nella assemblea del 10 dicembre, il nostro dibattito precongressuale ha af= frontato i problemi del auartiere.
Com'è nostro costume, più che un con sentivo degli indubbi risultati positi= vi, abbiamo fatto un'analisi critica, franca e spregiudicata, della nostra ai zione passata, che non sempre, sul Dia= no concreto, è stata adeguata alle ne= cessità e non sempre è riuscita a finte= ressare e coinvolgere tutto il Partito e tutti i cittadini.
Alla base delle nostre carenze c'è da una parte il fatto che non sempre riusciamo ad aver presente noi stessi ed a far comprendere a tutti lo stretto collegamento che esiste fra il problema locale e i grandi problemi nazionalidall'altra parte l'insufficiente cono= scenza della realtà del quartiere. Guar dando questa realtà in superficie, in= fatti, si corre il rischio di ricavarne un'immagine falsa, ingannevolmente tran auilla, di non vedere i problemi che si agitano sotto la superficie, che sono tanti e gravi: purtroppo, si finisce per abituarsi anche ai disagi, quasi ac cettandoli come normali, ricercando so= luzioni di ordine individuale che riman gono sempre precarie ed incidono negati vamente sui rapporti famigliari, sulla salute e in definitiva sulla qualità della nostra vita. (E' importante nota= re che auesti disagi - consistenti so= prattutto nella mancanza di tutta una serie di servizi sociali,- pesano princí palmente sulle donnO.
Nel prossimo numero:
Non intendiamo fare aui un resoconto di quella nostra assemblea (i compagni lo riceveranno, come al solito) nè enu= merare e approfondire tutti i Droble.mi
"LA RESIDENZA"
• • • •
quartiere • • • •
:1>resenti nel nostro quartiere; Vogliamo solo indicarne due, che-sono in certo mo= do esmplificativi di quanto abbiamo appena detto, e che specificatamente toccano i giovanie
NON ESISTE UNA SCUOLA MEDIA SUPERIORE
Il nostro ouartiere fa parte della ZONA 20 del decentramento amministrativo: una zona eAT cdnta una popolazione di oltre 120.000 abitanti (le dimensioni di un grosso capo uopo di provincia). Ebbene, in questa città nella città non esisae u= na scuola media superiore; da quedta carenza, di cui spesso non riusciamo a value tare l'importanza, discendono conseguenza assai gravi: i disagi dei giovani e del le loro famiglie, r114Teteehe il pendolarismo interno alla città, il sovraffollaaene to delle scuole 'nelle zone limitrofe, già di, per sè insufficienti, e quindi Mac-e soluta impossibilità di rispettare il massimo di 25 alunni per classe stabilito dalla circolare Misasi (tanto; famosa vantoinapplicata), di svolgere in quelle scuole attività integrativa e dì sperimentazione, e la necessità spesso dei doppi turni.
L'ASSOLUTA CARENZA DI STRUTTURE PER IL TEMPO LIBERO
Un'altra caratteristica del nostro cunrtiere è la mancanza quasi assoluta di strutture per il tempo libero: i nostri giovani devono scegliere fra il bar e l'o ratorio. Ora, noi non abbiamo'nulla nè contro i bar nè contro gli oratori — nè tantomeno pensiamo di porre sulle stesso piano i due ambienti.
Ma lo Stato non può sfuggfee al preciso dovere di mettere a disPosieioneedei giovani, attraverso le sue articolazioni perifarche (legioni,, Province, Comuni) le strutture culturali, ricreative, sportive indispensabili.
Anche le coneeguenza di geesta carenza, Cui tutto sommato ci siamo abertuatiy sono assai gravi: la sarada, oértieebar equivoci, sono certo gli ambienti in cui maturano certi fenomeni di disgre~ione morale, certe manifestazioni di antisoe cialità di molti giovani — fino alla delinquenza comune ed a quella politica, che le forze dell'eversione fascista sono sempre pronte ad alimentare e strumentali! zare.
, OLJA'a
Due problemi — forse non i più gravi del quartiere, nè i più importentt; due problemi emblematici, però delle conseguenze di quell'inumanoodello di sviluppo" di. quella "mie' of lifo" — come a loro piace definirla — che le classi"doinani. hanno imposto al nostro paese: una società in dei la scuola è diVentata una "area di parcheggio" per mascherare la disoccupazione giovanile ed i giovani non riesco no ad inserirsi nel tessuto sociale e nel processo produttivo; in cui le mille lu singhe del più assurdo consumismo, l'ostentazione sfacciata della ricchezza (spes so fraudolentemente accumulata) fanno stridente contrasto con l'indigenza dei pen sionati, dei ebteoccupaei, dei disoccupati, con l'emigrazione interna e verso l'e stero; in cui il profitto..e l'accumulazione privata sono i soli motori.
Due problemi SU cui dobbiamo impegnare l'azione concreta, sollecitando il di battito e il confronto con le altre forze democratiche e con tutti i cittadini, chiamando in partico3are i giovani ad essere protagonisti di una lotta.intesa conquistare una più elevata qualità di vita e ad allargare gli, spazi 40.1g Parte cipazione democratica a tetti i livelli.
r.
primo incontro con gli ospiti densa "casa
C'è, al numero 7 di Viale Certosa, un edificio dall'aspetto "ufficiale", Ci= remo "grigio": la "Casa del Muratorefla Chi ci vive - e, soprattutto, "corte" ci vive? Proprio per rispondere a queste domande, ci siamo recati alla "Casa del Mt ratore".
A differenza di altri compagni della Sezione, entriamo qui per la prima vol= ta: e il primo incontro non è facile, anche se ci presentiamo con le "credenzia= li" di un partito che pozsiede da 'sempre un organico rapporto con la classe ope= raia, e di una sezione che - sepniír in modo discontinuo - ha saputo stabilire con questo nucleo di lavoratori un certo contatto.
Ma, parlando con giovani e meno giova-: ni, percepiamo il diaframma (a volte è un muro) creato dalle difficoltà di inserimento nella vita della città.
CHI CI VIVE
Nella "Casa del Muratore" sono "o= spitati" circa 150 operai edili, e so no, per la grande maggioranza, 'neri= dionali o sardi, vittime (consapevoli ma non rassegnate, delle scelte econo miche e politiche del capitalismo ita liano, che ha fatto degli uomini e delle donne del Sud e delle isole un esercito di riserva per l'emigrazione interna ed esterna. Alcuni sono da po co giunti a Milano e vivono in manie= ra drammatica l'impatto con la grande città che spersonalizza; altri hanno saputo portare (ed il banco di prova sono state le battaglie sindacali e politiche) in una situazione di indur strializzazione avanzata le °sparirai= ze di lotta maturate nei luoghi di o= rigine.
Questi *ospiti" dormono in stanze di due o tre letti (ad eccezione de= gli studenti che hanno diritto alla camera singola). La retta mensile ò di circa 12.000 lire, a cui vanno aga giunte le mille lire per il pasto se= rale che si può consumare nella mensa interna.
IL PREZZO DELLA nENSA
"E' un prezzo accettabile - dicono alcuni - ma non lo sarà più se -„rerrà portato, come è stato prorosto dalla Cassa Edile, a 1.300 lire nel 1975" (La gestione della "Casa del Muratore". fa capo alla Cassa Edile: attraverso le trattenute sulla busta paga degli edili e gli accantonamenti dei datori di lavo ro, questo Ente infatti non solo provve de alla corresponsione della "cartella" - costituita dalla gratifica natalizia dalla retribuzione delle ferie e delle festività infrasettimanali - ed allae ()unsi totale integrazione della paga néi giorni di malattia, ma promuove e gestisce servizi sociali come le "case del muratore", colonie, viag gi, ecc.)
Sul problema del prezzo della mensa si apre la discussione: sono i compagni più anziani che ricordano le condizioni di vita in alloggi malsani o in quelle "pensioni" dove il dormire in otto in u na stanza viene fatto pagare come un lusso. Sono gli stessi compagni - fatto significativo- che invitano i giovani a ripensare alla situazione di alcuni anni fa alla "Casa del Muratore", ed a), le lotte condotte ner raggiungere i li= velli attuali:
"Ricordo ancora - dice un operaio sardo - quando il pane ci veniva ratio nato. Il nane a volontà non ce l'ha re
effl.tdaae.e.
el"a*Z-59*A5
de! muratore"
galato nessuno: ce lo siamo conquista= to."
Noi osserviamo che bisogna cercare di non considerare il prezzo della men sa come un problema a sè stante, stache. cato dal problema della gestione com= plessiva della "Casa" e dai compiti ge nerali della stessa "Cassa Edile".
Altri problemi vengono alla luce, dalla diminuzione del personale nei giorni festivi, a discutibili limita= zioni nell'orario di rientro serale (fissato per la mezzenotte),alla norma di regolamento per cui, dopo tre anni, scade il diritto ai permanenza e si de V3 lasciare il p,sto ad altri.
LA "REGOLA DEI TRE ANNI"
Su auesto punto la discussione si riaccende..-A. coloro che vogliono apri= re una _opta, per cancellare ouesto ar= ticole del regclamento interno, altri replicano che il problema dell'avvi= cendamento non può essere vieto come difesa egoistica di una situazione per corale, ma deve essere inquadrato nel= la rivendicazione di un potenziamento ed ampliamento delle strutture esisten ti.
Anche se_ si rimane senza lreroro, do DO poco tempo si è costretti a lascia= re la "Casa": ma questo periodo è trop DO breve, e le condizioni di instabili tà del posto di lavoro in edilizia pos sono portare facilmente alla perdita del diritto di permanenza. D'altra par te — osserva qualcuuo — questo artico= lo del regolamento si è reso necesra= rio per evitare che chi cambia attivi tà possa continuare a godere del ben2 ficio, a scapito di altri.
IL OIROOIO "S. ALLENDE"
L'ritimo argomento di discussione riguarda la vita culturale e associa= tiara, Le voci sono preasechè unanimi nel chiedere che si faccia di più e che si feccia meglio.
Il circolo culturale "Salvador Allende", costituito e gestito dai lavoratori stes si, viene presentato come il primo, ne. cessario passo per la costruzione di una attività culturale ed associativa all'in temo della "Casa. del Muratore". Tutti concordano nel sottolineare l'esigenza di una maggior partecipazione o di un più costante controllo democratico nel= l'attività di questo circolo, che deve orientarsi alla ricerca di un reale col legamento con la realtà esterna. E' ena fatti a tutti chiaro che l'attività as= sociativa e culturale interna non può e non deve isolarsi dalle strutture e dal= le forze democratiche che agiscono nel Quartiere.
"Se così non fosse — diconò'alcuni — continueremmo a restare emarginati, e la casa del muratore resterebbe una pecio di dormitorio pubblico".
UN CONTRIBUTO INDISPENSABILE!
Il nostro primo incontro, l'inizio del nostro lavorodi conoscenza ed ana. lisi, si chiude su queste parole.
E' un lsycro che porteremo avanti con tutto l'impegno necessario — e forza finora è mancato:--o non certo per fare tessere o cercare voti (anche se la con= quista di numerose adesioni alla linea e alla lotta del P.C.I. in un ambiente co= me questo è cosa di straordinaria impor= tanza) ma perchè siamo convinti che la vita democratica del quartiere non plò permettersi di emarginare un gruppo così numeroso di lavoratori, non può rinurcia re ad una loro efficace partecipazioree •
i
Fanfani (disegno di Gai)
UN ALTRO PASSO VERSO LA COST rrUZIONE DELLA CONSUTA
Il Comitato promotore della Consulta Giovanile di Quartiere- ha elaborato il seguente documento, il primo atto ufficiale sulla via della costituzione della Cousulta, che nascerà in una . grande CONFEREN ZA GIOWANILE; tale documento ctrà inviato alle Fe= derazioni dei Partiti, al Consiglio di Zona, al Co mitato di Quartiere, 1. Comitato Unitario Sindaca, le di Zonas-a tutte le organizzazioni democratiche.
Da una pur sueen2ieiale analisi delle strutture esistenti nel nostro euare fiere constatiamo la mancanza aneoluta di organicri unita ei che promuoverle iri= ziative atte ad evidenziare i problemi e 3e neceocità dei giovani. pre'3nta qeindi indispensabile la ccrtitueione di uu momento enrmenente di confrontr, tra i gieveni, già orgenizeabi o meno in eiegoli grupni e partiti, al fine dt ane= lireare i problemi concreti più argenti e di adoperami per rea loro rolrzione. Problemi che riteniamo opeerteno dividere in dee gruppi e che,di ocnseerenza , dovranno essere affrontati in modi diversi: da un lato quelli riguardanti la si tuazione ecolattica5 i lavoratori-atudentl, la qualificazione e le possibilità di lavoro, il tempo libero; dall'altr: tatti quelli di imnertanea più gen:rale riguardanti i diritti civili e sociali dei giovani che interessano l'intera coe munità nazionale (per esempio: il veto a 18 anni).
L'inteeesse cemrne a detti argomenti fa di questa ipotesi di lavoro, che proponiamo chiamare "CONS"LTA GIOVANILE DI QUARTIERE", un superamento delle po= eizioni ideologiche particolari nella prospettiva di un'azione unitariae Coedi= zione di questa è l'adesiore ai valori della Costituzione, quindi il ferro ri= fiuto del fascismo, e il rispetto dell'identità delle posizioni altrui.
La consulta non intende porsi in alternativa, in senso corporativo, al Cori ciglio di Zona, al Comitato di Quartiere, e alle altre forme orgenizzate già e. sistenti; lo scopo è invece quello di collaborare e se necessario premere su di essi per concretizzare la partecipazione della base giovànile. Tale obiettivo ha come punto qualificante l'attenzione costante alle esigenze di mescita gloe baie, autonoma e critica delle persone, stimolando ciascuno ad arsrmere le pro, prie responsabilità, in base alle capacità inaividuali, nella vita di euartiere.
Le scelte operative avverranno con il consenso unanime delle forze che han„ no scelto di partecipare, evitando la logica delle votazioni (la consulta non vuole essere un "parlamentino"). Intendiamo promuovere un nrogressivo allaega= mento di rapporti che sfoci in una prima iniziativa concreta: un'assemblea vanile di quartiere nella quale individuare insieme le necessità immediato.
IL COrITATO PROMOTORE
:ELLA CONSULTA GIOVANILE DI QUAnTILW:
HANNO ADERITO MIGRA: Gruppo Giovanile Oratorio S. Luigi - Federan.Gievenile
Con-mieta (Circolo - Grupro Giovi Parrocchia S., rarcelline - roderaz. Giovarile Secialinta Zona Cagnola 20-leraz. Giovanile Cemunista (Circolo nin scossa) - Gruppo Giov. rarrocc3ria S. Gaetano - Circolo S. Allende (Casa del Muratore) - Giovani dena Parrocchia Gesù Ilaria. e Girsennee
(RVIZAS12,)
Da sempre, la politica del P.C.I. nasce, si oonrronta e ci realizea nel rapporto ininterrotto ed organico oon le condizioni reali, i bisogni, le aspiraz3eni delle grandi resse popolari; Tcgliatti sintetizzò questa caratterirtica del Partito in vno slogan famoso: DAL POPOLO, CON IL POPOLO, PER IL l'orno. Un Congrosao di comunisti, anche di una Sezione, ha remr1-3 superato i limiti del "rito" interno, è compre stato un momento ed uno strumento essenziale di quel raaporto. In cuoeto senso, i nostri Congrensi sono semnre stati "aperti": e le altre forze politiche denoeraticlae7 e tatti i cittadini vi sone sempre stati non solo invitati, sa benvenuti.
Quertlanro, tuttavia, abbiamo sentito la necessit'A di settoliroare cuesto costante iadirizno eei restri Congrenei anche per un'eseetto apparentemente formale: la sede. Il nostro Congresso si aprirà infatti venerdì IO gen naio NEL SALONE MILA BIPUCTDCA DEL CENTRO CIVICO DI PIAZZALE ACCURSIO.
In quenta novità c'è intanto il senso di una affermazione del Partitoche sentiranno nel suo pieno valore soprattutto i compagni più anziani: dopo decenni di attacchi feroci, Ci scoarniche, di discriminazione, il Partito Comunista Italiano è più forte e vivo che mai, più che mai radicato nella vita italiana, più che mai presente non celo nella classe operaia, ma in tutti gli strati popolari; non .iato ciò non lancia sfide e proelari, ma invita gli altri a conoscerlo meglio.
Qni, crediamo, sta il significato fondamentale de?1,1 nostra scelta: offrire ai cittadini la pessibilità di formarsi unifeaugine diretta, nen deformata, della iCentit.„ della linea politica, ;lell'attiv e dello stesso costu-
me del P.C.I. (che è molto diverso e molto di più di quella "forte organizzazione di attivisti ideologicamente ferrati" - pronta peraltro a qualsiasi patteggianento per entrare nell'area di Governo-di cui parlano spesso i giornali " d'informazione
Che cosa siamo veramente ? Quali sono le nostre vere posizioni e proposte ? Che cosa significa realmente il "compromesso storico", come nensamo di costruire nel futuro una società socialista in Italia ? Ai lavoratori, ai giovani, alle donne, che, sempre più angustiati dalla erammatica crisi che viviamo? ci chiedono "cosa farebbero i comunisti?", noi diciamo: venite a cercare le risposto a tutte oueste domande al nostro Congresso.
E agli altri •Partiti democraici, a tutte le forze democratiche organizzate, noi diciamo: venite al nostro Congnesso, a dirci ma soprattutto a dire alla gente le ragioni della vostra diversità e delle vostre convergenze con noi, a confrontare le vostre posizioni e le vostre Iropoete. Perchè, nel rispetto reciproco delle rispettive identità, abbiamo il dovere comune di chiamare tutti i cittadini a partecipare in prima persona alla vita politica od alle lotte di massa, che non si possono certo esaurire nella sottoscrizione di bei locumenti o nel momento c i voto.
Perchè uscire positivamente da questa crisi - economica, sociale, moralecompiere questa nuova tappa della rivoluzione democratica ed antifascista, non pa5 essere compito di una sola classe o di va solo Partito, ma impone una somma di volontà e di sforzi di tutto il popolo, quale si realizzò nella Resistenza. Il
Comitato Direttivo
XIV C MGR72 EL ALCUNI PUNTI SALIEN I DELLA RELAZIONE
O! BERLINGUER AL COMITATO CENTRALE o Per uscirei dalla ers1; tta, sitb-hamente Lana
1) La particolare gravità della crisi italiana e le sue origini
L'Italia si trova anch'essa nel pieno della crisi che investe il mondo capitalistico. E' anzi uno dei paesi che ne bacate più gravemente le conseguenze sul terreno economico, sociale e politico, sul quale pesa il rischio di una generale involuzione e in cui è più evidente la necessità di avviare una radicale trasformazione della società. Tale trasformazione è possibile per la forza, l'orientamento ideale e la politica del movimento operaio e del Partito comunista. per la presenza di altre grandi forze popolari e per la coscienza democratica avanzata diffusa in vasti strati della popolazione.
Per comprendere le ragioni della profondità della crisi italiana bisognerebbe risalire lontano, al carattere peculiare che ha avuto la rivoluzione borghese del nostro Paese e anche ad epoche precedenti. Le tare storiche del capitalismo italiano vennero ribadite e aggravate dal fascismo. La Resistenza è alata una grande rottura di tutto lo sviluppo precedente. Essa è stata una rivoluzione democratica e popolare che cambiò alcuni dati di fondo della realtà italiana. La classe•operaia si è affermata come una decisiva forza politica nazionale, protagonista della riconquista della libertà e dell'indipendenza del paese e artefice della costruzione di un regime democratico nuovo. Grandi masse di lavoratori della terra e le popolazioni povere meridionali sone entrate nella scena politica, per la prima volta in forma organizzata, e i loro movimenti si sono collegati a quelli del proletariato del Nord e delle forze democratiche avanzate. Sono nati grandi partiti di massa. Sono risorti a vita libera e hanno assunto una sviluppo senza precedenti i Sindacati operai, le cooperative, e altre associazioni di massa. Ha ripreso a svolgersi una vita democratica attorno ai Cqmuni e alle Province.
Tutto ciò ha creato le basi di uno Stato democratico di tipo nuovo, non sopialista, ma profondamente diverso dallo Stato pre-fascista per l'ampiezza della lotia base, popolare e per i principia Ihformatori — fra i più avanzati
in Europa — della Costituzione che ne ha fissato le fanclarnanta giuridiche.
La ragione principale che ha permesso questo risultato innovatore di così grande portata è stata l'intesa la collaborazione, nella lotta per la democrazia e fino all'alleanza di governo, tra tutte le forze antifascista, in primo luogo tra i partiti di massa espressione delle maggiori correnti popolari del paese: comunista, socialista e cattolica.
Davanti all'Italia si era così aperta concretamente la possibilità di edificare, nell'unità e con lo sforzo concorde della grande maggioranza del popolo, una società nuova, eccncinicamente sviluppata, civile, moderna, più giusta.
Ma il cerco della vita econamica e politica italiana stato ben diverso, ciò per ragioni che abbiamo altre volte analizzato e che sono sia di ordine internazionale (pesante intervento americano) sia di ordine interno (rottura, per opera della DC e di altri gruppi politici, dell'unità antifascista, popolare e democratica; ricostituzione delle posizioni di forza e di potere dei grandi gruppi capitalistici: accan-• tonamento delle riforme prescritte dalla Costituzione: politica repressiva e scissionistica nei confronti del movimento sindacale e popolare, ecc.).
Tutto ciò dette avvio a uno sviluppo economico malsano, a un sistema di governo, all'avvento di un personale politico, a un orientamento complessivo della vita nazionale che costituiscono la vera ragione dell-. particolare gravità e pericolosità che assume in Italia l'attuale crisi del mondo capitalistico. Vi sono dunque, all'origine della situazione presente, cause remote, ma decisivo è il modo con cui l'Italia è stata governata dal 1947 in poi.
Una notevole 'espansione economica, indubbiamente. vi è stata, ma lo sviluppo industriale è stato sostenuto da fattori internazionali e interni che gli hanno dato fin dall'inizio un carattere distorto.
Sul piano Internazionale si è conferito aireconenía italiana e alla sua crescita un carattere largamente subalterno rispetto all'economia degli USA e di altri Stati capitalistici. La stessa liberalizzazione degli scambi, che pur costituiva di per sé un fatto po-
sitivo rispetto all'autarchia fascista, non mutò sostanzialmente questo carattere. E anche la presenza nel Mercato comune europeo, pur dettata da necessità oggettive, si è realizzata in condizioni e con uno spirito che accettavano di fatto che le decisioni fondamentali fossero lasciate ai gruppi capitalistici e agli Stati, volta a volta più forti.
Sul piano interno, come abbiamo più volte illustrato, lo sviluppo industriale ed economico italiano si è basato essenzialmente su tre condizioni: regime di bassi salari e sfruttamento pesante della classe operaia, rapina del Mezzogiorno, abbandono di larga parte dell'agricoltura. Il sostegno dell'espansione industriale è stato assicurato, da una carte, dal massiccio e caotico prelievo di forze di lavoro dal Mezzogiorno e dalle campagne, determinando lo spopolamento di intere zone e la congestione nel centri urbani; e, dall'altra parte, dalla formazione di un mercato distorto. I livelli di occupazione sono rimasti bassi, le risorse umane e materiali largamente inutilizzate. l'Italia ha servito da serbatoio di mano d'opera per i paesi, più sviluppati.
I poteri pubblici si sono posti al servizio di questo meccanismo di sviluppo spendendo migliaia di miliardi sia in finanziamene diretti o indiretti all'industria, senza alcun criterio se-lettivo, sia in quelle infrastrutture e opere pubbliche che venivano richieste dai gruppi monopolistici più forti. Tutto ciò ha portato alla dilatazione smisurata di impieghi improduttivi con una distribuzione del reddito e una scala di retribuzioni non solo inique ma economicamente assurde, e con la costituzione dl caste ultraprivilegiate, fino a gruppi detentori di ricchezze intollerabili. Di qui una abnorme e giungla retributiva s fenomeno riscontrabile in tutti i paesi capitalistici avanzati, ma che in nessun altro paese ha un carattere cosi mostruoso come in Italia, tanto da costituire uno dei nodi più intricati da sciogliere. Si deve riconoscere che la denuncia e la lotta del movimento operaio e democratico nei confronti di questo fenomeno non sono state sufficienti: né sono mancati errori. Ma la questione' principale sta nel regime costruito dai gruppi dominanti e DC, nella, eornmistione crescente tra
15
pubblico e privato. I partiti di governo, e soprattutto la DC, hanno sempre considerato come una delle basi principali del loro potere, e della ?oro r• influenza elettorale una pratica clientelare di enormi proporzioni' che anch'essa ha contribuito praticamente alla dissipazione di fondi pubblici.
Nel quadro di questo meccanismo di sviluppo distorto e dissipatore di risorse materiali e umane i governi hanno messo da parte con la più totale imprevidenza ogni politica che salvaguardasse e potenziasse il patrimonio e le risorse dell'agricoltura italiana. La riforma agraria sí è fermata allo a stralcio degli inizi degli anni '50; non è stato liquidato neppure un istituto arcaico quale la mezzadria; nulla o quaSi è stato fatto per dotare l'Italia di una zootecnia moderna, per proteggere e incrementare il patrimonio boschivo. Milioni di ettari di terra sono stati abbandonati all'incoltura. E' mancata inoltre una, politica lungimirante di :difesa del suolo, di sistemazione feleogenlegioa, di. irrigazione.
n curo sforzo è reeessarIo per la ripresa: a quali finii e- cont/i7ioni esso à possibile
Non è necelesirid,leelstere nel ricordare che la neiatiR,Spaespettiva non è quella di cercare scontri frontali e tanto meno scontri cruenti.
La nostra prospettiva generale è stata sempre ed è quella di risolvere-e, problerni dei lavoratori --é,.deliipaefee di rinnovare la sopteteàedi•garattiresPordinato svolgimene .iciviiie,iseguendo n me adnende naia . e attraverso la inièsd"iMtecilwdo:dà tutte le forte ileoPolagt P l,,!
_,Per questo, Ohe oggi, dopo atelier detto che bisogna combattere per fronteggiare gli attacchi in atto e quelli• possibili degli avversari di classe e d" nemici della Repubblica, aggiungiamo ,subito che questo non basta. Bisogna laeioritre e lottare per fare uscire positivamente il paese dalla crisi che. lo attanaglia e aprirgli una prospettiva di sviluppo nazionale: nella quale asso .posse credere: e ritrovarsi.
Denunciare lei' responsabilità:,schiaccianti della Deee degli altri. partiti che hanno governato il paese è sempre 'indispensabile perchè sia chiaro il-giudizio dei cittadini sul 'Pontoeà cui_ si è e del perché vi si è tutti. Ma non ci si può certo fermare alla denuncia.
L'essenziale, lo ripetiamo, è di prendere come punto di partenza la situazione così com'è oggi e di vedere come da essa si può risalire. Ed è proprio ponendoci da questo punto di vista che noi — partito della classe operaia e degli sfruttati — diciamo chiaramente che non si può uscire dalla crisi senza un periodo di duro sforzo di tutto il popolo e di tensione ,di tutte le energie nazionali. Bisogna però precisare be- come cercheremo di dire più in — a quali condizioni sociali, politiche e morali e per quali fini questo sforzo e questa tensione sono possibili e accettabili.
- Duro sforzo vuoi direale bisogna pro&terre di più, non sprecare ma risparmiare e impiegaee bene ogni risorsa.
E' persino impossibile caléolare quali costi economici e . sociali abbia comportato un'espansione urbanistica. dominata esclusivamente dalla più sfrenata speculazioee edilizia e ' dagli interessi delle grandi imprese Industriali.. La stessa imptevidenza ha portato trascurare la ricerca scientifica e la tutela dei patrimonio artistico. Non ei è mai agito pensando al futuro, alle esigenze più profonde e permanenti del paese. Da varie parti. e dagli stessi gruppi dirigenti della grande industria, si afferma ora che i guasti dell'economia italiana dipendono dal peso delle rendite, dei parassitismi, dell'eccesso dei settori improduttivi. Ma la verità è che i principali autori e beneficiari dello sviluppo economico italiano sono stati proprio i monopoli, per i cui interessi era indispensabile l'esistenza e la dilatazione di posizioni vecchie e nuove di rendita e di parassitismo. Questo intreccio di interessi ha dato luogo a uno sviluppo del capitale finanziario. spesso utilizzato in operazioni puramente 4pectijative. e ha largamente
riconvertire l'industria e riorganizzare le attività econorniehe e amministrative secondo criteri di efficienza e di, rigore, cambiare certe abitudini per cercare le vie di un migliore modo di vita in forme diverse dalle attuali. Duro sforzo vuol dire che bisogna far recuperare. al personale politico e a tutti gli appartenenti alle pubbliche amministrazioni uno spirito,. di dedizione al servizio della nazione e dello Stato. Duro si") vuol dire anche che insegnanti e studenti ritrovino l'impegno alla severità ed alla disciplina negli studi, che tutti i cittadini si applichino a sviluppare nei limiti.delle proprie possibilità la loro istnizioneee la loro cultura, che tutti gli 'iritelléttuali• riccaquistino il senso' etn debbono assolvere per" il progeesto:del paese. Duro sforzo vuoi dire infinàreagire tutti alle manifestaZiOni diedeliequenza e immoralità per ricreare. centro forme di egoismo e di individualismo esasperato, il senso della soliderietà e dei mutuo sostegno tra gli nomini.
Senza uno sforzo e una tensione-n& tal genere, l'Italia rischia davvero di arretrare a precipizio. Ma ottenere questo sforzo e questa tensione non è certo `Cosa facile. E tuttavia - noi pensiamó 'sia possibile, Mit Solo ge'vengonP:itidicati alcuni fini e -realizzate alcune enndieionie
Le ~dizioni: fondamentali - sono tre.
Primo: tutta l'attività economica e tutte le forze produtdve devono essere chiaramenn.i e coerentemente indirizzate fin d'ora verso obiettivi precisi che, superando le storture e gli squilibri che si sono accumulati da venti anni a questa parte. realizzino via via quelle trasformazioni economiche e socieli necessarie per uno sviluppo economico, un assetto sociale e modi dì vita che abbiano come regola e come punto di riferimento gli interessi delle masse popolari e della collettività nie zionale.
Secondo: i sacrifici necessari per il duro sforzo di ripresa e di rinnovamento* devono essere ripartiti secondo giustizia. Devono essere difesi in primo luogo quegli strati della popolazione che si trovano già o rischiano di finire ai limiti della sussistenza o anche al di
determinato la politica economica e fi rrnanziaria dello Stato e dei suoi orgenisrnì economici. Si è manifestata cosi, in forme nuove, quella Vecchia caratteristica._dell'Italia, che he avuto sertea...a pre una borghesia tra le più compromesse con le -posizioni di rendita. Solo ora, di fronte a un sistema industriale che rischia l'asfissia, si comincia a invocare una qualche razionalizzazione che alleggerisca il peso divenuto ormai soffocante di parassitismi e di rendite a cominciare da quelle burocratiche.
Da tutto ciò deva la particolare gravità della crisi italiana. Sulla Democrazia cristiana ricadono le maggiori responsabilità politiche per le distorsioni. gli squilibri e le inefficienze che hanno caratterizzato il processo economico e sociale nell'ultimo trentennio. Questo partito ha edificato un proprio sistema di potere che è esso stesso parte essenziale dell'intero assetto economico, sociale e amminietrativo del paese che è oggi in crisek.,she ha portato elementi di grave deg..~zione nella vita pubblica del paese. I r .:tee
sotto, e per la riduzTipne dell'occupegepé e per l'inflazione dei prezzi. Si deveeinvece agire con energia perchè i privilegiati paghino nella misura necessaria. Si tratta di avviare, in sostanza, sia pure gradualmente, una profonua e generale ridistribuzione del reddito. Nen è vero che in tempi duri e itePres9nza di una situazione economica pesaritiken sia Pxissibile fare opera di giustiziaeaoeiale, Anzi, proprio quando a tutti si:devechiedere qualcosa in più. è iridislaartereOle„Aare la prova 55310Pera eee sateen4teli.itAOzia- netti! eitneiieeieeI ea; :, tev reeko:i bisogna che :il NO a tOtto lr Peptdoei la voratere la tìfqìi'tel sottNisé e .i8diOW;i?tidt4ticipun' tellare epnudfl;4,•:ìii 01€;'[; iasciando intatteeepors , ine.„4,grg,fiFikk distorsioni, . privile/0 eeingustizin:, t, Per:ciò chiaro idoreloa St. PUÒ affidare soliti alle :forge-elle hanno: finora diretWel paeetie:perchè esse •non hanno, la altoritiì'iì'è~lità necessarie, per i '7ggiasg gie hhrié fietoi Vele promesse hatfi451 iteikee ereee areendi rotértizitin; 'Per' più generale..1Pgbriiutèbto druria pratica del potere che pone al primo posto gli interessi, individuali, clientelari o di gruppo.. Tanto è vero chè gli appelli e le r rediche di costoro passano come acqaa su una lastra di marmo. Occorre una profonda trasformazione della direzio-il concorso di forze nuove, di riconosciuta serietà, pulizia e fedeltà agli interessi del popolo per far sì che' lo sforzo oggi indispensabile sia sostenuto dalla fiducia e dalla partecipazione attiva e consapevole della parte più sana, laborios:a e' pr_oduttiva del paese. Ciò vuoi dire ehe si deVe realizzare una partecipazione delle classi lavoratrici e di tutte le loro formazioni di massa e politiche più rappresentative, alle decisioni fondamentali della politica nazionale e al controllo della loro attuazione. Quanto alle forme e ai modi di questa partecipazione si vedrà.
i 5A".~0511Yréjjk si è iarSu érfektivantedte adorag- •
Una nuova tappa detta rivoluzione democratica, che introduca netta societa' elementi di socialismo
Qual è 'il senso generale di queste tre condizioni e eusle Prospettiva ne deriverebbe per il cammino della nostra società? Ciascuna di tali condizioni e la loro connessione sollecitano (Ma trasformazione dello sviluppo economico, della vita sociale, del blocco di potere•-e dei valori ideali e morali che, oggettivamente, porta a uscire proeressivamente•fuori dalla logica del sistema capitalistico. -
Infatti le novità che si verrebbero via eia affermando — nei rapporti di peo-
-titizione, nella distribuzione del reddito,' nelle forme del consumo e nelle abitudini di vita, attraverso le riforme e la pianificazione di rilevanti settori economici, con l'estensione della vita democratica e nella natura del potere — introdurrebbero nell'assetto e nel funzionamento generale della società alcuni elementi che sono propri del socialismo. Non si tratterebbe quindi di ore come obiettivo ravvicinato quello di una società socialista, perché per esso mancano ancora alcune condizioni di fondo, sia interne che internazionali, ma dì attuare misure e indirizzi che sono per
alcuni aspetti di tipo socialista, La lotta di liberazione nazionale pose le premesse della costruzione di un superiore assetto della società e dello Stato aperto ad ogni avanzamento. Ebbene, ora, c'è bisogno di una nuova tappa della rivoluzione democratica e antifascista, chiamando la grande maggioranza dei cittadini ad unirsi, con uno sforzo eccezionale di lavoro, di lotta, di cultura, e di creatività, attorno ad un insieme di obiettivi che realizzino la salvezza e la rinascita del paese e lo portino avanti.
92,1'0-nata, e democratica? UITS gi" inde TRObritaZ":10 e pegrno
Con questa riunione del Comitato Centrale e della Conunissitne Centrale di Controllo vogliamo eerire nel nostro partito un dibattito ru questioni di decisiva importanza per l'avvenire del nostro popolo e per gli sviluppi delle nostre battaglie e del nostro lavoro. E dobbiamo fare tutto il possibile perchè tale dibattito sia ampio, profondo e democratico.
E' necessario, oggi più che mai, che tutti. i nostri militanti e tutte le nostre organizzazioni, e L. organizzazioni della FGCI, si impegnino pleneenente, con la propria intelligenza e con la passione che caratterizza i comunisti, per arrecare un appena vivo e creativo di idee, di proposte, di critiche, che consentano al nostro Congresso nazionale, nel momento in cui esso trarrà le somme della discussione in tutto il partito, di adempiere pienamente al suo compito.
Noi vogliamo anche che il dibattito sulle questioni che poniamo vada al di là delle file del nostro partito, che sia portato tra i lavoratori, che sia occasione di confronto con altre teme politiche democratiche.
Gli interrogativi che noi ci peniamo sul futuro dellItalea e dell'intera uriaMté sono sostencialmente gli stessi che si pongono, nei modi più diverse milioni di lavorateri, •cli giovani, di intellettuali. Ma anche altre terze e ceti
dagli orientamenti più diversi, si chiedono oggi dove si andrà. E i più, nel porsi tali interrogativi, guardano soprattutto al Partito comunista, e ci chiedono quale strada esso propone e sa aprire. Se questi interrogativi sono rivolti al nostro più che ad ogni altro partito, è perchè. si sa, anche da parte di chi non condivide le nostre idee e la nostra dottrina, che noi siamo un partito diverso dagli altri anche perché cerchiamo sempre di guardare avanti e lontano.
Ecco, dunque. perché abbiamo bisogno di una discussione approfondita. appassionata, democratica, concentrata su grandi questioni; nel partito, innanzitutto, ma anche nel dialogo con cittadini di altri orientamenti,
Ma tutti noi abbiamo ben presente anche - un'altra esigenza: la nostra discussione precongressuale si svolgerà in una situazione nella quale premono problemi urgenti. acuti, e scadenze assai impegnative.
In primo luogo dovremo essere ben presenti, con tutta la nostra combattività, in grandi battaglie sociali per difendere l'occupazione e il tenore di vita delle grandi masse lavoratrici e per influire sulle clecisieel anche immediate della politica economica. In pari tempo, bisognerà continuare a mantenere viva la vigilanza, la mobilitazione di massa e l'iniziativa unitaria contro tra-
me eversive, provocazioni e tentativi antidemocratici, che non cesseranno.
Vi sono poi altri impegni, anche essi importanti, quali quello per la elezione, con la partecipazione di milioni di studenti, insegnanti, genitori, dei nuovi organi -che entreranno nella vita della scuola.
Ed è sin da ora che va avviata anche la preparazione della campagna elettorale per il rinnovo dei consigli regionali, provinciali e comunali, sicche i compagni dovranno attendere alla elaborazione dei programmi e all'avvio delle iniziative e del lavoro che ci dovranno garantire una nuova avanzata.
AI di là di questi impegni di lotta e compiti di lavoro già definiti, possono accadere fatti e determinarsi situazioni, sul piano internazionale e sul plano interno che richiederanno prontezza di mobilitazione, di iniziative e di lotta.
Dobbiamo perciò riuscire a conciliare queste esigenze immediate di lavoro e di lotta con l'altra, non meno importante, di un dibattito congressuale elevato e che non perda mai di vista i temi dì fondo propri del periodo che viviamo.
Ciò non è facile, ma è possibile facendo ricorso alle nostre capacità 'li lavo. ro e alla nostra esperienza
ademaims, ...*11•14.1a *R.,» !U f ‘t. -11‘/9
TOTALE GITIMALE WITRATE
Assistenza ai compagni ai seggi elettorali
SPESE GENRALI Affitto, riscaldamento, luce, manutenzioni, IN CONTO DEBITO PER RICOSTRUZIONE CASA DEL POPOLO
TOTALE GENERALE USCITE AVANZO ...
A PAREGGIO
4.44
L. 204.000
L. 545.215
L. 1.200.000
L. 2.247.115
L. 1.039.879
L. 3.86.994
NOTA: L'avanzo di Bilancio è stato destinato alla sostituzione del ciclostile ed alla pubblicazione del "Bollettino" di Sezione.
BILANCIO CONSUNTIVO DELLA SEZIONE (1/11/1973-30/9/19741 ENTRATE L. 1.902.000 L. 1.172.500 TESSERE n. 333 per un TOTALE al di cui versate alla Federazione RIMASTE ALLA SEZIONE ============= L. 729.500 SOTTOSCRIZIONE PER LA STAMPA TOTALE raccolto L. 1.890.660 di cui versate alla Federazione L. 1.050.000 RIMASTE ALLA SEZIONE M=91MC=012====37L L. 840.660 CAMPAGNA ELETTORLLE Raccolte fra compagni e cittadiniL. 772.500 Contributi degli norútatori L. 333.200 TOTALE L. 1.105.700 di cui versate alla Federazione L. 505.000 RIMASTE ALLA SEZIONE ============= L. 600.700 ENTRATE VARIE Sottoscrizione per CASA kktd L. 454.700 Proventi ATTIVITA I RICREATIVE L. 353.500 AVANZO BILANCIO PRECEDENTE L. 547.434 USCITE SPESE DI PROPAGANDA SPESE
OST CONTI SOTTO
DI ORGANIZZAZIONE
L.
1.316.134 L. 3.486.994 L. 497.900
ecc.
nuova tappa detta rivoluzione democratica, che introduca netta societa'
Qual è il senso generale di queste tre condizioni e calale Prospettiva ne deriverebbe per il cammino della nostra società? Ciascuna di tali condizioni e la loro connessione sollecitano una trasformazione dello sviluppo economico, della vita sociale, del blocco di po. tere•e dei valori ideali e morali che, oggettivamente, porta a uscire progressivamente fuori dalla logica del sistema capitalistico.
Infatti le novità che si verrebbero via aia affermando — nei rapporti di peo-
-dutione, nella distribuzione del reddito. ' nelle forme del consumo e nelle abitudini di vita, attraverso le riforme e la pianificazione di rilevanti settori economici. con l'estensione della vita democratica e nella natura del potere — introduri•ebbero nell'assetto e nel funzionamento generale della società alcuni elementi che sono propri del socialismo. Non si tratterebbe quindi di porre come obiettivo ravvicinato quello di una società socialista, perché per esso mancano ancora alcune condizioni di fondo, sia interne che internazionali, ma di attuare misure e indirizzi che sono per
alcuni aspetti di tipo sociadsta. La lotta di liberazione nazionale pose le premesse della costruzione di un superiore assetto della società e dello Stato aperto ad ogni avanzamento. Ebbene. ora, c'è bisogno di una nuova tappa della rivoluzione democratica e antifascista, -chiamando la grande maggioranza dei cittadini ad unirsi, con uno sforzo eccezionale di lavoro, di lotta, di cultura, e di creatività, attorno ad un insieme di obiettivi che realizzino la salvezza e la rinascita del paese e lo portino avanti.
FigilOrkata e democratica, gloande Tirld egno di Z:d.ane
Con questa riunione M Comitato Centrale e della C,ontrnissicne Centrale di Controllo vogliamo aprire nel nostro partito un dibattito ru cuestioni di decisiva importanza per l'avvenire del nostro popolo e per gli sviluppi delle nostre battaglie e del nostro lavoro. E dobbiamo fare tutto il possibile perchè tale dibattito sia ampio, Profondo e democratico,
E' necessario, oggi più che mai, che tutti i nostri militanti e tutte le nostre organizzazioni, e L organizzazioni della FGCI, si impegnino pieneniente, con la propria intelligenza e can la passione che caratterizza i comunisti, per arrecare un appOrto vivo e creativo di idee, di proposte, di critiche, che consentano al nostro Congresso nazionale, nel momento in cui esso trarrà le somme della discussione in tutto il partito, di adempier,: pienamente al suo compito.
Noi vogliamo anche che il dibattito sulle questioni che poniamo vada al di là delle file del nostro partito, che sia portato tra i lavoratori. che sia occasione di confronto con altre fora. politiche democratiche..
Gli interrogativi che noi ci ponilarno sul futuro dell'Una e dall'intera uriaalta'. sono sosteneialmente gli gessi che sì pongono, nei modi più diverse milioni di lavora eri. di giovani, di Hen kttuali. Ma anche altre terze e citi
dagli orientamenti più diversi, si chiedono oggi dové si andrà. E i più, nel porsi tali interrogativi, guardano soprattutto al Partito comunista, e ci chiedono quale strada esso propone e sa aprire. Se questi interrogativi sono rivolti al nostro più che ad ogni altro partito, è pereliè, si sa, anche da parte di chi non condivide le nostre idee e la nostra dottrina, che noi siamo un partito diverso dagli altri anche perchb cerchiamo sempre di guardare avanti e lontano.
Ecco, dunque, perché abbiamo bisogno di una discussione approfondita. appassionata, democratica. concentrata su grandi questioni: nel partito, innanzitutto, ma anche nel dialogo con cittaninì di altri orientamenti,
Ma tutti nos abbiamo ben presente anche un'altra esigenza: la nostra discussione precongressuale si svolgerà in una situazione nella quale premono problemi urgenti, acuti, e scadenze assai impegnative.
In primo luogo dovremo essere ben presenti. con tutta la nostra combattivita, in grandi battaglie sociali per difendere l'occupazione e il tenore di vita delle grandi masse lavoratrici e per influire sulle decisioni anche immediate della politica economica. In pari tempo, bisognerà continuare a mantenere viva la vigilanza, la mobilitazione di massa e l'iniziativa unitaria contro tra-
me eversive, provocazioni e tentativi antidemocratici, che non cesseranno.
Vi sono poi altri impegni, anche essi importanti, quali quello per la elezione, con la partecipazione di milioni di studenti, insegnanti, genitori, dei nuovi organi 'che entreranno nella vita della scuola.
Ed è sin da ora che va avviata anche la preparazione della campagna elettorale per il rinnovo dei consigli regionali, provinciali e comunali, sicché i compagni dovranno attendere alla elaborazione dei programmi e all'avvio delle iniziative e del lavoro che ci dovranno garantire una nuova avanzata.
Al di là di questi impegni di lotta e compiti di lavoro già definiti, possono accadere fatti e determinarsi situazioni, sul piano internazionale e sul piano interno che richiederanno prontezza di mobilitazione, di iniziative e di lotta.
Dobbiamo perciò riuscire a conciliare queste esigenze immediate di lavoro e di lotta con l'altra, non meno importante, di un dibattito congressuale elevato e che non perda mai di vista i temi di fondo propri del periodo che viviamo.
Ciò non è facile, ma è possibile facendo ricorso alle nostre capacità li lavo. ro e alla nostra esperienza politiea:
lt1 SOdati Mu
IrTg fa an Cl ir-,Th.1
17
GLI OCCHI DI TUTTI
BILANCIO DI 2RVISIONE (1/10/1974-30/9/19751
ENTRATE
TESSERE n. 350 per un totale di L. 2.350.000 di cui alla Federazione .... L. 1.470.000
ALLA SEZIONE
SOTTOSCRIZIONE PER LA STAMPA TOTALE L. 1.800.000 di cui alla Federazione L. 1.260.000
ALLA SEZIONE
CAMPAGNA ELETTORALE TOTALE L. .4.?00.000 di cui alla Federazione L. • 649.000 ALLA SEZIONE à__
SOTTOSCRIZIONE CASA DEL POPOLO
PROVENTI ATTIVITA' RICREATIVE
UTILE DIFFUSIONE STAMPA COMUNISTA 1#40,,,,,,orn.,11
COMPAGNI SCRUTATORI
CARTE, GIORNALI, ECC.
AVANZO BILANCIO PRECEDENTE
TOTALE GinERALE UTTRATE
USCITE
SPESE DI ORGANIZZAZIONE — Contributo alla F.G C I
SPESE DI PROPAGANDA — Giornale di Sezione L. 1.000.000 — Altre L. 1.300.000
SPESE ATTIVITA' IDEOLOGICA
SPESE GENERALI — Affitto, riscaldamento, luce, ecc IN CONTO DEBITO PEd RICOSTRUZIONE CASA DEL POPOLO VARIE ED IMPREVISTE
TOTALE GENERALE USCITE
NOTA: Fra le Entrate, nei "Proventi per attività ricreative", sono compresi i contributi dei frequentatori della Casa del Popolo.
IL SEGRETARIO L'AMMINISTRATORE
F. Biancavilla
E. Benati
IL PRESIDENTE DEI PROZIVIRr, F. Pambianchi
RACCOLTA
= T 1 • 880.000 L. 540.000 L. 360.000 L. 300.000 L. 1.000.000 L. 250.000 L. 300.000 L. 100.000 L. 3.730.000 L. 1.039.879 L. == 4.762.879 L. 200.000 L. 2.300.000 L. 100.000 L. 800.000 L.
L. 169.879 L.
VERSAMENTI
IN NATURA,
1.200.000
4.769.879
=============
19
RITTO E QUESTIONE FEMMILE
Quandó si vuole partire da un punto abbastanza vicino per parlare delle don ne e della loro emancipazione, si fa sempre riferimento allesito del Referendum; quel Referendum che le forze del SI' si illudevano di vincere facendo leva sui sentimenti e sul disorientamento delle masse femminili. Le donne hanno dimostra= to invece tutta la loro consapevolezza, la loro maturità, la loro diffusa aspira zione a creare le condizioni che consentano una maggiore dignità ed una reale pa parità in tu-Ci i diritti civili — consapevolezza, maturità ed aspirazione testi moniate d'altronde dalla crescente partecipazione delle donne alle lotte politi= che e sociali del nostro paese.
Il Partito avverte che molte cose sono cambiate nelltattegkiamento e negli orientamenti delle donne italiane; ma noi non possiamo limitarci a considerare questo fenomeno solo quando si esprime in forme molto precise. Dobbiamo cogliere anche il resto, che si esprime a livello di inquietudine, di insoddisfazione pro fonda, di ricerca di una collocazione nuova della donna, di un suo nuovo modo di essere. Questo è il centro dalla "QUESTIONE FEMMINILE".
Ciò che in Togliatti fu grande intuizione e indicazione di lungo respiro — secondo cui l'emancipazione femminile non poteva essere problema di un solo par= tito o di una sola classe, oggi diviene realtàche vive di fatto nella società naZionale.Le rivendicazioni economiche, la battaglia per i servizi sociali, per Na riforma del diritto di famiglia, per - la conquista della parità giunidica, per una politica di tutela del valore sociale della maternità, (e le modificazioni prodottesi negli aspetti generali del costume, della cultura, degli orientamenti ideali), dovrebbero avere convintos i comunisti, i lavoratori, i democratici e le loro organizzazioni -i che la spinta sempre più am. pia e vigorosa di grandi masse femminili per la lo ro emancipazione e le lo, ro concrete lotte sono ormai un fattore decisi= vo per l'avanzata di tut ta la società italiana sulla via di una profon= da trasformazione dei suoi ordinamenti economi , ci e vociali e sulla via bis di un sostanziale svilu2 civile e emocratico.
Perchè questo ci sem= bre il punto: l'ostacolo essenziale ad un più de. ciso impegno del Partito sulla questione femmini= le — e per una magg3.er presenza attiva dello donne nel Partito — non
viene più tanto dalla "arretratezza" della donna, quanto da una inadeguatez za complessiva del Partito a trovare i conterrAi e le forme nuove di una atti vità all'altezza dei tempi. L'esigenza che si rifletta meglio e più compiu tameAte all'interno del Partito il nuo vo ruolo della donna bella società ita liana, e che questo "recupero" sia pie no ed adeguato, e da esso il partito tragga a sua volta un nuovo slancio, una nuova freschezza ìn tutto il suo modo di -'ivolgersi alle masse femmini= 11.
L'assunzione ferma e coerente nel nostro programma delle principali ri= vendicazioni della donna, in MOt1,0 che esse diventino obiettivi di tutto movimento, è la sola via possiMle per, costruire quella aggregazione fra gran di masse femminili e movimento operaio eentribuisce -a far maturare quell'u= nità politica su scala di massa che condizione necessaria per realizzare 1a svolta democratica di cui il paese ha bisogno. C?
INIZIAMO, CON LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO STIMOLANTE CONTRIBUTO DELLA COMPAGNA PAJETTA, IL DIBAT TITO SU UNO DEI GRANDI TEMI CHE DOVRANNO Ir?EGNARE TUTTO IL PAR= TITO`, NEL CORSO T.:ILLA CAMPAGNA CONGRESSUALE ED OLTRE DI ESSA, NELL'ANALISI E NELL'AZIONE.
INVITIAMO LE COMPAGNE, I COMPA= GNI, MA ANCHE LE ATTIVISTE DEI : MOVIMENTI FEMLINILI, ED IN GENE RE TUTTI I CITTADINI, AD INTERVB NIRE NELLA DISCUSSIONE, I CUI TER MINI NON SONO TUTTI nCIFICI,NEP PURE DAL PUNTO DI VISTA TEORICO..
:MISURARSI20U LA QUESTIONE FEMMI
A TUTTI I COMPAGNI, A TUTTI I LAVORATORI GLI AUGURI DELLA SEZIONE
UN AUGURIO PARTICOLARE
AI COMPAGNI ANZIANI
ALLE COMPAGNE
AI DISOCCUPATI
AGLI INFERMI
AI LAVORATORI IN LOTTA PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO
A TUTTI QUANTI
Pnt SALUTE O PER LAVORO
SONO COSTRETTI
A TRASCORRERE LE FESTE
LONTANO DALLA CASA
E DALLA FAMIGLIA
• NILE E' CERTO INDISPENSABILE, NEL MOMENTO IN CUI SI LANCIA LA PARO= LA D'ORDINE DI "UN. NUOVA TAPPA DELLA RIVOLUZIONE DEMOCRATICA. ED ANTIFASCISTA",
• O
corsivo
"Una mattina di nebbia, la settimana scorsa, ero andata alla sezione territoriale dell'INAM di piazzale Accursio, ed avevo parcheggiato l'auto lungo la via, giù verso la Lancia. Stavo chiudendo la macchina, quando mi si avvicinò, quasi sbucando dalla nebbia, un uomo anziano, minuto, vestito decorosamente, con un atteggiamento insieme deciso e dimesso:
— Signora — mi disse — mi scusi, ma — e alla breve esistazione fece seguire d'un fiato il resto — ha qualche cosa da darmi? Vede, devo a= spettare fino al 17 per prendere la pensione, e non ho una lira.
Io rimasi un attimo interdetta, assolutamente incapace di connettere, forse un po' spaventata dal suo improvviso apparire; meccanicamente cacciai una mano in tasca, senza neppure pensare ad aprire la borsetta, trovai dei soldi, glieli porsi; e intanto l'ometto diceva, in tono così neutro che an= cora aumentava la mia confusione ed il mio imbarazzo: — Non avrei mai creda to di arrivare 'a quento, ma io e mia moglie abbiamo fame. Mia moglie è lì che mi aspetta. — E poi: — Grazie.
Io, senza dir nulla, senza neppure alzare la testa, attraversai la sa da, mi allontanai di Qualche passo; poi mi accorsi di aver lasciato le chiavi nella portiera dell'auto, e tornai indietro; e intanto cominciavo a pendtare di essere stata vittima di una piccola estorsione, di un bidone, insomma:— Quello, magri, è un ubriacone che ripete il colpo con tutte le donnette c.he gli capitano a tifo — Ma quando arrivai alla macchina, lo rividi (ma lui non mi guardava): era lì, fermo ad una decina di metri da me, e piangeva, singhioz zando piano ed asciugandosi ogni tanto gli occhi.
:son ho saputo dire n'è fare nulla: ho preso le mie chiavi e me ne sono andata in fretta. Ma non posso dimenticare le lacrime di quell'uomo, la sua disperata umiliazione."
Questo racconto ce l'ha fatto in sezione una compagna, chiedendoci an= che di ritrovare quell'uomo (alcuni compagni hanno nel Partito una fiducia veramente senza limiti) perchè lei si era "comportata come una stupida" e 3sle ne vergognava e voleva scusarsi con lui 2 di non avergli prestato un aiuto i..; consistente.
No, compagna, non è questo il problema: la tua reazione è stata natura= le; e non crediamo neanche sia giusto cercare quell'uomo, che forse può illu= darsi di aver sepolto nella nebbia e nel pianto la sua "disperata umiliazine". E la sostanza del problema non cambierebbe neppure se egli fosse stato davvero un "ubriacone", perchò la colpa sarebbe comunque stata di uno schifo di socie tà che può ridurre un uomo in quelle condizioni.
Perchè, compagna, la questione è un'altra: la questione è chi deve paga re le lacrime di quell'uomo. Un uomo che piange perchè ha fame — o anche solo perchè non ha da pagarsi una bevuta — mentre "i milanesi con un cospicuo con= to in benca, convinti che i soldi valgono sempre meno, -hanno concluso che tan, to vale spenderli e divertirsi" e affollano le stazioni invernali di moda (lo dice Montanelli sul suo "Giornale" e bisogna credergli, a lui che dei "milane si con un cospicuo conto in banca" è l'esperto e il portavoce ufficiale. Un pensionato che piange mentre un alto funzionario dei Trasporti va in pensione
v
a 4.7., anni di et , , con 49 .anni di anzianità; al qùale La Malfa, Colombo, Fano. fani e C. vanno predicando la necessità di fare sacrifici, mentre Sindona si nappa 400 miliardi.
NOI LO SAPPIAMO, VERO, COMPAGNA ? CHI DEVE PAGARE; E SAPPIALO CHE VERRA' IL GIORNO IN CUI FINALMENTE PAGHERA'.
E NOI — CHE NON SIAMO VENDICATIVI— SAREMO QUEL GIORNO ORGOGLIOSI DI AVER CONTRIBUITO IN PRIEA FILA, CON LA NOSTRA LOTTA, A RESTITUIRE LA DIGITI TA' A'WELL‘UOMO E AI MILIONI DI VECCHI LAVORATORI CHE DEVONO VIVERE UN ME SE COU UNA PENSIONE INFERIORE ALLA RETTA GIORNALIERA DI UN ALBERGO DI LUSSO.
RA791 gll
Goedridi.kre CPARCZ.
Un notevole successo sta conseguendo la. MOSTRA DI PITTURA „del Gruppo ,"L'nPGNO", inaugurata alla Biblioteca, del Centro Civ::_ao di Piaznle Accursio il 14 dicembre e che si chiuderà il 31 dicembre. All'inaugurazione, tra il numeroso pubblico, erano presenti Llolt3 personalità dell'arte della cultura.. e della politica dello. Zona e della città.
Alla mostra partecipano i pittori MOISES BECERRA (che ha tenu-co il discoT-;3 inaugurale), ALESSANDRO BONOMI, GIOVANNI CALDINI, FRANCO CARAFFOLI, ENRICA DAOLIO, GIORDANO DE GASPARI, SILVANA DONATO, GIO= VANNINO FERRARI, NINO MALAGUTI, GLCIPAOLO PACE, FLAVIO PAMBIANCHI, VITTORIO PARDINI, IVANO PISANI..
L'interesse dell'iniziativa è sottolineato dalla presentazione che il Gruppo ha inserito nella. locandina. della mostra, e che costi tuisce la base della sua attività.: riteniamo utile riportarlo per intero.
"L'IMPEGNO è il nome che abbiamo voluto per il nostro gruppo, proprio per la "posizione ideologica da noi assunta nei problemi concernenti la posizione del "l'artista nel contesto sociale e culturale. Siamo pittori, riunitisi sponta. "neamente nell'intento di instaurare con il pubblico un rapporto nuovo e dive "so, un dialogo più diretto e più chiaro che si traduca in definitiva in un "maggiore avvicinamento. Il pubblico per noi non è solo l'accuirente, il desti "natario del"prodotto artistico", ma l'elemento dialettico fondamentale del "fatto espressivo — il pubblico è inteso come popolo, come contesto sociale su "cui l'arte si fonda e al quale l'artista si rivolge. A ouesto dirl.ogo pubbli= "co—artista si frappongono oggi più che mai le strutture della cultura uffici., "le: gallerie - dIhrte, mostre, mercanti, concorsi, critica, stampacializza= "ta, seno assai più interessate all'aspetto commerciale che alla-funzione so. "cialc ed al significato culturale della produzione artistica; sonO'Anditi a "crear -nercati in relazione ai propri interessi economici piuttosto che a "svolgere ricerche di carattere artistico e culturale. Il nostro gruppo nasce "al di fuori di qualsiasi condizionamento di mercato, consente E: ciascuno di "noi di sviluppare in piena autonomia un dialogo diretto con il pubblico orge "nizzardo incertri, dibattiti e mostl.s anche in tutti quei luoglii e per tutti "cuegli strati sociali dove l'arte ancora orzi non giunge che rolto raramente.
m co
A
(93
0--12 GENNAIO 1975 D7L
SELiONF "SERGIO
BASSI
PROGRAMMA DEI LLVORI
VENERDI 10 GENNAIO
CENTRO CIVICO DI PIAZZALE ACCURSIO
Ore 20,30
— Relazione del Seuretario Politico
— Elezione Commissioni
SABATO 11 GENNAIO
CASA DEL POPOLO — VIA BODONI 3
Ore 9 - Lavoro Commissione Elettorale
Ore 15— Dibattito
Ore 21— Lavoro CDrmissione Politica
DMENICA 12 GENNAIO
Ore 9 - DifruAione de L'Unità
Ore 10— Lavoro Commissioni
DAL CONFRONTO CON I CITTADINI
E LE FORZE DEMOCRATICHE DEI
QUARTIERI NASCONO LA LINEA E LE PROPOSTE UNITARIE DEI COMU
NISTI PER USCIRE DALLA CRISI
E COSTRUIRE UN'ITALIA NUOVA.
Ore 15— Dibattito
Conclusioni .••••••~1••••••••••11
TAL
ANn P RT T
P una ru„..nvat tappa rivotuzione democratica che introduca netta societa"
&cm gnti di socialismo
SOMMARIO
pag.I - UN CONGRESSO B.C,R. ANDARE AVANTI(Editorial
3 - Sezione COMITATO DIRETTIVO PROBIVIRI DELEGATI AL CONGRESSO PROVINCIALE
4 - MOZIONE POLITICA APPROVATA AL CONGRESSO DELLA SEZIONE
8 - Leggiamo "Rinascita" OBIETTIVI E FORME DI LOTTA
II - Zona 20 LA CARTA URBANISTIOA (Lw:residenza)._
13 - CoMmissione fabbriche PER UN NUOVO RAPPORTO CON LE FABBRICHE •
13 - 48 LICENZIATI ALL'AGENZIA "VIAGGI CERTOSA"
14 - Partito e questione femminile-MATERNITA 1 CONSAPEVOLE ABORTO •
16 - Quartiere-IL'PCI E LA RIFORMA ASSISTENZIALE
19 - INIZIATIVE DEMOCRATICHE ALLA CASERMA MONTELLO
20 - PER UN RILANCIO DEL COMITATO DI QUARTIERE
Nei ',/r 1 i successpi 11 e 12 gen nio il aiiiattito al nostro conrresNo seguitò vivacissimo neitbc ,ella Sezione. Gli, ter Cventi ei molti compagni ch(,r ' ,parte al dibattito dinito di contenuti sia 0. -kt ' i ZiOn del com a no Berli„n- .a e P 9 . .4 e)mer, calaridone le indicati nerali nella realtà della città e del nostro quartie.. il documento elaborto dal tivo uscente della giostra setione" Dal documento e dagli interventi sono emerse, in un franco et!hme autocritico, i succéssi, i limiti e le carenze della nostra azione • passata. L'attenzione degli inter venuti, pur nel doveroso impegDodi studio e di compressione dei' documento del Comitato Centrale, che deve proseguire, noi crediamo, al di la del Congresso, si è accen arata sui problemi reali e, nere ti del nostro quarti*e, si tisempre nel più ampio:J uadro P 1lla realtà cittadina e nionalé Sono così emersi i úbblemi àei servizi sociali (asili.., scuo\e, attrezzature sportive, e ricreati. ve) particolarmente nei riguard dei giovani e delle, donne, che giormente soffrono di tali care Il lavoro a domicilio, il proble dei pensionati, la careza di t porti, il prezzo della casa, il sto della vita; sono i temi trat ti con più vigore negti inter I prbblemi affrontati;.e i nos impéni di lavoro soflì, ampiamOttl illustrati nellg' mozione politic.0 conclusiva approvata Tal congrecso e pubblicata -'s:u questo stesto bollettino. Ci pi"eme qui sottolineare che questi.` saranno i temit del 'nostro programma ci lavoro e su di essi stimoleremd e incalzeremo le- altre politiche democratiche. ,Col contributo aeterminante dei no stri compagni presenti nel "Consiglio di zona" molti dei temi affron tati e discussi nel nostro Congres 0,r) sono già contenuti in un docil--'
• i 2