luglio 19691969
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Sesto S n Giovanni Fondo - ?)?-cl'42
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luglio 19691969
FONDAZIONE !SEC
Sesto S n Giovanni Fondo - ?)?-cl'42
ENZ T 5 RTTIVISTI
PERCHÈ SIMILI ABUSI NON ABBIANO PIÙ A RIPETERSI.
PIÙ POTERE Al LAVORATORI.
SUBITO LO STATUTO DEI NOSTRI DIRITTI
BOLLETTINO PER I LAVORATORI DELLA FIAR DEP* A CURA DELLE SEZ. SINDACALI AZ. FIM - FIOM - UILMI prossimi mesi vedranno tutti i lavoratori metalmeccanici impegnati in una dura lotta per il rinnovo del Contratto di lavoro. Non è il caso che ci dilunghiamo sull'importanza dell'impegno che ogni lavoratore deve porre per dare il suo contributo a fianco di tutti i lavoratori metallurgici italiani.
Se mai ce ne fosse bisogno per chiarire ancora una volta della importanza della lotta collettiva per guadagnarci con il prossimo contratto nuove condizioni di lavoro: questa è l'occasione.
I lavoratori della FIAR—DEP, hanno recentemente compilato un referendum sul quale sono indicati chiaramente gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Se sapremo imporre alla controparte gli obiettivi che ci siamo prefissi e sapremo perseguirli con tenacia e volontà allora i vantaggi ed i benefici andranno a favore di tutti i lavoratori indistintamente.
Purtroppo, per esperienza, sappiamo che gli opportunisti sono tanti anche tra di noi lavoratori, specialmente alla FIAR—DEP, e non c'è spettacolo più deprimente che vedere lavoratori sfruttare deliberatamente i sacrifici degli altri ben sapendo che gli eventuali benefici andranno anche a loro e magari (guadagnandoci anche di più) per la pelosa e interessata benevolenza padronale.
Contro questi sciacalli dei sacrifici altrui c'è un solo modo di difendersi; dar loro l'ostracismo dalla comunità dei lavoratori, far sentire loro attorno il vuoro, il biasimo e l'esecrazione dei propri compagni di lavoro.
In quanto all'asprezza della lotta che ci attende tutto dipenderà dall'atteggiamento che assumerà
la Confindustria, ma conoscendo con chi abbiamo a che fare non è il caso di farci soverchie illusioni.
In ogni rinnovo dei contratti collettivi di lavoro la controparte non vede solo la parte economica, ben sapendo che i benefici concessi con una mano possono essere in una economia di mercato ritirati con l'altra, ma anche se questo non lo ammetterà mai, teme e si oppone che si alterino i rapporti di potere che attualmente legano in mille modi i lavoratori ai voleri e agli interessati. del padronato.
Il neo capitalismo, la società in cui viviamo, non hanno tenuto conto delle esigenze nostre di lavoratori e quando la società in cui viviamo non si dimostra apertamente reazionaria, chiede che noi lavoratori chiudiamo non solo gli occhi ma anche il cervello.
Col nuovo Contratto di Lavoro ci ripromettiamo di fare dei significativi passi in avanti, sia dal lato economico che dei diritti; i nostri sindacati di categoria hanno ritenuto opportuno, per togliere argomenti ei figli di papà "Costa" di menare il can per l'aia, di concentrare in poche ma significative richieste l'ansia di rinnovamento sentita da tutti coloro che non si sentono galoppini del padrone ma uomini liberi, ben sapendo che con questo non si esauriscono tutte le legittime richieste dei lavoratori.
Dai dibattiti, dalle assemblee, dai referendum compilati dai lavoratori emergono delle sentite e precise esigenze e prima fra tutte la riduzione dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali effettive con retribuzione di 48.
Non si scandalizzino i benpensan-
ti per questa richiesta; quando le aziende con la scusa di riorganizzazioni tecniche guadagnano riducendo i costi e questo solo con l'incremento dei ritmi di produzione (vedi F. 1) non vengono certo a dividere gli utili con i lavoratori. I lavoratori semmai in questi casi pagano sempre in prima persona, con licenziamenti, riduzione d'orario di lavoro, sospensioni ecc.
Normalizzazione drastica dell'orario straordinario con un numero massimo limitato e fissato per persona; parità normativa tra operai ed impiegati almeno per quanto riguarda il trattamento di infortunio e malattia; contrattazione degli aumenti di merito per quanto riguarda gli impiegati, sostanziali aumenti salariali, diritti sindacali in fabbrica.
Ecco quello che in sostanza si chiede e che i lavoratori oggi vogliono.
E' possibile ottenere tutto questo? Noi pensiamo di si.
Gli alti "pianti" che farà la Confindustria a queste richieste servono solo a mascherare la difesa di antichi e recenti privilegi specie per la difesa di quei settori poco concorrenziali che vorrebbero che la difesa del loro orticello fosse fatta ancora una volta pagare dai lavoratori.
Lavoratori della FIAR, date il vostro contributo perchè le cose cambino; abbiate una visione più aperta dei problemi del lavoro che condizionano voi e tutti i lavoratori, abbandonate la ristretta visione del particolare e siate partecipi all'appuntamento che ci attende a settembre.
Aumento dei salari e degli stipendi aumento di L. 75 orarie per tutte le categorie operaie; aumento di L. 15.600 mensili per tutte le categorie speciali ed impiegatizie.
Orario di lavoro normale e straordinario riduzione dell'orario settimanale a 40 ore, a parità di retribuzione per operai, categorie speciali ed impiegati di tutti i settori contrattualmente definiti; ricalcolo lene retribuzioni in rapporto all'orario di 40 ore settimanali; il lavoro straordinario è quello effettuato oltre l'orario contrattuale settimanale o dopo l'orario giornaliero concordato; definizione di limiti vincolanti (giornalieri, settimanali, mensili e annuali) alla effettuazione di lavoro straordinario; comunicazione preventiva della azienda sulle motivazioni ed entità del lavoro straordinario; aumento della percentuale di maggiorazione per lavoro notturno a turni.
1) Revisione delle norme disciplinari in base ai seguenti principi:
a) immediatezza della contestazione degli addebiti;
b I ogni ,sanzione disciplinare non può essere applicata ove non siano stati preventivamente comunicati al lavoratore i concreti :,,ddebiti mossigli e non gli sia stato assegnato, un termine per presentare eventuali gnistificazioni; possibilità di impugnativa del provvedimento disciplinare in sede sindacale; prescrizione delle mancanze e dei provvedimenti disciplinari;
2) diritto di assemblea all'interno dello stabilimento, sia generale che per reparti, durante l'orario 'di lavoro anche con la partecipazione di dirigenti sindacali esterni. Pagamento di 10 ore all'anno ad ogni dipendente per partecipare alle assemblee;
3) tutela per i componenti degli organismi sindacali di fabbrica in rapporto al numero dei dipendenti;
7 i distribuzione del testo contrattuale a tutti i lavoratori e relative modalità.
In particolare:
Eliminazione per operai ed Impiegati delle differenze retributive attualmente in atto per classi di età;
revisione del contratto di apprendistato in relazione a: durata del tirocinio, trattamenti salariali. orario di lavoro, trattamenti malattia ed infortunio, insegnamento complementare, attribuzione della qualifica;
norme particolari per agevolare l'attività di studio dei lavoratori studenti relativamente a: lavoro straordinario, festivo e a turni, permessi retributivi, agevolazioni economiche.
Aumenti di merito: pubblicizzazione dei criteri e delle somme erogate individualmente; categorie:
abolizione delle categorie speciali e inquadramento nelle corrispondenti categorie impiegatizie:
Parità normativa
in caso di infortunio e di malattia, parità di trattamenti per gli operai con quelli in atto per gli impiegati; aumento di 3 giornate di ferie per ciascuno degli scaglioni contrattualmente previsti per gli operai.
4) facoltà di cumulo per le ore di permesso previste per i dirigenti sindacali dall'art. 14 del CCNL; determinazione di un numero di ore annuali in rapporto al numero dei lipendenti da assegnare ad ogni organizzazione sindacale per la partecipazione dei lavoratori All'attività sindacale esterna;
5) diritto di diffusione della stampa sindacale all'interno dello stabilimento;
6) modifica del sistema di tratte nuta- dei contributi sindacali;
armonizzazione della struttura delle categorie impiegatizie con il Contratto Intersind: estensione dei criteri previsti per l'assunzione dei laureati, ai diplomati ed a coloro che sono forniti di titoli equipollenti;
revisione cii talune declaratorie;
eliminazione della obbligatorietà lei trasferimenti.
REALTA' NUOVA
GLI IMPIEGATI NON PIU' AMMASSO DI INDIVIDUI MA GRUPPO COMPATTO CON UNA CHIARA COSCIENZA COMUNE
Nei primi mesi di questo anno abbiamo assistito ad un fatto nuovo e "strano" (almeno per la mentalità corrente).
Per la prima volta migliaia di impiegati di parecchie importanti aziende metalmeccaniche milanesi, hanno avanzato precise richieste alle rispettive direzioni aziendali e si sono impegnati fino in fondo in una lotta che li ha portati ad ottenere sostanziali miglioramenti sia sul piano economico che su quello delle condizioni di lavoro.
Indubbiamente si è fatto un bel po di strada da un paio d'anni a questa parte ed è una strada dalla quale non si torna indietro.
La presa di coscienza, realizzata con le lotte comuni, le assemblee e i dibattiti è una realtà nuova che nessuno può piú ignorare.
VECCHIA
Se ora possiamo guardare la situazione in casa nostra, alla FIAR DEP, ci accorgiamo quanto diversa e quanto vecchia sia la nostra realtà.
La mentalità corrente è individualista: (i miei problemi io me li risolvo da solo, non ho bisogno di nessuno) Superficiale: "il Sindacato! ? " è una massa di politicanti che non hanno voglia di lavorare e vogliono solo il cadreghino".
L'egoista: scioperare! ? "Ma perche dovrei perdere dei soldi e mettermi in cattiva luce se poi a me non ne viene in tasca niente".
Questo discorso può sembrare cattivo ma, pur con varie sfumature questo modo di pensare è diffuso fra di noi.
Questo è proprio quel che desidera la Direzione che può cosi controllare e dirigere a suo piacere la situazione senza che ci sia nessuno che abbia la forza e la decisione sufficiente per opporsi.
Per le cose che non vanno (e ce ne sono, lo sappiamo tutti) non si fa altro che lamentarsi più o meno sottovoce. Ma non si capisce che la politica del "mugugno" non serve a niente"
La nostra società soprattutto nelle aziende, che ne sono l'espressione tipica, si regge su rapporti di forza. Nessuno può sperare di ottenere qualcosa di significativo se non ha la forza contrattuale sufficiente. Questo punto va meditato seriamente da tutti noi in ogni occasione, ma ci sembra che ora, con l'avvicinarsi del rinnovo
del contratto nazionale di lavoro sia particolarmente importante.
Uno strumento, lo strumento per realizzare questa coscienza nuova e per esprimere la nostra forza, questo è il sindacato. Ci sono molti pregiudizi a questo proposito fra gli impiegati del DEP. Pregiudizi che derivano in gran parte dal fatto di non conoscèrlo per niente o, peggio, dalla conoscenza che se ne ricava dai quotidiani cosidetti "indipendenti".
L'esperienza condotta nelle lotte dagli impiegati nelle altre aziende dimostra che il sindacato è il luogo dove le esigenze e i problemi di tutti possono venire espressi e discussi ed il mezzo con cui risolverli.
Per questo crediamo che la cosa più importante per gli impiegati del DEP di iniziare un dialogo tra di loro e coi loro rappresentanti di Commissione Interna e del sindacato per mettere a fuoco i problemi più importanti e decidere assieme i mezzi con cui risolverli. Noi pensiamo che anche al DEP ci siano degli impiegati, soprattutto fra i giovani, disposti a fare questo lavoro comune.
Durante il "caldo maggio" ci sono state prese di posizione da parte di alcuni lavoratori, scandalizzati dal fatto che si erano verificati in quelle giornate episodi (vedi cancello, inferriata) per i quali eravamo accusati di scene di violenza, atti di teppismo e roba del genere.
Dall'altra parte della strada Fiar 1 - è stata raccolta anche una petizione (su invito della Direzione aziendale) affinchè atti del genere non avessero più a ripetersi.
Copia di questa posizione, è stata inviata anche alla C.I. DEP, è stata pubblicata da Teleradar (con molta gioia del direttore) è stata pubblicata da "Nuova Antenna" con le dovute risposte in merito e pertanto non crediamo opportuna sia il caso di ripresentarla ancora una volta in quanto già a conoscenza di tutti.
Su questo argomento abbiamo ricevuto una lettera di un anziano lavoratore, dhe da molti anni in Fiar, ci ha descritto minuziosamente tutte le "violenze" delle quali sono stati oggetto i lavoratori e che nessuno dei fautori della petizione o di altri che in quei giorni si accanivano contro le organizzazioni sindacali per "gli intollerabili" episodi si è mai sognato di respingere.
Non capisce quali atteggiamenti di teppismo, di violenza e qualcosa di altro genere si sia verificato il 14 maggio (faccio riferimento alla "petizione pubblica"! )
Alla Fiar da molto tempo era in corso una dura e aspra lotta con tanto di Tendopoli eretta davanti la fabbrica per il rientro dei cinque attivisti sindacali, compagni di lotta e di lavoro, licenziati e non a caso, ma scelti dalla Direzione.
La Direzione FIAR—CGE nell'arco di tempo 1951 - 69 è intervenuta con mezzi politici e ideologici per frenare la lotta e calpestare la libertà, la dignità dei lavoratori e questi interventi sono sempre stati fatti apparire con versioni diverse.
Ecco un libro bianco degli episodi più salienti di discriminazione e violenza padronale della FIAR —CGE.
ATTIVISTI SINDACALI CONVOCATI IN DIREZIONE, AMMONITI E IMPEDITI DI ANDARE NEI REPARTI DURANTE LO SCIOPERO PERCHE' "SOBILLATORI "
LAVORATRICI E LAVORATORI CONVOCATI DAL COMMISSARIATO DI ZONA DURANTE LE LOTTE.
'MEMBRI DI COMMISSIONE INTERNA E ATTIVISTI SINDACALI DENUNCIATI PER MANIFESTAZIONI.
DECINE DI LAVORATORI DENUNCIATI E INTERROGATI DAI MAGISTRATI PER "VANDALISMI IN FABBRICA" (CHI HA FORNITO GLI INDIRIZZI? )
RICHIAMO DA PARTE DI CAPI NEI CONFRONTI DI LAVORATRICI E LAVORATORI PER CONNIVENZA CON ATTIVISTI SINDACALI.
SOSPENSIONI, LICENZIAMENTI, RIDUZIONI DI ORARIO DI LAVORO TANTO CHE ALLA F.1
QUESTA LINEA POLITICA E' DIVENTATA DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE.
LETTERE DI AMMONIMENTO E DI DIFFIDA.
ATTIVISTI SINDACALI SORVEGLIATI E CURATI NEI REPARTI PERCHE' "SOCIALMENTE PERI-
o
COLOSI".
SPOSTAMENTI DI CARATTERE POLITICO DI ATTIVISTI DA UN REPARTO ALL'ALTRO.
Che dire di queste violazioni di pretta marca fascista che violano norme della Costituzione Italiana conquistata con la lotta del 2. risorgimento? .
Gruppi di operai hanno abbattuto un cancello durante una manifestazione Ma quante famiglie ha abbattuto moralmente e materialmente la Direzione Fiar - CGE?
Responsabile di tutto ciò è la Direzione e solo la Direzione.
Fraterni saluti
Un operaio
La classe operaia italiana ha sconfitto il fascismo, ha ricostruito il Paese dalle rovine della guerra, ha portato l'Italia trai paesi industrialmente più avanzati. I capitalisti, i padroni delle fabbriche, ci hanno condotti ne! baratro di una crisi economica e sociale, le cui deleterie conseguenze sono pagate dai !avora(nri tutti, dal popolo intero.
La classe operaia, ancora una volta, è chiamata alla lotta, la classe operaia, ancora una volta, risponde. Le lotte degli operai, dei lavoratori sono la sveglia per tutte quelle forze sociali che sono oppresse, per tutti coloro che non vogliono essere vittime di una società marcia, ormai sull'orlo della rovina, di una società che non sa soddisfare nemmeno le esigenze dei figli dei suoi padroni.
Ed ecco un fatto nuovo: una mattina sulla prima pagina di tutti i giornali leggiamo che se tre studenti di un liceo milanese e il loro preside sono stati denunciati e verranno processati per un articolo apparso sul giornalino della scuola. Cosa stava succedendo? Qualcosa stava forse cambiando? Certo. Gli studenti, questi privilegiati della società, rifiutano ormai questo sistema senza prospettive nè ideali, gridavano come gli operai di volere un mondo nuovo di volere, migliore, più bello, più giusto.
Qualcuno di noi aveva tetto da qualche parte che gli operai per ottenere le loro rivendicazioni facevano gli scioperi, alcuni dissero che erano arrivati ad occupare, in certi casi, le fabbriche. Si decise di fare nostri i metodi di lotta degli operai.
Un giorno di sciopero, due, tre; poi si occupa il primo liceo, il secondo, il terzo. L'università è paralizzata. Si scende in piazza: prima mille, poi duemila, poi diecimila, poi ventimila, tanti, tanti. Ci picchiano, forte, ci arrestano. Ma si continua. I padroni delle fabbriche che sono anche i padroni delle scuole. oer mezzo dei loro servitori,
il governo, ci concedono tanti contentini, Jna riformetta dopo l'altra, ma si rifiutano di risolvere il problema. Noi capiamo che non si tratta più di riforme-burla, bensì di cambiare la società. Quando si lotta, quando si scende nelle piazze a gridare i propri diritti si imparano tante cose.
Subito abbiamo capito che anche altri lottavano come noi per modificare il sistema, subito abbiamo capito che gli opera' solevano le stesse nostre cose, che Ia loro lotta era la nostra.
Ora la nostra lotta si caratterizza meglio, i nostri obiettivi, da confusi ed incerti, diventano sempre più precisi e chiari, ora abbiamo aperto gli occhi, in piazza le nostre voci scandiscono "scuola di classe". Che significa? Vuol dire che:
solo una r;. freud minoranza dei giovani italiani ha la possibilità di accedervi;
contro quei pochi appartenenti ad un ceto sociale che non ha diritto di "cittadinanza" (i figli degli operai dei contadini ecc.) nelle nostre aule viene attuata una selezione spaventosa che ne decima le fila;
su tutti gli studenti viene esercitata una enorme e vergognosa pressione politica per portarli ad abbracciare la causa di quella classe sociale (i padroni) che ha cosistrutturato la scuola e che così vuole che continui ad essere.
Inutile poi parlare delle pressioni esercitate sui giovani: dai provvedimenti disciplinari alla bocciatura.
E' stato proprio a questo punto che la borghesia ha incominciato a temere le lotte studentesche, e la sua stampa e i suoi cani da guardia hanno incominciato a insultare, denigrare, sfottere.
Più noi diventavamo coscienti più diventavamo teppisti secondo i padroni, più crescevamo di numero e più cercavamo di farci apparire pochi. Pur di non riconoscere l'enorme estensione di que-
sto movimento, che è riuscito a portare in piazza centinaia di migliaia di giovani la borghesia è ricorsa ai soliti idioti giudizi dei pochi soia k atori, gli agitatori di professione, che secondo il suo illuminato parere dovrebbero trascinare, pagati da chissà quale organizzazione malefica, gli studenti a gridare nelle piazze, parche se non cí fossero costoro il movimento studentesco non esisterebbe, non avrebbe nessuna forza, tutti starebbero buoni come era sempre stato. E' proprio a questo punto che la borghesia dimostra la sua incapacità di capire, la sua impossibilità di trasformare un sistema sociale basato sullo sfruttamento e che solo nello sfruttamento può sopravvivere.
Non si è mai resa conto che la rivolta studentesca usciva da una situazione nazionale che la borghesia stessa aveva creato, che solo con il cambiamento radicale di questa società si poteva fermarla e soprattutto la borghesia ci aveva creduti troppo stupidi per affre l'unica cosa che le faceva veramente paura: unirci con la classe operaia.
Ma noi non siamo mai stati stupidi, e abbiamo capito molto in fretta che ii nostro maggiore alleato, che il nostro più grande sostegno lo avremmo trovato proprio lì: nelle fabbriche, nelle roccaforti dei padroni, in quei luoghi dove solo pochi anni fa noi provilegiati dotati di laurea, arrivavamo come mastini del padrone per aiutarlo nello sfruttamento.
Noi abbiamo capito che solo con una unione strettissima, con una continua lotta comune, con un lavoro comune, è possibile andare avanti, sulla giusta strada, sulla strada del rinnovamento democratico di questa nostra società.
Ci è piuttosto facile dimostrare la prima delle nostre tesi mostrando cifre rese note dallo stesso Ministero della Pubblica Istruzione e quindi incontestabili.
Su 950.000 bambini iscritti al primo anno di scuola elementare solo 450.000
raggiungono il terzo anno di scuola media inferiore e concludono cosi la "scuola dell'obbligo". Nelle scuole superiori le statistiche si fanno ancora più chiare; solo il 2,6 per cento dei figli dei lavoratori dipendenti conseguono il diploma, mentre per contro si ha: il 100 per cento dei figli di imprenditori e liberi professionisti, il 25 per cento dei figli di dirigenti. o impiegati e il 2,3 per cento dei figli dei lavoratori in proprio. Questa situazione porta all'assurdo che il per cento degli italiani fornisce il 90 per cento della classe dirigente, mentre il rèstante 90 per cento ne fornisce solamente il 10 per cento.
Per il secondo punto basta pensare come nella nostra scuola non esista alcun tipo di aiuto per coloro che per condizioni economiche sfavorevoli non hanno la possibilità di leggere, di muoversi, di viaggiare, di imparare.
Per non dilungarmi oltre citerò un solo particolare tra i mille, a sostegno del terzo punto: tutti sanno che il "terrore" di Roberspierre ha provocato migliaia di morti fra i borghesi, ben pochi sanno che il terrore bianco iniziato con la condanna a morte di Roberspierre, ne ha provocati più del doppio nelle classi popolari e nelle organizzazioni rivoluzionarie.
E allora lo studente, svegliato dal suo illusorio sogno dall'esempio delle lotte operaie, si pone accanto al proletariato, come forza nuova e ormai matura, per la radicale trasformazione della società, per la formazione di un uomo nuovo, un uomo vero, l'uomo del domani.
Nei giorni di lotta a sostegno dei cinque compagni, ingiustamente licenziati solo perchè attivisti sindacali, e come tali soggetti alle più medioevali discriminazioni classiste, abbiamo visto qual'è la logica implacabile di sempre, di tutti i parassiti della società borghese, i quali non vogliono siano intaccati i loro inumani guadagni. In quei giorni di avvicendamenti, di ansie per le lungaggini che la Direzione imponeva alle trattative con i sindacati e la Commissione Interna abbiamo notate le manovre che avevano lo scopo di fiaccare la nostra lotta creando fra di noi certi malintesi, attraverso i soliti galoppini. Costoro diffondevano voci sul carattere violento e politico della lotta stessa.
Noi non siamo per la violenza, piuttosto siamo oggettivi nel riconoscere questa massima "Chi semina vento raccoglie tempesta".
Si dice anche, che si fa politica; anche questo è vero il contrario.
E' infatti noto a tutti che alla F.2 non possono accedere, non diciamo i comunisti, ma nemmeno coloro che manifestano apertamente le loro idee sindacali, mentre è arcinoto che questa fabbrica è comodo rifugio per qualcuno che il 25 aprile ha dovuto far le valigie e riparare oltre frontiera in attesa che le cose si mettessero a posto. Per gli amanti del nero la F.2 è il loro paradiso terrestre.
Questa è la politica che hanno sempre fatto e fanno tutt'ora i nostri padroni.(che dire poi di certi lavoratori che ai giorni nostri hanno paura a farsi vedere a leggere un certo tipo di giornale e frequentare le riunioni(sindacali? )
E questo nonostante ci sia stata una guerra di liberazione, la qual le ci ha dato una Costituzione
Repubblicana dove tutti i cittadini sono uguali di fronte allo Stato ed alle sue leggi.
La verità è questa cari lavoratori, coloro che hanno combattuto contro il fascismo e sono tutt'ora coscientemente antifascisti, non possono accedere a certi posti di lavoro dove invece ha pieno accesso il fascista.
Questa è la realtà esistente nelle fabbriche.
Noi lotteremo sempre di più finchè non avremo cambiato queste strutture feudali che già hanno fatto il loro tempo affinché tutti i lavoratori abbiano a beneficiare del benessere che essi stessi creano. Avanti compagni, sempre e ovunque.
Il Comitato Unitario di lotta della Tendopoli Fiar desidera ringraziare tutti coloro che hanno contribuito materialmente e moralmente a sostenere la lotta contro la rappresaglia nei confronti dei nostri cinque compagni di lavoro licenziati e per risolvere la lunga vertenza dei tre reparti che era stata l'origine del drastico provvedimento attuato dalla Direzione aziendale.
Partiti, organizzazioni studentesche, operai e impiegati, Associazioni cattoliche, Associazioni Culturali, sindacati, Comuni, Commissioni Interne, Circoli Ricreativi e tante altre associazioni varie, hanno dato nel mese di maggio un grandissimo contributo per la causa dei lavoratori. A loro vada tutta la nostra riconoscenza e di tutti i lavoratori che hanno vissuto e partecipato alla lotta.
Provenienti dalle file sindacali, sensibile alle legittime richieste dei lavoratori il Ministro del Lavoro, aveva profuso tutta la sua esperienza nel decastero da lui diretto.
La riforma delle pensioni e l'abolizione delle zone salariali, restano a testimoniare il contributo da lui dato nella sua breve permanenza di Ministro del Lavoro.
Il suo progetto di legge, che dava lo avvio, alla tutela del lavoratore in fabbrica meglio conosciuto come Statuto dei Diritti dei Lavoratori, era un obiettivo immediato che il ministro si era impegnato a far diventare operante. L'immatura scomparsa non gli ha concesso di veder operante ne lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori, ne l'unità sindacale, ma questi obiettivi per i quali ha combattuto saranno raggiunti anche se altro tempo ed altri sacrifici da parte di noi tutti saranno ancora necessari.
Giacomo BrodoliniSembrerà incredibile ma in FIAR i soldi mancano solo per pagare i lavoratori, mentre per la gioia ed il sollazzo degli stessi si stampa (tende permettendo) ogni settimana Teleradar.
Peccato che malgrado il sottotitolo "Informazioni e notizie per il personale " di notizie interessanti per i lavoratori non ce ne siano. Forse siamo noi che non apprezziamo la tempestività e la premura con cui, per esempio, in un recente numero, Teleradar ci informava che componendo un certo numero si poteva prenotare una comunicazione Intercontinentale.
Soprattutto ci riesce difficile comprendere la teutonica pedanteria con cui si precisava che questo indispensabile anzi essenziale servizio sociale, era esteso perfino ai distretti di Lanzo e Susa.
Considerazione d'obbligo; quanti sono i dipendenti Fiar che intrattengono conversazioni intercontinentali con gli amici del Chicago Club? ! ! !
Interessantissimi poi i consigli per chi si reca in vacanza all'estero o a compiere escursioni in tetescafo, recentemente inaugurato, sulla Costa Azzurra. (quest'ultimo passatempo è particolarmente consigliabile per i manovali specializzati).
Teleradar, qualche mese fa aveva anche scritto alcune nozioni per i principianti che si recavano al campeggio, ma visto che era stato preso in seria considerazione tanto da veder sorgere un piccolo accampamento davanti la fabbrica non è più ritornato sull'argomento. Peccato che il "personale" (la Direzione non usa mai il termine lavoratori ma solo, personale, dipendenti, collaboratori ecc.) sia stato punito per questo campeggio fuori stagione e "invitato" a farsi solo due settimane di ferie (scusate, vacanze)
Agli estensori di quel foglio non è proprio mai venuto il sospetto che i lavoratori della FIAR si sentano ogni tanto presi per il fondo dei pantaloni?
Durante lo sciopero del 30/5, un signore si agitava scandalizzato dal fatto che era stata abbattuta la palizzata ed infranti dei vetri della palazzina.
Alle nostre argomentazioni che non era poi il caso di prendersela tanto per questo o di farsi sentire di più in difesa delle poche li-
bertà dei lavoratori ci rispose che lui nel lontano 1945 aveva liberato Milano dai nazifascisti. Sosteneva anche, che si, la libertà è bella ma i lavoratori non devono fare quello che vogliono.
I lavoratori no, ma i padroni si! Bella liberazione che hai fatto, è proprio il caso di dire che si stava meglio quando si stava peggio, come certamente andrai in giro a raccontare.
La Commissione Interna ci prega di far sapere all'Ing. Gazzano di non mandare più i lavoratori della stessa quando chiedono, per dirlo alla buona, la grana.
Il locale di cui essa dispone è molto piccolo per cui non contenendo tutti, avanti di questo passo, si vedrà costretta a far rimettere le tende.
Consigli su cosa acquistare per chi si reca in vacanza in Grecia "borse lavorate, coperte, gomme, camicie nere, cuoio argenuì ecc. (il nero della camicia lo abbiamo aggiunto noi).
Il nostro consiglio è questo: acquistate esclusivamente camicie nere e se volete gli individui adatti per provarle rivolgetevi pure anoi. Al n. 93 di via G.B. Grassi abbiamo i campioni su cui provarle, e se volete potete fare un vantaggioso cambio; 10 camice nere per ogni campione che lasciate in regalo ai colonnelli. Vantaggioso, no
CAMICIA ROSSA
Oh! poveretto, e pensare che faceva lo STRAORDINARIO per vivere meglio.
Signor capo "gentile" Rapanelli, come impiegato da quettro soldi lavoravi alla F.1 ed attendevi con impazienza il colpo di fortuna. Costruirono la F.2 e tu fosti trasferito in un laboratorio. Dopo alcuni mesi inaspettatamente ti offrirono un posto come capo reparto RCM. Era arrivata la tua fortuna, il colpo grosso, che noi per sincerità chiameremo la spinta di qualche papavero dal basso verso l'alto.
Si era in novembre 1961. Ti ambientasti subito trovando un terreno fertile, tutto da coltivare, con i tuoi modi gentili nel parlare nel promettere, nel dimostrare un carattere forte e deciso verso i tuoi superiori a favore degli operai.
Caddero tutti ai tuoi piedi; ti incoronarono reuccio difensore dei deboli. Col passare del tempo però qualcuno comincio a dubitare di ciò che dicevi. Capirono che i tuoi discorsi erano ambigui e giorno per giorno vedevi frantumare sotto i tuoi occhi ciò che tu avevi creato.
Trovasti in Giannimerdi un ottimo collaboratore e consigliere. E cosi tra una forma di formaggio, un coniglio e qualche gallina, arrivasti alla primavera del 1969. Una malattia diplomatica ti co.)strinse a casa per tutta la durata degli scioperi, lasciando il compito alla tua "spalla" di ricattare, intimorire, promettere il licenziamento a chi per la prima volta alzava la testa e diceva no. No alle angherie, alle ingiustizie, allo sfruttamento.
Tu a casa intanto ricevevi le tue fidate donne e ti intrattenevi con loro discutendo di come andavano le cose in fabbrica. Ti trasfor-
masti in sindacalista organizzando tavole rotonde, quadrate, convegni, congressi. Insomma, la .gente che passava da quelle parti credeva proprio che avessero aperto una succursale della Confindustria. Convincesti (non sappiamo con quali argomenti) alcune donne a lavorare di modo che al tuo rientro non ti trovassi solo come un cane. (scusate, due cani dimenticavamo il braccio destro)
La lotta dei tre reparti fini ael modo che tutti sappiamo, con gran dispiacere tuo, della tua "spalla" di monsignor Ferrari, dell'orso bruno, e forse anche dell'assistente sociale che da quel momento non aveva più nessun altro da assistere.
Il giorno dopo si cominciò ad accusare la Commissione Interna, i sindacati, gli operai per quanto era successo: avevamo rovinato la fabbrica! !
Anche la Direzione aziendale (che forza) non fu risparmiata. Troppe "concessione" erano state fatte agli operai e soprattutto nel modo sbagliato. Lo confessiamo, in quei primi giorni del dopo "bel tempo" ci facemmo delle belle risate e coniamo anche un proverbio: tirate la coda all'asino e questi si metterà a ragliare. Sbagliammo.
Ragliarono in molti e qualcuno raglia ancora.
Come campione della F.2 ti diamo alcuni suggerimenti, con la speranza che tu sia in tempo a ravvederti.
Non é stando dalla parte del padrone che potrai fari amare dai tuoi operai. Devi fare uno sforzo e cercare di capirli, aiutarli, a capirti che te puoi permetterti mezz'ora per mangiarti il panino e loro
nemmeno un minuto, di lasciar in pace chi non vuol lavorare al sabato, di non promettere inutil: mente quando non puoi mantenere. Vedrai che anche loro cominceranno a portarti rispetto (giovanh portate rispetto al capo, non portate i conigli).
Ci vorrai scusare se in questa chiaccherata ti abbiamo dato del tu, sai tra di noi sindacalisti e su con il morale che la vita continua. Arrivederci a settembre.
P.S. — Questo articolo non l'ha scritto chi pensi tu, pertanto sei pregato di lasciarlo in pace, e non farti vedere nervoso ín reparto se no dovremmo dedurre che abbiamo fatto centro.
F.11i CAINOIl 10 dicembre 1948 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la dichiarazione dei diritti dell'uomo. Le parole che furono scelte per scrivere questo atto di fdde non vengono da pensatori idealisti che ingenuamente abbiano creduto che bastasse dire la verità perchè il mondo si purificasse e diventasse onesto.
La dichiarazione esce dalla penna d'uomini che hanno sofferto le pene della guer• ra, della prigione, dei campi di sterminio; l'orrore dell'annientamento totale del loro "io", del disconoscimento e del disprezzo di tutti i loro diritti; di uémini che sono stati offesi nella loro coscienza non solo per il male sofferto, ma per le ingiustizie e le disumanità subite. In funzione di ciò che è stato dichiarato in questa assemblea e in base alla elevata dose di sincerità e onestà trasmessa Vi riporto alcuni articoli della "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo".
ART. 23
OGNI INDIVIDUO HA IL DIRITTO AL LAVORO, ALLA LIBERA SCELTA DELL'IMPIEGO, A GIUSTE E SODDISFACENTI CONDIZIONI DI LAVORO ED ALLA PROTEZIONE CONTRO LA DISOCCUPAZIONE.
OG NI INDIVIDUO CHE LAVORA HA DIRITTO AD UNA RE MUNERAZIONE DEGNA E SODDISFACENTE CHE ASSICURI A LUI STESSO E ALLA SUA FAMIGLIA UNA ESISTENZA CONFORME AL-
LA DIGNITA' UMANA ED INTEGRATA, SE NECESSARIO, DA ALTRI MEZZI DI P ROTEZIONE SOCIALI.
ART. 25
OGNI INDIVIDUO HA DIRITTO AD UN TENORE DI VITA SUFFICENTE A GARANTIRE LA SALUTE ED IL BENESSERE PROPRIO E DELLA SUA FA MIGLIA, CON PARTICOLARE RIGUAR DO ALL'ALIMENTAZIONE, AL VESTIARIO, AL L'ABITAZIONE E ALLE CURE MEDICHE E AI SERVIZI SOCIALI, ECC.... Di tutte queste enunciazioni quante ne sono state realizzate? Noi chiamiamo in causa tutta la classe dirigente che dalla fine della guerra dirige il nostro sviluppo civile e sociale e la accusiamo di inadempienza rispetto agli impegni solennemente assunti.
M3. è possibile che dolorosi episodi come quello accaduto recentemente a Milano di una madre che preferisce darsi a la morte con le proprie creature piuttosto di lottare per una esistenza impossibile. Questo è un caso limite, siamo d'accordo, ma non ricerchiamo il facile pietismo ma se una società non ha ancora risolto il problema della sopravvivenza fisica per tutti i suoi membri, allora è proprio tutta da cambiare, altro che i diritti dell'uomo.
Di questa situazione non possono certo essere accusati i lavoratori che a cui l'unica libertà che resta è quella di ubbidire e faticare per tutti, a mano che dopo il miracolo ed il miracolino, i capitali all'estero, ecc. si ha ancora
lo spudorato coraggio di dichiarare che l'operaio lavora poco e dovrebbe lavorare di più per produrre beni per tutti (.... e per altri capitali all'estero!! ) Da noi siamo ancora fermi alla logica dei sacrifici ai lavoratori e gli utili, tutti gli utili, ai padroni.i
ky, q
I lavoratori anziani (quelli che presto andranno in pensione) ringraziano la Direzione per le franche parole con cui Teleradar illustrava senza reticenza quello che sarà la loro sorte dopo aver speso 30 o 40 anni in azienda.
"spesso viene a mancare la sicurezza economica e con questo un alloggio accogliente anche se modesto, un alimentazione adeguata" In questa felice società dei sonsumi dopo una vita di lavoro dunque il lavoratore deve lottare, ormai stanco nel fisico e nel morale, per i più elementari bisogni; l'alimentazione e la casa!
Ecco cosa offre la società attuale ai lavoratori in contropartita della loro sottomissione alla guida e alle decisioni della civiltà neocapitalistica; una condizione peggiore di quella precapitalistica. Grazie di cuore Teleradar per aver pubblicato questo e auguri per un lungo e proficuo lavoro.
P.S. — Per fortuna ora c'è la gerontologia che studia questi problemi e questa cerchia cercherà di fare in modo che nessuno arrivi all'età pensionabile, cosi il problema è chiuso.
P RE -CONTRATTO
Abbiamo notato che la Direzione FLAR ha fatto rinforzare tutti i cancelli e la palizzata, in vista del rinnovo del contratto di lavoro. Sta forse a significare che è questo lo spirito cai cui si affronteranno le rivendicazioni dei lavoratori?