Vecchio e nuovo Gratosoglio1

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BilliTOSOGLIO

MALGRADO LE PROMESSE DEL CENTRO SINISTRA

UN QUARTIERE NON ANCORA ATTREZZATO

TRASPORTI INSUFFICIENTI

MANCANZA DI ASILI NIDO, CAMPI GIOCO, FARMACIA E AMBULATORIO INAM

Gratosoglio è il risultato di una errata politica di insediamenti e di investimenti fatti nel settore della edilizia economica e popodella nostra città, politica che ha portato le sue contraddizioni all'estremo limite della sopportazione gli inquilini che in questo n astro quartiere abitano.

Il Gratosoglio, come pure altri quartieri sorti come esperienza nuova nel campo della prefabbricazione, doveva essere il fatto nuovo per una politica di contenimento dei costi, e, quindi secondo loro che tale politica di investimento sostenevano, avrebbe dovuto servire come elemento calmieratore degli affitti.

Tralasciamo qui, di affrontare un discorso organico sulla errata impostazione sinora seguita dall'Ente Pubblico, infatti il nostro Partito già in altra sede a to. i.:mente denunciato lc responsabilità di coloro che hanno sostenuto tale politica che ha portato il prefabbricato a costi notevolmente superiori alla stessa edilizia tradizionale.

L'offensiva dei patrioti vietnamiti costringe gli aggressori USA in un disperato isolamento senza prospettive

UN IMPEGNO PRECISO PER IL NUOVO SINDACO

Ma ciò che a noi inquilini del Gratosoglio preme sottolineare e porre In evidenza, a coloro che hanno responsabilità politiche ed amministrative della nostra città è, l'irresponsabile atteggiamento provocatorio tenuto nel nostri confronti, quando nei fatti veniamo considerati cittadini di seconda serie solo per il fatto di essere relegati all'estremo limite

DECENTRAMENTO DEMOCRATICO

Intervista con il Consigliere CARLO CUOMO

D) COME SI PONE OGGI A MILANO LA QUESTIONE DEL DECENTRAMENTO POLITICOAMMINISTRATIVO DEL COMUNE CON LA COSTITUZIONE DI CONSIGLI DI QUARTIERE?

R) Il fatto più rilevante è il costituirsi in molti rioni di Comitati di quariere « spontanei » i quali, da una parte, non hanno aspettato che il regolamento fosse loro « regalato » dall'Amministrazione comunale ma se lo son fatti da sè e si sono messi al lavoro; e, dall'altra, spingono attivamente perchè il Consiglio comunale decida finalmente di attuare il decentramento in tutta la città e di attuarlo in un certo modo.

Si è cioè creato — intorno alla vigorosa spinta data in primo luogo dai comunisti ma anche da altre forze popolari, socialiste o cattoliche (per es. le ACLI) —

un preciso schieramento unitario che vede cattolici, socialisti, comunisti: l) lavorare insieme oggi intorno ai bisogni reali dei quartieri e della città, 2) esigere, per domani, che il decentramento sia fatto presto e con contenuti precisi e qualificanti.

D) QUALI SONO QUESTI CONTENUTI?

R) Sarebbe troppo lungo elencarli ma si possono riassumere così: I Consigli di quartiere devono essere realmente autonomi dall'Amministrazione comunale e strettamente collegati con la popolazione e, quindi, con tutti gli organismi, associazioni, ecc. del rione. Non strumenti clientelari della Giunta, quindi, ma autentica espressione della volontà della popolazione, stimolatori e organizzatori di tale volontà.

Essi dovranno altresì discutere

preventivamente (prima cioè di qualsiasi decisione del Consiglio comunale) sia i problemi del loro rione che le grandi scelte relative alla città e al comprensorio.

D) QUESTA QUESTIONE DELLA DISCUSSIONE DEI PROBLEMI GENERALI E' SPESSO continua in 2. pag.

della città.

Tutti gli inquilini ricordano la serie di promesse fatteci, sia nelle abitudinarie visite degli aggessori, che, nelle varie assemblee che si sono tenute nel quartiere, addirittura in alcuni casi con la presenza di sottosegretari, infatti stante le promesse fatteci tutti i problemi avrebbero dovuto trovare la loro soluzione nel breve volgere di tempo, e quindi diventare un quartiere autosufficiente, la risposta sta nei fatti, fatti che tutti noi ben conosciamo giorno per giorno. Dal problemi del trasporto agli asili nido, alle carenze dei servizi quali la farmacia comunale, i campi da gioco per i bambini, l'ambulatorio dell'INAM, la sfaltatura del marciapiedi del quartiere, l'insufficienza di negozi particolarmente a Gratosoglio Sud ecc. ecc.

Il risultato di questa politica arriva poi al risultato ultimo in ordine di tempo, che si aggiunge alle già precarie possibilità in cui la maggioranza degli inquilini versano in conseguenze di affitti che di popolare gli è rimasto solo il nome, l'applicazione del costo dell'ascensore, cosa della quale gli inquilini non ne discutono il fatto che tale servizio deve essere a carico degli stessi, ma il fatto contestativo deriva in quanto questo va ad aggiungersi a tutta l'altra serie di spese fisse continua in 2. pag

L'Associazione Inquilini ha predisposto un modello di lettera raccomandata da inviare all'I.A.C.P. da parte di ciascun inquilino che dovrà contrassegnare quali difetti riscontra nella propria abitazione, dichiarando poi che si riserva di versare il solo importo relativo al canone di affitto escludendo le spese accessorie sino a quando tali manchevolezze saranno definitivamente eliminate.

Sollecitiamo coloro che già non l'avessero fatto a ritirare questo modulo presso l'Ass. Inquilini — Via C. Baroni, 9 — nelle serate di riunione dell'Associazione o il sabato pomeriggio.

VECCHIO E NUOVO
PERIODICO DEMOCRATICO NUMERO UNICO FEBBRAIO 1968

LETTERE IN REDAZIONE

Una mamma ci scrive

QUARTIERI NUOVI E VECCHI CRITERI

Sono la mamma di due bambini e abito nel nuovo quartiere Gratosoglio dallo scorso anno. Quando, dopo anni di attesa, mi fu assegnato dall'IA.C.P. un'appartamento in via Baroni accettai, d'accordo con mio marito.

Speravo, se non altro, che spostandomi in periferia avrei potuto vedere i miei bambini giocare sicuri all'aria aperta e lontani dai pericoli. Purtroppo devo dire di essere stata completamente delusa.

Infatti, oltre all'affitto per niente popolare, al riscaldamento insufficiente, alle maggiori spese di trasporto causate dalla lontananza dalla città, la cosa che più mi angustia è il fatto di sapere che i miei bambini (quando non riesco a tenerli in casa) sono alla mercè di tutti i pericoli.

Ma allora, dove sono i campi da gioco per bambini e le aree verdi che gli stessi amministratori comunali dicono che necessitano per la crescita sana dei nostri ragazzi? Costruiscono quar-

tieri nuovi con vecchi criteri considerandoci forse cittadini di seconda categoria? Vi sarei grata se potessi avere da parte vostra una risposta a questo problema che mi sta particolarmente a cuore.

L. F.

Evidentemente, cara Signora, gli Amministratori comunali di centro-destra prima e di centrosinistra ora ritengono che i quartieri per lavoratori debbano essere costruiti come grandi dormitori dove la gente che vi abita dopo essere stata spremuta a dovere nelle fabbriche e negli uffici possa ritirarsi a dormire per essere pronta a una nuova giornata di lavoro il giorno successivo. Perciò i signori che governano la città ritengono che i campi da gioco per bambini, le farmacie, gli uffici postali, i marciapiedi, l'ambulatorio, i centri sportivi ecc. siano cose delle quali si possa farne anche a meno o comunque che debbano essere realizzate con comodo (ma di solito mai).

Tuttavia riteniamo che la strada per la soluzione di questi gravosi problemi sia ancora aperta. A nostro avviso è necessario oggi più che mai, sostenere la lotta che i partiti autenticamente di sinistra stanno conducendo per rompere la fallita coalizione di centro-sinistra e per creare una nuova maggioranza di sinistra.

comunisti milanesi nelle liste degli autori del complotto L'on. Moro e la D.C. hanno respinto alla Camera l'inchiesta parlamentare con argomentazioni che hanno eluso le richieste dell'opposizione, senza dissipare i dubbi esistenti nella stes. sa maggioranza governativa. Intanto «L'Espresso» ha pubblicato i nomi dei dirigenti comunisti schedati dal SIFAR: Rodolfo Bollini, Bonaccini, Carrà, Casadio, Cossutta, Cremascoli, Alberganti, Garzonio, Leonardi, Milani, Montagnani, Olmini, Pirola, Quercioli, Rossi, Sacchi, Scotti. Ancora una volta quando si vuol attentare alla democrazia si cerca di colpire per primi i comunisti. Ecco perché senza la lotta dei comunisti non è possibile difendere e garantire le libertà democratiche.

DECENTRAMENTO DEMOCRATICO

Il periodico locale dell'Associazione Inquilini il « Gratosoglio » ha pubblicato nel numero di gennaio due articoli firmati entrambi « Ergas » sui quali pensiamo sia utile richiamare la vostra attenzione.

Cosa si dice infatti nei due articoli. Nel primo, il Signor Ergas fa un lungo elenco dei problemi vecchi che gli abitanti del Gratosoglio debbono affrontare a causa della ormai notoria trascuratezza degli Amministratori comunali del centro-sinistra e, continua Ergas, ai vecchi problemi si sono aggiunte nuove grane per gli inquilini dopo che hanno ricevuto i bollettini con la quota dei canoni d'affitto maggiorata delle spese per gli ascensori.

Fin qui nulla di straordinario. La cosa più singolare è che lo stesso « Ergas » e sul medesimo giornalino, sigla nella pagina seguente, un articolo dove rasentando il ridicolo si scusa per non aver potuto dare più tempestivamente la notizia della elezione di Aldo Aniasi a Sindaco di Milano; riparando al « ritardo » intessendo uno strano discorso (alquanto sospetto) sui meriti e sull'interessamento che il neo Sindaco di Milano avrebbe dimostrato in passato per i problemi del Gratosoglio, aggiudicandogli infine il merito di avere contribuito al « sensibili miglioramento delle condizioni del nostro quartiere ».

A parte la stridente contrad-

dizione tra i due articoli in questione, vogliamo ricordare ai nosiri lettori, e alla redazione de il « Gratosoglio », che se il nostro quartiere, al pari di tanti altri, si trova in condizioni così disagiate e così assurdamente inconcepibili la colpa è anche di Aldo Aniasi il quale durante lunghi anni di Assessorato ai Lavori Pubblici ha sempre avallato la politica della maggioranza cittadina del centro-sinistra, politica che ha portato alla costruzione di enormi quartieri dormitorio sprovvisti delle più elementari strutture civili e completamente distaccati dalla vita che si svolge in città.

Vogliamo inoltre ricordare agli amici dell'Associazione Inquilini che dubitiamo fortemente si pos-

sa difendere gli interessi degli Inquilini del Gratosoglio continuando ad elogiare i « notabili » del centro-sinistra milanese, per altro responsabili principali di questo stato di cose. Pensiamo invece che la strada da seguire sia quella opposta. Ovvero la strada della denuncia delle responsabilità e dell'organizzazione dell'inquilinato per la conquista di tutti quei servizi che mancano al quartiere. Perchè non è vero che da « Voi la politica è tabù » non illudetevi non Vi crederà nessuno fintanto non avrete cessato di elogiare i massimi responsabili dei « vecchi problemi e delle grane nuove ».

I PROBLEMI-VECCHI E LE GRANE NUOVE UN

segue dalla la pag, che ogni famiglia deve sopportare abitando al Gratosoglio.

Noi comunisti pensiamo sia giunto il momento perchè si deb. ba cambiare strada, gli inquilini pagheranno i nuovi addebiti quando si sarà provveduto a dotare il quartiere di tutto quanto è indispensabile per un vivere civile e sopratutto quando si riesamineranno gli stessi affitti che oggi sono applicati, in quan-

to per le famiglie dei lavoratori tali affitti non sono più sopportabili.

Pertanto pensiamo che bene hanno fatto gli inquilini in assemblea con la loro Associazione a decidere di corrispondere all'Ente la quota affitto che essi pagavano alla data del dicembre 1967. Questa è una forma di lotta che darà il suo risultato.

segue dalla la pag MALE INTESA. LA VORRESTI PRECISARE?

R) Certo. La questione si pone in questi termini.

Se, per esempio, il Consiglio di quartiere di Gratosoglio pone il problema del 15, del 209 e del 210 oppure se quello del Gallaratese propone un determinato tracciato per il prolungamento della linea 1 della MM, essi non devono rinchiudersi solo nell'ambito del loro problema ma porre, in pari tempo, le questioni più generali dei collegamenti centroperiferia, ecc. cioè la questione generale della ristrutturazione dei trasporti milanesi.

Oppure (altro esempio), quando Gratosoglio chiede farmacie, asili-nido, servizi sociali in genere questo non deve significare solo rivendicazione di alcuni stanziamenti per il rione ma anche (in collegamento s'intende con gli altri quartieri periferici) richiesta di radicale modifica di bilanci e piani poliennali perchè gli investimenti per la periferia siano messi al centro di tutta l'attività amministrativa.

D) CONCRETAMENTE, OGGI, COSA DEVONO FARE SUL PROBLEMA DEL DECENTRAMENTO I COMUNISTI DI GRATOSOGLIO?

R) Rafforzare, organizzare i contatti con le altre forze politiche popolari del rione, sia socialiste che cattoliche, e tentare di formare insieme un Comitato di quartiere provvisorio, sorretto dalla stessa generale volontà unitaria che esiste già al Gallaratese, al Corvetto, a Quarto Oggiaro, per sollevare sin da ora, insieme, i bisogni reali dei lavoratori di Gratosoglio e premere affinché la Giunta e il nuovo Sindaco attuino presto e bene il decentramento su tutta la superficie della città.

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Il "Gratosoglio „ e i notabili del centro-sinistra
QUARTIERE NON ATTREZZATO

ELIMINARE I DISAGI PROVOCATI DAL " LAMBRO „

Già molte volte ci siamo soffermati su questo argomento, ma purtroppo la nostra voce è volata come il vento, e come il vento si è dispersa per le vecchie e nuove case di Gratosoglio.

Ma il Lambro è ancora lì, sporco, nero, puzzolente e le sue acque infestano ancora il nostro quartiere, portando zanzare d'estate e nebbie fitte d'inverno.

Le sue acque che una volta erano limpide e belle, dove la gente soleva fare il bagno ora rappresentano la verità di questa Milano, dove molte cose sono deteriorate. Purtroppo chi paga siamo sempre noi lavoratori, chi in un modo chi nell'altro, sopportando anche l'inquinamento del Lambro. Noi non sappiamo cosa il Comune abbia intenzione di fare per il Lambro, ma una cosa è certa: bisogna intervenire. La nostra protesta nasce da un senso di giustizia e da uno spirito di osservazione. Il Lambro come voi già sapete faceva parte di quella cerchia di canali che attraversavano la vecchia Milano; allora il suo letto attraversava il vecchio Gratosoglio in un sol punto (vicino al tabaccaio), formando delle zone di acqua stagnante e puzzolente, che rendevano la vita dei cittadini pesante. Dopo infinite proteste e lotte il Comune decise di coprire le zone di acqua stagnante e di cambiare il corso del letto del fiume. Venne così scavata questa nuova residenza e le acque sempre più scure e putride, anche per lo scarico di importanti complessi industriali (Cartiera Binda), continuano a passare praticamente a ridosso al vecchio Gratosoglio, ma le zone verdi che prima colmavano i vuoti, donandoci ossigeno in quantità, erano superiori ai gas e-

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messi dal Lambro. Poi abbiamo visto sorgere vicino a noi come dal nulla, una quantità enorme di case. Era nato il Quartiere Chiesa Rossa, e il Lambro passava vicino a questo quartiere. Il Comune allora si preoccupò di salvaguardare l'igiene e la salute dei cittadini di Via Chiesa Rossa lo copri, ma noi poveri abitanti di Gratosoglio eravamo in pochi a protestare.

Si pensò che quando si sarebbe costruito il quartiere Gratosoglio il fiume sarebbe stato coperto anche da noi,

ma ormai ci è rimasta solo la speranza. Il Lambro purtroppo è ancora lì, scorre veloce, gonfio e quando l'autobus 209 passa costeggiandolo noi sentiamo tutta quell'aria impura che riempie i polmoni della povera gente. L'aria che il Comune ci ha voluto regalare e regala ai nostri bambini, che sono costretti a vivere in un quartiere che non ha nulla di autosufficiente, con un verde limitato a dei fazzoletti di terra mal coltivati, e con le « acque pulite del nostro caro Lambro ». U. A.

LA " 209 „ NON VA SOPPRESSA !

Si stanno raccogliendo le firme per una petizione da consegnare al Sindaco di Milano, sulla situazione disagiata in cui si verrebbero a trovare i cittadini di Gratosoglio vecchio e quelli di Via Chiesa Rossa dei n. 161-163-165-169, qualora venisse a mancare come ventilato, la linea 209.

Si vuole così dimostrare che non si può togliere a questi cittadini l'unica linea di collegamento con il centro cittadino e con i luoghi di lavoro. Non si può pretendere che questi cittadini si rechino sino alle fermate della futura linea tranviaria n. 15 che clqvrebbe, collegare il quartiere Gratosoglio al Centro di Milano.

Sono lontani quasi due Km. e d'inverno le strade già malsicure e tutte rotte diventano un pericolo, in modo particolare per gli anziani. Insomma, il Comune di Milano deve capire che i cittadini di Gratosoglio vecchio, si sono conquistati attraverso lotte di vari anni, questa linea di autobus, e ora non la si deve sopprimere.

Infatti dovremmo arrivare sino alla Cartiera di Verona per prendere il tram.

D'accordo, l'ATM propone che don il biglietto orario si possono prendere diversi mezzi e con la linea 210 si può arrivare sino al progettato capolinea in fondo al quartiere nuovo e prendere il 15.

Ma questo andrebbe bene per gli abitanti di Gratosoglio vecchio, ma non per quelli di Via Chiesa Rossa.

Sul nuovo programma dei trasporti presentato dall'ATM in questi giorni, non è previsto nessun mezzo, nessuna linea è indicata per questo tragitto. Noi ci chiediamo se si può dimenticare un migliaio di cittadini.

Noi vogliamo, che la 209 rimanga, anzi venga allungata nel quartiere nuovo e che continui a servire questi cittadini che non possono essere così trascurati.

Ecco di seguito il testo della petizione che ha gid raccolto più di 1500 firme:

Al SIGNOR SINDACO DI MILANO e p. c.

All'ASSESSORE DEI TRASPORTI DEL COMUNE DI MILANO

I sottoscritti cittadini abitanti nel Quartiere Gratosoglio vecchio, Via Chiesa Rossa nn. 161 -163 - 165 -167 -169, Via Pienza, e Tre Ronchetti fanno presente il grave disagio a cui verrebbero sottoposti qualora venisse limitata a Via Boifava la linea automobilistica 209, nonchè la ventilata soppressione della linea 210. In quanto verrebbero a trovarsi molto lontani dal punto di transito della linea tranviaria n. 15, chiedono pertanto, che la linea automobilistica 209 venga prolungata attraversando il nuovo quartiere di Gratosoglio fino all'attuale capolinea della 210, in via Manduria angolo Via Pescara.

Sono due anni ormai che è sorto il quartiere di Gratosoglio e nonostante i vari impegni assunti dalle competenti autorità, non si è aperta una farmacia nel quartiere.

A rendere evidente la gravità della situazione, può bastare ricordare che la legge prevede una farmacia ogni 5 mila abitanti: Gratosoglio, con i suoi 19 mila abitanti, avrebbero diritto a quattro farmacie.

Dicevamo che le promesse non sono mancate, e spesso anche gli impegni.

Cominciamo dal Comune di Milano, che a suo tempo aveva assicurato di aprire una sua sede nel quartiere.

Alle proteste dei cittadini si rispondeva, da parte degli uffici competenti, con le difficoltà che il Comune trovava nell'assumere i farmacisti.

La giustificazione per la verità poteva essere accettata solo sino ad un certo punto perchè se il Comune non trovava, e pare non trovi ancora, i farmacisti la colpa è delle retribuzioni basse che si riconoscono a questo personale.

Ad ogni modo di fronte alla dichiarata impossibilità di intervenire da parte del Comune, ci fu l'impegno del Medico Provinciale di assegnare, per pubblico concorso, due sedi farmaceutiche nel quartiere a farmacisti privati.

Il concorso fu bandito, se non andiamo errati, nei primi mesi del 1967, i termini per la presentazione delle domande si sono chiusi nel mese di settembre dello scorso anno, ma di farmacie a Gratosoglio neanche l'ombra.

Pare, che il concorso avrà tempi molto lunghi.

Intanto, però, i cittadini di Gratosoglio si sono dovuti fare un altro inverno, peraltro, particolarmente rigido senza avere in luogo una qualsiasi assistenza farmaceutica e le prospettive per averla entro breve termine non sono certo rosee.

Infatti di fronte ai tempi lunghi per l'assegnazione delle sedi private, l'Assessore all'Igiene si è deciso ad avanzare la candidatura del Comune per una farmacia da aprire nella zona nord del quartiere.

Ci risulta che l'Amministrazione ha adottato una specifica deliberazione, che però ancora non avrebbe ottenuto le approvazioni previste dalla legge.

Queste ultime sono di competenza della Prefettura e del Medico Provinciale.

Stando così le cose è necessario che si dia una spedita trattazione a questa pratica e che le Autorità Provinciali si rendano conto che Gratosoglio non può più aspettare altro tempo per avere la più elementare assistenza farmaceutica.

URGENTE L'INTERVENTO DEL COMUNE
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IL "TEMPO LIBERO„ DEI GIOVANI

NEI NUOVI QUARTIERI MILANESI

Ci dovrebbe essere un periodo di tempo, in cui si è liberi di organi77arsi come meglio si crede.

Ma è realmente così?

No, innanzitutto perchè I giovani sono completamente condizionati da « tempi liberi » già organizzati da gente che ha solamente scopi commerciali.

Il tempo libero è gia poco per un giovane che lavora o che studia, peggio ancora per quelli, e sono in tanti, che fanno l'uno e l'altro. Così, al termine di una giornata, un giovane non ha più voglia di porsi altri problemi, per cui si siede in poltrona, davanti al televisore, e così finisce la sua giornata. Domani idem.

La domenica, invece, si esce, si va al cinema, alla partita, al ballo, e così trascorrerà quasi interamente il tempo libero.

Ma avrà pensato, se ha mai pensato veramente di testa sua, a organi77are il suo tempo libero? Non lo fa. E perchè?

Prima di dare una risposta bisogna fare un'analisi. Anali7liamo la composizione della gioventù, in quanto anche tra i giovani ci sono ricchi e poveri. E analizziamoli qua, nella nostra città, Milano, con un centro servito da quasi tutti i conforti, e una periferia dove i quartieri sorgono dal nulla, riempiendosi di cittadini formando delle nuove piccole città, che mancano completamente di tutto il necessario. Dunque, in centro il giovane può già cercare di organizzare il suo tempo libero e, se vuole, aderire a un circolo culturale, politico, sportivo. E questi circoli possono tranquillamente esistere, in quanto finanziati a dovere da privati, che certamente non sono operai contadini. In questi circoli, però, non si fa una cultura di massa, ma di élite, non si praticano sports popolari, ma sports dove per giocare ci vuole molto più tempo libero e molti soldi. Inoltre, il centro, nella maggioranza dei casi, è abitato da professionisti, commercianti, borghesi, industriali, ecc., cioè da ceti che possono in tutta tranquillità mantenere i figli alla scuola diurna.

Lasciando da parte il problema della riforma della scuola, che è ancorata a vecchi concetti, troviamo che, pur avendo, oltre le normali ore di scuola, i compiti a casa, al giovane che frequenta la scuola diurna, rimane ancora un certo tempo libero. Ora, nella periferia, grigia, ancora più del centro cittadino, con i casermoni di cemento addossati gli uni agli altri, senza che tra di loro vi sia un segno concreto di verde, troviamo l'altra gioventù. Sì, quella che nella maggioranza lavora, e se vuole crearsi un domani migliore studia di sera. Non può pensare al tempo libero, in quanto ne ha ben poco. E quel poco che ha lo vuoi vivere.

Perchè non ha tempo libero?

Ecco, la periferia è abitata quasi soltanto da operai, contadini, piccoli bottegai, gente che deve far quadrare un bilancio familiare e quindi non può permettersi lussi; sì, perchè in Italia è un lusso o comunque un sacrificio molto grosso mantenere i figli a

scuola. Ma talvolta sono gli stessi giovani, che, avvertendo il clima che regna in casa, per contribuire al bilancio, lasciano la scuola per il lavoro. Nella maggioranza dei casi si scelgono lavori non desiderati, ma che purtroppo bisogna fare. Magari si va a scuola la sera, per specializzarsi in qualcosa, così oltre tutto bisognerà sborsare altri quattrini, perchè le scuole sono quasi tutte private.

Sappiamo che esistono anche in periferia circoli culturali, sportivi, ma quante difficoltà sorgono sul loro cammino. Alcuni non hanno nemmeno sedi proprie, per cui ci si riunisce così a caso, in bar o altri luoghi. Per non parlare di organizzazioni sportive che, se appartengono a oratori posseggono campi da gia co, sedi, e talvolta addirittura palestre. Ma per chi non vuol andare all'oratorio, non c'è niente da fare. Parliamo dei problemi che noi troviamo nel nostro quartiere di Gratosoglio, ma che sono comuni agli altri quartieri periferici, come il Gallaratese, Sant'Ambrogio, Chiesa Rossa, Baggio ecc. Cosa si fa per i giovani di questi quartieri, chiamati addirittura « autosufficienti »?

La domenica per andare a vedere un buon film, dobbiamo portarci verso il centro; a questo bisogna aggiungere oltre il biglietto d'ingresso al cinema (o al teatro) il costo dei trasporti che sono notevoli. Quindi anche tempo libero, ma a caro prezzo.

La mancanza assoluta di biblioteche pubbliche in questi nuovi quartieri, fa sì che il giovane diventi un consumatore di libri che vengono editi senza alcun criterio pedagogico; libri moderni ma solamente su di una base commerciale. Quindi assistiamo al grande emergere di fumetti senza personalità, di riviste che identificano sexy e cultura di

massa. Poi per non finire ci sono i tabù della società sul giovane. Così vengono ostacolati, molte volte, il vivere assieme di giovani di ambo i sessi, nelle vacanze, nelle scuole.

Il giovane non « deve » sapere una determinata cosa, è meglio non spiegargliela: questo crea un proibizionismo che accende la curiosità del giovane, facendolo così condizionare da spettacoli e giornali che pretendono di spiegargli i tabù dai quali è circondato. Per carità, sarebbe chiedere troppo che tutto ciò venisse messo a posto, capiamo anche noi le difficoltà che si frappongono tra la buona volontà e l'interesse. Ma almeno si creassero veramente dei quartieri autosufficienti, ove il giovane, terminata la giornata di studio o di lavoro, potesse trascorrere le ore

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che restano in un modo sereno, consono alla sua personalità. Si chiede troppo? Non è troppo, è solamente una piccola parte di quello che spetterebbe ai giovani. Essi sono i cittadini di domani, anzi, già di oggi. Hanno i loro problemi nella società, dei doveri e dei diritti. Ma sinora si fa appello solamente ai loro doveri verso la società.

Ma cosa fa la società per loro?

Li ricompensa a dovere? La società s'interessa oggi molto ai giovani, ma solo perchè oggi sono fonte di guadagno.

Si calcola che in un anno la gioventù italiana abbia speso per divertimenti una cifra di circa 900 milioni. Un mercato da non perdere, da coltivare anzi.

Molti di loro credono di ribellarsi, rifugiandosi in un modo di vivere fuori dal comune, ma anche loro sono stati ripresi dalla società del consumo di massa, che ha indicato a tutti come vestire o come e quale musica ascoltare.

E così la maggior parte dei giovani oggi si dimena nel ballo, facendosi crescere i capelli lunghi, vestendo calzoni attillati e colorati, adornandosi di patacche con scritte vagamente protestatarie. Ma non capisce che fa ancora il gioco di chi li sfrutta gli altri sei giorni della settimana. Così, grazie al grande interesse che la classe dirigente italiana ha per i suoi giovani, creandogli circoli, palestre, campi da gioco, piscine, scuole, costoro stanno diventando dei robots che la sera, finito di mangiare, si siedono davanti al televisore ad ascoltare e vedere per lo più spettacoli stupidi ed inutili, dimenticando i loro problemi (con grande gioia di qualcuno).

THE WORM'S
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