LA BASE

A distanza di cinque mesi dall'inizio della lotta contrattuale la situazione nella Rank Xerox trova i lavoratori ancora combattivi sia nelle forme di lotta sia nella decisione a raggiungere gli obiettivi prefissati. Il rinnovo del contratto nazionale è stato il punto centrale dei dibattiti, delle assemblee e delle riunioni e l'importanza decisiva dello scontro in atto con il padrona to è andata rendendo sempre più consapevole i lavoratori della necessità di rinsaldare la propria unità. Le varie provocazioni da parte di alcuni crumiri hanno avuto, momento per momento, le risposte adeguate mentre i tentativi da parte della direzione di con trollare e di stroncare le combattività dei lavoratori sono stati ribattuti a tutti i li velli.
Anche le rappresaglie (trattenute della gior nata festiva successiva ad uno sciopero a Pa deva), le repressioni (lettere di richiamo scritto a Cernusco nei confronti di lavoratori che "emettevano sibili acuti"), i tentativi di rivalsa (non concessionetlella men sa a Cernusco), le intimidazioni (colloqui individuali prima e dopo gli scioperi), i ri catti (meetings nei quali venivano "imbocca "ti" i capi) sono stati motivo, contrariamen te agli scopi della direzione, di una ma& giore saldatura dei lavoratori delle varie sedi e di un collegamento reale con tutto il movimento.
La direzione Rank Xerox che a parole sbandie ra il proprio "progressismo", nei fatti ha dimostrato un allineamento completo nelle di rettive politiche di gestione dello scontro da parte del padronato pubblico e privato per battere o quanto meno controllare il movimento dei lavoratori che sta crescendo, an che se a volte in modo confuso e contraddito rio, alla Rank Xerox.
Se il dibattito sulla piattaforma aziendale ha creato la possibilità di spinte aziendalistiche e presentato il pericolo di "fughe"
"in avanti" ha nello stesso tempo ottenuto il risultato di superare gli steccati corporativi e di analizzare in termini concreti le contraddizioni vissute più direttamente. Infatti la controparte per il rinnovo del C.C.N.L. è stata assunta genericamente come "padronato",nella conduzione della lot ta per la piattaforma aziendale è divenuta un punto di riferimento tangibi le sia per i comportamenti "stizzosi" nel rifiutare una mobilitazione sempre più incisiva sia nell'isolamento della gerarchia individuata come veicolo principale di trasmissione delle "linee" della direzione. Inoltre la ne cessità immediata di approfondire il proprio ruolo e la propria posizione all'interno dell'azienda è servita in dubbiamente a sensibilizzare ogni lavoratore a ricercare sbocchi colletti vi a situazioni individuali frustranti le singole capacità.
La maggiore maturità, rispetto a lotte precedenti come nel 1969 e 1970, è derivata da una valutazione delle fiam mate spontanee o delle paure indotte sapientemente dalla direzione Rank Xerox e da una migliore consapevolezza delle proprie forze.
I tentativi di convincere della non "produttività" degli sciperi sono sta ti superati da una seria analisi delle esperienze precedenti, mentre i consi gli a "trovare altre forme di pressio "ne" sono stati compresi quali inviti interessati ed ormai scoperti di mode razione e di svendita degli ctiettivi. Anzi oltre a provare in concreto che l'unica arma dei lavoratori è lo scio pero si è cercato di articolare meglio le lotte per renderle più incisive.
La difficoltà di portare avanti la piat
taforma aziendale unitamente al rinnovo del C.C.N.L. è stata vista nella sua complessi— vità ed ha dato modo di vivere direttamente quanto fosse importante non cedere sulla con trattazione articolata. Questo sforzo ha com portato la necessità di calibrare le proprie energie per evitare di arrivare "spompati" al punto cruciale della trattativa naziona—
le e di quella aziendale.
Da ultimo la nascita, dopo iniziali difficoltà, del coordinamento naziona le ha data concretezza organizzativa all'impostazione unitaria del movimen to dei lavoratori Rank Xerox anche se ne rimane esclusa la quasi totalità dei venditori.
stava bevendo un caffè, ma ho pensato che in seguito avreb— be anche, forse, potuto pensa re di commettere qualche rea— to, così ho arrestato
Riportiamo questo articolo preso da un bollettino dei lavoratori Philips, sintomatico di come il problema dei crumiri sia comune a tutte le aziende.
"PAVIDELLI".- TUON' IL DIRETTORE - "È L'ORA DI ARRIVARE?". PAVIDELLI TRASALÌ DIVENTA DO PAONAZZO; GIRÒ GLI OCCHI STRALUNATI VERSO 11.
IRETTORE E PENSÒ CHE MAI E POI MAI GLI AVREBBE DETTO LA VERITÀ; TIRÒ FUORI 'PERCIÒ LA PRIMA COSA CHE GLI VENNE IN MENTE, QUELLA, CHE USAVA SEMPRE E BAL13 TTÒ:"E' COLPA DEL DISSERVIZIO TRANVIARIO, SIGNOR IRETTORE"..
IL.DIRETTORE SCRUTÒ L'OROLOGIO:. ERANO LE 12,20; GUARDÒ FISSO PAVIDELLI, AL QUALE GLI SI RAGGELÒ IL SANGUE NELLE VENE, E URLÒ: "MA CHI VUOL PRENDERE IN GIRO' SONO (UASI 4 ORE DI RITARDO! HA PER CASO PRESO 9 IL TRAM CHE ANDAVA IN DEPOSITO NON MI STUPIREI INVECE CHE ANCHE
LEI. SI FOSSE MESSO A FAR SCIOPERO. " .
PAVIDELLI DEGLUTÌ: NO, QUELLO IL DIRETTORE NON DOVEVA PROPRIO DIRGLIELO E CON UNO SPRAZZO DI VIRILITÀ SI MISE AD INVEIRE CONTRO I FANATICI DELLO SCIOPERO, CONTRO QUEI MOSTRI UMANI CHE FIN DALLE 6 DEL MATTINO SI PIAZZANO DAVANTI AGLI INGRESSI:E NON LASCIANO ENTRARE
NESSUNO; POI SI RIVOLSE AL DIRETTORE CON VOCE-COMMOSSA E IMPLORANTE:
"MI CREDA, SIGNOR DIRETTORE, È TUTTA LA MATTINA CHE TENTO DI ENTRARE
MA QUELLI ME LO IMPEDISCONO; HO GIRATO I TRE INGRESSI MA SENZA SUCCESSO, AD OGNI INGRESSO C'ERANO GUERRIGLIERLPRONTI A RESPINGERMI, ANZI HO RASCHIATO'DI..." - "NON CAPISCO PROPRIO, 10 SONO ENTRATO REGOLARMENTE ALLE 9,30 SENZA CHE NESSUNO ME LO IMPEDISSE" REPLICÒ
PRONTO . IL DIRETTORE CHE NON MANCAVA OCCASIONE PER FAR PRESENTE A TUTTI CHE LUI ERA IL PIÙ IN GAMBA.
"MA- LEI É UN DIRIGENTE!" SBOTTÒ PAVIDELLI MALEDENDO IN CUOR SUO LA NATURA CHE NON LO AVEVA FATTO NASCERE DIRIGENTE E POI RIMUGINÒ CHE NON ERA GIUSTO CHE ENTRASSERO SOLO I DIRIGENTI. "SENZ'ALTRO QUELLI DEL PICCHETTO SONO PAGATI DAL SINDACATO ALTRIMENTI NON SI ACCANIREBBERO TANTO PERTENERMI FUORI TUTTA LA MATTINATA" RIFLETTE AD ALTA
VOCE PAVIDELLI.
IL DIRETTORE LO GUARDÒ CON UN MISTO DI DISPREZZO E DI COMPASSIONE E GLI CHIESE:"MA DAVVERO HA TENTATO DI 'ENTRARE?". PAVIDELLI CHE COME AL SOLITO CAPIVA A SPROPOSITO, CREDENDO CHE IL DIRETTORE LO STESSE INCORAGGIANDO, SI AZZARDÒ A REPLICARE:"SONO STATO BEN DUE'ORE'DAVAN.TI ALLA PORTA DI VIA TARRA CERCANDO DI POTER ENTRARE, MA..." IN QUELL'ISTANTE ENTRÒ ANTELMI CHE, TERMINATO LO SCIOPERO, ERA SALITO
IN UFFICIO PER PRENDERE UN BUONO DELLA MENSA. FU COSÌ CHE POTÉ SENTIRE L'ULTIMA'FRASE DI PAVIDELLI E PENSÒ BENE DI INTERVENIRE:"SUV.... VIA PAVIDELLI, NON FACCIA IL MODESTO; NON É STATO IN QUEL POSTO SOL-
TANTO 2 ORE, BENSÌ 3 ORE E 50 MINUTI E POI CERCHI DI RICORDARSi GE-' 'NE: NON ERA DAVANT} ALLA PORTA DI VIA TARRA MA DIETRO IL VESPASIANO, VICINO ALL'EDICOLA. FORSE I GAS LE HANNO CONFUSO LA MENTE? n• E COSÌ DICENDO, ANTELMI USCÌ DALL'UFFICIO NON SENZA AVER DATO UNA SBIRCIATINA ALL'ALLIBITO DIRETTORE E ALL'ANNICHILITO PAVIDELLI.
LA VERITÀ SU PAVIDELLI ERA PROPRIO SALTATA FUORI: AVEVA- TRASCORSO
TUTTA LA MATTINATA A SBIRCIARE DA DIETRO AL VESPASIANO; E GLI ERA ANDATA PROPRIO BENE, PER IL CLASSICO PELO, PERCHÉ L'EDICOLANTE, SCAMBIANDOLO PER UN ANORMALE, AVEVA QUASI DECISO DI CHIAMARE LA SQUADRA DEL BUON COSTUME. MA NON BASTA, QUELLI DEL PICCHETTO GLI AVEVANO FATTO UNO SCHERZO CRUDELE: SI ERANO RITIRATI ALL'INTERNO DEL PORTONE COSÌ DA FAR CREDERE CHE L'INGRESSO FOSSE LIBERO. PAVIDELLI DOPO UN QUARTO D'ORA CI TENTENNAMENTI (E GIÀ,-,t.Ii RIFLESSI PRONTI NON SONO IL SUO FORTE) SI ERA AVVICINATO CON PASSO FURTIVO ALL'INGRESSO MA, ALL'APPARIRE DELL'INASPETTATO PICCHETTO, FU COSTRETTO AD UNA PRECIPITOSA RITIRATA, COSÌ PRECIPITOSA CHE PER POCO NON INVESTIVA UN TIZIO CHE STAVA NASCOSTO DIETRO UN AL2ERO.
CAPÌ CHE.ERA UN SUO "COLLEGA" E COSÌ TRA UN ODORE DI MUFFA ED UN ALTRO DI INSOMMA UN POI PIÙ ACRE, ,fl/EVANO TRASCORSO INSIEME TUTTA LA MATTINATA; "BENE, PAVIDELLI" - TUONÒ IL DIR:ETTORE - "ANDIAMO PROPRIO BENE ..." E LASCIÒ DISGUSTATO L'UFFICIO DI PAVIDELLI, IL CUI UNICO SEGNO DI VITA ERA DATO DAL VORTICARE FRENETICO DEGLI ATOMI DEI GAS DI CUI ERA IMPREGNATO.
POVERO PAVIDELLI ! SE NE FOSSE STATO IN'GRADO, AVREOUE SGRANATO LO ANTELMI CHE LO AVEVA COSÌ RIDICOLIZZATO, E L'IMPERATORE ROMANO CHE AVEVA IDEATO QUEI LUOGHI PUBCLICI. CAUSA DELLA SUA ATTUALE VERGOGNA
MAMMA RANK TU COMPRI BALOCCHI SOLO PER TE
Canti e danze tipiche della bassa brianza improvvisate dai pendolari dello stabilimento di Cernusco sul Naviglio, hanno accolto la notizia pubblicata sui giornali che la Rank Xerox ha comperato un treno.
Queste manifestazioni di giubilo si sono spente apprendendo che il convoglio non sarebbe servito per alle viare a loro i disagi del viaggio, ma per reclamizzare in tutta Europa le macchine Rank Xerox.
Dopo 130 ore di scioperi e cinque mese di lotta è possibile fare le prime considera zioni sulla vertenza dei Metalmeccanici, Risulta evidente anche dall'analisi più superficiale, che il padronato ha tentato subito di incanalare le discussioni su i suoi obiettivi trascurando quelli dei lavoratori.
Che cosa volevano i padroni?
Utilizzare maggiormente gli impianti (cioè produrre di più senza 'doveAnvestire capitali) eliminare l'assenteismo (poich?, ovviamente la salute di cui si parla non è la loro ma quella dei lavoratori) voleva no anche regolai entare il diritto di scio pero (per dare così più impulso al "dirit to"di crumiraggio, che al padrone fa sempre comodo) inoltré era in ballo la fiscalizzazione degli oneri sociali (cioè prendere dalle tasche dei lavoratori i soldi del le tasse, soldi che poi lo Stato passerà ai padroni); si è parlato di revisionare il sistema della contingenza che a parer loro regala tropppe centinaia di lire ai lavoratori, si trattava poi di ridurre le festività ed infine un "NO SECCO ALLA CON TRATTAZIONE ARTICOLATA AZIENDALE".
Al tavolo delle trattative la piattaforma discussa è stata prevalentemente quella dei padroni e visto che la loro linea non passava il padronato rompeva le trattati ve.
Il tavolo delle trattative non è la tribu na dalla quale i padroni propagandono le Loro esigenze; come lavoratori e delegati sindacali abbiamo condotto, all'interno del sindacato, alcune critiche poichè riteniamo che sia stato inopportu no in alcune situazioni entrare nel meri to della piattaforma padronale , quando invece loro si limitano a dire che la no stra è insostenibile.
Dobbiamo anche riconoscere che è stato errato dimostrare tanta disponibilità, quella emersa ad Ariccia, quando i padroni dimostrano chiaramente la loro indisponibilità e intransigenza.
Riteniamo inoltre che non si debba in questo momento, fare dei tagli alla piattaforma poichè la trattativa vera non è neppure iniziata, sappiamo già che i padroni alla fine ci faranno del le controproposte e sarà allora sulla base della valutazione delle nostre forze e con un'ampia consultazione di base che si deciranno eventuali mediazioni.
Questo è il Nostro Contratto per miglio rare le Nostre Condizioni di lavoro, non quello dei padroni per risolvere i. loro probemi; dunque la sola piattaforma da discutere è la nostra senza indicare punti irrinuncialili poichè significa che altri sono rinunciabili.
In questo momento i metalmeccanici stanno dimostrando di essere la parte più avanzata del movimento non solo in termini di forza ma anche in termini di maturità e di chiarezza delle proprie esigenze. Le alleanze che si stan no costruendo ne sono una prova.
Le lotte e la grande mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale fa— voriscono il dibattito fra i lavoratori sui grandi temi sociali, politici ed eco nomici del paese che, in stretta connes sione con la strategia (a cui tutti i lavoratori sono chiamati a contribuire) delle organizzazioni sindacali e i con— tenuti delle piattaforme rivendicative contribuiranno a determinare le nostre condizioni di vita e di lavoro.
Le lotte inoltre si ripercuotono all'in terno delle posizioni dei lavoratori nei confronti di quelle(generalmente comuni!) ai vari livelli delle gerarchie azienda— li.
Su questo punto in particolare vorremmo soffermarci in quanto riteniamo che la comprensione delle reciproche posizioni sia indispensabile per l'individuazione del giusto atteggiamento nei confronti di questa parte di lavoratori; l'impor— tanza di questo problema deriva anche dal fatto che la stessa situazione ripor tata dal piano aziendale a quello socia— le ripropone il tema dei ceti medi il cui atteggiamento risulta spesso decisivo nel lo scontro fra masse lavoratrici e padro— ni.
Esaminiamo quindi la posizione oggettiva dei componenti della gerarchia e quindi i van— taggi e gli svantaggi oggettivi a livello materiale e psicologico della loro situa — zione.
Il capo medio della nostra azienda(e di tut le le aziende) ha funzioni di controllo sul lavoro del personale del proprio ufficio, filiale, o gruppo: l'azienda da a questa persona in cambio di tale prestazione deter minati vantaggi nei confronti degli altri lavoratori.
Il capo di conseguenza non concorre, se non ai livelli più bassi e in ogni caso parzial— mente, alla produzione: oggettivamente quin— di la sua posizione di privilegio è stretta— mente collegata alla sua funzione politica.
Pertanto l'azienda (il padrone) ha un po tere pressochè assoluto su di lui deri— vante dalla possibilità di conservare e migliorare o viceversa il suo privilegio. Psicologicamente il capo per poter eser— citare la sua funzione nei termini previ sti dall'organizzazione capitalistica del lavoro (termini che gli sono stati imposti direttamente dal padrone in vir— tù del potere di cui sopra) ha bisogno di sentirsi "superiore"; l'idea e il concet— to di questa presunta superiorità finisco no per diventare componenti costanti del— la sua personalità.
Inoltre egli è particolarmente esposto a quel tipo di individualismo di "culto del la personalità" portato.avanti con tutti i mezzi dalla società consumistica (pub — blicità stampa ecc.): l'uomo di successo, l'auto di grossa cilindrata, il "superman" dei tempi nostri.
Condizioni psicologiche simili si verifi— cano inoltre anche per lavoratori sempli ci motivati da passaggio ad una diversa attività lavorativa o da un aumento di stipendio o anche da semplici promesse. Per tutti questi motivi è difficile per questo personaggio acquisire sensibilità ed un impegno su dei valori sociali che comportano la rinuncia ai valori di se— gno opposto sui quali è sintonizzato. La prima reazione del lavoratore nei suoi confronti è di condanna morale: una con — danna che ha la sua ragione d'essere per— chè quest'individuo spesso è diventato ca po o ha comunque acquisito questo partico lare tipo di concezione e d'inserimento nella società in base ad una scelta libera e personale.
Ma il moralismo ad oltranza è un vincolo chiuso che non da origine a nessuna con— cezione strategica e quindi politica del— la realtà e del modo di affrontarla.
Va considerado inoltre come certe scelte siano influenzate dall'ambiente in cui il soggetto vive, dalle condizioni in cui
opera queste scelte, dalla misura in cui è condizionato dall'apparato, dalla scuo la, dai mezzi d'informazione al servizio dell'ideologia delle classi dominanti. Sarebbe strano e tragicamente errato se noi pensassimo che costoro sono diversi da noi, poi per chissà duale motivo.
Pertanto il modo giustoldi affrontare i problemi è quello di esaminare quali pos sano essere i punti d'iítAcontroogli inte— ressi oggettivamente comuni e in prospet tiva operare affinchè possano moltipli — carsi.
La pratica sociale della lotta di classe ci fornisce insegnamenti anche dalla bre— ve storia politico—sindacale della Rank Xerox: abbiamo infatti potuto verificare come un atteggiamento di costante e pe — renne attacco ai lavoratori non abbia af fatto giovato ai capi che lo hanno messo in atto ed anzi abbia causato alcuni so— nori tonfi.
Possiamo quindi verificare come i capi siano in perenne contraddizione su due opposte necessità, di servire fedelmente il padrone e rispettare in giusta mi— sura gli interessi dei lavoratori.
Questo è un prim punto sul quale si può basare la nostra azione, tenendo sempre presente che la contraddizione è tanto più forte e profonda quanto più i lavora tori sono forti ed organizzati.
Ciò che è necessario capire è che il no— stro nemico non sono i capi dell'azienda, ne i liberi professionisti nella società, ma la grande borghesia che dall'alto del potere ad essa derivante dal controllo e dalla proprietà dei mezzi di produzione, di distribuzione e d'informazione deter— minano il modello di sviluppo della so — cietà e quindi le condizioni nelle quali si verificano i contrasti d'interesse — reali fra le masse lavoratrici ed i ca— pi o il "ceto medio".
Per fare l'esempio di un fatto corcre to prendiamo in esame le attuali lotte per il contratto e i picchetti che im— pediscono l'accesso al posto di lavoro ai capi e ad altre persone che tenta— no di sabotare le lotte: sarebbe stupi do pensare che queste azioni fossero da noi concepite come un attacco a que ste persone, una sorta di rivalsa a livello personale o di gruppi di perso— ne.
E' invece corretto interpretare il no— stro atteggiamento come un attacco alla politica che queste persone bene o male portano avanti direttamente ispirata dalla direzione: ricordiamo che nel '70 quando costoro ottennero un'affermazio— ne per quanto concerne la vertenza per il rinnovo del premio di produzione si ebbe una sconfitta dei lavoratori sul l'obiettivo principale (che era appunto il premio di produzione) e l'arretramen to su una piattaforma settoriale (quel— la portata avanti con successo dai tecni ci).
E' essenziale inoltre valutare e compren dere fino a che punto, per una larga par te di costoro, il privilegio sia effetti vo o non una diversa forma di oppressio— ne,.per dirla con una espressione poco indicata ma di effetto immediato, una "gabbia dorata".
In questa prospettiva dunque si creano le premesse per una più vasta unità, per un rafforzamento del movimento, per nuove conquiste in termini di miglioramento del le condizioni generali di vita edi lavo— ro, di progresso sociale ed economico. Alla comprensione di tutto ciò speriamo di aver dato un piccolo contributo sia per i lavoratori sia per i capi.
Negli ultimi mesi del 1972 e nel mese di gennaio si sono avuti rialzi generalizza ti dei prezzi, da alcune indagini portate a termine nel mese di gennaio si è ri scontrato che l'IVA era solo l'occasione e non certo la vera causa di questi aumen ti.
L'imposta sul valore aggiunto (I.V.A.) è entrata in vigore in sostituzione di un gran numero di imposte indirette tra cui l'I.G.E. e le imposte comunali sul consu mo essa viene pagata dal consumatore con un'aliquota (una percentuale) applicata sul prezzo finale del bene o del servizio.
L'I.V.A. è un imposta Europea che appli cata correttamente avrebbe avuto solo la funzione di semplificare e razionalizzare il sistema tributario italiano, appli cata ed usata invece da una classe dirigente imbelle e profittatrice è servita come occasione psicologica per poter effettuare aumenti generalizzati ed accrescere così i margini di profitto degli industriali e degli operatori del siste ma distributivo.
Una speciale commissione della comunità Europea, dopo uno studio sui prezzi europei effettuato negli ultimi tre anni, ha riscontrato che i prezzi di venclita dei prodotti al consumo sono in Italia il 50% più elevati che in Germania, que sto grosso incremento dei prezzi,sempre secondo questa fonte, è principalmente dovuto ad una rete commerciale che è la più arcaica e la più polverizzata di tutti i paesi del MEC ed inoltre bisogna aggiungere che vi sono nel sistema distri butivo italiano posizioni di rendite parassitarie non riscontrabili in nessun al tro paese.
Vi è una ristretta cerchia di importatori di carni in Italia che tramite appoggi governativi determinano da diversi anni la politica zootecnica del no stro paese, questi individui hanno sempre avuto, a discapito dei consumatori dei mar gini di profitto notevole, ora con l'intro duzione dell'IVA e l'abrogazione della tas sa sull'importazione di carne nel MEC, si ritrovano ad intascare oltre 150 L. circa in più per ogni Kg. dí carne che importano.
Con l'introduzione dell'IVA si prevede che lo stato incasserà 1.000 miliardi in meno, nello stesso tempo i consumatori con l'in cremento dei prezzi in questi ultimi mesi ci perderanno qualche migliaia di miliardi tutto questo a favore di una minoranza di speculatori che vivono sulle spalle dei lavoratori.
Mentre Andreotti per calmare gli animi, iniziava (e terminava n.d.r.) dalla TV una campagna contro l'aumento di L. 10 per il caffè, i prezzi delle automobili aumentavano con un incremento non giustificato dall'aumento delle tasse dovuto all'introduzione dell'IVA, e certamente meno compromettente scontrarsi con i gestori dei Bar piuttosto che con Agnelli & soci; l'aumento dei prezzi delle au tomobili sebbene in parte ingiustificato è passato con il tacito consenso delle fon ti "obiettive" d'informazione.
Gli industriali e gli speculatori con la psicosi dell'IVA sono riusciti a recupe rare più ampi margini di profitto, lo hanno potuto fare grazie alle connivenza del governo Andreotti e degli organi dello-Stato; per l'opera d'informazione pre ventiva sono stati stanziati 8 miliardi che, o sono stati spesi male oppure sono stati fatti sparire bene.
Dobbiamo riscontrare ancora una volta che per fare gli interessi di una piccola ban da di parassiti si sacrificano gli interessi di tutta la popolazione, con la psi cosi dell'IVA si è voluto permettere il recupero di ampi margini di profitto da parte di una minoranza, sacrificando a que sto obiettivo una parte del salario dei la voratori (che è stato assorbito dagli aumenti dei prezzi); l'economia italiana la si può rilanciare permettendo un aumento della domanda interna, con l'inflazione conseguente agli aumenti generalizzati dei prezzi si ha solo una diminuzione del la possibilità della domanda, ma i nostri dirigenti (padronato e governo) sono così impegnati ad aumentarsi lo stipend io llon hanno tempo per pensare all'economia italiana.
Siamo a conoscenza che alcuni nostri colleghi dissimili da noi in quanto non ci riteniamo corvi, fotocopiano il giornalino per evitare di chiedercelo e di sentirsi a loro volta chiedere L.100.
Abbiamo quindi pensato che codesta cifra possa influire negativamente sui loro bilanci familiari e stiamo prendendo in considerazione di regalarglielo offrendo anche una piccola cifra da detrarsi dai lauti stipendi che riceviamo dal sindacato, dal compagno Breznev e dalla terza moglie di Feltrinelli. In effetti pensiamo che costoro siano realmente in difficoltà visto che fra lo altro, se appena possono non scioperano. Impossibile che siano coincidenze. Altri corvacci, peraltro molto più neri, fotocopiano il giornalino che così ar riva a Roma ed in altre parti d'Italia prima ancora che noi si abbia il tempo di spedirvelo. Naturalmente arriva ai capi.
Ringraziamo di cuore i primi per le finezze che ci riservano e i secondi per l'importante aiuto organizzativo che ci concedono; anche questo è un nostro pre ciso dovere.
E' nell'esperienza storica dei la voratori che per vincere le lotte si ha bisogno di alleati: gli alleati più tradizionali sono per i lavoratori gli strati piccolo bor ghesi.
Fin dal 1969 abbiamo potuto vedere che a finaco della classe operaia si sono mobilitati impiegati, tecnici, insegnanti ecc., ma quello che senz'altro è l'alleato più valido della classe operaia, nell'attuale fase di lotta, è il movimento degli studenti.
Abbiamo visto crescere nel 1968 questo movimento giovanile da posizioni semplicemente antiautoritarie a posizioni estremamente più precise e consapevoli che fanno nel l'alleanza con la classe operaia il momento centrale di mobilitazione.
Là dove il movimento degli studenti ha saputo in special modo portare all'interno della scuola i reali in teressi dei lavoratori,( promuovere le lotte per la diminuzione del costo degli studi che elimina innanzitutto i figli dei lavoratori, lotte per con dizioni di studio tendenzialmente u-
gualitarie che non discriminino ad esempio chi oltre alle quattro ore di scuola si fa altre otto ore di la voro), riconosciamo che il movimento degli studenti si è certamente radiscato ed è oggi una forza viva e matu ra con una reale partecipazione di massa.
Sempre di più gli studenti si mobilitano praticamente a fianco degli operai, in picchetti, in piazza durante manifestazioni e scioperi, non solo con un generico discorso di alleanza, ma con obiettivi comuni contro ilnemico comune.
Non è a caso che per il governo Andreotti, espressione diretta dell'alleanza padronale, è diven tato assolutamente necessario re primere, isolare é dividere il movimento degli studenti con tut ti i mezzi a sua disposizione.
Nelle piazze la polizia di Andreotti ha ricevuto l'ordine di sparare ed i risultati di una simile politica non sono tardati.
PUBBLICHIAMO IL TESTO CI UNA LETTERA CHE I GENITORI ol , ROBERTO FRAN— CESCHI, ASSASSINATO DAVANTI ALLA BOCCONI DALLA POLIZIA, HANNO INVIATO AI QUOTIDIANI
EGREGIO DIRETTORE, LA RABBIA É UN SENTIMENTO AL QUALE IL DOLORE NON LASCIA MOLTO SPAZIO. MA ESSA CRESCE COL PASSARE DEI GIORNI E ACCOMPAGNA IL NOSTRO DISPERATO SFORZO DI DARE ANCORA UN SENSO A QUESTA VITA.
DOPO LA SEVERA E COMMOVENTE PARTE CIPAZIONE DI TANTI GIOVANI AL FUNE.... RALE Di ROBERTO, PRECEDUTA E SEGUITA DA CONTINUE MANIFESTAZIONI DI AFFETTO E DI CONFORTO VERSO DI NOI, ADDiAMO SENTITO CHE POTEVAMO ACCET... TARE OON QUALCHE SERENITÀ I GIORNI CHE CI RESTANO, SOLO COLTIVANDO
NELLA COSCIENZA E NEL CUORE GLI IDEALI CUI ROBERTO AVEVA SCELTO DI DEDICARE LA SUA VITA, SOLO VEDENDOLI RIFLESSI NELLA VITA DI NOSTRO
FIGLIO E DI MIGLIAIA DI ALTRI GIOVANI, SOLO OFFRENDO ALLA SUA MEMORIA LA NOSTRA VOLONTÀ CI FARLA SPETTARE.
LA NOTIZIA CHE UN ALTRO MAGISTRATO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA É STATO, IN COSÌ BREVE TEMPO, ESAUTORATO DALL'INCHIESTA GIUDIZIARIA, E L'ANGOSCIA DI NON POTER NEPPURE CON... TRIDUIRE, CON LA NOSTRA PRESENZA, CON'LA PARTECIPAZIONE AL GIUDIZIO, A RENDERGLI IN QUALCHE-MODO GIUSTIZIA.
FA CRESCERE IN NOI LA RABBI
NOI PARLIAMO DI IDEALI, ROBERTO AVREBBE DETTO LOTTA DI CLASSE. VORREMMO POTER DIRE CHE ABBIAMO RAGIONE ANCHE NOI, CHE'UNA SOCIETÀ DE^ MOCRATICA SI DISTINGUE PER GLI IDEALI, O I PRINCIPI, CHE PERSEGUE E' REALIZZA NELL'INTERESSE DI•TUTTI MALGRADO IL CONFLITTO DELLE CLASSI. UNO DI ESSI É LA GIUSTIZIA. TRAGICA GIUSTIZIA, PER NOI, MA ESSENZIALE PER LA SOCIETÀ E I GIOVANI CHE CRESCONO IN ESSA.
QUELLO CHE ACCADE NEGLI UFFICI DELLA MAGISTRATURA CI SMENTISCE CI
DÀ TORTO. LA CLASSE DI GOVERNO SI REGGE SULLE'FORZE DI POLIZIA, NE É PROTETTA E LE PROTEGGE, OFFRE LORO L'IMPUNITÀ. E VÌOLA LE REGOLE DEL GIOCO, ANCHE LE PIÙ ELEMENTARI, PER NON MANCARE ALLA PROMESSA.
IL DOLORE É NOSTRO, MA LA VERITÀ APPARTIENE A TUTTI. PERCIÒ LE SCRIVIAMO, EGREGIO DIRETTORE, NELLA SPERANZA CHE LE NOSTRE PAROLE, E IL SUO IMPEGNO CIVILE, SERVANO A FAR CAPIRE A OGNI PERSONA CHE L'INDIFFERENZA DI'FRONTE A QUESTE MANOVRE EQUIVARREBBE ALLA RINUNCIA E AL TRADIMENTO.
EGIDIA FRANCESCHI BUTICCHI - 12- MARIO FRANCESCHI
Dopo 1110 giorni di carcere senza proces so Pietro Valpreda è stato messo in libertà provvisoria.
La stampa, tutta la stampa, esclusa quel la ottusamente fascista, ha applaudito la giustezza del provvedimento dando la misura di quanto la campagna per la li berazione di Valpreda si fosse trasformata, nel volgere di tre anni, da lotta isolata di una strettissima minoranza di avanguardie, in grande battaglia democra tica condotta :ai lavoratori, che hanno costretto su questo terreno, tutte le forze politiche anche le meno avanzate. Le vicende che hanno portato alla libera zione di Valpreda sono note e ampiamente trattate da tutti i giornali; ricorderemo soltanto che le cosiddette "prove" a suo carico si rivelarono per quelle che eranoicioè:grosse montature create appo sitamente per accusare una persona (anar chico) prescelto per fare da capro espia torio.
La borsa che egli evrebbe portato alla banca era senz'altro nera, testimoniava il tassista Rolandi, ma la perizia merceologica eseguita dalla casa costruttri ce sugli avanzi dell'esplosione, stabilì che essa era invece marrone. Questo particolare fu tenuto nascosto dalla polizia per molto tempo.
All'ora del delitto, Valpreda era in ca sa di parenti con la febbre, ma quando essi andarono a testimoniare una cosa co sì sgradita agli inquirenti furono accu sati di falsa testimonianza.
Il racconto fatto alla polizia dal Ro landi è discordante con quello da lui fatto al professor Paolucci all'indomani della strage; per chiarire queste gra vi discordanze il Paolucci chiese di es sere messo a confronto con Rolandi: non gli fù concesso .
Il riconoscimento effettuato a Roma dal Rolandi avvenne quando questi aveva già visto, per sua ammissione, la foto di Valpreda, l'uomo da riconoscere e che gli era stata mostrata dalla polizia.
Il foglio matricolare di Valpreda fu con traffatto per farlo risultare esperto nell'uso degli esplosivi; questo falso sarà denunciato anche dall'autorità responsabile.
Sarebbe inutile continuare con altri esempi di questo sconcertante modo di pro cedere degli inquirenti ma sarebbe inge nuo pensare che tali degenerazioni della giustizia siano attribuibili a malva gi personaggi inseritisi chissà come nel l'apparato statale e che alla fine saran no smascherati e denunciati, come i tre inquirenti di Milano, per sottrazione e alterazione di prove.
Non esulteremo per l'incriminazione dei fascisti per la strage di piazza Fontana; non ci consoleremo, con la scoperta della "pista nera", delle persecuzioni subite dalla sinistra più coerente in questi anni di guerra che lo stato le ha dichiarato.
Abbiamo detto e sosteniamo ancora che la"strage è di stato", è stata voluta e preparata in settori retrivi dell'ap parato statale, governativo e non. E' stato dato ampio spazio e protezione alla destra anche la più screditata (vedi J.V. Borghese) permettendole di creare una situazione tesa che giustificasse sempre e dovunque la presenza della polizia, avvalorasse la tesi degli opposti estremismi, portasse la gen te a pensare che così non si poteva con tinuare, occorreva"l'ordine" di qualunrue genere ma "ordine".
Non a caso nel pieno di una stagione di rinnovi contrattuali che aveva visto i lavoratori darsi obiettivi che intaccavano il potere dei padroni scoppiò la bomba, non a caso le indagini furono tol te da Milano e spostate a Roma, più vicino al potere centrale, non a caso se ne occupò il controspionaggio militare (SID ex SIFAR), non a caso si accusarono subito le sinistre nella loro componente più debole e isolata, gli anarchi ci.
A distanza di tre anni le cose sono cambia tele sinistre parlamentari sono state escluse dal governo, i sindacati sono stati condizionati dalle loro componenti più arretrate non riuscendo a raggiungere una unità su basi avanzate, subendo ricatti del le scissioni da destra (CISL), il partito fascista ha raccolto un po' di voti in più ed ha tirato fuori dalla naftalina le cauti cie nere.
Il governo DC può emergere su tutto questo come un "faro" per i moderati qualunquisti e come garante dell'ordine di quella repubblica nata dalla resistenza che tutti i DC elogiano ma che nessuno ha fatto. Questo apparato statale si ridà oggi una vergidità accusando squallidiesponenti del folcklore fascista di essere esecutore) ed ispiratori dell'attentato; la prima accusa è plausibile (i sicari sono sempre tra i personaggi più screditati) ma l'ispirazione è di ben altra provenienza ed a ben altro livello; gli obiettivi da raggiunge re erano molto importantii e pensiamo che una simile montatura era stata predisposta per le bombe sui treni del '69 ma non aveva dato gli stessi risultati.
Lo stesso apparato accusa di negligenza alcuni suoi funzionari per le prove svia te o nascoste liberandosi così anche del la servitù troppo compromessa.
In questo quadro dove tutto va bene, per chi detiene il potere, anche Valpreda può essere liberato dimostrando così che il "papà-stato" è severo ma se sbaglia ammet te le proprie colpe e-sa anche porvi ripa ro.
Non siamo ingenui, dicevamo, non ci stupiamo nemmeno che Valpreda sia ingiustamente incarcerato sotto un governo di cen tro-sinistra e liberato sotto un governo di centro-destra.
Durante il centro-sinistra il "caso Valpre da" meglio inquadrato nella "strategia del la tensione" serviva da arma contro le lotte dei lavoratori, per ottenere un gover no che avesse come unico scopo, quello di bloccarle; proprio le lotte dei lavoratori sotto la spinta di avanguardie sempre più
coscienti, hanno costretti il governo Andreotti a liberare Valpreda. Se è importante mettere in luce questo aspetto della lotta per la liberazione di Valpreda come lotta di massa, non bi sogna dimenticare che la vittoria dei lavoratori non è completa, e che special mente presso gli strati piccolo-borghesi, il provvedimento è stato visto più come un bel gesto di clemenza che come una costrizione, imposto all'apparato dello stato, ormai smascherato nelle sue trame.
Compito di tutti i lavoratori coscienti è di proseguire nella campagna di smascheramento del reale ruolo delle istituzioni dello stato "democratico" ; non ci sarà vera giustizia per Valpreda, fi no a che un'inchiesta e un processo serio faccia piena luce su tutta la vicen da.
ROLAN DON E SUPERTESTIMONE
ALLORA,RIPEfiCi
-rufrA LA STORIA t DAL PRINCIPID!At MEI
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Il 9 febbraio 1973 250.000 metalmeccanici hanno tenuto a Roma una manifestazione nazionale di appo£ gio alla loro vertenza contrattua le, dando una dimostrazione di for za e decisione che nessuno può sot tovalutare.
La manifestazione è stata organizzata per dimostrare che malgrado le 110 o1.- e di sciopero già fatte , la categoria è compatta e decisa ad ottenere il suo contratto, que sta decisione è dimostrata dal fat to che almeno 1 metalmeccanico su 10 era a Roma a manifestare, è di mostrata dalla raccolta dei fondi necessari che sono stati ottenuti. coinvolgendo tutti gli strati sociali in una generale colletta ,
(a Milano in cinque giorni sono stati raccolti 100 milioni), è di mostrata dal fatto che per essere a Roma i lavoratori sono partiti con 40 treni speciali e 1000 pulman, viaggiando di notte per ore ed ore, attraversando mezza Italia se necessario, per marcare una.pre senza significativa nella capitale del paese.
In questo modo si è dimostrata la compattezza e la determinazione della categoria, i 250.000 a Roma significano che i metalmeccanici sono forti, decisi e vogliono un contratto, o meglio un "buon" con tratto, la loro presenza a Roma ne è stata una buona premessa.
Alcuni dirigenti che si riuniti hanno sfondato un picchetto - Pronta risposta dei lavoratori SORO in assemblea con le rappresentanze delle fabbriche vicine
I duri mesi di lotta che naio, st sono intensificati questi cortei interni.
hanno impegnato e che stanno impegnando importanti categorie di lavoratori, hanno dimostrato chiaramente a tutti i lavoratori la particolarità della battaglia contrattuale: un padronato che non solo resiste, come è suo costume, per portare al minimo gli obiettivi di lotta, ma che ha anche il preciso obiettivo politico di inasprire la lotta.
In questa linea si inserisce la lotta che la direzione sta conducendo contro i lavoratori della Rank-Xerox di Cernusco sul Naviglio. La fabbrica ha circa 150 dipendenti, di cui 80 impiegati.
Una delle forme di lotta più usate, in questi ultimi tempi, dagli operai è quella dei cortei interni. La direzione ha fatto immediatamente sapere che questo non è un metodo « democratico », in quanto non rispetta il desiderio di lavorare di alcuni. Gli operai dal canto loro hanno dichiarato che le modalità della lotta devono essere stabilite da loro e non certo dalla direzione.
' Con la rottura delle trattative, avvenute il 16 gen-
La risposta dei padroni è stata immediata: sono giunte quattro lettere di ammonimento a quattro operai, a seguito delle lamentele di un ingegnere « disturbato» dai fischietti degli sciope- ranti.
La direzione decideva inoltre, di sospendere la mensa in occasione degli scioperi a tempo indeterminato. E' chiaro che anche questa manovra rientra nel clima di provocazioni che serve al padronato per spezzare la forza e l'unità dei lavoratori.
Venerdì scorso, alla sede di Milano, è avvenuto un altro grave episodio, che si inserisce nella linea provocatoria della direzione.
Alla fine dello sciopero una ventina di assistenti tecnici, guidati da due rappresentanti dell'azienda hanno cominciato a spintonare, colpendo due componenti del picchetto. Dopo averlo sfondato, uno di questi personaggi ha voluto dimostrare il suo eroismo ' buttandosi contro quat! tro ragazze e sfondando una porta a vetri. Bisogna ag, giungere che i capi di que-
sto « commando» atino due I rappresentanti della direzioi ne responsabile del personale non solo di Milano ma anche di Cernusco. Sono gli stessi uomini che i RSA si trovano di f r unte quando I trattano le richieste dei lavoratori.
L'obiettivo era quello dì coinvolgere i lavoratori in una zuffa generale per poi poterli denunciare. Ma la fermezza e la maturità dei presenti ha permesso di non cadere nel tranello.
Ieri — come dice un comunicato diffuso dal Consiglio di fabbrica - - è stato attuato uno sciopero di protesta con assemblea alla quale hanno partecipato delegazioni di altre fabbriche: Brion Vega, IBM, Laben e rappresentanti di alcune scuole e • dell'università di Citta Studi. Anche se l'azienda ha chiamato la polizia la manifestazione si è svolta nel massimo ordine ed è stata occasione per approfondire i temi legati alla lotta dei nietalmeccanici e alla situazione politica ponendo in chiaro le responsabilita del governo Andreotti.
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DALL'UNITA' DI LUNEDI e 26 FEBBRAIO 1973
Rettifichiamo i seguenti punti:
- Nel sottotitolo "capi" al posto di "dirigenti"
Nel capoverso "Alla fi ne dello sciopero una ventina di Assistenti Tecnici" va rettificato in "...una ventina di componenti della rarchia aziendale"
Giovedì 22 febbraio,durante l'assem blea alla quale partecipavano i RaL presentanti di tutte le Filiali, i vari capi e capetti erano stati ripetutamente invitati a parlare ed a spiegare le loro ragioni o comunque i loro punti di vista (se ne avevano) su quanto era stato esposto.
Come risposta si aveva un silenzio completo e ad ogni ulteriore invito vi erano alcuni di questi capi che si sprofondavano sempre di più sotto i tavoli dando la sensazione di non avere nulla da ridire.
Durante lo sciopero regolarmente preannunciato di venerdi 23 febbraio, invece, si è registrata una nuo va gravissima provocazione. Approfittando del fatto che lo scio pero dei tecnici terminava al matti no 25 persone (fra capi e capetti) si presentavano davanti ai cancelli verso le 13 con il dichiarato intento di attaccare il picchetto (in quel momento composto da una decina di per sone fra cui alcune donne).
Questi individui arrivavano quasi di corsa dal passaggio che da in via Padova, dove si erano precedentemente riuniti e, ignorando il passo carraio nhe era completamente sgombro, puntavano verso il picchetto.
Le prime parole erano dell'ing. De Maria: "E adesso come la mettiamo? Questa è la- nostra risposta all'assemblea di ieri". Appena dopo iniziava un taf feruglio in seguito al quale tre perso ne riuscivano a superare il picchetto: De Maria, Cagliano e Gamberini.
De Maria, subito dopo, aggrediva alcune lavoratrici ferme sugli scalini antistan ti l'entrata e nella sua foga aggressicausava la rottura di una porta a vetri; entrava per fare il suo rapporto sulla bravata appena compiuta e, dopo pochi mi
nuti riusciva e se ne andava per i fatti suoi.
Gamberini, invece, entrava e data l'indispensabilità delle sue mansio ni"antisindacali"rimaneva a lavorare mentre Cagliano soffermatosi alle spalle dei picchettanti insultan doli perché non gli permettevano di ritornare dall'altra parte, alla fi ne riusciva a trovare un varco per riunirsi al branco e da lì continua va a lanciare le sue invettive.
Frigeri, nonostante la sua buona vo lontà e gli sforzi non riusciva ad entrare, comunque, insieme ad Albini riusciva ad essere puntualmente in via Restelli per i soliti appuntamenti di selezione del personale.
Poco dopo questi episodi i lavorato ri di Cernusco entravano in sciopero e venivano a Milano a rinforzare la vigilanza davanti alla sede.
I R.S.A.,in un incontro con la Dire zione chiesto per chiarire i fatti e per invitare la Direzione a disso ciarsi dall'atteggiamento irresponsabile dei suddetti capi del personale, ottenevano solo risposte ipocrite ed evasive. Che dire? dei vari De Maria abbiamo già detto tutto. La Direzione fa il suo gioco: fedele alle più bieche direttive confin dustriali, maestra nello strumentalizzare i suoi polli cerca, giorno per giorno, in qualche eventuale gesto d'ira il pretesto per una denuncia, il cuneo per spaccare le lot te dei lavoratori, quelle per il C.C.N.L. e, ovviamente, quelle per la piattaforma aziendale.
I lavoratori hanno dato una risposta precisa ed immediata attuando, nella giornata di lunedì, una serie di manifestazioni di protesta in tutta Italia.