Rafforziamo il
P. C I. per difendere la pace, il lavoro e la libertà.
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Rafforziamo il
P. C I. per difendere la pace, il lavoro e la libertà.
Da io giorni le maestranze dei nostri stabilimenti di Sesto, unitamente a quelle di Arcore e Milano P.R., si battono accanitamente per la difesa delle libertà sindacali e perchè anche nel nostro complesso sia applicato giustamente l'accordo sulla rivalutazione concordato in sede nazionale sino dal
5 agosto 1949. -
Accanimento logico, quando l'industriale
Falck tramite la Direzione Generale, con una serie di provvedimenti che non sono stati altro che una serie di provocazioni, ha tentato di stroncare l'organismo di difesa dei lavoratori (Commissioni Interne) e lo spirito ed il morale di tutti i lavoratori.
A tale scopo infatti nel brevissimo giro di una settimana la Direzione Generale ha creduto bene emanare ordini del genere:
i) - invio di guardie nei reparti degli Stabilimenti, perchè venissero levati i sacrari che ricordano i Caduti di Modena;
- abolizione delle riunioni delle C.I. durante le ore di lavoro, col mancato pagamento delle ore perse per i membri delle
C I. non staccati dalla produzione;
- per discutere colla Direzione Generale, la rappresentanza delle C.I. deve essere composta da 6 rappresentanti operai e 6 rappresentanti impiegati. (I nominativi dei 6 impiegati sono stati fissati dalla Direzione Generale stessa).
Se a tutto questo si aggiungono i tentativi di impedire l'uso degli « albi » e « giornali murali » che dal x945 sono a disposizione dei lavoratori — la proibizione della distribuzione della stampa negli stabilimenti, durante le ore di riposo — i divieti di accesso negli stabilimenti, degli Organizzatori Sindacali, per i contatti cogli organismi sindacali di fabbrica e delle maestranze in relazione ai problemi che riguardano gli interessi dei lavoratori — i divieti di affissione di manifesti di carattere politico sugli appesiti « giornali murali », è facile capire che per l'industriale Falck non si tratta più di rinunciare ad una piccola parte dei grossi profitti, che guadagna col sudore dei suoi dipendenti, coll'applicare l'accordo di rivalutazione.
E' che Falck ha inteso spostare di proposito la lotta dal terreno sindacale-economico, a quello politico-sindacale, e pensa oggi che sia giunto il momento di colpire duro: demolire le C.I. e riportare nella fabbrica la situazione del passato, quando i lavoratori non dovevano che CREDERE - OBBEDIRE e, giunto il momento, COMBATTERE!
In questa sua opera è evidene che Falck si valga di tutti gli elementi che lo possono agevolare in questo suo tentativo, e perciò non ha destato soverchia sorpresa la posizione assunta dai membri impiegati di C.I. delle correnti « liberine » e « indipendenti ».
Questi elementi che pure hanno avuto il voto di fiducia di una parte degli stessi la-
voratori che oggi sono impegnati in dura lotta, e che nel passato sono sempre stati a sonnecchiare tra le quinte (e bene lo sanno gli impiegatr ed equiparati, ancora in attesa delle soluzioni sempre promesse e mai risolte — di problemi gravi quali la mutua aziendale impiegati, la regolamentazione del premio di produzione ecc) si sono svegliati e pieni di sacro fuoco non hanno esitato 'm attimo' a tradire quando si è fatta sentire la « voce del padrone ».
Se con tutto questo Falck ha sognato di incrinare il fronte compatto che si è creato in cgni fabbrica, a quest'ora dovrebbe essersi già ricreduto.
La rispcsta è stata chiara ed inequivocabile; i sacrari dei Caduti di Modena sono rimasti- e rimarranno nei reparti — i membri delle correnti sindacali organizzate nella gloriosa CG I.L. continuano sereni nel loro dovere di guida e difesa dei lavoratori e, se la Direzione Generale vorrà discutere, lo farà
con i rappresentanti voluti dai lavoratori e non con quelli di suo gradimento.
Per il resto, la disciplina e l'entusiasmo coi quali i lavoratori stretti attorno ai loro dirigenti sindacali, continuano nella lotta è la dimostrazione chiara di come sia stata accettata e ben compresa nei suoi fini la sfida lanciata dal « padrone ».
Nè le coercizioni, i soprusi e i tradimenti, riusciranno a dividere le forze. del lavoro in questa lotta, i cui obbiettivi erano e rimangono: applicazione dell'accordo di « rivalutazione » — difesa delle libertà sindacali — tìoddisfacirnento delle rivendicazioni aziendali.
IL SENATORE FALCK, DICHIARANDO LA SERRATA ALLO STABILIMENTO VULCANO, SI E' MESSO FUORI DALLA LEGGE, VIOLANDO LA COSTITUZIONE.
LAVORATORI DELLA FALCK, DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE ED IL DIRITTO AL LAVORO CONTRO I CRIMINALI SOPRUSI DEL NULLA-CRISTIANO ENRICO FALCK
Le maestranze, serrandosi compatte attorno ai loro organismi di fabbrica, non permetteranno il ritorno del:
CREDERE - OBBEDIRE per poi COMBATTERE.
Da quando alla Falck è incominciata la lotta perila rivalutazione, le libertà democratiche e le rivendicazioni interne, i lavoratori del Vulcano si battono con tenacia sempre più crescente, con entusiasmo e con disciplina come nelle altre fabbriche della ditta Falck.
I lavoratori del Vulcano si sono quotidianamente recati in delegazioni alla Direzione locale dello Stabilimento per manifestare la la loro insoddisfazione per quanto riguarda le richieste inoltrate dai loro legittimi rappresentanti e negate dai padroni. La delegazione si è poi battuta perchè la direzione locale si facesse interprete presso la direzione centrale delle giuste rivendicazioni dei lavoratori, tendenti a sollecitare le trattative _on designati da un'assemblea plenaria delle C.I. e non sulla base di nominativi scelti dal Falck.
La visita di queste delegazioni ha innervosito l'ing. Panicucci della Direzione del Vulcano, il quale il giorno 1 c.m. si dava ad urlare e sbraitare come un forsennato, farneticando di « invasioni della Direzione » e di « offesa alla sua dignità personale ». E non finivano qui le chiassose lamentele dell'ing. Panicucci: il degno accolito di Falck, accompagnando il suo fiero sdegno alle minaccie, diffidava gli operai dal compiere nuove visite in Direzione altrimenti avrebbe abbandonato la fabbrica.
Inutile precisare che le visite svolte dai lavoratori della Falck in Direzione sono avvenute all'insegna del massimo ordine e della più posata educazione.
Le minaccie dell'ing. Panicucci non intimorivano affatto i lavoratori i quali, nella serata dello stesso giorno, si portavano in Direzione a elevare alta la loro protesta. Il tutto senza scassinare alcuna . serratura e senza scardinare alcuna porta.
Il gicrno 2, durante la fermata dalle i alle 11,3o, la Direzione usciva in un comunicato nel quale, deprecendo l'« inqualificabile » comportamento degli operai, riteneva responsabile degli atti « vandalistici » consumati dalla delegazirone, i tre operai Alari, Cantù e Caimi.
Contemporaneamente veniva ostacola`o l'accesso nella fabbrica del nostro sindacalista della C.d.L. Porporini, mentre le maestranze erano in sciopero.
Il maresciallo del Corpo di Sorveglianza delle guardie, Andreolo, si opponeva con tutti i mezzi all'ingresso d; Porporini nell'azienda; il pronto intervento degli operai accorsi sul luzgo, faceva sì che gli intendimenti del sig. Andreolo restassero allo stato dei pii desideri.
All'uscita del lavoro lo stesso Andreolo si faceva premura di consegnare agli operai -Caimi e Cantù due lettere nelle quali si an-
nunciava la sospensione indeterminata dei predetti lavoratori, in attesa di un loro licenziamento definitivo.
Al mattino del giorno seguente una sorpresa attendeva gli operai del Vulcano: la Direzione aveva abbandonato la fabbrica, dimostrando una volta di più la sua faziosità ed il suo disinteresse per i problemi dell'azienda.
Gli operai hanno dato ancora una lezione a questi servi del padrone: compatti e uniti essi sono entrati in fabbrica. riprendendo il lavoro come se nulla fosse accaduto. Immediatamente la C.I. si riuniva, formando delle delegazioni:
i) per assicurare l'effettuazione delle paghe agli operai; 2) per il funzionamento della mensa; 3) per recarsi dal Commissario di
P S. a declinare guairai. responsabilità sulla situazione venutasi a creare in seno all'azienda, in seguito alla diserzicne della Direzione locale. La delegazione ha indicato quali maggiori responsabili delle eventuali conseguenze, Falck, la Direziom Generale, quella locale, il questore Agnesina e lo stesso Commissario di Sesto.
Intanto nella fabbrica la C.I. ha provveduto alla circolazione dei cartellini provvisori, ovviando così anche a questo inconveniente. I pronti interventi della C.I. sono valsi a normalizzare la situazione della fabbrica che può così continuare il lavoro, dimostrando che la classe operaia sa anche dirigere la propria azienda assicurando ugualmente la produzione.
Di come agiscano certi dirigenti di reparto soddisfando appieno i loschi fini delle sfere padronali, è stato dimostrato in questi giorni dall'azione svolta da Lin certo ingegnere delle O.M.M. Unione, che pur avvalendosi del titolo di cristiano, non risparmia metodi, che verrebbe definir di disciplina, ma che invero sono degni di aguzzini e non di aomini i quali posseggano il senso della coscienza.
A questa manovra, che determinò il licenziamento più che inqualificabile di un operaio solo colpevole di aver protestato contro provvedimenti di decurtazione dei cottimi, si è sollevato pronta e decisa l'azione di tutti i lavoratori del reparto che scesi in compatto sciopero di protesta hanno fatto sì che il loro compagno di lavoro fosse subito riammesso al suo posto.
FALCK, IL SENATORE D.C. CHE NON
VUOLE CONCEDERE LA RIVALUTAZIONE AI SUOI OPERAI, CHE VUOL STRONCARE OGNI LIBERTA' NELL'INTERNO
DELLA FABBRICA, SI BATTE PER FAR
RITORNARE LA LEGGE DEL: CREDEREOBBEDIRE - COMBATTERE. GLI OPERAI NON LO PERMETTERANNO!
LA CAMPAGNA DEL TESSERAMENTO E RECLUTAMENTO
Cari compagni, come già avrete letto sul Rondò, noi comunisti della Sezione Picardi (Stabilimento Falck) la settimana scorsa abbiamo lancia o la sfida ai Compagni della Breda nella lotta per il tesseramento e reclutamento al Partito 1950.
Gli obiettivi che i C.d.F. si sono posti non sono indifferenti, tanto più se teniamo conto di come sanno battersi bene in tutte le lotte i compagni della Breda.
Noi però non vogliamo perdere questa sfida, ma vogliamo dimostrare ai compagni della Breda, come, pure ai compagni di Sesto S. Giovanni, e di tutta Italia che non solo i Comunisti della Picardi si battono alla testa di tutti gli operai della Falck per strappare al padrone (senatore D.C.) le loro giustissime rivendicazioni, ma sanno battersi anche per rendere sempre più forte e più combattivo il Partito.
La sfida è stata lanciata il giorno 21 febbraio e terminerà il 15 marzo, I comunisti della Picardi in questo periodo si batteranno accanitamente su due fronti: contro il padrone delle Fabbriche e della Confindustria, Falck, l'amico della guerra e dei guerrafondai, l'amico del governo degli eccidi e nemico della pace, del progresso, delle libertà e del benessere dei suoi lavoratori.
Nel medesimo tempo non perderanno un solo istante nel lavoro per il tesseramento e reclutamento, per fare sempre più forte il Partito, affinchè questi riesca sempre megPo a superare tutti gli ostacoli che i nemici chi lavoratori mettono sul nostro cammino.
A questo proposito sappiamo che anche le fabbriche si sono sfidate tra di loro nella campagna tesseramento e reclutamento. L'Unione ha lanciato la sfida al Ccncordia, Vulcano, Vittoria e persino alla Geva.
Chi arriverà prima al traguard e con il maggior numero degli iscritti? .
Ma anche tra compagni e compagni vi sono delle sfide: il compagno Terazzi (membro del Comitato Federale) ha sfidato tutti i compagni e in modo particolare il compagno Petrò a chi porterà più iscrizioni al Partito.
Il compagno Petrò, come prima risposta al compagno Terazzi, ha portato in un solo giorno 5 iscritti al Partito.
Serie difficoltà in questa competizione, il compagno Terazzi ne trova un po' ovunque; al Vulcano il compagno Alari ha accetta:o la sfida e lo stesso succede al Concordia, al Vittoria, alla Geva.
Occorre però che ogni Cellula si mobiliti al completo e che ogni compagno faccia sua la parola d'ordine del Partito. Ogni comunista porti un nuovo iscritto alla nostra grande famiglia.
Dalla sfida con i comunisti della Breda, vogliamo uscirne vittoriosi, e questo avverrà se ogni compagno farà il suo •dovere portando un nuovo iscritto.
Avanti compagni, e nel nome di Lenin, di Stalin, di Gramsci e Togliatti, per la pace, il lavoro, per noi e i nostri figli e per una società migliore senza sfruttamento portiamo nuove centinaia di iscritti al nostro grande Partito!
L'unità e la decisa presa di posizione nella lotta ha dato dimostrazione come negli Aerai del reparto O.M.M. vive ancora quello spirito combattivo che li animava nella lotta contro gli aguzzini fascisti quando allora anche la vita era messa a repentaglio (lo ricordi l'ing. Sordo), hanno riconfermato come questa unità sia la base della vittoria, alla quale tutti i lavoratori devono guardare e trarre esempio di sprone.
Allo stabilimento Concordia l'unità della ,z)„a non è meno che negli altri reparti. Ciò è dimostrato da come gli operai si pongono nei confronti di alcuni crumiri tra i quali spicca per il suo fazioso operato il democristiano Mauri. Questi, da perfetto esecutore degli ordini dei suoi dirigenti sindacali nonchè industriali, per far apparire a questi ultimi come tra gli operai vi fossero elementi che non condividevano la lotta sindacale, si prendeva la briga di marcare le ore ad alcuni lavoratori che avevano partecipato .110 sciopero. Inutile dire che i lavoratori che avevano subito questa illegale azione hanno risposto prontamente rifiutando le ore e bollando col marchio di traditore il D.C. Mauri. indegno di far parte della classe operaia.
Venerdì mattina, mentre gli operai tornavano come di consueto, ai loro posti di.lavoro affiancati nella comune lotta da tutti i membri della C.I. rappresentanti le correnti sindacali democratiche, il signor Marchesi, liberino, alleandosi alla manovra della Direzione, che aveva abbandonato gli uffici, ha ben pensato di porsi in chiara posizione nei confronti dei lavoratori, dando così una inconfutabile dimostrazione di come oggi agiscano tutti i rappresentanti di quelle camere del lavoro formatesi da una scissione tra gli operai,, miseramente fallita, voluta da .dirigen.i come i Falck.
Tip. COMMERCIALE Sesto S. G.