IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO CHIAMA TUTTI I LAVORATORI a íe,51,51eie e u courtultaccaie
tuniummou
Attuo dl letta!
L'anno nuovo è incominciato con un atto di ostilità contro il popolo lavoratore da parte del governo ,democristiano, il quale, mentre da un lato versa una lagrima sulla sorte dei disoccupati e li addita alla compassione pubblica, dall' altro lato, nel pieno dell'inverno, gira ferocemente la vite e decreta aumenti di prezzi che peggiorano le ,:condizioni di tutti.
A questo aggravamento della situazione economica voluto aperta,mente dalla combutta De GasperiScelba-Saragat si aggiunge l'aggra-vamento della situazione politica, cioè la minaccia di gravi misure contro i lavoratori per limitare i loro diritti sanciti dalla Costitu-
zione (diritto di sciopero), il pericolo - incombente. dei licenziamenti in massa, il legame più stretto con il blocco della guerra.
Nove mesi di regime clericale hanno peggiorato le nostre condizioni in tutti i settori; il piano Marshall, esaltato come un tocca-sana si_ è rivelato una truffa, la politica estera ci ha portato al totale asservimento e quella interna alla barbarie.
Il governo dei falsi cristiani" di De Gasperi e degli antisocialisti di Saragat intende continuare su questa strada. Noi abbiamo tutto l'interesse e il sacrosanto dovere di opporci alla loro politica, dobbiamo raddoppiare la nostra attività e il nostro attaccamento al Partito Comunista : sole così sventeremo i piani di affamamento e di guerra che il governo, espressione dei ceti reazionari nostrani e dell'imperialismo straniero, vuole mettere in esecuzione.
VITA DEL 'PARTITO NELLA FABBRICA
Democrazia del Partito
Riferendoci alle voci che corrono fra gli operai della 10° cellula (rep. manubri e pedivelle) sul conto di alcuni compagni del Comitato di fabbrica desideriamo precisare, specialmente al compagno Guarinoni, che nel Partito c'è posto e lavoro per tutti; basta avere la volontà per giovare in qualche modo all'incremento dello stesso perchè la collaborazione di ognuno venga accolta con piacere. Qualunque compagno che avesse critiche e rilievi da esporre è pregato di farlo in sede opportuna, anche per evitare che le sue parole vengano fraintese e deformate da chi ha interesse .a farlo.
Pertanto verrà fatta al più presto -una riunione della 10, cellula, dove ognuno potrà fare tutte le critiche e chiedere le chiarificazioni che lo potessero interessare.
Riorganizzazione delle cellule nel reparto auto
In base alla nuova sistemazione tecnica del rep. Auto si è dovuto procedere alla riorganizzazione e sistemazione delle cellule. Sullitase di questa organizzazione le cellule vengono aumentate da quattro a sei, in modo che il loro lavoro diventi più snellito e più efficace. Questo lavoro implica la creazione di nuovi quadri e da affidamento di una buona riuscita per l'ulteriore sviluppo politico.
Stampa
Riconoscendo la grande importanza che riveste la diffusione della nostra stampa, allo scopo di armare della sua ideologia la classe operaia, senza la quale è impossibile un serio rafforza-
mento del Partito, il Comitato di fabbrica ha iniziato un lavoro organico differenziato per ogni tipo di pubblicazione e per ogni cellula. Alla luce di questa esperienza sarà possibile seguire il progresso di ogni cellula nella diffusione della stampa, stabilire le statistiche é i raffronti che serviranno all'opera di emulazione fra le cellule stesse. Il compagno De Mattia è incaricato di questo importante lavoro; i quadri delle cellule devono facilitarlo nel suo compito.
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Per gli Eroi di Markos
Alle grandi manifestazioni nazionali in onore ed in aiuto dei partigiani greci le nostre organizzazioni non sono state assenti. Le donne dell'U.D.I. aziendale hanno offerto L. 5000. L. 4000 sono state offerte dal comando dell'ex 116° Brigata Garibaldi, alla quale fanno parte la maggioranza dei garibaldini della a Bianchi ».
CRONACHE ORR MANCHI
Nella Commissione Interna
Le elezioni della- Ci. svoltesi il 17 dicembre, hanno, com'è noto, dato il risultato di una netta maggioranza per i comunisti e cioè di 995 voti su 1897 voti validi. Con l'utilizzazione dei resti ci aspettano quindi 5 posti sui 9 da assegnare.
A questo punto i saragatiani (appigliandosi a certe clausole del regolamento accettate da noi allo scopo di mantenere l'unità della C.I. e di impedire la formazione di un doppione di C.I. da pare dei democristiani) misero in contestazione il 5° posto dei cc.fiunisti,• e di qui nacque una situazione di disagio che si trascina ,attualmente.
Resta ben chiaro però, fino a che questa situazione non venga risolta, che la vecchia C rimane l'unica e legale rappresentanza della maestranza.
Bisogna far presente, per comprendere bene i retroscena della faccenda, che in sede di Commissione elettorale i saragatiani Campani ed Eccher, pure dichinraadosi a parole solidali con le altre correnti della F.I.O.M., praticamente appoggiavano i democristiani. La Direzione, di fronte alla quale sta l'importante e 1:7-gente problema della revi-
AVANGUARDIA PROLETARIA gennaio 1948 -
Edito dal Comitato di Fabbrica del Partito Comunista Italiano Officine " E. Bianchi „ Milano - Bollettino N. 3 L' OFFENSIVA INVERNALE DELLA BORGHESIA È IN PIENO SVILUPPO
E SOLIDARIETA' DEGLI OPERAI ALLE AZIENDE COLPITE
APPOGGIO
sione dei cottimi, ha approfittato di tutto ciò per respingere la C.I. dichiarandola decaduta. Ha ricevuto la Direzione comunicazione dalla F.I.O.M. sulla nomina di una nuova C.I.? E allora come fa ad agire in questo modo? E' evidente che essa intende con questo sistema evitare la discussione sui cottimi che è profondamente sentita dai lavoratori.
Tanto per dimostrare come queste minoranze — saragatiani e democristiani — siano ben viste dalla Direzione quale pericolo rappresentino per i lavoratori, facciamo sapere che la Direzione conferma la elezione di due commissari democristiani che rappresentano un sesto dei votanti. I saragatiani, da parte loro, fiancheggiano democristiani Direzione, e l'hanno provato anche sabato mattina nell'agitazione effettuata dagli operai per indurre la Direzione a ricevere i nostri commissari.
Che cosa dobbiamo fare noi? Insistere sul nostro diritto di avere i 5 posti, sola garanzia di fronte alla maestranza di avere una rappresentanza combattiva, leale e che non tradirà mai la causa dei lavoratori. Questo la Direzione lo sa bene, ed è per ciò che adopera ogni mezzo per sabotare la formazione dì una C.I. a maggioranza comunista.
I lavoratori devono comprendere bene queste cose cheli interessano in massimo grado, ed essere vigilanti e pronti perchè gli organismi che difendono i loro interessi non vengano menomati o distrutti.
Quale ultimo atto che conferma una volta di più le nostre asserzioni è venuto il comunicato che la Direzione ha diffuso a centinaia di copie nella fabbrica, tendente a intorbidare le acque a gettare discredito sugli organismi operai. Il tentativo di scaricare sulle nostre organizzazioni la responsabilità degli scioperi è fatto in perfetta mala` fede: tutti ricordano ,infatti — e noi l'abbiamo a suo tempo denunciato su queste colonne — come lo sciopero di ottobre poteva essere evitato, ma fu voluto esclusivamente dalla Direzione, che, solo di fronte alla prova di decisione e di compattezza dei lavoratori, si decise ad accettare quelle ragionevoli proposte che le erano state fatte fin dal 29 settembre. Non quindi la cattiva volontà da parte delle nostre organizzazioni, ma la caparbietà padronale è la responsabile della agitazioni e dei 'conseguenti disagi economici che ne derivano ai lavoratori.
Operai in visita agli uffici centrali
Appena iniziato lo sciopero di due ore del 12 corr., promosso dalla F.I.O.M. per appoggiare le industrie che il governo vuole smobilitare, un gruppo di operai si recò negli uffici amministrativi per discutere con gli impiegati gli scopi e motivi dello sciopero, e la necessità che anche la loro categoria fosse solidale con loro perchè direttamente interessata. A questo punto intervennero i signori Lolli, Gebia, Castelli, della Direzione Generale e il sig. Marangoni dell'Ufficio Personale. Lolli e Gebbia inveirono contro gli operai dichiarando provocatorio il loro intervento. Il sig. Lolli considera la massa impiegatizia degli uffici amministrativi come qualche cosa che può manovrare a suo piacimento contro gli operai. Alcuni impiegati non si rendono ancora conto che tale manovra tendente ad isolarli dagli operai si ritorce contro i loro interessi e contro la loro libertà di manifestare e di scioperare; la Costituzione della Repubblica è stata fatta anche per loro.
Nella discussione avvenuta fra operai dirigenti, il sig. Lolli dichiarò di avere rischiato la vita per la salvezza della fabbrica. A noi risulta, invece, che egli fornicò con tedeschi e fascisti accumulando ricchezze, e che a salvare la fabbrica furono gli operai ai quali oggi egli tenta di togliere ogni libertà e negare ogni miglioramento.
Accidenti alle comodità
Ve lo figurate voi un operaio che al mattino, di questa stagione, giunge di corsa alla fabbrica in bicicletta? Prima di tutto deposita la macchina in via Bronzino, poi vola a cambiarsi in piazza Carlo Erba, indi sì spoglia, e con una semplice tuta (magari sudato) deve percorrere il tratto di via Plinio, e, se lavora al Velo, fa circa 200 metri nella melma, e magari salire quattro piani tutto al/'aperto. Questa maratona, dicono, è più efficace di un grappino. A noi sembra roba da polmonite. Quando là Ditta penserà di porre termine a questo sconcio?
Il Palazzo del Ghiaccio
Il reparto Automontaggio una volta era una fonderia, adesso è un frigorifero; a quando la sua sistemazione?
Piselli al microfono
Durante le operazioni elettorali il saragatiano Brunelli Siro ebbe la felice idea di parlare al microfono nella sala mensa esprimendosi così: — Votate per i saragatiani, così facendo non vi romperanno più i... — al microfono. Perchè? E' evidente che le denuncie e le verità che i comunisti divulgano dal microfono l'opera di unità dei lavoratori che con tale mezzo si sforzano di raggiungere non sono graditi dalla Direzione. I piselli dimostrano la connivenza con essa manifestano chiaramente che sarebbero ben lieti di tappare la bocca ai lavoratori. Accidenti alla democrazia saragatiana!
Una sfuriata del Commendatore
Qualche giorno fa il sig. Lolli, attraversando la strada, scorse un operaio che leggeva l'Unità esposta nel nostro giornale murale. Lo richiamò subito e gli chiese se era dipendente della « Bianchi ». La risposta negativa non smontò il commendatore che gridò:
— Non ha vergogna a leggere quel giornalaccio lì?
Il giudizio espresso sulla nostra stampa ci riempie di soddisfazione, sig. Lolli; vuoi dire che siamo, sulla linea giusta. Un suo elogio ci avrebbe preoccupati.
Come si distinguono
Dal momento che la Commissione elettorale si mise al lavoro per preparare le nuove elezioni della C.I., i crumiri democristiani Mastropirro e Marelli e il loro degno compare saragatiano Brunelli hanno abbandonato la C.I. che era e rimane pur sempre impegnata nel suo compito di difesa degli interessi dei lavoratori. Per noi comunisti e per i compagni socialisti il dovere è di non lasciare la maestranza senza la sua rappresentanza attiva e combattiva.
Pio desiderio
I signori Gebbia e Lolli hanno obiettato ai nostri compagni della C.I. che, essendo in funzione la Commissione
elettorale, essi non avevano più il diritto di rappresentare la maestranza. Troppo comodo! Sappiamo che voi non vorreste la C.I.!
Questo organismo non ha bisogno di ricevere ordini da nessuno; è espresso dalla volontà dei lavoratori e a loro soltanto deve rispondere del suo operato.
la questione dei cottimi
Il nostro compagno Bestetti è stato redarguito dai sigg. Buraggia e Vernetti perchè sulla base dei tempi di lavorazioye gli operai dei reparti Auto arrivano al cottimo del 60%.
Innanzi tutto è da mettere in chiaro che questa punta di cottimo non deve essere considerata come un abuso del capo reparto, ma ch'e è invece inderogabile che tutti i cottimi siano riveduti e aumentati convenientemente sulla base delle altre fabbriche similari che arrivano al 120%. Questo deve essere fatto nel più breve tempo possibile altrimenti gli operai, e i comunisti alla testa, sapranno fare valere questo sacrosanto diritto.
Deve essere rilevato che il cottimo è applicato su una parte della paga (la paga base) e ne risulta quindi ridotta della metà o di un terzo, poichè quella parte di paga che è formata dalla contingenza sfugge alla calcolazione del cottimo. Esempio: un operaio prende L. 59 all'ora e L. 82,25 di contingenza, in totale L. 132.25. Calcolando il 40% di cottimo egli viene a percepire un guadagna di L. 20 orarie; mentre con il vecchio sistema di anteguerra il suo cottimo dovrebbe essere di L. 52.90.
Migliorare la mensa
C'è malcontento fra gli operai per la direzione della mensa che favorisce le enterocoliti con l'abuso di formaggio grana. Lo facciamo più vario questo menù, sig. Pini?
E' ora finalmente di cambiare le schifose stoviglie di metallo e sostituirle con altre di terraglia come già in uso per gli impiegati.
L'istituzione della mensa deve essere migliorata sia come qualità delle vivande che come servizio. Il peggioramento della mensa sarebbe forse un tentativo per indurre i lavoratori a rinunciarvi?
Ricordiamo che la mensa è una conquista dei lavoratori alla quale non. intendono rinunciare, ma che vogliono venga migliorata in tutta la sua struttura. •
Serenatella crumira
E se vi salta il ticchio di fare cosa stramba nella via Pinturicchio sindacalisti in gamba trovate che discorrono di cottimo e salario, e fan passare intanto i grani del rosario.
I « liberini » aclisti voluti da Pastore fanno i sindacalisti cantando « bianco fiore ». Ma noi che non vogliamo essere buggerati, la tessera prendiamo dei nostri sindacati!
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AVANGUARDIA PROLETARIA
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La f5t3inztette • mtgitoie
I ragionamenti, i discorsi che tengono fra loro gli operai finiscono spesso con amare constatazioni sulla loro misera situazione economica e sulle scarse possibilità di uscirne. Ma non sempre la questione viene analizzata in modo comvieto e tanto meno se ne traggono conclusioni chiare che facciano intravedere la possibilità di una soluzione.
Vogliamo cercarla insieme, questa soluzione?
L'operaio si sente schiavo, sfruttato, misero; la sua povertà lo irrita, lo umilia; egli sa che il denaro equivale a libertà, egli quindi non è libero benchè la democrazia formale della società borghese proclami ad ogni momento l'eguaglianza e la libertà di tutti i cittadini.
Questa inferiorità è dunque una fatalità che può essere spezzata solo da un colpo di fortuna (una eredità, un « 12 » al Totocalcio) o da un colpo di audacia combattendo senza scrupoli nella fiera rumorosa della società? Fantasie, sforzi inutili nella maggioranza dei casi. Perchè non pensiamo di raggiungere tutti insieme questa soluzione senza danneggiarci, anzi aiutandoci l'un l'altro? E' possibile? Possibilissimo.
Noi abbiamo conquistato la libertà individuale di esprimere il nostro pensiero, di andare dove vogliamo, di associarci con altri. Non sono piccoli privilegi, bisogna ampliarli per raggiungere il fine supremo.
L'associazione, l'organizzazione, ecco
i mezzi per raggiungere la felicità, la libertà, il benessere per tutti. Noi, uomini isolati, siamo troppo deboli per combattere con qualche speranza di successo. Associamoci e rafforziamo le associazioni che hanno questo fine : liberare la collettività dando a lei la proprietà della ricchezza. Dando, con la nostra adesione, forza a queste associazioni abbrevieremo il tempo necessario per raggiungere questo fine.
L'associazione politica, il partito dei lavoratori, è l'organo di educazione, di elevazione; per esso noi sentiremo la collettività, riacquisteremo la perduta fratellanza fra gli uomini, ci spoglieremo dei nostri egoismi personali, impareremo a lavorare disinteressatamente per tutti e quindi anche per noi personalmente. Il nostro lavoro e il nostro sacrificio sarà così moltiplicato per il lavoro e il sacrificio di tutti. Se noi cessiamo di vivere sbandati, ostili gli uni con gli altri, rinchiusi nel nostro sterile egoismo; se noi comprendiamo la necessità dell'associazione, dell'organizzazione, dell'adesione al partito che difende e sviluppa le nostre aspirazioni, noi faremo opera intelligente ed utile per noi e per i nostri figli.
Uniamoci, quindi, al partito comunista, facciamoci suoi propagandisti, allarghiamolo e rafforziamolo con nuove adesioni, potenziamolo con il nostro aiuto finanziario, facciamone uno strumento forte e perfetto per il conseguimento della giustizia fra gli uomini, per il benessere per tutti. -Facciamo capire a tutti che noi lavoratori vogliamo occupare nella vita il posto che ci spetta.
La questione non è più quindi di « possibilità » ma di « volontà ». Vorranno i lavoratori essere contrari al loio interesse?
IL SEGRETO DI UNA VITTORIA
Se possediamo profondamente la scienza marxista-leninista, se abbiamo fede nel popolo, se siamo strettamente legati alle masse e le facciamo avanzare, riusciremo indubbiamente a sormontare ogni ostacolo e ogni diffiFoltà e le nostre forze saranno invincibili.
MAO TSE-TUNG
La folgorante vittoria delle forze popolari cinesi è ricca di insegnamenti anche per noi. Questa vittoria che ha rallegrato ogni comunista ed ogni democratico non è il frutto occasionale di una fortunata vicenda di guerra, ma è il risultato di una applicazione conseguente della teoria marxista-leninista. La tenacia, la fede, il metodo, la strategia -impiegata dai comunisti cinesi hanno avuto ragione sulla superiorità militare dell'avversario. Nel luglio 1946 Ciang Kai-scek disponeva di quattro milioni di uomini modernamente armati contro un milione di soldati democratici esausti da otto anni di guerra contro il Giappone.
Ma, pensò Mao Tse-tung, la prepon deranza dell'avversario è solo transitoria come pure l'aiuto americano; al contrario le simpatie del popolo sono con noi e influiscono in maniera costante. La nostra guerra è giusta, patriottica, rivoluzionaria; politicamente la preponderanza è nostra.
La strategia, la tattica basate sul carattere di una guerra popolare di liberazione, la riforma agraria che era profondamente invocata da centinaia di milioni di contadini, l'aiuto ai contadini
QUESTI SARMATIANI
E' venuta l'epoca buona per i piselli della « Bianchi » di sfoggiare le loro qualità intese ad accaparrarsi le simpatie dei lavoratori e specialmente delle lavoratrici. L'inverno, le elezioni della C.I., le feste di Natale hanno offerto lo spunto per la loro attività. Attività naturalmente adatta alla loro mentalità e al loro indirizzo politico. Il panettoncino, il finto interessamento, il complimento, la promessa,• il 'sorrisetto, il ricatto sono le armi di cui si valgono questi « socialisti ». Altro che elevamento del proletariato! I nostri clericali possono andare a nascondersi!
Per esempio, le donne hanno dato 60 voti ai piselli nelle elezioni della C.I.; dietro ognuno di questi voti c'è un piccolo dramma, c'è talvolta qualche cosa che non sempre è lecito riferire. Possiamo, in ogni modo, escludere che il loro voto sia dipeso dalle finezze dialettiche, dalla elegante retorica e dalle contorsioni ideologiche di Peppino Saragat.
Ora Natale è passato, le elezioni sono fatte; ma nen per quèsto i piselli. molleranno l'osso. Per chi vuole veramente aiutare i lavoratori a formarsi una coscienza libera e dignitosa, l'azione di questi individui che specula sui bisogni immediati e sfrutta i sentimenti più deteriori dei poveri è un danno che deve essere continuamente denunciato e combattuto.
Non è con i mezzucci indecorosi dei saragatiarii che si può giovare alla classe operaia, essi servono solamente ad indebolirne lo spirito di lotta a tutto vantaggio della borghesia.
medi e alle piccole imprese industriali, il continuo rafforzamento del Partito, la politica di sviluppo delle forze progressive, tutta questa saggia impostazione ha permesso ai comunisti cinesi di battere le forze della reazione, dello sfruttamento e dell'asservimento all'imperialismo straniero. L'insegnamento sul quale richiamiamo oggi l'attenzione dei compagni è, (oltre l'esatta valutazione delle forze in contrasto che' non si misura solo in bocche da fuoco e reggimenti), la tenacia dimostrata dai comunisti cinesi nelle durissime prove sostenute in 21 anni di combattimenti, combattimenti talvolta disastrosi seguiti da atroci rappresaglie e massacri. La profonda fede nella giustizia della loro causa ha sempre animato i forti combattimenti di Mao Tse-tung facendoli superare tutte le avversità, moltiplicando le loro energie, il loro prestigio, il loro numero. La loro vittoria è la vittoria delle loro idee di giustizia e di progresso, dell'idea socialista.
La marcia delle armate popolari Cinesi apre nuove prospettive di sviluppo democratico in tutta l'Asia. Mentre gli imperialisti di Europa e d'America si logorano e si accapigliano fra loro la marcia dei popoli liberi, la marcia del progresso, prosegue in tutto il mondo. Nessuno potrà fermarla.
Compagno, sappi e credi che sei l'uomo più necessario della terra. Nel compiere la tua piccola opera hai cominciato a creare un mondo realmente nuovo Massimo Gorki
Questo partito, inesistente nei momenti della lotta contro il nazifascismo, fa parte del processo di riorganizzazione delle forze della borghesia; è ben visto ed aiutato dai vari Crespi, Valletta e dai preti. A proposito di questi ultimi riferiamo la trovata caratteristica di quel parroco il quale, ad un contadino che gli faceva osservare che Gesù Cristo era un socialista, rispondeva : — Si, è vero, ma era un socialista saragatiano.
I capi saragatiani hanno il compito di verniciare con ipocrite frasi idealistiche e socialiste i piani imperialisti più cinici; essi lavorano per impedire la marcia del proletariato verso una democrazia veramente innovatrice, verso il socialismo; lavorano per isolare la classe operaia dai ceti medi e per minarne l'alleanza necessaria con questi ceti.
Saragat proclama; — La politica del piano Marshall trova tutto il nostro appoggio; io non credo che lo scopo della politica americana sia di ottenere l'egemonia del nostro continente; e Ivan Matteo abbina il piano Marshall alla emancipazione delle classi lavoratrici. Eppure questi signori sanno bene che cosa rappresenta per l'Italia il piano Marshall; le loro parole rivelano la loro disonestà e la loro corruzione. L'atteggiamento tenuto ultimamente al governo da questi individui che vorrebbero diventare i becchini della nostra industria (ricordate le decisioni prese per la liquidazione della S.A.F.A.R. e della Caproni?) é tale aprire gli occhi anche ai ciechi.
La lotta contro i capi del partito saragatiano, contro gli avventurieri della « terza forza », contro gli affamatori dei nostri operai deve essere uno dei compiti fondamentali, non solo per i comunisti, ma per tutti i democratici che lottano per salvare la pace, il pane, la libertà e l'indipendenza del Paese.
AVANGUARDIA PROLETARIA 3
EVHIU 11[[n ODOGO[W
P5i5te una 5a6dola ideologia dei eapitali4ti tendente ad add~enlaie lo 5philo eordattù;o dei laumatoli
Valendosi delle sue enormi possibilità finanziarie e fidando — erroneamente — su una supposta inferiorità intellettuale dei lavoratori, la borghesia (e per essa la Confindustria) sta conducendo una intensa campagna ideologica per indurre i lavoratori a recedere dalle loro giuste rivendicazioni e a convincerli dell'inutilità dei loro sforzi verso un avvenire migliore.
E' naturalmente tutto un castello di falsità, è un cumulo di merce avariata che si vuole spacciare agli ingenui, è un mezzo come un altro per mantenere i privilegi accumulati sulla sfruttamento dei lavoratori.
Un lavoratore cosciente avverte immediatamente, prima ancora dallo stile che dal contenuto, l'insidia che si nasconde nella prosa confindustriale; e sa dove collocare quella stampa tipo la « Gazzetta per i lavoratori » che riceve _gratis tutte le settimane.
Tuttavia le forme usate da questi messeri e le arti sottili che essi impiegano sdno tali che non crediamo superfluo mettere in guardia i lavoratori contro l'offensiva ideologica dei capitalisti.
Diamo un esempio delle argomentazioni gesuitiche che la borghesia passa ai suoi pennivendoli perchè le propinino ai lettori meno furbi:
« Il disoccupato difficilmente rimane ozioso e qualche cosa produce; l'operaio e l'impiegato in esuberanza non solo producono nulla, ma distruggono lavoro altrui ».
Avete visto? Pur di spuntarla sui licenziamenti i capitalisti si arrampicano sugli specchi di una logica di questo genere e si espongono al ridicolo. Lo , avete mai pensato che rende di più un disoccupato che un operaio o un impiegato occupati? Insomma, secondo loro, è più produttivo il disoccupato il quale, supponiamo, raccoglie cicche, che
UNA PAGINA DI LIMA-
Dalla lettura dei maestri del socialismo bisogna trarre la guida per la vittoria del proletariato
Dopo la rivoluzione proletaria in Russia e le vittorie inattese -- per la borghesia e per i filistei — riportate da questa rivoluzione su scala internazionale, il mondo intiero è oggi cambiato, e anche la borghesia è cambiata dappertutto. Essa è impaurita del « bolscevismo », è furibonda contro di esso fino alla follia, e, appunto per questo, da una parte affretta lo sviluppo degli avvenimenti e, dall'altra parte, rivolge tutta la sua attenzione al soffocamento violento del comunismo, indebolendo con ciò le proprie posizioni in un budn numero di altri campi. I comunisti di tutti i Paesi, nella loro tattica, devono tenere conto di queste due circostanze. Il comunismo prorompe vigorosamente da tutti i lati della vita pubblica. La .vita fa valere i suoi diritti. La borghesia può dibattersi, può infuriarsi, può esagerare, può commettere delle sciocchezze, può vendicarsi anticipatamente dei comunisti e ammazzare a centinaia. a migliaia i comunisti di ieri e di domani. Con questo suo modo di agire la borghesia fa ciò che fecero nel passato tutte le classi condannate a morte dalla- storia. I comunisti devono sapere in ogni caso che l'avvenire appartiene loro, e quindi noi possiamo (e dobbiamo) unire la massima passione nella grande lotta rivoluzionaria con la Valutazione più fredda e spassionata dei furiosi sopprassalti della borghesia. Larivoluzione russa fu crudelmente battuta nel 1905, i bolscevichi russi furono sconfitti nel luglio 1917; più di 15.000 comunisti tedeschi furono uccisi •mediante l'abile provocazione degli Scheidemann e di Noske in combutta con la borghesia e .i generali monarchici; in Finlandia é in Ungheria infuria il terrore bianco. Ma in tutti i casi e in tutti i paesi il comunismo si tempra e cresce sempre; le sue radici sono così profonde che le persecuzioni non lo indeboliscono, non lo spossario, ma lo rafforzano. Per
avviarsi più sicuri e più saldi alla vittoria ci manca una cosa sola: e cioè che tutti i comunisti di tutti i paesi acqui stino la coscienza meditata a fondo della necessità di essere quanto più possibile « flessibili » nella loro tattica. Al Comunismo che si sviluppa rigogliosamente, specialmente nei paesi più progrediti, non deve mancare questa coscienza e la capacità di applicarla nella pratica.
LENIN: L'estremismo. malattia infantile del Comunismo, 1920.
hhaitevi, petchè aMiarno 6i4ogno -della uo5Ita intelligenza.
petehè aMianto aogno del uoUto mita5ia4mo.
etganizzatevi, pe • tehè a66ianto 6i5ogrio di tutta la [r(15-ha iotza ANTONIO GRAAISCI
DUE SISTEMI
E' tornato a girare per i reparti il c/ericcauccio mensile «Vogliamoci bene ». Ma per volerci bene non sono sufficienti le buone intenzioni, nè le mistiche contemplazioni, nè gli appelli al « loro buon cuore ».
Occorrono profonde riforme sociali che diano a tutti la pace e il benessere. Tutto il resto iton è che un diversivo per addormentare la gente e indurla a rassegnarsi a tutte le angherie, in attesa del regno dei cieli.
non un loro dipendente regolarmente occupato. Non ci rimane che ringraziare i signori della Confindustria della buona considerazione nella quale ci tengono, e chiedere loro se è su questo strada che intendono servire gli gli interessi del Paese come proclamano alla radio ogni sabato e sulla stampa borghese tutti i giorni.
Con questi fiori di logica la classe dirigente italiana si giudica da sè. Signori della Confindustria, e se parlassimo un po' delle riforme di strut* tura?
NOIANTIRE616102?
Noi comunisti respingiamo l'accusa di irreligiosità.
Noi miriamo a creare una forma sociale che, svincolata dall'attuale supremazia della ricchezza e potenza materiale dell'individuo su ogni altro bene umano, liberi definitivamente lo spirito umano da ogni servitù. Il- Comunismo non considera, fra i suoi problemi concreti, quello se l'universo sia retto o meno da una divinità.. Da questo all'accusa di' ateismo esiste una bella differenza.
Dio, se c'è, non può avere sposato la causa della conservazione sociale, la quale, in tutti i tempi, è andata sempre irrimediabilmente perduta. Questo ragionamento può sembrare semplicistico, ma è sufficiente per dimostrare il nostro atteggiamento sul terreno politico.
Ammettendo che il mondo sia creazione di una divinità, è innegabile che l'evoluzione ne è la legge fondamentale; evoluzione che può attuarsi in qualtmRinnovare la tessera significa assumere I' impegno di lavorare per il Partito, di essere attivi, di portare nel Partito nuovi compagni, ed i nuovi compagni si reclutano lavorando, studiando e lottando attivamente.
que senso, e quindi anche in senso economico-politico, solo attraverso la coscienza dell'uomo. Il principio reazionario della conservazione è quindi da considerarsi un arbitrio umano in contrasto con la legge dell'evoluzione su accennata; e qualunque appoggio che le varie chiese forniscano a tale principio è in aperta contraddizione con ogni sana concezione religiosa.
Il Comunismo combatterà quindi le chiese e le_ religioni solo e unicamente in quanto queste concorrano a contrastare la naturale evoluzione degli ordinamenti e degli istituti sociali, ossia in quanto. cessino di essere religione per diventare reazione:
Se è vero che le religioni possono essere varie, ma che il senso religioso della vita è uno solo, è legittimo sostestenere che chi si professa sinceramente comunista non può non essere tendenzialmente religioso; poichè il comunismo, come idea, è talmente impregnato di quei sentimenti di equità, di solidarietà umana e di altruismo, da poterlo identificare col nucleo morale e ideale che costituisce la parte veramente vitale di ogni religione degna di chiamarsi tale.
E' giusto rilevare però che il Comunismo è profondamente realistico, ritiene insufficiente ogni predicazione ynorale e ideale, ed insiste per la trasformazione economica della società.
4 AVANGUARDIA PROLETARIA
PIETRO SECCHIA