milanosud
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REFERENDUM
Certi vecchi arnesi della propaganda reazionaria e integralista accusano i comunisti di voler « politicizzare » a tutti i costi la campagna elettorale per il referendum.
E' certo difficile indurre alla ragionevolezza chi è abituato a deformare la verità, e tuttavia ci proveremo.
« Superior stabat lupus... » racconta la Favola di Fedro: cioè il lupo stava a monte e inquinava il ruscello. L'agnello sotto e venne accusato dal lupo di sporcargli l'acqua.
Questa volta « a monte » ci sta Fanfani. Quel Fanfani che non perde occasione per rievocare l'infausto 18 aprile 1948, quando la D.C. ottenne la maggioranza assoluta sulla base di una campagna elettorale terroristica, da caccia alle streghe.
La cosiddetta politicizzazione è venuta nel momento in cui la segreteria D.C., senza nemmeno consultarsi con la direzione del suo stesso partito, ha rifiutato ogni possibile discorso, trattativa, compromesso fertile e utile a tutti, sul problema della legge Fortuna-BasliniSpagnoli. Disse allora Fanfani che per la D.C. la questione dell'indissolubilità coatta è « questione di principio », immodificabile e irrinunciabile. Secondo la segreteria D.C., se fosse abolita la legge sul divorzio, solo i cattolici, e non gli ebrei o i protestanti ad esempio, avrebbero la possibilità di risolvere il caso umano di un matrimonio naufragato ricorrendo ai tribunali ecclesiastici, sulla base di una tolleranza concordataria ribadita — con grande coscienza pluralistica e democratica — anche dal voto del P.C.I. che sostenne nel 1947 la inclusione del Concordato nella Costituzione Repubblicana del nuovo Stato italiano.
Qui, in questa presa di posizione illiberale e integralista assunta dal gruppo dirigente democristiano insieme ai fascisti e alla destra clericale, stanno le autentiche radici
GRA TOSOGLIO
della « politicizzazione » del referendum. A questo punto la questione diventa politica, perchè la crociata oscurantista e intollerante imposta da Fanfani è di fatto un attacco politico alla libertà e alla democrazia.
Gli antidivorzisti si troverebbero in gravi difficoltà se facessero appello alla ragione e soprattutto se dicessero la verità; se dicessero cioè che la legge attuale non obbliga nessuno a divorziare, e che abolirla invece significa imporre a tutti — anche a chi ha bisogno e volontà di sciogliere un matrimonio fallito — una indissolubilità coatta.
E' tanto vero e evidente questo fatto che la lacerazione delle cocontinua In 2" pag.
Come è capitato a me, credo sia capitato a molti altri di passare per Via Feraboli e notare che la scuola elementare non è ancora stata ultimata; questo stato di cose ci indispettisce ancora di più se si pensa che sono passati già tre anni da quando il progetto di costruzione della scuola fu approvato e finanziato dal Consiglio Comunale.
Attualmente nel cantiere non vengono impiegati più di una dozzina di operai, e constatando tutto ciò che resta da fare, vuol dire che la scuola non sarà pronta per l'apertura del prossimo anno scolastico; quindi l'anno prossimo i nostri ragazzi potrebbero essere costretti ad andare ancora nei negozi delle torri di Via Saponaro. Dobbiamo inoltre tenere presente un altro fatto.
UNA PRIMA CONQUISTA PER LE CASE MALSANE
La lotta intrapresa dagli inquilini abitanti in case mal ridotte e insalubri situate nella nostra zona — lotta che gli inquilini hanno condotto assieme al SUNIA, alle sezioni comuniste, al Consiglio della zona 15, e ad altri organismi — ha dato un primo risultato positivo.
Infatti nei primi giorni di aprile l'Amministrazione comunale ha inviato 11 ingiunzioni di manutenzione straordinaria ad altrettanti proprietari di casa e riguardano stabili fatiscenti situati: in Via Meda 43; Via Chiesa Rossa 89, 69, 95, 47, 49; Via Mon. tegani 6; Via Feraboli 37; Via Stadera 15/19; Via Gratosoglio 79, 83 (si attende quella relativa i caseggiati di Via Feraboli 39).
Le ingiunzioni impongono ai
,
Una mamma di Gratosoglio guarda suo figlio a scuola in un negozio.
padroni di casa l'obbligo dieffettuare, entro termini stabiliti, tutti quei lavori di riparazione e di manutenzione denunciati dagli stessi inquilini e rilevati dalle competenti autorità sanitarie. Questo, ripetiamo, è solo un primo risultato. L'obiettivo di fondo rimane quello di imporre al Comune, alla Regione e allo Stato lo stanziamento dei fondi e i provvedimenti relativi per dare a tutti i cittadini una casa decente con fitto equo. Cominciando, tanto per riprendere una rivendicazione del SUNIA e del Partito Comunista, dal trasformare quei duecentomila alloggi fatiscenti esistenti in Milano in altrettante abitazioni civili degne di questo nome.
F. Puppis
Recentemente, ad una assemblea di genitori del Quartiere Barona, che avevano occupato le scuole della zona a causa dei doppi e tripli turni, un assessore comunale ha rabbonito i genitori assicurando che per il prossimo ottobre i loro figli saranno trasportati con dei pullman nelle scuole di Via Feraboli.
Noi crediamo sia giusto ribadire che la scuola di Via Feraboli una volta ultimata, e questo dovrà avvenire al più presto possibile, debba e deve servire per risolvere i problemi scolastici del nostro quartiere, per abolire la piaga delle classi nei negozi, e per far sì che questi ultimi siano usati per la loro giusta funzione.
Sia ben chiaro che il nostro non è un discorso campanilistico o che voglia avvallare rivendicazioni di carattere corporativo, continua in 2" pag.
TI PRESENTO LE MIE MOGLI... JUL( .... UNA PER GIORNI PARI E UNA PERI GIORNI DISPARI A à O o o od FERENPUM
ZONA
PERIODICO DEMOCRATICO MAGGIO 1974
LA
"POLITICIZZAZIONE „ E INTOLLERANZA
PER QUANTO ANCORA
SCUOLA NEI NEGOZI
QUARTIERE STADERA - PEZZOTTI
MANCANO AULE
NELLE SCUOLE MATERNE - ELEMENTARI E MEDIE
60 bimbi del quartiere Stadera che devono spostarsi ogni giorno in Via Baroni.
La situazione, come si vede, veramente insostenibile, ma purtroppo la soluzione di questo problema non si prospetta né facile né rapida.
E qui, bisogna dirlo chiaramente, la colpa di questo caos ricade completamente sulle Amministrazioni Comunali di centro-sinistra che hanno consentito un vero e proprio saccheggio urbanistico della nostra periferia. Il Comune, infatti, concedendo licenze edilizie a man salva spesso in contrasto 'con le Norme Tecniche del Piano Regolatore ha fatto sì che nei quartieri Stadera-Pezzotti non vi siano quasi assolutamente più aree libere da destinare a servizi.
Approvato dal consiglio comunale a GRATOSOGLIO VECCHIO un piccolo lotto di:case popolari
In quello stralcio del piano integrativo di edilizia economica e popolare che è stato presentato in questi giorni dalla Giunta alla approvazione del Consiglio Comunale — su sollecitazione del Partito Comunista Italiano, delle Organizzazioni Sindacali e del SUNIA — è compreso anche un minuscolo lotto di nuove case popolari a, Gratosoglio.
La situazione dell'edilizia scolastica pubblica nella parte più settentrionale della nostra zona — da P.le Abbiategrasso fino alla ferrovia — è semplicemente disastrosa.
In rapporto ai circa 27 mila abitanti che vi risiedono i fabbisogni minimi fissati dalla legge risultano essere di 31 aule per la scuola materna, di 86 aule per la scuola elementare e di 60 aule per la media dell'obbligo.
In realtà esistono solo 10 aule
per la scuola materna (ne mancano 21); solo 51 aule per l'elementare (ne mancano 35) e soltanto 34 per la media (ne mancano 26)!
A questa situazione si supplisce con l'utilizzazione di locali impropri e inadeguati, con il sovraffollamento e con il trasferimento di alunni in edifici scolastici più o meno lontani. I disagi perciò ricadono su tutti: sui bambini, sui genitori e sugli insegnanti. I più sfortunati però sono oltre
dalla prima pagina vergenza che deve essere sottoliReferendum neata e denunciata. * * *
scienze si manifesta già e in primo luogo fra i cattolici e fra gli stessi democristiani che sempre più numerosi (sacerdoti, lavoratori delle ACLI, uomini di cultura, teologi, sindacalisti, dirigenti dell'Azione cattolica, magistrati, ecc.) si organizzano per invitare tutti i cattolici democratici a votare << NO », a respingere cioè questa assurda coartazione.
Ma Fanfani e la destra clericale, per evidenti motivi politici, hanno voluto ed imposto lo scontro, e oggi ricorrono all'espediente assai mediocre, di cavalcare il ronzino sfiatato dell'anticomunismo, nella speranza di coprire l'isolamento politico della D.C.. di mascherare il fatto che le critiche alla segreteria democristiana vengono non soltanto dai comunisti, ma dai socialisti, dai repubblicani, dai socialdemocratici, dai liberali, vengono dal campo cattolico e dall'interno della stessa D.C. Questa, come tutti sanno, è la verità!
I Comunisti italiani, in prima fila in tutte le battaglie di libertà di questo dopoguerra, non possono tirarsi indietro: si vota a favore o contro un diritto di libertà, perchè cosi ha voluto la posizione di intolleranza della segreteria D.C.
E non è colpa nostra se la linea seguita da Fanfani ha stabilito una convergenza oggettiva con i fascisti, che da questo insperato reinserimento nel gioco politico traggono lo spunto per moltiplicare le loro criminose attività; una indegna con-
dalla prima pagina
Scuole Gratosoglio ma è bensì il giusto modo di affrontare e risolvere il problema.
Per quanto riguarda la Barona, è meglio che il Comune costruisca scuole anche lì, invece di sballottare gli alunni da un quartiere all'altro costringendoli a forzate migrazioni giornaliere.
E' per risolvere questi problemi che vanno inseriti in tutta l'azione che il nostro Partito porta avanti nel campo della scuola nel nostro quartiere (dall'ampliamento della scuola a tempo pieno, che non può più essere considerato un esperimento, alla risoluzione dei problemi degli handicappati) che chiamiamo alla mobilitazione tutti i genitori e tutte le forze politiche del quartiere, per far sì che la costruzione della scuola di Via Feraboli venga ultimata in tempo utile per il prossimo anno scolastico.
A tale proposito, nei primi giorni di maggio il circolo Palmiro Togliatti della Federazione Giovanile Comunista inizierà una raccolta di firme in calce ad una petizione che chiederà al Consiglio di Zona di indire un'assemblea popolare sulla scuola di Via Feraboli e sulla costruenda scuola media nel quartiere Missaglia anch'essa marciante, con i lavori, con la velocità della lumaca. P. R.
La lotta condotta dai genitori delle scuole di Via Palmieri, unitamente alle forze politiche democratiche e al Consiglio di Zona, ha indotto l'Amministrazione a deliberare la costruzione di una nuova scuola media all'estremo limite nord della nostra giurisdizione, in Via Carlo Bazzi, cioè in una posizione molto decentrata e per di più a ridosso del previsto complesso scolastico polivalente di Via Baravalle. E' una ubicazione molto discutibile, ma è sempre meglio di niente.
Si tratta ora di recuperare delle aree per la costruzione di scuole materne ed elementari, e in primo luogo di recuperare il terreno delle depositerie comunali (fra Via Spaventa e Via Gandino) che una variante del Piano Regolatore ha già destinato ad edilizia scolastica. Ma non basta. Le carenze di aule, di verde e di servizi — mancano tra l'altrò almeno 3 asili nido rispetto alle esigenze della popolazione residente in questo settore della Zona 15 — sono tali che sarà indispensabile chiamare tutta la cittadinanza alla mobilitazione e alla lotta per costringere il Comune ad usare tutti gli strumenti legislativi di cui dispone e che per ora non ha mai voluto applicare. Solo attraverso coraggiose misure dl esproprio (di superfici e di stabili) sarà possibile infatti arrivare a quella dotazione minima di 9 metri quadrati per abitante fissata dalla legge per scuole, verde e servizi, che permetterà anche ai cittadini dei quartieri Stadera e Pezzotti di vivere una vita più civile.
Pasqui A.
milanosud zona 15
Registrato Tribunale di Milano al n. 17 il 16 gennaio 1970 periodico democratico a cura delle Sezioni Clapiz - Lan e Paghini del Partito Comunista Italiano
Direttore Responsabile ROMANO BONIFAC!
Redazione: Via Gratosoglio n. 108 - Via Neera n. 7 e Via Chiesa Rossa n. 109 Tip. ZETA - Via Balilla, 40 20136 Milano- Tel. 8355645
Il C.d.Z. 15, che avrebbe dovuto essere interpellato, è stato invece completamente ignorato; perciò non si hanno notizie precise né sulla sua entità, né sulla sua ubicazione.
Da indiscrezioni ufficiose il nuovo complesso, da realizzarsi in base alla legge 167, dovrebbe coprire una superficie di circa 14.000 metri quadrati situati nell'abitato di Gratosoglio Vecchio, a sud-ovest del Cotonificio Cederna, ai margini del Lambro Meridionale. Di questi 14.000 metri quadrati, 2/3 dovrebbero essere attrezzati a verde pubblico e sui rimanenti dovrebbero sorgere 2 edifici per un totale di circa 140 vani.
Se le cose stanno veramente così, questa scelta — anche se del tutto insufficiente rispetto alle esigenze della zona — risulta accettabile anche perchè non contrasta con le indicazioni fornite dal Consiglio di Zona che ha richiesto un vincolo di ristrutturazione e di risanamento su tutto il nucleo di Gratosoglio Vecchio.
Ora bisognerà battersi affinchè questi nuovi alloggi vengano prioritariamente assegnati agli inquilini delle case degradate di Gratosoglio, così da garantire la permanenza in zona di quelle stesse persone che vi abitano da molti anni in condizioni disagiate, senza alterare cioè quei rapporti umani e sociali oggi esistenti.
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Com'è la legge sul divorzio?
Il primo dicembre 1970 venne introdotta nell'ordinamento giuridico dello Stato italiano la legge n. 898, che reca il titolo <‹ Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio ". E' questa legge quella che viene comunemente chiamata « sul divorzio >> o legge Spagnoli-FortunaBaslini.
Con l'introduzione di questa legge nel nostro Paese, si sancisce la possibilità (e non l'obbligo) di chiedere lo scioglimento dei legami matrimoniali, nel caso in cui i rapporti coniugali siano ormai di fatto e da tempo inesistenti.
E' una considerazione ovvia, ma è opportuno ribadirla, che la legge non impone a nessuno di divorziare, ma che essa permette a quei coniugi che si trovano nelle condizioni espressamente previste dalla legge di sanare situazioni familiari
PERCHELI CATTOLICI DEMOCRATICI VOTERANNO " NO99 IL 12 MAGGIO
diventate da tempo ormai insostenibili.
Il meccanismo fondamentale della legge, e in pratica il fondamento della possibilità di divorziare, sta nella constatazione di una prolungata rottura dell'unione matrimoniale.
Come si vede, sono casi ben precisi che non lasciano alcuna possibilità di interpretazione diversa rispetto a quella che i casi concreti rappresentano, e cioè che il matrimonio è fallito di fatto ed ormai da tempo. Ma vi è inoltre stabilito dall'art. 4 della legge, che in ogni caso, il presidente del tribunale deve tentare la riconciliazione dei coniugi e solo quando i tentativi si dimostrano vani, il presidente del tribunale deve prendere in considerazione la richiesta di scioglimento del matrimonio.
In quali casi si può chiedere lo scioglimento del matrimonio?
quando uno dei coniugi sia stato condannato all'ergastolo o a pena superiore ai 15 anni.
quando uno dei coniugi sia stato condannato a una pena detentiva per avere indotto o costretto l'altro coniuge o un figlio (anche adottivo) alla prostituzione o per avere sfruttato o favorito la prostituzione di un figlio, anche adottivo.
quando uno dei coniugi sia stato condannato per omicidio volontario per tentato omicidio in danno dell'altro coniuge o di un discendente di un figlio adottivo.
Nei casi suddetti, la domanda di scioglimento del matrimonio non può essere avanzata dal coniuge che è stato condannato per concorso nel reato o quando la convivenza è ripresa.
quando vi sia una separazione che dura da almeno 5 anni dal momento della sentenza del giudice che ha sancito la separazione (la durata di cinque anni della separazione legale viene elevata a sette anni quando vi sia una opposizione dell'altro coniuge). quando l'altro coniuge, cittadino straniero, ha ottenuto all'estero lo scioglimento del matrimonio o ha contratto all'estero nuovo matrimonio. quando il matrimonio non è stato consumato.
Gabrio Lombardi, organizzatore della e crociata » antidivorzista ha definito e briganti I, coloro che si sono opposti al referendum. Fra questi « briganti » sono da annoverare migliaia e migliaia di lavoratori, sindacalisti, scrittori, giornalisti, intellettuali e sacerdoti cattolici che si vanno organizzando per invitare tutti i cattolici democratici a votare « NO » all'abrogazione della legge istitutiva del divorzio.
Fra le innumerevoli testimonianze di cattolici che nel merito delle questioni sollevate dal referendum suil'abrogazione della legge del divorzio hanno espresso qualificate e ragionate prese di posizione in favore del mantenimento della legge, riportiamo in sintesi quella di Padre Davide Maria Turoldo al Convegno milanese dei cattolici democratici:
« Vi farò un discorso da prete, anzi da frate. E' questo per un cattolico il momento più vero per agire, scegliere e testimoniare; il momento di dimostrare quali sono le forze che amano la Chiesa, magari pagando di persona ».
« Nella battaglia che abbiamo davanti non si tratta di salvare la famiglia. Questa è una battaglia sbagliata, in tempi sbagliati, in un Paese sbagliato. Gli avversari sono i Gedda, i Lombardi, gli Almirante, la destra D.C., Gava e Andreotti. Dall'altra parte vi è la gente, anche la povera gente che magari non potrà mantenersi due mogli ».
« lo credo nell'indissolubilità, ma non in quella imposta dalla legge, credo nell'indissolubilità che nasce dall'amore fra i due coniugi. Ma prima di tutto c'è un giudizio politico che deve essere dato: basta vedere le forze in campo e pensare in quale regime ci troveremmo a vivere
Lettere in Redazione »
Caro « Milanosud », ...una mia amica mi ha detto che in caso di divorzio, dato che il marito lavora e la donna no, la moglie rimane sola e senza soldi. E' vero?...
Lucia Bertone
E' completamente falso! La legge 898 attualmente in vigore che disciplina i casi di scioglimento di matrimonio (cioè la legge Fortuna-Baslini-Spagnoli), oltre ad essere una legge molto severa che non consente il « divorzio facile », stabilisce che il marito deve somministrare periodicamente alla moglie un assegno proporzionale alle proprie sostanze e ai propri redditi. E per impedire che il coniuge possa sottrarsi a questo dovere stabilisce inoltre che il giudice può imporre al marito di versare direttamente alla moglie una quota del suo salario o stipendio. (In pratica la donna potrebbe ri-
tirare presso la ditta dove lavora il marito la somma assegnatale dal tribunale).
Se invece la legge vigente venisse abrogata (soppressa), allora sì che potrebbe verificarsi il caso di un marito che abbandona la moglie e se ne va lasciandola nel bisogno e nell'indigenza.
Lo dica, cara lettrice, alla sua amica così male informata o così in malafede.
"Un Sacramento non può essere imposto dalla legge„
Spett. Direzione « Milanosud », sono una cattolica credente e praticante, ma non bigotta, e — anche per motivi professionali — sono un'attenta lettrice della stampa quotidiana di tutti gli orientamenti politici e ideali.
Ho avuto così modo di apprezzare gli sforzi compiuti dal vostro partito per evitare l'esperienza dilacerante e traumatiz-
dopo il 12 maggio se vincesse lo schieramento antidivorzista ».
« In questi 3 anni di vita la legge sul divorzio non ha affatto procurato quei disastri che annunciavano i fautori del referendum. Chi non vuole il divorzio è uno che ha troppi interessi da difendere e io a difendere questi interessi non ci sto. Perciò voto divorzio ».
REFERENDUM POPOLAI! é* .e»..ÄÄÄ
rids do ida ai,. Io Ipgge T ~n MA. M. di. di siedi*. di
Cl Per impedire che sia cancellata la legge sul divorzio in vigore da 3 anni ED Per impedire che sia annullata questa garanzia di tutela di nonne e figli El Per impedire che si ritorni all'arbitrio nei casi di irreparabile crisi matrimoniale
zante del Referendum.
Ho notato anche i tentativi di manipolazione e di mistificazione delle informazioni, operati dalla RAI-TV e dai giornali controllati dalle destre e dalla D.C. intorno ai problemi del divorzio., nonchè l'aperta strumentalizzazione che ne fa il M.S.I.
Per quanto mi concerne, pur credendo fermamente nell'indissolubilità del matrimonio, ritengo che un Sacramento non possa essere imposto dallo Stato (magari con i carabinieri!), ma solo dalla coscienza personale. Ho quindi deciso di votare « no » all'ormai vicino referendum abrogativo, e penso proprio che alle prossime elezioni politiche non avrò altra scelta che votare per il vostro partito che ogni giorno di più si conferma un partito serio, responsabile e autenticamente democratico.
Cordiali saluti.
M. Grazia Lentati
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Mentre chiudiamo il giornale in tipografia non conosciamo ancora la portata degli aumenti che deciderà, nei prossimi giorni, il Comitato Interministeriale Prezzi e neppure di quanti punti scatterà la contingenza il 1 ' maggio.
Le ultime rilevazioni dell'aumento dei prezzi (quella definitiva sarà compiuta sui dati fino al 15 aprile) danno per certo che dal 1 maggio la contingenza scatterà di 10 punti. In relazione a questa scadenza il governo ha preso la decisione di riunire il CIP, che dovrebbe decidere nuovi forti aumenti dei prezzi, il 16 aprile, in modo da lasciare i lavoratori privi della modesta compensazione della scala mobile fino ad agosto.
E ancora la peggio l'avranno, come sempre, i pensionati. Infatti va ricordato che il governo ha rifiutato in Parlamento l'adeguamento delle pensioni e degli assegni familiari in base agli aumenti medi dei salari lasciando scoperti di ogni compensazione otto milioni di pensionati. Questa è l'ennesima dimostrazione che, rifiutando l'agganciamento delle pensioni alla dinamica salariale, il governo condanna milioni di pensionati a una vita di stenti e in molti casi di vera e propria miseria. Per imporre una giusta soluzione del sistema pensionistico italiano è necessaria una tempestiva ripresa del movimento di massa e dell'iniziativa articolata aventi come obiettivo la realizzazione della piattaforma rivendicativa unitaria dei pensionati e del movimento sindacale. In particolare si tratta di ricomporre con forza — oltre all'agganciamento delle pensioni di tutte le ca-
Paolo
maestro accademico
tegorie alla dinamica delle retribuzioni — i seguenti fondamentali obiettivi di interesse generale:
il minimo vitale per tutti i pensionati, non certo identificabile nel 27,75 per cento del salario medio dell'industria;
la revisione delle norme sulla invalidità pensionabile sulla base delle proposte a suo tempo avanzate dalle Confederazioni;
la modifica delle norme che regolano i trattamenti di reversibilità, rendendoli uniformi per tutti i settori e realizzando la effettiva parità tra uomo e donna; l'unificazione dei contributi versati a enti diversi e in conseguente unico trattamento di pensione;
l'estensione a tutti i pensionati dei fondi speciali e del pubblico impiego delle norme vigenti nell'assicurazione obbligatoria.
II tutto sulla base di un orientamento inteso a perseguire la massima uniformità normativa tra i vari settori, come concreto avvio dell'ormai improrogabile processo di unificazione del sistema pensionistico italiano.
Aggiungiamo un'ultima cosa. Come il movimento dei lavoratori, anche quello dei pensionati deve respingere il tentativo, portato avanti dalla direzione Democristiana di dividere il movimento popolare attraverso l'imposizione del referendum abrogativo della legge sul divorzio.
Uno dei mali principali che affligge il nostro Paese non è certamente la legge Fortuna-Baslini-Spagnoli, ma bensì la condizione imposta ai pensionati dai vari governi Democristiani che si sono
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