La voce della zona 5(1)

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a cura del comitato di zona E C. I. - Sez. Affolla Dimitrov

Garanzini Grimau

AI LETTORI

Questo giornale stava per andare in macchina quando la nota decisione del Consiglio di Stato, ha costretto il Comune di Milano a rinviare le elezioni dirette per i Consigli di Zona, fissate per il 30 novembre.

Abbiamo perciò ritenuto necessario rielaborare in parte il nostro giornale, mantenendo tuttavia la struttura che avevamo preparato, perchè riteniamo necessario che i cittadini della nostra Zona sappiano con quali proposte i comunisti della zona si presentavano a chiedere la loro fiducia.

Del resto queste nostre proposte non decadono per il' fatto che le elezioni sono rinviate; al contrario i Consiglieri del P.C.I. che saranno nominati entro il 30 Novembre dal Consiglio Comunale ed entreranno a far parte del nuovo consiglio di zona, si impegnano, nel costante confronto con tutte le forze democratiche, a portarlo avanti e a battersi per la loro attuazione.

Le 20 Liste che il P.C.I. aveva presentato per i Consigli di Zona, meritano un poco di spazio su questo nostro giornale, perchè si abbia una visione complessiva dei criteri che hanno guidato il nostro Partito nella formazione delle liste.

Nelle nostre liste erano presenti 27 candidati indipendenti, (artigiani, professionisti, casalinghe, operai, dirigenti d'azienda) che, non iscritti e non militanti nel nostro Partito, avevano fatto loro la parola d'ordine da noi lanciata che diceva — e dice — «Governiamo insieme Milano». Un esame più approfondito delle liste mostra come esse rappresentino appieno la complessa realtà sociale della città: Oltre 200 operai impiegati e tecnici, 4 docenti Universitari, 26 Insegnanti di scuole medie inferiori e superiori, 42 liberi professionisti e dirigenti di azienda, 30 studenti, 36 Artigiani ed esercenti, 7 Artisti.

Infine oltre un quarto dei candidati comunisti, esattamente 108, erano le donne.

UN GIORNALE NUOVO AL SERVIZIO DELLA"ZONA"

Abbiamo trovato tra alcune vecchie carte questo giornaletto di quartiere stampato dalla Sez. P.C.I. Grimau nel 1964. Spicca tra gli altri un titolo di polemica nei confronti del decentramento com'era inteso dall'allora Amministrazione comunale. Come si vede la tematica del decentramento è sempre attuale!

All'indomani del voto espresso il 15 giugno, delineatosi in tutta evidenza il grande successo del Partito Comunista e la generale avanzata dello schieramento di sinistra, fu chiaro a tutti, persino agli am-, bienti politici più retrivi, che il paese era radicalmente cambiato ed esigeva un profondo rinnovamento dei rapporti sociali e politici. Per tanti Comuni, e Milano fra questi, il rinnovamento è stato immediato: una nuova amministrazione ampiamente rappresentativa, popolare e unitaria; un nuovo rapporto amministratori-amministrati; un nuovo costume. Non a caso una delle prime decisioni della nuova giunta riguarda la convocazione delle elezioni — e per la prima volta elezioni dirette — per il rinnovo dei Consigli di Zona. Si tratta di un avvenimento caratterizzante, del quale occorre sottolineare l'importanza ben oltre il fatto contingente) e il noto rinvio deciso in seguito alle richieste ministeriali.

Il P.C.I. si impegna a proseguire il dibattito sul decentramento impostandolo nel senso delle più ampie convergenze delle forze democratiche e popolari, per una elaborazione più attenta ed una soluzione unitaria dei problemi che maggiormente interessano i cittadini di una grande città come Milano: dalla casa ai trasporti, dalla scuola alla sanità, dalla difesa dell'occupazione alla permanenza delle fabbriche nel contesto cittadino. Per questo «la Voce della Zona 5»,

sulla scorta delle passate esperienze dei fogli di zona di quartiere, rinnova la sua veste tipografica e si pone l'ambizioso obbiettivo di divenire strumento di discussione e di dibattito con tutte le componenti politiche culturali, sociali, ricreative, sportive e tutti gli organismi democratici della zona. Il formato «tabloid» e la stampa in roto-offset, oltre a dare una veste moderna e «pulita» al giornale della zona, ci consente una maggiore elasticità di impaginazione e una più ampia possibilità di accogliere le cronache le tematiche dei collaboratori, di assolvere a questa funzione di giornale del Partito, aperto e al servizio della zona.

Questo numero vuole essere un valido ed iniziale contributo ad un più vasto studio e ad un più largo dibattito dei problemi della città in generale e della zona 5 in particolare. La documentazione statistica della realtà socio-economica della zona e le interviste o gli interventi diretti dei rappresentanti le varie forze politiche riportate nelle pagine interne, possono rappresentare l'avvìo ad una più ampia discussione e soluzione unitaria, per i molti problemi aperti per quelli che ancora si dovranno affrontare in futuro. Con la collaborazione di tutte le forze democratiche, «la Voce della Zona 5» vuole essere interprete delle esigenze popolari, strumento di vita democratica e contributo al miglioramento e al progresso della città.

La beffa del decentramento Me - 2 111;12~ Voce di Porta Genova me Voce di Porta Genova 1 NIST11:1 •101..,11 necessita. DI NIRLDR9 RINNOVARE, ma COME ? oppion •••••IMMMIEMMY. NOVEMBRE 1975
PERIODICO DI INFORMAZIONE E DIBATTITO APERTO AL CONTRIBUTO DELLE FORZE DEMOCRATICHE DELLA ZONA Assemblea popolare del Consiglio di Zona 5 del 23.10.75 per il « Baravalle ». •

CONSIGLIO COMUNALE

Commissioni Comunali

ZONA 5

Commissione educazione sport

Commissione cultura

Commissione territoriale

CONSIGLIO DI ZONA 20 consiglieri Presidente

Commissione lav., assist., san.

Il Consiglio di Zona esprime il suo parere su:

Piano urbanistico della zona

Piano per la costruzione di case popolari (legge 167)

Piano delle strutture commerciali

La localizzazione, la progettazione, la costruzione degli asili-nido, delle scuole, dei campi gioco, del verde e delle strutture sociali della zona

L'istituzione, il trasferimento dei mercarti rionali

L'uso dei terreni e degli stabili di proprietà comunale Il rilascio delle licenze edilizie

Il c.d.z. esercita il controllo su:

Mercati rionali e ambulanti Manutenzione e pulizia delle strade Manutenzione del verde Igiene e manutenzione degli edifici comunali e delle abitazioni di proprietà pubblica Attività socio-assistenziali

Commissione ecologia

Eventuali altre commissioni decise dal Consiglio di Zona

Commissione bilancio

Commissione distrib. annona

Il Consiglio dl Zona gestisce direttamente: Attività di promozione culturale sociale degli adulti Iniziative culturali I centri sociali I campi gioco le strutture ricreative e spor tive

Il c.d.z. è presente negli organi di gestione di:

Asili-nido e servizi per l'infanzia Biblioteche rionali Scuole materne comunali Attività parascolastiche Scuole serali comunali Distretto scolastico (diritto allo studio, edilizia, ecc.)

Il c.d.z. in collaborazione con il Comitato Sanitario di zona organizza i servizi di:

Medicina preventiva e di tutela della maternità e prima infanzia (pianificazione delle nascite, maternità, ecc.) Medicina scolastica Medicina preventiva dell'ambiente di lavoro prevenzione dalle malattie sociali (tubercolosi e malattie respiratorie, tumori, ecc.) prevenzione dei disturbi del comportamento e delle malformazioni fisiche educazione sanitaria

TEATRI - CINEMA

Teatre di Via Manusardi 7

Cinema Massimo, Via Torricelli 2

Cinema Orfeo - Viale Coni

Zugna 50

Cinema Cristallo - Via Castelbarco 11

Cinema Ducale Piazza Napoli 27

Cinema Jolly - C.so Colombo 13

Cinema La Fenice - V.le Bligny 52

Cinema Minerva - Via Crema 2

Cinema Savona - Via Savona n. 57

BIBLIOTECHE

Università Bocconi, Via Gobbi 5

Istit. Sieroterapico, Via Darwin 20 Rionale Via Solari, Via Solari 40

Rionale Ticinese, Via Gentilino 14

FARMACIE

Viale Bligny 47

P.le P.ta Ludovica 2

Via Casale 7 Ripa P.ta Ticinese 99

Via Washington 5

C.so Colombo 1

Via Savona 84/A

Via Lagrange 2

V.le Tibaldi 50

Via Washington 98

V.le Tibaldi 22

C.so Colombo 6

V.le Coni Zugna 43

Ripa P.ta Ticinese 33

V.le Coni Zugna 56

Via Bellezza 12

Via Pavia 1

Via Solari 40

C.so S. Gottardo 1

Bergognone 31

Totale Farmacie a Milano 412 = 1 Farmacia x 4203 abitanti

Totale Farmacie Zona 5, 21 = 1 Farmacia x 3741 abitanti

EDICOLE

Via Solari, ang. via Stendhal

Via Savona 5

P.za G.A. Bazzi

V.le Tibaldi

Via Ripamonti (ang. G. Romano)

Via Washington 59

V.le Bligny (ang. via Bocconi)

V.le Liguria 41

Via C. Bazzi

Via Gola 1

Via Tabacchi 2

V.le Sabotino 38

V.le Coni Zugna (ang. via Solari) Via Foppa (ang. Coni Zugna)

Pie XXIV Maggio

V.le Tibaldi Cassala (V. Torre)

Il c.d.z. in collaborazione con il Consiglio Unitario di Zona sindacale

Per svolgere questi compiti il c.d.z. dispone di personale tecnico e amministrativo di mezzi per l'informazione dei cittadini esamina i problemi del lavoro e del mondo produttivo in rapporto con tutte le forze sociali interessate

I c.d.z. con il consiglio comunale preparano:

Il bilancio Il Piano Regolatore Generale e il piano di 167

Il piano dei trasporti I programmi generali di investimento e di intervento

V.le Bligny P.le stazione P.ta Genova Via P. Paoli P.ta Ludovica

P.za Napoli

V.le Coni Zugna (angolo via Barbavara)

SERVIZI VARI

Questura

P.ta Genova, Via Papiniano 58 - P.ta Ticinese, Via Tabacchi 6. Carabinieri P.ta Ticinese - Via Gentilino 15 - S. Cristoforo, Via Montecatini 14. Vigili del Fuoco - Via Darwin. Poste e Telegrafi: Via Vigevano 32 - Via Sambuco - V.le Sabotino 21/a - Via Montevideo.

SAN ITA' Ambulanza medico-chirurgica di Via Bellezza 16

Ambulanza medico-chirurgica di Via Gola 31

Poliambulatori INAM - Vigentina, Via Ripamonti 20

Poliambulanza Ticinese - Via Scoglio Quarto 3 Condotta Medica ComunaleVia Villoresi 16

Pronto Soccorso CRI P.ta Ticinese - Casello ex-dazio Istituti Sanitari Vari: Belfanti Via Darwin 20

OMNI (consultorio pediatrico e Nido) Via Gola 23.

Mercati settimanali:

Via Bossi (mercoledì ore 913) - Via Baravalle (sabato ore 9-13).

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SERVIZI

RINVIATE LE ELEZIONI dei consigli di zona

La decisione di votare il 30 novembre per l'elezione diretta dei Consigli di Zona era per prima cosa un atto di coerenza. E la coerenza tra i programmi e i fatti, tra le promesse e le realizzazioni, non può essere considerata una merce di scambio: essa è al contrario, un aspetto importante e irrinunciabile del «nuovo modo di governare».

La giunta si è imposta giustamente il rispetto di un impegno che il Consiglio Comunale approvò a strà grande maggioranza (hanno votato contro solo i liberali) già prima del 15 giugno. Tuttavia è necessario guardare più in profondità; i Consigli di Zona a Milano, come ogni esperienza di partecipazione e di decentramento, hanno una parte fondamentale nella strategia generale del nostro movimento. C'è una nuova spinta democratica che scuote la struttura decrepita dell'attuale legislazione accentratrice e burocratica.

Più in generale nelle fabbriche, nelle scuole e nei quartieri' è sorto e si è sviluppato un vasto e articolato tessuto, democratico unitario. La classe operaia è alla testa di questo processo di rinnovamento: il punto di partenza è stato infatti la conquista dei nuovi strumenti di unità e di democrazia sindacale nelle fabbriche, che ha modificato profondamente il rapporto di forza fra le classi. In seguito il processo si è allargato investendo complessivamente l'organizzazione della società. Dalla scuola ai quartieri delle città, ai servizi sociali (come le organizzazioni sanitarie) alle comunità locali nelle valli montane e nelle campagne, il vecchio sistema di governo e di potere si è incrinato, i cittadini vogliono essere protagonisti delle scelte che riguardano direttamente la loro vita.

E' una leva molto forte per far saltare le vecchie bardature dello Stato accentrato e burocratico e per contribuire a trasformare la società realizzando pienamente la Costituzione repubblicana.

Ecco, questa è la questione essenziale: una più ampia partecipazione dei cittadini alla vita della collettività e dei comuni attraverso gli organi di decentramento; non è soltanto una condizione necessaria dell'efficienza amministrativa della giunta ma è anche una modificazione' profonda del modo di governare la nostra città.

Ricordiamo tutto questo non tanto per riaprire le antiche polemiche, ormai superate, ma per affermare la necessità di andare avanti, speditamente, nelle esperienze di decentramento e di partecipazione popolare. Certo, ora dobbiamo lavorare in condizioni nuove.

La mobilitazione delle forze democratiche e autonomiste per la elezione diretta dei Consigli di zona di Milano ha contribuito a far sì che il governo presentasse un progetto di legge e aprisse finalmente nel Parlamento un confronto complessivo sulla questione del decentramento — e questo è in sè un risultato di grande valore politico e culturale — tuttavia essa ha suscitato anche accanite resistenze conservatrici.

Molti sono gli aspetti di tali resistenze: ha pesato il sospetto e il rancore del vecchio apparato dello Stato contro le autonomie locali (lo spirito conservatore che dd sempre anima l'alta burocrazia verso le innovazioni); ha pesato anche la preoccupazione politica della DC e di altre forze che preferiscono mantenere il confronto politico sul terreno più tradizionale, timorose che la moltiplicazione dei centri di vita democratica sottolinei ancora una volta la necessità e l'urgenza di una svolta profonda nei rapporti tra le grandi forze popolari del Paese.

Queste resistenze hanno costretto la giunta a rinviare le elezioni, ma certo non potranno in nessun caso ricacciare indietro le esperienze che a Milano e in altre città sono state costruite con la partecipazione unitaria dei comunisti, dei socialisti, dei democristiani, di tutte le forze democratiche e progressiste.

Anzi, il compito principale di tutti i democratici — e dei comunisti in primo luogo — è quello di assicurare la continuità e rapidità nello sviluppo del decentramento.

Per ottenere questo obiettivo la giunta nominerà i nuovi Consigli di Zona entro brevissimo tempo. L'azione dei nuovi organismi potrà contare su una forte e impegnata partecipazione popolare.

I Consigli potranno camminare speditamente per costruire nella pratica una iniziativa efficace, che assicuri non solo un reale controllo dal basso della attività del Comune, ma anche un modo più ampio e organico di programmare e di gestire i servizi sociali nelle diverse Zone.

E' il modo migliore per contribuire alle scelte legislative che il Parlamento è chiamato a fare e per impedire rallentamenti pericolosi. Saranno di fronte in Parlamento vari progetti di legge. A quello del Governo, infatti, che nel merito compie scelte errate e pericolose, si aggiungerà un progetto nostro.

Ce ne saranno anche altri presentati dai democristiani e dalle destre. Il parlamento dovrà garantire la possibilità di votare a primavera: per questo il confronto dovrà essere rapido, anche se ampio e preci-

so. Il succo della questione sta nella prospettiva generale della legge: il governo tenta di irreggimentare dall'alto ogni aspetto del decentramento, con un eccesso di zelo burocratico e lasciando intravedere l'obiettivo di cambiare le cose solo in apparenza per lasciare in realtà tutto come prima. Noi, al contrario abbiamo fiducia nel sistema delle autonomie e vogliamo che siano i comuni stessi a regolamentare i poteri, le funzioni, i meccanismi elettorali degli organi del decentramento. Per questo il nostro progetto fissa soltanto i principi generali.

I termini del dibattito sono molto chiari e per parte nostra accettiamo il confronto più ampio e più rigproso per arrivare a nuove e più ampie intese democratiche.

Anzi, chiediamo con forza questo confronto: lo chiediamo nei Consigli di Zona, nei Consigli Comunali, nelle associazioni, dagli Enti Locali, nel Parlamento. Lo chiediamo, e questa è la cosa più importante, sulla base dei fatti, delle «cose» da fare subito, nel vivo delle lotte contro la crisi economica e per risolvere i problemi del collegamento tra fabbrica e città, della scuola, della medicina preventiva, dell'elevazione culturale di massa.

L'esperienza dei nuovi Consigli di Zona e il dibattito sui progetti di legge non saranno momenti separati. Tale separazione sarebbe una condizione di sterilità politica e culturale.

I due momenti saranno invece strettamente collegati: il dibattito sul progetto di legge si salderà alla vita concreta dei nuovi organismi; alle lotte dei lavoratori, alla partecipazione della cittadinanza. Altre soluzioni sono solo dei palliativi.

Se si vuole discutere della partecipazione e del decentramento non si può dalla discussione escludere gli stessi protagonisti, i cittadini.

TESSERAMENTO

Ciò è falso, non è questo che noi vogliamo. Ciò che vogliamo è rafforzare il Partito nel nostro modo sperimentato e giusto: invitando cioè i migliori combattenti della classe operaia, i protagonisti delle lotte nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri che ancora non siano iscritti al Partito, e farlo; arricchendoci così, e arriccnendo loro stessi.

La campagna per il tesseramento, che vede impegnate tutte le organizzazioni del Partito e della F.G.C.I., ha quest'anno un'importanza e addirittura un carattere nuovo, che deriva dalla grande vittoria del 15 giugno e dalle accresciute responsabilità che tale vittoria pone al P.C.I.

Basti pensare allo sforzo, all'impegno massiccio che vede migliaia di nostri dirigenti fra i più capaci, a tutti i livelli, impegnati nella direzione della cosa pubblica. Alcuni giornali hanno scritto che il P.C.I. è oggi partecipe dell'amministrazione del 60% della popolazione dei Comuni, delle Provincie e delle Regioni Italiane. Forse tale cifra non è esatta, ma certo essa non si discosta molto dal vero.

Ciò significa che vi è la necessità da un lato di accelerare il normale ricambio dei quadri nel Partito; e dall'altro di allargare l'influenza del P.C.I., i suoi contatti, per toccare strati sempre più vasti, nuovi e diversi della popolazione.

Ecco perchè il proselitismo è oggi più che mai un problema politico 'essenziale: dobbiamo essere presenti ovunque, con forza e capacità di convinzione, per spiegare, discutere, trascinare con noi le masse popolari; e ciò è possibile solo accogliendo nelle nostre file migliaia di nuovi compagni, per i quali è crmai maturo il passo da simpatizzanti-sostenitorielettori a membri del Partito.

Si è parlato in questi mesi — si è fatta anche dell'ironia da parte di chi non ha digerito il 15 giugno -- di «corsa al P.C.I.» da parte di opportunisti usi a «correre in soccorso del vincitore».

A metà novembre di quest'anno gli iscritti al P.C.I. erano a Milano 24.812 di cui circa 6.800 donne. L'obiettivo che ci poniamo per il 1976 è di 26.000 iscritti. Ma certamente i comunisti milanesi, muovendosi con lo slancio e con la capacità politica e organizzativa di cui hanno sempre dato. prova, riusciranno a superare tale obiettivo rafforzando ancor più il Partito ed estendendone l'influenza.

Infine c'è un ultimo aspetto che va sottolineato: quello finanziario. In tutti questi anni la media-tessera è aumentata passando da 2.824 lire nel 1971 a 6.200 lire quest'anno. Eppure i compagni e le compagne sono riuscite a superare nel 1975 quell'obbiettivo già tanto elevato, raggiungendo 6.300 lire. Per il 1976 il Partito chiede loro un ulteriore sforzo: l'obiettivo della media-tessera sale, a livello cittadino (ovviamente poi esso varia da Sezione a Sezione) a 7.300 lire.

E' un aumento notevole, gravoso, il cui motivo è peraltro fin troppo evidente: al crescente impegno delle organizzazioni del Partito si aggiunge l'aumento dei costi. Ecco perchè diventa necessario chiedere ai compagni, a tutti i compagni, questo sforzo ulteriore.

E' perfino banale, ormai, dire che il P.C.I. non ha altri finanziatori che non siano i lavoratori: ma è la verità. I lavoratori di Milano lo sanno: e perciò ancora una volta, compiranno uno sforzo generoso per dare al loro Partito i mezzi finanziari che consentiranno di portare sempre più avanti la battaglia per la democrazia e il socialismo.

1975 Sezione Dimitrov 380 Sezione Aliotta 307 Sezione Garanzini 358 Sezione Grimau 297 ISCRITTI AL 18 - 11 - 75 uomini Sezione Aliotta 195 180 Sezione Dimitrov 167 148 Sezione Garanzini 127 85 Sezione Grimau 93 57 RECLUTATI uomini Sezione Aliotta Sezione Dimitrov 20 Sezione Garanzini 5 Sezione Grimau 2 donne 15 19 42 36 donne 1
PER LE RIFORME
LOTTA UNITARIA
LA STRADA GIUSTA PORTARE AVANTI IL TESSERAMENTO

impegno

della giunta "il Baravalle"si farà CHI SIAMO - QUANTI SIAMO

ASSEMBLEA POPOLARE

ALLA ZONA 5

L'ultima assemblea popolare del consiglio di zona 5 che si è tenuta il 23-10, ha trattato l'ormai annoso problema del Baravalle, alla presenza degli assessori Bonzano, Tonioli, Taramelli, con alla presidenza il compagno socialista Merlo, consigliere uscente, che ha introdotto la discussione facendone una breve cronistoria. Ha preso la parola il dott. Rossi del consiglio di circolo della scuola elementare di via Brunacci, che accettando i documenti del consiglio di zona riguardanti le proposte di costruzione di un centro scolastico integrato, ha chiesto, come dimostrazione di buona volontà politica della giunta che venga quanto prima chiusa al traffico e ripulita l'area in oggetto.

Ha chiesto inoltre l'approvazione del piano volumetrico di cui al primo lotto destinato alle scuole dell'obbligo.

Fra gli altri intervenuti è da segnalare il rappresentante della Confesercenti che ha dichiarato la disponibilità degli ambulanti al trasferimento del mercato insediato provvisoriamente sull'area Baravalle inoltre ha chiesto la continuazione di un dialogo con i cittadini della Zona.

Presentiamo in questa pagina alcune tabelle contenenti dati statistici relativi alla nostra zona. Esse possono, ci sembra, contribuire a dare una più precisa conoscenza della zona in cui abitiamo, rivelandone talvolta aspetti non noti.

Ai dati concernenti la zona abbiamo pensato utile affiancare quelli relativi al complesso della città, in modo da poter effettuare agevolmente gli opportuni confronti ed individuare così le caratteristiche specifiche della nostra zona.

Tav. 1 - Distribuzione della popolazione per classi di età

sta della media cittadina, cui fa fronte una più alta percentuale di lavoratori in proprio (sostanzialmente commercianti) e di coadiuvanti (sono generalmente coloro che aiutano i famigliari nella medesima attività lavorativa). Praticamente analogo a quello dell'intera città è invece il dato relativo ad operai ed apprendisti.

La rilevanza del settore commerciale nella nostra zona si riscontra anche dall'analisi della tav. 4 concernente la distribuzione della popolazione attiva per settori di occupazione. La percentuale della popolazione residente nella zona 5 e occupata nel settore del commercio è infatti, come si può vedere, superiore del 2,67o alla media cittadina.

La tav. 5 analizza il modo in cui l'attività commerciale nella nostra zona è suddivisa. Per ciascuna categoria merceologica è infatti riportata

4 - Popolazione attiva per settori di occupazione

L'assessore ai lavori pubblici, Tonioli, ha confermato nel suo intervento la destinazione dell'area, la precisa volontà di dar vita al centro scolastico integrato.

La progettazione sarà unica e l'esecuzione a lotti. Gli uffici tecnici si stanno già occupando della stesura dei capitolati per le gare di appalto-concorso che verranno indette nel più breve tempo possibile.

Gli stanziamenti figureranno nel bilancio 1976, anche se non è ora possibile stabilire la data di inizio dei lavori.

Si è impegnato ad attuare la chiusura al traffico la recinzione dell'area nei tempi tecnici.

L'assessore Bonzano ha sottolineato gli intendimenti della giunta circa la priorità degli investimenti per l'edilizia scolastica. L'assessore Taramelli, decentramento, ha preannunciato che il bilancio comunale, diviso per zone, sarà discusso dalle zone stesse confermando così la validità del decentramento e della partecipazione dei cittadini alla gestione della città e della zona.

La tav. 1 ci presenta la distribuzione della popolazione per classi di età: raffrontando le percentuali dell'intera città con quelle relative alla nostra zona, si nota, tra l'altro, come quest'ultima sia abitata da una popolazione mediamente più anziana, rispetto alla complessiva situazione milanese.

Questa constatazione emerge d'altra parte anche dall'esame della tav. 3 che mostra come all'interno della popolazione cosiddetta «non attiva», il numero dei pensionati ('ritirato dal lavoro') della nostra zona è percentualmente più alto della media milanese, mentre, al contrario, la percentuale di bambini e scolari è relativamente più bassa.

Tav. 2 - Popolazione attiva per categoria pro-

Milano

superficie complessiva di vendita e la percentuale di quest'ultima sul complesso della zona. A fianco sono indicati, come sempre, i valori relativi a Milano nel suo complesso. Vi si nota la percentuale relativamente bassa di metri quadrati dedicati, nella nostra zona, alla vendita di beni ricreativi e culturali e di articoli di abbigliamento, mentre per la grande distribuzione rispecchia la percentuale cittadina, per cui non si vede l'opportunità di ulteriori spazi da dedicare a questa forma di distribuzione.

Tav. 6 - Popolazione per grado di istruzione

6

in poi)

La tav. 2 riporta la distribuzione della popolazione attiva, suddivisa per categoria professionale. Vi si rileva come la zona 5 sia caratterizzata da una presenza di impiegati più mode-

Tav. 5 - COMMERCIO AL MINUTO IN SEDE

Sono intervenuti inoltre, il presidente del Consiglio di Circolo della Brunacci, Maiocchi, un genitore della stessa scuola, Adriana Zio, l'Ing. Almaggioni e il Presidente del Consiglio di zona Giusy Ferrè.

SALUMERIA - LATTERIA - DROGHERIA A

SUTTI

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ETA' ZONA 5 MILANO oltre 65 14.037 15,6°/o 222.515 13,1% 50 - 65 16.974 18,8°/o 314.413 18,4°/o 40 - 49 12.561 13,9°/o 253.257 14,9°/o 30 - 39 12.961 14,4°/o 251.891 14,8°/o 20 - 29 11.939 13,3°/o 225.548 13,2°/o 10 - 19 10.507 11,7°/o 218.793 12,8°/o O - 9 11.124 12,3°/o 217.906 12,8°/o TOTALE 90.103 100,0°/o 1.704.323 100,0°/o Dati aggiornati al Settembre 1975 Fonte: Servizio elaborazione dati del Comune di Milano
fessionale Categoria Zona 5 Città Professionale 0/0 DIRIGENTI 1170 3,3 22956 IMPIEGATI 12588 35,0 272629 OPERAI 13498 37,5 262595 APPRENDISTI 783 2,2 12778 LAV. A DOMICILIO 274 0,7 3605 IMPRENDITORI 682 1,9 11019 LIB. PROFESSION. 1215 3,4 22178 LAV. IN PROPRIO 4687 13,0 73117 COADIUVANTI 1071 3,0 16058 Totale Pop. Attiva 35968 100,0 696936 Dato relativo al 1971 Fonte: Ufficio statistica del Comune di Milano
Tav.
Occupazione oio Settori di Zona 5 Città O/0 AGRICOLTURA 64 0,18 1945 0,28 IND. ESTRATTIVA MANIFATTURIERA 14343 39,88 291673 41,56 IND. COSTR. E IMPIANTI 2046 5,69 32381 4,61 ENEL-ACQUA-GAS 227 0,63 5708 0,81 COMMERCIO 7508 20,87 127561 18,18 TRASP. E COMUN. 1848 5,14 45395 6,47 CREDITO E ASSICURAZIONE 1610 4,48 29152 SERVIZI 7103 19,73 133345 PUBBL. AMMINISTR. 1215 3,38 34584 Totale Pop. Attiva 35968 100,00 701744 Dato relativo al 1971 Fonte: Ufficio statistica
di
la
del comune
(dai
Grado di Zona 5 Città Istruzione 0/0 ANALFABETI 740 0,92 14474 NESSUN TITOLO 15347 19,01 286167 LIC. ELEMENTARE 31607 39,17 611681 MEDIA INFERIORE 20454 25.34 399885 MEDIA SUPERIORE 8714 10,80 207715 LAUREA 3854 4,76 70720 Totali 80716 100,00 1590642 Dati relativi al 1971 Fonte: Ufficio statistica del comune di Milano 3,3 39,1 37,7 1,8 0,5 1,6 3,2 10,5 2,3 100,0 4,15 19,01 4,93 100,00 0,9 18,0 38,4 25,1 13,1 4,5 100,0 SCOLARO IN CERCA DI PRIMA OCCUPAZ. 915 RITIRATO DAL LAV. 11856 BAMBINO 6961 PROPR. BENESTANTE 41 ECCLESIASTICO 8 ALTRA PERSONA 272 CASALINGA 20497 Totale Popolaz. non Attiva 53831 Dato relativo al 1971 Fonte: Ufficio statistica del comune Tav. 3 - Popolazione non attiva Zona 5 13281 24,7 100,0 1031746 100,0 1,7 22,0 12,9 0,1 0,0 0,5 38,1 di Milano 18751 189511 139631 946 1460 6368 393263 Città o/o 281384 27,3 1,8 18,4 13,5 0,1 0,2 0,6 38,1 Tav. 7 - Popolazione per luogo Provenienza LOMBARDIA 55.310 PIEMONTE - LIGURIA 3.177 VENEZIE 7 4 3313 2 CENTRO SUD E ISOLE 16.154 E STTOETRAO 2.353 L E 89.799 Dato relativo al 1971 Fonte: ISTAT Dati relativi al 1974 Fonte: Ripartizione commercio del Comune di Milano di provenienza 61,59°/o 3,6°/o 5,9°/o 8,3°/o 17,99°/o 2,62°/o 100,00°/o
anni
STABILE RAGGRUPPAMENTI Milano in Milano °/o mq. Zona 5 °/0 mq, in Zona superficie di vendita superficie di vendita
ALIMENTARI ABBIGLIAMENTO C BENI PER LA CASA BENI PERSONALI BENI RICREATIVI E CULTURALI F ALTRI TOTALE DETT. TRADIZIONALE GRANDE DETT. ALIMENTARE GRANDE DETT. NON ALIMENTARE 273.259 18,9 232.377 16,1 171.700 11,9 84.083 5,8 94.701 6,6 361.616 25,0 1.217.736 84,3 87.469 6,1 138.818 9,6 18.738 19,7 10,630 11,1 12.841 13,4 4.181 4,4 3.726 3,9 29.937 31,3 80.053 83,8 6.624 6,9 8.882 9,3
VIA GENTILINO, 13 - MILANO TEL. 83.91.294 - SERVIZIO A DOMICILIO MILANESI ANTICHI Il più anziano abitante della nostra zona è un signore nato nel 1863, che ha quindi ben 112 anni! Non si tratta tuttavia del più vecchio cittadino di Milano: nella zona 3 abita infatti un signore dalla rispettabile età di113 anni. TOTALE 1.444 023 100,- 95.559 100,-

Passiamo infine all'esame delle ultime due tabelle qui presentate. La tav. 6 riporta la distribuzione della popolazione per grado di istruzione. La tav. 7 mostra invece il luogo di provenienza della popolazione della zona 5. Ciò che si nota immediatamente è come quasi il 40'/0 degli abitanti siano immigrati da comuni al di fuori della Lombardia. Tra questi il gruppo prevalente è di gran lunga quello proveniente dal Sud e dalle Isole in particolare numerosi sono i pugliesi (5964 pari al 6,64Vo della popolazione della zona) e i siciliani (3798, pari al 4,233/o).

FINALMENTE APERTA

LA SCUOLA MATERNA DI VIA CROLLALANZA.

Liana Marana, una delle madri protagonista della lotta per ottenere la scuola materna di Via Crollalanza.

La Scuola Materna di via Dei Crollalanza è aperta dal 9 di ottobre. Posso dire che gli abitanti del quartiere se la sono conquistata: vi faccio qui una breve cronistoria.

I bambini del nostro quartiere sono stati sino all'anno scorso “pendolari alla rovescia», cioè venivano trasportati in pullman in due scuole: una verso Corsico, una al Gratosoglio.

Altri bambini, in maggioranza figli di lavoratori, erano accolti presso un asilo più vicino, ma privato e questo perchè gli orari dei pullmans: 9,30 - 16,30 non coincidevano con gli orari delle madri lavoratrici.

Stanchi di subire questi disagi, gli abitanti del quartiere già nel maggio 1971 avevano sollecitato all'amministrazione Comunale affinchè venisse costruita una scuola: usarono come sollecitazione la recinzione di un'area.

Nel 1972 furono iniziati i lavori, che procedevano molto lentamente: è inutile dirvi quante delegazioni si siano recate al Consiglio di Zona 5, quante delegazioni siano andate a Palazzo Marino, quante assemblee si siano tenute nell'interno della scuola in costruzione sempre però brillava l'assenza degli assessori interessati.

Tra gli immigrati dalle altre regioni i gruppi più consistenti sono rappresentati dagli emiliani-romagnoli (3888 pari al 4,3370) e dai veneti (3602 pari al 4,9/001).

genitori si preparano ora alla gestione sociale dell'asilo costituendosi in associazione

PER IL DIRITTO ALLO STUDIO

Per la scuola dell'obbligo edifici vecchi e cadenti, il più recente è del 1931 Troppi bambini non trovano posto alle scuole

1700 ragazzi vanno a scuola fuori zona

Questi dati sono ricavati da un documento delle commissioni scuola e urbanistica della Zona 5, documento in cui vengono analizzate le necessità di edilizia scolastica fino al 1978.

A questi dati vanno inoltre aggiunti gli alunni che per le carenze della scuola pubblica o per altra scelta frequentano le scuole private religiose o laiche:

575 alunni nelle scuole materne

196 » » elementari

192 » » medie

Per le rilevazioni dei posti disponibili nelle scuole materne si è proceduto al calcolo considerando valide solo le aule proprie, con un indice di affollamento di 30 alunni per sezione come da D.M. 21-3-1970. Un primo sguardo alla tabella ci indica immediatamente quali sono le carenze nelle strutture di edilizia scolastica nella nostra zona. Nel settore della scuola materna, ad una disponibilità effettiva di 1740 posti alunno, ci sono 2040 iscritti e nella zona sono presenti, individuati come classe di età ben 4200 bambini.

Secondo la pedagogia moderna, la scuola materna va sempre più assumendo il significato di un vero e proprio corso scolastico preelementare, l'impossibilità chela domanda venga soddisfatta crea delle sperequazioni, e allontana nel tempo le prime esperienze di socializzazione.

Nel settore della scuola dell'obbligo la situazione è altrettanto grave, anche qui per sopperire alla domanda si è ricorsi ad aule improprie, dimezzamento di palestre, corridoi, e ad affittanze in edifici esterni, e soprattutto aumentando la densità per ogni aula. Le scuole che sono ricorse all'affitto di locali esterni, costruiti per altri scopi, sono quella di via Borgognone e quella di via Vigevano, con un totale di 21 aule.

Per la scuola media, di fronte ad una popolazione scolastica di 4090 alunni, abbiamo nella zona solo 2 scuole medie con un totale di 1300 posti alunno. La differenza va ad affollare le scuole delle zone vicine.

I presidi delle scuole invase hanno quest'anno sfoderato l'argomento della territorialità per respingere iscrizioni di allievi provenienti dalla nostra zona. E' documentabile il caso di una ragazza abitante in p.le Stazione Genova, che si è vista respingere l'iscrizione da tutte le scuole medie e che solo all'ultimo momento è riuscita a farsi accettare alla scuola di via Ponti.

II pendolarismo dei ragazzi della scuola media verso altre zone, in misura così massiccia specialmente nei dintorni di porta Genova và al di là di un pieno uso delle scuole esistenti, ma crea dei problemi per gli spostamenti e maggiori costi per la frequenza. Anche in questo settore le possibilità di trasformazione della scuola, nozionistica, selettiva, chiusa, in una nuova scuola formativa, aperta alla sperimentazione e alla società con i suoi problemi è possibile solo se si creano le strutture atte a contenerla.

Per attuare il diritto allo studio, principio sancito dalla Costituzione, suprema legge dello stato, mai attuato, è necessaria una profonda revisione, un cambiamento nelle priorità della spesa pubblica.

Solo la fermezza, la volontà degli abitanti di questo quartiere, appoggiati dalle forze democratiche sono riusciti dopo ben quattro anni vedere aperta una scuola, vedendo così realizzato un servizio sociale.

Posso dedurre che per avere un servizio sociale la passata amministrazione ha fatto durarbente lottare i cittadini e sino alla fine non ha tenuto conto della volortà dei cittadini stessi.

Una così macroscopita differenza non è colmabile con il reperimento di aule di fortuna, come nel caso di Alzaia Naviglio Grande, che usa locali annessi alla scuola elementare, nè con il trasferimento di centinaia di bambini verso edifici di periferia in grado di accoglierli.

I disagi che le famiglie e i bambini devono subire con il trasferimento a mezzo pullman sono molteplici: l'orario cessa di essere flessibile per divenire estremamente rigido, in coincidenza con la partenza e arrivo dei mezzi di trasporto. Non è più possibile il servizio di prescuola e di doposcuola, indispensabili per le madri che lavorano.

I bambini inoltre sono sottoposti a notevoli sbalzi di temperatura, strada, pullman riscaldato, strada, scuola riscaldata; le bronchiti, le tossi e le assenze prolungate sono i costi individuali che le famiglie e i bambini devono sopportare. A livello collettivo i costi di questa mancanza di servizio, che, aprendo ampi spazi alla iniziativa privata taglieggia le famiglie che vi devono ricorrere, sono difficilmente calcolabili.

Molto alta è la spesa che il comune deve affrontare per i trasporti scolastici, sottraendola ad altri settori.

Simili ripieghi possono essere accettati solo se temporanei, solo se nel frattempo si ricercano e si attuano soluzioni più valide e durature. La spinta per la trasformazione della vecchia scuola che la presenza dei genitori negli organismi scolastici dimostra non rinviabile, cozza contro queste strutture fatiscenti, (l'edificio più recente risale al 1931). E' logico che la pressione che i genitori esercitano per un ammodernamento della scuola diventi una esplicita richiesta alle amministrazioni locali che vengano usati, e subito, tutti i mezzi per il reperimento di aree e che, privilegiando la scuola dell'obbligo, si dia vita ad una intensa attività costruttiva.

VIA ARGELATI:

il nido nel campo giochi

Stanno per essere ultimati i lavori di costruzione dell'asilo nido in via Argelati, nell'area del campo giochi adiacente la piscina.

Il nuovo nido non copre certo il fabbisogno arretrato, ma è una prima risposta a tante madri lavoratrici, che da tempo richiedevano servizi sociali per la prima infanzia, in una situazione di assoluta necessità: infatti nella zona 5 esiste un solo asilo nido, in via Gola.

La costruzione quindi di questo servizio sociale è un fatto positivo, tuttavia il.Consiglio di Zona e altre forze politiche e sociali del quartiere hanno fortemente criticato la scelta dell'area effettuata dalla passata Amministrazione Comunale. Infatti è stata occupata una parte del campo giochi di via Argelati, così importante per il tempo libero dei bambini in una zona carente di verde pubblico, e la. cui sistemazione era stata conquistata dopo lunghe lotte degli abitanti del quartiere. Per questa ragione il Consiglio di zona aveva da taempo indicato per il nido una altra area di proprietà comunale, sempre in via Argelati, adiacente alla scuola ultimata, si chiede che questa seconda area, ora occupata da rifiuti e sterpaglia, sia attrezzata per il gioco e lo sport e che la sua destinazione pubblica sia confermata nel Piano dei Servizi che l'Amministrazione Comunale sta elaborando.

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SCUOLA iscritti Posti alunno consist. classe di età Materna Elementare Media 2 servizi
1740
6209 1300 1352 39 aule improprie o affittate in edifici privati Gli eccedenti fre4090 quentano scuole fuori della zona
trasporto 4200 da via Savona da Alzaia N. Gr.
2040 4025

Abbiamo chiesto un contributo redazionale a tutte le forze politiche democratiche della zona, e pubblichiamo gli interventi sin'ora pervenuti:

4 MA QUESTI CONSIGLI DI ZONA SARANNO DAVVERO DI TRANSIZIONE?

Erano già state fatte delle elezioni dirette in altre città italiane e non si era gridato allo scandalo, per Milano si sono mossi tutti: Tribunali, Ministri, Consiglio di Stato.

Non si può dire che dal punto di vista del diritto amministrativo non abbiano ragione loro; certo tanta sollecitudine potrebbe anche essere impiegata in altri casi per cui i cittadini attendono soluzioni urgenti.

Adesso abbiamo l'ennesimo rinnovo dall'alto e c'è da chiedersi quanto dureranno questi consigli di zona.

Certo •non poco: tutti sappiamo con che folgorante rapidità, salvo il caso delle leggine che sperperano il denaro pubblico a favore di qualche clientela, vengono approvate le leggi nel nostro Paese.

E poi se non c'è più un interesse politico a spingere i partiti, chi avrà la volontà di portare avanti questa legge?

Le forze che reggono Palazzo Marino vedono premiata una disinvolta manovra di potere che ha conlitto alla creazione del' gruppo MUS-Indipendenti cui verrà assegnato un congruo numero di consiglieri di zona, probabilmente più pingue di quello che sarebbe uscito dalle elezioni dirette per le quali il PSI si apprestava ad accogliere candidati del MUIS nelle proprie liste.

Non credo che sarà la DC a premere l'acceleratore per queste elezioni che non potranno che confermare la fase delicata che sta attraversando questo partito.

Allora rischieremo di avere in carica per molto tempo questi Consigli di Zona non eletti ma ancora una volta nominati.

Per questo, coerentemente alla nostra posizione che è sempre stata quella di arrivare a fare dei consigli di zona degli organi forniti di effettivi poteri, dei municipi di quartiere con le le loro competenze ben definite e con concrete possibilità di essere degli inter:ricutori validi per i cittadini della Zona, abbiamo proposto la riconferma dei consigli di zona precedenti, non per voler riconoscere lo spostamento del voto del 15 giugno, che tra parentesi c'è stato anche in nostro favore, ma per stimolare i partiti in parlamento a fare le cose sollecitamente e seriamente. Ma la maggioranza a Palazzo Marino è stata di diverso avviso.

Dal canto nostro, mentre da un lato impegneremo i nostri parlamentari ad accelerare l'iter della legge, dall'altro, nei confronti dei cittadini che non hanno in tasca la tessera di un partito e che così numerosi hanno risposto alla nostra iniziativa volta a garantire loro il 55% dei posti nelle nostre liste, abbiamo già dato una prima risposta concreta indicando come consiglieri di zona per il P.R.I. una pari percentuale di indipendenti.

Dobbiamo comunque non nasconderci dietro ad un dito: questi consigli dureranno alquanto prima di arrivare alle elezioni.

Cerchiamo che in essi si possa lavorare realmente per il benessere dei cittadini, cerchiamo, salvo trovare sugli argomenti concreti la più larga concordanza, che essi si reggano su di una maggioranza che non contenga, come è avvenuto nel passato per la Zona 5, nel proprio interno i germi dell a paralisi e che abbia di fronte una opposizione politica seria che assolva alla sua funzone stimolante di opposizione e che non si abbandoni a forme di puro ostruzionismo.

della Zona 5 Responsabile del settore Scuola dell'Ufficio Decentramento del PRI

In questo difficile periodo di transizione, che segue la ondata di attività e di entusiasmo provocata dalla prospettiva delle elezioni dirette, è doveroso e opportuno riflettere su ciò che ha significato la prima esperienza di decentramento, iniziata nel 1969. E' quello infatti l'anno in cui, come risposta ai movimenti di massa e alle esigenze di democrazia e di diversa gestione della cosa pubblica; nasce il decentramento, il grande tentativo di favorire la domanda di democrazia dei cittadini. Ci siamo riusciti? Credo che la risposta in questo caso possa essere positiva: il metodo stesso di funzionamento, che prevede le commissioni di lavoro aperte ai cittadini, la periodicità delle assemblee popolari, la puntualità d'intervento sono stati altrettanti momenti di crescita democratica. Il discorso sulle riforme, per esempio, è diventato non soltanto un impor-

Enti

TRIBUNA APERTA

tante tema generale, ma una realtà quotidiana per la quale organizzarsi e lottare. Inoltre ha consentito ai partiti polirtici di produrre «politica», uscendo dall'attività strettamente di sezione per impegnarsi e prendere posizione su fatti della zona. E se questo è stato vero un po' per tutti, lo è stato soprattutto per la Democrazia Cristiana, «snidata» sui problemi e costretta comunque a prendere posizione, rompendo così i meccanismi semplicistici di rispetto «ad ogni costo» della giunta e creando situazioni nuove. Tutto bene allora? Diciamo che c'è ancora molta strada da fare e che l'intenzione è quella di percorrerla tutta, a cominciare dai nuovi rapporti con l'amministrazione e dalla revisione progressiva della macchina comunale, in previsione di un autentico decentramento delle competenze e del rispetto delle norme finali della Costituzione. Il progetto a lungo termine insomma è quello di una gestione diversa dell'area metropolitana, cioè di Milano e del suo hinterland nel quadro più ampio della riforma degli enti locali, in cui siano ridefinite le competenze degli enti superiori. Si tratta di spezzare un sistema istituzionale di «scatole cinesi», dove il governo non delega i poteri alle Regioni, che a loro volta non lo possono 'delegare alle province e ai comuni. Comincia da qui insomma, dal decentramento, il discorso della riforma dello Stato.

« La Repubblica... adegua le sue leggi alle esigenze delle autonomie locali... ». Fino ad oggi •invece gli interventi sono andati in senso contrario, ricordando, solo per citare i più recenti, la riforma delle finanze e l'attuale sospensione delle elezioni dirette previste dal decentramento amministrativo, in attesa di una legge che regoli questi nuovi organismi. Due erano le strade che si potevano seguire: lasciare proseguire le attività elettorali già avviate (Milano e Sesto San Giovanni) e discutere intanto il progetto di legge in Parlamento o far sospendere le elezioni. Ancora una volta la scelta è •stata in questo senso, ancora ci si impone un difficile lavoro di spiegazione e recupero, perchè non venga respinta la richiesta di democrazia dei cittadini. Ci sta di fronte quindi una scadenza importante: lavorare affinchè la legge sia approvata in tempi brevi e sia ampia e rispondente alle esigenze, per favorire la crescita democratica del paese.

PSI - Zona 5

Vittorio Marchetti, consigliere di zona P.C.I.

Parliamo dunque dei Consigli di Zona, cosa sono, come si sono formati, quali sono le loro funzioni, questi i quesiti a cui risponderò. Questi organismi sono sorti nel 1969 in seguito ad una serie di lotte che andavano via via aumentando intorno ai pressanti problemi esistenti nei quartieri cittadini, lotte sostenute da vari oomitati di quartiere e dalla maggioranza dei cittadini.

I Consigli di Zona sono nati con funzioni puramente consultive, ma nel corso degli •armi sono venuti a svolgere un ruolo altamente positivo allargando la partecipazione, attraverso le commissioni, di cittadini interessati a problemi specifici, ma anche e sopprattutto, perchè negli stessi Consigli di Zona andava maturando la coscienza dell'importanza e del ruolo che potevano svolgere se fossero stati dotati di reali poteri, obbiettivo che noi comunisti abbiamo sempre perseguito. Il risultato del 15 Giugno è anche una •risposta positiva al nostro impegno, esercitato ai vari livelli, aprendo la possibilità per la nuova giunta di affrontare i problemi cittadini stabilendo un metodo nuovo, eliminando le storture del passato. Si impone a questo punto un esempio sulla mancata possibilità di incidere sulle scelte di fondo da operare.

Finora ai consigli di zona sono state mandate per il parere, soltanto le richieste di licenza edilizia per le cosiddette «grandi opere» secondo un criterio selettivo che ha impedito agli organi del decentramento di sapere quali trasformazioni si stavano avviando all'interno del loro territorio, poichè attraverso le cosiddette «piccole opere» si procedeva a vere e proprie ristrutturazioni a danno dei vecchi inquilini. I consigli di zona 'avranno ora, l'informazione anche sulle richieste per piccole opere e per l'esecuzione di ingiunzioni, segno evidente della volontà della nuova amministrazione di dare un significato reale al modo di concepire la partecipazione, che non deve essere solo consenso, ma contributo da parte dei consigli di zona per un uso del territorio rispondente a criteri moderni di costruzione della città.

locali e lotte

La classe operaia e Pinsieme del movimento sindacale stanno definendo le loro piattaforme rivendicative con rigorosa coerenza rispetto alle esigenze dello sviluppo economico. Tuttavia ciò non è sufficiente.

Troppo profondi sono, 'infatti, i guasti provocati dalla direzione politica DC e dal prevalere dei privilegi, degli interessi parassitari e corporativi, della speculazione più spregiudicata. La questione resta dunque quella di un indirizzo nuovo dello stato e della società, fondato su un nuovo ruolo del movimento dei lavoratori e sulla mobilitazione unitaria di tutte le forze di progresso, capace di avviare un'organica programmazione dello sviluppo. L'esatta percezione dell'intreccio tra le battaglie rivendicative e la lotta per una nuova intesa fra le grandi forze democratiche e popolari del paese è 'la condizione necessaria per la giusta soluzione della crisi della nostra società.

I compiti e le responsabilità del movimento dei 'lavoratori di fronte alla crisi al fallimento delle vecchie classi dirigenti si sono moltiplicati e ampliati. Le stesse difficoltà incontrate nelle battaglie di 'riforma e nella rivendicazione di un nuovo tipo di sviluppo hanno dimostrato 'l'esigenza di collegare sempre più strettamente e organicamente le

operaie

lotte sociali ed economiche alla lotta politica generale. Va sottolineato la grande importanza delle conquiste che il movimento dei lavoratori ha realizzato malgrado le condizioni di crisi che il nostro Paese ha attraversato: l'unificazione progressiva del punto di contingenza, l'aggancio delle pensioni alla dinamica salariale e la stessa garanzia del salario per la riduzione dell'attività lavorativa. Inoltre nonostante le difficoltà di attacchi esterni e il manifestarsi di contraddiziorii interne il movimento dei lavoratori è riuscito a mantenere sostanzialmente l'unità.

Contemporaneamente i lavoratori hanno mantenuto un grado di combattività e di mobilitazione che si salda alla più elevata coscienza collettiva del loro ruolo nella società. Ed è confermato che i lavoratori vogliono contare di più dall'avanzata democratica del 15 Giugno. Con il risultato elettorale il nostro Paese ha dimostrato di volere una svolta negli indirizzi di governo, in secondo luogo ha respinto la discriminazione anticomunista, in terzo luogo ha creato nuovi rapporti e nuovi equilibri nel tessuto del potere locale. Negli Enti Locali si è sprigionata una spinta per il potenziamento delle autonomie e per la mobilitazione unitaria delle forze di progresso attorno ai comuni, alle province e •alle regioni. Contemporaneamente ha ricevuto un

I consigli di zona non vanno visti come una nuova istanza istituzionale che si somma a quelle previste dalla Costituzione (Regioni, Comuni, Provincie) ma al contrario come una articolazione decentrata e partecipativa del consiglio comunale; sono la traduzione in concreto di quella esigenza di efficenza e di democrazia di cui si diceva prima. Ecco allora che i consigli di zona 'non potranno non avere la facoltà di affrontare qualsiasi problema che sia problema del Comune.

Come comunisti dovremo batterci per superare la fase attuale di funzioni puramente consultive, per evitare che i consigli di zona diventino «sfogatoi» destinati a logorarsi perchè la gente avverte che non è quella la sede reale delle decisioni. Accanto a questo nostro impegno solleciteremo quello di tutte le forze che credono nel decentramento perchè si affidino ai consigli veri e propri poteri che la legislazione e l'assetto istituzionale riconoscono ai comuni.

In ogni caso appare evidente che funzioni e poteri specifici dei consigli di zona sono indispensabili. In sostanza i consigli di zona sono un momento essenziale della politica di decentramento e di partecipazione, sono lo strumento basilare del nuovo modo di governare, ma certamente non esauriscono la realtà più complessa, ricca e articolata, della «partecipazione». Questa è qualche cosa di più: è il permanente rapporto del consiglio e del governo comunale e di zona con gli organismi di gestione sociale, gli organismi democratici, (dai sindacati, ai consigli di fabbrica, ai consigli scolastici), con le organizzazioni sociali, culturali e sportive. Questo è l'obiettivo a cui noi comunisti miriamo e per il quale ci impegnamo a dare fino in fondo il nostro contributo.

Milano, dì 18 ottobre •1975

Il DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO rappresenta indubbiamente una importante conquista sulla strada della democrazia per la effettiva partecipazione del cittadino all'amministrazione della cosa pubblica nello spirito dei più genuini principii liberali e democratici.

La sua realizzazione in Italia segue a distanza di qualche decennio le esperienze in atto nelle nazioni di più antica democrazia: negli Stati Uniti infatti i comitati di quartiere svolgono da tempo la ro attività e godono di poteri che nel •nostro Paese sono ancora nel limbo delle buone intenzioni. Alla semplice enunciazione non è da noi seguito alcun riconoscimento legislativo che sancisca e legalizzi l'iniziativa.

I vertici dei partiti, per timore di perdere le prestigiose leve de! potere ed insofferenti ad un controllo di base da parte della cittadinanza, hanno frapposto ogni possibile ostacolo che ha sinora sostanzialmente vanificato il lavoro di coloro che sono stati chiamati a comporre i consigli di zona ed a collaborare con essi.

Sulla scia di tale 'andazzo vengono ora organizzate elezioni dirette sprovviste non solo del supporto legislativo, ma prive anche di un chiaro obiettivo programmatico: i cittadini non conoscono ancora esattamente le funzioni che dovranno svolgere gli eligendi consigli ed poteri che ad essi saranno conferiti: quindi elezioni all'insegna del sotterfugio e dell'incertezza.

Siffatto comportamento rappresenta, quanto meno, una assoluta mancanza di riguardo verso l'elettorato attivo e passivo ed una prova di poca serietà nell'affrontare un problema che invece meritava e merita la maggiore attenzione.

Quale uomo di legge, componente per oltre un lustro di uno dei più attivi consigli di zona della nostra città, quale democratico e liberale, sensibile quindi al più assoluto rispetto della dignità del cittadino e dello Stato di diritto, garanzia insostituibile di libertà e di giustizia, non posso che elevare la mia protesta ed auspicare che i «quattrocento» consiglieri di zona indirizzino solidalmente la loro «carica» verso il riconoscimento legislativo del decentramento.

Senza tale riconoscimento i consigli •di zona, gli organi che li affiancano e le elezioni dirette dei loro componenti, rimarranno privi di quella validità che li imporrebbe finalmente al rispetto degli enti pubblici e dei potentati partitici ai quali fa molto comodo l'attuale posizione di ambiguità che ritengo inaccettabile. avv.

L'Avv. Chiaffarelli, da noi interpellato, non ha ritenuto di modificare l'intervento che al pari degli altri, era a noi pervenuto prima della sospensione delle elezioni dirette dei Consigli di Zona.

impulso 'la crescita di quel vasto processo unitario di democrazia di base che, dalla scuola ai quartieri, al sistema, sanitario, può rappresentare una leva essenziale per il risanamento e il rinnovamento del Paese.

E in questa logica che la classe operaia, i Comunisti in locci si impegnano in un «.confronto» sui problemi che da parecchio sono rimasti insoluti in ogni Zona della città. Occorre dunque la partecipazione di tutti i cittadini a risolvere unitariamente tutto quello che nei quartieri ha subito distorsioni attraverso la logica dei profitti, affitti elevati, trasporti inadeguati, mancanza di medicina preventiva. I Consigli di Zona devono diventare uno strumento democratico nelle mani dei cittadini, con la collaborazione e la «pressione» dei lavoratori. La .nuova situazione al comune di- Milano derivante dalla vittoria democratioa del 15 giugno, consente una azione più organica e vasta sui problemi della casa, dei trasporti, della program. mazione territoriale, dei servizi sociali. Naturalmente ciò comporta una battaglia contro le tendenze centralizzatrici del governo che soffocano le autonomie dei Comuni, per acquisire agli Enti locali nuove entrate adeguate alle necessità d'intervento. Occorre un forte sviluppo programmato per medio e lungo termine di tutta la domanda pubblica e della spesa dello stato e degli Enti Locali, per i consumi sociali, per l'avvio delle riforme; degli investimenti produttivi degli Enti pubblici e delle aziende a partecipazione statale; degli interventi pubblici diretti a sostenere le prospettive produttive delle piccole e medie aziende ed a orientare tutti gli investimenti. E' in questo contesto che devono essere sostenuti gli orientamenti del Partito e del movimento dei lavoratori.

Pichler Consigliere del PRI
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ICER LA SCUOL

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QUESTI DISTRETTI

«SI HANNO A FARE»

IL 14 DICEMBRE TUTTI A SCUOLA

In ogni singola scuola dobbiamo essere presenti, no1 solo fisicamente, ma presenti con le nostre idee, con le nostro proposte.

Gli organismi che si rinnovano per intero sono i consigli di interclasse per le elementari e di classe per le scuole dei gradi superiori, ed è in questi organismi che si discute sull'azione didattica, sulle scelte didattiche, è a questo livello che si decidono i rapporti tra docenti, alunni, genitori, è quì che si propongono iniziative sperimentali.

E' necessario che si arrivi a queste elezioni dopo aver fornito agli elettori, con una serie di discussioni all'interno delle singole classi, o gruppi di classi parallele, un minimo di capacità critica. Bisogna che in queste discussioni si facciano strada le proposte più valide, scuola per scuola, in modo che la scelta dei rappresentanti venga fatta sulle proposte e non sulle persone, sulla rappresentatività delle prsone. Lo sviluppo di capacità politica, dimostrada dai genitori avvicinandosi alla scuola e superando l'interesse esclusivo per i propri figli, trasformandolo in un interesse più generale, deve tradursi anche in scelte accurate dei propri rappresentanti. Non più il libero professionista o la persona colta perchè parla bene, ma chiunque dica, proponga, anche se in maniera meno elegante, iniziative atte a rinnovare la scuola.

Con proposte concrete nel campo didattico e nel campo educativo, che diano alla scuola quelle capacità di formazione del nuovo cittadino che gli viene affidato, partecipiamo a queste elezioni come elettori e come candidati.

La presenza dei genitori negli organi collegiali è la sicura garanzia che le istanze popolari, le esigenze di rinnovamento siano attuate.

Per tutti i genitori, e per quanti operano nella scuola. l'inizio dell'anno scolastico era atteso come rilancio dell'azione di gestione sociale iniziata l'anno precedente. All'inizio dell'anno però li consigli di classe e di interclasse. le rappresentanze degli studenti e tutti gli altri organismi di durata annuale erano automaticamente decaduti. Rimangono in vita solo i consigli di circolo e di istituto, mutilati questi ultimi della rappresentanza studentesca.

Il ministro Malfatti, l'uomo dal telegramma facile, anzichè stabilire una data valida per tutto il territorio nazionale ha inviato una circolare in cui invita i Provveditori a far svolgere le elezioni « quanto prima », isolandole e staccandole le une dalle altre. In tal modo, non dando loro una risonanza adeguata, si tenta di svuotarne i contenuti limitandone la partecipazione. Strano modo di intendere la democrazia da parte di un ministro, anche se con i pesanti interventi a mezzo telegrafo, tentando di imporre la chiusura dei consigli, aveva dimostrato di volere una partecipazione limitata. E che dire della dimenticanza dei distretti scolastici? Perchè non se ne è parlato, perché non sono state fissate le date e le modalità di queste elezioni?

Operando all'interno dei consigli di circolo o di istituto si avverte la necessità di stabilire dei collegamenti esterni con altre scuole o come nel nostro caso con i Consigli di Zona. Questo collegamento, può avvenire nelle commissioni scuola delle zone, che non possono però supplire alle funzioni del consiglio del distretto scolastico.

La legge prevede per il Consiglio di distretto scolastico la partecipazione non solo degli «addetti ai lavori» ma anche delle varie componenti della società, rappresentanti del comune, delle organizzazioni dei lavoratori ecc. e non impone come nei consigli di circolo e di istituto una maggioranza precostituita di personale della scuola.

Forse sono proprio queste caratteristiche, questa presenza dei lavoratori all'interno di questi organismi a spaventare e a rallentare l'azione del ministro.

Come comunisti ci batteremo perchè avvengano quanto prima le elezioni per il distretto scolastico.

Il 14 dicembre prossimo si terranno, indette dal Provviditore agli studi della provincia di Milano, le elezioni per il rinnovo dei consigli di interclasse, di classe, di disciplina, e si provvederà al rinnovo della rappresentanza studentesca, dove previsto in tutte le scuole della nostra zona.

E' una data importante, è un avvenimento importante, da non sottovalutare. Sarebbe stato necessario che queste elezioni venissero tenute contemporaneamente in tutto il territorio nazionale, abbinate alle elezioni dei consigli di distretto scolastico, per dar loro una maggior risonanza che si sarebbe tradotta in una maggior partecipazione degli elettori.

Da parte del Ministro della Pubblica Istruzione, così sollecito a spedire telegrammi con una personale e restrittiva interpretazione sull'apertura al pubblico delle sedute degli organi collegiali, si è scelto la via del ritardo nell'elezione dei distretti scolastici e la minimizzazione delle altre elezioni, demandando ai provveditori la facoltà di fissarne le date, mortificando e riducendo la partecipazione di genitori e di studenti.

In qualche mese •di zattività, la presenza deir genitori e degli alunni al governo della scuola ha dimostrato una così alta capacità di rinnovamento e costituendo di per se un collegamento con la società che cambia, trasportandone all'interno della scuola le esigenze.

La dimostrazione di quanto avessero torto i tardivi imitatori della contestazione sessantottesca a predicare « lo astensionismo attivo » è l'obbiettiva alleanza che si è verificata tra loro e i settori più conservatori e retrivi della scuola, che avevano paura del nuovo e della minacciata gestione sociale.

Ci sembra utile citare un giudizio dell'Espresso del 12 ottobre 1975: « I decreti delegati hanno aperto alla scuola italiana prospettive assolutamente nuove, hanno messo in moto una macchina dal funzionamento imprevedibile. Una macchina che subito ha incominciato a scappare di mano a chi, dopo averla progettata si era illuso di farla girare nel senso dei propri interessi... ».

Fatto importante dicevamo all'inizio e questa ed altre testimonianze ce lo possono confermare; occasione importante a cui dobbiamo arrivare preparati.

PRIORITARIO PER LA GIUNTA IL PROBLEMA DELLA CASA

Scongelati 20 miliardi

La nuova giunta municipale, uscita dalle elezioni del 15 Giugno, ha dato giustamente la priorità al problema della casa. L'urgenza di arrivare alla soluzione di questo problema è nota a tutti. A Milano giacciono 40.000 domande per le case popolari. Solo nella zona 5 oltre 21.000 persone risiedono in case degradate, senza servizi interni, in condizioni igieniche non più accettabili.

I primi interventi della giunta non si sono limitati ad abbozzare dei programmi, ma sono entrati nel vivo del problema. Le case costruite dall'ICAP con i saldi dei lavoratori, destinate spesso in passato a coloro che potevano pagare quote elevate per ottenere il riscatto dell'appartamento, sono state destinate a semplice affittanza, a canoni popolari e già assegnate ad inquilini, in base ad un'indagine promossa dalla prefettura e da una commissione composta da tutti gli organismi democratici, compresi i rappresentanti dei Consigli di Zona.

Pertanto l'assegnazione si è svolta non più in base al clientelismo, ma tenendo conto degli effettivi bisogni dei richiedenti. Un'altro atto politico-amministrativo concreto è stato lo scongelamento dei 20 miliardi destinati a piani di edilizia popolare e mai utilizzati. In questo senso si è già cominciato a lavorare nel quartiere Garibaldi e in altre zone della città per la costruzione e ristrutturazione di case per lavoratori.

L'impegno della Giunta è quello di arrivare velocemente all'approntamento di strumenti necessari per iniziare a risolvere il problema dell'abitazione. Il primo e più urgente è quello della definizione del piano di 167, che può trovare senso solo nell'adozione di un nuovo piano regolatore, strumento necessario per porre fine ai processi speculativi e che deve essere completato con un piano per i servizi e un piano commerciale.

Le 20 zone del decentramento, dietro invito dell'assessore, compagno Cuomo, stanno riesaminando tutti i piani di 167 formulati a suo tempo per lil reperimento delle aree da destinarsi a case per lavoratori. La nostra zona ha già completato questo lavoro e prossimamente si incontrerà con l'assessore, sia per illustrare il piano, sia per far presente l'urgenza dei provvedimenti da prendere in zona. La commissione urbanistica del Consiglio di Zona ha già iniziato lo studio per la proposta di reperimento delle aree per servizi. Anche in questo campo le carenze della zona 5 ed in generale della città sono notevolissime. Da più parti si reclama la necessità di asili nido (oggi ne esiste uno solo con 50 posti su una popolazione di 96.000 persone), di scuole di ogni ordine e grado. Centri sanitari, antitumorali, servizi assistenziali per anziani, centri sociali e culturali, biblioteche, centri sportivi sono tutti servizi mancanti nella nostra zona e in generale nella città.

Una volta approvati il piano di 167, il piano dei servizi e il nuovo piano regolatore, esisteranno i primi strumenti

necessari per l'avvio concreto della trasformazione della città, andando così a una soluzione degli squilibri territoriali favoriti dalle amministrazioni precedenti. Senza questi strumenti non è possibile fermare lo sconvogliamento della zona che si manifesta, ad esempio attraverso la continua espulsione delle attività artigianali, della piccola e media industria, dal ceto popolare allontanato dalle vecchie case per far posto all'insediamento di uffici di attività terziarie con con-seguente corsa al rialzo degli affitti.

Sono grossi nodi che debbono essere sciolti. I comunisti nell'interno degli organismi democratici nella zona 5, così come negli enti locali a livello comunale, provinciale e regionale si sono sempre battuti per la loro soluzione ricercando continuamente un collegamento con tutti gli strati sociali della zona; questo è il senso delle assemblee indette dal P.C.I. aperte a tutti i lavoratori che si tengono in questi giorni in tutte le sezioni della città. La più grande partecipazione, il più grande contributo di idee, la più serrata critica sono il contributo migliore per un lavoro che SIA LEGATO ai problemi della cittadinanza.

La partecipazione all'amministrazione della cosa pubblica di tutti i cittadini, è indispensabile per poter meglio e più velocemente portare a soluzione i grossi problemi urbanistici e territoriali della zona.

PER TUTTI I NON MUTUATI

Questo modulo serve per l'iscrizione al ruolo regionale e dà diritto all'assistenza ospedaliera per tutti coloro che privi di assistenza mutualistica, ne facciano richiesta.

Per informazioni rivolgersi al Comitato sanitario di zona.

REGIONE LOMBARDIA Aziezmeareto alla Santtà Al Sindaco dl

Il sottoscritto icognonla, flOMN nato a residente a via domulkato • vie

CHIEDE r] di essere iscritto nel n di iscrivere il proprio familiare convivente nel ruolo regionale di ruolo regionale di cui cui all'ari 18 della legge 15 gennaio 1975 n 5 all'ari 18 della legge regionale 15 gennaio cognome e nome 1975, n 5 nato a professione

DICHIARA a tal fine di aver preso ano, anche agli effetti del pagamento. delle nonne che disciplinano l'iscrizione ed in particolare degli articoli 18, 19, 20, 21, 22. 23, 20 della legge regionale 15 gennaio 1975. n 5. e di essere iscritto nei ruoli dell'Esattoria di con il n di coda data firma

•COMUNE DI N d'ordine

Si attesta che il soggetto per il quale • richieste l'Iscrizione al ruolo regionale ha diritto all'assistenza ospedaliera a carico della Regione Lombardia con decorrenza dal

IN mamme« mie h, viam ~Mani a• ama arammena mmiaMbirs por allre P* m.... m ciani e gionii. Si dichiara che il soggetto ha avuto diritto all'assistenza ospedaliera lino al giorno quale iscritto presso l'Ente Mutualistico quale iscritto nel ruolo della Regione avente diritto all'assistenza come A dimostrazione di tale diritto ha esibito i seguenti documenti

NOTIZIE SUI COMITATI SANITARI DI ZONA ( C. S. Z.)

Si tratta di organismi istituiti in tutta la regione Lombarda con legge regionale 5-12-72 37 con il compito di avviare e favorire nel rispettivo territorio la partecipazione delle comunità locali nella preparazione della riforma sanitaria. Nel territorio comunale di Milano in ciascuna delle 20 zone del decentramento amministrativo ne è stato insediato uno, purtroppo con enorme ritardo rispetto alle disposizioni della legge.

Si riunisce nella sede del Consiglio di Zona 5, Viale Coni Zugna.

Lettera inviata dal P.C.I. Comitato Coordinamento Zona 5 - Milano alla Sezione Ticinese della Democrazia Cristiana - Milano li, 25 ottobre 1975

A nome del Comitato di Coordinamento di Zona del P.C.I., vi esprimo la solidarietà per l'occupazione della vostra sede e dei locali del teatro parrocchiale che avete subito in questi giorni per opera di gruppi provocatori ed irresponsabili che ritengono di consi' derare certe difficoltà e carenze come motivi sufficienti e giustificativi di metodi che sono estranei al movimento operaio e popolare organizzato.

Nel ribadire la nostra volontà di batterci per superare le gravi carenze presenti nella nostra zona anche sul piano delle strutture culturali, ricreative, sportive ( causate anche dal fatto che poco è stato fatto dalle precedenti amministrazioni) ci dichiariamo da una parte aperti al confronto su questi problemi con le forze politiche, sociali e culturali della zona e dall'altra parte disponibili non solo per la condanna di quanto è accaduto, ma anche per un'azione di orientamento e di mobilitazione per isolare chi si fa promotore di azioni irresponsabili di questa natura.

p. Il Comitato di Zona 5 P.C.I. Libero RAGGI

Il presente sostituisce per tre mesi dalla data odierna il documento 04 iscrizione che sarà rilasciato a norma dell'ad 19. ultimo cornma della legge regionale 15 gennaio 1975, n 5
4 a.

LA LOTTA DELLA BARALDI

UN PIANO DI EDILIZIA POPOLARE

Tutti i lavoratori della società hanno deciso di proseguire la lotta fino in fondo, per la ripresa del loro posto di lavoro e per' reagire ai soliti tentativi di indebolimento della classe lavoratrice da parte dei padroni e del sistema borghese.

I lavoratori della BARALDI S.p.A. presidiavano in assemblea permanente la fabbrica sita in Via C. Torre, 23 a seguito della proceduia di concordato preventivo richiesto dalla Direzione.

Si è decisa questa forma di lotta in quanto i lavoratori volevano chiarire le cause che avevano provocato una situazione di tipo fallimentare in una azienda produttiva smascherando in tal modo i disegni reazionari del padronato; si è quindi portato avanti un lavoro dí sensibilizzazione dell'opinione pubblica mobilitando le forze politiche degli Enti locali.

Il 7 Ottobre l'amministrazione della società veniva convocata presso il Giudice che aveva già preso visione della relazione sfavorevole del Commissario Giudiziale e decretava il fallimento; di conseguenza i lavoratori decidevano di passare dalla fase di Assemblea Permanente a quella di Occupazione.

Il 3 novembre il curatore del fallimento, Dott. ADINOLFI, anche grazie all'azione delle forze sindacali e dell'Avv. Venanzi dell'FLM, decideva di far riprendek il lavoro temporaneamente, fino al 30 gennaio prossimo.

Questa decisione premia la lotta degli operai della Baraldi e apre la possibilità che, trascorso tale perioio l'azienda mostri la propria possibilità a funzionare e di conseguenza possa essere più facilmente rilevata.

SUI PROBLEMI DELLA CASA

NELLA ZONA 5 ASSEMBLEA PUBBLICA

DOMENICA 30 NOVEM. ORE 10,30

CINEMA « JOLLY » VIA C. COLOMBO

saranno presenti gli assessori del comune Cuomo e Sacconi

Un quarto delle abitazioni della zona sono degradate I comunisti e il Consiglio di Zona propongono l'allargamento del piano di 167 alle aree della Magolfa e del C.so S. Gottardo 24 L'attuazione del piano di edilizia popolare I proprietari degli stabili devono risanare e costruire alloggi con affitti popolari.

Migliaia e migliaia di famiglie di lavoratori al Ticinese, a Porta Genova, a Porta Romana, vivono in vecchie case pericolanti e malsane, senza i servizi igienici. Nella zona 5 infatti un quarto delle abitazioni sono da ritenersi degradate.

Il Centro sinistra milanese porta il carico della pesante responsabilità di avere permesso che i nostri quartieri fossero lasciati nel più vergognoso abbandono dalla proprietà edilizia e che divenissero preda della speculazione.

Con le demolizioni e soprattutto con le vendite frazionate gli abitanti sono stati allontanati dalle loro case che spesso sono state risanate, ricostruite e vendute a cittadini con i redditi più elevati.

In questa situazione drammatica, le forze popolari che in questi anni hanno rivendicato il loro diritto ad abitare in alloggi civili ed a pagare un affitto equo, in quartieri dotati di attrezzature collettive indispensabili per una condizione abitativa umana (scuole, servizi sociali e sanitari, verde per il gioco e lo sport) sono riuscite ad imporre, nello scorso aprile, alla passata amministrazione comunale_ l'approvazione di un piano di aree da destinare al risanamento edilizio e alla costruzione di case economiche e popolari secondo le possibilità offerte dalle

svuotati e murati cacciandone gli abitanti, e che fù tentato d'inserirvi un magazzino commerciale. Tutte le forze democratiche del Ticinese, rivendicando l'allargamento del piano a questi edifici (piano che già vincola la rimanente parte di isolato) indicando questo lotto per il primo intervento possibile di residenza popolare. Per la zona della Magolfa la destinazione di piano 167 è importante non solo per il risanamento (ad esempio degli edifici lungo la Ripa Ticinese) ma anche per la presenza di vaste aree libere o occupate da case e da edifici industriali diroccati e in abbandono.

Tali aree potrebbero essere facilmente utilizzate per la costruzione di nuove case per lavoratori e per attrezzature collettive, sottraendole quindi a processi speculativi.

Il piano di edilizia popolare è lo strumento giuridico necessario per risanare le nostre case, ma è solo ii primo passo; conquistato questo strumento, ora bisogna attuarlo. In questo senso la nuova Giunta di sinistra ha elaboratc un piano di emergenza per il rilancio dell'edilizia popolare. Il Comune tuttavia non può assumersi gli oneri finanziari dell'esproprio delle aree e dei costi di costruzione per l'intero piano

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S. GOTTARDO MILANO

Inviatiamo tutti i lettori a inviarci osservazioni e commenti sui temi trattati in questo numero, sui problemi della zona e sul giornale stesso. Coloro che desiderano ricevere regolarmente a domicilio questo giornale sono pregati di farci pervenire il seguente tagliando compilato.

LA VOCE DELLA ZONA 5

Via Tortona, 12 - Milano

leggi per la casa 167 e 865.

Nella zona 5 sono state inserite aree per circa 231.000 mq. (corrispondenti a 9.347 abitanti) che riguardano alcuni lotti in via Altaguardia, in via S. Rocco, in Corso S. Gottardo, in via Genfilino, via Conchetta, via Vigevano, via Voghera e le•case dell'Umanitaria in via Solari.

Tuttavia questo vincolo urbanistico che impone il mantenimento degli attuali abitanti, il risanamento edilizio e il recupero delle aree per i servizi e il verde pubblico, copre solo una parte dei nostri quartieri degradati.

Poi ci sono state le elezioni del 15 giugno e la nuova giunta comunale di sinistra ha scelto il problema della casa come impegno prioritario del suo programma ed ha quindi proposto ai Consigli di zona di verificare e indicare proposte di modifica del piano di 167.

Il nostro Consiglio di zona, con tutte le forze popolari dei quartieri ne ha messo in evidenza le carenze ed ha chiesto che vengano inserite anche altre aree. Le richieste più importanti riguardano la zona della Magolfa, compresa fra il Naviglio Grande e il Naviglio Pavese e quella fetta d'isolato tra il N. 24 del Corso S. Gottardo e il N. 19 di via Ascanio Sforza. Tutti ricorderanno che questi stabili vennero

Stabile di C.so S. Gottardo, 24 167, d'altraparte, ai privati non deve essere riservato l'intervento speculativo.

Il problema dell'edilizia a prezzi accessibili per tutti i lavoratori non è quindi compito solo del Comune. I proprietari degli stabili, che hanno lasciato degradare un intero patrimonio edilizio nel centro della città, devono assumersi in proprio le loro responsabilità. Il piano 167 cioè deve essere anche utilizzato per favorire il risanamento e la costruzione di alloggi da parte dei privati, attraverso un accordo con il Comune che garantisca agli abitanti un affitto non speculativo e regolato dall'equo canone.

Il Consiglio di zona, sollecitato innanzitutto dai comunisti, si prende carico di sostenere queste giuste rivendicazioni in modo unitario; ma è necessario che i lavoratori e tutti i cittadini dei nostri quartieri mettano tutta la loro forza a disposizione di questo organismo democratico.

LOTTA UNITARIA PER LE RIFORME

PER I NOSTRI VECCHI QUARTIERI
Sig. Via n. C.A.P.

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