ll Rione1

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( Prato Centenaro )

Marzo 1967 n. 1

Redazione Via Val Maira 4 Milano

Sezione "Mandelli„ del P.C.I.

Aut. Trib. di Milano n. 6616 del 1 - 8 - 1964

Direttore responsabile BRUNO ENRIOTTI Tipografia l'Aretina

IL RIONE Proposte unitarie e faziosità D. C.

IL CONGRESSO DEI COMUNISTI DEL RIONE

I comunisti di Prato Centenaro - Cà Granda, si riuniscono a Congresso.

Il fatto che noi diamo pubblicità a questo avvenimento, al quale invitiamo la popolazione a parteciparvi, dimostra quale importanza noi diamo al funzionamento della democrazia reale nel nostro Paese.

Qualcuno potrebbe obiettare quale ragione ci potrebbe essere per collegare le democrazia alla vita interna di un partito. Obiezione valida, se non si tenesse conto di un importante particolare. Cioè che i partiti in Italia, rappresentano una struttura importante della democrazia, come del resto è anche sancito nella Costtuzione.

Questo principio, sul quale tutti i partiti democratici hanno concordato, è stato più volte violato dalla Democrazia Cristiana. Nei venti anni di governo essa ha cercato, in ogni modo, di mutare il carattere del regime democratico italiano. Ha tentato con la legge truffa e con Tambroni, ha poi continuato ad attuare una politica corrosiva e per alcuni aspetti degenerativa del regime democratico stesso: con il mancato riordinamento delle strutture dello Stato, con l'usare l'arma del sottogoverno per mantenersi al potere. La D.C. ha coinvolto in questa responsabilità gli altri partiti che con essa hanno collaborato e che oggi sono nel centrosinistra, spremendoli come limoni, riducendoli ad una funzione subalterna e di puntelli per la sua politica di regime. La D.C. ha paura del gioco democratico che prospetti alternative e

nuovi rapporti fra partiti, fra governo ed opposizione, fra paese legale e paese reale.

In questo contesto, frettolosamente accennato, si assiste ad una sempre più manifesta crisi sia nella D.C., che nei partiti che la seguono, senza eccezione il P.S.U.

La loro funzione è sempre più subordinata e strumentalizzata dall'Esecutivo governativo, dai gruppi di potere che di volta in volta assumono la direzione di questi partiti. La loro vita democratica interna si è trasformata in una arena fra le varie fazioni, a discapito del dibattito ideale e politico, per cui è diminuita anche la forza di contrattazione e di condizionamento del partito più forte della loro coalizione che resta ancora la D.C.

Noi comprendiamo il disagio, l'amarezza e a volte la delusione di molti lavoratori che militano in questi partiti, di molti elettori che hanno votato per essi, i quali sentono sempre più di essere esclusi dalle decisioni politiche e sempre più constatano il profondo solco esistente fra i loro interessi di classe e popolari e le scelte e le linee politiche fatte dai loro partiti che corrispondono agli interessi dei grandi monopoli.

Il nostro partito, per il suo carattere, operaio popolare e democratico, è l'unico che sostiene la necessità del continuo dibattito ideale e politico, dentro e fuori delle proprie file, che sollecita la più larga partecipazione dei cittadini nella vita pubblica, nelle organizzazioni democratiche

e politiche che, in piena autonomia, sappiano fare scelte politiche che sempre più corrispondano agli interessi reali del nostro Paese e dei cittadini. E' l'unico partito, il nostro, che propone un rapporto nuovo fra maggioranza e opposizione, sulla base di un programma che tenda a modificare le vecchie strutture dello Stato borghese, per favorire una sempre più vasta partecipazione democratica dei lavoratori alla gestione pubblica.

Ecco perciò l'importanza del congresso dei comunisti, dei temi che essi dibattono e propongono a tutta la popolazione. Sono i problemi della pace e della guerra, sono quelli che riguardano le strutture democratiche del nostro paese, sono i problemi del Luigi Meroni

CUNTINUA A PAGINA

Attraverso le righe di questo nostro giornaletto, senza pretese, non è certamente con spirito polemico che ci accingiamo a fare alcune considerazioni su di un pezzo apparso sulle colonne del •Popolo Lombardo», organo della D.C. e più precisamente delle ACLI.

Infatti pensiamo che la polemica sia già per se stessa contenuta nelle pieghe delle righe dell'articolo, in cui probabilmente con troppa autosufficienza l'articolista pretende di dimostrare l'impegno della D.C. per cambiare il volto del nostro quartiere.

A parte le considerazioni socio-urbanistiche sulle caratteristiche del quartiere e sul tipo di insediamento, rimane a nostro avviso un discorso ancora aperto che le due sezioni D.C. affrontano troppo palesemente in modo strumentale.

Si parla di impegno della D.C. per la soluzione dei problemi del quartiere.

Si parla anche che tra la cittadinanza è diffuso un notevole senso di disagio.

Ebbene ci sia consentito fare alcune considerazioni, ma pensano la D.C. e le ACLI locali di affrontare un discorso serio sui problemi del quartiere quando essi stessi discriminano quella grande massa di cittadini che votano comunista, quando con questa parte di cittadini non intendono trovarsi, riunirsi, si so-

no riuniti, per esempio, il PSU, il PCI ed altre rappresentanze democratiche, ebbene, loro, per il solo fatto che vi erano i comunisti non hanno accettato di partecipare. Pensa forse la D.C. che i cittadini di Prato Centenaro-Ca' Granda non sappiano che la D.C. è al governo della città da dopo la gloriosa lotta di liberazione nazionale, e che tuttora parla di affrontare i problemi per risolverli, senza mai portarli a soluzione.

Noi non crediamo vi sia tanta ingenuità, ma bensì invece la faciloneria di credere che facendo come lo struzzo, si possa coprire la faccia ed il resto anche se si vede è posto in posizione che scandalizza il solo parlarne, e quindi non può destare preoccupazioni di coscienza.

Infatti la pochezza di argomenti politici di fondo contenuti nella discriminante anticomunista sta proprio nel fatfato che i problemi che la D.C. e le ACLI sostengono, sono farina di un sacco che la D.C. ben conosce come ben lo sanno i cittadini del nostro quartiere.

Chi non ricorda che proprio noi comunisti nel passato e nel presente in qualsiasi organizzazione democratica, per la quale diamo il nostro contributo di esperienza e di passione politica, abbiamo sempre posto all'attenzione di coloro che amministrano la nostra città tali problemi.

Case, affitti, trasporti, scuole, strade. copertura del Se"eso. negozi. verde per i bambini. luogo di incontro per i cittadini del auartiere. attrezzature sportive, biblioteca, aliesti problemi non possono più aspettare la prima pietra elettorale ma devono essere affrontati subito.

Ciò che è veramente necessario è che se si vogliono affrontare per risolverli questi problemi si deve in primo luogo colpire coloro che sono i potenti irraggiungibili, quindi il discorso AEDES con gli affitti che pratica, aggiungiamo, noi comunisti, che si faccia pagare i vari Agnelli a Torino ed a Milano Pirelli-AEDES. Noi comunisti riteniamo effir CONTINUA A PAGINA I

Il verde pubblico a Prato Centenaro.

I comunisti impegnano la Giunta sui consigli dì quartiere

Milano che in pochi anni si è trasformata in modo radicale ed è diventata una metropoli industriale a livello europeo, ha posto con il suo sviluppo più problemi che vantaggi. Lo sanno i cittadini che hanno visto moltiplicarsi i loro disagi a misura che la città andava sviluppandosi e che, soprattutto, si sono trovati indifesi, sprovvisti come erano di mezzi efficaci, di fronte alla nuova realtà.

L'Amministrazione comunale ha mostrato in questa situazione più chiaramente la sua profonda crisi, imponendo così la necessità di creare forme nuove di democrazia, nuovi centri per la gestione e il controllo del potere pubblico nella città.

Il dibattito su queste forme, meglio definite come il decentramento democratico ed amministrativo, non è nuovo. Sotto la spinta del gruppo comunista, i gruppi consiliari di centro-sinistra che siedono a Palazzo Marino, fin dal 1960 avevano promesso la costituzione dei consigli di quartiere. Ma questi sono stati, finora, appunto, soltanto delle promesse. In qualche quartiere l'iniziativa per avviare il decentramento amministrativo e democratico si è avuta grazie all'azione delle forze politiche locali, spesso come forma di pressione per risolvere problemi Interpellanza del Consigliere Andreini: « per conoscere le iniziative che la giunta intende assumere al fine di corrispondere alla istanza avanzata, in pubblica assemblea, dai cittadini del popoloso rione di Pratocentenaro.

immediati di quel determinato rione.

Ora il dibattito e l'iniziativa per il decentramento sono arrivati ad una svolta. Di fronte ai problemi della città in continuo sviluppo, ai nuovi insediamenti nei diversi rioni di migliaia di famiglie, alle trasformazioni economiche e sociali della città, si rende più che mai necessaria la diretta partecipazione dei cittadini, del centro e della periferia, alle scelte programmatiche ed amministrative per il rinnovamento di Milano.

La Giunta del centro-sinistra, manifesta sempre più il suo distacco con la vita e gli interessi reali della popolazione. per cui diventa ancora più evidente la necessità di decentrare la vita democratica cittadina.

Se nostro è il merito di impegnare la Giunta, su questo problema, ad uscire dalle promesse per passare ai fatti, riteniamo tuttavia che la realizzazione del decentramento democratico ed amministrativo dovrà essere conquistato con una larga e continua azione di tutte le forze popolari e politiche che, nei singoli rioni, possono e debbono incontrarsi sui problemi concreti, attraverso i quali risalire per intervenire sulle fonti decisionali della vita politica, amministrativa e democratica della nostra città. E con questo spirito che ci rivolgiamo alle forze politiche del nostro rione, a tutti i cittadini, i quali credono nella democrazia e nei suoi strumenti che devono favorire la più larga partecipazione popolare.

INTERPELLANZA COMUNISTA

SUL NOSTRO RIONE

Tale istanza riguarda i. seguenti problemi:

11 l'immediata istituzione di un Consiglio di Rione, eletto democraticamente da tutti i cittadini, il quale abbia il compito di « interpretare e risolvere con la maggiore idoneità i propri problemi, partecipando attivamente e democraticamente al proprio governo »;

2) l'urgente attuazione di luna organica sistemazione urbanistica del rione — secondo le indicazioni espresse anche nella relazione della Commissione per la Feriferia — mediante l'estesa applicazione della legge 167 in modo da permettere la creazione di una zona centrale di

Per iniziativa della Federazione comunista milanese, che su questo problema ha tenuto nelle scorse settimane un apposito convegno, il dibattito sul decentramento è entrato in una fase nuova. Basandosi sulle esigenze e le esperienze della nostra e di altre città. i comunisti, che già avevano strappato in sede di Consiglio comunale la nomina di una commissione per il decentramento, hanno prospettato una bozza di regolamento per la creazione. lo sviluppo ed il funzionamento dei consigli di quartiere. servizi comunitari, comprendente: un centro civico (sede del Consiglio del Rione, Biblioteca succursale, Sale di riunione e di proiezione, Ufficio decentrato dello Stato Civile, Ambulatorio con medico condotto); l'incremento sostanziale delle attrezzature ricreative (verde attrezzato, campi da gioco, ecc.); lo sviluppo dell'edilizia cooperativa del rione;

3) l'intervento del Comune presso l'I.A.C.P. per ottenere una democratizzazione del medesimo Istituto comprendente l'inserimento dei rappresentanti degli inquilini nel suo Consiglio d'amministrazione e anche per chiarire maggiori e più stabili contatti con il Consiglio comunale;

41 la copertura sollecita del fabbisogno minimo del Rione in aule scolastiche, specie degli asili, in servizi pubblici e in infrastrutture ancora insufficienti o incomplete ».

.4" Periferia dimenticata: case comunali terminate e ancora puntellate.

Vita dura dei pensionati

A Prato Centenari) vivono numerosi pensionati. Li troviamo qua e là, alla cooperativa, al mercato, al bar, a passeggio durante le belle giornate, da soli o con i nipotini. Il pensionato, in Italia, è diventato quasi una figura patetica. Eppure in quell'uomo o in quella donna di 'età avanzata, vi è tutto un ciclo di vita passata fra gioie e sofferenze, paure e speranze. Uomini e donne che sono stati protagonisti di gran parte della storia del nostro Paese aperta, ancora adesso, a tutte le prospettive. Protagonisti comuni, sconosciuti, ma pur sempre protagonisti.

Ebbene in quali condizioni vi• vono questi pensionati, qui, nel nostro rione? Meglio di noi nei particolari lo sanno i pensionati stessi o le loro famiglie. Molti nel loro dignitoso riserbo, sono offesi del trattamento a loro riservato, dopo anni di lavoro, dai governi finora succedutisi, centro-sinistra non escluso.'

Una parte di questi nostri concittadini vivono nelle vecchie case. a volte prive di Quei comforts moderni. la cui niaione è relativamente non esagerata rispetto alla pensione che percepiscono. Altri. scacciati dalla demolizione delle vecchie case. sono finiti negli alloaai popolari. più moderni. certo. ma sempre DICI costosi in rannorto alla misera pensione. E per questi, in Particolare per nuelli che non abitano con i figli, i disaai sono enormemente aumentati.

E spesso c'è la rinuncia del companatico per poter avere un tetto sotto cui abitare!

Un altro gruppo di miei coetanei vivono con la propria

famiglia e partecipano al bilancio familiare con la lorò pensione. Alcuni sostengono che questi • stanno bene » nerchè sono aiutati dai propri figli! Non è che non esistano casi del genere. Tuttavia la maggior parte dei pensionati che vivono con le famiglie dei propri figli, cercano di rendersi sempre utili: sorvegliano i bambini quando i loro familiari vanno al lavoro, svolgono molti lavori domestici e via dicendo. Insomma alleggeriscono le preoccupazioni, ed anche il peso finanziario, delle famiglie dei figli che, senza il contributo del vecchio genitore, si tro-

8 MARZO GIORNATA

verebbero molte volte in difficoltà di diverso genere. Nelle giornate di sole noi pensionati ci incontriamo spesso nelle strade, in cooperativa o in qualche posto dove le passeggiate ci portano. Parliamo tra noi, discutiamo sulle condizioni nostre, dei nostri problemi. Discutiamo degli avvenimenti del nostro paese e del mondo, con l'antico spirito ed interesse col quale, in altri tempi, si discuteva e si lottava. Ancora una volta nei nostri discorsi riaffiora l'antico rancore verso la classe dirigente che, sempre, ha cercato di considerare il vecchio lavoratore un uomo finito, destinato naturalmente a sparire, senza tener conto di quanto egli ha dato alla società, ricevendo da essa ben poco.

Tra l'altro alla delusione si agaiunae la beffa, in modo Particolare per i pensionati dell'INPS, che paga ai molti pensioni di fame ed ai suoi alti funzionari liquidazioni e nensioni da nababbi. E che dire noi del governo che prende il nostro fondo pensioni ner utilizzarlo in altre voci del suo bilancio?

Ecco perciò, che l'anziano lavoratore deve ancora una volta farsi sentire. Non da solo ma insieme agli altri nel nroprio sindacato. per rivendicare. oltre all'aumento delle nensioni. la riforma del sistema orevidenziale italiano. nattersi oer questi nostri prohlemi. ci troviamo ancora a fianco ai lavoratori di oggi, ai nostri figli. affinchè — per noi e per loro — venga assicurata una vecchiaia serena e lieta.

TUTTE
COMPAGNE
DEL RIONE
INTERNAZIONALE DELLA DONNA A
LE
E ALLE DONNE
AUGURI DI PACE
2

PERIFERIA Tangenziali DIMENTICATA o strade

Trasformare la città organizzata secondo i princìpi del profitto capitalistico per renderla adeguata al servizio dell' uomo.

Il rione di Prato CentenaroCa' Granda ha una popolazione che supera i 22.000 abitanti. Come dimensioni equivale dunque ad una grossa cittadina. Purtroppo però non solo non dispone di servizi e strutture culturali in misura tale da renderlo autosufficiente, ma addirittura si può dire ne sia del tutto privo. Con un paradosso amaro, ma aderente alla realtà si può dire che gli unici centri di cultura esistenti e funzionanti di cui il cittadino sente la presenza nel nostro rione sono le edicole dei giornalai. Un po' poco. Il nostro partito ha sempre condotto con vigore la giusta battaglia per fare della città un ambiente confortevole adatto alla vita dell'uomo e non un campo di battaglia per la speculazione edilizia una macchina produttrice di profitti per i monopoli, come purtroppo oggi è. In queste battaglie la periferia viene al primo posto perchè è qui che più gravi si fanno le contraddizioni tra le esigenze le aspirazioni dei cittadini le scelte dei monopoli che concentrano tutti i servizi, le comodità ed anche le strutture culturali al centro della città lasciandone sprovvisti i rioni periferici che vengono così ridotti a squallidi quartieri dormitorio nei quali il lavoratore torni la sera solo per riposare. Solo questo concede una città organizzata secondo i principi del profitto capitalistico. e giusto oerchè si tratta di una necessità fun7ionale dell'uomo ridotto a macchina per produrre.

Noi vogliamo aualcosa di niìi. Vogliamo che l'uomo partecipi con tutte le sue capacità alla vita sociale, non solo con la forza lavoro. Vooliamo che gli sia data !a nossibilità e. direi anche, lo stimolo per sviluppare la sua cultura. per divertirsi con intelligenza. Per tutto questo sono necessarie molte cose che ora sono del tutto assenti Per esemnio una biblioteca fornita di sala di studio.

Rata di lettura dei aiornali e delle riviste: un centro sociale con sale per conferenze dibattiti culturali e politici. per proiezioni. letture e rappresentazioni teatrali. Ma socirattutto è necessario che il Comune adotti una nuova nolitic.a in tutto il settore della cultura. Occorre rovesciare completamente la politica attuale che si compendia nella “ concessione » di servizi culturali ai cittadini in ritardo — dopo che questi per anni ne hanno sofferto la mancanza — e solo in misura sempre molto ridotta rispetto alle reali necessità.

Deve al contrario essere il Comune sempre in anticipo

rispetto ai bisogni e soprattutto stimolare i cittadini, invogliarli verso queste forme di impiego del tempo libero che arricchisce la vita sociale anzichè deprimerla come per esempio l'oppio televisivo. E inoltre non bastano i semplici servizi, come le biblioteche simili, ma si deve dare impulso e aiuto ai Circoli culturali che spontaneamente i cittadini hanno creato nei vari rioni, mettendo a loro disposizione le attrezzature e le agevolazioni necessarie a dare respiro e impulso alla loro attività. Essa è ora soffocata da ristrettezze di ogni tipo, che vanno dalle scarse disponibilità finanziarie alla mancanza di personale che assicuri continuità al lavoro,

dalla scomodità e arretratezza delle sale degli impianti ecc. di cui — quando sono fortunati — tali circoli dispongono. Anche nel rostro rione esiste un Circolo culturale: quello delle cooperative democratiche ed esso si trova per l'appunto a dover combattere contro le difficoltà cui abbiamo accennato sopra, e in condizioni simili si trovano anche i circoli culturali di partito che pure esistono. Per tutti questi, senza distinzioni nè favoritismi noi riteniamo necessario ed urgente un intervento organico e di largo respiro, che ne faccia reali centri di sviluppo civile e culturale per la vita sociale del nostro rione.

Attilio Costa

Pace al Vietnam!

La guerra nel Vietnam, che da anni imperversa e di cui non si vede la fine, suscita nella coscienza del mondo una condanna sempre più aperta e decisa, nella quale convengono autorità sovranazionali, governi, organi e movimenti di opinione pubblica di ogni paese e un largo crescente settore dell'opinione americana.

In contrasto con queste voci della ragione la macchina bellica americana continua ad applicare un programma di scalata aggressiva, intensificando i bombardamenti del Vietnam del Nord e le distruzioni indiscriminate di vite di risorse nel Vietnam del Sud.

In questo momento la presa di posizione dei governi europei alleati degli Stati Uniti può essere decisiva nel far mutare la nefasta linea dell'attuale governo americano. Il governo italiano non Può sottrarsi a questa responsabilità.

Il mondo del lavoro e il mondo della cultura, uniti nella condanna dell'aggressione al Vietnam. rivolgono un Pressante appello al Parlamento italiano. perchè imneani il (inverno a dissociare il nostro Paese da nani «comprensione» verso l'intervento militare americano e a promuovere una iniziativa che solleciti:

la cessazione immediata

dei bombardamenti:

il riconoscimento del Fronte Nazionale di Liberazione del Sud Vietnam auale interlocutore a pieno titolo nelle trattative;

il rispetto dei diritti del nopnlo vietnamita alla libertà. all'indipendenza e all'unità. aià consacrati neali accordi di Ginevra del 1954.

il Vietnam

Molto probabilmente per il fatto che il centro-sinistra sia stato' per tre anni a far nulla, per non passare il quarto a vergognarsene, la DC di Prato Centenaro a conclusione di un articolo apparso su un quotidiano milanese, ammette che nel nostro rione esistono delle gravi carenze.

Essa però non propone alcun tipo di soluzione a queste carenze, e si limita a precisare che il Comune di Milano non possiede terreni disponibili nella nostra zona e che tutte le aree libere sono quelle della AEDES e cioè di Pirelli e soci.

Il nostro rione, pertanto, se fosse per la DC — che ingenuamente non ha pensato che i terreni di pubblica utilità si possono anche espropriare — non potrebbe mai avere quegli indispensabili standards urbanistici che farebbero di Prato Centenaro un rione più umano e non un quartiere-dormitorio.

Siccome, per evitare la vergogna, bisognava dire che il centro-sinistra ci avrebbe dato qualche cosa, la DC di Prato Centenaro pone a rimedio di tutti i mali, la futura realizzazione della tangenziale Nord.

Ciò dimostra ancora una volta la scarsa sensibilità degli amministratori di Palazzo Marino, i quali sono disposti a spendere miliardi per costruire strade e si rifiutano sistematicamente di aumentare le spese a beneficio della vita collettiva e della salute dei cittadini della periferia.

La tangenziale Nord, secondo gli amministratori comunali, dovrebbe servire per snellire il traffico cittadino; secondo gli attuali progetti dovrebbe attraversare i rioni: Roserio, Vialba, Quarto Oggiaro, Bovisasca, Affori, Niguarda, Prato Centenaro, Gorla, Precotto e Crescenzago.

Questa tangenziale servirebbe a collegare questi rioni alle autostrade Milano - Torino, Milano - Laghi, Milano-Bergamo e, con vari raccordi, alle strade statali Padana Superiore e per Bergamo, Spluga, Giovi e Varesina.

Possiamo ben dire che per snellire il traffico cittadino non occorrono queste opere mastodontiche, ma occorre semplicemente po-

tenziare i servizi pubblici, mentre oggi sta avvenendo esattamente il contrario. Sappiamo bene che se esistono servizi pubblici più efficienti e più economici, la cittadinanza ne usufruisce tutta la utilità e l'abnorme circolazione di vetture private sarebbe dimensionata al limite delle persone che effettivamente usa la macchina per il proprio lavoro.

Solo così, a nostro avviso, si può risolvere il problema del traffico a Milano e non con la costruzione di strade che comporterebbero una spesa di diecine di miliardi.

Infatti, questa arteria dovrebbe essere costruita in gran parte sopraelevata, poichè dovrebbe attraversare zone già edificate, anche da poco tempo, e diversi punti di linee ferroviarie.

I miliardi necessari per la realizzazione di tale progetto si potrebbero invece utilizzare per opere veramente indispensabili quali. ad esempio, il riassetto viabilistico dei rioni della periferia.

Sono già innumerevoli volte che i comunisti di Prato Centenaro chiedono che venga costruito il sottopassaggio in via Fulvio Testi. E' tempo ormai di collegare la via Suzzani alla via Testi, prolungando via Vivaldi, per snellire il traffico che oggi è riversato tutto su via Pianell, e collegare meglio il nostro rione con Greco e Gorla riattando la strada in modo adeguato al traffico automobilistico.

E' indispensabile dotare di servizi pubblici il viale Suzzani che nella parte nord resta completamente isolato.

Queste nostre opinioni, anche se sommariamente descritte, possono rappresentare delle concrete soluzioni per i problemi urbanistici e di viabilità di Prato Centenaro-Cà Granda.

Ma la loro attuazione dipende da noi comunisti di saper interessare tutte le forze attive del nostro rione che vogliano, come noi, affrontare i problemi del nostro rione e, quindi, ad impegnare gli attuali amministratori ad attuare scelte che vadano incontro agli interessi della collettività.

CULTURA E SERVIZI SOCIALI
periferiche ?
Firmiamo la Petizione al Parlamento lanciatardalla Consulta Milanese della Pace per una iniziativa italiana per

Cooperazione e sviluppo sociale

Nel 1907 un gruppo di lavoratori dalle idee e di fede democratiche decise di aprire un locale con fini e scopi sociali onde garantire alla comunità del rione un luogo per trascorrere il tempo libero nel modo più consono ai liberi cittadini.

Diedero forma e sostanza a questa iniziativa uomini di varie famiglie come i Grassi, Rusmini, Seregni, Ghislandi, Farina, Oggioni, che furono il ceppo tradizionale di Prato Centenaro e che tuttora sono rappresentati nei vari consigli de• gli organismi democratici del rione.

Nasceva così, nell'allora via dell'Agricoltura, nei locali della « Ca' del Nann di proprietà della famiglia Rossi, il circolo « Ancora » che dette inizio alla propria attività con l'acquisto a rate della licenza di esercizio di proprietà dei citati Rossi.

Non poche furono le difficoltà e gli ostacoli superati da quei pionieri del socialismo per concretizzare l'iniziativa.

Da quella iniziativa a quelle che seguiranno, arrivando sino ai nostri giorni, si può affermare la nascita del movimento cooperativo a Prato Centenaro.

Successivamente al Circolo Ancora si costituirono altre due cooperative: Cooperativa di consumo « La Nuova Stella » e « L'Edificatrice di Prato Centenaro ».

Negli anni a seguire le teppaglie fasciste perseguitarono queste cooperative arrivando nel 1922 a devastare il circolo «Ancora » allora inserito nei locali della «Edificatrice » di via delle Cooperative.

La seconda guerra mondiale paralizzò le attività aziendali delle cooperative ma non quelle politiche. Le sedi di questi organismi divennero luoghi di riunioni clandestine per quella che doveva essere la vittoriosa lotta della resistenza partigiana sui nazi-fascisti.

Nel primo dopoguerra. il movimento cooperativo risorse vilì forte che mai: le libertà democratiche sancite dalla costituzione diventavano realtà e su questo ideale duramente conquistato si poggiarono le basi per la costituzione di centinaia di cooperative: edificatrici di consumo, circoli familiari.

Ma i monopoli non sono cresciuti nel deserto, e ne intuirono il pericolo.

Tuttavia esistono ancora margini notevoli per una espansione cooperativa nella zona. tanto più agevolmente sfruttabili quanto più si realizzerà la rimozione degli ostacoli di ordine legislativo, fiscale, creditizio.

Tutto questo dovrà avere come condizione una cooperazione programmata.

Occorre che il movimento cooperativo abbia sempre presente che soltanto un sistema di forze, non la singola cooperativa, può condurre in tutta la sua estensione la battaglia antimonopolistica.

Le trasformazioni avvenute in questi anni nell'economia italiana, con la liquidazione di gruppi di piccole e medie imprese, sono avvenute con un accentramento del capitale monopolistico che ha realizzato enormi investimenti in tutto quello che il mercato poteva offrire, in modo particolare nelle aree fabbricabili di Prato Centenaro.

A programma unitario di lotta antimonopolistica deve corrispondere una programmazione unitaria e coordinata di iniziative economiche, di investimenti, di distribuzione delle risorse, poichè soltanto nel quadro di tale programmazione può esplicarsi la «reale » sovranità della assemblea di base.

Il nostro movimento, che rivendica la sua presenza in tutti gli organi della programmazione, in unità con le altre forze cooperative della zona deve approntare programmi di sviluppo cooperativo da sottoporre come collaborazione agli enti locali.

La cooperazione con i suoi organismi assolve ad una funzione insostituibile, nel dare una maggiore coscienza ai cittadini lavoratori. Con le società di « resistenza », con la lotta e la attività per la diffusione della cultura, con la propaganda della cooperazione come elemento di collaborazione sociale, di fraternità e di progresso; e nel fornire loro ceneri di consumo. abitazioni, ecc., a prezzi di calmiere: la cooperazione ha un ruolo economico e sociale di primaria importanza.

Ouesta presenza. questo ruolo non sono solo di ieri ma sono di oggi e saranno ancora del futuro.

Discutere della cooperazione oggi non è quindi un fatto « celebrativo », è discutere di un momento della nostra società e della vita dei suoi membri d'oggi. è discutere dello sviluppo economico e sociale del no stro Paese e delle sue tendenze. E' fatto culturale di ampio respiro che interessa giovani e anziani. chi ha già vissuto parecchi decenni della travagliata storia italiana e chi si accosta solo ora alla dinamica della vita sociale.

U. M.

VITA DI GIOVANI

STUDIO E DIVERTIMENTO TUTTO COSTA CARO ACCONTENTARSI DELLA TV O ANDARE A... NANNA

La popolazione del nostro quartiere è, nella sua stragrande maggioranza, composta di famiglie operaie ed impiegatizie. I giovani, per necessità e virtù, come è noto, cercano di proseguire negli studi, di trovare una occupazione professionale ed anche, naturalmente, una possibilità di svago e di divertimento. Ma, sia per una cosa o per l'altra, la ricerca ed il soddisfacimento dei loro desideri, avviene al di fuori del nostro rione, dove abitano.

Le fonti di lavoro si trovano in altri quartieri periferici milanesi o addirittura fuori della città; oppure nelle migliaia di uffici o di botteghe che sono sparse in tutta Milano. Ciò comporta, per chi lavora, un sempre lungo tragitto prima di giungere sul luogo di lavoro, allungando così la propria giornata lavorativa di qualche ora e più.

La pena diventa più pesante se, oltre al lavoro, il giovane frequenta anche una scuola serale. Nel nostro rione non esiste néssuna scuola tecnica serale, che permettesse ad un sempre maggior numero di giovani di frequentarla.

Vi sono diecine di giovani che non regogno allo sforzo di lavorare 8 o 9 ore, più il tempo che si impiega per andare a lavorare, più, ancora, quello necessario per andare a frequentare una scuola serale! A tutto questo va aggiunta la !spesa che occorre sostenere per proseguire negli studi.

Eppure, quelle diecine di giovani, che sono miei amici, più di una volta amaramente mi hanno confidato che non esiterebbero a proseguire negli studi, se tutto non sarebbe così snervante e caro.

In un rione come il nostro, poi, manchiamo anche di una biblioteca pubblica. Per cui se qualcuno volesse leggere un libro che a lui interessa, deve comperarlo — con i prezzi che hanno — o farselo prestare da qualche conoscente o rinunciare ed accontentarsi della... televisione.

Non parliamo poi delle possibilità di divertimento e di svago. L'unico cinematografo -elié disponiamoè quello parrocchiale. La vita del giovane si ferma perciò nei bar, a disputare con gli amici su tutti gli

argomenti di questo mondo e poi... a nanna. D'estate, certo, c'è la possibilità di frequentare la piscina Scarioni, quando non c'è la famosa « piena ». E i ragazzi che vorrebbero fare una partita al pallone, devono accontentarsi a giocare in mezzo alla strada o dipendere dalla parrocchia: non c'è nessuna zona di verde pubblico che possa essere usufruita dai nostri ragazzi!

Si fa presto, a volte, criticare i giovani, per diversi loro atteggiamenti. Ma penso che proprio la gioventù in una città come Milano ed in un rione come il nostro, sia quella maggiormente frustrata nei suoi desideri, nelle sue giuste aspirazioni.

Penso che occorra trovare il modo di interessare la gioventù ai suoi problemi di oggi e di domani, nel contesto generale delle richieste e dei bisogni che vengono avanzati per la collettività del nostro rione. Perchè anche i giovani, con -i loro problemi, sono una parte integrante ed importante di questa nostra collettività.

CONTINITAZION1E DALLA PRIMA

PROPOSTE UNITARIE

che il diritto ad un vivere civile ed umano sia un diritto di tutti al di fuori delle convinzioni di fede politica o religiosa, e soprattutto al di fuori di ogni discriminante faziosa ed ottusa.

Rimane a nostro avviso alla D.C. di Prato Centenaro-Ca' Granda ed alle altre forze politiche, una sola strada se si vuole operare su di uri(piano di democratico confronto di idee.

Si tratta di affrontare in concreto in modo sereno un discorso che permetta l'incontro di quelle forze politiche che oggi possono contribuire alla soluzione dei problemi, e dare quindi dei contenuti democratici alla battaglia che deve essere condotta per dare anche alla nostra città un decentramento politico ed amministrativo che ponga i cittadini tutti su di un piano equo e partecipe delle scelte che devono essere fatte dai pubblici amministratori, al di fuori di ogni egemonia politica che la D.C. vuole imporre.

Se questo sarà l'obiettivo dell'azione responsabile delle forze democratiche e politiche del nostro quartiere noi avremo contribuito ad essere gli artefici di una più diretta partecipazione dei cittadini alla vita politica ed amministrativa della nostra città e del nostro quartiere. al di fuori di astruse polemiche che non contribuiscono certamente a portare a soluzione i problemi del nostro quartiere.

CONGRESSOr

mondo del lavoro e dello sviluppo economico antimonopolistico, sono i problemi del rinnovamento della vita della nostra città. Affrontiamo nel nostro dibattito anche le questioni organizzative della vita interna del notro partito. Sono queste relative al funzionamento delle cellule e della sezione; sono Quelle del rafforzamento del nostro partito. ponendosi il problema della conquista di nuovi iscritti, di nuove forze giovani, che rendano più numerosi e forti le nostre file, per continuare la lotta per il socialismo. Noi

Edmondo Morselli crediamo nel socialismo e lottiamo per questo grande ideale di liberazione dell'umanità dall'imperialismo e dallo sfruttamento capitalistico. Ed è con responsabilità che nel nostro congresso discutiamo anche i temi 'che riguardano l'unità del movimento operaio internazionale in questo particolare momento difficile che stiamo attraversando.

Noi riteniamo giusto che i problemi affrontati dal nostro congresso, vengano portati in discussione fra tutti i cittadini.

Non facciamo questo per pura accademia o per dimostrarsi presuntuosamergte migliori degli altri. No. Noi crediamo nel dibattito, nel confronto delle idee. Siamo convinti che sui problemi concreti possano scaturire proposte ed iniziative sulle quali sono possibili intese e convergenze. del più vasto strato di forze politiche che, con noi, sono disposte a lottare per dare al Paese una nuova politica ed una nuova maggioranza, per avviare quelle profonde trasformazioni democratiche e socialiste della società italiana.

60 ANNI DI VITA DEL CIRCOLO
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