Per l'emancipazione delle donne condizione indispensabile per il progresso della società.
8 MARZO
8 Manzo: questa data, ormai tradizionale è entrata nell'animo di tutti i lav:ratori, superfluo sarebbe spiegare ancora una tolta il perchè in. questa data cade la gior, nata della donna. Ogni lavoratore sa che in questa ricorrenza deve festeggiare sua madre sua moglie o sua figlia, portarle ia mimcsa e,• quando è possibile; fargli un. piccolo regala. E' la festa di tutte le donne lavoratrici, operaie; impiegate, casalinghe.
L'8 Marzo non è però soltanto festa, ma è anche una giornata di lotta delle donne lavoratrici e quest'anno sopratatC, l'8 marzo, trova le lavoratrici di tutte le categorie in lotta a fianco dei lavoratori: per gli aumenti delle retribuzioni, per conquistare una più giusta distribuzione del reddito nazionale nell'interesse delle larghe masse popglari, per un nuovo indirizzo della politica economica italiana, per la conquista, quindi, di un governo capace di elaborare e realizzare una tale politica.
Le lavoratrici italiane sono in lotta anche per delle rivendicaci°. ni loro particolari, giuste e sacro-
Giornata di festa e di lotta delle donne Lavoratrici
sante: l'avvicinamento delle loro paghe a quelle maschili (a parità di' lavoro parità di retribuzi • ne) per il diritto al lavorc, per la conquista degli asili nido, ecc.
Nella nostra fabbrica le donne non sono che una minoranza, soi o le impiegate e le donne della mensa, anche esse però hanno, oltre ai problemi di carattere generale, urna serie di pr blemi aziendali da tempo insoluti ed ai lavoratori spetta il compito di af fiancarle e contribuire alla loro lotta per la realizzazione di queste rivendicazioni come, ad esempio, la richiesta del grembiule nero per le impiegate, l'asilo nidi,' l'assunzione delle impiegate a termine.
Le donne •devono entrare e partecipare sempre più attivamente alla vita sociale. Con la lotta, nel quadro dell'unità, è possibile andare avanti sulla strada dell'emaincipazicne e del progresso per la conquista di una vita migliore.
Segni quindi l'8 marzo 1954 una nu va tappa delle donne italiane su questa via.
viva l'8 marzo giornata di lotta e di festa delle donne lavoratrici.
NUCCI AYRAGHI
Dalla catena montaggio a tutto lo stabilimento
LA LOTTA CONTINUA
I lavoratori della Innocenti per migliori condizioni di v;ta
Con la prima fase di lotta del triangolo industriale, (malgrado il tentativo dei dirigenti dei cosidetti sindacati liberi di rompere l'unità astenendosi) i lavoratori, partecipando in modo unitario nella stragrande maggioranza alla lotta, non soltanto astenendosi dal lavoro ma in modo combadivo, hanno dimostrato la loro volontà di conquistare migliori condizioni di vita.
La CGIL e la UIL nel proclamare questa lotta hanno dato la possibilità ad ogni azienda di esserne esclusa, qualora la direzione aziendale, dimostrando la propria comprensione alle giuste richieste dei lavoratori, fosse stata disposta a concedere un'anticipo sui futuri aumenti salariali.
In molte aziende piccole e medie ciò è avvenuto e queste sono state escluse dalla agitazione. Anche nella nostra fabbrica i lavoratori hanno invitato, attraverso mozioni e ordini del giozn) sottoscritti da tutti, la C.I. a presentare richiesta alla Direzione di un'anticipo sui futuri aumenti salariali.
La C.I. ha presentato questa richiesta alla Direzione, la risposta è però stata negativa ed intransigente. Di qui la •ragione per cui è iniziata nella nostra fabbrica la lotta, ed è iniziata, non a caso,
proprio nel reparto dove maggiore è lo sfruttamento e minore lo stipendio, dagli operai che lavorano in catena montaggio macchine.
A nulla servono le scusanti adatte dalla Direzione, nè il ricatto di non pagare gli uni se facevano sciopero altri; la situazione è ormai insostenibile; è indispensabile migliorare le condizioni di vita dei lavoratori.
L'intransigenza non fa che alimentare la lotta, e la latta si va estendendo -dalla catena a tutto lo stabilimento.
Signori della Direzione volete che questa agitazione cessi? Volete dare tranquillità alla fabbrica perchè la produzione proceda regolarmente? Ebbene riflettete, siate comprensivi, i lavoratori non chiedono l'impossibile a voi, iniziate delle concrete trattative sulle richieste 'avanzate dalla C.I. Non lo volete ifare? Ebbene non parlate di responsabilità dei lavoratori per quanto avviene, i responsabili in questo caso non saranno i lavnrat ori, -
I lavoratori della Innocenti uniti e compatti continueranno a battersi finché non avranno ottenuto soddisfazioni alle loro giuste e sacrosante rivendicazioni.
FORLANI
Difende i lavoratori la stampa cattolica?
Pubblichiamo la dichiarazione di un lavoratore cattolico della Manifattura Turro, pubblicata sul libro delle A.C.L.I. milanese (La classe lavoratrice si difende) a pag. 24:
« ...Alla Manifattura Turro esiste un solo sistema: quello schiavistico. Poi ci vengono a parlare di collaborazione delle classi. Perchè la nostra stampa specie quella cattolica non attacca mai questo argomento? Ha forse paura di compromettersi._ Ed il quotidiano L'Italia tanto bravo e zalente nell'attaccare il comunismo ed i suoi capi, perchè non attacca gli indusriali che agiscono in questo modo? Ha paura di che? Di compromettersi? Di una querela? Ma nel caso della Manifattura siamo almeno in dieci pronti a testimoniare e ad andare anche in Tribunale... ».
Comunichiamo che il giornale « Fabbrica sul Lambro » uscirà provvisoriamente la prima settimana di ogni mese.
PENTOLE SENZA COPERCHIO
Anno 1 - N. 3 I l PERIODICO DEI LAVORATORI DELLA FABBRICA INNOCENTI I Marzo 1954 - L. 10
INFORMAZIONI UTILI
Per ricordare a tutti i dipendenti le disposizioni, modalità e diritti che il lavoratore acquisisce con il proprio lavoro, nei tre rami assicurativi: Istituto di Previdenza Sociale, Cassa Mutua Malattia, Istituto Infortuni.
diamo Inizio a istruzioni, con la speranza di fare cosa gradita.
Come punto lo vi parlo della Cassa Mutua Malattia e precisamente dei certificati medici di inizio malattia. Prima di tutto è bene ricordare che il nostro è un Fondo Interno Assistenziale privato e non una Cassa Mutua Interna, in quanto molti dipendenti dicono al medica che è Mutua Interna e questo porta il disguido dei certificati medici con perdita, a carico, del lavoratore, della indennità spettai:tegli.
Il lavoratore che cade ammalato sia The chiami iI medico a casa, sia che vada lui stesso dal medico, deve farsi rilasciare, dal medico stesso-che visita, n. 2 certificati: uno di formato grande che deve essere consegnato alla Sezione Cassa Mutua di appartenenza per residenza, e uno di formato piccolo con la stampa « Talloncino •per l'Azienda 3. da inviare in Ditta. Se il medico fossa sprovvisto di questo secondo foglio, invitarlo a compilare un secondo modulo come il n. 1 serivent: « Duplicato per la Ditta ».
Si fa presente, ed è bene ricord 'rsi, che il modulo rilasciato per la Sezione Cassa Mutua porta a tergo due precise disposizioni per la consegna del documento, di cui ne riporto il testo:
1) Il lavoratore ammalato non costretto a letto, munito del certificato d'inizio malattia, deve presentarsi personalmente alla Sezione Territoriale competente entro il terzo giorno dalla data della prima visita per essere sottoposto a controllo; •la mancata o tardata presentazione alla visita di controllo comporta la perdita dell'indennità per tutto il periodo del ritardo stesso.
,2) Il lavoratore ammalato costretto a letto, la quale circostanza deve risultare da apposita annotazione del medico curante, provvederà invece a spedire o far consegnare da altri alla Sezione Territoriale il certificato di inizio malattia egualmente entro il terzo giorno dalla •prima visita; in caso di ritardo l'indennità non verrà corrisposta per tutto il periodo del ritardo stesso.
Se il mutuato si attiene a queste disposizioni non incorre nelle penalità previste dall'Istituto Nazionale Cassa Mutua Malattia.
La penalità prevista in caso che il certificato medico di inizio malattia venga consegnato dopo il terzo giorno, sia dall'inizio malattia, sia dall'ultimo giorno di lavoro è calcolata nella riduzione di un terzo della indennità giornaliera.
(AT prossimo numero altre in' f orinatavi):
L'INFORMATORE
DAI REPARTI E DAGLI UFFICI
Viaggio scomodo stazione n. 20
No non si tratta di -una stazione ferroviaria, non ci sono treni e neppure il Capostazione.
Ci troviamo al Reparto 19 linea, montaggio motori composta di 9 coppie di uomini che per lunghe 9 ore al giorno sono incatenati dal montaggio di un motore sul telaio, e non è ancora montato e si deve ricominciare. Nove coppie numerate dall'uno al nove, eppure sì! sano uomini, parlano d'arte, di letteratura, di problemi sociali, della poca retribuzione, del disagio che comporta il lavoro.
Al disagio si aggiunge quel maledetto scarico che ha l'apertura proprio ai centro stazione, emana degli odori tremendi preannunciando un cambiamento di tempo, e la caduta della pioggia; parlare poi del cambio per bisogni •urgenti è come mettere alla lotteria, con una probabilità su dodici la vincita; sì! una persona oltre al rifornimento di materiale occorrenti alla Stazione, deve a turni sostituire dodici personé.
La sfortuna del compagno della coppia numero due, che quando chiede il cambio per ragioni urgenti si sente quasi sempre rispondere che prima di lui ne devono andare ancora quattro, vale a dire una attesa di un'ora circa.
Fra questo trambusto si sente di nuovo quel maledetto scarico che emana un asfissiante odor; tutti rivolgan lo sguardo dai finestroni del capannone e, meraviglia! il cielo è terso e splende il Sol; un dubbio atroce agghiaccia i cuor, e lo sguardo al due rivolgon lor; ma poi con, muta comprensione abbassano il capo e continuano il lavar.
Voi? Che tutto è numero che tutto risolvete in cifre guai a voi!
E r icordate che i numeri parlano di Arte e Cultura, di problemi Sociali, della poca retribuzione, del disagio che comporta il lavoro; e sono Uomini.
Difficoltà amministrative ?
Spesso ci chiediamo: è mai possibile che can tanto profitto che accumulano sul lavoro altrui possano perdersi per delle piccolezze? Eppure bisogna rispondere affermativamente, non sarebbero capitalisti se non fossero così; ma veniamo al sodo: da parecchi anni tre donne e due manovali svolgono un lavoro accessorio al montaggio motori (Rep. 18), essi però sono ancora legati al magazzeno, percependo quindi un cottimo inferiore agli operai dello stesso reparto, più volte è stato richiesto (ed è intervenuta anche la C. I.) di metterli in forza al Rep.. 18 svolgendo essi un lavoro legato a questo reparto, dovendo seguire il ritmo di produzione, sin'ra però gli è stato negato. Forse si temono difficoltà amministrative per quello Che questo piccold aumento inciderà sulla bilancia finanziaria della ditta?
Non merita risposta
In risposta all'articolo riguardante il Rep. Verniciatura, apparso sul numero precedente del nostro giornale, il sig. Zanninoni ha affisso sui giornali murali al CRAL una lettera aperta.
Dopo averla letta attentamente siamo giunti alla conclusione che egli non fa che confermare la giustezza di quanto è stato pubblicato sul nostro giornale; che non, vale la pena di consumare dello spazio prezioso sul giornale dei lavoratori della '1Innocenti" rispondendogli, perché, nel suo scritto non fa altro che offendere persone, organizzazioni ed i lavoratori stessi.
Pubblichiamo un breve scritto inviatoci da ohi direttamente tirato in causa.
La Redazione
Al sig. Zanninoni, Ho letto il tuo... romanzo (scii) in risposta all'articolo pubblicato sul goirnaletto di fabbrica.
A parte gli errori elementari, mi, pare che la forma da spaccone con la quale tu rispondi, dimostra da sè la giustezza dell'articolo e che quest'ultimo ha colpito nel segno: ti ha fatto perdere le staffe.
Non meriti altra risposta: la credi che quell'articolo sia stato suggerito da me.
Sei tanto cieco e tanta è la tua volontà di fare carriera che non sai quello che dici. Ad ogni modo non voglio dare spettacolo pubblico: sei anche tu un operaio (scusami, un capo squadra) e le beghe fra noi lavoratori fanno fregare le mani a chi domani farà a te... quello che ieri ha fatto a me.
Alcuni impiega
Abbiamo letto sul giornale precedente che si parlava dell'orario degli, impiegati di Palazzo.
È' certo che è stata una meschina figura quella della Direzione: aveva categoricamente assicurato, tramite la persona del signor Franchini, che l'orario sarebbe stato <solo ed esclusivamente provvisorio ed estivo », e che senz'altro con l'inverno sarebbe stato mutato (più precisamente in settembre),
Questo è quanto noi sappiamo delle trattative svolte, ci meraviglia pertanto che la Direzione si sia poi rimangiata la parola data e che la Commissione Interna non sia riuscita a far rispettare gli accordi presi.
Che cosa ci risponde il signor Franchini? RISPOSTA
Colleghi impiegati. La Redazione mi ha sottoposto la vostra... meraviglia circa il comportamento della Direzione per quanto rigua rda l'orario del palazzo uffici che... doveva avere carattere provvisorio per la sola estate.
Sulla provvisorietà, di quel provvedimento non solo la Direzione lo aveva confermato a me, ma pure ad altri impiegati venuti con me a discutere (di quella delegazione solo un'impiegata non è più occupata con noi, gli alt ri sono tutt'ora reperibili).
Vi meravigliate del comportamento della Direzione in questa occasione.
La Direzione cerca sempre di
Ti faccio tanti augu ri di buona carriera e mi permetto -ricordarti che sono già in tanti a pesare sulle spalle degli operai.
Avanzi Mario Più
solleciti
Alle richieste del Reparto 45, la direzione aveva risposto con delle promesse. Ancora una volta noi lavoratori rinnoviamo le richieste delle ghette, per evitare di -bruciarsi i piedi e le scarpe.
Richiediamo che sia fatta una visita medica periodica ai lavoratori saldatori; come già si verifica in altri stabilimenti.
Questa ultima questione non consente dilazioni di tempo, con le sole pramesse, ma desideriamo che la Direzione si faccia sollecita della nostra salute, come si fa sollecita a sfruttarci.
Abbiamo diritto di non finire la nostra vita in qualche sanatorio, come è già capitato.
Invitiamo quindi, attraverso il giornale di fabbrica, la C. I. ad intervenire energicamente in merito.
lOCChí ro&i - azzurri
Annunciamo la nascita di:
Lucia Luigia, figlia dell'operaio Politi Attilio del rep. 43.
Marinella Giuseppina, figlia dell'operaio Spinelli Mario del rep. 42,, Mauro Carlo, figlio dell'operaio Constingo Salvatore del rep. 21. Flavio, figlio dell'operaio Ussani Bruno del rep. 19.
Felicitazioni e auguri dalla Redazione.
ti ci scrivono
fare il suo interesse il quale difficilmente coincide con quello dei lavoratori. Nel caso specifico come hanno reagito gli interessati?
Lo sappiamo tutti.
La C. I. (poiché quel problema. non è stato discusso dal solo Franchini) come ha potuto soste-nere gli impiegati in quel momento?
Cari colleghi, in dive rse occasioni, nei rc opu r parler » ebbi modo di chiarirvi i motivi particolari, che forse a voi stessi non in teressavano, che spingevano la C. I. e Franchini ha battersi, per non applicare questo orario. Occorreva però anche maggio r decisione, maggior compattezza e unità, maggior costanza da parte degli interessati. Sono convinto che ormai anche gli impiegati di palazzo hanno compreso tante cose elle prima nemmeno dubitavano: qualche anno addietro, quando la C. I. otteneva qualcosa dalla Direzione, si diceva che era dovuto alla magnanimità della Direzione e non alla capacità della C. I.
Ora, credo, sia andato in disuso questo ragionamento.
Impiegati, vi ringrazio della vostra inter rogazione ma, credetemi, in certi frangenti le parole non sempre sono sufficienti: i colleghi venuti con me hanno potuto toccare con mano.
Alle volte occorrono i fatti (es. l'attuale lotta per i miglioramenti degli stipendi e dei salari). Fraternamente Vtnicio Franchini.
2 FABBRICA SUL LAMBRO
Ci scrivono, domandano, rispondiamo
PANE, AMORE E FANTASIA
Abbiamo visto il film, piacevole nella sua trama semplice e umana, divertente, direi che è di un gradevole che fa bene al cuore, ai cuori romantici s'intende, ma... è tutto lì. Dirà lo spettatore superficiale: «Ecco un film che ha saputo mirabilmente suscitare un senso poetico da un, piccolo racconto che ha dato alle nostre sensazioni un velo di ottimismo».
Tutte belle e vuote parole per il modesto recensore il cui punto di vista è che questo film è come un portone dal nome « Favola » che si apre e dentro troviamo ad accoglierci l'illusione.
Il giovane regista, Comencini ha decantato col filtro del fatalismo la storia di un piccolo e povero paese di montagna senza affondare con il bisturi delle sue capacità, e ne ha tante, nella piaga ssciale, denunciando con la trama che si svolge fra quattro catapecchie, la vita dei diseredati, la sofferenza dei poveri, la loro miseria.
In questo paese un maresciallo dei carabinieri (De Sica) raggiunge la sua nuova sede e, ancora scapolo e simpatico, si dà da fare infermandosi sulle caratteristiche del paese, dei paesani e delle... pae_ sane. Una lo colpisce subito; una ragazza semplice e vivace come un zampillo d'acqua sorgiva; questa bella figliola (Lollobrigidia) si chiama Pizzicarella la Bersagliera, ed è innamorata segretamente di un bel carabiniere timido e molto attaccato al servizio. Fra questi tre personaggi si svolge l'azione a cui si aggiunge, con, l'indole pettegola dei paesani che creano amene trovate, la giovane levatrice del paese dal carattere dolce e riservato.
Il nostro maresciallo duella fra queste due donne, corteggia l'una e sospira con l'altra, finchè qualcuno gli sussurra che in realtà non è poi tanto... difficile e a saperci fare si possono ottenere le sue grazie; egli ci si prova con un sottile raggiro che provoca le accese rimostranze della calunniata e invece onesta ragazza,.
Dopo questa scottatura il maresciallo si accorge di voler bene sul serio alla levatrice la quale, pur essendo innamorata di lui, aveva sempre evitato il colloquio decisivo a causa di un figlio che essa ha per un errore di gioventù, e che ha sempre tenuto iumeosto a tutti.
Avvengono le spiegazioni e l'uomo le fa itendere che l'amore che prova per lei è profondo e sincero. più alto dei convenzionalismi borghesi; è la famiglia che egli vuol farsi, che ha sempre sognato e che
oggi desidera più che mai. Questo il succo del film. Ripensavo alle parole del giovane regista dette in sala per la sua presentazisne, quando si sforzò di spiegarci che certi ambienti volevano che avesse la mano leggera, si insomma, amore e molta fantasia, sul pane invece, che spesso manca, cercare di sorvolare, chè diamine! perchè far pensare il pubblica che paga per divertirsi, anzi abituare lo spettatore a depositare le sue facoltà ragionative al guardar ba del cinema assieme al cappotto e all'ombrello.
Noi desideravamo dal film di più; per noi il cinema deve essere con il divertimento una scuola, sissignori, una scuola di morale e di costume, il mondo sano del lavoro pane con forza questa esigenza. L'opera, il dramma, il racconto devono istruire, educare, migliorare il cittadino, •noi siamo per quel realismo sociale cose dia alPuenz^ una coscienza nuova e gli insegni la lotta per il progresso ed il mi-
glioramento del suo domani.
Per questa strada "Pane, Amore Fantasia" poteva fare molta ma molto di più. Troppi interessi forse hanno voluto che restasse solo, un altro film dell'illusione.
IL RECENSORE TEATRO
L'importanza di chiamarsi Ernesto
Sabato 20 febbraio il G.A.D. Innocenti ha presentato al Teatro Litta una commedia di Oscar Wilde.
La commedia attraverso una sati ra molta fine mette in ridicolo i costumi e le convenienze londinesi del fine secolo.
Tutto il lavoro si basa sul bisticcio tra il nome Ernest (Ernesto) e l'aggettivo earnest (serio, sincero) che in inglesce si pronunciano allo stesso modo.
legra farambala di menzogne grandi e piccole che, fra uno scoppiettio continuo di arguzie e di aforismi, si snoda versa un finale francamente fa rsesco, in cui i protagonisti scoprono con disdoro di aver sempre detto la verità credendo di mentire e si ripromettono d'emendarsi per il futuro.
E' una commedia artificiosa che non basta vederla una sola volta per se:prime tutte le sottili allusioni ironiche.
L'inte r pretazione è stata sul filo rasoio e se il castello non è crollato è perchè doti ben definite di alcuni attori ed attrici hanno fatto dimenticare in parte le pecche degli altri. Non voglio fare una critica vera e propria perchè il lavoro non era facile ma però si è visto dall'esecuzione una scarsa prepa razione.
Mi auguro quindi che il complesso in avvenire osservi con scrupolo il prorario motto « ad augusta per angusta » (dalle cose piccale per le cose grandi). CRITICUS
Osservazioni sul funzionamento del CRAL
Adognuno
Il consiglio del CRAL ha esaminato le critiche ed i suggerimenti fatti in questi ultimi tempi, e, prima di passare al vaglio degli stessi, vuole mettere i Soci di fronte alle loro responsabilità nei casi che hanno determinato le poco piacevoli rampogne, alcune delle quali eccessivamente dure.
Tutte le iniziative hanno sempre incontrato freddezza e qualche volta ostacoli; la gran massa degli iscritti mette sulla bilancia la misura Lire che occorre per l'iscrizione al CRAL ed i pacchi che ricevono per, l'Epifania. E' evidente che la bilancia pende dalla parte dei pacchi, e di questo si accontentano.
Non •partecipano alle gite, non assistono a nessuna manifestazione cralistica e sminuiscono, con la loro astensione, •l'entusiasmo di queste iniziative.
'E' lodevole da parte dei Promotori, dopo esperimenti deludenti, pensare un poco al bilancio e decidere di non buttare i soldi dalla famigerata finestra.
Per superare almeno in parte questo inconveniente, noi suggeriamo, per le gite, questo:
Invertire l'ordine; non più il Consiglio decida per una gita, ma
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I dipendenti dell' Innocenti richiedano il buono al C. R. IL L.
Oscar Wilde imbastisce una alil socio stesso, il quale viene da noi e dice: «Siamo in trenta, quaranta e decidiamo di andare a P...).
le sue responsabilità
«Benissimo! Il Cral organizza per P... ».
Naturalmente non chiedeteci un viaggio per Honolulu.
La Filodrammatica ha dato rappresentazioni a teatro vuoto!
A noi pare sia ammirevole lo spirito di questi appassionati che insistono ed hanno dato ottimi lavori! E' condannabile l'indifferenza e l'apatia con la quale sono seguiti dalle maestranze. Sta bene che non sono i Ricci, i Gasmann, i Cervi, ma ogni tanto, sostenerli circondarli della nostra simpatia, non 'sarebbe male...
Vediamo quante iniziative sono andate a vuoto e le cause.
Pallacanestro: I giovani' hanno con insistenta chiesto la formazione di una squadra e l'impianto di un campo. 'E' stato fatto.
Bocce: Non i giovani ma gli anziani hanno voluto che si riattivasse il gioco delle bocce.
In queste due categorie sono comprese tutte le età e proprio in questi casi l'interessamento del Consiglio è stato determinante; ebbene. chi di noi può dire di aver visto i giovani sul campo?
La squadra che doveva formarsi? I giovani? Volatizzati 1!!
E gli anziani con le bocce? come sopra!!!
Calcio: Per questo •sport sono pervenute al Consiglio lagnanze suggerimenti tali da impedire per ora una decisione; il nuovo Consiglio, dopo le elezioni, ne farà oggetto di discussione.
Le proposte sul tema si possono riassumere in due concetti diametralmente opposti.
a) Abolizione di una attività che costa al Cral una cifra non indifferente e che soddisfa solo l'esigenza e l'esibizionismo di due tre persone. Troppo poche per una tale spesa!
b) Mantenere la squadra ma composta di soli dipendenti. Ambedue le tesi hanno il loro fondamento; ma anche qui si no-
ta, per quanto riguarda interessamento ed affluenza, lo stesso fenomeno dell'indifferenza da parte delle inaestranze; perciò la decisione da prendere va accuratamente studiata.
Per le altre attività: Pesca, Caccia, Tennis, Tamburello, si sta apprestando un piano inteso a mi.. gliorarle ed a diffonderle.
Una sola attività sembra vitale e seguita con interesse: quella del Moto Club che dimostra di essere sempre in movimento, satura di programmi e •viva di entusiasmo.
Come si vede, in questa breve rassegna, non tutte le colpe sono da imputarsi a chi dirige, che dà a secondo e più, di quanto non riceva, in considerazione ed intervento.
Per il futuro i progetti sono molti e sono già stati studiati da questo Consiglio; speriamo di possibile realizzazione. Creazione di un «Circolo fotocinematografico> con il seguente programma di massima. Concorsi fotografici, proiezioni di documentari tecnici e scientifici, riprese di documentari sulle attività del Cral.
Sede appropriata, Per il primo, a base culturale, vi sono numerosissime adesioni e speriamo con esito soddisfacente Circa il secondo, potrebbe essere i' toccasana per favorire quella affluenza che noi vorremmo sempre per il nostro Cral LUIGI FUMAGALLI.
Comunicato Moto Club
Domenica giorno 14-3 alle ore 9.30, verrà inaugurata la nuova sede sociale sita in via Bellotti n. 4.
Tutti i soci sono invitati.
Al termine della manifestazione verrà offerto un vermout d'onore.
Il Consiglio
FABBRICA SUL LAMBRO 3
CINEMA
l\/ell'anniversario degli scioperi di marzo
cose
agi „ ci
lasciamo fare queste "altri orla ai lavoratori, della Innocenti
Osservazioni e critiche al giornale di fabbrica caduti per la libertà
Ci si permetta di fare qualche appunto critico inteso a migliorare il contenuto di questo nostro giornaletto in modo da renderlo sempre più gradito ai lettori, più consono agli interessi dei lavoratori della Innocenti a cui è diretto e alla finalità per cui è sorto, restando fedele sempre alla verità dimostrata dai fatti.
Pensiamo che un giornale fatto da lavoratori, deve guardarsi bene dal seguire i soliti sistemi, che ben conosciamo, della stampa classica d'informazione così detta «indipendente » la quale ha bisogno di falsare continuamente la verità; esso ha, nella verità, nell'obbiettività, nell'esposizione piana, semplice e viva, tutta la sua forza. Non ha quindi alcuna necessità di alterare i fatti per stimòlare l'azione del lavoratore c -ntro lo sfruttamento capitalistico a cui è sottoposto; i fatti stessi sono eloquenti e convincenti, basta esporli con chiarezza, ricercarne le cause determinanti, ed indirizzare quindi l'azione organizzata della classe operaia, dei lavoratori, contro dette cause.
Siamo perciò del parere che poesie del tipo «Fa rima sarà... quel ehe sarà » non sia giusto pubblicarle- poiché, tra l'altro, negano un fatto che tutti hanno occhi per vedere; gli Stabilimenti sono infatti in piena attività. Anche per noi si presentano delle difficoltà e dei pericoli per l'avvenire, pur tuttavia l'Azienda non si tr7va certo nelle con dizioni della Breda, della Caproni, dell'Isotta, della Sa far, della Cerasa ecc.
L'azienda fu salvata nel periodo 1945/1947 perchè fu allora possibile una ooltaborazione con la Presidenza onde evitare la catastrofe, certa anche per noi come lo fu per le fabbriche succitate alle quali poi si aggiunsero, come è noto, le Reggiane, la Pignone, la Eilotecnica Salm fragili, la Tallero e, purtropPo, tante altre ancora.
Gli organismi di fabbrica di allora (C.L.N. - C. I.) e le organizzazioni sindacali provinciali furono sempre o fianco dei lavoratori, discussero c-oz, •ii Presidente,e non trovando, nel corso delle tratative, la miopia ed il gretto egoismo che ridussero in ceneri le fabbriche già citate, i lavoratori ,accettarcno il sacrificio e questo non fu vano: oggi, nel complesso Innocenti, trovano occupazione tremila lavoratori.
Certo, anche da noi vi sono in forma più o meno acuta, gli dessi problemi che assillano i lavoratori delle altre fabbriche: lo sfruttamento, l'orario prolungatl di lavoro, i salari insufficienti, il lavoro massacrante delle catene, ecc.
ecc. e contro queste forme noi. guidati dalle organizzazioni sindacali, dalla C. I. e dal C. di G.,, ci battiamo e ci batteremo sempre; anche da noi la Direzione assume alle volte una posizione che i lavoratori non possono accettare proprio perchè hanno presente i sacrifici già fatti e risp - ndono con la resistenza unitaria di tutti, operai e impiegati. Il giornale di fabbrica ha precisamente il compito di unire, di chiarire, di indirizzare, ma noi pensiamo che non si faccia un buon servizio ai lavoratori (e alla diffusione) se negli scritti mancheremo della necessaria obiettività, se vi formuleremo critiche eccessivamente acide come quelle apparse nei riguardi del CRAL, se ripiegheremo su un umorismo di basso gusto, se vi faremo della demagogia o peggio se Scivoleremo addirittura nell'insulto.
Sappiamo che 'buona parte delle deficienze riscontrate nel nostro giornale di fabbrica (non ultima delle quali i troppi errori di stampa) devono imputarsi alla scarsezza di elementi che lavorano in Redazione, per cui tutto finisce col ricadere sulle spalle del Direttore Responsabile. Bisogna risolvere urgentemente questo problema, bisogna costituire una Redazione molto più larga che abbia il tempo M rileggere attentamente il -materiale ricevuto, setacciarlo, correggerlo e correggere poi le bozze.
Un gruppo di vecchi lavoratori della Innocenti
Gli scioperi del marzo 1943 portavano nelle masse lavoratrici quel fervore di lotta e 'o sbandamento del Governo fascista.
Presso gli Stabilimenti Innocenti i sabotaggi per diminuire la produzione bellica, causa di distruzioni e rovine, erano in continuo aumenta.
Il 25 luglio ci colse tutti in piena attività di lotta, ma purtroppo, tutto non era finito che il nefasto 8 settembre 1943 ci portò la - cruda verità di dover riprendere la lotta armata.
Diversi operai dovettero in quei giorni allontanarsi dal proprio lavoro perchè il risorgere del nazifascismo rappresentava un pericolo mortale per loro.
Gli Stabilimenti venivano bloccati dai tedeschi che ne stabilivano il loro Ministero Bellico.
Ma con tutto questo, si formavano ugualmente i gruppi di difesa e le prime squadre S.A.P. e G.A.P. entravano in azione di disturbo e propaganda, portando tutti i dipendenti allo sciopero di 8 giorni nel dicembre 1943.
E la lotta continuava:
disarmo di nazisti; lancio di bombe contro una macchina della S.S.; azione armata contro la Milizia ferroviaria.
Le azioni si succedono alle azioni, fino al marzo 1944 dove sfocia nel grande sciopero generale. I nazi-fascisti inasprirono di più il
loro odio verso i lavoratori e i combattenti della libertà procedendo ad arresti e deportazioni. Dopo otto giorni di lotta la mattina del giorno 10 gli Stabilimenti venivano presidiati da forti contingenti armati della S.S. Si trattava di deportare circa 400 operai ma ragioni superiori, specialmente per favorire la produzione bellica impedirono l'attuarsi del criminoso plano. Al pomeriggio verso le ore 16,30 fatti radunare tutti i lavoratori sul piazzale con un foglio su cui erano scritti i nomi, chiamarono 35 lavoratori. Di questi diversi già in azione di lotta sulle montagne, altri già in carcere e altri riusciti a fuggire, di modo che restarono nelle mani dei tedeschi solo 14 compagni. Deportati nel famoso campo di eliminazione di Mathausen, 12 di loro non poterono sopravvivere alle inumane torture e immolarono la loro giovane esistenza nel nome della Libertà e della Patria.
L'azione nazi-fascista non ha fiaccato lo spirito di lotta che ha inflitto altre perdite al tedesco invasore.
E la lotta continuava:
sabotaggio alle macchine; distruzioni di impianti elettrici; attacchi a spie nazi-fasciste; disarmo di ufficiali nazi-fascisti;
asportazione di tutti i fili elettrici già collegati a mine per la distruzione dello stabilimento.
Ai primi di novembre nella settimana del «Partigiano» una gran_ de scritta nel mattino del 2 appariva sulla torre dell'acquedotto:
Ovunque si discute: in tram, in treno, nelle fabbriche e nei campi.
Una viva presccupaziona anima tutti i lavoratori italiani, gli stessi lavoratori D.C. e Socialdemocratici, sono preoccupati. E' bvtato che Scelba ritornasse alla ribalta, perchè altri luttuOsi incidenti avvenissero nel nostro Paese; altri morti si aggiungessero al già rilevante numero (68) accumulati nei cinque anni in cui egli fu Ministro dell'Interno.
Dopo l'incivile carica ai lavoratori dell'O.M. di Milano in piazza S. Ambrogio, da parte della polizia, schierata a difesa dei padro= ni, in conseguenza della quale è deceduto l'operaio Ernesto Leone, un frettoloso comunicato affermava che l'operaio Leone era deceduto, non già in conseguenza delle cariche, ma perché era ammalato e si aggiunse che vi era chi vo-
leva speculare su questo luttuoso incidente.
Trascorre solo un_ giorno ed ecco i fatti di Mussomeli: tre donne ed un bambino perdono la vita perché hanno osai- chiedere l'acqua ad un minor prezzo. Ogni dubbio cade, i lavoratori 'italiani, nel -ons.iere onore e gloria a queste nuove vittime, nella loro possente manifestazione di protesta, hanno bollato con il marchio di responsabile il governo al suo sorgere.
Come possono i lavoratori' italiani avere fiducia in colui che si è reso tristemente noto attraverso i fatti sanguinosi di Melissa. Torremaggiore, Modena, ecc.? In un governo che presenta, nel suo programma, l'approvazione di una legge antisindacale, di una legge delega per gli statali, e la ratifica della C.E.D.?
No! Non è possibile che un governo simile diriga le sorti del Paese; questo governo ancora non: è stati convalidato e già ha ridato vigore alla reazione Padronale nelle fabbriche. I capitalisti pensano sia giunto il momento di dare nuovi colpi ai lavoratori; si disilludano, se anche questo governo 'passasse, non avrà lunga vita: i lavoratori continueranno a battersi uniti, a lottare senza tregua, perchè vi sia nel Paese un governo veramente democratico e di progresso; il 7 giugno ha condannato la politica di odio, di discriminazione, di corruzione (che in questi giorni riaffiora in modo scandaloso) se lo ricordino e le grandiose lotte dei lavoratori, attualmente in corso, servano a loro di monito.
« W. i Partigiani ». É le azioni si susseguono con eroismo e sacrificio, per arrivare al radioso 25 aprile 1945 con la cacciata del tedesco invasore dai nostri Stabilimenti e dall'Italia.
Il 26 aprile le forze dello stabilimento venivano attaccate dai nazisti, ma con il validi aiuto di altre formazioni sopraggiunte dopo un duro combattimenti di oltre tre ore i nazisti venivano annientati lasciando sul terreno 15 morti e molti feriti.
Anche da parte nostra 7 giovani combattenti morivano nella cruenta lotta.
Solo al 27 aprile alle ore 18 nella nostra zona si poteva dire che la guerra era veramente finita dopo la resa incondizionata dei 180 tedeschi che presidiavano !asti_ tuta Martinit.
Una lapide, eterna il ricordo di coloro che per la Patria e per la Libertà caddero - nei tristi campi di eliminazione:
Mathausen ne uccise i cuori ma le loro anime vivano nell'Italia risorta 'alle umane vere Libertà.
Siano di monito e facciano riflettere le facili alleanze che in questi ultimi anni tornano ad affacciarsi al'a ribalta della politica europea. L'imperialismo americano vuol servirseene per i suoi scopi costruendo nel nostro territorio basi di guerra (come già si verifica nella Spagna cattolica di Franco, in Belgio, in Francia) con la volontà di far risorgere nuovamente il militarismo tedesco.
Ecco oos'è la C.E.D. (Comunità di Difesa Europea).
Ai lavoratori il compito di respingere e di condannare i fautori di una nuova guerra mondiale.
Enzo Allegro
4 FABBRICA SUL LAMBRO
MAR
NON
Lavoratori dell'Innocenti per i vostri acquisti di confezioni e tessuti per uomo, donna e bambino chiedete al vostro CRAL il buono MAR
PUO' AVERE LA FIDUCIA DEI LAVORATORI il governo Scelba portatore di luttuosi incidenti
Dirett. Respons. Leonardo Banfi - Aut. Tribunale di Milano in dala 31-12-1953, n. 3259 - Tip. A. PIODELLI - Milano