Fabbrica Lambro14

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In difesa della Pace, contro l' uso delle armi atomiche e termonucleari firmiamo tutti l'appello di Vienna.

Uniti, commemoriamo il 25 Aprile, data del riscatto del popolo italiano, per un futuro di benessere.

UNITA' DI TUTTI I LAVORATORI

CONTRO IL FASCISMO PADRONALE

Sfila dinanzi agli occhi dei superstiti della guerra di liberazione Nazionale, il lungo corteo dei compagni caduti. Si affolla no alla mente mille e mille ricordi: sofferenze, freddo, fame, interminabili marce nelle tenebre per sottrarsi alla morsa di un nemico inesorabile, il lamento dei feriti, l'agonia degli uccisi martoriati dalle SS e dagli sgherri fascisti; gli attacchi fulminei, i colpi di mano, le battaglie di un moschetto contro cinquanta mitra e poi... baite fumose ed i cori partigiani, gli abeti ed i larici, la tormenta e lo sfavillio della neve sotto il sole... Poi la marcia di avvicinamento al nemico, l'ultima: e l'attacco massiccio di tutte le formazioni: Garibaldine, Brigate del Popolo, Matteottini, Autonoma, Giustizia e Libertà, Partigiani della Montagna e della piana, gapisti e sapisti ed il popolo, tutto il popolo in rivolta con alla testa gli operai delle fabbriche ed i lavoratori!

Il 25 Aprile 1945 segna la rinascita, nell'onore di tutto il popolo italiano, la vittoria della pace sulla guerra, della vita sulla morte. I resistenti di allora ricordano che una delle forze determinanti che consentirono la grande vittoria popolare del 25 Aprile 1945, fu l'unità della stragrande maggioranza del popolo italiano.

Oggi, l'Italia ha bisogno di ritrovare quella unità, ha bisogno di fare blocco con la Resistenza per scongiurare nuove e più gravi sciagure.

I recenti episodi di Roma, di Modena, ecc. ci dicono che determinate forze, facilmente individuabili nei ceti più retrivi e reazionari del nostro Paese, non hanno scrupolo di armare la mano di giovani incoscienti nella folle speranza di ritornare ai comodi sistemi di far tacere, col manganello, la pistola, il pugnale o il rogo, ogni voce discorde con la loro. Questi ceti, annidati nei Consigli di Amministrazione dei grandi monopoli ed il cui cuore è riposto tra le pieghe dei bilanci delle Società Anonime da loro dirette, per succhiare sempre più intensamente il frutto dell'altrui lavoro, sognano la guerra come mezzo di ulteriori arricchimenti. Mentre pagano il neo-fascismo, negano ai lavoratori ogni miglioramento economico, trasformano le fabbriche che furono salvate dalla distruzione nazifascista, dalla Resistenza, in caserme come primo passo per trasformarle poi in galere, intimidiscono, corrompono, licenziano, e poiché quelle libertà costituzionali che essi negano nella fabbrica furono riconquistate al popolo dalla Resistenza, danno addosso ai partigiani, ai gapisti, ai sapisti, e ciò spiega perchè negli elenchi dei licenziati e dei colpiti dalle rappresaglie padronali, figurino sempre in testa i resistenti.

Contemporaneamente si tenta di far dimenticare il passato di gloria della guerra di liberazione nazionale, non consentendo più neppure le commemorazioni annuali che vedevano gli operai, gli impiegati ed i tecnici, attorno alle lapidi dei loro compagni caduti ed eliminati nei campi di sterminio nazista. Per quanto sia amaro, è però necessario constatare che .v'è tutta una 'azione diretta a creare un clima di fascismo di fabbrica, (con qualche risultato) e di fascismo di

strada ( con minor esito) e cio pone agli uomini della Resistenza, ai lavoratori, a tutti i sinceri democratici, un preciso dovere: unirsi strettamente di fronte ad un pericolo che travolgerebbe tutti, travolgendo la repubblica e la sua Costituzione, sostituendo ai valori gloriosi della guerra di liberazione Nazionale, l'esaltazione delle infamie del fascismo, alla libertà, nuovi campi di sterminio, all'indipendenza nazionale, l'asservimento allo straniero; alla pace, la guerra atomica. Uni a m o c i, indipendentemente dalla ideologia o credo politico professato, per difendere quel patrimonio di gloria che fu la guerra di liberazione nazionale, per difendere la memoria dei gloriosi Caduti, per difendere i frutti del loro sacrificio: l'indipendenza nazionale, la libertà e la pace, la Repubblica e la sua Costituzione democratica, da ogni pericolo di ritorno del fascismo.

I lavoratori dell'Innocenti che pagarono con la vita l'amore alla libertà e alla pace.

La richiesta di «Fabbrica sul Lambro» a nome dei lavoratori

Nella richiesta presentata in data 12-2-1955 la C.I. ha chiesto il riconoscimento dell'indennità mensa ( come parte integrante della retribuzione) e, che venga pagata per le ferie, festività cadenti in giorni lavorativi, 13' mensilità e 200 ore. La direzione ha risposto che essendo la questione all'esame degli organi competenti, si riserva di attenersi a quanto verrà stabilito dagli stessi.

Invitiamo al proposito la C.I. a riprendere le trattative per questo problema, insistendo perche sia conclusa la vertenza con giusta soluzione, tenendo presente che già in diverse fabbriche hanno riconosciuto e pagato con arretrati di 5 anni, in altre stanno concordando per il pagamento, anche perché nel Contratto Nazionale di Lavoro, gli articoli: 19 ( parte operai); 16 (parte impiegati) e 10 ( equiparati) riconoscono ai lavoratori il diritto nel periodo delle ferie alla paga giornaliera globale di fatto; l'articolo 8 ( festività per operai, impiegati ed equiparati) riafferma lo stesso diritto.

La cifra da pagare, per l'indennità agli esonerati si considera quella già stabilita aziendalmente, criterio già definito in tutte le sentenze.

Siamo certi che la C.I. farà il possibile per portare a conclusione questo problema.

ALLA INNOCENTI L'INCHIESTA PARLAMENTARE

Sirealizzinelrioneunaconferenzasullecondizionidivitanellefabbriche

L'on. Rapelli nella sua relazione di presentazione della proposta, dei parlamentari Butté-Calvi, di una inchiesta parlamentare sulle condizioni di vita nelle fabbriche affermava tra l'altro:

Non basta per il Parlamento fare delle leggi in materia sociale: non basta dare efficacia obbligatoria ai contratti di lavoro: bisogna, soprattutto, far scomparire il clima di " paura " che vi è in molte aziende, per cui i lavoratori non " osano " far valere i propri diritti. Il Parlamento non può vivere in astratto

ma deve, come d'altronde ha fatto nelle precedenti inchieste, conoscere le condizioni " reali " del paese, ed in un'Italia ordinata a " Repubblica " fondata sul lavoro, è fondamentale stabilire se, la cittadinanza del lavoro nella comunità aziendale esista sul serio a.

Parole sante potremmo dire e, possiamo ben affermare, non mancano certamente i motivi per accellerare al più presto questa inchiesta approvata ormai dal Parlamento italiano.

Infiniti sono gli esempi che di-

"FABBRICA SUL LAMBRO„ Al LETTORI

Ogni sorta di ostacoli si frappone alla diffusione di a Fabbrica sul Lambro ». Sorto per volontà dei lavoratori, esso ha saputo sempre essere, seppure con i suoi difetti, battagliero difensore degli interessi dei lavoratori, portatore dei pensiero, del sentimento e delle rivendicazioni degli operai e degli impiegati.

Ed è proprio perche ha saputo assolvere degnamente la funzione che le era stata assegnata, per cui era sorto, che la direzione aziendale violando le norme più elementari di democrazia, violando le stesse leggi costituzionali sulla libertà di stampa, tenta di impedirne la diffusione.

A questo si aggiunge l'impedimento della polizia alla diffusione fuori dallo stabilimento.

In considerazione di questi fatti, tenendo conto che soprattutto in questo momento è indispensabile che i lavoratori dell'Innocenti abbiano un proprio giornale, di orientamento, di guida, che porti in pari tempo al difuori della fabbrica quanto in essa sta avvenendo, la redazione del giornale ha deciso di lanciare una grande campagna di abbonamenti. Tutti si abbonino quindi a a Fabbrica sul Lambro » sarà questa la migliore risposta alla direzione, sarà questo il modo migliore per sostenere e vivificare il giornale; ogni lavoratore potrà cosi riceverlo a casa.

L'abbonamento annuo costa 200 lire che potranno essere versati ad appositi incaricati nei reparti oppure inviati con vaglia a a Fabbrica sul Lambro », Via C.

Cima, 39 - Milano. Un altro ostacolo ha però da superare la redazione: la difficoltà finanziaria. Per superare questa difficoltà e poter cosi continuare a pubblicare il giornale, la redazione propone di aumentarne il prezzo da 10 a 15 lire. Siamo convinti che i lavoratori non saranno contrari a questa proposta, perchè questa misura, unitamente ad un grande numero di abbonati sono condizione perchè « Fabbrica sul Lambro possa continuare a sviluppare la sua azione in difesa dei lavoratori. LA REDAZIONE

mostrano l'urgenza di una inchiesta nelle fabbriche; i casi limite, conosciuti del resto, che già hanno scosso e suscitato un senso di profonda indignazione in tutta l'opinione pubblica, sono di indicazione.

Questi casi limite vanno da quanto avviene alla Cozzi di Paderno Dugnano, di cui molto se ne è parlato e se ne parla, dove il direttore della stessapretende in cambio del posto di lavoro l'onore delle ragazze; alla Vittoria con il ricatto e la beffa delle commesse; alla Magneti con la sospensione di due membri della C.I. per « eccessivo attivismo sindacale ».

A questa scala di casi limite senza timore di sfigurarvi (ironicamente dicendo) possiamo aggiungervi la Innocenti con l'ultimo ennesimo, clamoroso caso che si aggiunge a quelli già denunciati sui due libri bianchi formulati (che possono costituire la guida nell'inchiesta) e ad altri ancora ben conosciuti: il licenziamento di due operai, uno con ventun anni di anzianità in fabbrica, l'altro con 8 anni, entrambi operai specializzati attrezzisti, perchè diffondevano, fuori dalla fabbrica, nell'ora di riposo, dei volantini.

Da Paderno a Lambrate, dalla Cozzi all'Innocenti, possiamo dire. I casi limite si estendono, diventano troppi per chiamarsi « casi », è ormai un sistema: è il regime del tempo che fu che i « padroni del vapore » vogliono riportare nelle fabbriche, in spregio alle leggi e alle autorità. Ciò che fanno è contro la Costituzione e le stesse leggi sul lavoro, i padroni sono quindi fuori della legge. (continua in 2" pagina)

Nella seconda richiesta presentata alla direzione in data 16-31955 il primo punto e: Operai specializzati. - Con l'applicazione del conglobamento e i nuovi minimi in essi concordati che conteggiano tutta la quota di rivalutazione, è scaturito con evidenza la differenza di trattamento fatto verso una categoria di operai e precisamente gli operai specializzati. A conferma sottoponiamo un prospetto che mette in evidenza che dal minimo sindacale al minimo aziendale chi gode di un trattamento economico meno favorevole sono gli operai specializzati i quali prendono in più del minimo sindacale L. 1,75 mentre gli operai qualificati hanno L. 4,55 e i manovali specializzati L. 6,55.

La richiesta fatta tende quindi a regolare questa differenza esistente tra le altre categorie e quella degli operai specializzati, riconoscendole quei benefici economici che già riconosce alle altre categorie. Pensiamo sia bene che la C.I. solleciti la soluzione di questo problema, oggi in esame alla direzione, assicurando in pari tempo, a questo proposito, la solidarietà di tutti i lavoratori.

Al secondo punto della richiesta (ed è questa vecchia di alcuni anni) si chiede che la direzione invii alla colonia i figli dei dipendenti pagando lei totalmente la retta.

Con soddisfazione abbiamo appreso che la richiesta è stata dalla direzione accettata. Riteniamo però giusta la richiesta dei lavoratori che chiedono che: oltre a riconoscere il diritto di controllo alla C.I., un rappresentante dei lavoratori sia in permanenza alla colonia per collaborare al buon andamento della stessa.

** *

Questi alcuni dei problemi economici e sociali risolti o che attendono soluzione, sarà premura di « Fabbrica sul Lambro » porre e far conoscere di volta in volta i problemi che maggiormente assillano i lavoratori, dedicando a questo proposito maggior spazio sulle sue colonne.

Il Corrispondente

Anno 2 - N. 3 I Marzo 1955 - L. 10 I PERIODICO DEI LAVORATORI DELLA FABBRICA INNOCENTI STPIAPPAT, DE I> nRTA.T i LIAk..-.)Mc' MARIA A IVIC,/ BO LVIGI POLONl StUVANNI SILVFSTA Ir\(11!\ PRE VITALI BATTISTA DOLFI CAQVAM\ ì Lv1Ci MANTI( A AGOST)N0 t T M AV THAV$ EN NE MA L E LOW NEL DECENNALE
INSURREZIONE NAZIONALE
DELLA VITTORIOSA
ATTIVITÀ' DELLA
COMMISSIONE
INTERNA

DAI REPARTI E DAGLI UFFICI

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ARTICOLO 4 VISITE D'INVENTARIO E DI CONTROLLO

da un po' di tempo che nella nostra fabbrica non viene rispettato l'art. 4 del Contratto di lavoro, ed è perciò nostro dovere segnalare il fatto, richiamando l'attenzione della Direzione, della C.I. e di tutte le maestranze.

« Il lavoratore non può rifiutarsi a qualunque visita: a) di inventario degli oggetti affidatigli che venisse disposta dalla Direzione, nè a visita personale di controllo all'uscita dello stabilimento. L'indicazione del personale da sottoporre a visita dovrà avvenire preferibilmente con l'applicazione di sistemi automatici e deve riguardare normalmente la collettività o gruppi di lavoratori.

Le norme per la effettuazione delle visite devono essere predisposte dalla Direzione in consultazione con la C.I. e la loro applicazione deve essere affidata dalla Direzione a personale responsabile appositamente incaricato.

Le visite devono avvenire in appositi locali e rispondere a carattere di riservatezza.

Al personale femminile la visita sulla persona non potrà essere compiuta che in locale appartato ed esclusivamente da personale femminile all'uopo incaricato ».

L'art. 4 chiarisce due punti fondamentali che sono:

1) La direzione ha la facoltà di far effettuare visite personali di controllo all'uscita dello stabilimento, d'accordo con la C.I. e,

la richiesta di "Fabbrica sul !Ambra „ (continuazione dalla la pagina)

Non ne fanno del resto segreto i capitalisti italiani di questo loro orientamento. «24 Ore », giornale degli industriali, nell'articolo di fondo del 25 marzo dedicato ai giornali di fabbrica, con sfrontatezza esprime in una frase quali sono gli intenti degli industriali: « la libertà esiste pienamente, ma fuori e non dentro il luogo di lavoro ». Se c'era ancora necessità di dire spregiudicatamente come concepisce la democrazia nelle fabbriche il padronato industriale italiano, va la gratitudine a «24 Ore » che ha sputato il rospo.

Ma soprattutto nessuna inchiesta parlamentare sui luoghi di lavoro. Contro l'inchiesta parlamentare « 24 Ore » chiama correi nel tradimento dei socialcomunisti, i sindacalisti democristiani che l'hanno voluta. « Il terrore nelle fabbriche » è una « leggenda » sentenzia « 24 Ore », e perchè rimanga tale i cancelli delle fabbriche debbono essere chiusi dietro le spalle dei lavoratori, più ermeticamente che quelli delle carceri, perchè in quest'ultimi i parlamentari hanno diritto di accesso; nelle fabbriche questo dovrebbe essere precluso, i « padroni del vapore » non vogliono controlli al loro operato.

Una simile concezione è anche, come è dimostrato dai fatti, applicata alla Innocenti. Per questo noi chiediamo che la Commissione Parlamentare si metta in funzione e svolga la sua inchiesta, se non prima, tra le prime fabbriche, alla Innocenti.

Già ricca è la documentazione di fatti a disposizione della Commissione Parlamentare d'inchiesta, ma perchè di altri elementi, di altro materiale si arricchisca, ma soprattutto perchè tutta l'opinione pubblica ne venga a conoscenza, proponiamo che si realizzi una conferenza di fabbrica estesa a tutta la cittadinanza del rione sulle condizioni di vita dei lavoratori.

Le porte automatiche che si chiudono ermeticamente alle spalle dei lavoratori dell'Innocenti quando entrano nei reparti devono aprirsi, le possono aprire i lavoratori. tempo di cambiare l'aria nelle fabbriche, di immetterne altra che sia respirabile. È tempo che le leggi italiane, che la Costituzione, abbiano valore anche per i « padroni del vapore ». Che conta in Italia è il Parlamento e non i padroni.

non all'entrata come da un po' di tempo sta facendo.

2) (come da paragrafo D) le visite devono essere fatte in appositi locali e non in pubblico. Il lavoratore a cui venisse richiesta la visita in pubblico può rifiutarsi e richiedere la visita in luogo appositamente preposto. Sara opportuno che la C.I. intervenga al più presto in Direzione onde far cessare la visita all'entrata in stabilimento giacchè questo fatto, non è contemplato dal contratto di lavoro. Non riteniamo .accettabile la tesi che si sente pronunciare un po' qua, un po' là, che la visita alla mattina è stata messa in atto per troncare uno pseudo mercato interno di generi vari. Se ciò avveniva e se si voleva troncare una tale attività, l'ufficio sorveglianza

sapeva benissimo chi doveva pedinare e sorprendere in flagrante. Non è perciò giustificabile e non rimane altro che un sopruso della Direzione quello della visita personale alla mattina. Che cosa cerchi nelle borse è intuibile.

Il lavoratore anche quando è entrato in una fabbrica, non cessa di essere un libero cittadino e come tale ha diritto di poter adunarsi, leggere avvisi e manifesti, discutere sulla situazione politica nel paese, della situazione della sua fabbrica.

La Direzione ha il diritto di far controllare, af finchè tutto ciò non avvenga durante le ore di lavoro, ma ha anche l'obbligo di rispettare la dignità di ogni lavoratore, rimanere cioè nei termini stabiliti dal contratto di lavoro.

IL SINDACALISTA

Superare lo stato di timore

Il 9 marzo la FIOM provinciale proclamò lo sciopero dei metallurgici. Malgrado gli ultimi soprusi padronali, 350 operai della nostra fabbrica uscirono dai cancelli: gli altri non riuscirono ancora a superare quello stato di timore. Quale orgoglio per la direzione: finalmente «il dominio CGIL in fabbrica abbattuto ». Quale illusione, diciamo noi che abbiamo ascoltato quasi uno ad uno gli operai, gli impiegati che non hanno aderito. Ognuno di essi, all'inizio era titubante, vergognoso quasi: man mano che parlava dimostrava un sempre maggior rammarico per il suo comportamento. Più parlavano e più si sentivano sollevati: si liberavano di quel grosso peso che li ossessionava. Quanta umanità in questi uomini semplici, eppure tanto comprensivi della loro funzione sociale!

Comprende forse il capitalismo questo stato d'animo di padri di famiglia, di giovani desiderosi di imparare un mestiere, di formare anch'essi una famiglia? No! il capitalista queste cose non le comprende; finge di volerle comprendere e istituisce dei corsi aziendali di « produzione in buoni rapporti umani» col risultato di licenziare oltre 150 lavoratori.

Il capitalista grida che lui solo sa difendere le libertà: ma poi, grazie alla protezione del governo Scelba-Saragat, licenzia quei lavoratori che si permettono di discutere i suoi « diktat ».

Lui solo, dice il capitalista, sa essere democratico: lui solo è capace di far rispettare la libertà di sciopero, la libertà di lavoro. E con lui, col capitalista, osannano alle libertà i vari Pastore della CISL, Viglianesi della UIL e il Corriere e 24 Ore: aria nuova alla Innocenti hanno detto, hanno scritto.

Alleluia, dissero i giornali clericali. Libertà di sciopero, libertà di lavoro.

Ma quei lavoratori che il 9 marzo lavorarono, democraticamente non dimenticano il tenore della « democratica » lettera ricevuta a

casa il giorno delle elezioni della C.I. e sanno da chi è stata mandata.

Quei lavoratori non dimenticano che i salari e gli stipendi sono insuf ficienti al viver civile.

Quei lavoratori ricordano lo schieramento di guardie ,ai girelli e ai cancelli e ricordano i vari Cer-

A PROPOSITO DEL

Cara Redazione, poichè nè la CISL nè la UIL si preoccupano di informare gli operai sulla normalizzazione dei cottimi in conseguenza del conglobamento delle retribuzioni, chiediamo a te un po' di spazio per poter mettere al corrente gli interessati su questa importante questione.

Riteniamo opportuno fare alcune chiarificazioni sull'accordo firmato delle organizzazioni minoritarie CISL e UIL e dalla Confindustria riferendoci al Contratto Nazionale tuttora vigente.

Mentre il contratto Nazionale tutt'ora vigente prevede il minimo di cottimo del 20% nell'accordo minoritario si è sottoscritta una riduzione all'8%; il minimo di incentivo dal 10% al 4%; le quote orarie dalle 44 alle 48 ridotte alla metà per gli impiegati, mentre per gli operai la percentuale (sempre dalle 44 alle 48) viene ridotta dal 5% al 2%.

Inoltre poi, l'Associazione Industriali e i singoli padroni, intendono applicare letteralmente la frase « nè oneri all'azienda, nè alle maestranze » dell'accordo firmato con la CISL-UIL, dimenticando che premessa del conglobamento è che « le nuove tariffe di cottimo saranno riferite ai nuovi minimi di paga ».

Riteniamo che queste rinuncie accettate da due delle organizzazioni sindacali (per di più le minoritarie) siano abusive, particolarmente per quanto riguarda il minimo di cottimo e l'incentivo: sopratutto. perchè quel minimo di cottimo del 20% è stato firmato prevedendo già d'allora il conglobamento. Infatti il punto b) del protocollo aggiuntivo dell'art. 16 (parte prima del contratto) in previsione del conglobamento, esclude il riproporzionamento dell'aliquota

NON TI DICIAMO ADDIO

Caro Vinicio, il tuo allontanamento forzato è stato una dolorosa mutilazione ma, comunque sappilo, noi tutti, operai e impiegati siamo fieri di te, del tuo comportamento, della tua forza e del tuo coraggio.

Ti hanno fatto pressioni di ogni genere, ti hanno infine allontanato dalla tua fabbrica, dai tuoi compagni, dalla tua famiglia, dai tuoi figli e tu non hai ceduto!

Questo è bello, credimi, e con noi ne sono convinti tutti i compagni ed amici.

Infine hanno cercato di umiliarti, diminuirti nella tua dignità di uomo e, non riuscendovi ti hanno licenziato.

La « nobile e generosa » nostra direzione ha licenziato un onesto capace lavoratore perchè reo di aver difeso gli oppressi, per avere amato i suoi simili, perchè reo ( quale infamia ! ) di essere stato alla testa del movimento operaio nella fabbrica.

Non vi sarà dunque giustizia su questa terra? Oh, essa verrà, siane certo compagno Franchini, ed è per questo che noi non ti diciamo addio ma arrivederci.

Il tuo esempio ci darà la forza e il coraggio per affrontare serenamente e a testa alta le dure lotte che ci attendono.

Un giorno, e speriamo vicino, gli onesti ti stringeranno la mano. A presto. LA REDAZIONE

chiai, Montibelli che fermavano coloro che uscivano domandando loro perchè aderivano allo sciopero. Cere h i a i che sfrontatamente si vanta di essere socialista ha avuto uno schiaffo morale: «Sciopero perchè " i danée" sono pochi », gli rispose un operaio non socialista, non comunista. E voi lavoratori iscritti alla CISL alla UIL state uniti, state compatti con quelli iscritti alla FIOM. La divisione che artatamente si vuol portare fra operai, nel proletariato è dannosa solo per il proletariato, per gli operai. Da questa divisione trae profitto solo il capitalista: trae profitto economico e, per mantenere questo, non trascura qualsiasi forma di oppressione politica, qualsiasi violazione di legge, calpesta ogni forma democratica, è disposto a nuovamente ripristinare il clima fascista in fabbrica. Ma i paladini delle libertà non sono i capitalisti e i loro schiavettz aziendali.

Nel difendere i loro salari e stipendi, gli operai e impiegati sanno che difendono anche la democrazia, le libertà. Comitato Sindacale

Progressi alla Innocenti Alcuni lavoratori trovandosi in difficoltà finanziaria (il che non è difficile al giorno d'oggi) si sono rivolti come di consueto al sig. Montibelli per avere un prestito.

Per tutti coloro che il giorno 9 marzo 1955 hanno aderito allo sciopero indetto dalla FIOM di Milano, la risposta è stata la seguente: Non avendo collaborato con la Direzione, questa non ritiene di poterla aiutare nella sua richiesta. Un tale fatto non merita commento.

CONGLOBAMENTO

contrattuale, fino al conglobamento del 65% delle voci della retribuzione. La FIOM chiede perciò l'applicazione del minimo contratto di cottimo del 20% sulla paga conglobata riproporzionando soltanto le percentuali eccedenti. Fermo restando questo principio, la FIOM propone che almeno venga conteggiata sulle nuove paghe una percentuale non inferiore ai 15%. Appunto in applicazione del punto del protocollo aggiuntivo all'articolo 16 dei contratto.

Esempio: media aritmetica paga base di Milano, Torino, Genova, Roma, Napoli media aritmetica della con91,13 tingenza

10,41 media aritmetica rivalutazione media paga conglobata

L. 147,62 rapporto fra paga base e paga conglobata =

43,58

li

1l dito 'telt occhio li

Proibito leggere

Un operaio, alcuni giorni fa, camminava leggendo un giornale; così camminando e leggendo si avvicina ai girelli di entrata nello stabilimento. Senonchè qui giunto è avvicinato da una guardia e da questa invitato a chiudere il giornale ed a metterlo in tasca; disposizioni della Direzione.

Proibito leggere dunque dentro il recinto della fabbrica, anche nelle ore di riposo. Un particolare da notare: non è che questo operaio stesse leggendo l'« Unità », l'« Avanti! » qualcosa di simile; no!! Leggeva « Oggi » — « San Tommaso ci ha messo il naso ».

La libertà è dunque proprio indivisibile, i padroni del vapore non la tolgon solo ai comunisti.

Y2J1.99100FTle19V,v

Ultime notizie

Si sente dire (dalle solite voci maligne) che quegli operai che hanno scioperato il 9 marzo possano... riabilitarsi!?!

Pare

che questo lo abbia a loro comunicato il sig. Montibelli e, come condizione dovrebbero... (come lui) diventare S...

E certo che la risposta le sarà data al prossimo sciopero e...

Si dice che per riabilitarsi... a scioperare saranno la prossima volta molto, molto di più.

Proibito

parlare ai nuovi assunti potrebbero... comprendere che l'unità è condizione per risolvere tutti i problemi e questo darebbe estremamente fastidio ai sigg. della Direzione.

FIOCCHI ROSA-AZZURRI

ANNUNCIAMO LA NASCITA DI:

Maria Antonia figlia dell'op. Di Popolo Vincenzo del Rep. 96.

Maurizio Tommaso figlio dell'op. Caliò Francesco del Rep. 19.

Angela figlia di Allievi Marcella del Rep. 97.

Adriano figlio dell'op. Moggia Ferruccio del Rep. 21.

Pierangelo figlio dell'op. Fedeli Carlo del Rep. 23.

Maria figlia dell'op. Meazzini Alessandro del Rep. 15.

Loredana figlia dell'op. Franco Benedetto del Rep. 127.

Miriam figlia dell'op. Scarabelli Pietro del Rep. 20.

0,2953

147,62 poichè l'aliquota « minimo » da applicare sul 65% della paga conglobata è del 20% l'aliquota « minimo » da applicare sul restante 35% della paga conglobata sarà

20% X 0,2953 = 5,90% quindi il « minimo » da applicare all'intera paga conglobata risulta

20% X 65% = 13%

5,9% X 35% = 2,067%

15.067% arrotondato al 15%

Applicando questo 15% alla Innocenti con

L. 52

Maurizio figlio dell'op. Minatti Virginio del Rep. 12.

Angela figlia dell'op. Saracino Domenico del Rep. 42.

Luciana figlia dell'op. Cantù Alfonso del Rep. 65.

Gabriella Emilia figlia dell'op. Nervi Giuseppe del Rep. 45.

Luigia Esterina figlia dell'op. Albani Guerrino del Rep. 47.

Maria Antonietta figlia dell'op. Pilo Baiugio Bartolomeo del Rep. 127.

A tutti fervidi auguri della Redazione in particolare a Pincelli Bruno del Rep. 18 per la nascita di Primo, primogenito.

media paga base (ante-conglob.)

media cottimo (ante-conglob.) 110% media paga conglobata

L. 165 110% —15% = 95%

rapporto fra paga base e paga conglobata

52 = 0.315

165 95% X 0,315 = 29,9%

15% + 29,9% = 44,9% nuova percentuale di cottimo che si deve conteggiare sulla nuova paga minima conglobata

L. 165 X 44,9% = L. 74 (nuovo guadagno di cottimo) quindi per un operaio cottimista che prima del conglobamento aveva L. 52 orarie a 110% di cottimo viene così a percepire complessivamente:

L. 165 • 74 = L. 239 orarie

Approfittando del giornaletto, abbiamo creduto di aiutare i lavoratori, particolarmente gli operai, per meglio comprendere questo problema.

Certo sarebbe stato preferibile poter discutere con diretti interessati una questione tanto importante: parlarne al microfono avrebbe permesso di chiarire più facilmen-

te le cose. Saremmo anche lieti di sentire il parere (o perlomeno leggerlo) delle organizzazioni aziendali della CISL e della UIL. Sopratutto però pensiamo sia indispensabile che la C.I. ne parli e, prima di concludere con la Direzione, ne discuta con gli interessati che sono gli operai di un'operazione tanto importante riteniamo sia oltremodo doveroso per gli « eletti » chiarire agli « elettori » prima di sottoscrivere.

• • Siamo lieti che il nostro giornale contribuisca a chiarire una questione tanto importante per gli operai. Oltre che alla proposta già fatta che la Commissione Interna parli agli interessati, ci permettiamo di suggerire un incontro fra le tre organizzazioni sindacali di fabbrica allo scopo di meglio approfondire lo studio per una migliore applicazione del conglobamento ai cottimi: questo nell'interesse degli operai e avrà quindi una ripercussione vantaggiosa per quella prate che riguarda gli impiegati. ia Redazione

2 FABBRICA SUL LAMBRO
L. 43,58

I PADRONI DEL VAPORE

I veri creatori del

fascismo

responsabili della soppressione delle libertà

Ernesto Rossi ci offre nel suo libro un quadro sintetico ma convincente di coloro che portarono al potere Mussolini, della economia e della politica che portò l'Italia alla guerra ingiusta e alla catastrofe

« i Padroni del Vapore », felice espressione, per definire i dirigenti della Confindustria che dominarono la vita politica ed economica italiana e che Ernesto Rossi, liberale antifascista, ha posto come titolo di un suo libro favorevolmente accolto dagli antifascisti di tutta Italia.

Ne « I Padroni del Vapore » egli ha sapu. to darci un quadro sintetico ma efficace della politica di questi uomini privi di ogni sentimento nazionale, ma che del nazionalismo fecero ia loro bandiera e se ne servirono per trascinare l'Italia verso le più illogiche e catastrofiche avventure.

Idolatri dell'iniziativa privata fino a quando si tratta di assicurare la « libertà di corsa » all'accaparramento delle attività industriali redditizie, i grandi finanzieri divengono pianificatori e chiedono l'intervento dello Stato quando si tratta di socializzare le perdite e scaricare sui lavoratori e sul popolo le disastrose conseguenze dei loro affari sballati.

Tutti i diritti ai «grandi baroni»

Privi di quello spirito di iniziativa e di rischio che ha caratterizzato i capitalisti al loro sorgere, padroni del vapore hanno realizzato nello stato fascista il loro comitato d'affari per l'amrnjnistrazione del « feudo » italiano sul quale essi « i grandi baroni » vantano tutti i diritti mentre agli altri sono riservati tutti i doveri.

Lo stato fascista fa pagare le imposte ai ceti più poveri alleggerendo i più ricchi, for-

nisce ai grandi baroni dell'industria i capitali ed assicura loro lauti profitti garantendo !o sbocco all'estero dei loro prodotti coi soldi dei contribuenti, elevando dogane per impedire la concorrenza straniera sul mercato interno, favorendo la formazione di « cartelli » che garantiscono il più completo sfruttamento monopolistico dei consumatori e contrastando la lotta della classe operaia con un potente apparato di polizia e con una forma di sindacalismo schiavista.

Questo è il quadro che Ernesto Rossi ci dà in sintesi della politica che i dirigenti della Confindustria e cioè i padroni delle grandi industrie, i grandi finanzieri hanno condotto in Italia dal 1920 al 1945.

L'esposizione, tracciata prevalentemente sulla scorta di documenti e di scritti ufficiali, soprattutto di uomini che furono al servizio dei « grandi baroni » è una denuncia efficace di ciò che fu il vero fascismo. Non quello degli squadristi assoldati fra la peggior teppaglia del paese e nemmeno quello delle oceaniche adunate in camicia nera alle quali molti erano costretti ad aderire pur di mantenere il loro lavoro oppure perchè ingannati dalle menzogne demagogiche dietro alle quali veri fascisti sapevano nascondere la realtà.

Ernesto Rossi cerca di togliere il velo ai veri creatori e beneficiari del fascismo e dà un quadro degli uomini in tight e cilindro che operavano ed operano tuttora nelle banche e nelle industrie, di coloro che « preferiscono la parte del regista alla parte dell'attore », « non desiderano essere notati » lavorano nell'ombra, fanno i burattinai e dietro le quinte tirano i fili della politica nazionale.

SETTE A\NI DOPO

Poesia scritta tre anni fa da Alberto Cavaliere

Tra pochi giorni i nostri Partigiani Celebreranno il 25 Aprile. Son sette anni: ed in un mondo ostile, che ringhia contro il mondo di domani del passato ancor sogna il ritorno, c'è chi ignora o dimentica quel giorno.

Scomparsi i malandrini della storia ad opera di mitra o di veleno, nel cielo un prodigioso arcobaleno formava come un grande arco di gloria, sotto cui, cinti dagli stessi allori, passavano gl'insorti e i vincitori.

sognavano un mondo rinnovato, non più diviso da barriere d'odio, in cui la guerra fosse un episodio sepolto negli archivi del passato sistemati ormai per due millenni fossero i « duci » i « fuehrer » ed i « tenni ».

c'è nel mondo un'infima genìa che sognerebbe ancor (punto e daccapo!) di ridar vita all'Ovra e alla Ghestàpo

Sotto una veste di... democrazia risfoderando ancor gli stivaloni l'aquile dorate sui bottoni.

Spesso, in teatro, dopo le tragedie, che narran gesta splendide e tublimi, sono di scena i divertenti mimi, che con farsette e piccole commedie tengono allegro il pubblico ed in coro dicon facezie. È questo il tempo loro.

Ma noi leviamo in alto la bandiera intorno a cui si strinsero gli insorti ed onoriamo ancora i nostri morti; che non salutan più la primavera che dalle macerie insanguinate ci ripetono sempre: « Ricordate! ».

ALBERTO CAVALIERE

« Oggi che tutte le forze reazionarie si stanno nuovamente organizzando sotto la bandiera tricolore — avverte Ernesto Rossi nell'introduzione — e si valgono delle medesime passioni, degli stessi metodi e spesso degli stessi uomini di cui si valsero per portare al potere Mussolini e per consolidarne la dittatura, mi sembra non sia tempo perso quello dedicato ad accertare chi furono i maggiori responsabili della soppressione delle libertà civili e politiche, sulle quali era stata costruita l'unità italiana, del vergognoso asservimento dell'Italia alla Germania nazista, e, quindi della disfatta, che ci ha precipitato nell'abisso da cui ci è tanto difficile risalirè alla vita civile ».

Nemici del progresso della cultura e libertà

Noi aggiungiamo che questo esame è indispensabile soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti che dimostrano come « I Padroni del Vapore » sempre proclivi al fascismo, sempre nemici della cultura e del progresso, della libertà del popolo e della Pace, ritentino oggi una rivincita contro la nostra Repubblica violando la Costituzione nelle fabbriche, negli uffici e nel Paese, asservendo l'Italia al carro degli interessi americani che vogliono il riarmo tedesco, nella speranza di riportarci nuovamente al fascismo ed alla guerra.

Noi pensiamo però che un esame come quello che Ernesto Rossi ci presenta, può essere veramente utile se non si arresterà ad una semplice denuncia, ma se contribuirà a rafforzare quel fronte antifascista che si è formato durante la Resistenza ed alla testa del quale, per la prima volta nella storia del nostro Paese, si trovò la classe operaia, come nuova classe dirigente.

Il libro di Ernesto Rossi merita di essere letto da tutti coloro che non sanno cosa fu realmente il fascismo nella sua essenza politica ed economica e per quelli che hanno vissuto quel triste periodo accettando supinamente la politica dei nadroni del vapore, la lettura del libro sarà un monito ad essere più guardinghi e prudenti prima di seguirli ancora una volta nelle avventure che stanno preparando.

INVESTIMENTI

Essendo di grande attualità il problema della costruzione di case popolari e dell'aumento degli affitti, riteniamo opportuno far conoscere un fatterello — non pensiamo sia l'unico — molto istruttivo. Non abbiamo assunto direttamente le informazioni e facciamo, quindi, le riserve del caso.

Stabile in costruzione in via Borgonuovo, Milano, da adibirsi da abitazione di un industriale (Riva) ed intestato alla di lui moglie.

Il fabbricato sarà costituito da due piani interrati, da piano terreno e da tre piani superiori così distribuiti: Secondo interrato — metri 8 circa sotto il livello stradale da adibirsi a campo da tennis regolamentare con innumeri servizi, bagni, docce.

Primo interrato, diviso in due parti: la prima in prosecuzione del secondo interrato, costituente la tribuna del tennis. La seconda, costituita dalla cucina, lavanderia e servizi del genere. Piano terreno — completamente adibito ad ingresso, con entrata principale in via Borgonuovo, e con entrata sul fianco per le macchine che potranno essere ospitate in un capace garage per 15 macchine.

Primo piano — piano nobile dedicato alle sale per ricevimenti, ivi compreso un grande salone elicoidale a grandi vetrate per i grandi ricevimenti. Anche su questo piano innumeri servizi concepiti con grande raffinatezza.

Secondo piano — appartamento dei signori. Padre, madre ed una figlia. Sedici camere in tutto. Su di un lato giardino pensile.

Terzo piano — diviso in due parti. Camere per gli ospiti da un lato e camere per la servitù dall'altro.

Il fabbricato è costruito su ossatura di putrelle d'acciaio di m. 1 di spessore, il cui peso totale si aggira sugli 8.000 quintali. La copertura verrà completamente in lastre di rame. Le intercapedini fra un piano e l'altro saranno isolanti in sughero. La facciata completamente in marmo, dopo una prova in stucco per vedere l'effetto. Nei servizi, le sole camere da bagno, complete, saranno una quindicina. La costruzione, iniziatasi nel 1953 con un preventivo di L. 1.000.000.000 sarà finita nel 1956 e si dice che costerà quasi L. 2.000.000.000.

PRODUTTIVI

Non c'è bisogno di commenti pensiamo -- il fatto è sufficentemente indicativo del costume esistente nell'Italia capitalistica — mentre migliaia di famiglie vivono nelle grotte, mentre alle periferie di Milano i topi rosicchiano i bambini che dormono nelle baracche, gli industriali con il frutto del nostro lavoro sperperano così i danari.

PESCA II

Canna, Lenza e ... pazienza

Lo sapevate che...

pare accertato che il novilunio sia la fase più favorevole alla pesca, mentre il plenilunio sia la meno favorevole?

Col cielo coperto il cucchiaio deve essere molto più lucente di quello che si usa con cielo sereno?

In un tratto di fiume ben noto è sempre meglio abolire il galleggiante e usare il piombo adeguato alla corrente, sia che si voglia mandare l'esca sul fondo oppure a mezz'acqua?

È sempre meglio, qualora la corrente o il carico di lenza lo permetta, preferire galleggianti a penna o a pera perchè offrono una resistenza ai morsi del pesce?

Nella pesca con la mosca artificiale in superfice, mentre il battere sensibilmente la mosca attira il cavedano, fa invece fuggire la trota?

Le trote quando sono piccole si raggruppano, mentre, diventate adulte, diventano solitarie?

Nel prossimo numero avrà inizio una rubrichetta dedicata alla pesca ove il dilettante potrà attingervi notizie e consigli utili per il suo sport preferito.

E' bene premettere, che pur prendendo in prestito spunti e idee dai più rinomati libri in materia italiani ed esteri, non è nostra intenzione atteggiarci a professori, se mai essi possono servire come base per una serena discussione.

Il giorno 19-3-55 presso la Sede di via Bellotti, si è riunito il Moto Club Innocenti per discutere il programma turistico sportivo per l'anno 1955.

Dopo una esauriente esposizione del Vice-Presidente i 78 Soci presenti (52% dei soci effettivi) hanno proceduto alla votazione del programma che è stato approvato all'unanimità.

Calendario Turistico

Aprile-Maggio - Narcisata - (Val Brona) km. 120

29 Maggio Gita a Iseo - km. 200.

18 Giugno - Gita a Varazzekm. 350. A questa gita possono partecipare i soci sprovvisti di Lambrette in autopullman.

3 Luglio (o da destinarsi) - Gita a Torino - km. 300. Visita agli stabilimenti VenchiUnica.

14 Agosto - Giro turistico dei Tre Stati - km. 1000.

Innsbruck - Bregenz Zurigo

25 Settembre - Gita (Sagra del-

l'uva) a Chignolo Po - km. 70. 30 Ottobre - Gita (castagnata)km. 120. Località da destinarsi a secondo della stagione.

Raduni

15 Maggio - Raduno città di Milano km. 25 (circa) - Valevole per l'assegnazione Trofeo Città di Milano (biennale).

17 Luglio - Raduno Madonna dei Centauri - Alessaidri - km. 200 (internazionale).

Settembre - Raduno Internazionale Settembre Valtellinese - Sondrio - km. 268.

Calendario sportivo

Marzo - Gare di regolarità a calendario e gimkane.

Aprile - Gare di regolarità a calendario e gimkane. Maggio - Gare di regolarità a calendario e gimkane.

Giugno - Gare di regolarità a calendario e gimkane.

Organizzazione sul nostro campo

sportivo di una gimkana a carattere regionale quale prova di campionato.

Luglio - Gare di regolarità a calendario e gimkane.

Agosto - Gare di regolarità a calendario e gimkane.

Settembre - Gare di regolarità a calendario e gimkane.

La Commissione Sportiva Non appena dalla nostra fabbrica uscirà il 48 cc. di cilindrata il Consiglio Moto Club ha deciso di dar vita ad un Gruppo Ciclo-Motoristico, che con programmi a sè stanti, creerà gite non troppo lunghe in comune. Per ora si attende questa produzione onde poter approntare i programmi e stabilire le modalità di iscrizione.

Il commento della Redazione ad una tale attività, constatando il programma sopra esposto, non può essere che questo:

Lavoratori della Innocenti, fatevi soci del Moto Club, contribuite a renderlo sempre più forte sia nel campo turistico che in quello sportivo.

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IL PROGRAMMA DEL MOTO CLUB INNOCENTI
Dnra CRAL

SONO I POPOLI CHE DECIDONO LE SORTI DELLA PACE

FIRMATE TUTTI L'APPELLO DI VIENNA

L'inn°cent"n relazione alla produzione industriale italiana

Questa foto dà un'idea di quelle che sarebbero le conseguenze dell'esplosione di una bomba H sulla città di Milano. Questo dà anche un'idea della gravità di una eventuale guerra che non potrebbe essere che atomica lacchè vi sono queste armi. Se questo è vero, è anche pur vero però che a decidere delle sorti della Pace della civiltà stà ai popoli; essi con la loro lotta possono impedire ai guerrafondai di realizzare i loro piani criminosi. Un pugno di uomini di governo non potrà mai decidere contro la volontà cosciente del popolo, perchè sarebbe dallo stesso spazzato via. Per questo la «civiltà mondiale» non sarà annientata se gli imperialisti scatenassero una guerra, le vicende della tecnica, da sole, non hanno mai potuto determina. re i destini della società, che dipendono innanzitutto dalla lotta delle classi, dall'urto fra le forze più avanzate e le forze della reazione.

di una adesione libera, spontanea?

Da un manifesto riprendiamo

LE ACLI IN DIFESA DEI LAVORATORI

Dichiarazioni di giovani operai D. C. al Convegno di Torino

Un grande successo è stato ottenuto dal movimento operaio italiano con l'approvazione avvenuta alla Camera dei Deputati della proposta degli on. Butté e Calvi per promuovere un'inchiesta parlamentare sulle condizioni di vita dei lavoratori nelle aziende.

L'iniziativa è il logico sviluppo delle ACLI milanesi nota sotto il nome « la classe lavors)Arice si difende ». Ed è la pubblicazione del famoso libro bianco delle ACLI che tanta eco ha sollevato in tutta Italia. Lavoratori, Lavoratrici la lotta per un avvenire migliore della classe lavoratrice non deve essere stroncata da un costume e da un metodo che sono in contrasto con l'alto livello della nostra civiltà. Al movimento operaio in tutte le sue espressioni debbono essere date garanzie di libero e pacifico sviluppo per il bene comune. Le Commissioni interne debbono sorgere e farsi valere in ogni luogo di lavoro. Le leggi sociali e i contratti collettivi debbono essere rispettati da tutti i datori di lavoro. Le relazioni umane si debbono stabilire in ogni luogo di lavoro.

L'inchiesta parlamentare a 11 a quale saranno chiamati a partecipare i lavoratori deve contribuire a sensibilizzare come già fece il libro bianco delle ACLI milanesi, l'intera opinione pubblica e richiamare al senso di responsabilità tutti gli imprenditori affinché sia pienamente rispettata la personalità dei lavoratori,. — Questo il testo di un manifesto lanciato dalle ACLI e cui di seguito pubblichiamo quanto alcuni giovani cattolici hanno affermato nei loro interventi al convegno dei giovani operai D.C. tenutosi a Torino il 22 marzo.

De Fanino di Milano affermava nel suo intervento:

«... I giovani nostri sono animati da uno spirito innovatore, ma quando si trovano a dover concretizzare nei congressi del Partito le aspirazioni dei lavoratori, vedono che il vertice non risponde. Siamo stanchi di " denunciare ". Le ACLI denunciano continuamente quello

che succede nelle fabbriche. Con che risultato? Bisogna " rivoluzionare il vertice". Perchè dicono che siamo dei comunisti bianchi quando chiediamo che il mondo del lavoro abbia la sua parola da far valere nel Partito? ».

Il giovane Viviano di Bergamo affrontando nel suo intervento il problema in termini politici inquadrava l'attacco fascista del padronato contro le Commissioni Interne in un'analisi storica...

« Dell' offensiva padronale non devono essere incolpati i comunisti. Questa è solo propaganda. Alla base dell'offensiva degli industriali vi è la preoccupazione della classe dirigente per la pressione delle masse popolari sulle strutture fondamentali della nostra società ». E aggiungeva ... « La rottura della Unità sindacale — e io non discuto se sia stata legittima o meno — ha prodotto un indebolimento del -fronte operaio. E oggi, quando registriamo in certe fabbriche una flessione della C.G.I.L. a favore della C.I.S.L. siamo sicuri che si tratta

Non è il frutto dello paura? Quanto ci giova questo " passaggio coatto "? Il Comunismo permane in coscienze anche se in forma latente, e rimane con maggiori pericoli avversivi ».

Nella sua relazione Gian Aldo Armand rilevava... « Rimane il dato di f atto incontestabile che la pluralità sindacale ha indebolito la forza della classe operaia. Essa è divisa mentre la classe padronale è saldamente unita. Le C.I. hanno perso molto delle loro funzioni e in un terzo almeno delle aziende non esistono neppure più ». E continuava... « Dobbiamo pur con la necessaria prudenza, impostare i rapporti con le forze politiche popolari in termini diversi da quelli concorrenziali: in termini di comprensione e possibilmente di collaborazione ».

Non pensiamo sia necessario aggiungere molto a ciò che hanno affermato i giovani cattolici nel loro convegno di Torino. Quanto hanno detto sta ad indicare la strada che tutte le correnti sindacali dovrebbero imboccare, ci auguriamo che nella difesa dell'interesse comune, per la realizzazione di quanto sui manifesti o negli scritti si afferma, si realizzi l'unità sulla base dell'azione concreta, perché la « denuncia » non rimanga solo tale.

L'OSSERVATORE

DALLA STAMPA

IEGITTIMITA'

La produzione industriale del 1954 ha registrato un ulteriore sviluppo rispetto al 1953 e sarebbe del 9%. Questo dato è stato calcolato dal quotidiano « 24 Ore » e risulta meno ottimistico di quello fornito dall'ISTAT che dà un aumento della produzione del 9,7%.

I settori principali ove gli aumenti sono stati più elevati sono: acciaio 19,4% automobili 28,2% ind. gomma 20,3% ind. chimica 22,1% idrocarburi 34,1%

Si osserva che l'aumento della produzione dell'acciaio è dovuta alla progressiva sostituzione del legno in molte produzioni, specie nella edilizia, agli investimenti per la produzione del metano e dell'aumento rilevante della produzione di automobili, motoscooters, ecc. e non dipende da un aumento produttivo dell'industria della meccanica pesante che versa in condizioni precarie. Per l'industria chimica si osserva che l'aumento registrato è dovuto all'aumento dell'attività delle raffinerie di petrolio e che si avviano ora, secondo riconoscimenti generali, verso una situazione difficile.

Nel settore automobilistico l'aumento della produzione è molto elevato (28,2%) se a questo aggiungiamo il lancio sul mercato della nuova 600 Fiat a prezzo notevolmente ribassato e con lunghe facilitazioni di pagamento, nasce spontanea una domanda Se conquisterà, come pare, il mercato italiano, quale enorme strato di compratori verranno sottratti alle fabbriche di motoscooters?

A queste due pubblicazioni ha fatto seguito il giornale degli industriali « 24 Ore a dedicandovi l'articolo di fondo.

In esso si afferma tra l'altro:

« La libertà esiste pienamente, ma fuori e non dentro il luogo di lavoro, nulla infatti vieta al lavoratore nella sua veste di cittadino di votare a favore di partiti che abbiano in programma la riforma totale o parziale del settore economico a cui gli appartiene, e magari la sua statizzazione. Ma in questo caso non è più il lavoratore che dal di dentro disgrega l'organismo dal quale riceve il salario bensì il cittadino che esercita il proprio diritto di voto o.

E continua l'articolo:

«... sventolando una presunta " democrazia della fabbrica " e facendo effettuare poi — complici i sindacalisti democristiani — delle spedizioni parlamentari dentro le fabbriche stesse o.

E ancora

« ... Un foglietto di propaganda di più o di meno non aggiunge nulla a tali manifestazioni di opinioni esso però serve a far credere ed a alimentare la leggenda del " terrore nelle fabbriche ". Il 26 marzo sull'« Unità », il direttore dello stesso in un articolo dal titolo « liberti rea fuori a, così scrive:

DEI GIORNALI DI FABBRICA

L'operaio Otello Pacifico « giornalista in tuta » della FIAT di Torino ha inviato a « Il Mondo a una lettera, pubblicata dallo stesso il 22 marzo, a proposito delle libertà nelle fabbriche con specifico riferimento ai giornali di fabbrica. Ad essa risponde, sempre su « Il Mondo a, il prof. Ernesto Rossi quanto segue:

« So anch'io che esiste il problema posto in questa lettera dall'operaio della Fiat. Se non l'ho toccato nel mio articolo questo non vuol dire che non lo ritenga importante; in un articolo non si può dar fondo a tutto

l'universo... I dirigenti delle industrie non hanno alcuna ragione, oltre che nessun diritto di vietare l'ingresso di questi giornali nelle fabbriche e di impedire la diffusione con perquisizioni personali, intimidazioni, rappresaglie. ...Quei dirigenti industriali che — con-

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sapevoli dei tempi in cui viviamo — riescono a far rispettare le gerarchie senza trasformare le officine in caserme, sanno anche trarre profitto dalle critiche dei giornali di fabbrica comunisti, per migliorare i loro servizi, ridurre gli infortuni, capire qual'è lo stato d'animo degli operai ed accrescere l'efficienza del lavoro, curando le " relazioni umane ". Purtroppo sono ben rari nel nostro paese i capitani delle industrie che hanno questa consapevolezza.

Questo errore può portare a gravi conseguenze. Ed un errore anche maggiore è quello di pochi giorni fa denunciato dall'on. democristiano Rapelli, nella relazione per la nomina della commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni dei lavoratori laddove ha scritto che non è sufficiente far leggi in materia sociale, ma è necessario " far scomparire il clima di paura che vi è in molte aziende, per cui i lavoratori non osano far valere i propri diritti ".

Se la commissione di inchiesta saprà assolvere il compito che le è stato affidato, potrà, ad esempio constatare che a capo della " polizia interna " della Fiat sono oggi alcuni dei più tristi figuri delle brigate nere repubblichine. E la stessa situazione troveranno in altri grandi stabilimenti industriali specialmente in quelli che ottengono o aspirano ad ottenere commesse dal governo americano.

Questi metodi possono anche essere molto apprezzati dall'ambasciatore Luce, e quindi servire ad ottenere con maggior facilità le commesse militari. Ma non servono certo, a consolidare nel nostro paese la democrazia a.

Non bisogna dimenticare che in molti altri settori (cantieri navali, produzione ferroviario -rotabile, carbone, motori Diesel, cuscinetti a sfere, a rotolamento, macchine utensili, motori elettrici, trattori, ecc.) si sono invece avuti diminuzioni di produzione abbastanza sensibili; infatti si è registrato una diminuzione in molti settori che producono beni di investimento. Questo fatto denuncia il perdurare di una tendenza verso la decadenza dell'industria italiana, con conseguente immiserimento dell'economia nazionale e stabilizzazione, se non diminuzione, del numero dei compratori di motoscooters.

A far fronte a questa poco rosea prospettiva la direzione della Innocenti, ha provveduto? Non crediamo che il licenziamento degli attivisti socialisti, comunisti o sindacali e l'instaurazione di una dittatura anti-operaia sia il sistema migliore per risolvere un quesito di tale importanza. Sarebbe come voler sollevarsi da terra tirando l'orlo dei propri stivali!

LA FABBRICA DEI MUTI

Laconiche comunicazioni scritte, esposte sui giornali murali, annunciano di volta in volta, richieste della C.I., comunicati della Direzione, segnalazioni del FIAMLI o del Cral. Nella fabbrica Innocenti non lavorano sordi e muti. Da questo giornale invitiamo tutti i lavoratori a far sentire la loro voce, con delegazioni, ordini del giorno e proteste per un, simile- stato dì cose. Chiediamo alla Direzione che la C.I. parli, che esponga in modo chiaro le proposte sindacali, che sono in discussione, che il FIAMLI parli e spieghi varie situazioni assistenziali mutualistiche, che il Cral parli e spieghi dettagliatamente i programmi ricreativi che vengono elaborati dal consiglio, chiediamo che i lavoratori possano far sentire le loro proposte, i loro consigli. Viviamo in un regime di libertà, di parola, di stampa, di pensiero? La Costituzione Italiana dice di sì. Perchè dunque la Direzione Innocenti vieta di adoperare i microfoni? Ha forse paura quando parlano i rappresentanti dei lavoratori? Noi riteniamo che con la nostra richiesta ci possa essere una chiarificazione e che alla Innocenti i lavoratori ritornino a godere di tutte le libertà concesse loro dalla democrazia.

E chi è in alto?

«..." 24 Ore ", pone sotto accusa " Il Mondo non solo per l'articolo di Ernesto Rossi che riepilogava quanto si era detto dei noto convegno antimonopolistico organizzato appunto dal settimanale romano, ma sopratutto perchè ha osato pubblicare una " untuosa " lettera del redattore del giornale di fabbrica della Fiat.

E non è il caso che il foglio economicofinanziario milanese abbia sentito la necessità di fare questa aperta dichiarazione d'illegalità in difesa della direzione Fiat, monopolio principe nel sopraprofitto e capobanda nell'instaurare un regime di terrore nelle fabbriche del suo complesso.

Continua " 24 Ore " ribadendo ancora il suo concetto che il lavoratore, quando è fuori dalla fabbrica, e diventa perciò cittadino, ha facoltà di votare per il partito prescelto, ma, quando è dentro, nella fabbrica, deve " lavorare e tacere " - " non fare della politica " perchè qualsiasi libertà è "disgregazione " percependo egli un salario.

Neanche se l'articolo fosse firmato Valletta poteva essere scritto con maggior sfrontatezza.

La battaglia ingaggiata contro il sistema fascista dei padroni del vapore, per le libertà nelle fabbriche, va condotta con almeno pari durezza e perseveranza di quella che usa il monopolio per difendere le sue illegalità, i suoi soprusi ed il suo terrore. La Costituzione è stata scritta dai lavoratori italiani, quelli morti combattendo e quelli vivi per non essere più battuti, perchè valga " fuori e dentro " le fabbriche ed in ogni luogo di lavoro ».

Il « Giornalismo » organo ufficiale dell'Assolombardo dei giornalisti sotto il titolo « Legittimità della funzione dei giornali di fabbrica » pubblica una lettera (di cui sul precedente numero del nostro giornale abbiamo pubblicato ampi stralci) inviata dalla segreteria dei Giornali di Fabbrica nella quale si rivendica il diritto della libertà di stampa.

Sappiamo che recentemente sono finiti nella buca del rottame parecchie migliaia di pezzi finiti e pronti per il montaggio.

Potremmo precisare il particolare e il numero di pezzi: per non dare materia alla concorrenza non lo specifichiamo.

Sono pezzi costosissimi come qualità di materiale e come lavorazione: sono pezzi di importanza eccezionale in un motore a scoppio.

Chi paga questi pezzi?

Il solito operaio?

Non è tempo che paghi qualcuno più in alto?

Inoltre il Consiglio di Gestione da parecchi anni insiste per un maggior e più stretto coordinamento fra progettazione e produzione. Quanto abbiamo denunciato più sopra non sarebbe avvenuto.

Fervidi auguri a Franco Nicola da parte del P.S.I., al quale si associa la Redazione, per la nascita di suo figlio Angelo.

LO SAPEVATE

Che il sig. Mantegazza, ad un operaio che si lamentava per il continuo taglio del cottimo che non gli permetteva di guadagnare ha risposto che a i tempi sono cambiati e quindi non si può più guadagnare come prima? ».

Il che vuoi dire che si deve accettare e non reagire, lavorare e basta, anche se a guadagnare sarà il padrone. Se lo dice lui...

Direttore Responsab. LEONARDO BANFI Autorizzazione Tribunale di Milano in data 31-12-1953 - N. 3259 Tip. N. Pagani - Milano - Via Termopili 10

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