Novembre 1954 - L. 10 PERIODICO DEI LAVORATORI DELLA FABBRICA INNOCENTI IAnno 1 - N. 11
Mentre Innocenti ci attacca nella fabbrica
Sceiba-Saragat minacciano nuove misure antidemocratiche nel Paese.
Lottiamo uniti contro il governo degli industriali.
INGIUSTIFICATA RICHIESTA DI LICENZIARE 120 LAVORATORI
LOTTIAMO UNITI CONTRO I LICENZIAMENTI
Difendiamo il lavoro e la libertà nella fabbrica e nel Paese
Con la partecipazione possente e unitaria allo sciopero proclamato dalla
F.I.O.M. il 2 dicembre i lavoratori della Innocenti hanno dimostrato la loro volontà di conquistare migliori condizioni di vita e di difendere le libertà democratiche. Dopo la grande riuscita di questo sciopero la Direzione ha preso altri gravi e illegali provvedimenti disciplinari licenziando in modo discriminato cinque altri lavoratori che si aggungono ai due precedentemente licenziati, ed altri 18 lavoratori sospesi per un giorno e 3 ammoniti.
I nostri cinque compagni sone stati licenziati sotto la speciosa imputazione di avere impedito di lavorare, con atti « intimidatori » chi non intendeva scioperare. Questi sono: Forlani; Tronchetti; Paisi; Foschini e Parmigiani, tutti del reparto lambrette.
A questo nuovo soppruso hanno prontamente reagito i lavoratori continuando io sciopero anche per tutta la giornata di venerdì 3 dicembre.
Sabato 4 dicembre alla Camera del Lavoro con la partecipazione del Segretario della FIOM Brambilla si è tenuta l'assemblea dei lavoratori della Innocenti per esaminare la situazione creatasi nella nostra fabbrica e per decidere come continuare e intensificare la lotta, in difesa delle libertà e per la conquista di migliori salari.
Alla unanimità è stato deciso di dare mandato alla FIOM e a un comitato aziendale perchè scelga le forme e il momento più opportuno per sviluppare la lotta. E' stao però deciso di non rendere noto fino all'ultimo momento in quale modo e momento sferrare il colpo perché lo stesso abbia più efficacia, per questo quindi è necessario da parte dei lavoratori sensibilità, prontezza, unità di intenti e soprattutto fiducia, fiducia nei dirigenti e nella propria forza.
Una serie di provvedimenti si sono susseguiti nella nostra fabbrica che denotano na nuo-.o orientamento nella Direzione, misure e provvedimenti che non avvengono a caso, ma bensì discendono da una situazione politica, da un orientamento politico che si va caratterizzando nel nostro paese.
Nel giro di una settimana o poco più, sette operai in un modo sfacciatamente discriminato sono stati licenziati. Prima l'op. Corti, poi Banfi, poi cinque assieme: Forlani, Paisi, Tronchetti, Foschini, Parmigiani; quando al mattino stavano per entrare in fabbrica si sono visti sbarrare il passo e comunicare il licenziamento.
Le ragioni motivate dal Dott. Fasciano per il licenziamento erano talmente inconsistenti che in discussione con la Commissione Interna lo stesso ebbe a dichiarare che non aveva importanza alcuna il fatto che la motivazione del licenziamento era inesatta e non giusta. Ecco la dimostrazione che questi operai erano stati in precedenza schedati e dovevano essere licenziati.
Il giorno 9 dicembre veniva comunicato alla Commissione Interna che nella giornata stessa ci sarebbe stata all'ufficio regionale del Lavoro una riunione per di-
scutere una richiesta avanzata dalla Direzione direttamente allo stesso di un « alleggerimento » di personale dovuto ad una situazione di pesantezza « Economica e produttiva ».
Questi licenziamenti dovrebbero avvenire, secondo le dichiarazioni della Direzione, in modo uniforme su tutto lo stabilimento: al Lambrate, al meccanico (G III), tra gli impiegati; ed aumenterebbero a 120 unità.
La prima cosa che emerge da tutti questi fatti è il carattere politico dei provvedimenti, vedremo poi il perchè, cioè la volontà della Direzione di dimostrare alla Confindustria, al Governo e soprattutto agli americani il suo livore antidemocratico, mettendosi addirittura all'avanguardia per il modo sfacciatamente maccartista dei provvedimenti.
Lo denota anche il fatto che anziché seguire la normale forma di trattative, cioè convocare il C. di G., la C. I. per comunicarle l'intenzione di licenziare e quindi con gli stessi organismi trattare; svalutando gli stessi, si passa direttamente all'ufficio del Lavoro.
Un altro obbiettivo immediato che la Direzione ha inteso realizzare con la richiesta di 120 licenziamenti, è l'accantonamento del problema di quelli già licenziati in modo tanto discriminato.
L'UOMO È IL CAPITALE PIU' PREZIOSO
Un elettricista precipita dalla gru
Ferito grave, deve aspettare mezz'ora l'arrivo dell'autolettiga
Il giorno 9 di Novembre alle ore 17 e 55 circa il compagno di lavoro Carlo Antoni, di 26 anni, abitante a Lambrate, elettricista del Rep. 65 . cadeva dalla grù del Rep. 42 alta circa 10 metri, dove era salito per applicare al capannone una lampada. L'Antoni, ferito gravemente, viene trasportato all'infermeria dove è costretto ad attendere l'autolettiga per circa 30 minuti.
Non è il primo incidente grave che si verifica nella nostra fabbrica e ogni qualvolta succede uno di questi incidenti si ripete la stessa scena la stessa richiesta alla quale però la Direzione aziendale continua a rimanere sorda: l'acquisto dell'autolettiga.
Non vi è più alcun dubbio che è di estrema necessità l'acquisto di questo mezzo perché, chiamandola dall'esterno, dal momento in cui avviene l'infortunio a quando sopraggiunge l'autolettiga, l'infortunato a tutto il tempo di... morire. t umana forse una simile in-
transigenza da parte della Direzione? La riteniamo, per lo meno, inspiegabile.
Il recente grave incidente rileva ancora una volta (seppure era necessario) l'indispensabilità di questo acquisto, o forse si aspetta... una sottoscrizione dei lavoratori?
A questo va poi aggiunto che, l'operaio Antoni lavorava al buio e senza che fossero predisposti preventivamente mezzi adeguati di sicurezza.
Pensiamo sia necessario un maggior senso di responsabilità da parte dei Dirigenti nel fare eseguire determinati lavori.
Infine siamo lieti di annunciare ai lavoratori che le condizioni del nostro compagno di lavoro sono migliorate e siamo certi di interpretare il sentimento di tutti formulandogli i migliori auguri a nome dei lavoratori dell'Innocenti e in particolare di « Fabbrica sul Lambro »; auguri anche al collaudatore Magni infortunatosi in una caduta.
Vediamo ora la reale situazione produttiva ed economica quale è nella nostra fabbrica rispetto agli anni precedenti.
Per il meccanico (G III) in primo luogo, la richiesta di licenziamenti non ha ragione di sussistere in quanto vi sono in cantiere ordinazioni di prodotti tali da assicurare il lavoro almeno fino a metà del 1956 e come il solito in alcuni periodi gli operai dovranno fare anche straordinari, senza calcolare poi che nel frattempo potrebbero aggiungersi altre commesse.
Per la produzione Lambrette: dai dati rilevati dalla Direzione stessa, nell'inverno scorso sono stati immagazzinati M mila Lambrette circa.
La produzione mensile era allora di 12 mila Lambrette circa.
Dal mese di Giugno i lavoratori hanno incominciato a fare 44 ore settimanali anzichè 48 e, alla fine di Agosto il mercato aveva assorbito oltre alla produzione giornaliera, che con la diminuzione dell'orario di lavoro era passata da 12 mila a 8 mila Lambrette mensili, anche quasi tutto il magazzeno, saranno rimaste tuttalpiù un migliaio di Lambrette ancora in magazzeno.
Dopo le ferie fatte alla fine di Agosto, (per agevolare la vendita) la produzione ha continuato ad essere di 8 mila Lambrette mensili contro le 12 mila dell'anno scorso.
Soltanto nell'ultima quindicina di No-
vembre, da che ci è dato sapere, si è incominciato ad inviare presso i concessionari in conto deposito o in magazzeno un numero limitato di Lambrette al giorno.
Risulta così inconsistente l'affermazione della Direzione fatta all'ufficio del Lavoro secondo cui vi è un rilevante magazzeno.
Da questi dati emerge come sia ingiustificata la richiesta della Direzione di licenziare. In ogni caso le fortune della fabbrica Innocenti sono tali da non richiedere un così drastico provvedimento.
Lo stesso giornale degli industriali « 24 Ore » in una sua recente pubblicazione afferma che « La produzione di questo grande complesso industriale interessa oggi tutti i paesi del mondo » e continua l'articolo documentando « ormai la Lambretta non è più costruita solo in Italia » ma anche in Germania, in Francia, in Spagna e in Argentina.
La cessione del « Brevetto » di costruire Lambrette a fabbriche straniere, toglie a noi mercati di esportazione ma dà senza dubbio ingenti profitti alla Società, si utilizzino quindi questi profitti, aumentando il tenore di vita dei lavoratori, dando una più giusta retribuzione perchè questo è l'unico mezzo di risolvere il problema, cioè aumentare la capacità d'acquisto. Licenziare operai vuoi dire aumentare la miseria e quindi restringere e diminuire le capa-
FORSE PER INGRAZIARSI CONFINDUSTRIA E AMERICANI?
L'lignocerni
Domandavamo tempo fa se erano « supposizioni esagerate » il pievedere altri provvedimenti restrittivi e limitativi delle libertà democratiche. Se ancora qualcuno aveva dubbi in proposito, sugli obiettivi e sull'orientamento della Direzione, oggi è servito.
Quanto è avvenuto tre, quattro, cinque anni fa nelle altre fabbriche sta avvenendo oggi nella nostra fabbrica, non vi sono più, dubbi sull'allineamento con la Confindustria, con i campioni di democrazia tipo Montecatini, Italcementi, F.I.A.T., Edison ed altri monopoli: se ancora non li eguagliano la strada intrapresa conduce lì.
I provvedimenti presi in queste settimane sono di non poca gravità, si vogliono togliere i corrispondenti di reparto, rappresentanti dei lavoratori eletti dai vari reparti che portano nelle riunioni con la Commissione Interna la voce diretta degli operai, questo stracciando un preciso accordo aziendale sottoscritto dalla Direzione nel 1949; si vuole impedire di discutere nei reparti nei minuti di riposo, si vuole cioè impedire che i lavoratori dibattano con i propri rappresentanti i loro problemi, si vuole eliminare una delle forme più elevate della democrazia, cioè di parlare. Si costringono in modo discriminato operai a fare ore straordinarie mentre si fanno 44 ore settimanali; licenziano un operaio perché, poche ore prima della fine dell'orario giornaliero di lavoro viene avvertito di fermarsi a fare ore straordinarie e questi non può accettare per impegni precedentemente presi, si inviano dif fide e richiami a destra e a manca. (Anzi tutti a... manca. A destra sono
cità d'acquisto dei lavoratori ed è evidente che il mercato assorbirà sempre meno il nostro prodotto.
Di contrapposto si ravvede invece, come all'inizio rilevavamo, il carattere antidemocratico e politico della richiesta che si inquadra nei provvedimenti antidemocratici che il Governo Scelba-Saragat ha prospettato, provvedimeilti che sono in netto contrasto con la Costituzione.
Contro questi provvedimenti uniti dobbiamo batterci, nella fabbrica per la difesa del lavoro e delle libertà e nel paese per cambiare il governo.
Le tre organizzazioni sindacali e la Commissione Interna hanno preso posizione con un comunicato comune contro la richiesta di licenziamento respingendo la stessa.
A noi il compito di lottare, portando anche fuori dalla fabbrica la nostra lotta, per il ritiro dei licenziamenti di rappresaglia contro i i lavoratori e perchè nessun licenziamento avvenga.
In questa lotta un elemento è indispensabile: l'unità di tutti i lavoratori per la difesa di interessi comuni. Già molti sono stati i sacrifici dei lavoratori, ancora questi sacrifici stanno sopportando facendo 44 ore settimanali, non ci devono essere ulteriori sacrifici da parte nostra, soprattutto perché le ragioni di tali sacrifici sono inconsistenti.
L. B.
di i,eo narcio 13 ce. f i
tutti bravi: a sinistra vi sono i reprobi).
« Uomini voi non dovete più essere tali, non dovete più essere degli esseri pensanti, operanti, ma numeri, numeri che si muovono a comandi come gli automi, numeri che producano..., sempre di più, per creare un profitto sempre maggiore ».
Questo essi vogliono realizzare, « qui non si fa politica », è il fascismo che ancora una volta per mano degli industriali vorrebbe essere istaurato nelle fabbriche, sono i limiti della « democrazia » borghese che affiorano, è il volto
del padrone che appare nella sua luce.
Una volta era così, nel regime che fu, allora la politica la potevano fare solo loro, gli industriali e i loro scagnozzi; oggi non più però, centinaia, migliaia di operai, impiegati, contadini sono caduti per la conquista di questo diritto, combattendo nelle fabbriche e fuori delle fabbriche, contro i padroni e contro il fascismo e il nazismo. Questo patrimonio, frutto del loro contributo di sangue lo hanno lasciato a noi, a noi il compito di difenderlo, stremamente, per il (continua in 4" pagina)
NON CI PIEGHERANNO
La fiducid nei lavoratori ci stimola a continuare nel nostro compito di lotta.
Caro Compagno Banfi,
Con la tua perseveranza, con la tua ferma volontà, riuscivamo a far nascere il « giornale di fabbrica ».
I fatti della nostra fabbrica non si possono staccare, scindere, isolare dal resto del mondo, da quanto avviene politicamente, economicamente nel nostro Paese e fuori.
Così vorrebbero i magnati dell'industria.
Ma noi, con te, abbiamo voluto, da queste colonne, aiutare i lavoratori a vedere meglio i fatti che avvengono nei reparti e negli uffici: alle volte sembrano fatti insignificanti, scialbi. L'esperienza ci insegna che nulla avviene contro il lavoratore senza un preciso scopo da parte del datore di lavoro.
Con te, sempre ci siamo sforzati di legare le piccole cose aziendali a cose più grandi. Il tuo aiuto, il tuo sacrificio, ci è stato di sprone.
Il padrone, l'industriale, ha voluto colpire in te un giovane operaio ardente combattente della classe operaia.
Siamo certi che con questo atto, l'industriale non ti ha piegato: sei uscito dalla fabbrica, ma sei rimasto vivo nel cuore, ne siamo certi, dei tuoi compagni di lavoro.
Nel rivolgere a te, caro Banfi, la nostra solidarietà intendiamo invitare i lavoratori ad essere ancora e sempre più uniti e compatti. Dobbiamo lottare con un avversario di classe che non risparmia colpi. La lotta si può condurre ni diverse forme: il nostro giornale vuole essere alla testa dei lavoratori, guidarli. Siamo certi che ora, più ancora di prima, avremo maggior collaboratori che ci aiuteranno. Il movimento operaio non lo ha fermato il fascismo: l'avanzata del proletariato verso ideali migliori non la ferma l'industriale. A te, ai c. Corti, Forlani, Foschini, Palsi, Parmigiani, Tronchetti, tutta la nostra solidarietà anche a nome dei lavoratori. LA REDAZIONE
si allipea
DAI REPARTI E DAGLI UFFICI
Provocazioni per discriminare,,,,,
Al Rep. 18
L'operaio Paisi veniva comandato a fermarsi per fare lo «straordinario ». Urgeva montare un certo numero di ruote: già un'enorme pila di tale particolare esisteva. Non aveva importanza: l'ordine era tassativo e categorico.
Il Paisi « doveva » fare lo straordinario.
Fu così che la produzione fatta in quell'ora dal Paisi venne usata precisamente quattro giorni dopo.
Al Rep. 19
Anche l'operaio Carrulli venne ordinato a fermarsi oltre l'orario normale, data l'urgenza di montare le code (carter trasmissione).
Non che mancasse la scorta per il giorno seguente: là si ammucchiavano code di scorta altro che per un giorno.
Ma anche qui ordine irrevocabile: fermare Carulli a montare altre code.
Meglio, no, se la scorta sarebbe ancora più aumentata. Cosa s'interessano gli operai: obbediscano... ci sono i tecnici che s'interessano!?
Idem per l'operaio Spinelli.
Al Rep. 16
Per l'operaio Parmigiani le cose si presentano un po' diverse: la sostanza non cambia. Obbedire a fare lo straordinario.
Infatti a questo operaio viene ordinato di montare a parte 500 cavi per il freno posteriore.
L'operaio si permette di far presente che tale pre-montaggio di questo particolare non serve. Mai è stata seguita tale forma.
Zitto: gli ordini non si discutono. L'operaio si fermava a fare lo « straordinario » e montava i 500 cavi del freno.
Il giorno dopo li buttavano nel rottame perche... non servivano.
Forse sarebbe stato più plausibile le ore straordinarie per... smontarli anche se meno dignitoso. Almeno non si buttava materiale nuovo.
Al Rep. finitura
L'operaio Corti e stato licenziato perchè impossibilitato a fare lo « straordinario ».
Operaio specializzato verniciatore doveva fermarsi oltre il normale assieme ad altri tre suoi compagni. Il Corti faceva notare la inconsistenza di tale necessità: macchine da ritoccare non ve ne erano.
Ma: chi Io autorizzava a discutere l'ordine del capo sezione? Obbedire.
Una grave malattia per cui alcuni mesi or sono restava con il busto ingessato per circa 90 giorni, obbligava il Corti a « trasgredire l'ordine ».
Licenziato dalla sera al mattino.
La necessità dello straordinario era tanto forte per cui gli altri tre verniciatori « operai specializzati » furono adibiti a « spolverare » (nel vero senso della parola) le macchine che erano in deposito in quel reparto.
Tra gli impiegati
Un lunedì mattina un impiegato non trova il suo cartellino. Dall'usciere, al quale chiese spiegazione, viene indirizzato alla Direzione del personale dove si sente dire di essere stato designato in un altro ufficio poichè il suo posto, che occupa da oltre cinque anni, con la nuova sistemazione viene ad essere abolito. L'impiegato si reca nel nuovo ufficio e gli fanno svolgere un lavoro moralmente inferiore al precedente. E ancora non vi sarebbe a ridire se... al suo vecchio posto invece viene occupato un altro impiegato.
Giusto il risentimento dell'impiegato che, tra l'altro, non ha mai avuto richiami nè disciplinari nè per incapacità nello svolgere le sue mansioni.
Vane le proteste dell'impiegato e della C.I.
La Direzione del personale ha deciso. Sacra, inviolabile decisione. Contro tale decisione non si discute.
Ai fatti nudi e crudi come li abbiamo esposti (ed un'infinità d'altri ve ne sarebbero) non vi è tanto da aggiungere: cartoline del pubblico (che non fanno certo onore alla nostra tecnica oltre a tutto) ci sembrano, se queste cartoline non avessero un fondo tutt'altro che da ridere.
Sul lastrico degli operai e la chiara volontà della Direzione del Personale di instaurare una ferrea disciplina carceraria. Per raggiungere tale obiettivo era naturale che il primo colpo fosse diretto contro le libertà democratiche della nostra fabbrica. Tali libertà democratiche vengono chiamate « eccessive libertà» incompatibili con il clima di « austera economia ».
CI CORREGGIAMO:
In seguito alla púbblicazione sul n. 10 del giornale « Fabbrica sul Lambro » di una protesta avanzata da un gruppo di lavoratori del G. III contro il taglio dei cottimi che si verifica in quel reparto, la Direzione dell'Azienda ha ritenuto ingiuriose e lesive della onorabilità della Società le frasi di commento al fatto stesso.
Pur non entrando nel merito dell'articolo, ammettiamo che, nei termini delle leggi vigenti, le espressioni « da quelli più subdoli a quelli più sfacciati, rubano i guadagni dei lavoratori, ecc. »« tutto ciò significa furto continuato, sfruttamento, ecc. » siano non appropriate e fuor di luogò e pertanto da non usarsi in un corretto linguaggio, anche se polemico, e siccome le espressioni stesse sono andate al di là del pensiero degli autori della protesta le ritrattiamo.
per la Redazione Il Direttore responsabile
Il nostro senso di classe non ci aveva fatto vedere che alcune frasi erano andate oltre. D'altro canto le abbiamo espresse non già in
che gli operai e gli impiegati ben conoscono e contro le quali sapranno usare quelle forme di lotta che essi stessi sceglieranno tenendo conto, anch'essi lavoratori, « l'ancor più austera economia del loro magro bilancio familiare ».
I lavoratori raccolgono i frutti,. dell'accordo CISL-UIL-Confind.
Siamo a conoscenza che gli impiegati assunti dal 1° giugno ad oggi, vengono stipendiati secondo l'accordo del 12 giugno. — — — Nulla da eccepire per quanto riguarda il conglobamento: i conti non tornano confrontando i minimi nazionali fissati con quell'accordo (denominato « accordo truffa ») e i minimi aziendali. Dal confronto balza evidente la «truffa » (dell'accordo, naturalmente): per non rivelare « segreti d'ufficio » diremo solo che la differenza oscilla dalle 7 fino alle 13 mila ire in meno che vengono a percepire gli impiegati nuovi assunti.
Questo «metodo» di economia aziendale, la CGIL lo denuncia subito.
La FIOM ha posto rivendicazioni salariali e di stipendio proprio per sopperire alla «manchevolezza» dell'accordo CISL-UIL. Siate uniti e compatti attorno alla FIOM.
Nostalgie del tempo che fu
Dopo la grande offensiva scatenata dalla Direzione contro le libertà democratiche non poteva mancare un provvedimento che ricorda il tempo « dell'asino di Predappio » e cioè le guardie nei reparti.
Infatti hanno ricominciato a circolare nei reparti e contro questo provvedimento tipo schiavista i lavoratori protestano indignati e anche i capi reparto ci invitano a denunciare questa forma di intimidazione che offende la loro dignità.
Visto che ci avete invitato a denunciare questo, ci permettiamo di suggerirvi una forma di lotta particolarmente adatta. Chi di 'voi operai ha visto il film « Zapata » si ricorderà cosa avvenne quando lo arrestarono: anche il barbiere che in negozio stava facendo la barba incominciò a battere il pennello contro la scodella.
Evvia, sono vecchie storie queste forma offensiva: sotto l'aspetto politico - sindacale parlavamo, mettendoci dalla parte degli « sfruttati » (naturalmente anche qui vogliamo riferirci al significato politico-economico).
Pertanto riteniamo ritornare all'argomento che ci sta a cuore, il taglio dei cottimi al G. III.
Il fatto esiste: siamo certi che meglio degli operai di quel reparto non vi sia altro giudice. E tale fatto, a nostro parere non si verifica solo al G. III.
Sono fatti reali che la Direzione troverà certo il modo di dimostrare « tecnicamente » (modifica del raggio, o dello smusso, o del numero di disegno, ecc.). che in seguito a «modifiche sostanziali » bisogna rilevare di nuovo il tempo: come conseguenza il prezzopezzo-minuto diminurà.
Di fronte al persistere di tale
fatto « reale » siamo convinti che sia questa una pressione economica coercitiva, fra le tante, per ottenere una maggiore produzione attraverso un più intenso sforzo fi- sico. È questa la piattaforma della « produttività ».
E questo è anche in netto contrasto con l'art. 6 del contratto di lavoro.
sione di una visita dell'Ing. Lauro. Così esprimerete la vostra indignazione per ora in attesa del momento opportuno per far recedere la direzione dai suoi propositi antidemocratici.
Chi viola la legge?
Con la motivazione di aver svolto opera di « intimidazione per costringere a scioperare » sono stati licenziati cinque operai, molti altri hanno avuto un giorno di sospensione, altri ancora l'ammonimento. Ancora una volta vorremmo ricordare al Dott. Fasciano che, la sentenza emessa dalla Cancelleria del Tribunale Sez. V in data 25-111952 a carico dell'op. Cerri Giovanni denunciato, su pressione della Direzione dall'op. Amato Mario, assolveva il Cerri perchè « il fatto non costituisce reato » essendo diritto dei sindacalisti fare opera di persuasione.
Non è che questo lo rileviamo per la Direzione, troppo bene conosciamo la loro «buona fede », lo rileviamo perchè tutti i lavoratori sappiano chi è nella legalità e chi invece è fuori e uniti si battano contro i soprusi e le illegalità.
Assunzioni con salvacondotto a quelli della Stigler?
Sono passati sei o sette mesi da quando è stata smobilitata la fonderia? Forse, anche di più! L'impegno della Direzione era che dopo tale termine gli operai inviati alla Stigler sarebbero stati riassunti. Già su un altro numero del nostro giornale rilevammo la " Parola da marinai" dei nostri Dirigenti. Oggi poi, questo fatto è aggravato da altri elementi. Infatti un operaio licenziato dalla Stigler è stato assunto alla C.L.U.R. con l'assicurazione che appena ve ne fosse stata la necessità sarebbe stato riassunto.
Ebbene: pochi giorni dopo venivano assunti alcuni poerai dall'esterno e non già per svolgere lavori specializzati. Un particolare importante è che questi operai che venivano assunti (chissà come mai?) erano già organizzati e pronti all'attività nella C.I.S.L. Non è che noi siamo contrari a che questi operai entrino in fabbrica, siamo però contrari in primo luogo che si lascino fuori dalla fabbrica operai che da parecchi anni lavoravano alla Innocenti; in secondo luogo che nelle assunzioni si faccia una così sfacciata discriminazione, assumendo solo attraverso clientele.
Il dito nei"' occhio II -9
Rapporti umani
Già altre volte sono stati rilevati i risultati della famosa scuola « Produzione in buoni rapporti umani » organizzata e tenutasi tempo fa per Dirigenti, capi officina, capi reparto e capi squadra. Nuovi fatti clamorosi rilevano oggi i risultati di questa scuola.
In occasione del divieto ai resp. di Rep. di riunirsi con la C.I. il direttore del reparto stampaggio, ing. Formis, non solo negava il permesso ma aggiungeva che al martedì non avrebbe mai più concesso permessi anche se stava male uno stretto parente. In occasione del licenziamento dell'operaio Banfi Leonardo addirittura era predisposto ai cancelli dell'entrata lo schieramento del servizio di sorveglianza con a capo il sig. Montibelli per vietare all'operaio di entrare. Mancavano il mandato di cattura e le manette.
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Ultime notizie
Si sente dire (dalle solite voci maligne) che, avendo in previsione la direzione l'invio a molti altri dipendenti, di lettere... verrà assunto un... postino da dedicare esclusivamente a quel lavoro.
Cercasi camerieri; sì... perchè avendo la Direzione « affermato » (in seguito a costatazione!?...) che i lavoratori della Innocenti hanno preso la fabbrica per un bar ha deciso di assumere tanti camerieri quanto bastano per servirci.
Collaborazione sembra... che questa sia la parola d'ordine che la Direzione intende riabilitare, questo perchè ha costatalo i grandi progressi fatti dall'azienda dal 1947 ad oggi e per iniziare... licen2ia e diffida gli operai che si battono per la difesa dei loro diritti.
È confermato che la Direzione dell'Innocenti non è aderente alla Confindustria, infatti... segue a puntino le sue direttive.
Ebbene operai prendetene l'esempio e ogni qualvolta una guardia inizia a girare per il reparto battete i vostri attrezzi, il martello, una chiave o altro contro il banco o un altro attrezzo così come avvenne una volta al G III in occa-
Infine vorremmo che, questi nuovi assunti, comprendessero la funzione che vuole far loro assolvere il padrone; invitandoli all'unità con tutti i lavoratori, per la difesa degli interessi comuni.
Neanche sotto la naia
Chi di recente è stato sotto la naia sa, che quando ad un militare viene fatto un rapporto di una certa consistenza, tale da richiedere una punizione che non sia la semplice consegna, prima di stabilire la stessa il comando chiama il militare perchè esso possa esprimere quale è il motivo o la ragione che lo hanno indotto all'infrazione, dopo di che viene stabilita la pena, se riconosciuto colpevole.
Alla Innocenti neanche questa formale forma di Democrazia viene applicata. Ciò che la Direzione stabilisce è legge, ma così è la legge del « padrone sono me ». E la Democrazia? Non ci illudiamo che questi signori concepiscano, nei confronti dei lavoratori, rapporti di democrazia, è compito nostro però (attraverso la nostra lotta) far sì che questa forma di democrazia venga applicata e rispettata, anche perchè siamo poco convinti della imparzialità dei dirigenti quando esaminano i motivi dell'infrazione e il provvedimento da prendere.
I fatti recentemente succedutesi nella nostra fabbrica, la forma stessa di come sono stati indirizzati e della forma usata per i provvedimenti presi dimostrano chiaramente ai lavoràtori come anche nella nostra fabbrica si intende la «Democrazia ».
Negli uffici e nei reparti vi deve essere Democrazia, dicono: però che sia succube ai desideri della Direzione. Solo quest'ultima è in grado e all'altezza di giudicare. Noi dovremmo avere nella Direzione cieca fiducia; tanta da non poter nemmeno ricorrere di fronte alle sue sentenze: guai « Essi » solo sono i giusti, noi siamo tutti... e come tali dobbiamo sopportare anche la fustigazione (cioè, il licenziamento) senza dire bèe...
Non siamo però pecore. Avete colpito nell'intento di frenare lo slancio dei lavoratori: avete usato una forma antidemocratica che ha rivelato chi siete.
Non illudetevi; l'avanzata del Proletariato verso il socialismo non la fermerete con queste forme.
Pare che la Direzione mantenendo fede all'impegno intenda riassumere gli operai della fonderia inviati alla Stigler però... come gli operai assunti recentemente non devono essere iscritti alla C.G.I.L.
Proibito rifiutarsi fare straordinari anche se si hanno impegni, o si sta male o non si ha voglia di fare i comodi della Direzione. Proibito: riunirsi nei reparti nei momenti di riposo in più di tre. Pena: ... essere gettati sulla strada perchè questo è: « Produzione in buoni rapporti umani ».
Permesso invece... prendere di paga tanto quanto basti per... morire di fame.
È certo che gli operai sono buoni sì ma fessi no! E sapranno far intendere alla Direzione quello che non vuole intendere.
giocchi rosa-azzurri
ANNUNCIANO LA NASCITA DI:
MILENA, figlia dell'op. Gagliardini Francesco del Rep. 47. MARIA TERESA, figlia dell'op. Grignani Ernesto del Rep. 61.
SANDRO, figlio dell'op. Anfossi Oliviero del Rep. 71.
EGIDIO, figlio dell'op. Belotti Ferdinando del Rep. 42. GIOVANNA, figlia dell'op. Baia Achille del Rep. 21.
2 FABBRICA SUL LAMBRO
LUIGI-CARLO, figlio dell'op. Palmosi Antonio del Rep. 12. ROSSELLA, figlia dell'op. Soresini Carlo. LUIGI, figlio dell'op. Simonato Severino del Rep. 21. GIANFRANCO, figlio dell'op. Luffi Emilio del Rep. 18. A tutti fervidi auguri dalla Redazione. E' taglio di cottimo e non furto continuato CIÒ CHE LA DIREZIONE STABILISCE È LEGGE
149 A ir nri-sr_ur A' D
BRILLANTI RISULTATI DEI GRUPPI
Buono il comportamento della squadra di calcio - La filodrammatica ha iniziato la sua attività - Alcune precisazioni del Consiglio a proposito del pacco natalizio.
A PROPOSITO DEL PACCO
In seguito alle solite voci maligne che reputano il pacco non conveniente, pure affermando che chissà quali guadagni ne ricava il C.R..AL., con questo scritto vogliamo precisare quanto segue:
Parche è stato fatto il pacco?
La ditta Pezziol era disposta a ritirare dalla nostra ditta 30 lambrette a condizione che il C.R.A.L. ritirasse dalla Fezziol prodotti quali:
VOV - TENERELLI - CYNAR CAPRISCALA pari ad un totale di L. 4.600.000.
Nell'interesse della ditta, e crediamo che qualsiasi lavoratore lo avrebbe fatto, abbiamo accettato. Di conseguenza per smaltire tale merce è stato fatto il pacco.
Ed ora veniamo alla dimostrazione del valore del suddetto.
Elenchiamo i prezzi che la Pezziol e Alemagna, ci hanno praticato, prezzi di listino per grossisti e rivenditori, ed ognuno di voi ii può controllare chiedendoli al proprio fornitore.
Tenerelli L.
Vov Cynar
Vino Capriscala L. 285x3
Panettone Alemagna
Torrone Alemagna L. 125x2
Biglietto Televisore
Spese imballo - Biglietti
Giocattolo
Arrotondamento a favore
C.R.A.L. » 200
----Totale L. 6.100
L'arrotondamento a favore del C.R.A.L. viene di nuovo restituito ai lavoratori con il dono che verrà distribuito il giorno dell'Epifania a tutti i figli dei dipendenti iscritti al C.R.A.L. e con i contributi ai gruppi: Moto Club - Filodrammatica - Pesca - Tamburello - Calcio
- Foto Cine, ecc. Speriamo che tutto ciò serva a togliere ogni dubbio ai lavoratori.
Il Consiglio C.R.A.L.
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Si conclube l'attivita' bel nostro moto Club
Il giorno 4 novembre il « Moto Club Innocenti » ha chiuso la sua attività portando a termine nel più brillante dei modi il programma che tu approvato all'inizio di stagione da parte dell'assemblea dei soci.
Nonostante l'avanzata stagione 45 soci hanno partecipato all'ultima gita sociale in quel di Osigo (Valbona) ove si è svolta la tradizionale castagnata.
Un nuovo anno di attività del Moto Club si è così concluso e, possiamo dirlo, di intensa attività. Non ci rimane altro che augurare per il prossimo anno lusinghieri successi che soddisfino le aspettative di tutti i soci.
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Vediamo un po' in sintesi l'attività della Squadra Ragazzi nella corrente stagione.
Innanzitutto notiamo che essa è completamente rinnovata rispetto a quella dello scorso anno e poi che è composta esclusivamente (è vergognoso dirlo) da giocatori che non lavorano nella nostra Fabbrica.
La formazione base è la seguente:
Degli Esposti; Ottolini, Crotti; Rizzi, Cassago, Sinisbaldi; Cremaschi, Granzini, Bianchi, Parro, Gallarini. Valide riserve sono Spada e Faccioli. La Squadra è curata da Villa e Soresini, i quali hanno saputo amalgamare ed affiatare giocatori provenienti da diverse Società, sì da formarne un complesso forte ed omogeneo, che si fa rispettare su tutti i campi. Al termine del girone di andata, i nostri baldi rappresentanti si trovano al 4° posto in classifica generale con 14 punti, contro i 19 della prima (Lorenteggio) e i 15 della seconda e della terza (Romagna e Bramante), pur avendo disputato una partita in meno rispetto ad esse.
In complesso su 9 partite ne ha vinte 6, pareggiate 2, persa 1. Pertanto la nostra squadra è ancora in lizza, e bene, per il primato del girone; in caso di vittoria dovrebbe poi vedersela con le vincenti degli altri gironi per formare una rosa di tre o quattro squadre milanesi da ammettere alle Finali Regionali per la conquista del titolo di Campione Lombardo.
Ed un invito vorremmo rivolgere a tutti gli amici lavoratori: lasciate un po' da parte il Milan o l'Inter ed accorrete numerosi sul nostro campo per sostenere moralmente la nostra squadra; non è detto che ci perdiate, poichè alle votle si possono godere spettacoli migliori che non a S: Siro, e gratis. Non vi pare che ne valga la pena?
Il brillante comportamento in questo Campionato di Lega Giovanile non ci deve però far dimenticare la meta a cui dovremo arrivare e cioè un Campionato Federale di una certa importanza; il prestigio del Complesso Innocenti la fama della Lambretta lo esigono.
Ma di questo ne parleremo nel prossimo numero.
APOS
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Sabato sera 20 c. m. in un noto ristorante, il gruppo Pescatori della nostra Fabbrica, in una cornice di sana allegria, ha chiuso con la premiazione dei migliori l'attività agonistica del 1954.
Bravo questo gruppo che ha dato nuovo smalto al CRAL Innocenti, sport così caratteristicamente popolare, fatto di pazienza e anche di sacrificio e dove costanza passione, per riuscire, devono essere le fedeli alleate della lenza.
Prima del pranzo, portava il saluto ai convenuti e agli invitati, il Presidente del Gruppo Pesca, sig. Maspero Bruno che con brevi parole illustrava l'attività sportiva del Gruppo che da -poco si era inquadrata con un programma serio e organizzato che aveva già dato buoni frutti.
Faceva seguito il sig. Lampugnani Giuseppe che sottolineava gli sforzi e i sacrifici del Consiglio per far sì che la maggior parte degli iscritti sentisse il mordente di partecipare a tutte le gare per tenere alta la bandiera del nostro CRAL che malgrado i molti iscritti e i pochi partecipanti alle gare, i premi portati a casa rappresentino un notevole successo, questo successo dovrà essere una sveglia per gli assenteisti a spronarli ad unire anche le loro energie, in modo che il 1955 allinei nel campo agonisti-
co maggiori forze per maggiori affermazioni.
L'ENAL Provinciale era rappresentato dall'infaticabile cav. Crespi, animatore e padrino di tutte le manifestazioni dei Pescatori Milanesi e dal sig. Marchesi, suo coadiuvatore intelligente e capace.
Gradita è stata l'adesione della Direzione dello Stabilimento alla cerimonia.
La premiazione è stata una valanga di medaglie, coppe, targhe, diplomi, guadagnati in molte gare individuali e a carattere collettivo. Particolarmente notati nel ricevere più volte premi i sigg.: Ronchi Oreste, Grattieri Antonio, Lampugnani Giuseppe, Tosato Emilio, Mas pero Bruno, Ghiringhelli Carlo, Cagliari Dino, Marcato Giuseppe. Un particolare bravo al signor Marcato Giuseppe del Rep. 19 che riusciva nell'ultima gara a farsi aggiudicare la coppa d'argento, ambito premio messo in palio dall'ENAL Provinciale. Accolto con simpatia verso la fine della festa è stato il sig. Fumagalli Luigi, Vice Presidente del CRAL, il popolare corridore ancora in fase di convalescenza dopo la brutta caduta 'nell'ultima MilanoTaranto; i partecipanti hanno calorosamente salutato l'Alfiere della Lambretta nella corsa più lunga del Mondo e nel loro saluto i voti di una sua rapida e completa guarigione. Altri auguri da parte
nostra, questi: sia lo spor interno potenziato e ben guidato, qualunque branca esso sia. Contribuirà a cementare nella nostra Fabbrica la fraternità fra tutti i lavoratori
e concludere più spesso dopo una operosa giornata, una riunione in famiglia, sana, istruttiva, commovente, come questa cui abbiamo partecipato.
44aacil Atigtistet. per Au g usta„
Rappresentata al " Lilla „ dalla filodrammatica aziendale
La filodrammatica aziendale ha dato spettacolo il 3 novembre al Teatro « Litta », rappresentando la nota commedia brillante in 3 atti di Aldo Benedetti « Due dozzine di rose scarlatte ».
Il genere li lavoro è dei più raccomandabili per il nostro pubblico perchè non costringe lo spettatore a faticose meditazioni per comprendere il pensiero dell'autore.
La trama è piacevole e lo spettatore si diverte lasciandosi cullare dalle saporite vicende.
Alberto Verani e sua moglie Marina si amano, ma senza più calore. Perciò basta che un giorno Marina trovi in casa due dozzine di rose rosse accompagnate da un biglietto galante firmato «Mistero» per incominciare a sognare ad occhi aperti. In realta i fiori non erano per lei, ed il biglietto lo aveva scritto Alberto; costui non può svelarsi per non compromettersi.
Assillato però dal dubbio che la moglie possa accettare la corte di uno sconosciuto, Alberto replica giornalmente l'omaggio floreale con la complicità dell'amico Tommaso.
Le cose ad un certo punto si fanno gravi, ma poi Marina crede di scoprire in Tommaso l'ignoto ammiratore e, delusa, torna con più amore fra le braccia ai suo marito.
Il folto pubblico ha applaudito vivamente gli interpreti, applausi
"TERZA LICEO 1939„
Il professore che voleva essere chiamato « signore » perchè aveva la serva e andava in villeggiatura non era soltanto un fascista: era una specie di uomo che il fascismo pose in condizioni di esercitare il dispotismo nell'ambiente che gli era proprio, un liceo di Firenze. Nello stesso liceo, intanto, il preside aveva come preoccupazione maggiore quella di regolare le uscite degli studenti e delle studentesse alle latrine e di annunciare i programmi radiofonici con i quali il fascismo intese, probabil-
gli allievi che, in fatto di fascismo, ne sanno fin troppo.
La vita dei ragazzi fluisce ugualmente. Ed ecco' tenero, bellissimo l'idillio di Marcella per il Donato dalla sciarpa azzurra, l'indolenza il menefreghismo di alcuni « tipi » fra gli studenti, lo scherzo di Marcella al professore fascista, il quale con ira spietata, fa di tutto perchè Marcella sconti in prigione la propria esuberanza. I temi scolastici sono pieni, per obbligo, di omaggi al Duce e di patrie vittorie; la radio gracchia vantando i
Marcella Olschki con prefazione di P. Calamandrei
mente, di « modernizzare » la scuola e ottenne invece di diffondere al massimo le manifestazioni di una stupidità senza limiti.
Questi non sono che due esempi fra i più significativi, genuini e vivi che Marcella Olschki, studentessa in un liceo di Firenze nel 1939, ha tratto dalla propria memoria e argutamente rappresentato (1). La sua memoria non si diletta di caricature, ma tocca a fondo nei caratteri e nelle figure. Ed ecco che la giovanile spontaneità degli studenti si sottrae al dominio della stupidità, del grottesco e del conformismo, spesso portato a malvagie esasperazioni, reagisce in taluni casi, tanto grande e insopportabile è il contrasto tra una scuola che non ha nulla da insegnare.
successi dell'autarchia; i professori fascisti pensano sull'attenti; ma la vita continua, si alimenta del bisogno di libertà, di rivolta contro un'aridità e una grettezza inconcigliabili con l'espansione sentimentale e il senso della realtà più comune. Di questo contrasto il libro offre chiara, acuta, divertente testimonianza.
Il senso del libro è stato colto ed esposto da Piero Calamandrei in una prefazione tanto profonda quanto brillante.
MARCELLA OLSCHKI, Terza liceo 1939. Prefazione di Piero Calamandrei. Milano-Roma, Edizioni Avanti!, 1954, 80 pagine (collana « Il Gallo », 12), 100 lire.
meritati soprattutto per l'interprete di « Marina »: Lina Romana. Per l'avvenire sarebbe opportuno si presentassero lavori in cui comparissero più attori, soprattutto attivizzando giovani..
,}-7-bbiamo letto che...
• il maresciallo Montgomery, vice-comandante della N.A.T.O., nel 1949 ebbe a dichiarare che a una nuova guerra sarà per noi una vera festa e ammazzeremo una quantità di gente ».
il maresciallo Vassilievski risponde: « Sappiamo bene, noi e voi, che le bombe atomiche e all'idrogeno sono armi di sterminio della popolazione civile. Come potete dunque, maresciallo, sostenere con tanta leggerezza l'impiego delle armi atomiche e termonucleari? Non capite forse che spingere l'umanità verso gli orrori della guerra atomica significa commettere un crimine? ».
* * * De Gaulle, parlando il 4 dicembre in occasione della « giornata nazionale » disse:
Spetta alla Francia, prima che ad altri Paesi, intraprendere negoziati con l'URSS, giacchè nel campo occidentale, è soprattutto l'avvenire della Francia che può essere messo in forse dal riarmo del Reich e dalla unione delle due Germania ».
Italiani, forse che anche il nostro avvenire, non abbia nulla da temere dal riarmo del Reich? Uniti lottiamo contro il militarismo.
*
* * il « Mondo », giornale degli industriali, dice riferendosi a Costa, ex presidente della Confindustria a Non c'è stata in questi anni mano« vra politica di qualche importanza « nella quale la Confindustria non ala« bia in qualche modo messo le ma« ni. Ha tenuto le redini nelle consulti tazioni elettorali, ha provocato scie« sioni, rotture, riappacificazioni, al« leanze dei partiti... ».
Lavoratori, che ancora siete dubbiosi quando vi si chiede di mobilitarvi sul terreno politico, questa è ancora una dimostrazione di chi è e cosa vuole la classe borghese-capitalista.
ESPRESSO RISTRETTO
Enzo Forcella, della a Stampa », considerato lo a spiacevole, ma inevitabile stato di fatto a della presenza dei comunisti dappertutto si domanda come farà Scelba a strangolare le cooperative a comuniste » ( a vantaggio delle cooperative a bianche » ).
L'egregio Forcella ha forse dimenticato che nell'Italia clericale questa tecnica è ormai antica? Giuliano, per esempio, venne mandato a Portella a sparare sul corteo del 1' maggio. Pisciotta venne mandato, con un salvacondotto, ad ammazzare Giuliano. Poi il ciclo si chiuse con una tazza di caffè avvelenato propinata a Pisciotta in carcere. Il colonnello Luca — semplice coincidenza cronologica — divenne generale e Scelba Primo Ministro.
Oggi, per i bassi servizi governativi dell'anticomunismo ci sono ministri socialdemocratici. Ma si può scommettere che c'è già chi si prepara, macinando il caffè, ad attaccarsi un nuovo gallone strappato alle loro spoglie.
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UN LIBRO CHE CONSIGLIAMO
Votando per la Commissione Interna rispondiamo ai soprusi della Direzione
Nella nostra fabbrica tra poco tempo si avranno le elezioni per la nuova C. I.
Che sia un fatto importante, più nessuno lo mette in dubbio. L'importanza anzi è tale che gli industriali perdono la loro «flemma» e anch'essi si interessano alle S' elezioni. interessano soprattutto per ostacolare l'elezione dei rappresentanti della CGIL.
Quando diciamo che tale è l'ordine « d'oltre mare» ci si risponde sdegnati. I fatti dimostrano che lo sdegno è perfettamente inutile.
Alle Off. Vittoria di Faderno Dugnano le elezioni per quella C. I. avevano dato la maggioranza alla CGIL: gli USA fecero sapere che in quelle condizioni avrebbero annullate le commesse alla fabbrica.
Quella Direzione impose allora nuove elezioni: risultò la maggioranza CISL con soddisfazione della Direzione e degli... americani. Questi ultimi però le ordinazioni non le passarono ugualmente.
Altro recente caso: altra forma per escludere soprattutto la CGIL. Quello delle « Nuove Reggiane ». Prima di fare le elezioni i candidati CGIL vengono spostati in altri stabilimenti o licenziati. Si imbastisce la pastetta con la CISL, per chiudere lo stabilimento durante la settimana occorrente per la presentazione delle liste. Venne chiamata la polizia per vietare di parlare. In questo caso anche la UIL è stata castigata. Ma per la CISL non conta: essa sola deve emergere, il fine giustifica il mezzo anche se quest'ultimo non rispetta la democrazia, gli accordi interconfederali, ecc.
Nella nostra fabbrica già per le elezioni del FIAMLI è stato detto qualcosa circa le interferenze della Direzione.
Esaminando gli ultimi fatti con quei principi di classe che ci guidano, siamo convinti che la Direzione ha il suo obiettivo che non si scosta da quello della FIAT, della Reggiane: per farla breve non si scosta dall'indirizzo della Confindustria.
Su due direttrici cammina la nostra Direzione: una psicologica, tendente a sminuire l'importanza di questo organismo. Infatti le rivendicazioni presentate dalla C. I. o vengono recisamente respinte o diluite nel tempo. L'altro indirizzo che segue la Direzione è di carattere più pratico: colpire direttamente gli attivisti della CGIL, naturalmente per motivi economici. Con questa scusante si tenta eludere e fuorviare il problema di fondo posto dai lavoratori: migliorare il loro tenore di vita sia economico che morale.
Alla richiesta in tal senso fatta dalla C. I. si è risposto, per iscritto, negativamente. I provvedimenti anti sociali e disciplinari hanno voluto essere la risposta « de f acto».
Non ci meraviglierebbe qualche altra «iniziativa a sorpresa». Sembra non vi sia altra preoccupazione in certi uffici da un po' di tempo ad oggi.
Stringete, stringete sempre più
L' Innocenti IL MICROFONO si allinea
(continuazione dalla 1 pagina nostro stesso bene.
questo torchio: chiamatelo pure « produttività» o «produzione in buoni rapporti umani ».
I lavoratori, con il voto, vi dimostreranno che non si lasceranno ingannare dalle parole e da principi che hanno un unico scopo:
Spremere sempre più, per sempre più aumentare i «profitti padronali ».
Gli operai, gli impiegati non verranno colti di sorpresa: la sorpresa la troverà la Direzione all'esito della consultazione.
Il governo novello Babbo Natale
Gli aumenti di tasse è insulto alla miseria
Nell'ultimo scorcio di questo anno il «nostro governo » ha voluto proprio fare il Babbo Natale. Indesiderato per la verità.
Infatti ha voluto fare delle strenne al popolo italiano, in particolare a chi vive del proprio misero salario, con una serie di aumenti.
Vengono, cosi, aumentate le tasse del canone della Radio e della Televisione; le sigarette hanno subito un aumento di L. 10 al pacchetto; per le patenti di guida l'aumento è del 50%; la licenza di caccia del 33%, di pesca del 50%. Come se tutto ciò non bastasse, bisogna aggiungere, e questi sono i più gravi, gli aumenti dei fitti e le tasse di circolazione sulle moto le auto.
Circa l'aumento dei fitti: il cosiddetto fitto bloccato, con gli aumenti attuali diventerà nel 1956 tre volte il valore di oggi; mentre per i fitti detti sbloccati non c'è alcuna limitazione di prezzo.
Cioè, via libera alla più sfrenata speculazione. Inoltre i negozi, bar, caffè, osterie, cinematografi, teatri, avranno un forte aumento. Insomma, a noi lavoratori, in ultimo ci toccherà pagare due fitti: il nostro e quello di tutti gli esercizi pubblici, i quali per rivalersi aumenteranno tutti i prezzi. Altro colpo è quello delle tasse di circolazione. Le moto e le auto subiranno un forte aumento.
Questo è un problema che interessa direttamente la nostra fabbrica che produce moto. Non significa altro che minore possibilità di vendita. Per il fatto che, chi acquista il nostro prodotto, sono dei lavoratori e impiegati o professionisti, che hanno un reddito poco elevato.
Non ci consta, per esempio, che la nostra Direzione abbia fatto una seria protesta, assieme agil altri produttori di motoveicoli, presso il Parlamento, perchè non si procedesse a tale aumento. Loro sollecitudine è quella di spremere profitti dal lavoro dei propri dipendenti. Da parte dei lavoratori, invece, si levi alta l'indignazione per questi gravi aumenti che colpiscono direttamente il nostro tenore di vita. abbassandolo ulteriormente.
E' questa una nuova dimostrazione dell'antipopolare politica del cosiddetto governo « Sociale » di Scelba e del socialdemocratico Saragat.
LO SAPEVATE?
La Direzione invia a casa di operai lettere di ammonimento?, lettere di sospensione? Oppure con uno schieramento di guardie sbarra l'entrata in fabbrica a operai licenziando in modo di• scriminato?
Non importa... Sorridete... L'ha detto il sig. Montibelli.
ANIME IN PENA
Dopo i recenti fatti succedutesi nella nostra fabbrica la Direzione Aziendale e in essa alcuni n Dirigenti I particolarmente) e sono fermamente convinti di avere agito giustamente, umanamente tanto da meritarsi il riconoscimento dei lavoratori.
Infatti dopo i provvedimenti presi... giorno e notte... a turno quattro agenti di polizia in divisa montano di guardia davanti al Palazzo Uffici, mentre una camionetta sorveglia continuamente la fabbrica. A quanto pare non sono troppo tra,-• quilli i loro sonni.
A voi signori Dirigenti, sappiate che i lavoratori sapranno difendere le libertà democratiche; ai primi vostri sopprusi non avete trovato la reazione pronta e questo vi ha illuso di poter proseguire altezzosamente.
I lavoratori molto presto e bene han saputo dimostrare il loro punto di vista, voi avete apertamente dichiarato il vostro odio verso i lavoratori.
Questi uniti, certamente sapranno ricondurvi sulla strada sociale e umana, non solo per la difesa delle libertà democratiche nella fabbrica, ma anche per la conquista di sostanziali aumenti salariali.
Riteniamo però doveroso chiarire a tutti la ragione dei provvedimenti disciplinari: «impe - dire, attraverso l'intimidazione, che i lavoratori lottino per migliori salari ».
A questo proposito alcune cosette è bene dire ai dirigenti della C.I.S.L. e della U.I.L. aziendale. che si sono pronunciati sfavorevoli a questa lotta, così come è bene che lo sappiano tutti i lavoratori che seguono queste organizzazioni : « non è possibile togliere le libertà ad una sola parte di lavoratori, ai Comunisti, ai Socialisti, agli aderenti alla F.I.O.M.; i padroni oggi vorrebbero, per fare questo, servirsi di voi, quando però questo obiettivo fosse realizzato voi non servireste più e subireste la nostra stessa sorte » l'esperienza fascismo insegna.
Un'arma possente hanno nelle loro mani i lavoratori: «l'unità nella lotta ».
Sappiamo utilizzare questa arma, delle libertà democratiche conquistate; mollare una sola unghia oggi, pretenderanno l'intero braccio domani, mollare oggi quelle conquiste vuol dire non riuscire domani ad ottenere una più giusta retribuzione e di questo tutti ne abbiamo bisogno, le condizioni di vita del lavoratore organizzato alla FIOM, alla CISL, alla UIL che sia non si differenziano.
Uniti come lo fummo dieci anni or sono nella Resistenza lottiamo anche oggi.
SALVARONO LA FABBRICA
Lo sdegno dell'A.N.P.I. per quanto è stato elemosinato
Nel 1944 dodici nostri compagni di lavoro venivano portati nei campi di internamento tedesco dove decedevano in seguito al lavoro, alla fame, allo sfruttamento. spietato da parte di coloro che si consideravano la razza eletta. In queste poche parole che potrebbero sembrare un freddo certificato di decesso fatto a persone già appartenenti al glorioso movimento antifascista quanta materia di riflessione! Riandiamo un momento alle gloriose giornate dell'insurrezione nazionale ed allora vedremo sfilare davanti ai nostri occhi un intero popolo in armi, gente ben viva, gente che aveva sofferto, combattuto, che risentiva il prezzo del suo eroismo. I maggiori responsabili della catastrofe pagavano lo scotto del tradimento perpetrato ai danni della patria. Pagava la classe che aveva fino ad allora diretto l'economia e la politica del popolo italiano, il capitalismo nostrano che' ci aveva portato alla catastrofe, quel capitalismo che in quei giorni così gloriosi della storia d'Italia, s'era rifugiato in Svizzera, e se ne stava ben chiuso nei suoi appartamenti con la paura in gola. Quanta gente è caduta in questa guerra! Quante persone sono rimaste vittime per la propria fede e per il proprio ideale; vittime dell'odio di classe, quell'odio che il padrone nutre per noi anche quando siamo degli ottimi operai ma abbiamo l'unico difetto di pretendere che si viva, non che si vegeti. La classe dirigente: tra
Ho voluto ascoltare «Oggi in Italia » sulla lunghezza d'onda indicata dal giornale di fabbrica
Se si vuoi sentire veramente la verità, esposta obiettivamente, bisogna ricorrere a trasmissioni che non siano fatte dalla RAI.
Eppure questo Ente lo pagano tutti: operai e industriali: anzi l'apporto dato dagli operai, impiegati, commercianti e certamente molto più elevato di quello dato dagli industriali, dai banchieri, dai proprietari terrieri poiché questi sono numericamente inferiori ai primi e la tassa e uguale tanto per i poveri quanto per i ricchi.
Al contrario le trasmissioni, particolarmente di politica nazionale e internazionale, hanno un unico indirizzo: la RAI svolge il suo programma politico con tendenza unilaterale. Chi oggi può parlare di obiettività nell'esporre fatti politici? Dalla situazione in Persia che col ritorno dello Scià, quei petrolio è pure tornato ad essere l'oro dei trust internazionali tutto a discapito di quel popolo; dalla proposta dell'URSS per una pacifica esistenza fra i popoli; dal largo uso che fanno gli industriali dei microfoni.
I commenti, perfino la forma di esporre i fatti, sono studiati per confondere, per deviare: sempre nel tentativo di dimostrare la giustezza dei « padroni » in contrapposizione alla volontà degli operai, degli impiegati di migliorare le loro condizioni di vita.
E' questa la Democrazia? Perfino in questo settore viene calpestata: si dimentica che il maggior contributo alla R.A.I. lo danno i lavoratori, coloro che proprio lottano contro l'intransigenza di quei « padroni » che invece la R.A.I. tanto difende.
Lavoratori:
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a: Fabbrica sul Lambro
iceviamo e pubblichiamo:
questa c'e anche la Innocenti semi-monopolio dei motors-scooters con miliardi di capitale, la quale ha elemosinato ai familiari dei suoi dipendenti caduti per salvare la sua fabbrica, quello che normalmente faceva, un ufficio funebre come si addice a chi ricorda i morti per la grande causa, ed un pasto decente.
Consuetudine sempre mantenuta da che soffiò il vento del 25 aprile. Tempi passati si dirà ed infatti allora non c'era un governo che difendeva a spada tratta il capitale del Sig. Innocenti come altri capitali, c'è oggi però questo governo Scelba-Saragat che fa i programmi sociali, c'è oggi un ministro Togni che si allea apertamente con i fascisti; se lo fanno loro, perchè non dovrebbe farlo il nostro padrone? E se lo fa su tutte le nostre libertà perchè non dovrebbe farlo anche con i caduti che stanno alla base di queste libertà e che per la conquista di esse sono morti. Ecco perchè diciamo. le maestranze hanno commemorato i loro caduti e non il padrone, il quale anche questa volta ha seguito la sua stolta linea di condotta pure nei confronti di coloro che sono morti per salvare anche la sua fabbrica. Da queste colonne intendiamo esprimere lo sdegno più profondo innanzi tutto dei familiari e dell'ANPI Aziendale che vede così ricompensati i rischi e i sacrifici serviti per salvare i miliardi del padrone. TRONCHETTI
Perchè si comandono operai mentre l'orario è ridotto
Un gruppo di operai ci scrive, (e lo stesso problema ci viene segnalato da più reparti):
" Cara « Fabbrica sul Lambro » da mesi alla Innocenti si fanno 44 ore settimanali e di buon grado abbiamo subito questa imposizione perchè, si è detto, era indispensabile.
Vorremmo però segnalarti come oggi si stà prendendo l'abitudine di comandare centinaia di operai a fare ore in più. Come si concilia questo? Se la Direzione ne ha la necessità perchè non si aumentano le ore lavorative? Oppure è nell'intenzione della Direzione di mantenere l'orario ridotto e far lavorare in modo discriminato operai quando meglio gli garba? Questa supposizione ci viene dal modo in cui agisce costringendo alcuni operai a fare ore in più delle 44. È vero che il Contratto di Lavoro stabilisce che gli operai sono tenuti a fare straordinari ma questo però quando vi è una giusta causa, e la giusta causa non cera per quelli che hanno costretto a fermarsi. Se questo è l'orientamento della Direzione è bene sappiano che noi ci batteremo contro questo loro proposito".
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Direttore Responsab. LEONARDO BANFI Autorizzazione Tribunale di Milano in data 31-12-1953 - N. 3259 Tip. N. Pagani - Milano - Via Termopili 10
Resistenza
Commemorati i caduti nel X della
PROSS I M E L E ELE Z IO NI