BATTAGLIA UNITARIA
Bollettino unitario del coordinamento
PREMESSA
N. 1
GENNAIO 1970
FIOM-FIM-UILM - gruppo Falck
UNA DECISIONE IMPOR TANTE DEL COOR DINA MENTO VER SO
L'UNITA' ORGANICA DEI SINDACATI
Al termine dei lavori del Coordinamento di Mercoledì 21 Gennaio di cui riportiamo nelle pagine seguenti le indicazioni emerse nel dibattito , i rappresentanti sindacali di tutti gli stabilimenti Falck hanno accolto positivamente la proposta delle segreterie FIM FIOM UILM per dare l'avvio ad un giornale di gruppo da far uscire ogni qualvolta si terrà un coordinamento unitario.
Questo non vuole essere solo un aspetto formale, ma deve diventare anche un fatto sostanziale attraverso il quale elaborare politiche unitarie con la partecipazione dei lavoratori.
E' quindi sui problemi reali, quelli con cui abbiamo a -che fare ogni giorno dentro la fabbrica e fuori ( casa, sanità, riforma tributaria) che deve saldarsi questa unità.
Le Segreterie del Coordinamento Gruppo Falck
APPLICAZIONE ORARIO Di 'LAVORO
Nella giornata di mercoledì 21 gennaio u. s. si è riunito a Sesto S Giovanni il Coordinamento uniario nazionale c ',del Gruppo Falck, presenti i dirigenti sindacali provinciali interessati, per esaminare l'aspetto dell'applicazione dell'orario di lavoro previsto dal nuovo contratto, C il problema dell'ambiente di lavoro in particolare nei riguardi dell'antinfortunistica che, dopo il grave incidente mortale avvenuto 1'8 gennaio u. s. allo stabilimento Concordia, si e tatto ancora pio urgente e non pio dilazionabile alfine di evitare non solo delle vibrate proteste ma anche di esprimere il cordoglio ai familiari di la‘,,i.tioi i ,àdini sul posto di lavori , Il Coordinamento
come la battaglia contrattuale abbia trovato ampia e responsabile partecipazione da parte di tutti i lavoratori valutando di volta in volta con i propri rappresentanti sindacali le scelte di lotta che dovevano essere attuate e alla fine esprime il proprio plauso a tutti i lavoratori che con la loro lotta hanno non solo conquistato migliori condizioni sociali ma hanno anche fatto crescere il Sindacato e dato un grande contributo all'unità sinda-nle.
Pr !), .,5Liendo quindi nell'esame Je, primo punto all'Ordine del Giorno, e cioè:
— orario di lavoro — per il settore Siderurgico a 41 ore settimanali, per la meccanica generale e fonderia di r fusione (Don-
go, Vittorie Vobarno, P.ta Romana) 43,5 cere settimanali noi....;né per tutti gli impiegati e categorie speciali a 40 ore settimanali con orario effettivo di 44 e 48 ore,
è giunto alle seguenti inclicazioiù:
a) di demandare alle C.I. di ogni stabilimento la distribuzione dei nuovo orario settoriale in 5 giorni alla settimana (lunedì, venerdì) per tutti i settori, compreso il personale SESO.
h ) per i turnisti, settore Siderurgico, si formula l'ipotesi di effettuare un orario di sette settimane a 40 ore e di una settimana a 48 coincidente con il primo turno.
e) turnisti di altri settori, meccanica generale e fonderia di seconda fusione a 43,5 ore sei-
timanali, si indicano le seguenti ipotesi: per i reparti dove esistono solo il 1° e il 2° turno, per il 1970: il primo turno sei giorni lavorativi con il sabato di sette ore (dalle 6 alle 13); per il secondo turno cinque giorni lavorativi con riposo il sabato.
In detti reparti dove si sono sempre attuati i due turni (1° e 2') il Coordinamento respini ge eventuali tentativi di introdurre il 3° turno.
turnisti a 3 turni (1 - 2 - 3) si indica l'ipotesi di attuare un orario nel quale il sabato notte venga escluso mentre si chiede unà. programmazione nell'arco di 24 settimane ove questi /lavoratori attueranno 13 settimane a 40 ore e 11 settimane a 48, precisando che il 1- turno sarà distribuito in 6 giorni settimanali, mentre il 2' sarà alternato con settimane a 5 giorni e settimane a 6 giorni.
d). 4' SQUADRA: per questi lavoratori vengono fatte le seguenti 3 proposte di ipotesi: per l'anno 1970, orario di 41 ore, si propone, nei mesi più caldi, l'attuazione di una fermata di un turno settimanale da concordare sia il giorno che iI turno stesso, con i lavoratori interessati da aggiungere alle festività concordate continuare con l'attuale orario, 42 ore settimanali, fino al 30 giugno; attuare l'orario di 40 ore settimanali dal 1° luglio 1970 in avanti (anticipo di 6 mesi l'applicazione delle 40 ore).
proseguire con l'attuale orario, per il 1970, accumulando le 6 giornatè e mezza che danno diritto ai Havoratori, come riduzione, un prolungamento di ulteriori giornate di ferie.
A tale proposito il Coordinamento è del parere di aggiungere come prolungamento di ferie anche le festività nelle .ali i lavoratori sono prei in fabbrica.
S , aggiunge in particolare per i lavoratori della 4' squadra che il Coordinamento è disponibile a discutere con i lavoratori interessati altre eventuali proposte.
e) per tutti coloro che sono ad-
detti a lavori di riparazione e manutenzione l'azienda deve concordare con le C.I. la distribuzione settimanale del rispettivo orario settoriale; a tale fine il Coordinamento invita le Direzioni ad indicare la programmazione annuale delle manutenzioni preventive e conseguentemente 1' orario dei lavoratori addetti.
1) Il Coordinamento, in modo unitario, con i Sindacati, afferma che nessuna C. I. di nessun stabilimento è autorizzata a rilasciare deroghe che prevedano il prolungamento dell'orario settoriale.
g) in riferimento a condizioni di miglior favore esistenti fra le categorie impiegati e categorie speciali per quanto riguarda l'orario di lavoro (4044 - 48 ore) mentre invita le
C.I. e le 00. SS. ad attuare assemblee unitarie nei, vari stabilimenti per approfondire l'aspetto della regolamentazione dei suddetti orari, decide di aprire immediatamente la vertenza chiedendo alla Direzione Generale una convocazione urgente per l'esame del problema con le C. I.
Si dà inoltre mandato ad ogni C. I. di Stabilimento dí concordare con le Direzioni locali l'autorizzazione di due giornate festive cadenti in domenica o non in domenica da aggiungere al periodo di ferie. Per il conguaglio o le ferie non consumate nello scorso anno si afferma che tali giornate devono essere effettivamente godute e in nessun caso monetizzate.
Lettera alla direzione
Sesto S. Giovanni, 22.1.1970
Oggetto: richiesta di convocazione.
Spett.lé Direzione Generale
Ufficio del Personale
C.so Matteotti, 6 Milano
Le sottoscriventi Commissioni Interne di tutti gli stabilimenti sociali del gruppo Falck chiedono a codesta spettabile Direzione Ge-
n orale una convocazione urgente per esaminare il seguente o.d.g.: Applicazione contratto di lavoro parte « orario di lavoro » nei confronti della categoria impiegati e categorie speciali di tutto il gruppo aziendale.
In attesa di una Vs. sollecita mvocazione porgiamo distinti saluti.
Le Commissioni Interne Gruppo Faick
Ambiente di lavoro infortuni
Queste due realtà oggettive non distaccate ma anzi l'una, l'ambiente di lavoro, è strettamente collegata all'altra, l'infortunio, e ne è la causa principale dello stesso. Questo in sintesi è il giudizio sottolineato dal Coordinamento.
L'ambiente di lavoro, ritmi, turni faticosi, carenza di organici, rumori, fumi, calorie, ambienti malsani, ordini che tengono conto solo di una produzione a fini di maggior profitto senza badare alla persona umana che lo deve svolgere, sono la causa principale da ricercarsi nella stragrande maggioranza degli incidenti di lavoro talvolta mortali.
E' quindi da questa analisi che sono state rilevate politiche carenti e attuate solo in maniera tecnico burocratiche attraverso il C.P.I. organo senza potere e gestito unicamente dalla azienda; dimostrazione questa che il gioco è la produzione (minor costi) non, invece la sicurezza dei lavoratori addetti ad impianti e servizi di produzione che talvolta diventano una trappola mortale.
La politica usata finora dall'azienda è fatta di cartelli, fotografie che indicano il modo esatto per portare i guanti, mettere le ghette, ecc.; la funzione del C.P.I. è ormai diventata più che altro funzione amministrativa, segnare i cambi delle scarpe, dei guanti, delle ghette e.,c.... cioè un'operazione di scarico e carico magazzeno; poi vengono le statistiche degli infortuni con tanti numeri percentuali e tanti premi a chi non si fa male e tante... multe sospensioni a chi invece si infortuna.
Poi vengono le inchieste, ogni volta che c'è un infortunio bisogna trovare il colpevole, la macchina o l'impianto non si possono né multare né sospendere, perciò deve essere a tutti i costi chi si è fatto male o chi gli stava vivcino e quindi si legge: causa dell'infortunio - Fattore umano. Non si è mai detto: causa - ritmo - turno faticoso, urgenza di lavoro, calore, fumo, rumori
quindi malessere e malavoglia, spostamenti di personale, personale poco addestrato.
Bastano queste poche cose, ce ne sono molte altre per dimostrare come la sicurezza del lavoratore sia in funzione di un tornaconto del profitto e, come il lavoratore disenticivato alla partecipazione di una politica antinfortunistica escludendolo da ogni scelta; le sue proposte vengono il più delle volte accantonate, nelle riunioni, quelle poche che si fanno tra lavoratori e l'azienda, è messo in condizioni di soggezione, poche parlano « quelli soelti dall'azienda » e propongono sempre le stesse cose, mezzi, strumenti protettivi, cambiare più spesso i guanti, le scarpe, ecc.
Se qualcuno dovesse dire che occorrono altre cose, il lavoro non deve uccidere, bisogna ridurre il ritmo di lavoro, occorre sanare
certi ambienti, la pelle è dei lavoratori, devono essere loro a decidere le politiche anti infortunistiche, i mezzi protettivi molte volte non li usiamo perchè sono studiati solo per farci affaticare di più, vogliamo gestire noi il C.P.I.
Allora interviene qualche capo o dirigente oppure il responsabile del C.P.I. che dicono: c'è la cassetta delle idee, fate le vostre proposte, le migliori le premieremo.
Peccato poi che le proposte, quelle dette sopra, non vengono mai né premiate né attuate: costano troppo all'azienda, al lavoratore invece poco, solo la... pelle.
Ma al di là di questa analisi utile per rilevare una situazione che deve essere capovolta occorre daréí gli strumenti e gli organismi che ci permettano di decidere e modificare le politiche errare, per cui il Coordinamento alla fine si è pronunciato per attuare alcune proposte e più pre-
cisamente Ie seguenti:
1) Un centro Prevenzione Infortuni gestito pariteticamente, cioè con la partecipazione di delegati eletti daí lavoratori, nello stesso numero dei rappresentanti della direzione. Possibilità agli stessi di muoversi all'interno della fabbrica e verificare gli ambienti di lavoro e di mezziantinfortunistici al fin.::: oi contare ed avere più i..Jtere decisionale.
— Che la Direzione tenga almeno riunioni due volte all'anno con i lavoratori dei vari reparti attuando concretamente le proposte che gli stessi avanzano, togliere, con la presenza dei delegati dei lavoratori a dette riunioni, quel clima di soggezione che esiste quando ci sono i rappresentanti della Direzione.
— 2) Costituire un comitato sindacale del Coordinamento, che
avvalendosi non solo dell'aiuto dei lavoratori, che all'interno della fabbrica verificano da vicino certe situazioni di pericolo, ma anche in collaborazioni con specialisti dell'ambiente di lavoro (medici, psicologi, tecnici ecc.) promuove e sviluppa tutto quelle iniziative atte a rivendicare un ambiente di lavoro meno oppressivo e malsano quindi una maggiore sicurezza per i lavoratori.
A questo proposito è stata presa in esame la proposta di un convegno unitario del Coordinamento allargato ai delegati di fabbrica, da tenersi nella seconda decade di febbraio, al fine di approfondire il problema « Ambiente di lavoro » e concretizzare con richieste precise alla Direzione Generale la costituzione di un C.P.I. paritetico.
ASSEMBLEE
Il Coordinamento al fine dì approfondire i due punti sviluppati nella giornata (Orario lavoro ed Ambiente di lavoro) decìde di promuovere ìn tutti gli stabilimenti del gruppo assemblee unitarie.
TESSERAMENTO
Rilevato che la stragrande maggioranza dei lavoratori in tutti gli stabilimenti del gruppo hanno già dato la propria adesione con delega ai Sindacati, si esortano quei pochi lavoratori impiegati ed operai, che ancora non hanno fatto il « PROPRIO DOVERE » e « INTERESSE », ad aderire al Sindacato per partecipare alla gestione delle scelte che vanno nell'interesse della classe lavoratrice.