Redazionale
Da tempo, nei quartieri della nostra zona, la zona 19 del decentramento amministrativo di Milano, .kra sentita la necessità di un giornale che periodicamente informasse i cittadini della vita democratica, associativa e politica, delle lotte che vi si sviluppano, in un modo diverso dai giornali quotidiani (ancora poco letti anche a Milano) diverso nel linguaggio e soprattutto più aderente alla realtà dei quartieri senza per questo isolarsi dalla, realtà cittadina e nazionale.
La prima caratteristica quindi di questo giornale vuole essere la sua "apertura" alla realtà della zona, alle forze politiche, sociali e sindacali, al mondo della scuola e agli organi collegiali, alle varie categorie sociali, a gruppi di cittadini legati fra loro da interessi specifici (culturali, -ricreativi, sportivi). La seconda caratteristica è che questo giornale esce per iniziativa dei comunisti della zona 19 ma non vuole essere fatto nè da soli comunisti, nè solo per i comunisti che pure sono tanti, questo perchè sia veramente "aperto" ad ogni contributo.
1 temi che vogliamo porre al centro del giornale sono prima di tutto quelli del decentramento ma non solo, vogliamo trattare un arco di qucsticni r.c,n sale pc ticic e Far-titiche, ma anche di attualità, di costume, di cultura. Intendiamo fare
di questo giornale uno strumento di aggregazione e di confronto fra la gente, un veicolo per creare un clima politico unitario nei quartieri e nella zona per superare le rotture che la crisi della Paese crea nella società civile e politica, per passare cioè dal dibattito ideologico a quello sulle cose concrete.
Noi pensiamo che il giornale possa diventare momento di agregaziOne per tutte quelle forze e organizzazioni che entreranno in rapporto di collaborazione col giornale o che vorranno dare un loro contributo critico.
Senza dubbio quindi questo giornale non sarà solo uno strumento di informazione, ma anche di formazione e di lotta della zona, utile alla circolazione delle idee e delle esperienze, alla crescita del confronto democratico per creare una unità sempre più ampia su un arco di questioni che comprenda si ogni aspetto locale, ma che, grazie alla dimensione di zona del giornale, permetta di uscire da un ambito angusto di quartiere e che veda i problemi della zona in rapporto a quelli più generali, sia cittadini che nazionali, e viceversa.
Per questo rivolgiamo, ai nostri primi lettori, la richiesta di diventa; essi Stesa: pri..,1,agi.,nflisci e di con9uistare nuovilettétieabbonati a 'MILANO 19"
VITA DEL CONSIGLIO DI ZONA 19
Il Convegno sulle gestioni sociali — La nomina della commisione casa — Edilizia popolare in zona 19 — Il Consultorio — La nuova sede del Consiglio di zona - I "due giorni con lo sport" — Bacini d'utenza nelle scuole della zona.
Gennaio, febbraio, marzo 1977: un anno dopo il rinnovo dei Consigli di zona, 18 mesi dopo il rinvio delle elezioni dirette, sospese per richiesta dell'allora ministro degli interni.
Cosa ha fatto, quali iniziative ha preso il Consiglio di zona? Possiamo dare una elencazione cronologica al nostro lettore, in modo di metterlo a conoscenza dei problemi e di come sono stati affrontati.
Già nel novembre dello scorso anno era stato affrontato e approvato, dopo un dibattito che ha voluto coinvolgere le componenti sociali della zona (Comitati di quartiere, cooperatori, partiti, scuole e loro organi di gestione), il NUOVO REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEI CONSIGLI DI ZONA E PER LA PARTE fatto in base alla nuova legge nazionale del decentramento dell'8 aprile 1976, n. 278.
VIA REMBRANDT, VIA PINEROLO, VIA GIANICOLO:
TRE PROBLEMI DELLA ZONA 19
Immaginate di aver vissuto tanti anni, quasi tutta la vita, in un appartamento non granchè confortevole, ma tuttavia vostro, perchè dopo tanti anni ne conoscete ogni angolo, ogni più nascosto particolare, che fa parte della vostra vita e che è stato vostro rifugio e vostro conforto.
Immaginate i ricordi belli e meno
belli che la casa, la vostra casa, racchiude e conserva per voi e solo per voi: un graffio sul pavimento, una scrostatura sul muro, il cigolio di una porta, un segno o un rumore qualsiasi che per voi, e solo per voi significa un fatto o un ricordo che ha magari inciso nella vostra vita in modo determinante.
Immaginate di avere amici che
in questo numero
I giovani, la disgregazione, la crisi pag. 2
Recensione per il "Reprint Postello"
Perché il circolo G. Trevisani? Che cosa è pag. 3
LA GRANDE SITUAZIONE "UNIDAL"
25 aprile, festa di popolo pag. 4 -5
La metropolitana
Il caso di una "casa" albergo pag. 6
La cooperazione cos'è?
La Lega Pensionati del gallaratese a congresso pag. 7
abitano vicino a voi, nella stessa casa, coi quali vi siete a volte, forse, scontrati, ma coi quali avete diviso parte della vostra vita, coi quali, bene o male, dividete ricordi, esperienze, angoscie e gioie.
Immaginate di non avere, ahimè, più vent'anni e di pensare con tristezza, è vero, ma anche con rassegnata serenità a come organizzare la vostra vita per gli anni che vi augurate (che vi auguriamo!) che siano i più possibile.
Immaginate di abitare in via Pinerolo o in via Rembrandt. Se ci siete riusciti, allora anche voi siete assieme agli abitanti di via Pinerolo e di via Rembrandt nella lotta per la casa che stanno facendo.
Immaginate di essere nati in Puglia; di non aver potuto avere la possibilità di andare a scuola, di aver difficoltà a farvi capire a parole e per iscritto, di avere solo due braccia per mantenere la vostra famiglia, più o meno numerosa, e voi stessi.
Immaginate di non essere riusciti a trovare un qualsiasi posto di lavoro al vostro paese.
Immaginate di aver dovuto emigrare al Nord, a Milano e di dover cercare casa per voi e la vostra famiglia e di dovervi accontentare di quel che c'è, di quello che è rimasto e non è caduto preda della grande speculazione edilizia, del sacco di Milano. Anche se è cadente. Anche se quando piove, magari, non protegge come dovrebbe. Anche se i topi sono grossi come gatti. Anche se i vostri figli non hanno spazio (segue in 2 " )
A gennaio si è tenuto un convegno sui problemi della GESTIONE SOCIALE che avrà ad aprile lo sbocco nelle proposte concrete che verranno approvate dal Consiglio di zona. Si è portato avanti anche il problema della edilizia popolare: nella zona 19 oltre a interventi per nuove costruzioni (nuovo piano di 167), sono stati approntati, a livello di decisioni del Consiglio di zona e di quello Comunale, che le ha fatte proprie, alcuni interventi di risanamento e ristrutturazione (Pinerolo,Gianicolo, Renbrandt e Valazquez,), e i piani di intervento nei centri storici di Trenno e Figino. Per questi problemi rimandiamo ad altra parte del giornale.
Ai primi di marzo si è insediata la Commissione Casa, secondo la deliberazione del Consiglio comunale e le osservazioni fatte dal Co. mirato regionale di controllo. È stato nominato Presidente della
Commissione il Consigliere SALA Renato (PCI); la commissione è composta da 15 membri delegati da sindacati inquilini e confederali e da rappresentanti di operatori del settore edilizio. La Commissione si riunisce in sedute pubbliche, come tutte le altre commissioni del consiglio di zona, ma hanno diritto di voto solo i membri effettivi.
Sono in discussione in questi giorni due scelte importanti: la sede del consultorio e la collocazione della nuova sede del Consiglio di zona.
Sono scelte importanti in quanto determinano la vitalità di alcuni nostri quartieri, oltre, ovviamente, che dotarli - una volta realizzati - di servizi. Ad esempio nella sede del Consiglio di zona, oltre agli uffici di segreteria - notenziati - avremo l'anagrafe, l'ufficio di igene, la biblioteca, il salone per assemblee, (segue in 2 )
Un'immagine della vecchia Milano
CONSIGLIO DELLA ZONA 19
P.S.I. Vincenzo Sciarrone, presidente
dei Consiglio di Zona
Sergio De Cesare, capo
gruppo
Giorgio Glanotti
Aldo Coleo
Angelo Sambrotto
P.C.I. Danno Pasquini, capo
gruppo
Renato Cordera
Anna Carola Lorenzetti
Renato Sala
Vita Glangualano
Aldo Monzeglio, indipendente
D.C. Alberto Malinverno, capo gruppo
Giuseppe Rolla
Pietro di Carlo
Nerciso Trondoll
P.S.D.I. Ettore Rossi
P.R.I. Giorgio Dalla Bella, vice presidente del Consiglio di Zona
P.L.I. Giovanni Paoletti
D.P. Maria Szalal
ANNO 1 -
n. 1 -
APRILE 1977 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURALE L. 300
dalla prima
VITA DEL CONSIGLIO DI ZONA 19
l'ufficio tecnico decentrato, la sede del comando dei vigili urbani. Due altri problemi sono all'ordine del giorno e saranno affrontati nelle prossime settimane: i BACINI D'UTENZA NUOVI per le scuole della zona, e l'iniziativa della commissione Cultura sport tempo libero del Consiglio per i "DUE GIORNI CON LO SPORT". Affrontando il primo problema si vuole mettere ordine nell'uso delle sedi scolastiche, in modo da evitare affollamenti da una parte e dall'altra eventuali posti vuoti e fare in sostanza un uso corretto delle scuole che esistono senza gravare con richieste nuove sul bilancio comunale già in deficit. Con la seconda iniziativa si vuole promuovere - con l'aiuto delle scuole e degli alunni, delle associazioni sportive che esistono nella zona, del centro Milanese per lo sport - un avvicinamento allo sport di tutti i cittadini; far conoscere lo sport non solo dal
dalla prima
punto di vista agonistico, ma anche e soprattutto come momento "educativo" fisico, intellettuale e di vita collettiva.
Abbiamo tracciato brevemente la cronaca e le previsioni del Consiglio di zona. Ci sembra che si sta lavorando come sempre, d'altra parte, ha fatto il nostro Consiglio di zona. Ma ci sembra di rilevare che forse un programma di lavoro più organico - calendario, sessioni, problemi generali e ordinaria amministrazione - sia necessario. E anche: nel programma di insediamento letto lo scorso anno si era parlato del superamento delle commissioni per arrivare ai dipartimenti, in modo da rendere più organico sia il lavoro di indagine, sia quello dei rapporti con i quartieri e i cittadini sia quello della elaborazione delle proposte da portare avanti nell'interesse della zona. A quando?
VIA REMBRANDT, VIA PINEROLO, VIA GIANICOLO: TRE PROBLEMI DELLA ZONA 19
per giocare e per trovare la scuola che li accolga.
IMMAGINATE DI ABITARE IN VIA GIANICOLO. Se ci siete riusciti, allora, anche voi siete assieme agli abitanti di via Gianicolo nella lotta per la casa che stanno facendo.
Ecco con tutta umiltà che abbiamo cercato di descrivervi la situazione nella quale vivono da ormai troppi anni gli abitanti di via Gianicolo, di via Pinerolo e di via Rembrandt. Se vi siamo sembrati sentimentali, scusateci, ma credeteci, non siamo lontani dal vero.
Da troppi, troppi anni, questi cittadini della zona 19 lottano per trovare una via d'uscita alla loro drammatica situazione!
Parliamo di via Rembrandt: circa 120 appartamenti. Gli abitanti sono in maggioranza anziani lavoratori. La zona è appetita da una delle solite immobiliari che vede la possibilità di lucrare costruendo al posto delle case esistenti qualcosa di redditizio, magari gabellandolo come servizio sociale (una banca o un supermercato?). Cominciano quindi le solite intimidazioni, le solite blandizie, i soliti tentativi di corruzione, le solite minacce nei confronti degli inquilini. Qualcuno cede, qualche altro si spaventa e se ne va, qualcun'altro, disgustato, rinuncia a combattere. Ma, fortunatamente, molti reagiscono, si ribellano, si associano, ri riuniscono, creano un comitato di quartiere, il primo a'S. Siro, per rivendicare un diritto che parrebbe addirittura ovvio, il diritto alla casa. Coinvolgono nella loro lotta altri abitanti della zona, altri organismi politici e sociali.
Creano una mobilitazione che solo qualche anno addietro era inimmaginabile sperare. Investono del problema il Consiglio di Zona 19, poi, naturlamente, la stessa Amministrazione Comunale. Si richiede l'applicazione sull'area della legge 167. La Giunta. Comunale dà parere positivo. Purtroppo, però, l'applicazione della legge deve sottostare ad un iter molto lungo. Non basta l'approvazione del Comune, occorre anche quella del CIMEP. e della Regione Lombardia. Inoltre fra un passaggio e l'altro della pratica fra questi enti, occorre il tempo per l'inchiesta pubblica e per la presentazione di eventuali osservazioni. Certo la pratica richiede tempo, troppo tempo, e perciò ora, come nel passato, sono necessari una attenta vigilanza e una continua mobilitazione degli abitanti e di tutte le forze che con loro hanno lottato al fine di evitare
I giovani, la disgregazione, la crisi
Nelle ultime settimane il dibattito sulla condizione giovanile si è fatto più serrato riproponendo una situazione che appare povera di soluzioni realistiche e immediate.
Da un lato scopriamo quotidianamente come al centro degli episodi più clamorosi di criminalità comune e pseudo-politica vi siano dei giovani e dall'altro se scorriamo le statistiche più aggiornate sulla droga ci accorgiamo che il fenomeno è in aumento ed è in aumento il consumo della droga più pericolosa: l'eroina. Tutto questo, sentenziano i giornali, almeno quelli più "intelligenti", è prodotto dalla disgregazione. "Disgregazione", "emarginazione" cercheremo di chiarire cosa sta dietro queste parole.
Partiamo dai dati strutturali di questa crisi: vi;sono in questo paese 9 milioni circa di giovani tra i 15 e i 29 anni in cerca di lavoro.
Di questi solo un milione e mezzo ha una occupazione stabile e regolare e ancora meno sono gli occupati nei settori produttivi.
Se guardiamo più a fondo ci accorgiamo che molti disoccupati sono laureati e diplomati questo perchè il sistema produttivo italiano è cronicamente incapace di utilizzare forza-lavoro qualificata e contemporaneamente la "qua-, lificazione" che la scuola dovrebbe dare è sempre più un miraggio.
che la contro-parte, mai rassegnata, crei ostacoli o ritardi. Occorre anche che la mobilitazione si orienti anche nei confronti delle istituzioni per giungere, finalmente e al più presto, alla ristrutturazione dei servizi carenti o lasciati deliberatamente deperire dal padrone, ed al risanamento delle case di via Rembrandt. Esse dovranno diventare case-parcheggio per gli abitanti di case che non è più possibile ristrutturare, ma che è necessario abbattere e ricostruire ex-novo (come ad esempio le case di via Gianicolo). Parliamo di via Pinerolo: la situazione è sotto molti aspetti analoga a quella di via Rembrandt. Qui, però, non vi era per il padrone l'alibi (quanto mai labile!) della costruzione di servizi. Qui si voleva chiaramente abbattere le quattro case esistenti per costruire case di lusso. E chi se ne importava se ciò avrebbe costituito per le famiglie colà residenti (famiglie di lavoratori, si badi bene) un trauma angoscioso? I soldi che la immobiliare avrebbe potuto lucrare sarebbero stati tanti e come si sa, per taluni, "pecunia non olet"! Ma anche qui gli abitanti, assieme agli organismi democratici della zona, si sono organizzati. Hanno richiesto anche l'aiuto degli operai della Siemens, che ovviamente, non si sono fatti aspettare. Il risultato di quest alunga e dura lotta è, finalmente arrivato: la legge 167 è stata definitivamente approvata. Il Comune ha già stanziato la cifra necessaria alla ristrutturazione degli immobili (680 milioni). Ora devono iniziare i lavori. Ci auguriamo che questo avvenga al più presto e lavoriamo in questa direzione. Parliamo di via Gianicolo (numeri civici 8-10-12): una novantina di famiglie tutte, o quasi tutte, costituite da immigrati pugliesi. Qui la legge 167 non ha ancora compiuto tutto il suo cammino. Ha già superato l'approvazione del Consiglio Comunale, del CIMEP, ma non è ancora giunta in Regione. La mobilitazione degli abitanti è viva e attenta, anche perchè essi hanno costituito una Associazione di Immigrati pugliesi, che hanno voluto intitolare al loro grande conterraneo Giuseppe Di Vittorio, e che permette loro di incontrarsi, di discutere, e di avere nella loro lotta una linea unitaria.
Ma, la loro forza non è solo perchè sono unitari. La loro grande forza non è solo perchè possono contare su tutti i democratici della zona. La loro grande forza, assieme a quella degli abitanti di via Rembrandt e di via Pinerolo È QUELLA DELLA RAGIONE!
Certo è vero che in alcuni settori di giovani si fa strada il rifiuto del lavoro (soprattutto manuale e produttivo), atteggiamento favorito da una scuola i cui contenuti culturali non sono tanto umanistici (termine di ben altra dignità!) ma piccolo-borghesi con una volontà ostentata di distinzione e di distacco dai lavoratori manuali.
L'attuale organizzazione scolastica tende a dare l'immagine del lavoro visto come una punizione e non come possibilità di realizzazione dell'uomo cosa che si potrà attuare solo a certe condizioni).
Tuttavia la società italiana ha ben poco da offrire ai giovani. L'urbanizzazione, con il suo gigantesco esodo dalle campagne alla città, ha prodotto metropoli super-affollate, degradate, costruite per il profitto e non a misura dell'uomo.
Dentro queste città la vita comunitaria è inesistente, sono entrate in crisi le tradizionali forme di vita associativa (basti pensare alle difficoltà in cui versa molto spesso la famiglia stessa), in crisi sono entrati valori e costumi profondamente radicati.
Crediamo che si possa sintetizzare la vita nelle grandi città con una sola parola: isolamento.
Questa condizione di isolati pesa soprattutto sugli anelli più deboli della catena sociale, quelli che non possono essere utili immediatamente alla logica - illogica del profitto: i giovani, le don: ne; gli anziani.
Allora è forse possibile, se non comprendere, almeno intravedere come mai tra questi giovani disoccupati o occupati precariamente in mestieri frustranti, sottoposti per anni all'ideologia del consumo e dello spreco, abbagliati dai miti dell'Eden neocapitalista da cui si sentono esclusi, si faccia strada il rifiuto disperato dell'esistenza (droga) o una violenta, quanto illusoria, rivolta.
La violenza fine a se stessa sembra una costante della rivolta di alcuni strati giovanili così come è una costante la necessità di soddisfare quei bisogni che l'industria crea artificialmente senza saperli individuare come fasulli, (espropri "proletari").
Detto .9uesto (e avendo tralasciato per motivi di spazio un esame più approfondito di fenomeni quali la violenza minorile per cui è necessario uno studio più puntuale) ci rendiamo conto che il lettore si chiederà: e allora, non c'è nulla da fare?
Noi pensiamo che un problema con così tanti aspetti sociali, politici, cultu% rali ed ideali non possa essere risolto con colpi di bacchetta magica e semplici formulette.
È necessario un impegno di tutta la società per risolverlo.
E deve essere un impegno straordinario.
Prima di tutto la questione giovanile non va separata dall'obiettivo più generale e complessivo di trasformazione di tutta la società italiana. Contemporaneamente è necessario che i cittadini, le forze democratiche, le forze sociali prendano coscienza della sua specificità e della necessità che non si permetta alla situazione di degenerare oltre: i fatti dei giorni scorsi dimostrano che settori di giovani possono essere facile terreno
di manovra per tentativi eversivi che mettono in pericolo le stesse istituzioni democratiche.
Bisogna riconquistare molti giovani al terreno della lotta politica intesa come lotta per la trasformazione della società-di questa società - e non come semplice pratica amministrativa quasi sempre delegata a qualcun altro.
Innanzi tutto vanno riaffermati i valori della democrazia e della tolleranza molto spesso dimenticati dalle frange estremiste e parolaie. Questi valori acquistano di significato se si sviluppa con franchezza e con correttezza democratica il confronto tra le forze politiche giovanili e tra i giovani tutti Un primo passo in questa direzione è stato compiuto in zona 19 con un dibattito, tenutosi, su iniziativa del Partito Socialista Italiano alla Cooperativa di via Diomede.
Rappresentanti della Federazione Giovanile Socialista, della Federazione Giovanile Comunista e del Circolo Giovanile Antifascista Trenno - Gallaratese hanno discusso i problemi che coinvolgono le nuove generazioni. Pur nella diversità delle opinioni è emersa una comune coscienza della drammaticità del problema ed una volontà di continuare il dialogo nella ricerca di possibili intese unitarie.
Certamente non si può tacere che valutazioni diverse sono state espresse riguardo ai recenti fatti di Roma: il Circolo Giovanile, pur deplorando vigorosamente gli episodi di violenza gratuita che hanno caratterizzato quegli avvenimenti, ha sostenuto che certi metodi di lotta politica portati avanti da frange del "movimento" sono la spia della situazione di esasperazione che vivono molti giovani.
Le altre due forze della sinistra, pur contestando con forza il tentativo di far passare l'intero movimento giovanile con le frange provocatorie hanno sostenuto la necessità di un più severo isolamento nei confronti di una linea politica (o presunta tale) di fatto diretta contro l'emancipazione delle masse lavoratrici.
Soffermandoci un attimo sui problemi della gioventù nella nostra zona notiamo subito, nei quartieri come il QT.8. e il Gallaratese, una totale assenza di luoghi di ritrovo e di vita comunitaria.
Questo fa in modo che i giovani finiscano per passare il loro tempo libero nei bar o comunque in attività che riproducono schemi di vita vecchi e logori. Se certamente non ne è la causa questo però favorisce il diffondersi di atteggiamenti qualunquisti che possono sfociare in atti di teppismo o peggio in fenomeni di vera e propria delinquenza minorile.
Sarà quindi compito delle forze giovanili, cercando il più vasto collegamento con le forze politiche e con il Consiglio di zona, lottare perchè al più
presto si possono costituire dei centri sociali che siano però non un ghetto chiuso ai quartieri ma un luogo dove insieme ai giovani si possano trovare cittadini di ogni età e condizione. Un altro problema che va affrontato con celerità è quello della diffusione della droga nella nostra zona. È necessario che le forze giovanili organizzino una vasta campagna di sensibilizzazione e di lotta contro l'usa della droga. Senz'altro il nemico numero uno da sconfiggere è la diffusione dell'eroina; va comunque presa una posizione molto ferma, verso la quale .si stanno orientando tutte le organizzazioni giovanili, rispetto alla distinzione, nei fatti fasulla, fra droghe "fasciste" cioè quelle pesanti come appunto l'eroina, e droghe "rivoluzionarie" come . l'hashisch e la marijana. È necessario far tutto questo perchè' l'ideologia della droga" spinge alla fuga dalla realtà e al rifiuto di ogni impegno sociale e politico. Per ultimo nell'ordine ma senza dubbio prioritario nelle scelte è il problema dell'occupazione che in zona 18-19 è necessario venga affrontato da parte della federazione sindacale unitaria CGIL-CISL-UIL con la costituzione di un "Comitato di lotta per l'Occupazione". Suo scopo è di indirizzare le lotte dei giovani per il lavoro non trascurando però gli altri aspetti della loro condizione. superfluo aggiungere che il "Comitato di lotta" dovrà essere sostenuto con tutto l'impegno possibile da P ane di tutte le organizzazioni giovaniCome si è già scritto la risoluzione di questo problema è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per intervenire in maniera efficace sulla condizione giovanile nel nostro paese. Lo sfuggire questo problema dimostra una cattiva volontà, o peggio una mancata comprensione dei nodi di fondo della situazione che vanno sciolti se si vuol modificare la condizione sociale non solo dei giovani ma di tutte le masse lavoratrici e del paese stesso.
Per concludere il nostro discorso crediamo sia indispensabile per le forze politiche e sociali proiettarsi, senza paternalismi, ma anche senza falsi complessi di inferiorità, nella realtà Ü giovanile che è rappresentata non solo dai "movimenti" per quanto importanti ma anche effimeri dalle grandi masse giovanili lontane da ogni impegno politico e sociale frustrate e deluse, spesso succubi all'ideologia del nostro tempo che è quella del benessere egoistico e dello spreco.
Bisogna cercare di instaurare con questo mondo un rapporto serio e di scambio, per fare in modo che queste grandi forze, in gran parte inespresse, diventino elemento di rinnovamento della società e non di spinta verso salti nel buio.
SERGIO DANELUTTO
Milano 19 Pag. 2
Un cenno storico
Recensione per il "Reprint Portello"
La pubblicazione in un volume unico di tutti i numeri del "IL PORTELLO" giornale periodico dei lavoratori dell'Alfa Romeo di Milano (Reprint a cura di TETI EDITORE", offre un contributo ed una occasione importante a che voglia comprendere quale è stata in questi anni il ruolo della classe operaia per il rafforzamento ed il consolidamento delle istituzioni democratiche del nostro Paese.
Questo periodico nato nel 1952, su iniziativa del P.C.I. dell'Alfa Romeo cercava la collaborazione, il contributo ed il dialogo con tutti i lavoratori in un momento molto grave pericoloso per le istituzioni democratiche del nostro Paese conquistatq dalla lotta antifascista e dalla resistenza.
Infatti sia sul piano internazionale, con l'esasperata politica di guerra fredda condotta dagli USA che sul piano interno con 12 rottura del "Fronte Antifascista" e dell'Unità Sindacale voluto dagli USA e attuata dalla D.C. di De Gasperi, si creò nel nostro Paese una gravissima spaccatura del movimento operaio che si trovava diviso e indebolito di fronte all'urto dell'offensiva padronale e reazionaria.
All'interno della fabbrica poi la repressione e il clima poliziesco erano ancora più accentuati, nessuno dei diritti conquistati dalle lotte e sanciti nella costituzione erano garantiti ai lavoratori.
Appena si passava dalla portineria delle fabbriche vi era il più rigido controllo personale e poliziesco sugli attivisti più esposti, guardiani anche nei reparti per controllare tutti i lavoratori e cogliere i "REATI" punibili con multe, sospensio-
ne e licenziamenti se si trattava di propaganda o riunioni, anche nelle pause di riposo, come viene documentato in numerose pagine del Reprint.
Questo per grandi linee e molto schematicamente era il quadro generale in cui nacque e operò il "Portello" e bosogna rifarsi a questo quadro per capire la necessità e l'importanza di questo strumento di lotta che, come si legge nell'articolo della redazione nel primo numero del 1952: "Sappia realizzare lo scopo naturalmente politico del giornale che è questo: il giornale di fabbrica per la difesa dei diritti dei lavoratori. "Il Portello" tratterà dunque i problemi sindacali, poli-
tici, culturali, sportivi e ricreativi tutto ciò che interessa l'uomo che lavora. La redazione non ha nessuna pretesa di essere composta da letterati o da giornalisti, ha solo delle esperienze e buona volontà, per fare di questo giornale il nostro giornale. Oggi è uscito il primo numero, a noi tutti la volontà di mantenerlo in vita, a noi tutti il compito di dire la nostra parola per l'elevazione sociale dei lavoratori, MATURI E CAPACI PER DIRIGERE LA SOCIETA".
A questi compiti, io credo, "Il Portello" ha risposto egregiamente e nelle pagine del libro il ruolo positivo di lotta e di governo della classe operaia che ha rifiutato, an-
che nei momenti più difficili e di divisione, di rinchiudersi all'interno delle fabbriche per difendere solo i propri interessi in modo corporativo. Risulta chiaro e si sente lo sforzo per non chiudere la propria lotta, anzi vi è la ricerca continua degli alleati, sia nei ceti medi che nelle donne e nei giovani, che possano consentire alla classe operaia la giusta rivendicazione di classe dirigente nel nostro paese.
Per questo fondamentale motivo la richiesta di applicazione della costituzione all'interno delle fabbriche era ed è anche richiesta di piena applicazione nella Società.
Io credo che comprensione del presente derivi dalla consapevolezza delle difficoltà e degli ostacoli del passato, con "Il Portello" Reprint ci si rende conto di quanti lenti piccoli passi possano consentire poi i grandi balzi in avanti. Infatti pur nell'arco di 25 anni, dal 1952 al 1977, ripercorrendo la storia di questi anni per mezzo delle pagine di questo giornale di fabbrica si passa dalla divisione del movimento operaio, dalla guerra fredda, dalla disciminazione degli attivisti sindacali e dei comunisti all'interno delle fabbriche alla conquista delle 40 ore, dal premo di produzione dello statuto dei diritti dei lavoratori, dell'Unità sindacale e della necessità di un governo che raccolga il più ampio consenso nel Paese per farlo uscire dalla crisi e quindi veda la partecipazione complessiva del movimento operaio con le altre forze democratiche alla direzione della cosa pubblica.
Già con tutte queste caratteristiche la volontà espressa dai redattori del primo numero del "Portello"
trova conferma, e lo sviluppo stesso della diffusione del giornale all'interno dell'Alfa Romeo, da poche decine di copie alle 8.000 - 10.000 attuali, sono la prova più tangibile che i rapporti costruiti con molti sacrifici dai redattori negli anni della dura repressione hanno oggi radici profonde e basi molto solide fra i lavoratori dell'Alfa Romeo.
Però la funzione del "Portello" non è stata solo quella della difesa dei diritti dei lavoratori all'interno della fabbrica; anzi leggendo il portello numero dopo numero ci si rende conto della crescita del movimento operaio che passa dalla denuncia di sfruttamento a quella pro-positiva nell'organizzazione del lavoro e del ruolo produttivo diverso delle fabbriche a partecipa. zione statale.
È questa la riprova di quanto, in una breve pagina di storia, è cresciuto e si è trasformato il potere contrattuale dei lavoratori nelle fabbriche e nella società.
Non è comunque possibile condensare nello spazio di un'articolo tutta la vasta gamma di argomenti affrontati da un giornale che, seppure periodico, ha oltre un quarto di secolo di vita.
Mi sono comunque sforzato di far capire la linea e lo spirito che animava e anima i redattori del "Il Portello".
NEL VOLUME CHE RACCOGLIE TUTTI I NUMERI FINO ALLA FINE DEL 1975 SI PUÒ TROVARE UNA MODESTA MA SOFFERTA PAGINA DI STORIA DEL MOVIMENTO OPERAIO VISSUTA ALL'ALFA ROMEO E NEL PAESE.
MOLINARO WALTER
Perchè il circolo Giulio Trevisani? Che cosa è?
Quelli che hanno visto manifesti e volantini si saranno chiesti che cosa sia. Giocare agli scacchi, discutere di Gramsci, proiettare films, organizzare corsi di chitarra: è presunzione il voler far tutto, l'occuparsi di tutto e di tutti?
Abbiamo avuto l'occasione di partecipare a due iniziative del circolo: un dibattito su Gramsci e i cattolici; presentato dall'assesore alla Regione Lombardia Sandro Fontana ed un corso di animazione (organizzazione del gioco per i bambini), per adulti, condotto dall'attore Umberto Tabarelli.
Abbiamo visto in ambedue i momenti una buona partecipazione, un pubblico diverso, composito.
Con i dirigenti del circolo abbiamo discusso, abbiamo chiesto come è possibile conciliare iniziative cosi diverse e come è possibile creare un ambiente partecipativo che coinvolga non solo sulla singola iniziativa i frequentatori del circolo.
Ci hanno chiarito lo "spirito" con il quale opera il circolo ed il significato di questa polivalenza.
C'è l'ambizione di proporre un modello di utilizzazione del tempo libero agli abitanti del quartiere che si estrinsechi attraverso interventi in campi e settori diversi ma che abbia come idea centrale una visione unitaria del "tempo libero".
Si vuole dimostrare la necessità di intendere qualsiasi attività che si organizza al circolo, come un qualcosa di intelligente, con la coscienza che l'interesse per i propri settori deve presupporre una conoscenza più in generale della vita, una visione più complessiva dei problemi e delle difficoltà che ognuno di noi è costretto ad affrontare quotidianamente.
È stato anche affrontato il "problema" di una comprensione delle nuove generazioni, la necessità di uno scambio fra giovani ed adulti, fra i giovani e i bambini.
Scelta l'area per la costruzione del centro civico
Nelle sedute del 28 marzo scorso il Consiglio di Zona ha indicato, con apposita deliberazione, l'area sulla quale costruire la sede del Centro Civico.
L'area è nel quartiere Gallaratese, che è compresa tra le vie Quarughi, prolungamento di Nakaut, la linea della MM, la piazza Bonola; è l'area che nel Piano Particolareggiato si prevede venga occupato dal centro primario di quartiere.
Anche in questa occasione, co-
Nei dibattiti e nella serata sull'animazione è stato posto il problema su che cosa deve essere e deve dare il circolo a ciascuno. Un luogo dove dibattere su temi che interessano, oppure un'occasione di arricchimento, cercando di coinvolgere e farsi coinvolgere in un processo partecipativo, per poi costruire nuove occasioni di aggregazione? È il problema di se essere spettatori, anche attenti, o protagonisti, creando gruppi di intervento che si riuniscono, si divertono, discutono e cercano di riproporre agli altri la propria esperienza.
Se è questa la proposta del circolo, abbiamo voluto evidenziare le difficoltà, soprattutto in un quartiere come il nostro, per organizzare un lavoro come questo.
Non sfugge a nessuno di noi la storia del Gallaratese, con il suo passato di lotte, di ampie partecipazioni, che tuttavia non è stato in grado di costruire luoghi o strutture per continuare e ricostruire un
tessuto sociale umano che rompesse definitivamente con la disgregazione e l'individualismo che anche le lotte stesse avevano criticato.
Vi è certamente in tutti la consapevolezza della difficoltà non soli> materiale, ma di ordine politico e ideale ad andare ad una visione unitaria che ricompongna le attività umane e che si prefigga una intersecazione fra lavoro e tempo libero, fra studio e divertimento, fra quartiere e famiglia, fra giovani ed adulti, acquisendo perciò una visione più alta della vita.
Ma vi è soprattutto la coscienza che il compito è difficile, si deve camminare non avendo fretta, ogni persona che partecipa, ogni contributo che viene dato significano un passo innanzi nella direzione prefissa. Con queste note abbiamo voluto raccontarvi, attraverso due serate al circolo, che possono apparire slegate fra loro, il filo di un discorso che a noi sembra lineare, per il quale valga la pena di impegnarsi.
La sezione scacchi del circolo Trevisani informa che lunedì giorno 11 aprile 1977 non si svolgerà il turno previsto del torneo.
Le gare riprenderanno venerdì 15 e continueranno tutti i lunedì e i venerdì di ogni settimana. Le iscrizioni alla sezione scacchi sono tutt'ora aperte.
Manifestazione sull'aborto
me nel 1969 quando si doveva decidere per il futuro del Gallaratese, la DC non si è impegnata, anzi si è impegnata con un voto contrario, concellando in un attimo un decennio di partecipazione unitaria alla gestione del Consiglio ci zona e soprattutto dei problemi r'ei quartieri e della gente. Di questo ci spiace, perchè siamo con. finti che tale voto (l'unico) negativo non sia farina del sacco della DC della zona 19, ma forse viene da qualche avvocato in cerca di gloria.
SCACCHI
Milanol 9 Pag. 3
Il 1" aprile si è svolta, presso la palestra di Via A. Visconti, una manifestazione sull'aborto promossa dal P.C.I. Nella foto a sinistra i tre oratori: Gabriele Goroldi, Vera Squarcialupi e Pia Remi (da sinistra a destra). Nella foto sopra: un momento della manifestazione.
La metropolitana
Dicono che se tutte le linee metropolitane avessero costi come il prolungamento della linea I dal QT8 al Gallaratese; potrebbe essere presa in seria considerazione l'ipotesi di fare solo linee metropolitane per potenziare i trasporti pubblici, urbani e interurbani. Ma le linee metropolitane che la nuova amministrazione cittadina (quella nata dopo il 15 giugno 1975, per capirci) ha ereditato in costruzione, non hanno tutte tale caratteristica. Vedi quella che da Garibaldi (stazione FF.SS.) va a Cadorna (stazione FNM), la quale costa molto, molto di più; non solo ma va molto più a rilento nella realizzazione. Poi in sostanza non è altro che un tram moderno messo sottoterra: era in corso di costruzione nel 1975 e non si poteva certo chiudere cantiere e buco sotterraneo. Si finirà, ugualmente, anche se ciò comporterà sacrifici ulteriori alla amministrazione comunale.
La metrò che invece si prolunga fino al Gallaratese, abbiamo detto, costa meno. Ma dobbiamo anche dire che ha sicuramente un valore sociale ben diverso, in quanto va a servire una serie di quartieri dove vivono cittadini che tutte le mattine devono dirigersi verso gli uffici del centro o le fabbriche che sono dall'altra parte della città. Va a saldare, inoltre, con la stazione prevista tra Milano e Pero, la nostra città con il comprensorio; può permettere l'arresto delle linee extraurbane al polo di interscambio previsto tra Milano e Pero (dove c'è un cantiere abbandonato), evitando l'intasamento del traffico da via Gallarate fino a Corso Sempione.
Abbiamo chiesto ai lavoratori dei cantieri come si trovano a lavorare nel Gallaratese, e come procedono i lavori. Sembra che siano soddisfatti: il lavoro procede rapido, pur con gli oneri di al-
A tutti noi è sfuggito che il 28 novembre 76 il Consiglio Comunale ha adottato il 2° settore del Piano Particolareggiato del Qre Gallaratese; infatti il 1° settore approvato il 22 dicembre 74 dopo che il Comitato pop. di Qre, Consiglio di Zona, associazioni e partiti democratici avevano dibattuto con gli abitanti del Q.re come fare questo "benedetto" Piano Particolareggiato. Allora si era tutti d'accordo sui suoi contenuti; questo vuol dire, per ricordare sommariamente le cose, che lungo la spina centrale del Qre sorgeranno una serie di servizi pubbici o di uso pubblico attestato lungo una isola pedonale che collega il Q.re San Leonardo giù giù fino al semaforo di via Benedetto Croce (i servizi previsti sono di tipo scolastico, sanitario, sociale e commerciale).
Lo schema, discusso e approvato dai cittadini del Qre è quello della ripetizione dei servizi in modo che sia il S. Leonardo sia il G1 (sopra e sotto P.za Bonala) vengono dotati di servizi in egual misura. Al centro del Qre Gallaratese l'unione tra i due sistemi di intervento è formata dal centro primario di quartiere dove sorgerà anche la sede del centro civico tra i servizi previsti ce ne sono alcuni che non direttamente riguardano la vita interna del Q.re
ma che con la loro presenza permettono di accrescere la vitalità del Q.re durante il giorno (centrale della Sip, albergo al G 1, casa albergo per studenti e anziani al San Leonardo, centro commerciali primario e due centri secondari, due centri sociali, due interventi sociosanitari e così via... di seguito).
Allora il "caso della casa" deve essere chiarito ulteriormente; infatti la casa albergo non costa all'Amministrazione comunale, bensì è finanziata e pagata dalla Regione con fondi della 865 — è un servizio a livello cittadino importante, ma più importante ancora è il suo uso in quanto colloca gli studenti a vivere in un quartiere e non in ghetto isolato dal mondo e dai suoi problemi.
Quanto poi alle dimensioni e alla scelta di modificare la casa albergo al Gallaratese e non un altro Q.re, entrano in ballo almeno considerazioni di carattere generale ma molto importanti.
1) Gli enormi investimenti pubblici fatti e che si faranno al Gallaratese non possono essere finalizzati esclusivamente a beneficio di interventi privati.
ovest — da Trenno a Figino — e tutti sono investimenti fatti con soldi di cittadini.
La casa albergo quindi posta lungo la linea della M.M. non fa che continuare questa logica: si potrà discutere sull'altezza dell'edificio, ma allora ricordiamo che il Gallaratese non è un Qre giardino è un Qre nel quale si sono svolte lotte democratiche contro precisi piani speculativi di passate amministrazioni le quali consentivano proprio dopo aver investito danaro pubblico che fossero i privati ad appropriarsi della spina centrale costruendo residenze di lusso (edifici alti 50-60 mt.), la mostra mondiale permanente del giocattolo, i night;club mandando a camminare la gente su percorsi pedonali tra i 12 e i 20 mt. più alti della attuale rete stradale ed anche della futura isola pedonale.
cuni grossi interventi di ingegneria (la deviazione dell'Olona lungo la via Cechov); nè gli sembra che aver chiuso alcune strade al traffico abbia comportato disturbi alla circolazione stradale interna. Abbiamo preso nota: in meno di 22 mesi è stato scavato, costruito, ricoperto quasi i due terzi del prolungamento della linea. Tre stazioni su quattro sono in fase di ultimazione, e l'altra è in fase avanzata di costruzione. Il prolungamento verso Pero con relativa stazione passeggeri dovrà partire quanto... prima e, a fianco di esso, fuori Gallaratese, entro l'estate si dovrà aprire il cantiere per il deposito delle vetture (deposito e manutenzione), garanzia questa per un buon funzionamento della linea una volta pronta. Una considerazione: circa 10 anni or sono dai primi abitanti venne posto il problema del legame tra periferia urbana (i 50000 del Gallaratese, più Trenno e la Torrazza) con il centro della città: sembrava sogno. Goirno dopo giorno, cittadini, Comitato popolare di quartiere, Consiglio di zona hanno insieme "costruito" questa linea che, pensiamo, voglia significare oltre che una scelta di civiltà, una scelta politica e sociale importante per chi l'ha voluta e chiesta ripetutamente (ricordiamo tutti i cartelli davanti a Palazzo Marino nel 1971 con scritto "i cavalli non vanno in metrò, i lavoratori sì"?) e per chi negli anni scorsi si è battuto per tale scelta.
Che poi ha voluto dire, con questo e con il piano particolareggiato, muovere unitariamente cittadini e loro amministratori verso la riappropriazione della città da parte di chi ne era stato escluso ed espulso.
A quando l'immaginazione?
11 13 Marzo alla palestra Cappelli e Sforza di via Lampugnano si è svolta una manifestazione organizzata dall'UDI (Unione Donne Italiane) in occasione della ricorrenza dell'8 Marzo che ha visto protagoniste le donne del Gallaratese; presenti però anche tanti uomini e una cospiqua rappresentanza di giovani.
La manifestazione si è aperta con l'introduzione fatta da Bice Cataleta in in rappresentanza dell'UDI provinciale che ha richiamato l'attenzione dei presenti sulla condizione sociale della donna.
Punto principale della relazione ti è parso la rivendicazione del diritto di accedere al lavoro in condizioni di uguaglianza in quanto uno degli elementi essenziali della ricostruzione dell'economia nazionale.
È stato anche sottolineato positivamente come questo intento sia perseguito unitariamente oggi , nel cuore della crisi, da donne di diversi schieramenti politici.
Questo tema che nel passato è
Ricordiamo che la M.M. costa 24,5 miliardi di soldi "pubblici", le case popolari molti miliardi ancora, e così il grande parco urbano stato motivo di spaccature nel movimento delle donne trova oggi, seppure svolto in toni e sfumature diversi, utili punti di convergenza per una uscita in positivo dalla crisi.
Pensiamo che il Piano Particolareggiato per il quale più di 40.000 persone hanno rinunciato per anni a qualche intervento di sottogoverno, così come è stato discusso ed approvato voglio dire per tutti, e non per interessi di pochi, aver voluto e voler realizzare un Qre non più dormitorio ma a misura d'uomo. Un Qre nel quale servizi pubblici e verde abbiano uguale peso e uguale significato.
Quindi anche la casa albergo.
Cronaca della manifestazione del 13 marzo alla palestra Cappelli e Sforza
donna nei vari momenti della sua vita; a partire da una corretta educazione sanitaria e sessuale presupposto di una maternità libera e consapevole per arrivare sino alla tutela della salute del neonato nei primi mesi di vita.
La manifestazione è poi continuata animata dagli interventi dei presenti ed a questo proposito si è dovuto rilevare con rammarico che nessuno degli uomini presenti si sia sentito in dovere di portare il proprio contributo al dibattito.
Molto interessante e vivace mi è parso l'intervento di una anziana compagna sul tema dell'aborto.
Le giovani presenti hanno ricevuto un prezioso insegnamento dall'esortazione a loro rivolta di partecipare attivamente al dibattito su questo problema che tocca a volte in prima persona i giovani.
Altri interventi sono seguiti toccando diversi temi fra i quali di centrale importanza la necessità del consultorio in quanto struttura in grado di tutelare la salute della
Il programma della manifestazione si è chiuso con il recital della cantante Sonia Milan.
Sonia ha interpretato, accompagnandosi con la chitarra, canzoni della tradizione popolare, canzoni scritte da autori contemporanei, canzoni dialettali espressione delle diverse tradizioni nelle varie regioni italiane ma tutte più o meno esplicitamente su di un tema: "La condizione sociale della donna". È stata una bella festa perchè momento di incontro delle donne del quartiere e di analisi dei problemi che le assillano.
L'augurio è quindi che questi momenti si possono e debbano ripetere e che vedano tutti i cittadini partecipare sempre più attivamente a queste manifestazioni.
11111111111111111 f111111111111 1111111 1„'ll'„iii una "casa" 41112i 'MINN 11111111111111111 1'1111111111111111111111111 111111111111111 Milano 19 Pag. 6
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I congressi delle sezione del PCI della zona 19
Nel mesi di febbraio e marzo si sono svolti i congressi delle sette sezioni del PCI della zona 19 nell'ambito della campagna congressuale provinciale e regionale. Un primo bilancio permette di coglire alcuni elementi comuni, altri distinti, ma comunque indicativi del grande valore democratico di questa campagna.
Promo elemento, il carattere "aperto" dei congressi che hanno così visto la partecipazione di centinaia di lavoratori, di donne, di giovani, di esponenti di altre forze politiche e di rappresentanti di organismi di massa. In particolare va sottolineata l'alta presenza di donne, anche nel dibattito e l'accresciuto numero di elette negli organismi dirigenti delle sezioni: in alcune di queste addirittura sono salite al 50%. La presenza di delegazioni del PSI e i loro interventi non formali nel dibattito è stata una costantwositiva inoltre, al congreso della sez. Bottini di San Siro, per la prima volta sono intervenuti i dirigenti delle locali sezioni della DC e del PSDI i quali, lasciandosi alle spalle posizioni di anticomunismo pregiudiziale, si sono espressi per un impegno e per un confronto unitario sui problemi del quartiere e per iniziative insieme anche verso il Consiglio di zona, di fronte alla crisi degli Enti Locali, e per un crescita an-
che culturale delle masse popolari. Secondo elemento del dibattito congressuale (ci sono stati ben 135 interventi), lo sviluppo di una discussione ampia e problematica su molti temi, dei quali è possibile segnalarne alcuni, quelli trattati più a fondo e in ogni sezione: la politica del PCI per la salvezza del Paese, per aprire la strada ad una nuova società, diversa che abbia in sè — come si dice —Ö "elementi di socialismo"; la posizione internazionale del PCI e i suoi rapporti con altri partiti comunisti. Da questi temi di ordine generale, alle questioni femminili e giovanili in rapporto alla crisi del Paese e al ruolo della classe operaia per uscirne con una società rinnovata. Intenso è stato il dibattito sul decentramento e sugli organi collegiali della scuola dove è stata rimarcata la ancora insufficiente (e in certi casi diminuita) partecipazione democratica e quindi la necessità di un rilancio e di un impegno in questi organismi, insistendo in particolare per un impegno nuovo e più ampio delle donne e dei giovani nella vita politica e sociale dei quartieri, di fronte alla grave crisi economica, alla disoccupazione, al lavoro nero, alla disgregazione sociale. Un altro tema è stato diffusamente trattato, quello della vita culturale dei
cittadini, dei giovani soprattutto, nei quartieri della periferia: partendo dal ritardo, anche dei comunisti pur in presenza di un grande e positivo impegno per il Circolo Trevisani al Gallaratese, su questo tema è stato posto l'accento sulla necessità di potenziare l'attività culturale, di creare centri e momenti di vera vita democratica attraverso l'impegno di tutti, cittadini, partiti, organismi democratici, Consiglio di zona, scuole. I problemi organizzativi delle sezioni, è stato detto in vari interventi, non sono problemi interni del PCI: è interesse della democrazia che i partiti estendano i loro legami con strati sempre più ampi delle masse popolari, che si confrontino con la gente sui problemi del Paese, della Regione, della città, della zona e del quartiere. Perciò l'impegno delle sezioni comuniste della zona 19 di rafforzare l'iniziativa nei quartieri e l'azione unitaria verso altre forze politiche e sociali, di costituire cellule e nuclei di caseggiato per rendere più capillare la propria presenza con assemblee, dibattiti, con iniziative di lotta per costruire un movimento sempre più ampio e articolato, con obbiettivi chiari e di rinnovamento, per la salvezza del Paese, tutto ciò interessa i cittadini della nostra zona e non solo il PCI e il suo elettorato.
La cooperazione cos'è?
Nel 1844, a Rochdale, sobborgo industriale di Manchester, 28 operai tessili, non senza sacrifici, fondano la Società dei Probi Pionieri di Rochdale. Sotto questo nome pomposo si nasconde la realtà della prima cooperativa di consumo operaia, presto imitata sia nello statuto come nelle realizzazioni in tutta Europa. Il Movimento Cooperativo moderno sorse infatti, assieme al movimento sindacale e socialista, dall'esigenza delle classi subalterne di difendersi, economicamente e- socialmente, dallo stato di miseria oppressiva in cui furono gettate da quella che oggi è chiamata "la prima rivoluzione industriale". In Italia (come in altri paesi) la cooperazione è nata dalle trasformazioni o integrazioni nelle attività delle "Società di Mutuo Soccorso", formate a partire dal 1848 soprattutto fra operai, artigiani e contadini con la funzione di provvedere all'assistenza degli associati in casi di malattia, di disoccupazione, di infortunio ecc. Le Società di M.S. furono una spontanea manifestazione di solidarietà di classe del
proletario italiano ed ebbero una diffusione larghissima soprattutto là dove si fece sentire, in città come in campagna, l'influenza della rivoluzione industriale (Piemonte, Lombardia, Emilia, parte della Toscana e grossi centri delle altre regioni). Ma sotto l'impulso soprattutto della diffusione delle idee socialiste, ci si accorse ben presto che il "solidarismo" delle Società di M.S. non bastava da solo a liberare il proletariato dalla situazione di sudditanza in cui si trovava.
Un momento di uno dei congressi del PCI della nostra zona.
Sono stati eletti segretari:
Sez. Bottini (S. Siro) Vitali Luigi (operaio)
Sez. Di Vittorio (Gall. 1) Zafferani Ermanno (imp.)
Sez. Farnasi (S. Siro - Marar) Cordera Renato (tec.)
SCI. Luglio '60 (Trenno - G.2) Be-
scafè Roberto (op.)
Sez. Montoli (Figino) Porta Giuliano (stud.)
Sez. Oriani (Campagnano GT.8)
Branco Gianni (ins.)
La Lega Pensionati del gallaratese a congresso
Interno
Bisognava trovare forme di difesa zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA più efficaci, contrapponendo alla concezione capitalista dell'economia una concezione proletaria.
Sorsero così i primi spacci cooperativi, le prime cooperative di produzione e lavoro e di conduzione della terra. Su queste basi il movimento cooperativo vivrà la sua storia, alternando periodi di grande sviluppo a momenti di crisi parallelamente all'andamento della situazione economica e politica del Paese.
Così, dopo gli inizi difficili dei primi anni dell'unità d'Italia, fra la fine
dell'800 ed i primi del 900 si riscontrò un grande proliferarsi di cooperative; la recessione economica contemporanea al periodo della prima guerra mondiale provoca momenti di crisi e di stagnazione, subito superati nel primo dopoguerra che costituù un periodo di intenso sviluppo della vita politica oltre che di moderna ripresa economica. Tutti sanno come andò a finire con l'avvento del fascismo: con la sopressione di ogni forma di vita democratica, le cooperative non potevano più rappresentare uno strumento di lotta dei lavoratori, persero lo spirito democratico che le animava, furono controllate strettamente dalla dittatura fascista, vissero stentatamente fino ad estinguersi quasi completamente con la seconda guerra mondiale. Dopo la liberazione il movimento ha ripreso vigore con la ricostruzione di molte cooperative distrutte e la fondazione di nuove. LA COOP OGGI. Le cooperative esistenti in Italia nel 1962 erano circa 35 mila. Ad ogni Società spetta la decisione di associarsi o di non associarsi ad enti di tutela e di rappresentanza. Ventidue cooperative su cento, nel 1972, aderivano alla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue fondate nel 1866, d'ispirazione socialista. Trentuno per cento circa aderivano alla Confederazione Cooperativa Italiana, d'ispirazione cattolica. Tre su cento aderivano invece alla Associazione Generale delle Cooperative di ispirazione socialdemocratica e nata dopo la divisione socialista di Palazzo Barberini. Quarantuno su cento, e cioè la maggioranza relativa, non aderiva ad alcun ente. In definitiva dunque, nel movimento cooperativo non esiste l'unità politica.
mento della giunta direggenza uscente, sono Intervenuti altri 15 Iscritti, dando vita ad un appassionato fanno dibattito portando saluto delle loro organizzazioni; Righini per la Sez. P.C.I., E. Ragionieri e Raffaroni per la Sez. P.C.I., G. Di Vittorio. Da segnalare gli interventi di E. Tortoreto a sostegno del documento n. 2 e di Porro e Cenerini per il documento n. 1 al termine dei lavori l'assemblea ha eletto il nuovo comitato direttivo chiamando a farne parte i compagni Beduzzi, Chioccola, Corninoll, De Cesare, Gangitano, Cenerini Grazia, Fusco, Fiocchi, Massimi, Frugola, Mendicini, Partitucci, Pugliese, Sconfietti, Parnigoni, Cortili, Piroso.
Il settore più forte e meglio ordinato è quello che fa capo alla Lega, forza riscontrabile dall'importanza assunta sul piano economico. Veniamo ora ai dati sulle società aderenti alla lega. Nel 1968 aveva poco meno di 8.000 società di cui la maggior parte, il 35 per cento, di consumo. Anche in questo caso occorre notare che, dal punto di vista dei soci e dell'attività, il consumo ha un'importanza dominante. Da alcuni anni, con maggior forza, il movimento cooperativo ha intrappreso un'azione notevole per allargare la sua presenza nella distribuzione delle merci (soprattutto alimentari) con un ammodernamento dei suoi negozi e l'apertura di nuovi supermercati cooperativi. Prima di tutto per dare ai propri soci e consumatori un servizio più moderno e razionale in grado di soddisfare le esigenze di oggi e per contrastare il passo, nella misura possibile, all'espansione dei grandi gruppi finanziari anche nel settore distributivo. In questr quadro, le cooperative di consumo che
La ode COOP Italia di Bologna non perseguono fini di lucro e di accu: mulazione di capitali, hanno la possibilità di offrire concreti vantaggi ai propri soci e consumatori soprattutto attraverso i rapporti diretti con la cooperazione agricola e di trasformazione. Infatti numerosi prodotti presentati con proprio marchio Coop e Agri - coop, danno la massima garanzia infitto di qualità, genuinità, peso, al prezzo giusto. La fonte di produzione cooperativa si colloca così sempre più nell'ambito dei negozi coop, ed è proprio in questa direzione che analoghe iniziative si sono realizzate anche sul piano internazionale, con la costituzione, nell'ambito del MEC, di imprese cooperative gestite dalle centrali cooperative europeee per la produzione di prodotti altamente specializzati con marchio EUROCOOP.
Dopo Queste brevi note di carattere generale sul movimento cooperativo, sulle quali sarà necessario ritornare con la necessaria profondità, ci sembra giusto accennare alla presenza dell'UNICOOP lombardia nella nostra zona. Una presenza limitata purtroppo al solo supermercato COOP DI VIA Appennini, 53 - aperto alcuni anni orsono rumCOOP Lombardia, la più importante
cooperativa di consumo che operi nella nostra Regione, è nata dalla fusione, relativamente recente, di numerose piccole cooperative esistenti soprattutto nell'hinterland milanese. Unificazione necessaria per potersi dare uno sviluppo di un certo peso e in grado di incidere nella presenza distributiva aggredita dalle grandi concentrazioni capitalistiche. Ma anche questo è un argomento che intenderemo , sviluppare in un prossimo articolo.
CASTAGNA RADIO -TV ELETTRODOMESTICI Lavatrici Lucidatrici Stufe a Gas Singer Congelatori da 175.000 da 31.000 da 29.000 da 125.000 da 165.000 T. 45.21.902 Via Ratti, 25 (TRENNO) -d ya gir
SI è svolto Ii giorno 26.3.77 presso il Centro sociale dl Vla Poeti!, In preparazione del Congresso Nazionale della C.G.I.L., il Congresso della "Lega Pensionati" del gallaratese che ha visto la partecipazione di 30 Iscritti - sulla relazione introduttiva del Presidente Cordovilli si sono succeduti 5 interventi. Ha concluso I lavori Ottone della segreteria Prov. Sindacato Pens. Le elezioni hanno avuto il seguente esito: Presidente: Cordovilli; Segretario il sig. Bracchi; Consiglieri i sigg. Quaglia, Pereill, Abate, Gottardo. Nel giorni 25-26-27 marzo siè riunito il congresso P.S.I. della Sez. Gonzales-Gallaratese del P.S.I. Nella discussione, introdotta dal docuMilano 19 Pag. 7
Sez. Rofranieri (S. Leonardo) Geroldi Gabriele (imp.)
Vorremmo però concludere con questa notizia: giovedì 7 aprile alle ore 21 presso il circolo Trevisiani, si è tenuta una assemblea di soci iscritti alla cooperativa per la creazione di un locale sezione soci; questo per coerenza con i principi del movimento cooperativo innanzi tutto, per stabilire rapporti diretti e democratici con i simpattizzanti e i clienti della cooperativa ed inoltre per riaffermare che le nostre tradizioni e soprattutto i nostri scopi, prima ancora degli aspetti commerciali, sono quelli di promuovere un allargamento della base sociale e di conquistare all'idea cooperativistica e all'associazionismo, strati sempre più larghi di lavoratori e di cittadini.
di un deposito della COOP Italia
Calendario attività mese di aprile
Venerdì 1
ore 21 - Circolo G. Trevisani - via Appennini 41 proiezione film "li principio superiore" di J. Kreicik
- presso Palestra Scuola Media A. Visconti - via Visconti 18 - Assemblea Pubblica indetta dalla Sezione
P.C.I. E. Ragionieri - tema: "Maternità, procreazione responsabile, aborto", parlera Sen. Vera SquarcialuPi.
Sabato 2
POLISPORTIVA S. LEONARDO
ORE 14,30 Calcio - Campo di via Fichera: S. Leonardo-Affori
Est
ore 15 Calcio - Campo Tessera: Tessera-S. Leonardo.
Domenica 3
POLISPORTIVA LIBERTAS GALLARATESE
ore 9 - Calcio - Campo Kennedy: Libertas Gallaratese-Baggi
Le Reveil
POLISPORTIVA S. LEONARDO
ore 9,30 - Calcio - Campo di Pero: Pero-S. Leonardo
Lunedì 4
ore 18,30 Scuola Elementare Borsa-A. Visconti Consiglio di Circolo (Scuola di via Borsa)
Martedì 5
Scuola Elementare Borsa-Visconti ore 21 - Scuola di via Borsa - Conferenza dibattito sul tema "Droga" - parlerà il Dott. Brunetta
M ercodì 6
Circolo G. Trevisani - via Appennini 41 ore 21 Presentazione del Reprint del Giornale di Fabbrica dell'Alfa Romeo "li Portello" - presiederà Sen. G. Brambilla - parleranno:Lucio De Carlini Segr. Camera del Lavoro e Walter Molinaro Operaio Alfa Romeo.
Giovedì 7
UNICOOP LOMBARDIA - Sezione Soci di via Appennini ore 21 presso il Circolo G. Trevisani, via Appennini 41 Assemblea dei Soci, o.d.g.; - Iniziative Cooperazione - Elezione Comitato Direttivo Sezione Soci
Venerdì 8
POLISPORTIVA LIBERTAS GALLARATESE
Partenza gita per Cogne (giorni 8-9-10-11 aprile)
Sabato 9
POLISPORTIVA S. LEONARDO ore 14,30 Calcio - Campo via Fichera: S. Leonardo-Alcione
ORATORIO S. ROMANO ore 14,30 Torneo interno di Calcio
Domenica 10
POLISPORTIVA S. LEONARDO ore 9 Calcio - Campo via Olivieri: Baggio 2-S. Leonardo ore 10,30 Calcio - Campo via Fichera: S. LeonardoGallaratese
ORATORIO S. ROMANO ore 8,30 Torneo Calcio F.I.G.C. - C.S.I. ore 14,30 - Proiezione film (salone parrocchiale via Gallarate 401)
POLISPORTIVA LIBERTAS GALLARATESE ore 9 - Calcio - Campo La Madonnina contro AICS Olmi ore 10,45 - Calcio - Campo La Madonnina contro Sporting Saro
Giovedì 14
CIRCOLO G. TREVISANI - via Appennini 41 ore 21 Musica popolare: "VOCI E STRUMENTI" con esecuzioni e registrazioni, condurrà BRUNO PIANTA. Musicologo
Venerdì 15
CIRCOLO G. TREVISANI - via Appennini 41 ore 21 - Proiezione film "Trevico Torino" di E. Scola ore 21 - Parrocchia S. Romano - via Gallarate 401 Conferenza sui distretti scolastici
SCUOLA ELEMENTARE BETTI-CILEA ore 20,45 Scuola di via Betti - Coordinamento Consigli Interclasse
Sabato 16 ore 9,30 Monte Stella: Le scolaresche piantano fiori, alberi e arbusti
Oratorio S. Romano ore 14,30 Torneo intero di calcio
Polisportiva S. Leonardo ore 14,30 - Calcio - Campo AICS Olmi: AICS Olmi-S. Leonardo ore 14,30 - Calcio - Campo via Fichera: S. LeonardoMadonnina.
Domenica 17
Polisportiva S. Leonardo ore 9,30 - Calcio - Campo Baranzate: Baranzatese-S. Leonardo Parrocchia S. Romano
Gita sciistica a Cervinia ore 8,30 Torneo calcio FIGC-CSI ore 14,30 Proiezione film (presso salone parrocchiale - via Gallarate 401)
Polisportiva Libertas Gallaratese
Gita a Madesimo ore 10,45 Calcio - Campo La Madonnina contro Orione ore 9 Calcio - Campo La Madonnina contro Alcione
Lunedì 18
Circolo Elementare Visconti-Borsa ore 18,30 - Scuola di via Visconti - Consiglio di Circolo
Mercoledì 20
Circolo G. Trevisani - via Appennini 41 ore 21 - "Seveso: un crimine di Pace" in collaborazione con la rivista "Sapere", parteciperà il Consigliere Regionale Laura Conti
Venerdì 22
Circolo ACLI Gallaratese ore 21 presso Parrocchia S. Ilario - via Omodeo 20 Proiezione Film "Metello" di M. Bolognini Circolo Scuola Elementare Visconti-Borsa ore 21 Assemblea Genitori presso Scuola di via Bora o.d.g. Elezione Presidente Assemblea
Circolo G. Trevisani - via Appennini 41 ore 21 Proiezione Film "Il sasso in bocca" di G. Ferrara
Coordinamento Scuole Materne Gallaratesi ore 21 Scuola Materna di via Ojetti 8 - Conferenza dibattito sul tema"Il modello operaio di medicina preventiva"relatore il Prof. Antonio Greco
Polisportive Libertas Gallaratese
Gite: Marmolada - Venezia: giorni 22-23-24-25
Sabato 23
ANPI S. SIRO ore 9 presso la sede via Mar Jonio - Concerto ore 20 Corteo per la posa delle Corone alle Lapidi dei Caduti
Parrocchia S. Romano ore 9,30 e 11 - Prima Comunione ore 14,30 Torneo interno di Calcio
ANPI GALLARATESE in collaborazione con il Circolo G. Trevisani e il patrocinio del Consiglio di zona ore 21 presso una scuola del Q.re Gallaratese Dibattito tra le forze politiche del quartiere sul tema "RESISTENZA - LIBERTA - VIOLENZA"
Domenica 24
ANPI S. SIRO - via Mar Jonio ore 17 Comizio ore 21 Proiezione Film "L'Agnese va a morire" seguirà dibattito sulla questione femminile
Parrocchia S. Romano ore 11,45 - Prima Comunione ore 14,30 - Proiezione Film (Salone parrocchiale via Gallarate 401)
Polisportiva Libertas Gallaratese
Gita a Cervinia ore 10,45 - Calcio - Campo Comunale Sedriano contro Sedrianese ore 15 Calcio - Campo Kennedy contro Colombo CE.PIS.
ANPI GALLARATESE in collaborazione con il Circolo G. Trevisani e il patrocinio del Consiglio di Zona
Giornata di giochi per i bambini a cura del "gruppo animazione" del Circolo G. Trevisani in punti diversi del quartiere Gallaratese. ore 21 Fiaccolata e posa corone alle lapidi dei caduti della resistenza
Lunedì 25
ANPI S. SIRO - via Mar Jonio ore 15 - Dibattito "Questione giovanile" ore 21 Canti e balli popolari - Film "Faccia di spia"
Parrocchia S. Romano ore 9,15-10,15-11,15 - Prima Comunione
Venerdì 29
Circolo ACLI Gallaratese ore 21 - Proiezione Film "Trevico Torino" di E. Scola presso la Parrocchia S. Ilario - via Omodeo 20
Circolo G. Trevisani, via Appennini 41 ore 21 - Proiezione Film "L'altra faccia del pallone" di C. Mangini
Sabato 30
Parrocchia S. Romano ore 14,30 Torneo interno di
calcio
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