Affori-Bovisasca...(1)

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Editoriale

Presentandoci ai Lettori del primo numero di "A B C Zona 8" ci sembra doveroso dire: il perchè nasce questo nuovo giornale, come vuole essere e quali finalità si prefigge di realizzare.

Da tempo nei quartieri della nostra zona, la zona 8 del decentramente amministrativo di Milano, era sentita la necessità di un giornale che periodicamente informasse i cittadini della vita democratica associativa e politica, delle lotte che vi si sviluppano, in modo diverso da come viene fatto dai giornali quotidiani d'informazione; diverso nel linguaggio e soprattutto più aderente alla realtà dei quartieri, senza per questo isolarsi dalla realtà cittadina e nazionale.

La prima caratteristica di questo giornale vuole essere la sua "APERTURA" alla realtà della zona, alle forze politiche sociali e sindacali, al mondo della scuola e ai suoi organi collegiali, alle varie organizzazioni sociali, a gruppi. di cittadini legati fra di loro da interessi specifici (culturali, ricreativi, sportivi), nonchè al singolo cittadino che voglia portare il suo contributo allo studio e al dibattito sui vari problemi.

La seconda caratteristica è che questo giornale non sarà un giornale di parte, nel senso di "partito" ma certamente di parte, e cioè di parte democratica, sicuramente antifascista.

I temi che vogliamo porre al centro del giornale sono prima di tutto quelli del decentramento. Vogliamo trattare un arco di questioni non solo politiche, ma anche di costume, di cultura di sport, della problematica giovanile, della situazione degli anziani, del mondo del lavoro, della sanità, della scuola. Intendiamo fare di questo giornale uno strumento di aggregazione e di confronto fra la gente, un veicolo per creare un clima politico unitario nei quartieri e nella zona, per superare le rotture che la crisi del Paese crea nella società civile e politica, per passare cioè dal dibattito ideologico a quello sulle cose concrete.

Noi crediamo che il giornale possa diventare momento di aggregazione per tutte quelle forze che entreranno in rapporto di collaborazione con lo stesso, protesi come siamo a stimolare tale collaborazione.

Senza dubbio quindi questo giornale non sarà solo uno strumento di informazione, ma anche di formazione e di lotta della zona, utile alla circolazione delle idee e delle esperienze, alla crescita del confronto democratico per creare una unità sempre più ampia su un arco di questioni che comprenda si ogni aspetto locale, ma che grazie alla dimensione di zona del giornale, permetta di uscire da un ambito angusto di quartiere e che veda i problemi della zona in rapporto a quelli più generali, sia cittadini che nazionali.

Siamo consapevoli delle difficoltà che dovremo affrontare per mantenere fede a questo progetto, ma siamo al contempo convinti della necessità di realizzarlo. Per questo rivolgiamo ai nostri primi lettori, la richiesta di diventare essi stessi protagonisti e di conquistare nuovi lettori e abbonati a "A B C Zona 8".

La Redazione

di politica, cultura,attualita

Le elezioni scolastiche di dicembre

Le elezioni dell'i 1 e 12 dicembre scorso per l'elezione dei Consigli Scolastici Distrettuali (CSD) e dei Consigli Scolastici Provinciali (CSP) hanno portato a conclusione la fase per la costituzione degli organi di governo collegiali della scuola, previsti dal decreto presidenziale n. 416 del maggio '74.

Perchè tanto ritardo — oltre tre anni — per dare compiutezza alla richiesta delle forze che hanno lottato, e lottano, per aprire la scuola alle realtà sociali, per toglierla da quel dannoso isolamento in cui l'hanno relegata i vari Ministri democristiani della Pubblica Istruzione e che senz'altro ha contribuito ad accelerarne la crisi fino al limite, in alcuni casi, dello sfascio?

Anche nel caso della scuola crediamo abbia pesato la paura del nuovo: i parziali spazi aperti alla partecipazione democratica, ai non "addetti ai lavori", più che strumento di confronto e di incontro per risolvere problemi sono stati intesi come forzate concessioni alle forze del rinnovamento, come penetrazione di "estranei" in un terreno d'altri, cui spetta — in un ambito ristretto — ogni tipo di scelta e di decisione.

Di qui il voluto ritardo, tenendo d'occhio più l'interesse di parte che gli interessi sociali di chi è coinvolto nella sfera della scuola. Come è stata sentita nella nostra zona, cui corrisponde il Distretto n. 31, questa potenzialità di cambiamento?

Necessariamente per prospettare valutazioni o interpretazioni dobbiamo riferirci alla "quantità"

1978: i giovani nella società che cambia

e alla "qualità" del voto espresso dalle componenti aggregate intorno all'istituzione scolastica: personale docente e non docente, studenti e genitori. Nel nostro Distretto i docenti statali hanno votato per 1'85,7% e quelli delle scuole non statali per il 96%; il personale non docente — ha votato solo quello delle scuole statali — per il 78%; gli studenti per il 53,4% e i genitori per il 51,6%. Di misura analoga la partecipazione al voto per l'elezione del CSP.

Tra i docenti statali la lista facente capo ai sindacati scuola CGIL-CISL-UIL ha ottenuto il 45,7% delle preferenze, mentre la lista "Comunità Educante" (CE) che fa riferimento a Comunione e Liberazione, a parte della DC e ad altre organizzazioni confessionali moderate, ha ottenuto il 47,5%; nelle scuole non statali i docenti han dato preferenze alla lista di CE per il 79,8% e ad una seconda lista per il 15%.

Tra il personale non docente alla lista di CE è andato il 56,8% delle preferenze, mentre a quella facente capo al cartello dei sindacati autonomi della scuola (SNALS) è andato il 23%.

Le preferenze degli studenti sono andate per il 45,5% alla lista unitaria della "Associazione degli studenti" e per il 44,8% a quella di CE.

Infine, i genitori hanno dato il 50,6% dei loro voti alla lista di CE e il 36% a quella democratica unitaria ispirata al Coordinamento (segue alle pagg. 4-5)

Consultorio pubblico in zona

Un importante servizio sociale

Entro gennaio, nei locali del Centro Sociale di Via Val di Bondo 13 nel quartiere Comasina, verrà aperto un Consultorio pubblico e gratuito che dovrà servire tutta la zona 8 e momentaneamente si rivolgerà anche alla zona 7.

La Legge Regionale definisce i Consultori "servizi per l'educazione sessuale, per la procreazione libera e consapevole, per l'assistenza alla maternità, all'infanzia ed alla famiglia". Su queste caratteristiche si è detto molto nel corso di numerose assemblee e dibattiti e ancora molto si dovrà dire, perchè non essendoci un tipo di Consultorio precostituito con regole rigide, questi dovrà essere costruito sui bisogni reali espressi dalla popolazione, affinchè ad ogni spesa pubblica corrisponda un preciso beneficio per la collettività. Occorrerà quindi riflettere criticamente sui bisogni che si manifesteranno, facendo luce sulle priorità e tenendo comunque ,presente che all'apertura di questo nuovo servizio, finchè

una precisa ricerca sul territorio non sarà effettuata, si lavorerà su quelli che sono i grossi problemi di carattere generale. Innanzi tutto si dovrà fornire alla coppia l'assistenza per una procreazione consapevole, vale a dire gravidanze in numero desiderato al momento opportuno.

Poi, a partire dall'accertamento della gravidanza, si dovranno fornire tutti gli interventi di carattere sanitario ed educativo che sono opportuni per un nor-

male svolgimento della gravidanza stessa, facendo ogni sforzo affinche siano eseguiti tutti i controlli necessari al fine di ridurre la mortalità materna ed infantile, specie quella perinatale. In relazione a quest'ultimo punto si dovrà prestare la giusta attenzione ai fattori socio - economici che hanno, in questo tipo di rischio, il massimo peso. L'assistenza non dovrà però terminare con la gravidanza, ma seguire (segue a pag.

Consultorio alla Comasina 6 /V FFORI - BOVISASCA --5-?2‘9fr 4'" / c.7/P RUZZANO OMASINA L. 300
ANNO I - N. 1 - GENNAIO 1978
mensile

Il Professor Goldwurm mi riceve nel suo studio e ben sapendo quanto sia prezioso il suo tempo, passo subito alle domande: "Come intendi operare all'interno del Paolo Pini?"

Premetto che ho trovato questa istituzione già in fase di avanzato sviluppo sulla via della riforma ed io mi inserisco in questo processo di modificazione portando il contributo di una conduzione democratica. Il processo di sviluppo del "Paolo Pini" segue la via lombarda alla trasformazione psichiatrica, vale a dire che si inserisce in un grande processo di movimento anti - istituzionale che si è svi luppato in questi anni, partendo sia dalla riforma sanitaria, sia dalle lotte contro l'emarginazione e la segregazione che sono nate nell'ambiente psichiatrico e che hanno portato una grossa critica al manicomio. Partendo da questi principi, il nostro punto di vista è che questi tipi di ospedali centralizzati, chiusi, dove vengono emarginati i folli e moltissime altre persone che hanno invece solo bisogno di assistenza, siano inadeguati a curare il paziente, proprio perchè li isolano dal loro ambiente e ne colgono esclusivamente la loro condizione psicologica o la posizione biologica ma non la dimensione sociale. Inoltre queste grandi istituzioni rischiano di determinare dei disturbi comportamentali e delle devianze, proprio per l'isolamento, la mancanza di stimoli e l'artificiosità dell'ambiente in cui vengono mantenuti magari per anni delle persone che invece avrebbero bisogno di tutt'altro clima ed ambiente. Vengono cioè a determinare quella che noi chiamiamo "patologia da istituzionalità". In ogni caso questi ospedali psichiatrici sono inadeguati a portare un vero contributo alla terapia della devianza e modificazioni del comportamento.

"Come vi ponete, voi psichiatri di fronte a questo problema?"

In questo senso, tutta questa inadeguatezza ha determinato in fondo una frustrazione, una crisi profonda dello psichiatra che si rendeva conto di non compiere la propria missione cioè quella di curare gli ammalati, ma veniva a svolgere un ruolo di carceriere, a custodire degli indesidrabili che la società aveva rifiutato. Sostanzialmente lo psichiatra si è trovato emarginato nel contesto della medicina

Chi è il Prof. Goldwurm

Si raccolgono gli abbonamenti ad ABC

e dell'assistenza; una specie di carceriere posto a far la guardia a quanti la società aveva isolato, in quanto non più in grado di produrre e non congeniali ad una società di tipo capitalistico.

Questa istituzione totale viene rifiutata perchè antiterapeutica, perchè congeniale alla segregazione e quindi destinata ad ingigantire quella massa di ammalati che, quando va bene sono assistiti, quando va male sono solo dei carcerati. magari a vita.

"Qual è, secondo voi psichiatri, la soluzione migliore per questa situazione?"

Noi pensiamo che l'assistenza vada portata dove il soggetto vive, lavora e va portata in modo integrato a tutte le altre strutture, nell'ambito del quartiere, se vogliamo conoscere l'esatta dimensione sociale del malato. Sappiamo quanto siano importanti le relazioni umane per la psiche, cioè la psiche si forma in una serie di relazioni umane, si deforma in una serie di relazioni umane e guarisce in una serie di relazioni con gli uomini, quindi nelle relazioni con la propria famiglia, nella scuola, nelle fabbriche e nel quartiere in cui l'ammalato vive. Pertanto è ancora più importante poter operare conoscendo i rapporti sociali e quindi la società del paziente e cercando anche di modificare questa società, sia nel senso di una maggiore tolleranza, sia nel senso di modificare quelle contraddizioni laceranti che si ripercuotono poi nel paziente che ne soffre e manifesta così un comportamento abnorme. L'uscita dal manicomio equivale non alla sola negazione dell'esistenza della sofferenza psichica — ciò sarebbe mistificante —, ma piuttosto a collocare la sofferenza psichica dove essa si manifesta, dove nasce; quindi portare fuori non solo l'ammalato, ma anche chi lo assiste, cercando di risolvere quelle contraddizioni sociali e i conflitti che determinano nel paziente un comportamento deviante.

"Secondo te, qual è la funzione dell'operatore che deve uscire dal manicomio in quanto questa struttura è anomala ed insufficiente a curare l'ammalato?"

Il compito è quello di andare nel territorio in stretto contatto con il Consiglio di Zona che darà una priorità di scelta sanitaria e che guiderà il processo di prevenzione, con la partecipazione indispensabile dei cittadini organizzati nelle varie struttu-

re sociali, quali i comitati di quartiere, le associazioni scolastiche, i consigli di fabbrica ecc. ed operare perchè siano rilevate tutte quelle situazioni che possono determinare quelle devianze di comportamento che portano al ricovero in manicomio. Incominciare a rilevare i valori sociali, i valori di fondo della società in cui viviamo e a misurarsi con queste situazioni per portare un contributo non solo per quelli che soffrono, ma anche verso forme che possono determinare sofferenze.

"Allora si può dire che molto si deve fare anche in senso strettamente politico?"

Direi che questa situazione non è più solamente tecnica, ma acquista una dimensione politico - sociale. Anzi, direi primariamente politico - sociale e secon-

Nato a Trento nel 1929, si laurea in psichiatria nel 1955. Nel 1972 vince un concorso come Direttore dell'Istituto Psichiatrico di Trento, carica che mantiene fino al 1974, quando, vincendo un altro concorso, viene chiamato a dirigere l'ospedale psichiatrico di Voghera. Nel luglio del 1977 passa a dirigere l'Istituto Psichiatrico Paolo Pini, in sostituzione del Prof. Filippini.

utili e interessanti. Il nostro problema di fondo è quello di evitare l'isolamento e la segregazione nelle zone sanitarie, lavorando in modo integrativo. non scindendo i bisogni sanitari da quelli sociali. In questo senso sarà molto utile un continuo scambio di informazioni, di idee e di esperienze tra gli operatori psichiatrici e questi centri di aggregazione. Sicuramente può verificarsi il caso in cui lo psichiatra debba intervenire su segnalazione del consultorio, per alcune situazioni particolarmente devianti provocate da una realtà famigliare disgregante,

disoccupati invece che persone equilibrate in una società armonica. Se lo psichiatra non coinvolge tutta la società a riflettere su questo suo modo di esprimersi, allora il lavoro che egli svolgeva diventa un lavoro inutile.

"È quindi necessaria la più stretta collaborazione fra tutte le forze politico - sociali del quartiere."

E una precisa esigenza, poichè viviamo tutti sullo stesso tessuto connettivo. Ringrazio il professor Gol-

dariamente tecnica. Il tecnico è al servizio dell'utente che gestisce in prima persona le problematiche sociali e della sofferenza, con la collaborazione dell'operatore.

"In Comasina si è dato un notevole impulso all'attività dei Centri Sociali, favorendo un momento di incontro di un gruppo di anziani e creando uno spazio aggregativo giovanile; inoltre con i primi di gennaio funzionerà un Consultorio di zona, quale forma di collaborazione ritieni si possa mantenere con il "Paolo Pini"?

Prima di tutto devo dire che ritengo queste iniziative molto

dalla mancanza di spazi per la gioventù, da una situazione sociale dove ci sono componenti esasperate da continue contraddizioni. Prendiamo ad esempio il grave fenomeno della droga: certamente il soggetto che soffre o ha delle devianze psicologiche verso la droga, può aver bisogno dello psichiatra. Ma a monte esistono indubbiamente tutta una serie di fattori che portano il soggetto a trovare conforto nella droga: la disgregazione sociale, una scuola nozionistica che non copre lo spazio lasciato libero dalla famiglia, una scuola che sforna dei

dwurm per le spiegazioni molto chiare che mi ha dato sul nuovo ruolo dello psichiatra. Gli auguro buon lavoro. Ne avrà sicuramente bisogno. noi, da parte nostra, sforziamoci di offrirgli la massima collaborazione, se vogliamo veramente che gli ospedali psichiatrici non siano più considerati dei ghetti. Dipende in buona misura dalla nostra capacità di rinnovamento e modificazione di questa società se vogliamo sperare in un mondo meno ammalato di contraddizioni e più umano.

n. 1 - Gennaio 1978 kik--'1A Pag. 3
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Zona 8: analisi della struttura industriale

Ricostruire le caratteristiche produttive della zona 8 comporta alcune difficolta, oltre a quella ovvia de, reperimento di dati attendibili sul lavoro artigianale, su quello a domicilio e alle tante forme di lavoro marginale che sconfinano nel lavoro nero. Pur volendosi occupare delle caratteristiche industriali, che dovrebbero essere le più facilmente rilevabili, sl incontrano egualmente alcune difficoltà che derivano da più fattori: l'organizzazione relativamente recente di strutture sindacali, politiche, del decentramento amministrativo con carattere zonale e finalizzate all'indagine sui problemi del lavoro.

La non corrispondenza territoriale tra aree facenti capo al Consiglic di Zona 8 e Consiglio Unitario di Zona (CUZ) sindacale, fatto che rende disomogenei i già scarsi dati disponibili, , in quanto li riferisce ad aree diversamente delimitate.

Le stesse caratteristiche proprie dell'assetto produttivo industriale, legato ad una dimensione aziendale assai ridotta.

A questa scarsità di dati dovrebbe ovviare, nei limiti del possibile, l'iniziativa programmata da CdZ, CUZ, Lega dei Disoccupati per censire le aziende, industriali e non, residenti in zona 8.

È facilmente comprensibile quanto questo censimento sia importante per tutti coloro che sono interessati alla costruzione di progetti realistici e praticabili per uscire dall'attuale crisi, i cui effetti non hanno certo lasciato indenne la nostra zona.

La situazione a Milano e provincia

Non è possibile considerare la zona, soprattutto in una città, come qualcosa di avulso dal contesto cittadino e territoriale immediato di cui fa parte.

Questo vale ancor più, nel nostro caso, poiché la natura del tessuto produttivo industriale di zona 8 collima pressoché perfettamente con quello di Milano città e provincia, così come molti dei problemi che sono evidenziabili dai pur scarsi dati disponibili, sono in sintesi con quelli dell'insieme dell'area produttiva milanese.

Vediamo quindi brevemente quali sono i problemi che la crisi ha evidenziato dai pur scarsi dati disponibili, sono in sintonia con quelli dell'insieme dell'area produttiva milanese.

Vediamo quindi brevemente qual sono i problemi che la crisi ha evidenziato in questo territorio tradizionalmente considerate, e a ragione, come una specie di cuore dell'industria nazionale. Rileviamo innanzitutto l'articolazione ampia dei settori industriali: solo per citare i principali vi sono il tessile. l'alimentare, l'abbigliamento, il cartaio - poligrafico, il chimico, il metalmeccanico, l'edilizio. Questo tessuto industriale è stato colpito duramente negli ultimi anni, anche se la crescita delle attività del settore terziario ha parzialmente mascherato l'entità del calo dell'occupazione industriale.

Negli anni dal '71 al '76 l'occupazione industriale in provincia di Milano è calata difatti di oltre 55.000 unità, è questo calo ha colpito più gli operai che gli impiegati, più un settore (il tessile) che altri, più una certa forza - lavoro (giovani e donne) che altra.

Tra i settori più colpiti, oltre al tessile, vanno annoverati l'abbiglia. mento, l'edilizia, l'alimentaristico Nei primi due settori, dove prevale la manodopera femminile, s'è verificata la dispersione del lavoro a domicilio per poter realizzare, attraver. so la compressione del costo del lavoro (che in questo caso viene inte-

so semplicemente come salarlo e indennità sociali) nuovi livelli di concorrenzialità! Vediamo comunque di "leggere" più a fondo dentro questi dati. Dietro il progredire dell'occupazione impiegatizia a scapito di quella operaia, sta l'espansione del settore terziario rispetto a quello direttamente produttivo, anche se il terziario milanese non soffre nella stessa misura di quello nazionale di aspetti puramente parassitari, essendo legato allo sviluppo di servizi connessi all'industria e di servizi sociali. Resta tuttavia una tendenza di fondo alla terziarizzazione di un tessuto che era principalmente industriale e questa non è certo un dato meramente economico, ma anche, se non soprattutto, politico, poichè attraverso la riduzione del peso quantitativo (numerico) della classe operaia non di rado passa il disegno di ridurne quello qualitativo (politico). La discriminazione interna al mercato del lavoro tra giovani, donne, e altra forza - lavoro meno debole e malleabile, più sfruttabile in tutti i sensi, è in gran parte il risultato del blocco del turn - over, che escludendo il ricambio degli organici, esclude di fatto dal lavoro soprattutto i giovani. Questa forza - lavoro, respinta dal mercato del lavoro ufficiale, viene così resa disponibile per il mercato del lavoro part - time e nero, in condizioni di assoluta debolezza contrattuale, stante le difficoltà del sindacato a realizzare un minimo di controllo effettivo, non solo legislativo, su tutta l'area del lavoro marginale. Questo mercato del lavoro "nascosto", deve avere a Milano una notevole entità (anche se non precisabile) se è vero che buona parte degli studenti universitari, ad esempio, esercitavano lavori occasionali di varia durata. Se si riflette un attimo sul fatto che, di fronte a un ridimensionamento dell'occupazione milanese sta una stabilità se non addirittura una crescita di quella in regione, appare evidente che al processo di terziarizzazione si accompagna un fenomeno che sembra ormai essere una precisa linea di tendenza del capitalismo italiano e internazionale, per grandi o piccole che siano le dimensioni aziendali. Questa tendenza consiste nell'andare alla ricerca di aree geografiche che garantiscano maggiori possibilità di sfruttamento, e dunque più alti saggi dì plusvalore. In tal modo, cioè decentrando la produzione, si ottengono più effetti: lo smantellamento di centri di agglomerazione operaia, l'aggravamento dei processi di terziarizzazione della città, ma anche il perdurare di una tendenza di sviluppo industriale che invece di puntare su uno sviluppo razionale e programmato, tivalitativamente diverso da quello sinora attuato, punta ancora a ritrovare artificiosamente condizioni di concorrenzialità basate su fondamenta assai poco solide (appunto, ad esempio, la compressione del costo del lavoro).

In alcuni casi sembra di assistere ad una logica Ü programmata di espansione del doppio lavoro, soprattutto in quelle aree dove questo doppio lavoro si sostanzia di attività come l'agricoltura, la zootecnica su piccola scala: attività che risultano in questi casi chiaramente integrative dell'occupazione industriale e che hanno il doppio effetto di alleggerire !a pressione della domanda salariale sulla fabbrica e di creare una economia agricola totalmente distorta, e di dimensioni insufficienti ad uno sviluppo razionale.

Il tessuto produttivo industriale della zona 8

Veniamo a parlare di quanto ci riguarda più da vicino.

Innanzitutto, ripeto che scarsi sono i dati disponibili, e non tanto per trovare una giustificazione, quanto per sottolineare l'urgenza politica di costruire le strutture per reperirli.

I dati in mio possesso risalgono agli anni 75 - 76, non registrano cioè l'ulteriore aggravamento della crisi intercorso nel '77.

Contrariamente all'apparenza immediata, la nostra zona rivela una discreta presenza industriale, anche se va detto che le attività industriali non sono omogeneamente distribuite nei quartieri che costituiscono la zona: maggior concentrazione ad Affori, minore a Bruzzano e Comasina.

Ho già detto che nel complesso il tessuto industriale di zona 8 è sostanzialmente analogo a quello milanese: accanto a parecchie fabbriche le cui dimensioni raramente superano i 30 addetti, registriamo la presenza di alcune aziende di grosse dimensioni, alcune di impianto relativamente recente. Inoltre l'articolazione di questo tessuto, seppure meno ampia di quella cittadina, è tuttavia consistente.

Questo tessuto industriale ha nel complesso resistito all'attacco ai livelli occupazionali, che si è tuttavia maggiormente acutizzato quest'anno sia in zona (Gamma Cavi) sia ai confini della zona (Fumone, Eurocavi etc.) Ovviamente il blocco del ricambio degli organici si è tramutato immediatamente in un calo occupazionale.

Le grosse aziende non si sono trovate al centro di vere e proprie crisi, anche per il carattere particolare delle loro produzioni (Oerlikonarm, Rotocorriere: periodici). Le piccole fabbriche, in taluni casi, sono state costrette ad allontanarsi dalla zona, probabilmente a seguito di processi di ristrutturazione.

Volendo fornire dati sintetici ed evidenti, si può scrivere che settori presenti in zona con un minimo di rilievo sono: l'alimentare, il legno, il tessile, ìl meccanico, il chimico. Quest'ultimo è quelT che, quanto a numero di aziende, ha maggior incidenza. Vediamo ora settore per settore:

per l'alimentare, registriamo la presenza di piccole fabbriche (10 - 15 dipendenti) che solo nel caso della Zucca di Bruzzano arrivano a dimensioni da media industria (oltre i 50 addetti).

Per il legno vale lo stesso discorso: l'occupazione media per unità produttiva si aggira intonro ai 15 addetti. Questa dimensione è comunque legata al fatto che siamo in presenza di unità sviluppatesi su basi artigianali, come per la gran parte dell'industria del legno dell'area lombarda.

Il tessile rivela scarsa consistenza, sia per il numero delle aziende che per le dimensioni estremamente ridotte.

Nel settore metalmeccanico, fatta eccezione per l'OerlWon, la dimensione aziendale si aggira sui 20 occupati, il che fa pensare ad aziende più grandi, oppure che sono depositarie di processi di lavorazione estremamente professionalizzati.

Le aziende del settore chimico, come avevo preavvertito, segnano numericamente una netta prevalenza nei confronti delle altre, con una presenza media che si aggira intorno ai 40 occupati, che supera il migliaio alla Max Meyer, e il centinaio in oltre una decina di aziende (Simes, Braun, S.I.R., Atkinsons). Va sottolineata inoltre la presenza, tra Affori, Bovisa e Dergano, di un numero non quantificato di aziende di trasporto. Nel settore dei periodici, citiamo il Rotocorriere (periodici Rizzoli e altri) con oltre mille dipendenti.

Prime conclusioni

Più che di fornire conclusioni premature si tratta di fornire alcune indicazioni di lavoro immediato, e di vedere come queste indicazioni si collocano in quelle che costituiscono la linea del movimento operaio e democratico italiano nei confronti dell'apparato industriale.

nostro apparato industriale; controllo democratico degli investimenti come condizione di base per realizzare la riconversione.

Appare subito evidente come questo precesso, in parte già avviato e in parte da avviare speditamente, sia cosa che interessa tutte le forze democratiche e popolari che puntano a una trasformazione e al rinnovamento solido della società italiana, e non a mettere qualche toppa qua e là.

Il primo sforzo da fare, qui in zona, è allora quella di definire con maggior precisione le caratteristiche e le dimensioni del tessuto industriale prima, e di quello produttivo in generale poi: dunque il censimento, che va però attuato in tempi estremamente brevi. A questo sopo sindacati e partiti democratici devono contribuire con la massima urgenza a darsi strutture di indagine, magari comuni o quantomento coordinate, adeguate allo scopo. Fatto questo primo rilevamento di massima, verranno subito a galla altre questioni, tipiche della nostra zona per le ridotte dimensioni aziendali di alcuni settori: analisi dell'area delle produzioni decentrate e indotte, quindi del grado di interdipendenza tra aziende, per non trovarci di fronte improvvisamente a operazioni di chiusura e liquidazioni che non si sa con precisione da che parte provengano.

Non è compito di questo primo articolo esaurire l'infinità di temi che riguardano il mondo del lavoro: contiamo di farlo mano a mano con articoli calati nel vivo delle singole aziende, intervistando consigli di fabbrica, imprenditori, operai: Speriamo in tal modo di contribuire apertamente allo sviluppo di un dibattito che per ora, è chiaro, è nella nostra zona solo agli inizi.

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A questo sforzo, Che è uno sforzo di progettazione collettiva e democratica del futuro che costruiremo e in cui vivremo, invitiamo sin da ora a collaborare tutti i cittadini e i lavoratori scrivendoci, sollecitiamo domande e problemi.

Considerazioni sulla questione femminile

Credo che la coscienza della crisi e degli effetti pesanti che questa ha sulla donna e in particolare sulla sua occupazione sia ormai largamente diffusa.

Le forze che spingono verso la soluzione del problema del lavoro sono tante e non vi è solo il movimento operaio, vi sono i giovani, v sono grandi masse di donne.

Molteplici sono i problemi da affrontare. Innanzitutto quello di dare uno sbocco positivo ai grandi movimenti, far sì che la classe operaia assuma sempre di più una funzione di guida nella vita nazionale. È quindi necessario saper valorizzare la funzione storica che le operaie hanno sempre avuto nelle lotte per i diritti di tutte le donne, per la loro emancipazione, che passa attraverso la conquista fondamentale del diritto al lavoro e che oggi per essere concreto, richiede profonde trasformazioni della società.

Il patrimonio di esperienze e di lotte di cui sono state protagoniste migliaia di operaie e di lavoratrici, devono essere, in questa fase storica, un punto di riferimento per andare ancora avanti in questo lungo e difficile cammino della emancipa-

I capisaldi di questa linea, nella fase attuale di crisi economica e sociale, sono ormai noti a tutti: riconversione industriale che mira ad un ampliamento della base produttiva e alla qualificazione tecnologica del zione della donna.

Il capitalismo non rimane certo imperturbabile, di fronte alla forza che via via vanno acquistando le masse di donne, anzi ne ha paura, e cerca di porvi ostacoli di ogni genere quali per esempio il tentativo di far tornare le donne entro il solito ambito familiare lasciando loro uno spazio marginale nel mondo del lavoro (il part-time o addirittura il lavoro nero).

Se, quindi, il movimento operaio non si farà portatore anche della condizione e dei problemi della lavoratrice, nella lotta più generale di trasformazione della società, il rischio non è solo un riflusso, una chiusura nelle famiglie. II rischio è anche un altro: che si accentuino, nella classe operaia, le contraddizioni tra i sessi e ciò potrebbe determinare un antagonismo tra movimento operaio e movimento femminile che non dividerebbe solo la classe, ma riporterebbe a quella divisione fra i sessi su cui si fonda la stessa logica di sviluppo che ha emarginato la donna nel lavoro e nella società.

Certo il discorso della disparità di diritti non lo si individua solo nel

mondo del lavoro, ma in ogni momento della vita di ogni giorno della donna. Infatti, anche nei rapporti affettivi con il proprio uomo, la donna è incatenata ad un certo modello di femminilità voluto da una società capitalistica che ha basato gran parte del suo discorso strutturale sull'ideologia o sul' mito creato intorno alla identità della donna. Oggi però vi è una spinta da parte delle masse femminili verso la totale distruzione di questa ideologia che come già abbiamo visto nel mondo del lavoro, tende a ghettizzarla ancora di più nel nucleo familiare come 'angelo del focolare', schiava del suo padrone, il maschio, nel quale il capitalismo ha voluto trasferire una parte dei suoi poteri, atti a tenere la donna in uno stato di inferiorità. A questo punto ci si pongono diverse domande: con chi ce la prendiamo, con l'uomo e con la società maschilista? Siamo cresciute nel rapporto di coppia o crediamo ancora che l'amore sia il prezzo di tante piccole schiavitù quotidiane? Chi siamo e come vogliamo essere? A queste domande non voglio rispondere, anche perchè non ho la soluzione, ma invito tutti a riflettere.

Pag. 6 n. 1 - Gennaio 1978
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LE NOTIZIE UTILI DI ZONA

INIZIATIVE CULTURALI

Presso la biblioteca di Villa Litta

Pittura

Dal 7 al 21 gennaio personale del pittore Piccoli

Dal 28 gennaio al 9 febbraio personale del pittore Lutteri

Dal 10 al 23 febbraio personale del pittore Rombi

Musica Corsi di chitarra (vedi articolo a parte).

"Invito all'ascolto", ciclo musicale promosso dalle Biblioteche Pubbliche Comunali e dedicato al giovani artisti:

1° concerto 28.1.78 - ore 17: Concerto per pianoforte. Musiche di Beethoven, Debussy, Saint-Sa8ns, Schumann. Pianista: Amedeo Amadessi

2° concerto 18.2.78 - ore 17: Concerto per pianoforte. "L'opera pianistica della Scuola di Vienna".

Duo pianistico: Massimo Puritani e Gerardo Chimini

Mostre Dal 2 al 21 gennaio "La città ostile" La realtà urbana nelle sue contraddizioni storiche.

Organizzata dalla Facoltà di Architettura dl Milano In collaborazione con la Regione Lombardia, d'intesa con la Provincia.

Presso la Galleria d'Arte "Sho.3 Art" di Giuseppe

A. Gatti - V.le Allori, 19

È in preparazione nel mese di gennaio una mostra di grafica contemporanea dedicata ai soci del "Club del Torchio" per l'anno 1978. Aperta a tutti. Per ulteriori informazioni rivolgersi a "Shop art", V.le Attori, 19 - tel. 6450956.

Presso il Cinema Piccadilly

È in via di p;ogrammazione — organizzata dalla Commissione Cultura del Consiglio di Zona e dal F.A.C. (Film d'arte e cultura) — una serie di films aventi per tema I rapporti tra cittadini e il potere e i cittadini e le istituzioni.

Il primo ciclo comprenderà 12 filma e si svolgerà ogni martedì. Titoli, orario e date in corso di definizione. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Commissione Cultura del Consiglio di Zona o al Cinema Piccadilly - tel. 6450t12.

SERVIZI UTILI

na

1978

Addio, Chaplin!

L'apertura del giornale della zona ai problemi della scuola si rivela ancora più utile in questo momento particolare di elezioni distrettuali. Come studente di scuola superiore della zona 8 penso di individuare alcuni problemi più o meno scottanti della situazione scolastica territoriale; non vi sono nelle scuola medie superiori strutture per attività ginniche: esempio lampante il GALVANI di Via Faccio dove la "palestra" è un'ex mensa della "Cucirini Tre Stelle" con 6 pilastri a fare da originale ornamento nel suo bel mezzo, con tutti i rischi che ne conseguono, quindi l'unico sport di squadra praticabile è il calcio nel cortile retrostante la scuola, tempo permettendo. Purtroppo non è l'unica situazione di impossibilità di attività ginniche: I'VIII° ITC non dispone nemmeno di uno spazio ai coperto e nelle ore di educazione fisica le alternative sono o in classe, se piove, o in cortile al freddo.

Mi sembra importante che questi problemi — che penso di non sentire solo io — siano sollevati per allargare il dibattito tra tutte le scuole della zona. Infatti il secondo problema su cui sento l'esigenza di confrontarmi con altri studenti è quello del completo disinteresse ai problemi dei singoli istituti che vi è tra studenti della zona: l'unico momento unificante sono state le assemblee di presentazione delle liste del distretto. Quest'ultimo organismo speriamo fornisca un momento di unitarietà tra tutte le componenti del territorio, ma prima l'unitarietà deve essere tra la base degli studenti, ciò che è sempre mancato nella zona 8. Ora abbiamo in mano un nuovo strumento per farlo — questo giornale di zona — cerchiamo di usarlo in modo unificante per un confronto politico e per farci conoscere come forza studentesca al Quartiere.

Ivano Carlon'

Pubblichiamo volentieri la tua lettera invitando — e sperando che lo facciano — altri studenti e giovani a confrontarsi sul problemi da te citati e Su quelli più generali che riguardano la scuola e i giovani.

Via Gabbro

Martedì pomeriggio: Via Fabriano angolo via Chianciano Via Vai di Bondo Venerdì pomeriggio: V.le Attori angolo via Faccio Via Val di Bondo

pomeriggio: P.za Bruzzano

Partiti e associazioni

D.C. - Democrazia Cristiana Via Angeloni Via Comasina 57 Via Flavia 1 6462307

P.C.I. - Partito Comunista Italiano Via Astesani 27 6459506 Via Fermignano 18 6466581

P.za Gasparri 4 6465360

P.R.I. - Partito Repubblicano italiano P.za Gasparri 4

P.S.D.I. - Partito Socialista Democratico Italiano P.za Gasparri 4 Via Palmaria 2

P.S.I. - Partito Socialista Italiano V.le Attori 21 6450498

P.za Gasparri 4 Via del Tamigi 7

A.N.P.I. - Associazione Nazionale Partigiani Italiani

Manganini

Te ne sei andatoin silenzio, senza rumore. Mi piace immaginarti camminare verso la morte come nel tuo meraviglioso "Tempi moderni" camminavi verso un viale verso una nuova vita. Eri vecchio; prima o poi ci aspettavamo la tua fine, ma ci hai colto ugualmente impreparati. E' come se si fosse spenta una luce. Quella luce di speranza in una umanità migliore, che illuminava sempre i tuoi films. Ne "il grande dittatore", dopo averci proposto una feroce satira del nazismo e del fascismo, ci hai lasciato un messaggio parlato. Un meraviglioso, semplice messaggio di speranza nella redenzione dei popoli. Ascoltandoti, ho pianto e non me ne vergogno. Ti hanno accusato di comunismo e ti hanno cacciato dagli Stati Uniti. Non so se tu fossi veramente comunista: so comunque che eri dalla nostra parte, dalla parte dei deboli e degli oppressi contro i potenti e gli sfruttatori. Con la tua straordinaria abilità, riuscivi a divertirci denunciando i malesseri, i controsensi e le malinconie del nostro secolo. Ma assieme al riso, ci costringevi a prendere coscienza degli abusi, delle prevaricazioni e dello sfruttamento del sistema capitalista. Le masse ti amavano perchè si identificavano in te.

Mi auguro che queste masse che hanno gioito con te e partecipato moralmente alle tue lotte, sappiano riflettere sulla grande eredità che ci hai lasciato. Addio, Chaplin e grazie. Mario Longagnani

Numero unico in attesa di autorizzazione.

COMITATO DI REDAZIONE:

Mario Migliaccio - Andrea Colombo - Gianfranco Fasoli - Mario

Longagnani - Roberto Prevital i

FOTOGRAFO: Sergio Ferrarlo

DIRETTORE RESPONSABILE:

Edoardo Gardumi

HANNO COLLABORATO A

QUESTO NUMERO:

Mimmo Mongelli - Michele Casiraghi - Margherita Pezzetti - Denise Biondi - Antonio Figini - Eugenio Bovio

Stampa: Coop. II Guado - Robecchetto con lnduno - tel. 0331881475

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asies.0.ni, 43 20161 Atieftila tee. 64.55.??5

130ZZ

Chiamate
7733 Autoambulanze,
3883 Servizio medico urgente 680029/602874 Croce Viola Dergano 192 Servizio guardia farmaceutica 723291/593341 Guardia ostetrica permanente 113 Polizia 6220 Carabinieri, pronto intervento 34999 Vigili del fuoco 7727 Comando centrale vigili urbani 314080 Guasti acquedotto 8830 Guasti gas 117 Taxi Servizi pubblici e sociali comunali n. telef. Consiglio di Zona n. 8 - Vie Attori 21 6464762 Comitato Sanitario dl Zona n. 8 - V.le Attori 21 6464762 Servizio anagrafe - V.le Attori 21 6454710 Certificati a domicilio 8598 Ufficio informazioni e reclami 870545 Vigilanza urbana di zona - V.le Attori 21 6454709 Biblioteca comunale "Villa Litta" - V.le Attori 21 8450897 Centro di prestito - Via del Tamigi Ufficio d'Igiene - V.le Attori 21 8454712 - Medico dirigente 8459538 - Vaccinazioni obbligatorie 8458893 - Condotta medica, Dispensano farmaceutico e Centro per la diagnosi precoce dei tumori dell'utero 6450171 Centro S.M.A.L. - Servizio Medicina preventive Ambienti di Lavoro - V.le Attori 21 6488831 E.C.A. - Ente Comunale di Assistenza, Centro Sociale - V.le Attori 21 8450089 Ricovero sfrattati - Via Novate 19 13458340 Centro pre-addestramento al lavoro - V.le Attori 21 8484127 Servizio sociale comunale - V.le Attori 21 8459351 Centro sociale - Via del Tamigi 7 Centro sociale - Via Spadini 15 Centro sociale - Via Val di Bondo 9 6453084 Centro sportivo "Ripamonti" - Via Iseo, 4 6459253 Plscln - Via V. da Seregno-Fermi 6468804 Vendite controllate SO.VE.CO Lunedì pomeriggio: Vie Assietta angolo
d'emergenza
servizio di Pronto Soccorso.
Sabato
Via Astesani 27 c/o PCI Via Fermignano 18 c/o PCI P.za Gasparri 4 c/o PCI A.N.C.R. - Associazione Nazionale Combattenti e Reduci V.le Attori 21 Via Mazzucchelii 11 Via Spadini 11 P.za Gasparri 4 6465813 VARIE Mercati rionali settimanali: mercoledì mat. Via Gaeta/Sand sabato mat. Via Ciccotti Taxi: V.le Attori - 6456713 P.za Gasparri - 6462380 Carabinieri, Stazione di Attori: Via Cialdini 131 - 6450041 Commissariato P.S. "Cenisio": Via Chianciano 6 - 6453014 C.U.Z. - Consiglio Unitario di Zona sindacale, zone 7-8: Via Mercantlni 153760566 POW171 SAMBERSs.r.l. VIA STENDHAL 45 - MILANO TEL. 4225911 - 4228633 TV BIANCO-NERO E COLORE MASSIMA GARANZIA ANGELO COLOMBO V. M. Martini, 16 6463330 AFFORI (Mi) FORNITURE MATERIALE ANTINCENDIO GIUSEPPE A. GATTI "ARREDAMENTI ALLA VILLA LITTA" 20161 MILANO - VIALE AFFORI 19 - TEL. 64.50.956 ,SHOP-ART - ARTE MODERNA - GRAFICA
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