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PROGETTO RIVIVERE

LA LUCE FUORI DAL TUNNEL Francesco Campione*

La maggior parte delle persone che hanno subito un lutto in famiglia per morte naturale o per morte traumatica, non hanno la possibilità nel nostro paese di essere supportati in modo competente secondo i loro bisogni specifici e personali. Il “Progetto Rivivere” vuole colmare questa lacuna e consiste nell’organizzazione di una Rete nazionale di aiuto psicosociale per le persone in lutto. Nella nostra città questa rete ha tre antecedenti storici: I. Il Servizio di aiuto per le persone in lutto operante presso il Dipartimento di psicologia dell’Università di Bologna; II. Il Servizio di aiuto alle famiglie in lutto operante presso l’Hospice MT.C. Seràgnoli; III. L’attività socio-culturale dell’Associazione RIVIVERE. Grazie alla collaborazione tra questi tre attori è ora operativa a Bologna la prima maglia di questa rete di aiuto. Essa prevede il seguente percorso assistenziale: 1. Tutti coloro che hanno avuto un lutto possono usufruire del “Servizio di supporto psicosociale di base gratuito” attuato tramite un intervento di counseling specifico. Questo servizio fornisce per circa due mesi: a) Un’assistenza gratuita di tipo psicologico mediante gli psicologi preparati dall’Università di Bologna (tramite il Corso di Alta Formazione nell’assistenza di base nel lutto naturale e traumatico); b) Un’assistenza gratuita di tipo psicosociale grazie ai volontari dell’Associazione RIVIVERE preparati ad hoc.

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Si è rilevato tramite l’esperienza quadriennale del servizio di aiuto al lutto operante nell’Hospice MT.C. Seràgnoli che: a) il 30% delle famiglie in lutto hanno bisogno di un aiuto di base; b) nell’80% circa di questi casi il supporto psicosociale di base è sufficiente per superare la crisi del lutto e prevenirne blocchi, distorsioni o conseguenze patologiche; 2. Tutti coloro che dopo il supporto psicosociale di base avessero bisogno di un intervento psicoterapeutico più approfondito (circa il 20%) possono usufruire del Servizio di aiuto al lutto operante presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna con un duplice vantaggio: a) la continuità terapeutica consentita dal poter esser presi in carico dalla medesima équipe di psicologi; b) l’accessibilità economica di un servizio pubblico. Ovviamente, in tali casi, coloro che sono nell’impossibilità di pagare, saranno seguiti gratuitamente dagli psicologi del “Progetto Rivivere”. La prima tappa di questo percorso assistenziale (il servizio di supporto psicosociale di base gratuito) è stata resa possibile nella nostra Città dalla Fondazione Isabella Seràgnoli che ha messo a disposizione gratuitamente una sede adeguata per svolgere il servizio. È così delineato il modello di collaborazione del Progetto Rivivere: - Una Fondazione Privata operante nel sociale che fornisce le risorse (o aiuta a reperirle) per un servizio gratuito; - Un’Associazione Culturale e di Volontariato a vocazione solidaristica che organizza il servizio; - L’Istituzione Universitaria che organizza un’offerta formativa specifica sottraendo l’iniziativa ai rischi dell’improvvisazione e assumendosi la responsabilità di assistere a costi contenuti coloro che hanno bisogno di qualcosa di più che un’assistenza di base. Si tratta naturalmente di uno sforzo e di una collaborazione che andranno estesi anche ad altri interlocutori quando si passerà dalle decine di famiglie attualmente seguite all’assistenza di tutte le famiglie che hanno diritto ad essere aiutate (ogni condominio ha almeno una famiglia in lutto!). Come dimostra ciò che è accaduto allorché negli ultimi mesi i mass media hanno ampiamente parlato del Progetto Rivivere (Articolo sulla Repubblica nazionale; lancio agenzia ADN Kronos; interviste su RAI Uno e RAI Tre e su rotocalchi di diffusione nazionale come “Donna Moderna”, Inaugurazione ufficiale del Progetto Rivivere a Bologna con la presenza del Sindaco e delle altre autorità cittadine, nonchè dei rappresentanti istituzionali di tutte le categorie sociali e produttive, ecc.).


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