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solo a piedi, in bici o con mezzi a zero emissioni» ribadisce Rohrer. Intanto il Dachverband effettuerà un monitoraggio dei provvedimenti in vigore da domani, che poi sarà sottoposto alla Provincia «per migliorare l’accesso e il management degli hotspot» . Il turismo sostenibile è d’attualità, soprattutto in questi giorni, per via della tragedia della Marmolada, e delle polemiche che ne sono seguite sulla necessità o meno di limitare l’accesso alle montagne in determinate condizioni. Nelle intenzioni della Provincia, far arrivare meno persone nei luoghi più sensibili è un modo per salvaguardare l’ecosistema. In questa direzione andava anche il tetto ai posti letto previsto nella legge provinciale sul turismo, oggetto proprio in questi giorni di uno scontro tra le correnti di albergatori e contadini interne alla Südtiroler Volkspartei dopo che la riforma era stata svuotata nella seconda commissione legislativa. Tornando a Braies, la limitazione all’accesso in auto, che poi si traduce in meno turisti al giorno, non sembra preoccupare troppo chi sul lago ci lavora: «Anche se avremo meno clienti si tratta di un provvedimento necessario. Speriamo che venga gestita bene, soprattutto per quanto riguarda il traffico verso la Val Pusteria» raccontano gli addetti della Palafitta, il noleggio delle barche sul lago. Il problema semmai diventa quello della permanenza dei turisti, che spesso sono solo di passaggio per un selfie: «Temo che la gente tenterà lo stesso di salire a Braies, dove la situazione già oggi è insostenibile. Io credo che si stia cercando di risolvere una situazione senza sapere bene come fare: il 70-80% delle persone neanche fa il giro del lago» commenta scettico il presidente della sezione altoatesina del Cai, Carlo Alberto Zanella, secondo cui i turisti mordi e fuggi difficilmente prenoteranno il parcheggio. Complicazioni che potrebbero sorgere pure per gli anziani, non sempre in grado di comprare un biglietto online con congruo anticipo. «Di sicuro — aggiunge Zanella — ci aspetta un’estate spaventosa dal punto di vista delle presenze. Ci sarà caos in bici e a piedi».

Corriere della Sera | 1 luglio 2022

p. 25, segue dalla prima

Prenotazioni, ticket e sconti: le regole per entrare a Venezia

Fatale, magica, fragile e ora anche città pilota. Il progetto è rivoluzionario e ha due parole d’ordine: prenotazione e contributo d’accesso. Venezia si difende così dal caos del turismo di massa, con un clic che consente di prenotare la propria presenza in città e dà diritto a sconti su vari servizi, tipo trasporti pubblici e musei. Si parte dai vaporetti: da agosto il biglietto passerà da 7,5 a 9,5 euro ma chi prenoterà con un mese di anticipo continuerà a pagare il vecchio prezzo e risparmierà 5 euro di parcheggio. Ci sarà un portale e un codice Qr personale da esibire all’occorrenza, in modo da usufruire delle agevolazioni. Così, almeno, nella fase sperimentale che partirà in agosto e durerà tutto l’anno. Dall’inizio del prossimo, la svolta: scatta il ticket. Tutti i turisti che arrivano da fuori regione e non pernottano dovranno pagare un contributo, che varierà in funzione dell’anticipo con il quale si prenota e dell’afflusso previsto. Nelle giornate da bollino nero o rosso la tariffa naturalmente aumenta (chi pernotta non versa nulla in più perché paga già la tassa di soggiorno). «Sia chiara una cosa: non esiste il numero chiuso», si affrettano a precisare in Comune, dove oggi presenteranno il progetto dopo l’approvazione da parte della giunta del regolamento del contributo. Tutti potranno comunque entrare a Venezia ma la tassa da pagare in alcuni giorni caldi, come a Pasqua, Redentore e Regata Storica, è finalizzata a sconsigliare la visita (dai 3 ai 10 euro a persona). L’obiettivo è quello di regolare i flussi ed evitare che la città venga presa d’assalto. Nel 2023 dovrebbero tornare in funzione anche i tornelli alla stazione ferroviaria, cioè i varchi d’accesso alla città dove il turista dovrà passare il codice un po’ come allo stadio. Il sistema sarà governato dalla Control Room già attiva all’isola del Tronchetto, un po’ il Grande Fratello tecnologico che vigila su Venezia attraverso un centinaio di grandi monitor capaci di restituire le immagini di 360 telecamere e 40 contatori di persone piazzati su ponti, calli, canali e campielli. La presenza dei turisti viene rilevata anche attraverso l’accesso alle celle telefoniche. «Sia chiaro che non possiamo identificare le persone», hanno prudentemente precisato i responsabili della struttura pensando forse al garante della privacy. Il sindaco Luigi Brugnaro, che si prepara a lanciare la «città prenotabile», ha già spiegato le ragioni del cambiamento: overtourism che in alcuni giorni si traduce in oltre 100 mila turisti in centro storico: «A preoccupare sono i vacanzieri giornalieri che arrivano in maniera improvvisa la mattina e se ne vanno la sera e creano spesso intasamento... Abbiamo studiato questo sistema premiante: chi prenota potrà beneficiare di un risparmio evidente anche sul contributo d’accesso». Quello che lui chiama intasamento per Gianfranco Bettin, consigliere comunale di Venezia Verde progressista, è «caos insopportabile». Bettin, verde, uomo di sinistra e di opposizione, andrebbe oltre la prenotazione, che condivide: «L’idea è buona. Il problema è la marea di visitatori che stravolge il tessuto socioeconomico e demografico. Bisogna trovare il modo di arginare il mordi e fuggi e io dico che ci vogliono numero chiuso e interventi drastici. Staremo a vedere». E Venezia assomiglia sempre di più a Disneyland.