20 anni Teatro Comunale di Bolzano

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20 ANNI Teatro C o mu nale B ol z ano 1999

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IN DI CE L A PA RO L A A L L E I S TITUZIONI

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Renzo Caramaschi, Sindaco di Bolzano ___________________________ 2 Arno Kompatscher, Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ________________________________________ 4 Chiara Tanesini, Presidente della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium _________________________________ 5 PERCH È SO LO 2 0 ANNI?

I luoghi dello spettacolo a Bolzano, di Massimo Bertoldi _____________ 8 La vera storia del nuovo teatro, di Marco Bernardi _________________ 12 Lo scetticismo della comunità tedesca, di Waltraud Staudacher _______ 16

CO SA È SU CCESSO IN 20 ANNI?

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La Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, di Manfred Schweigkofler e Mariaclara Pagano____________________ Il Teatro Stabile di Bolzano, di Marco Bernardi e Walter Zambaldi_____ Le Vereinigte Bühnen Bozen, di Thomas Seeber e Irene Girkinger_____ La Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, di Valeria Told ___________

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BR I L L A N O L E ST ELLE NEL TEMP IO D I ZANUSO

di Fabio Zamboni___________________________________________ 25

VO CI DEL T EAT RO

Dietro le quinte ...___________________________________________ 30 Noi, visti dall’esterno ..._______________________________________ 32


RENZO CARAMASCHI*

Fu il borgomastro Julius Perathoner a realizzare il primo magnifico (come possiamo dedurre dalle foto di archivio) teatro pubblico di Bolzano: il Teatro Civico/Stadttheater, disegnato da Max Littmann, all’epoca archistar di Monaco di Baviera, costruito nei giardini della stazione e inaugurato il 14 aprile 1918. La Seconda Guerra Mondiale purtroppo lo distrusse nel corso dei bombardamenti del 2 settembre 1943. Dopo la guerra si aprì una lunga stagione di dibattiti e polemiche sulla sua ricostruzione. Solo dopo 56 anni Bolzano poté riavere il suo teatro: progettato dall’architetto milanese Marco Zanuso, fu costruito in soli quattro anni e il 9/9/1999 fu inaugurato alla presenza di Sergio Mattarella, allora Vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Sfogliando gli archivi della programmazione culturale portata in scena in questi vent’anni posso oggi affermare che la città ha goduto di un cartellone che ha rispettato

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LA PA R O L A ALLE ISTITU ZIONI

i dibattiti culturali contemporanei, trovando la giusta misura tra teatro di tradizione e di ricerca, drammaturgia nazionale e repertorio straniero, oltre ad avere ospitato la grande musica delle orchestre giovanili, l’opera e la danza internazionale. L’offerta culturale è stata capace di sollevare interrogativi sulle questioni più attuali, non mancando di soddisfare le varie anime della città: questo grazie al lavoro attento degli Enti residenti (Teatro Stabile, Vereinigte Bühnen). La Fondazione Teatro, ente gestore, con le proprie maestranze teatrali si è poi distinta a livello internazionale, contribuendo non poco, grazie alla passione di chi opera in questo settore, a dare vita ogni sera alla magia dell’illusione di scena. Auguro al nostro Teatro, topos dell’incanto, di affermarsi sempre più come luogo per approfondire la riflessione sul conscio e sull’inconscio umano nelle diverse forme della creatività, regalandoci tante altre occasioni di crescita culturale e sociale. 3 * Sindaco di Bolzano


A R N O KOM PAT S C H E R *

Era il 1999 quando la Provincia Autono-

ma di Bolzano e il Comune di Bolzano diedero vita alla Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano. Un progetto ambizioso, che voleva riunire l’espressione teatrale e musicale dei tre gruppi linguistici sotto un unico tetto. Non fu esattamente un parto indolore e non mancarono certo le critiche, neanche riguardo al sito e alla soluzione architettonica scelti. Il nuovo Teatro Comunale, però, non ci mise molto a conquistare la popolazione e oggi, al compimento del suo ventesimo anno di attività, si può tranquillamente affermare essere un elemento imprescindibile della scena culturale, non solo della città ma di tutta la provincia, in grado di garantire ai suoi cittadini un’offerta ricca e innovativa, che spazia dalla rappresentazione teatrale alla musica, capace di interpretare l’attualità (locale e non solo) in chiave innovativa e originale. Una storia di successo, questa, che si è guadagnata presto riconoscimenti, anche a livello

Salome, FTCA 2011/12

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internazionale, di cui sono testimoni le tante collaborazioni negli anni con attori e orchestre di fama mondiale. Ciò è particolarmente importante per la nostra provincia, perché le permette di guardare ed essere aperta al mondo, pur rimanendo fedele alle proprie radici e alle proprie tradizioni. Voglio quindi cogliere questa felice ricorrenza per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito nel tempo a questo successo e che sono riusciti a farlo bilanciando tanti interessi e spinte artistiche diverse, cosa che sappiamo non essere sempre facile. Non mi resta quindi che congratularmi con la struttura e con tutti coloro che le danno un’anima, a cominciare dai membri del Consiglio di Amministrazione e dalla Direttrice Mariaclara Pagano con il suo team, per quanto fatto in questi anni. Spero possiate proseguire su questa strada, con entusiasmo e inventiva. * Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano


Dolomytica, FTCA 2002

C H IA R A TA N E SI N I *

Ho avuto la fortuna di vivere il Teatro Comunale in

tutte le sue forme sin dal momento della sua nascita. Ero presente sul palco in veste di ballerina solista all’inaugurazione del 9/9/1999. Successivamente, nel periodo in cui Manfred Schweigkofler è stato direttore della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, ho creato le coreografie di Dolomytica (2002), Rockquiem (2004) e Il filo di Arianna (2007). Dal 2016 a oggi vivo il Teatro in veste di Presidente della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium e porto la mia esperienza globale di artista, danzatrice e coreografa che da sempre gravita attorno al mondo del teatro e della cultura. Come Presidente, il mio obiettivo è stato ed è quello di arrivare a una forma di teatro a 360°, facendo diventare il Teatro Comunale un importante polo di attrazione per gli artisti e per il pubblico: un teatro di tutti e per tutti nel segno della qualità. Per raggiungere questo, si dovrà proseguire lungo la strada di migliorie organizzative e amministrative iniziata negli ultimi anni. Questo porterà il Teatro Comunale di Bolzano ad avere quell’ampio respiro europeo che la nostra città merita e, da parte mia, profonderò ogni risorsa umana e professionale affinché ciò accada.

* Presidente della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium 5


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Theater zur Kaiserkrone / Stadttheater

Stadttheater / Teatro Civico / Teatro Verdi

Casa della Cultura Walther von der Vogelweide

Teatro Comunale di Gries

Teatro Comunale

18 0 5- 1 90 4 ..................................

1 9 1 8 - 1 9 4 3 ................................

1 9 6 7 ..................................................

1 9 7 0 .................................................

1 9 9 9 .................................................


PERCHÉ S O LO 20 ANNI? 9/9/1999 L’inaugurazione del Teatro Comunale di Bolzano segna una data storica. Un progetto, realizzato dall’architetto Marco Zanuso, che inizialmente ha creato qualche polemica e ostilità, ma che poi, grazie anche al supporto della cittadinanza, è diventato un punto di riferimento fondamentale per la vita culturale della città, della provincia e per tutte le comunità che abitano il territorio.

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M A S SI M O B E RT O L D I *

Tra distruzioni, ristrutturazioni e costruzioni. I luoghi dello spettacolo a Bolzano nel Novecento 1 9 4 3 : BO MBE SU L T EAT RO Se le bombe aeree americane non avessero ripetutamente colpito nel 1943 l’edificio teatrale ubicato nei giardini della stazione, probabilmente la vita dello spettacolo cittadino sarebbe stata diversa. Voluto dal borgomastro Julius Perathoner e realizzato sul progetto del bavarese Max Littmann, che predispose una sala di 750 posti adatta alla musica e alla prosa, lo Stadttheater fu solennemente inaugurato nel 1918. Denominato Teatro Civico nel 1923 e ribattezzato Teatro Verdi nel 1938, colmava il vuoto lasciato dalla chiusura del teatro privato Zur Kaiserkrone (1805 –1904) di piazza della Mostra e consegnava alla città il primo teatro a gestione pubblica. R I N A SCER E DA L L E MACE RIE Nel dopoguerra le macerie di quel teatro alimentarono la ricerca di soluzioni alternative per lo spettacolo. Per i concerti musicali erano disponibili la più capiente ed elegante Sala dei Concerti nel Conservatorio Claudio Monteverdi inaugurata nel 1949, gli ambienti del Museo Civico e del Circolo Cittadino, la piccola sala dell’Istituto Tecnico Battisti. Altrettanto variegata si presentava la situazione per le attività teatrali. Per oltre due anni fu attivo il Teatro del Lavoratore ricavato da un capannone all’interno dell’ex lager di via Resia. Mentre proseguivano gli spettacoli nella Sala Veritas di Cristo Re (futuro cinema-teatro Concordia), nel 1949 aprì i battenti il Teatro Minerva di viale Trieste, capace di 450 posti e demolito nel 1966 per la costruzione della parrocchia Sacra Famiglia. L’ I MPO RTA N Z A DEI CI N EM A-TEATRO Vicino a questa proliferazio-

ne di spazi per un pubblico prevalentemente popolare, acquistarono importanza le sale cinematografiche adatte alla platea borghese. Primeggiava l’elegante cinema-teatro Corso, sottoposto a rapida ristrutturazione nel 1946 a seguito dei danni bellici. Vi si tennero importanti spettacoli musicali nonché il debutto ufficiale della neonata compagnia del Teatro Stabile di Bolzano fondata da Fantasio Piccoli. Di rilievo furono il cinema-teatro Dante, bombardato e ricostruito come cinema Augusteo per poi essere ristrutturato nel 1999 e trasformato nell’attuale Auditorium, e il cinema-teatro Druso che, sottoposto a radicale ristrutturazione, oggi è sede dell’Accademia Europea (Eurac).

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IL F ER M EN TO DEGL I A N N I ’ 6 0 -’ 7 0

Durante gli anni Sessanta e Settanta il tessuto urbano si arricchì di nuovi ambienti per lo spettacolo, che comunque perpetuavano la stagnante assenza di un vero teatro cittadino. Mentre la cultura teatrale tedesca trovava maggiore stabilità nella capiente sala inserita nel complesso della Haus der Kultur Walther von der Vogelweide e funzionante dal 1967, per quella italiana nel 1963 si era alzato il sipario del Teatro Cristallo di via Dalmazia, poi chiuso per problemi economici nel 1973 fino alla riapertura nel 2005, dopo la ristrutturazione che ha reso la sala funzionale e confortevole. Nel 1970 entrò in funzione il Teatro Comunale di Gries, la cosiddetta “bomboniera” ricavata da una sala cinematografica (mai utilizzata) e destinata a ospitare la compagnia del Teatro Stabile fino al 1999. Il pubblico ha frequentato anche altri ambienti del tutto occasionali ma significativi, come la Sala del Caminetto dell’Hotel Città, il padiglione principale della ex Fiera di via Roma, il cortile di Castel Mareccio, oppure sale presenti in edifici scolastici come l’Auditorium Roen. Nel 1999 aprì il Piccolo Teatro Carambolage con i suoi 99 posti distribuiti in uno spazio ricavato da una vecchia cantina a volte di un magazzino di ferramenta. 9/ 9/ 1999: UNA DATA STO R I CA Soprattutto

a seguito dell’incendio che rese inagibile il Teatro Comunale di Gries dal 1988 al 1992, il problema del teatro pubblico era diventato una vera e propria urgenza. Tuttavia il progetto faticava a decollare, rallentato da insidiosi ostacoli politici. L’inaugurazione del 9/9/1999 segna il traguardo di un percorso storico difficile e tormentato ma sempre sostenuto dalla passione e dalla partecipazione popolare, che riconosce nel sontuoso Teatro Comunale di piazza Verdi un punto di riferimento fondamentale per la crescita culturale e civile del territorio.

* Storico del teatro

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M A R C O B E R NA R D I *

La vera storia del nuovo teatro raccontata da un testimone oculare Ricordo bene il clima in cui maturò negli anni Ottanta il dibattito, a livello civile e politico, sulla necessità di realizzare un teatro di proprietà e gestione pubblica a Bolzano. Se da un lato si creò un vero e proprio movimento popolare a favore, con interventi pubblici e persino una raccolta di firme (promossa dal Circolo La Comune), dall’altro una parte della comunità fu caparbiamente ostile e fece tutto il possibile per impedire la gestazione del progetto. Il giorno della posa della prima pietra, 27 maggio 1995, alla cerimonia parteciparono le autorità, i rappresentanti delle istituzioni culturali, gli artisti, i media, gli appassionati di teatro, ma anche un nutrito gruppo di manifestanti con i loro espliciti cartelli: “Theater? Nein, danke!” Il teatro si fece grazie alla volontà del Comune di Bolzano e alla compartecipazione economica della Provincia, ma sarei disonesto se non segnalassi l’ostinato lavoro di formazione del pubblico e di una coscienza teatrale della comunità promosso dal Teatro Stabile e la caparbietà di due assessori alla cultura come Claudio Emeri e Claudio Nolet, che ebbero la pazienza di tessere la tela della politica.

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Ci furono anni di discussioni su fare o non fare il teatro e su dove farlo e poi anni di lavoro per progettarlo. L’incarico fu dato a Marco Zanuso, architetto di fama mondiale, che aveva appena progettato la nuova sede del Piccolo Teatro di Milano, diretto da Giorgio Strehler. Morale: gli errori che furono fatti là, non furono rifatti da noi e penso di poter dire che il nostro teatro sia riuscito decisamente meglio. Durante i quattro anni della costruzione ho passato almeno un giorno alla settimana in cantiere con i tecnici del Comune e dell’impresa Rizzani de Eccher per contribuire a prendere continue, piccole ma importanti decisioni (come si sa, il diavolo sta nei dettagli): è stata una delle esperienze più interessanti della mia vita. Un altro argomento molto dibattuto fu la gestione della nuova struttura. In Comune si pensava che con quattro, forse cinque persone si sarebbe potuto fare tutto. A un certo punto, piuttosto preoccupato, raccolsi una serie di dati su teatri simili al nostro che dimostravano la necessità di uno staff tecnico-gestionale di proporzioni decisamente diverse e li mandai in Comune a politici e funzionari. 13


L’unico che mi rispose, promettendo di occuparsene personalmente, fu il sindaco Giovanni Salghetti Drioli, oggi presidente del Teatro Stabile. Alcuni mesi dopo, durante un incontro tra giunta comunale e provinciale, fu presa la decisione di dare vita a una Fondazione per la gestione di teatro e auditorium. All’inizio fu uno shock, ci sentimmo un po’ scippati, ma ora si può dire che fu una decisione saggia, efficace e democratica. Finalmente si arrivò all’inaugurazione: prima la tradizionale festa per le maestranze (buffa e commovente) e poi il fatidico 9/9/1999. Al mattino taglio del nastro con l’allora Vicepresidente

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del Consiglio dei Ministri Sergio Mattarella e le autorità locali, la sera interminabile spettacolo di apertura in tre lingue, teatro esaurito, cuore impazzito e copiose lacrime liberatorie. Un fatto straordinario furono le successive giornate di porte aperte alla cittadinanza: il teatro fu letteralmente invaso da migliaia di persone curiose, incredule, felici. Ci volle tutta la prima stagione 1999/2000 per incominciare a capirci qualcosa e nell’autunno del 2000 festeggiammo i cinquant’anni del Teatro Stabile nel bel foyer del primo piano. Considero simbolicamente ultimato il “collaudo” del teatro


con l’andata in scena di Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, voluta da Renzo Caramaschi e diretta magistralmente da Claudio Abbado il 7 giugno 2001. Ora, venti anni dopo, possiamo prendere coscienza di quello che è successo: abbiamo realizzato, con il contributo di tutti quelli che ci hanno creduto, una delle strutture teatrali più funzionali d’Europa, invidiata e lodata da tutti, tecnicamente attrezzata in modo eccellente, con due sale teatrali, una sala prove (con vista sul Catinaccio), una sala danza, una palestra, palcoscenici efficienti per tutte le for-

me di spettacolo, camerini confortevoli per gli artisti, uffici per le tre istituzioni teatrali che vi convivono felicemente: Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, Teatro Stabile di Bolzano, Vereinigte Bühnen Bozen. Possiamo contare su decine di migliaia di spettatori ogni stagione, su centinaia di artisti ospiti da tutto il mondo: teatro, opera, musical, operetta, danza, musica. Il sogno, l’utopia di realizzare un teatro, simbolo della convivenza multiculturale in una città di confine come la nostra, per una volta è diventato realtà. * Direttore e regista del Teatro Stabile di Bolzano dal 1980 al 2015

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WA LT R AU D STAU DAC H E R *

Lo scetticismo della comunità tedesca e la nascita delle Vereinigte Bühnen Bozen In principio, il Comune di Bolzano era intenzionato a costruire il Teatro Comunale per accogliere solamente il Teatro Stabile di Bolzano. Il Consigliere Comunale di allora, Gernot Rössler, diede, però, la possibilità a me e a una piccola delegazione di persone appartenenti al mondo del teatro, tra cui l’architetto Zeno Bampi, di visionare i piani di costruzione. In quell’occasione l’allora Capo Ufficio Cultura Renzo Caramaschi, oggi Sindaco di Bolzano, osservò che il gruppo linguistico tedesco non aveva nessuna istituzione teatrale a livello professionistico e che quindi non avrebbe potuto fare parte del Nuovo Teatro. La mia risposta fu: «Ciò che ora non c’è, può esserci in futuro». E così fu: nel 1992 venne creata la prima istituzione teatrale sudtirolese, le Vereinigte Bühnen Bozen (VBB). Dopo aver visionato i progetti, alcuni di noi e il Presidente del Theaterverband di allora, Robert Pöder, ci attivammo. Volevamo ottenere il diritto di parola per il gruppo linguistico tedesco e il diritto a una sede nel Nuovo Teatro. Dato che il palco progettato ci sembrò però troppo grande, proponemmo di costruire un ulteriore palco più piccolo: un teatro studio. Il sindaco Giovanni Salghetti-Drioli, allora Commissario comunale straordinario, accolse la nostra proposta di realizzare il teatro studio, progettata dall’achitetto Bampi, e incaricò l’architetto Zanuso di

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Die Walsche, VBB 2009/10

rielaborarla. La costruzione iniziò, ora anche in accordo con le nel frattempo costituite VBB. Per tutto ciò vorrei ringraziare l’allora Vicesindaco di Bolzano Herbert Mayr e i Consiglieri Comunali Ingeborg Bauer Polo e Claudio Nolet (tutti e tre purtroppo scomparsi), ma anche Martha Stocker, allora presidente della commissione Scuola e Cultura tedesca nella SVP, e il precedente Presidente della Giunta Provinciale Luis Durnwalder per il loro sostegno durante il processo di costruzione, soprattutto considerando che in quel momento il gruppo linguistico tedesco era molto scettico riguardo la costruzione del Teatro Comunale e la nascita delle VBB. Dovemmo fronteggiare venti particolarmente ostili per quanto riguarda la stampa e i professionisti del teatro dell’epoca. Per questo motivo, nessun Cosigliere Provinciale e nessun politico comunale di madrelingua tedesca osò presentarsi alla cerimonia della posa della prima pietra del Teatro Comunale. Chi c’era quel giorno fu però il sindaco di Innsbruck Herwig van Staa. Oggi il Teatro Comunale è una delle più importanti istituzioni culturali di Bolzano. E ha una storia di successo! Congratulazioni! * Presidente delle Vereinigte Bühnen Bozen durante la fase di costruzione del Teatro Comunale

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COSA È SUCCESSO IN 20 ANNI 1999

LA FONDAZIONE T E AT R O C O M U N A L E E AU D I TO R I U M Nata nel 1999 con l’obiettivo di gestire uno spazio per tutti, la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium si è sempre distinta per competenze tecniche di elevato valore professionale, che hanno saputo garantire l’habitat ideale per artisti e organizzatori.

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2019

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M A N F R E D S C H W E IG KO F L E R *

U N T EAT RO PER T U T T I È stato un privilegio ricevere l’in-

carico di dover quasi “inventare” un teatro. Così fu l’1/1/2001, il mio primo giorno di lavoro. La mia ambizione era quella di creare un teatro per l’intera Bolzano, che in principio e anche dopo la sua apertura lo aveva molto discusso e poco amato. Un centro culturale per tedeschi e italiani, per giovani e anziani, per abbonati e visitatori occasionali, per benestanti e non, ma anche per migranti, per studenti, per celebrità. Creammo un teatro con un’offerta unica che, in quella forma, ancora non esisteva in Alto Adige. Abbiamo dato vita a una stagione d’opera, a una stagione di danza e a molteplici allestimenti e serate con star internazionali, ma anche con molti artisti innovativi. Ho avuto il grande privilegio di poter dirigere il Teatro per 12 anni, fino a quando un gruppo politico con una comprensione modesta dell’arte, della cultura e della società ne assunse la guida.

* Direttore della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium dal 2001 al 2012

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Elektra, FTCA 2009/10

M A R IAC L A R A PAG A N O *

U N T EAM DALLE SOLID E C OMP ETENZE

Dopo lo scorporo dell’attività artistica nel 2015, la Fondazione Teatro gestisce oggi gli spazi del Teatro Comunale e dell’Auditorium. Tali spazi sono a disposizione dei diversi organizzatori di eventi, in primis del Teatro Stabile, della Fondazione Haydn, delle Vereinigte Bühnen Bozen, e anche del Comune di Bolzano con le orchestre giovanili europee, del Concorso Pianistico Busoni, della Società dei Concerti, de L’Obiettivo e di molti altri. La Fondazione gestisce i tanti servizi assolutamente necessari alla realizzazione degli spettacoli, dall’accoglienza del pubblico ai servizi commerciali, dal supporto tecnico ai servizi alle compagnie. Si occupa inoltre della manutenzione ordinaria delle strutture. Il team della Fondazione si caratterizza per una solida e marcata identità professionale all’insegna della qualità del servizio, che riscuote sempre molti apprezzamenti. La Fondazione prosegue sulla strada del miglioramento tecnico e del rafforzamento delle proprie competenze, sostenuta anche dal più generale obiettivo di valorizzare la cultura nel nostro territorio. * Direttrice della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium dal 2016 21


Tempo di Chet, TSB 2018/19 Il Gabbiano, TSB 2008/09

TSB

La lunga direzione di Marco Bernardi del Teatro Stabile di Bolzano ha saputo creare nel tempo un solido “doppio binario”, capace di intrecciare la tradizione e i grandi interpreti con la drammaturgia contemporanea e il teatro di ricerca. Walter Zambaldi ne ha raccolto il testimone, ampliando l’offerta e inventando nuovi format.

M A R C O B E R NA R D I *

LE D UE IDEN T ITÀ A RT I ST I CH E Grazie al nuovo

INVESTIRE SUL FUTURO Dal 2015 il Teatro

* Direttore del Teatro Stabile di Bolzano dal 1980 al 2015

* Direttore in carica del Teatro Stabile di Bolzano

teatro ho potuto differenziare le identità artistiche del progetto produttivo. In Sala Grande la rilettura della tradizione teatrale europea con capolavori di Euripide, Shakespeare, Molière, Goldoni, Kleist, Cechov, Feydeau, Shaw, Strindberg, Pirandello, Bernhard, Fo, messi in scena dal sottoscritto in una visione poetica condivisa con collaboratori artistici di qualità come Gisbert Jaekel, Roberto Banci, Franco Maurina, Dante Borsetto e interpretati da attori eccellenti come Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simoni, Maurizio Donadoni, Alvise Battain, Andrea Castelli, Corrado d’Elia. Nel Teatro Studio la scommessa sulla drammaturgia contemporanea, con la scoperta di Fausto Paravidino (sei testi prodotti dal 2000 al 2014) e le novità di Cavosi, Scola, Bossi Fedrigotti, Massini, Kroetz, Lievi, Clerici, Pierattini, Demattè, Donadoni, Palladino, Rappa, Loperfido, Cainero, Castelli, Marcotto, Rossi, Montali, dirette da Pezzoli, Rifici, Muscato, Paravidino, Lievi, Dini, Panici, Bonaldi, Caldonazzi. Per quanto riguarda le ospitalità, nella stagione Grande Prosa ho presentato il meglio del teatro italiano di tradizione e negli Altri Percorsi le punte di diamante della sperimentazione, da Emma Dante a Pippo Delbono, dai Motus a ricci/forte, da Ascanio Celestini a Danio Manfredini. Nel 2006 il Teatro Stabile di Bolzano fu insignito del Premio della Critica dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

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WA LT E R Z A M BA L D I *

Stabile di Bolzano è riconosciuto dal MIBAC come uno dei 20 Teatri di Rilevante Interesse Culturale a livello nazionale. Da quattro stagioni a questa parte l’intento del TSB è quello di investire sul futuro, ampliare la piattaforma formativa, affiancare ai classici autori viventi, aumentare le proposte, presentare rassegne e format inediti all’interno e all’esterno delle mura del teatro e moltiplicare le collaborazioni con realtà culturali locali e nazionali. Le scelte produttive innovative delle ultime stagioni si caratterizzano per la pluralità di generi e di visioni teatrali e convogliano a Bolzano - e in tournée nei più importanti teatri italiani - artisti del calibro di Paolo Fresu, Daniele Ciprì, Serena Sinigaglia, Paolo Rossi, Arianna Scommegna, Fausto Russo Alesi, Stefano Bollani, Patrizia Milani, Marco Bernardi, Giampiero Solari, Mario Perrotta, Lucia Vasini, Natalino Balasso, Roberto Cavosi, Antonello Fassari, Leo Muscato, Fausto Paravidino e Vitaliano Trevisan. Nei teatri della provincia trovano inoltre ospitalità produzioni, registi e attori tra i più in vista nel panorama nazionale e internazionale.


West Side Story, VBB 2016/17 König Lear, VBB 2003/04

VBB

Sotto la direzione di Thomas Seeber si consolidano le produzioni di testi classici, contemporanei e musical. Irene Girkinger, in carica dal 2012, ha aperto le Vereinigte Bühnen Bozen al futuro, affrontando temi sociopolitici e creando nuove collaborazioni con istituzioni locali e internazionali.

T HOM A S SE E B E R *

IRENE GIRKINGER*

C L A S S IC I E CO N T EMPO R A N EI Quando nel 2001 fui nominato Direttore delle VBB, i miei predecessori avevano già svolto un prezioso lavoro preparatorio. Avere a disposizione sia la Sala Grande che il Teatro Studio apriva nuovi orizzonti alla realizzazione del programma delle VBB. Accanto ai testi classici di Brecht, Horváth, Lessing, Nestroy, Schnitzler, Shakespeare, Cechov, debuttarono infatti anche testi contemporanei di Bernhard, Bärfuss, Belbel, Krötz, Letts, Mitterer e Zoderer. Musical come Evita, Jekyll & Hyde, Into the Woods, La Cage aux Folles, Hair e My Fair Lady furono dei veri e propri successi di pubblico. Registi come Bodinus, Herzl, Meschnigg, Schildknecht, Schilling e Schulte-Michels lavorarono con attrici e attori provenienti da tutt’Europa. King Lear di Shakespeare (messinscena di Kurt Veth) e Maria Stuart di Schiller (regia di Monika Steil) rappresentarono per me dei momenti culminanti, come anche la prima di Die Walsche di Joseph Zoderer (regia di Torsten Schilling) e di Harold und Maude di Erich Innerebner con la leggendaria Julia Gschnitzer nel ruolo della protagonista.

GUARDARE AL FUTURO Nel 2012 mi venne affidato il compito di orientare lo sviluppo delle VBB verso il futuro. Al centro del nostro lavoro in teatro abbiamo quindi posto il confronto con temi sociopolitici rilevanti per la nostra area geografica (progetti documentali riguardanti le opzioni alla fine degli anni Trenta, gli anni degli attentati dinamitardi o le minoranze in Europa), abbiamo creato un collegamento a livello regionale e internazionale con altre istituzioni culturali (Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Festival Transart, Landestheater Niederösterreich, Stadttheater Klagenfurt, Toneelhuis Antwerpen …) come anche incentivato la promozione della drammaturgia contemporanea (Elfriede Jelinek, Peter Handke, Martin Plattner, Ayad Akhtar, Ferdinand Schmalz…). Grazie all’impegno di numerosi e rinomati artisti locali e internazionali sul palco e dietro le quinte, e grazie alle numerose collaborazioni, le VBB sono riuscite a farsi conoscere ben oltre i confini regionali. La conferma più importante è stata il conferimento del Premio Nestroy 2018 per Ivanov di Anton Cechov con Gerti Drassl nel ruolo principale.

* Direttore dal 2001 al 2012 e Presidente fino al 2019 delle Vereinigte Bühnen Bozen

* Direttrice delle Vereinigte Bühnen Bozen dal 2012 23


Written on Skin, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, 2016/17

H AY D N

Non ancora trentenne al momento della nomina come Segretario generale della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, Valeria Told ha orientato tutto il suo lavoro sui concetti di crescita e di innovazione: gestionale, artistica, economica, organizzativa e di relazioni nazionali e internazionali.

VA L E R IA T O L D *

CR ESCER E A 3 6 0 ° Nel 2010 - all’epoca ero una

manager culturale non ancora trentenne - mi venne affidata la direzione della Fondazione Haydn per aiutarla a crescere. Ed è esattamente questo che perseguo nella mia direzione: crescita nel senso di visione a lungo termine sia nella gestione che nel campo artistico; crescita nel senso di evoluzione di un’orchestra in un’organizzazione attiva in tre settori (fino al 2014 la Haydn era esclusivamente un’orchestra, dal 2015 si occupa anche di opera lirica e di danza); crescita nel senso di professionalizzazione dell’organizzazione; crescita nel senso di apertura a formati innovativi d’opera e di concerto; crescita nel senso di attività concertistica a livello nazionale e internazionale; crescita nel senso di impiego ottimale delle risorse al fine di bilanciare qualità e quantità di eventi orientati ad attrarre un pubblico eterogeneo; crescita, infine, nel senso di sviluppo continuo seguendo il principio dell’innovazione per scrivere insieme la storia della musica e della danza di oggi e di domani.

* Segretario generale della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento dal 2010

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BRILLANO LE STELLE NEL TEMPIO DI ZANUSO Da Claudio Abbado alla Fura dels Baus, passando per Eimuntas NekroĹĄius, Mariangela Melato, Gabriele Lavia, Matja Koleznik, Paolo Rossi, Stefano Bollani, Paolo Fresu e tanti altri: difficile scegliere tra i molti artisti e spettacoli memorabili che hanno fatto la storia del Teatro Comunale.

Faust, TSB 2008/09

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Eros Pagni Claudio Abbado

Alessandro Gassmann

Fausto Paravidino

Gabriele Lavia

Paolo Bonacelli FA B IO Z A M B O N I *

Tema: seleziona gli artisti più importanti esibitisi al Teatro Comunale di Bolzano nei primi vent’anni di attività di questa struttura, oppure gli spettacoli più “memorabili”. Svolgimento: impossibile. Nel senso che scegliere una dozzina di nomi fra le migliaia di attori, danzatori, registi, cantanti e musicisti, oppure indicare i dieci spettacoli più importanti fra i due-tremila transitati nel tempio firmato Zanuso è quantomeno un azzardo. O tanti azzardi, tutti diversi. Perché Marco Bernardi, che là dentro ha gestito 16 stagioni del Teatro Stabile fra produzioni e spettacoli ospitati, metterebbe nell’elenco la coppia Patrizia Milani-Carlo Simoni, protagonista di tante produzioni di successo circui­tate poi in tutt’Italia; non potrebbe però trascurare il nome di Fausto Paravidino, che proprio a Bolzano è artisticamente nato e cresciuto; e quale nome potrebbe ignorare fra quelli di 26

Paolo Bonacelli, Gabriele Lavia, Paolo Poli, Glauco Mauri, Franco Branciaroli? Troppo lungo sarebbe anche l’elenco di Thomas Seeber e Irene Girkinger che hanno diretto le Vereinigte Bühnen: dovrebbero sciorinare i titoli di una mezza dozzina di musical “made in Bolzano”, vantare l’arrivo su quel palcoscenico della superstar tedesca Matja Koleznik, elencare tutti gli spettacoli dedicati alla realtà locale. Figurarsi poi l’imbarazzo di Manfred Schweigkofler e di Emanuele Masi nel dover elencare il meglio degli spettacoli d’opera e di danza prodotti e importati in questi vent’anni: il primo si vanterebbe di aver prodotto il musical su Ötzi e Dolomytica e di aver portato qui la Fura dels Baus, il secondo di aver ospitato al Festival Bolzano Danza in esclusiva italiana la trasgressiva Tragédie di Olivier Dubois nel 2013, con diciotto danzatori/ danzatrici nudi sul palco per 90 minuti. Il Circolo


Paolo Fresu

Stefano Bollani

Eimuntas Nekrošius

Mariangela Melato

La Comune potrebbe scegliere un nome a caso fra i migliori comici italiani portati su quel palco; e l’associazione L’Obiettivo dei suoi vent’anni di Musa Leggera (operette e musical) citerebbe almeno la brillante versione di Metropolis firmata nel 2005 da Ivan Stefanutti. Last but not least, il nuovo direttore dello Stabile Walter Zambaldi; che dovrebbe scegliere - dentro le quattro stagioni sinora firmate - se vantare il tour infinito con Paolo Rossi, l’immaginifico spettacolo costruito attorno a Stefano Bollani o quello su Chet Baker affidato a Paolo Fresu. Lasciando a tutti la propria fetta d’imbarazzo, divoriamo la nostra in soli sei “bocconi”: una piccola lista di eventi memorabili, privilegiando gli interpreti. Claudio Abbado: il 7 giugno del 2001 diresse la Mahler Chamber Orchestra in un Simon Boccanegra, che i puristi non ricordano come indimenticabile ma che ha inciso il nome del grande direttore nei

Paolo Rossi

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Patrizia Milani Julia Gschnitzer

Lukas Spisser

Marie Therese Futterknecht

Gerti Drassl

Lukas Lobis / Thomas Hochkofler

Paolo Poli

marmi di questo teatro. Carisma inarrivabile, quello del Maestro che ha legato il suo nome alla nostra città grazie al prezioso progetto delle orchestre giovanili europee. Eimuntas Nekrošius: il geniale regista lituano, scomparso a fine 2018 a soli 66 anni, ha portato il suo Otelas nel gennaio del 2002, Hamletas nel 2004, Idiotas nel 2011. E ha confermato anche qui di essere stato un vero Maestro del teatro europeo, mostrandoci la possibilità di un teatro senza confini, accostando materialità e visionarietà. Mariangela Melato: l’elenco degli artisti scomparsi da questa vita ma non dalla storia del nostro teatro si chiude con l’attrice milanese, applaudita a Bolzano in tre diversi spettacoli: più che per la Fedra di Racine o per i Miserabili in scena nel 2010, noi la vogliamo ricordare per Chi ha paura di Virginia Woolf?, diretta e affiancata sul palco da Gabriele Lavia. Eros Pagni: è un mattatore del teatro italiano, uno che strappa l’applauso variando appena il tono della voce o aggrottando un sopracciglio. Di applausi ne ha raccolti in quantità con Aspettando

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Godot nella stagione 2010/2011 e con Minetti nel 2017, anche se noi vogliamo ricordarlo per la magistrale prova in Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller (era il febbraio del 2006). Alessandro Gassmann (scritto proprio così, con la seconda enne che ha recuperato dal cognome originale della sua famiglia) rappresenta il presente e il futuro del teatro italiano. E a Bolzano lo ha dimostrato soprattutto con un potentissimo Riccardo III (gennaio 2014), del quale era regista e interprete. Le “opzioni” delle VBB: per il teatro tedesco – ma anche bilingue – vogliamo premiare il meno teatrale degli spettacoli, ma anche il più coraggioso: Option. Tracce di memoria, varato nel 2014 e ripreso proprio quest’anno, è stato un happening che ha spalancato le porte del Teatro Comunale e aperto le quinte e i corridoi a un pubblico senza barriere linguistiche e a un tema che ha esaltato la vocazione delle VBB a esplorare la realtà locale. Bravi, bis. * Giornalista


Die Schutzbefohlenen, VBB 2015/16

VOCI DEL T E AT R O

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DIETRO LE QUINTE ... A L F R ED O BAGAT I N «ama varare le navi».

Così ha fatto dall’inizio degli anni ’80, affiancando Vittorio Garavelli nella gestione del Teatro Comunale di Gries a Bolzano e prendendone il posto nel 1990. Dalla fine degli anni ’90 al 2018, anno della pensione, ha gestito la parte tecnica del Teatro Comunale e dell’Auditorium di Bolzano.

G IA N C A R LO T U R ATO, tecnico di

consolidata esperienza. Prima per il Teatro Stabile di Bolzano, dove ha cominciato a lavorare nel 1977 ed è stato capo macchinista dal 1982 al 1999. Poi per il Teatro Comunale dove, nel 2017, è diventato Responsabile dei servizi tecnici allo spettacolo. Titolo preferito: Roman e il suo cucciolo, diretto e interpretato da Alessandro Gassmann.

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LEONARD O C ANTELLI è Responsabile dal 1980 al 2019 di vari settori del comparto organizzativo del Teatro Stabile di Bolzano, occupandosi della produzione e della distribuzione degli spettacoli, dei rapporti con le compagnie ospiti e delle tournée. Tra i tanti attori visti e amati sulle scene del Teatro Comunale gli piace ricordare Mariangela Melato, Eros Pagni e Patrizia Milani.

ROBERTO BANC I, bolzanino doc, è sceno-

grafo e costumista dal 1976. Tra i tanti spettacoli, realizzati nel lungo sodalizio con Marco Bernardi per lo Stabile di Bolzano, quello a cui si sente più legato è Le Troiane di Euripide, una tragedia non dissimile a quelle che vive l’umanità ai giorni nostri, dove si erge la fierezza e la dignità di Ecuba e delle donne troiane.


IN A TA RT L ER è dal 2008 Responsabile

Drammaturgia delle Vereinigte Bühnen Bozen, dove si occupa della programmazione, della produzione degli spettacoli e di progetti legati all’educazione teatrale. Ama le pièce visionarie e produzioni in cui emerge la forza della poesia come Immer noch Sturm di Peter Handke o Mother Song di Mokhallad Rasem.

O L IV ER M Ö LT ER , nato a Dortmund nel 1969, è, dal 2004, responsabile della sartoria, del fondo costumi, maschere, guardaroba delle VBB, per le quali ha anche realizzato i costumi di molte produzioni. Ha una predilezione per i grandi allestimenti, come musical e spettacoli storici, dove la sua fantasia può spaziare nella creazione di costumi particolari.

EM A N UELE MA SI , trentino, già direttore

artistico della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, dal 2013 è direttore artistico del Festival Bolzano Danza, organizzato dal 2015 dalla Fondazione Haydn. Spettacolo del cuore:

Il flauto magico con la regia di Daniele Abbado, che fu, nel 2002, la produzione per cui collaborò per la prima volta col Teatro Comunale di Bolzano.

MATTHIAS LOŠEK, direttore artistico del

Festival di Bregenz per il settore contemporaneo dal 2000 al 2007, e, dal 2010 al 2015, del Festival Wien Modern, è attualmente direttore artistico di OPER.A 20.21 alla Fondazione Haydn. Consapevole che «più di tutto si amano i propri figli», ha nel cuore due produzioni della Haydn: Lulu di Alban Berg e Written on Skin di George Benjamin.

LUC IO PAONE ama tutti i piccoli e i grandi

passi che ha mosso La Musa Leggera, la ventennale rassegna de L’Obiettivo dedicata al teatro musicale leggero: una galleria di operette, commedie musicali, ospiti illustri, prestigiose produzioni e “prime”, fra le quali ricorda in particolare Metropolis, il musical di Ivan Stefanutti con le musiche dei Queen e di Giorgio Moroder.

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N O I , V I S T I D A L L’ E S T E R N O . . . N IC C O LÒ PI PI TO N E, 13 anni, studente di

WALTRAUD SANIN, 74 anni, impiegata

G LO R IA M A R A STO N I , classe 1938, è abbonata dagli anni Sessanta, una passione irrinunciabile, insieme alla lettura e alle camminate. Paolo Poli e Pippo Delbono i suoi artisti preferiti, molti gli spettacoli fra cui La parola ai giurati con Alessandro Gassmann, Il piacere dell’onestà con Leo Gullotta, Il padre di Zeller e L’ora di ricevimento di Stefano Massini.

EVA MARIA BERNHARD è caposervizio

S US A N N E BA RTA , 52 anni, laurea in

PAOLO MAZZUC ATO, programmistaregista di Rai Alto Adige, vede questa “casa” come quei nuovi villaggi scolastici, in cui sono riuniti diversi indirizzi: il liceo, l’istituto tecnico, le medie e l’istituto musicale. Bilingui, per di più. In questo teatro, dice, lavora silenzioso un motore di creatività e di confronto che accompagna la società verso il suo domani.

terza media, è abbonato al Teatro Stabile di Bolzano dalla stagione 2016/17. Nel tempo libero si divide tra il teatro (fa parte del gruppo Giovani in scena young da 3 anni) e il triathlon (nuoto, corsa e bici). È un grande fan di Marco Paolini. Tra gli spettacoli in cartellone quest’anno al Teatro Comunale ha amato molto Turandot dell’Opera di Pechino.

diritto e laurea magistrale in “Solution Focused Coaching and Management”, lavora come pubblicista, moderatrice e coach con particolare attenzione a temi che riguardano il futuro. Abbonata alle VBB dal 2015, il suo spettacolo preferito è stato, fino ad ora, Die Hauptstadt di Robert Menasse, visto nel gennaio 2019.

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contabile, è abbonata alle VBB dal 1992. Il teatro è da sempre una sua grande passione, tanto da aver anche lavorato al Freilichttheater Unterland. Un tempo andava volentieri a sciare e oggi non rinuncia ai lavori di giardinaggio. Tra gli spettacoli, tutti visti alle VBB, sceglie Sonny Boys, Die Hauptstadt e Option – Tracce di Memoria.

della redazione cultura del quotidiano Dolomiten. È innamorata del suo lavoro e trascorre il suo tempo libero fra teatri, concerti e gallerie d’arte, ma la sua passione più grande è viaggiare. Ha due spettacoli nel cuore, visti al Teatro Comunale: Otelas e Hamletas di Eimuntas Nekrošius.


FON DAZI O N E T E AT RO CO M UN ALE E AU D I TO RI UM B O L ZAN O 39100 Bolzano, Piazza Verdi 40 info@fondazioneteatro.bolzano.it www.fondazioneteatro.bolzano.it

IMP RE SSUM © Fondazione Teatro Comunale e Auditorium Bolzano | Piazza Verdi 40 | 39100 Bolzano In collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano, Vereinigte Bühnen Bozen, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento E DIT I N G Claudia Cannella R EDAZI O N E Mariaclara Pagano, Stefano Cattozzo, Helena Soppera TR A D UZI O N E Helena Soppera, Monica Rungaldier, Roberta Cattoni, Stefano Cattozzo PHOTO Federico Pedrotti, pag. 2, 7, 12, 14, 15, 18, 30, 31 | Franco Tutino, pag. 4, 20 | Archivio FTCA, pag. 5 | Archivio Storico Città di Bolzano, pag. 6, 9 | Archivio Casa della Cultura Walther von der Vogelweide, pag. 10 | Archivio Piccolo Teatro Carambolage, pag. 10 | Archivio Castel Mareccio, pag. 11 | Archivio Circolo Cittadino Bolzano, pag. 11 | Archivio Comune di Bolzano, pag. 11 (Teatro Comunale Gries) | Hermann Maria Gasser, pag. 16, 23, 28 (J. Gschnitzer) | Tommaso Le Pera, pag. 22, 26 (P. Bonacelli), 28 (P. Milani) | Christoph Sebastian, pag. 23 | Claudia Corrent, pag. 24 | Angelo Redaelli, pag. 25 (G. Mauri, R. Sturno) | Raffaello Raimondi, pag. 26 (C. Abbado) | Filippo Milani, pag. 26 (G. Lavia) | Gianmarco Chieregato, pag. 26 (A. Gassmann) | Claudio Porcarelli, pag. 27 (M. Melato) | Roberto Cifarelli, pag. 27 (P. Fresu) | D. MatvejevC, pag. 27 (E. Nekrošius) | Valentina Cenni, pag. 27 (S. Bollani) | Gioia Casale, pag. 27 (P. Rossi) | Fiorenzo Niccoli, pag. 28 (P. Poli) | Yasmina Haddad, pag. 28 (G. Drassl) | Gregor Khuen Belasi, pag. 28 (L. Spisser), (L. Lobis, T. Hochkofler), 29 | Sabine Hauswirth, pag. 28 (M. Futterknecht) | Othmar Seehauser, pag. 32 GR A P H I C D E SI G N blauhaus.it, Bolzano S TA M PA Karo Druck S.a.s. Luglio 2019


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