APPUNTI PER UN’INTRODUZIONE/1 di Alberto Aghemo CHE COSA RIMANE? Nota occasionale a cinquanta anni dalla morte di Nicola Chiaromonte E alla fine, «quando giunge l’ora […] ma “che cosa rimane?”. Che cosa rimane del seguito di giorni e d’anni vissuto come si poteva e cioè secondo una necessità di cui neppure ora riusciamo a decifrare la legge, ma insieme come capitava, e cioè a caso?»1. La domanda, intrinsecamente ardua e filosoficamente complessa, al tempo stesso ambiziosa e insidiosa, esclude una risposta definitiva che non abbia velleità metafisiche o ambizioni poetiche. Tanto più se applicata alla vicenda – originale e quanto mai rara – di un intellettuale complesso, controverso, asistematico, ellittico come Nicola Chiaromonte, pensatore potente quanto indolente, generoso dispensatore di intelligenza quanto prodigo dissipatore di saperi: un apolide culturale in un contesto, quale quello dell’Italia del Novecento, che esigeva schieramenti, bandiere, appartenenze. Refrattario all’ideologia così come alla sistematicità, Chiaromonte non fu “collocabile” né tra chiese o partiti, né tra generi letterari o speculativi. Pressoché tutti coloro che lo hanno incontrato – e parliamo di alcune tra le più alte figure intellettuali italiane, europee e americane – hanno immediatamente colto questo tratto affatto peculiare della sua personalità e ne sono rimasti immediatamente affascinati (o, più raramente, respinti). Tra le tante testimonianze si può qui ricordare quella di un altro grande protagonista del Novecento che ha con lui condiviso grandi esperienze culturali e ideali negli anni più drammatici dello scorso secolo, Ignazio Silone, che così ricorda l’impressione ricevuta dal primo incontro, avvenuto in Svizzera nel 1934, tra i due giovani esuli: Ricordo ancora la forte impressione che Chiaromonte mi lasciò fin dal 1 Nicola Chiaromonte, Che cosa rimane: taccuini 1955-1971, a cura di Miriam Chiaromonte, il Mulino, Bologna 1995. Ora in Lo spettatore critico. Politica, filosofia e letteratura, con un saggio introduttivo, cronologia e note di Raffaele Manica, I Meridiani, Mondadori, Milano 2021, p. 445 e sgg.