Quaderno scrittura 2013

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“Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati.” Ryszard Kapuscinski, In viaggio con Erodoto

E poi ci sono le parole. Alle impressioni scritte a caldo dai ragazzi, postate sui social network della Fondazione Fossoli nei giorni del viaggio in Polonia nel 2013, abbiamo affidato il compito di aprire la raccolta di scritti che gli studenti ci hanno restituito in questi dieci anni di viaggio. Flash lanciati da una esperienza che si rivela forte, per la quale i ragazzi stessi chiedono tempo perché sedimenti e possa reagire alla riflessione, così da rendere le emozioni porte alla comprensione.

immagini e parole da “Un treno per Auschwitz” (2005-2014) Seguono tre numeri di Smoll, il giornale telematico creato nel portale delle scuole superiori modenesi: tre numeri monografici (2007-2009) che la vivace e creativa redazione di studenti ha dedicato alle voci dei coetanei rientrati dal viaggio ad Auschwitz. Sono testi diversi per modalità espressive e sguardi, ma tutti si aprono su un universo giovanile che vuole – e sa- misurarsi con esperienze complesse e fuori dall’ordinario, che deve farci riflettere sugli stereotipi con cui sbrigativamente vengono identificati. Infine gli esiti dei laboratori di scrittura creativa, condotti negli anni 2012-14 da Carlo Lucarelli e Paolo Nori, confluiti in tre quaderni; un esercizio di scrittura cui gli studenti hanno lavorato con passione per imparare prima di tutto ad affinare lo sguardo, poi per rendere efficace e personale la loro capacità di dire. Nell’insieme queste scritture documentano e fermano un’esperienza, ma definirli documenti sarebbe riduttivo. E’ un patrimonio che contribuisce a dare qualità al progetto “Un treno per Auschwitz”, una sorta di itinerario privilegiato nell’ universo di emozioni, riflessioni, dubbi, domande ma anche nell’immaginazione che quasi due generazioni di giovani ci consegnano. Parole cui, a dispetto di banali luoghi comuni, i ragazzi, ma possiamo dire le persone, ricorrono fiduciosi quando ne vedono il senso e la necessità.


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