Le Venezie n. 49 anno 2021

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cultura e territorio 2

I QUARANT’ANNI DEL PREMIO MASI 40 YEARS OF THE MASI PRIZE di Gabriele Colleoni

8 Anno 17 - Numero 49 - Agosto 2021 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA

“PER VENEZIA SOGNO UN FUTURO NELLA RICERCA” “FOR VENICE, I DREAM OF A FUTURE IN RESEARCH” di Isabella Bossi Fedrigotti

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DOPO-COVID, UNA LOGICA DI SQUADRA PER RICOSTRUIRE POST-COVID, REBUILDING WITH TEAM THINKING di Paolo Possamai


sommario | contents cultura e territorio

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I QUARANT’ANNI DEL PREMIO MASI 40 YEARS OF THE MASI PRIZE

8 Anno 17 - Numero 49 - Agosto 2021 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA

“PER VENEZIA SOGNO UN FUTURO NELLA RICERCA” “FOR VENICE, I DREAM OF A FUTURE IN RESEARCH”

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DOPO-COVID, UNA LOGICA DI SQUADRA PER RICOSTRUIRE POST-COVID, REBUILDING WITH TEAM THINKING di Paolo Possamai

In copertina. Gondoliere, di Fulvio Roiter, tratto da Essere Venezia, Magnus Edizioni Spa, 1977 Cover photograph. Gondoliers, by Fulvio Roiter, extract from Essere Venezia, Magnus Edizioni Spa, 1977

In redazione

Dora Stopazzolo Cristina Valenza Elisa Venturini

Traduzioni

Stephen Hobley

Impaginazione e stampa Tipografia La Grafica Vago di Lavagno (Vr)

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di Isabella Bossi Fedrigotti

Gabriele Colleoni

di Gabriele Colleoni

Premio Masi: “visione e coraggio” le parole chiave della 40 ma edizione The Masi Prize: “vision and courage” the key words of the 40th edition

di Gabriele Colleoni

Direttore responsabile

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Venezia: precarietà e bellezza, una lezione millenaria Venice: precariousness and beauty, a millenary lesson

Referenze fotografiche

Archivio Fondazione Masi Archivio Masi Archivio Serego Alighieri Archivio Venice Foundation Fondazione Musei Civici di Venezia Michele Crosera Giuseppe Milani Procuratoria di San Marco Venezia Fulvio Roiter Jacopo Salvi

Hanno collaborato

Sabrina Barbieri Isabella Bossi Fedrigotti Sergio Frigo Marisa Fumagalli Bonifacio Pignatti Paolo Possamai Diego Tomasi

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di Gabriele Colleoni

“Non solo turismo, per la mia Venezia sogno un futuro nella ricerca” “Not just tourism, but for my Venice I dream of a future in research” di Isabella Bossi Fedrigotti

“Della gloriosa epopea della Serenissima resta il mito” “What remains of the glorious epoch of the Serenissima is the legend” di Bonifacio Pignatti

La gondola: intramontabile simbolo di una città che vive sull’acqua The gondola: timeless symbol of a city that lives on water

di Marisa Fumagalli

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Venezia e il cinema, un’affinità elettiva Venice and the cinema, a natural affinity

di Sergio Frigo

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Dante e quel “Calor del sol che si fa vino” Dante and that “Heat of the sun that is turned into wine” di Sabrina Barbieri

“Dopo il Covid ricostruiamo con una logica di squadra” “After Covid we will rebuild with team thinking” di Paolo Possamai

Il suolo e l’agroecologia al servizio della sostenibilità ambientale Soil and agroecology at the service of sustainability

di Diego Tomasi

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Le 67 colonne per rilanciare l’Arena di Verona The 67 columns to relaunch the Arena in Verona

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Redazionale

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Lo studioso della civiltà e dell’identità delle Venezie The scholar of the culture and identity of the Venetian regions

Redazionale

© 2021 – Fondazione Masi Villa Serego Alighieri Gargagnago di Valpolicella (Verona) Testi e immagini possono essere riprodotti, anche parzialmente, con autorizzazione Pubblicazione realizzata con il contributo di Masi Agricola SpA Anno 17 - Numero 49 - Agosto 2021 - pubblicazione quadrimestrale Registrata presso il Tribunale di Verona il 24 giugno 2005, n. 1669

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Le Fondazioni Masi e Cariverona: sei concerti in Valpolicella Masi and Cariverona Foundations: six concerts in Valpolicella

Redazionale

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Dalla Fondazione Masi: flash Newsflash from the Masi Foundation


EDITORIALE EDITORIAL

VENEZIA: PRECARIETÀ E BELLEZZA, UNA LEZIONE MILLENARIA VENICE: PRECARIOUSNESS AND BEAUTY, A MILLENARY LESSON di Gabriele Colleoni

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nsieme al centenario dantesco, nel 2021 ricorrono anche i 1600 anni di vita di Venezia. Al tema dedichiamo un’ampia sezione di questo numero, che annuncia anche i Premi Masi, per andare alla ricerca delle impronte più importanti lasciate dalla millenaria storia di questa città e, al tempo stesso, per cercare i possibili orizzonti di un futuro sostenibile per questo fragile patrimonio dell’umanità, all’indomani dello choc prodotto dal Covid. Proprio in questa duplice esplorazione si comprende quanto la storia della Serenissima andrebbe considerata come ‘lezione’ più generale: anche nella precarietà si può arrivare a risultati grandiosi, si può generare e costruire bellezza. Sarebbe utile interrogarci a fondo su come una città costruita di fatto su palafitte ed esposta all’aleatorietà di acque che si alzano e si abbassano, sia arrivata a festeggiare sedici secoli di vita, assurgendo nel frattempo a simbolo universale di bellezza. E se la traccia di una risposta sulla ‘sostenibilità’ di lunga durata di Venezia, fosse offerta da ‘visione’ e ‘coraggio’, cioè dalle due parole-chiave che hanno orientato quest’anno la scelta dei premi Masi? La visione e il coraggio delle tante generazioni che nel tempo hanno contribuito a far crescere Venezia e il suo mito. Due parole-chiave che interpellano anche le ultime generazioni chiamandole a scelte e progetti responsabili e sostenibili perché la ‘precarietà’ con cui dobbiamo fare i conti nel presente si trasformi non in una scusa per rassegnarsi al corso delle cose, ma piuttosto in un incentivo a mobilitare tutte le migliori capacità ed energie per stupire in futuro, con nuove ed insperate bellezze, soprattutto noi stessi.

T

he 700th anniversary of Dante’s death in 2021 also happens to mark 1600 years since the foundation of Venice. We are devoting a large part of this edition announcing the winners of the Masi Prize to the city as well, in search of the most important lessons in the history of its thousand-year-old republic, and at the same time looking for possible reference points for a sustainable future for its fragile legacy in the aftermath of the shock produced by the Covid pandemic. It is this dual exploration that reveals the importance of Venice’s history not only in its own right, but also as a sort of general ‘lesson’. The lesson being that even in the midst of precariousness great results can be achieved, and even precariousness can build and nourish beauty. Let’s ask ourselves how a city built on wooden piles and exposed to the effects of the rising and falling waters of a lagoon has come to celebrate sixteen centuries of life while remaining a universal symbol of beauty. What if the answer to the long-term ‘sustainability’ of Venice lay in the concepts of ‘vision’ and ‘courage’, in other words the same concepts that have been the guiding lights for the Masi Prize this year? The vision and courage of many generations have contributed to the birth and growth of Venice and its legend over time. These two key words are also an appeal to the new generation, exhorting them to make responsible and sustainable choices for Venice, but also for everything else. So that the ‘precariousness’ we have to deal with now does not turn into an excuse to resign ourselves to inactivity, but rather into an incentive to strive our utmost to amaze ourselves above all, with new and unexpected ideas of beauty in the future.

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PREMIO MASI MASI PRIZE

PREMIO MASI: “VISIONE E CORAGGIO” LE PAROLE CHIAVE DELLA 40a EDIZIONE THE MASI PRIZE: “VISION AND COURAGE” THE KEY WORDS OF THE 40th EDITION di Gabriele Colleoni

La premiazione delle cinque eccellenze torna alle origini nella pieve di San Giorgio The awards ceremony for the five winners returns to its origins at San Giorgio Sono il fisico Roberto Battiston, la ricercatrice ambientalista Jane da Mosto e il musicista ingegnere Paolo Fazioli i Premi Masi Civiltà Veneta 2021. Va invece al professore e scrittore Attilio Scienza il riconoscimento Civiltà del Vino mentre ad essere insignita del Grosso d’Oro Veneziano è la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo. Il Premio Masi festeggia con questi vincitori i 40 anni di vita e lo fa all’insegna del binomio ‘visione e coraggio’ che i premiati hanno saputo esprimere attraverso la loro attività e le loro scelte. Un fil rouge che vuole proporsi come indicazione più generale in questo tempo faticoso di rinascita e di ricostruzione dopo la drammatica esperienza della pandemia e, contemporaneamente, come rilancio prospettico, nel tagliare un importante traguardo della sua storia, delle finalità stesse del Premio fin dalla sua prima edizione del 1981: quelle di riconoscere – con visione e coraggio – i talenti legati all’area storica delle Venezie, nei vari campi dell’attività umana, per indicarli come preziosi punti di riferimento nella crescita civile, culturale ed economica del nostro territorio e del nostro Paese. E, quasi a suggello della continuità, la cerimonia di premiazione del quarantennale, prevista per sabato 23 ottobre, torna nel luogo che a lungo l’ha ospitata in passato: la suggestiva pieve longobardo-romanica di San Giorgio in Valpolicella. 2

The Masi Civiltà Veneta Prize 2021 goes to physicist Roberto Battiston, environmental researcher Jane da Mosto and the mechanical engineer and musician Paolo Fazioli. Writer and professor and Attilio Scienza wins the Civiltà del Vino Prize, while the Grosso d’Oro Veneziano is awarded to Senator for Life and scientist Elena Cattaneo. With these winners, the Masi Prize celebrates its 40th anniversary, and does so in recognition of the dual ‘vision and courage’ that the Prize-winners have shown through their actions and choices. The theme applies both as a general motto in this difficult time of rebirth and reconstruction after the dramatic events of the pandemic and as a reference point for a relaunch of the Masi Prize itself as it reaches its 40th anniversary, an important milestone in its history. Since its foundation in 1981, the Masi Prize has sought to identify exactly this ‘vision and courage’ that outstanding personalities connected with the Venetian regions have shown in different fields of human activity, to highlight their importance in the civil, cultural, and economic growth of the region and the country. Underlining the continuity of this undertaking, the awards ceremony for the 40th anniversary, scheduled for Saturday 23 October, will return to the place that hosted it at its outset, the beautiful Longobard-Romanesque parish church of San Giorgio in Valpolicella.


Roberto Battiston Premio Masi per la Civiltà Veneta Masi Civiltà Veneta Prize È dello scorso giugno la prestigiosa nomina nel ‘board’ di 10 superesperti dell’Agenzia Spaziale europea incaricati di indicare le linee guida per il futuro. Una designazione che ‘risarcisce’ il trentino Roberto Battiston dell’allontanamento forzato nel 2018 dalla presidenza dell’Agenzia Spaziale Italiana dopo quattro anni e mezzo di competente gestione. Intanto, però, negli ultimi due abbiamo conosciuto, sotto altre vesti, il brillante fisico sperimentale, tra i maggiori esperti di raggi cosmici: quelle del ricercatore che grazie a modelli matematici messi a punto nel corso dei suoi studi, ha monitorato l’andamento del Covid-19 (lo ha spiegato nel suo libro La matematica del virus: i numeri per capire e sconfiggere la pandemia), e continua ad occuparsene collaborando con Agenas, l’Agenzia che si occupa della valutazione delle politiche sanitarie delle Regioni. Impegnato da oltre tre decenni nello studio della fisica fondamentale e nello sviluppo di rivelatori innovativi di tecnologie avanzate per la sperimentazione nel campo delle particelle elementari, il 65enne docente dell’Università di Trento ha svolto ricerche in team internazionali, prima nel campo della fisica sperimentale delle interazioni fondamentali con gli acceleratori e poi nel settore spaziale, studiando in particolare i raggi cosmici, ricerche cui ha contribuito in ruoli di primaria responsabilità.

Last June, he was appointed to the ‘board’ of the 10 illustrious super-experts of the European Space Agency responsible for setting guidelines for the future. This prestigious appointment for Trentino-born Roberto Battiston was ‘in compensation’ for his forced departure from the presidency of the Italian Space Agency in 2018, which he had successfully run for the previous four and a half years. In the meantime, we have come to know this brilliant experimental physicist in another guise: that of a researcher who uses his own mathematical models to monitor the progress of Covid 19. He explains all this in his book The mathematics of the virus: the numbers to understand and defeat the pandemic and continues his work on the project in collaboration with AGENAS, the agency that monitors the health policies of Italian Regions. For over three decades, he has been involved in the study of fundamental physics and the development of innovative detectors and advanced technologies for experimentation in the field of elementary particles. The 65-year-old lecturer at the University of Trento has been part of international research teams, first in the field of the experimental physics of fundamental interactions with accelerators and then in the space sector, studying cosmic rays in particular, which has been his area of primary research responsibility. 3


Jane da Mosto Premio Masi per la Civiltà Veneta Masi Civiltà Veneta Prize Nell’anno in cui ricorrono i 1600 anni della sua fondazione, tra i premiati per il riconoscimento Civiltà Veneta non poteva mancare una personalità che, alla tutela di Venezia, si sia votata come Jane da Mosto. Nata in Sudafrica, ha vissuto e si è formata a Londra, ma ha scelto di vivere nella città lagunare, dove la madre aveva una casa, perché “qui è possibile determinare il ritmo della vita che si desidera: la gente dice che questa è una città lenta ma in realtà ti dà energia, perché si controlla il proprio destino”. Attivista e fondatrice dell’Organizzazione non governativa “We are here Venice”, Jane da Mosto è una scienziata impegnata nella tutela e difesa di Venezia al motto di “Venezia per i veneziani, Venezia per il mondo”. Dopo la laurea in Zoologia ad Oxford e un master in Tecnologia Ambientale all’Imperial College di Londra, ha svolto ricerche in vari campi, dalla valutazione ambientale (Fondazione Mattei a Milano) al rafforzamento dei legami tra scienza e politiche sostenibili anche attraverso progetti finanziati dall’Unione Europea. Tra i tanti progetti, un censimento delle ricerche sui cambiamenti climatici per la sede italiana del Programma Geosfera-Biosfera. È coautrice del libro The Science of Saving Venice la scienza di salvare Venezia perché, sostiene, “la laguna è una delle più preziose aree ambientali di tutto il Mediterraneo”. 4

In the year that marks the 1600th anniversary of the founding of the city, the Civiltà Veneta Prize could not fail to include a personality who is as committed to the protection of Venice, such as Jane da Mosto. Born in South Africa and educated in London, she chose to live in the city where her mother had a house, because “here you can live life at your own pace: people say this is a slow city but in reality it energizes you, since you control your own destiny.” Activist and founder of the non-governmental organisation “We are here Venice”, Jane da Mosto is a scientist who defends Venice with the slogan “Venice for the Venetians, Venice for the world”. After a degree in Zoology from Oxford and a master’s degree in Environmental Technology from Imperial College London, she went on to carry out research in various fields, from environmental assessment (Fondazione Mattei in Milan) to strengthening the links between science and policies to do with sustainability, including projects funded by the European Union. Her many studies include a census of climate change research for the Italian branch of the Geosphere-Biosphere Programme. She is co-author of the book The Science of Saving Venice because, as she says, “the lagoon is one of the most precious environmental areas in the whole Mediterranean.”


Paolo Fazioli Premio Masi per la Civiltà Veneta Masi Civiltà Veneta Prize Ci voleva il coraggio e la visione di un ingegnere come Paolo Fazioli con una spiccata passione musicale, per sfidare le grandi case storiche (straniere) di produzione dei pianoforti a coda e avviarne quarant’anni fa, nello stesso anno in cui nasceva il premio Masi, la produzione di una tutto made in Italy. “Se la mia passione per la musica non avesse incontrato la conoscenza dell’ingegneria non sarei qui”, riconosce oggi Fazioli, classe 1944. Divenne friulano d’adozione da quando decise di aprire la sua fabbrica di pianoforti a Sacile, in un territorio dalla solida tradizione nella lavorazione del legno. Oggi i pianoforti Fazioli – prodotti in sei modelli per 140 esemplari l’anno in un contesto di alto valore artigianale e di avanzata ricerca tecnologica – sono ormai un brand, consacrato dalla presenza nelle più importanti istituzioni mondiali dell’alta formazione pianistica come la celebre ‘Juilliard School’ di New York che di recente ha acquistato un grancoda Fazioli, rompendo un monopolio che da oltre 80 anni la legava all’acquisto dal più celebre marchio americano. Dal 2004, poi, accanto alla fabbrica della cittadina friulana Fazioli ha voluto sorgesse una modernissima Concert Hall da oltre 200 posti, come contributo alla valorizzazione del mondo dell’arte e della cultura. Una storia, la sua, raccontata ora nello splendido libro edito da Rizzoli Pianoforti Fazioli. Dal sogno al suono.

It took the courage and vision of an engineer like Paolo Fazioli, with a strong passion for music, to challenge the great established (foreign) grand piano manufacturers and start producing an all-Italian one forty years ago, in the same year that the Masi Prize was born. “If my passion for music had not been complemented by my knowledge of engineering, I would not be here,” Fazioli, born in 1944, acknowledges today. The decision to open his piano factory in Sacile, with its long tradition of woodworking, made him Friulan by adoption. Today, Fazioli makes 140 pianos per year, split between 6 models, each of which combine high craftsmanship with advanced technological research. The Fazioli brand now has a presence in the world’s most important musical institutions, such as the famous ‘Juilliard School’ in New York, which recently purchased a Fazioli Grandcoda, breaking the 80-year-old monopoly that had previously tied it to America’s most famous manufacturer. In 2004, Fazioli decided to build an ultra-modern 200seat Concert Hall next to his factory in Friuli as part of his contribution to the world of art and culture. His story is now told in a splendid book published by Rizzoli: Fazioli pianos. From dream to sound. 5


Attilio Scienza Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino International Masi Civiltà del Vino Prize Professore universitario, scrittore e divulgatore sui temi della viticoltura, considerato tra i massimi studiosi della fisiologia della vite e dell’interazione tra vite e territorio, è Attilio Scienza ad essere insignito quest’anno del Premio Internazionale Civiltà del Vino. A lungo docente di Miglioramento genetico della vite all’Università degli Studi di Milano, ha dato un contributo fondamentale negli studi genetici sia di varietà autoctone e rare sia di varietà internazionali. Da decenni è impegnato nella ricerca sul miglioramento genetico delle varietà con l’incrocio e la selezione clonale e nello studio delle viti resistenti ai repentini mutamenti climatici e agli agenti patogeni. È un convinto sostenitore della tecnica cisgenica in viticoltura, che sposta un gene da una pianta ad un’altra della stessa specie. I risultati delle sue ricerche sono raccolti in centinaia e centinaia di pubblicazioni scientifiche, e in una quindicina di libri, anche divulgativi. “È fondamentale sviluppare la ricerca in generale e, in particolare, il digitale, ha dichiarato di recente. Con la viticoltura 4.0. e la space economy abbiamo la possibilità di usare i satelliti per migliorare la nostra conoscenza sui terroir, sulla vocazionalità delle diverse aree di coltivazione della vite. La scienza consente di fare una zonazione di precisione per non sbagliare più sulla qualità…”. 6

Attilio Scienza, the university professor, writer, and communicator on the subject of viticulture, is regarded as one of the leading scholars of the physiology of vines and the interaction between vines and the land. This year he is the recipient of the International Civiltà del Vino Prize. A long-time professor of the genetic improvement of vines at the University of Milan, he has made a fundamental contribution to the genetic studies of both native and rare varieties and international grape varieties. For decades, he has been involved in research on the genetic improvement of grape varieties through crossbreeding and clonal selection, and in the study of vines resistant to sudden climatic change and pathogens. He is a strong advocate of the cisgenic technique in viticulture, which transfers a gene from one plant to another plant of the same species. The results of his research are collected in literally hundreds of scientific publications, and in some fifteen books, including popular ones. “With viticulture 4.0 and the ‘space economy’, we can use satellites to improve our knowledge of different terroirs of vine cultivation. Science makes precision zoning possible, so we no longer make mistakes with regard to quality…”


Elena Cattaneo Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano International Grosso d’Oro Veneziano Prize È stato infine attribuito a Elena Cattaneo, il Premio Grosso d’Oro Veneziano, che dal 2003 viene assegnato a personalità distintesi nel diffondere un messaggio di pace e di progresso civile nel mondo. Biologa di fama internazionale (ha lavorato anche presso il Massachusetts Institute of Technology di Boston) e docente di Farmacologia, la neuroscienziata milanese dirige il Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle malattie neurodegenerative dell’Università di Milano. È inoltre attiva sostenitrice di iniziative umanitarie per l’assistenza sanitaria alle popolazioni di aree isolate in paesi come Colombia e Venezuela. Per meriti scientifici e umanitari nel 2013 è stata nominata senatrice a vita dal presidente Giorgio Napolitano. “Il Grosso d’Oro – spiega la Giuria – è un riconoscimento per il suo impegno costante in Italia e all’estero in difesa della ricerca scientifica, della razionalità e della trasparenza nella comunicazione tra scienza e società civile per il progresso nella convivenza umana”.

Gabriele Colleoni, giornalista, è stato caporedattore de ‘L’Arena’ di Verona ed è ora vicedirettore del ‘Giornale di Brescia’ e direttore della rivista ‘Le Venezie’. Si è occupato di America Latina e cooperazione internazionale. Ha collaborato anche con Radio Vaticana.

Lastly, Elena Cattaneo is awarded the Grosso d’Oro Veneziano Prize, which, since 2003, has been given to personalities who have distinguished themselves in spreading a message of peace and civil progress in the world. An internationally renowned biologist (she has also worked at the Massachusetts Institute of Technology in Boston) and professor of Pharmacology, she is a Milanese neuroscientist and directs the University’s Laboratory of Stem Cell Biology and Pharmacology of Neurodegenerative Diseases. She is also an active supporter of humanitarian initiatives to provide health care in isolated areas of countries such as Colombia and Venezuela. For her scientific and humanitarian merits, she was appointed Senator for Life by President Giorgio Napolitano in 2013. “The Grosso d’Oro”, explains the jury, “is in recognition of her constant commitment, in Italy and abroad, to the defence of scientific research, rationality and transparency in communication between science and civil society for the progress of human coexistence.”

Gabriele Colleoni, journalist, former editor-in-chief of ‘L’Arena’, now deputy editor of the ‘Giornale di Brescia’ and editor of the Magazine ‘Le Venezie’. Has covered Latin America and international co-operation for many years. Has worked in the news service for Vatican Radio.

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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

“NON SOLO TURISMO, PER LA MIA VENEZIA SOGNO UN FUTURO NELLA RICERCA” “NOT JUST TOURISM, FOR MY VENICE I DREAM OF A FUTURE IN RESEARCH” di Isabella Bossi Fedrigotti

A colloquio con Franca Coin in occasione dei 1600 anni di fondazione della città Talking to Franca Coin on the 1600th anniversary of the foundation of the city Se c’è una vera regina di Venezia autorizzata a parlare If there is a true Queen of Venice, authorised to speak della Serenissima e del suo futuro nel milleseicenteabout the Serenissima and its future on the 1600th ansimo anniversario della fondazione è Franca Coin che niversary of its foundation, it is Franca Coin, who has da quarant’anni instancabilmente s’impegna per la sua been a tireless advocate for her city for forty years. She città. È regina di Venezia nonostante la sua famiglia sia is Queen of Venice, despite the fact that her family is originaria della Puglia ed ella stessa sia nata a Trieste originally from Puglia and she herself was born in Tri(non a caso c’è sempre il mare in primo piano nella este (it is no coincidence that the sea has always been sua vita, ieri come oggi) in quanto presidente dell’asin the forefront of her life). She is both President of sociazione ‘Friends of Venice’ oltre a presidente onorathe ‘Friends of Venice’ association and Honorary Presirio della ‘Venice International Foundation’ di cui è stata dent of the ‘Venice International Foundation’, which presidente per ben venticinque anni. Ha parlato, viagshe headed for 25 years. She has worked tirelessly for giato, brigato, inventato, organizzato Venice: speaking, travelling, cajoling, in nome della città sulla laguna. and organising in the name of the A conferma del suo ruolo di regina city. In recognition of her status as ancora adesso i gondolieri le fanno Queen even today the gondoliers attraversare gratis i canali. Ma Franca give her free passage over the canon ha trascurato nemmeno la terranals. But Franca has not neglected ferma veneziana, essendo stata per the Venetian mainland either, havcinque anni presidente del Museo ing been President of the Canova Canova di Possagno. Museum in Possagno for five years. Prima di parlare del futuro di VeBefore speaking about the future nezia non può non parlare del suo of Venice, she speaks about its presente. present. “L’anno di lockdown ha messo in “This year of lockdown has highevidenza la sua fondamentale fragiFranca Coin lighted the city’s fundamental fragil8


lità. Certo, Venezia vuota, direi spettrale, piaceva ai suoi ricchi inquilini, ai tanti stranieri ma anche italiani che hanno seconda casa qui e che per quasi un anno hanno potuto godere del suo straordinario fascino senza l’ombra delle orde di turisti che in tempi normali assediano campi e campielli. Ma per la città è stato un tempo di rovina se non di morte, anche se è certo che si riprenderà; si sta già riprendendo, i visitatori stanno di nuovo arrivando.”

ity. Certainly, empty Venice, I would say ghostly Venice, was a pleasure for its wealthy tenants, the many foreigners and also Italians who have a second home here and who for almost a year were able to enjoy its extraordinary charm without being inconvenienced by the hordes of tourists who in normal times besiege the campi and campielli. But for the city it has been a time of ruin, even if it is certain that it will recover, and in fact is already recovering, as visitors are coming again.”

Pagina precedente. Cupola della Creazione a San Marco (particolare) restaurata grazie a Venice International Foundation Preceding page. Close up of the Cupola della Creazione (Saint Mark), restored thanks to the Venice International Foundation Veduta sul Canal Grande con la Basilica di Santa Maria della Salute View of the Grand Canal with the Basilica of Santa Maria della Salute


Ritorno alla normalità, dunque? “Si, ma lo dico con dispiacere perché non è una buona normalità. Quarant’anni fa, quando sono arrivata, Venezia aveva centotrentamila abitanti, ora ne ha cinquantamila. I prezzi delle case, il loro costosissimo mantenimento, l’acqua alta, la difficoltà di spostamento hanno fatto in modo che ottantamila veneziani se ne andassero altrove. E il lockdown ha avuto effetto particolarmente pesante perché la città ormai si basa quasi soltanto sul commercio. Intendiamoci, non ho niente contro il commercio, Venezia ha una secolare tradizione di mercanti geniali e ardimentosi e io stessa – lo dice il mio cognome – sono stata sposata per una vita con un mercante. Ma quando il commercio distrugge ogni altra attività, il suo destino secondo me è segnato, ce lo ha mostrato la pandemia”. Resta, però, il turismo… “Sì, restano milioni di turisti in visita a una città-museo, una meravigliosa città senza una sua vera vita, dunque. Non c’è più un artigiano, per esempio; abbiamo le boutiques del lusso, le stesse che ritroviamo a Milano, a Roma, a Napoli o a Firenze, tutti gli altri negozi stanno in mano a cinesi che vendono il loro made in Venice (cioè per lo più in China), dalle maschere di carnevale, alle borsette di pelle, passando per i ninnoli di vetro. È questa la Venezia che vogliamo?”. E qual è la Venezia che vorrebbe lei? 10

Back to normality, then? “Yes, but I say this with regret because this normality is not ideal. Forty years ago, when I arrived, Venice had 130,000 inhabitants, now it has 50,000. House prices, high maintenance costs, flooding, and the difficulty of getting around have meant that 80,000 Venetians have gone elsewhere. And the lockdown has had a particularly heavy effect on the city as it now relies almost exclusively on trade. Mind you, I have nothing against trade, Venice has a centuries-old tradition of ingenious and daring merchants, and I myself – as my surname suggests – was married to a merchant for a lifetime. But when commerce destroys every other activity, the city’s fate is sealed, in my opinion, as the pandemic has shown us.” But tourism remains… “Yes, millions of tourists remain, visiting a museum city, a wonderful city with no real life of its own. There are no more artisans, for example; we have luxury boutiques, the same ones we find in Milan, Rome, Naples or Florence. All the other shops are in the hands of the Chinese who sell their ‘Made in Venice’ goods (i.e. mostly in China), from carnival masks to leather handbags and glass trinkets. Is this the Venice we want?” What kind of Venice you would like? “I dream of a Venice of research. To begin with, we have a magnificent university with 30,000 students, most of


La Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale in cui Venice International Foundation ha restaurato le dorature del soffitto The Great Council Chamber in the Ducal Palace in Venice where the Venice International Foundation has restored the gilding on the ceiling

“Io sogno una Venezia della ricerca. Per incominciare, abbiamo una magnifica università con trentamila studenti, la maggioranza dei quali è costretta ad abitare altrove perché gli affitti qui sono troppo cari per loro. E quelli che un buco lo trovano si devono rassegnare al fatto che davvero di buco si tratta, eventualmente anche una quasi cantina ‘venduta’ come seminterrato. Ci vuole urgentemente un campus, come anni fa era stato pianificato, e poi dimenticato, che renda più facile e più attraente stu-

whom are forced to live elsewhere because rents here are too expensive for them. And those who do find a hole in the ground have to resign themselves to the fact that it really is a hole in the ground, possibly even a cellar sold as a ‘basement’. We urgently need a campus, as we planned years ago and then did nothing about, to make it easier and more attractive to study here. In my opinion, it is only research – into art, beauty, architecture, and Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia Ca’ Giustinian, seat of the Venice Biennale

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Pagina precedente. La Venere Italica di Antonio Canova, dopo il restauro (Museo Correr, Venezia) Preceding page. Venere Italica by Antonio Canova, after restoration (Museo Correr, Venezia) A lato. Ca’ Rezzonico, sede storica della Venice International Foundation a Venezia This page. Ca’ Rezzonico, the historic seat of the Venice International Foundation in Venice venicefoundation.org/it/home

diare qui. Secondo me è solo la ricerca – sull’arte, sulla bellezza, sull’architettura, sul restauro – che può dare un futuro vero e vivo alla città. E tra i soggetti della ricerca metterei anche la forza del mare e il modo di controllarla: penso naturalmente al Mose e a quanto avremmo potuto e probabilmente potremmo domani insegnare ad altri paesi assediati dall’acqua come Venezia”. Basterà tutto questo? “No, lo so che non basterà. Per questo vorrei che si riuscisse a convincere una serie di Fondazioni mondiali che in qualche modo si occupano di bellezza a fissare la loro sede qui in città, magari su una delle tante isolette della laguna, visto che ne abbiamo a sufficienza. Spero anche – un poco – nei nostri governanti: so che ce ne sono alcuni cui il destino di Venezia sta particolarmente a cuore…”. Da ultimo, nel suo ruolo di ‘regina’, Franca Coin vorrebbe individuare degli ambasciatori e delle ambasciatrici della Serenissima che diffondessero nel mondo i progetti per il suo futuro e in suo nome raccogliessero consensi, stabilissero legami e promuovessero iniziative: per molti altri anni a venire. Isabella Bossi Fedrigotti, scrittrice e giornalista, collabora al Corriere della Sera con articoli di cultura e costume, tiene un forum di conversazione sul sito internet del Corriere. Tra i suoi maggiori successi letterari, Amore mio uccidi Garibaldi, Di buona famiglia (Premio Campiello) e La valigia del signor Budischowsky. È presidente della Fondazione Masi.

restoration – that can give the city a living future. And among the subjects of research I would also include the power of the sea and how to control it. I am thinking, of course, of the Mose flood barrier and how much we could teach other countries threatened by water like Venice.” Is that enough? “No, I know it won’t be enough. That’s why I’d like us to succeed in convincing a series of world foundations that deal in some way with beauty to set up their headquarters here in the city, perhaps on one of the many small islands in the lagoon, since we have so many of them. I also have some (small) hopes vested in our political masters: I know there are some who are particularly concerned about the fate of Venice…”And lastly, as part of her role as ‘queen’, Franca Coin would like to appoint male and female ambassadors for La Serenissima who would spread the word about future plans and form agreements, establish links and promote initiatives, for the years to come. Isabella Bossi Fedrigotti, author and journalist, writes for Corriere della Sera on culture and modern life; she also has an interactive web forum on the Corriere site. Her most important literary successes include: Amore mio uccidi Garibaldi, Di buona famiglia (Campiello Prize) and La valigia del signor Budischowsky. President of the Masi Foundation.

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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

“DELLA GLORIOSA EPOPEA DELLA SERENISSIMA RESTA IL MITO” “WHAT REMAINS OF THE GLORIOUS EPOCH OF THE SERENISSIMA IS THE LEGEND” di Bonifacio Pignatti

Lo sguardo critico dello storico Riccardo Calimani sui sedici secoli di Venezia A critical view from historian Riccardo Calimani on sixteen centuries of Venice Riccardo Calimani è veneziano da cinque secoli. ‘Kalón Riccardo Calimani has been Venetian for five centuónoma’: bel nome, significa il suo cognome, derivato ries. His surname derives from ‘Kalón ónoma’, a ‘good dal greco. Gli antenati dal bel nome lasciarono la Grecia name‘ in Greek. His ancestors left their homeland in terra d’origine intorno all’anno 800, per arrivare prima Greece around 800 AD, travelling first to southern Italy nel sud Italia e poi a Lucca. Da qui Carlo Magno fece and then to Lucca. From here Charlemagne had entire trasferire intere comunità nella valle del Reno, dove i communities transported to the Rhine valley, where the Calimani rimasero fino al 1350. La peste nera li spinse di Calimani remained until 1350. The Black Plague drove nuovo in Italia, a Bassano e in seguito a Treviso. them back to Italy, to Bassano and then to Treviso. “Poi, per andare da Treviso a Venezia ci abbiamo mes“Then it took us another 150 years to get from Treviso so altri 150 anni”, sorride Calimani. Quell’antica famiglia to Venice,” says Calimani with a smile. “Our ancient ebraica si insediò nel ghetto di Venezia appena istituito, Jewish family settled in the newly established Venice nel 1516. “Il primo fu Calimano, omo bono et onesto dighetto in 1516. The first was Calimano, a ‘good and cono i documenti. Io sono il primo Calimani nato fuori honest man’, according to the records. I am the first dal ghetto”. Scrittore e storico, Calimani è autore di una Calimani to be born outside the ghetto.” A writer and Storia della Repubblica di Venezia che ripercorre le vihistorian, Calimani is the author of a “History of the cende di una delle più singolari avRepublic of Venice”. Its subject is venture politiche europee, i mille one of Europe’s most extraordinary L’arma vincente fu anni della Serenissima dall’Alto Mepolitical adventures, the thousand un regime originale unico years of the Serenissima from the dioevo al 12 maggio 1797, la consegna a Napoleone. Calimani è proearly Middle Ages to 12 May 1797, che garantiva stabilità fondamente veneziano. “Vivere a when it was surrendered to NapoThe winning formula Venezia è una condizione”, dice, laleon. Calimani is deeply Venetian. was a unique regime sciando intendere che è una mera“Living in Venice is a condition,” viglia opaca essere avvolti da una he says, saying that it is wonderthat guaranteed stability città unica e nello stesso avvertirne ful in a way to be in the midst of a 14


Tobias Conrad Lotter Dominium Venetum cum adjacentibus Mediolan, Mantuano, Mutinensi, Mirandolano, Parmensi, Placentino Ducatibus nova Delineatione ob oculos positum à T. Conr. Lotter Aug[ustae] V[indelicorum] (Augsburg), post 1758

Tobias Conrad Lotter Dominium Venetum cum adjacentibus Mediolan, Mantuano, Mutinensi, Mirandolano, Parmensi, Placentino Ducatibus nova Delineatione ob oculos positum à T. Conr. Lotter Aug[ustae] V[indelicorum] (Augsburg), post 1758

Incisione in rame, mm 489x568, colore originale d’epoca Tratta da Atlas Novus e Grosser Atlas Tobias Conrad Lotter (1717 - 1777) assunto da Georg Matthäus Seutter (1678 - 1757) come incisore, sposò sua figlia. A un anno dalla morte di Seutter nel 1757, Lotter proseguì l’attività di cartografo ed editore e continuò a pubblicare versioni aggiornate delle mappe firmate con il suo nome per le due decadi successive. Alla sua morte, l’attività fu continuata dal figlio Matthias Albrecht Lotter.

Copper engraving, mm 489 x 568, with original colouring From Atlas Novus e Grosser Atlas Tobias Conrad Lotter (1717 - 1777), hired by Georg Matthäus Seutter (1678 - 1757) as an engraver, married Seutter’s daughter. A year after Seutter’s death in 1757, Lotter was working as a publisher and cartographer, updating his own maps in the two decades that followed. At his death the firm continued to work under his son Matthias Albrecht Lotter.

L’illustrazione è tratta dalla raccolta cartografica di Sandro Boscaini, pubblicata in Dominium Venetum. Un compendio di mondo edito da Fondazione Masi, stampato da Stampa Grafica (2017) p. 151, con testi di Ulderico Bernardi e catalogo curato da Marcus Perini & Antonella Bruno. In giallo l’estensione dei territori della Serenissima.

Illustration taken from the Sandro Boscaini cartographic collection, reproduced in Dominium Venetum. A compendium of the world, published by the Masi Foundation, printed by Stampa Grafica (2017) p. 151, with text by Ulderico Bernardi and catalogue edited by Marcus Perini & Antonella Bruno. The territories of the Serenissima are outlined in yellow.

Pagina precedente. Il Leone di San Marco, simbolo dei Domini della Serenissima (foto Fulvio Roiter)

Preceding page. The Lion of Saint Mark, symbol of the Dominions of the Serenissima (photo Fulvio Roiter)


unique city and at the same time to il declino, sentirsi depositario di un’ebe conscious of its decline, to feel redità gloriosa ma sempre più lontana e sfumata. like the repository of a glorious but “Venezia”, racconta, “aveva creato increasingly faded heritage. “Venun sistema politico del tutto origiice,” he says, “had created an ennale rispetto a un mondo di govertirely original political system when ni centralizzati guidati da re e papi. compared to other governments Era un regime equilibrato in cui un dominated by kings and popes. gruppo di nobili guidava la città del It was a stable regime in which a popolo e il doge era una figura simgroup of nobles led the people, and bolica rilevante ma ben lontana dal the doge was an important figure, detenere il potere di un re: era il but rather than a king he was the rappresentante della classe oligarrepresentative of the ruling oligarLo storico Riccardo Calimani chica al governo. Con questa forHistorian Riccardo Calimani chic class. This was Venice’s form ma Venezia ha progredito nei secoof government for many centuries li, combattendo molte guerre anche se quello di cui and through many wars, even though what was really aveva bisogno era la pace, per sviluppare i suoi rapneeded was peace, to develop commercial relations porti economici e commerciali e diventare punto di inand mediate between West and East. contro fra Occidente e Oriente. Questa è stata la sua This was its winning card, combined with unparalleled arma vincente, unita a una stabilità senza uguali: nienstability: no regicides or coups d’état, just a self-centred te regicidi né colpi di Stato, una classe aristocratica aristocratic class capable of managing affairs with more egoista e rigorosa capace di tenere il potere in modo flexibility than other forms of government that were flessibile rispetto a strutture di governo più soggette more subject to internal challenge.” With this autocrata choc interni”. ic structure, Venice developed an imperialist policy in Con questa struttura autocratica, Venezia sviluppò una the Mediterranean, conquering territory and exploiting politica imperialista nel Mediterraneo, conquistò terre e it commercially, expanding the hinterland but only as isole e le sfruttò come basi commerciali, ampliò il retromuch as needed and was manageable. Naturally en-

Piazza San Marco in una foto d’epoca Saint Mark’s Square in a period photo

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Il campo del Gheto Novo a Venezia nel sestiere di Cannaregio The Campo del Gheto Novo in the Cannaregio district of Venice

terra ma solo quanto le serviva ed era in grado di conemies were made, from Spain to the Papacy to France trollare. Naturalmente si procurò nemici, dalla Spagna al and the Ottoman Empire, and Venice could have been Papato alla Francia all’Impero Ottomano, rischiò di veniroverrun, but this never happened. Nevertheless, from ne sopraffatta ma questo non accadde mai. Tuttavia, a the 17th century onwards, something changed. partire dal Seicento qualcosa cambiò. “The Venetians had become richer but also softer,” ex“I Veneziani diventarono ricchi ma anche più molli”, plains Calimani, “and they no longer wanted to risk their spiega Calimani, “e non ebbero più voglia di rischiare lives at sea. So they relied on Jews driven out of Spain la vita in mare. Così si affidarono agli ebrei cacciati dalla to partially replace Venetian merchants, while the Jews Spagna che almeno in parte si sostituirono ai mercanti of Italian and German origin, already living in the ghetto veneziani, mentre agli ebrei di origine italiana e tedesca and operating as money lenders, became their bankers, (il primo nucleo residente nel ghetto come prestatori di because Venetians did not trust the Church or the Mondenaro), fecero fare i banchieri poiché Venezia non si fiti di Pietà. In the final two centuries, the citizens were dava della Chiesa e dei Monti di Pietà. Negli ultimi due no longer merchants or soldiers of fortune; instead, for secoli i veneziani non furono più mercanti né soldati di want of drive and audacity, they built themselves villas ventura, perdettero audacia e slancio, costruirono ville in the Venetian countryside. The discovery of America nella campagna veneta. La scoperta dell’America camchanged the centre of gravity for the world, and the enbiò il baricentro del mondo, la crisi suing economic crisis was as irreverseconomica e commerciale fu irreverible as the political one, in contrast to Il Settecento fu secolo sibile quanto quella politica, a fronthe immense cultural achievements di declino ma anche te però di un secolo – il Settecenof the 18th century. When Napoleon to – di splendida fioritura culturale. arrived, the Republic just collapsed. di fioritura culturale E così, quando arrivò Napoleone, la In the last session of the Great The 18th century Repubblica non fece che afflosciarsi. Council nothing was said that would was a period of decline Nell’ultima seduta del Maggior Congo down in history, the Doge just siglio non si disse nulla da consegnawent off to bed and that was that.” as well as a time re alla storia, poi il Doge andò a dorWhat remains of the glorious Repubof cultural flowering mire e finì così”. lic of Venice? 17


UNA GRANDE A GREAT EREDITÀ CULTURALE CULTURAL PATRIMONY, FATTA ANCHE DI PAROLE MADE OF WORDS TOO Una cultura si afferma soprattutto attraverso la sua lingua. E così tracce dell’eredità della Serenissima nella cultura italiana sono le parole ‘donate‘ alla nostra lingua e oggi considerate a pieno titolo ‘italiane’. Partiamo dalla più popolare e universale: ciao (da s-ciao s-ciao,, servo sottinteso vostro, usato come saluto). Poi alcuni termini legati alla città sorta in laguna e cosmopolita porto di mare: laguna,, appunto, barena laguna barena,, darsena,, arsenale e… gondola darsena gondola.. Sono tutte veneziane anche le parole ghetto (dalla zona assegnata dal 1516 agli ebrei di origine tedesca, il geto o ghetto novo,, dove si concentravano i novo residui della lavorazione delle pubbliche fonderie) e lazzaretto (dal primo ospedale per l’isolamento dei malati allestito presso la chiesa di Santa Maria di Nazareth, nome trasformatosi, per successive distorsioni fonetiche, in nazaretto e poi lazzaretto). Da quest’ultimo si usciva dopo una… quarantena (i 40 giorni divenuti poi canonici per scongiurare il contagio). Un altro termine mutuato da Venezia è ditta ((dita dita,, detta, che accompagnava il nome dell’intestatario di un’impresa). Non meno importante il lascito per così dire politico, ad esempio con ballottaggio (dalle ‘ballotte’ usate per le complesse procedure di elezione del Doge; nel Settecento poi le due nascenti realtà repubblicane del tempo, Stati Uniti e Francia, si ispirarono in alcune procedure alla Repubblica di Venezia). Oppure con imbroglio imbroglio:: da ‘in ‘in Brolio’, Brolio’, l’orto-giardino vicino alla basilica di San Marco e al Palazzo Ducale, dove membri del Maggior Consiglio si incontravano per ordire intese sottobanco. E concludiamo con pantaloni pantaloni,, i tipici calzoni indossati dalla maschera veneziana per eccellenza, ‘adottati’ come indumento dai francesi grazie alla popolarità acquisita oltralpe da Pantalone con la commedia dell’arte.

A culture expresses itself above all through its language. The Serenissima’s linguistic legacy can be seen in words that in words that were originally Venetian and are now rightfully considered ‘Italian’. Starting with the ubiquitous ciao (from s-ciao s-ciao,, literally ‘your servant’). Then there are maritime terms linked to the city that became a cosmopolitan seaport: laguna,, barena, darsena, laguna arsenale and… gondola gondola.. Other completely Venetian words include ghetto (from the area assigned to Jews of German origin in 1516 1516,, the geto or ghetto novo, novo, where the remaining public foundries were concentrated), and lazzaretto (from the first place set up as an isolation ward for the sick, the church of Santa Maria di Nazareth, which became a nazaretto nazaretto,, later twisted into lazzaretto lazzaretto). ). Inmates were released after a… quarantena quarantena,, the 40 40-day -day period that became standard to avoid contagion. Another Venetian distortion is ditta (company), coming from dita (said) which went with the name of the owner of a business. No less important is the political linguistic legacy: ballottaggio (ballot), for example, comes from the ballotte (balls) used in the complex procedures for electing a Doge; the two great republics born in the 18 18th th century, the United States and France, were both inspired by procedures used in the Republic of Venice. Another word, imbroglio imbroglio,, comes from ‘ in ‘ in Brolio’, Brolio’, the garden near Saint Mark’s Basilica and the Doge’s Palace, where members of the Great Council used to plot underhand deals. Let’s finish with pantaloni  pantaloni ,, the typical trousers worn at a Venetian masque and then ‘adopted’ as a garment by the French, thanks to the popularity of Pantalone and the commedia dell’arte.


La formidabile bellezza della Basilica di San Marco The extraordinary beauty of the Basilica of Saint Mark

Cosa resta, di Venezia repubblica gloriosa? “Resta il mito, il sogno, Lepanto”, dice disincantato Calimani. “E resta la sua fisicità meravigliosa e fragile. I dogi sapevano come proteggerla, intervenendo sulla laguna e modificandola con operazioni graduali e reversibili per contenere il livello dell’acqua. Il contrario del Mose: neppure questa lezione di saggezza ha lasciato traccia. E oggi Venezia è una risorsa più sfruttata che pensata, e quindi immiserita. Anche dal punto di vista culturale. Domina il turismo fonte di reddito facile: moneta cattiva scaccia moneta buona”. Qual è il simbolo di Venezia che più richiama i fasti della Serenissima? “La Basilica di San Marco”, dice Calimani, “formidabile miniera di bellezza, cultura e storia. Ma Venezia conserva, anche fuori dagli itinerari più battuti, angoli e scorci di bellezza superba e cela storie straordinarie: lo sa che sotto Santa Maria della Salute sono piantati un milione e centomila pali? Una foresta…”. Bonifacio Pignatti, nato e cresciuto a Verona, è laureato in Lettere Antiche. Ha iniziato la sua attività di giornalista al ‘Nuovo Veronese’. Dal 1994 lavora a ‘L’Arena’, dove ha scritto soprattutto di cronaca politica e dove oggi ricopre la carica di caposervizio del settore ‘Cronaca e Spettacoli’.

“What remains is the myth, the dream, Lepanto,” says Calimani cynically. “And its marvellous, fragile, physical remains. The Doges knew how to protect it, controlling the water level of the lagoon with slow, reversible operations. The opposite of the Mose barrier: not even this lesson was ever learnt. And today Venice is a resource that is more exploited than understood, and consequently impoverished, even from a cultural point of view. Tourism dominates, which is a source of easy income, and bad money drives out good.” What is it in Venice that is most redolent of the splendour of the Serenissima? “The Basilica of Saint Mark,” says Calimani, “a formidable resource of beauty, culture and history. But off the beaten track, Venice has corners and views of superb beauty and hides extraordinary stories: did you know for example that under Santa Maria della Salute there are 1.1 million piles driven into the ground? A forest…” Bonifacio Pignatti, born and brought up in Verona, has a degree in Classics. Began his journalistic career with ‘Nuovo Veronese’. Has worked at ‘L’Arena’ since 1994 covering mostly politics, and is currently head of the ‘Events and Culture’ desks.

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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

LA GONDOLA: INTRAMONTABILE SIMBOLO DI UNA CITTÀ CHE VIVE SULL’ACQUA THE GONDOLA: TIMELESS SYMBOL OF A CITY THAT LIVES ON WATER di Marisa Fumagalli

Ancora oltre 400 le imbarcazioni tipiche e altrettanti i gondolieri in laguna Still more than 400 characteristic boats and just as many gondoliers Istantanee da Venezia o, se preferite, Venezia da cartoSnapshot from Venice or, if you prefer, Venice on a postlina. Nella galleria fotografica della città più affascinancard. The classic shot in the world’s most beguiling te e visitata al mondo ecco un’inquadratura: la gondola and most visited city is of a gondola and its gondolier, e il gondoliere. Lui e il suo remo (uno solo) che sfiora whose oar (just the one) strokes the waters of the Lal’acqua della laguna. Orgoglio di un mestiere secolare. goon, and who is imbued with the pride of a centuriesMaurizio Galli, responsabile della stazione di gondole di old profession. Maurizio Galli, manager of the Santa Santa Maria del Giglio, dice: “Vedo un futuro roseo per Maria del Giglio gondola station, says “I see a bright noi e le gondole. La nostra è un’arte antica e particolare. future for us and the gondolas. Ours is an ancient and Unica, direi. Non può tramontare, fino a che Venezia viparticular skill. Unique, I would say. As long as Venice is vrà. I turisti di ogni Paese non resistono al fascino di un alive, then so is our art. All tourists love the thought of a giro in gondola. In laguna ci sono circa 400 gondolieri e ride in a gondola.” “There are about 400 gondoliers and poco meno di 200 ‘sostituti’ ”, nota. just under 200 ‘stand-ins’ in the Lagoon,” he notes. Le gondole in circolazione sono 438, una più, una meno. There are 438 gondolas in use, give or take a few. But Tuffo nel passato remoto: nel 1580 a Venezia se ne congo back to the distant past and in 1580 there were tavano 10.000. Ma allora queste barche erano un comu10,000 in Venice. Back then they were the usual means ne mezzo di trasporto di merci e of transporting goods and peopersone. Oggi? Ciò che più intriga, ple. And today? What people want La nostra è un’arte antica al di là dei numeri e delle prestazioto know most of all is about the e particolare: ci sarà ni, è proprio la struttura della gonstructure of the boat. Where and dola. Dove e come viene costruita? how does a gondola get built? Is finché vivrà Venezia Riparata? Restaurata? this one repaired or restored? It is Ours is an ancient È una storia affascinante al cui cena fascinating story with a legendand particular skill: it will tro c’è un luogo mitico: lo squero. A ary place at its heart: the squero, quanto pare, il nome deriva da uno or boatyard. Allegedly, the name last as long as Venice strumento di lavoro dell’artigianoderives from a tool used by the 20


Pagina precedente. Il ferro da gondola: il pettine rappresenta i 6 sestieri, la lama uscente la Giudecca, la forma il cappello del Doge Preceding page. The iron blade in the prow of the gondola: the forward prongs represent the 6 districts, the backwards prong represents the Giudecca, and the shape is the Doge’s cap Il fascino intramontabile della gondola tra calli e canali The timeless fascination of the gondola, between calli and canali


costruttore, la squadra. ‘Squara’, in veneziano. Alcune fonti, invece, ravvisano l’origine nella parola greca ‘eskharion’ (cantiere, scivolo per il varo). Tant’è. Va ricordato che nel corso del tempo molti squeri sono scomparsi e altri si sono trasformati. Di più: negli ultimi anni l’uso della vetroresina al posto del legno ha favorito la crisi di questo settore artigianale. Insomma, a Venezia gli squeri attivi si contano sulle dita di una mano. La gondola ‘tradizionale’ è composta da 7 tipi di legno: rovere, abete, olmo, ciliegio, larice, noce, tiglio. Legni senza difetti, con venatura regolare e una curvatura funzionale agli elementi che ne verranno ricavati. Ed è solo la base della costruzione che, tra l’altro, non prevede progetti o disegni. Lo squerarolo lavora a braccia, apportando di volta in volta piccole modifiche. Remi e forcole (il legno su cui si posa il remo vogando) sono speciali-

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craftsmen boat-builders, the squadra (set-square), or squara, in Venetian. Some sources, on the other hand, think the word comes from the Greek word eskharion (meaning construction site, or slipway for boat launching). Perhaps. Whatever the truth, many squeri have disappeared and many others have changed in appearance. What’s more, in recent years, the use of fibreglass instead of wood has brought about a crisis in this sector of artisanal manufacture. In short, in Venice the squeri that are still functioning as such can be counted on the fingers of one hand. The ‘traditional’ gondola is made up of seven types of wood: oak, pine, elm, cherry, larch, walnut and lime. Defect-free woods, with a regular grain and the right curvature for their particular function. And that’s just the start of the construction process. Which, among other things,


Lo squero di San Trovaso, uno degli ultimi cantieri che custodiscono i segreti della costruzione delle gondole The San Trovaso boatyard, one of the last workshops to guard the secrets of construction for gondolas

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tà degli artigiani remeri. “Dai legni si ricavano 280 pezzi, does not include plans or drawings. The squerarolo tutti da comporre e inchiodare”, sottolinea Lorenzo Delworks by sight, making only small changes, from time la Toffola, 55 anni, insediato dal 1995 in uno squero che to time. The oars and forks (the piece of wood the oar resiste a Venezia dal 1600. Un monumento nazionale rests on while rowing) are made by specialist artisans. (“ultra vincolato, è di proprietà del Comune”), lo sque“In all, 280 components, made of wood, have to be asro di San Trovaso si affaccia sull’omonimo rio, che, alle sembled together,” says Lorenzo Della Toffola, 55, who Zattere, sbocca nel canale della Giudecca. L’antico canhas been practising his art since 1995 in a squero that tiere si trova di fianco all’omonima Chiesa. Sia per l’andates back to 1600. The San Trovaso dockyard, located tichità sia per la posizione, lo squero di San Trovaso è il next to the eponymous church, is a national monument più fotografato di Venezia. Lo guardi e ti sembra di esprotected by the Municipality, looking out onto the Rio sere davanti a una baita di montagna. “Ciò non deve San Trovaso, which flows into the Giudecca Canal at the stupire – osserva Della Toffola – poiché i primi artigiaZattere. Its antiquity and its location mean that the squeni carpentieri arrivavano dalle valli del Cadore, luoghi di ro di San Trovaso is the most photographed in Venice. It provenienza anche del legname, un tempo. Oggi le folooks a bit like a mountain hut. “This is no surprise,” says reste italiane non hanno né la dimensione né le caratteDella Toffola, “the first carpenter craftsmen came from ristiche adatte alla produzione della materia prima. Dunthe Cadore valley. Which is where the wood came from, que, per l’approvvigionamento si guarda altrove: all’Est too. Once upon a time. Today, Italian forests are not suitEuropa e anche al Sud America”. able to supply our raw materials. So Della Toffola non è un figlio d’arte we look elsewhere, to Eastern EuPer ogni gondola (“in passato avevo un piccolo canrope and to South America.” nello squero si usano tiere nautico a Murano”), ma ha imDella Toffola did use to have a small parato il mestiere da Nedis Tramon280 pezzi diversi di legno shipyard in Murano, but he was not tin, scomparso a 83 anni nel 2005. born in the gondola business and Every gondola in the “Egli sì che era il formidabile erehe learned the trade from Nedis Traboatyard is made of 280 montin, who died aged 83 in 2005. de di un’antica dinastia di squeraroli”, dice, alludendo al cantiere Ognis“Nedis was the indomitable heir of different pieces of wood santi (Rio de l’Avogaria), fondato nel an ancient dynasty of squeraroli,” 24


Pagina precedente. Lo ‘squerarolo’, carpentiere e artista, lavora a braccia con 7 diversi tipi di legno. Nella foto, Lorenzo Della Toffola Preceding page. The ‘squerarolo’, a carpenter-cum-craftsman, works with 7 different types of wood, by hand. Pictured here: Lorenzo Della Toffola A lato. Dell’imbarcazione più elegante del mondo restano oggi poco più di 400 esemplari This page. Just over 400 examples of the world’s most elegant boat remain in existence today

1884 da Domenico Tramontin. Oggi questa famiglia è rappresentata da Elisabetta ed Elena, figlie di Roberto. Nedis era il loro nonno. Intransigente conservatore della tradizione nei materiali e nell’arte di costruire gondole, esercitò tutta la vita senza mai usare il metro ma ancora il ‘passetto’ veneto con i pie e le once. La gondola è una barca speciale: asimmetrica, si manovra con un solo remo propulsore, misura 10 metri e 85 cm di lunghezza per 1 metro e 40 di larghezza, pesa 350 chili. Il prezzo d’acquisto si aggira sui 40.000 euro. Produzione? “Una all’anno”, dice Della Toffola. Poi, mostrandoci una gondola in manutenzione (“il fondo va rifatto di frequente”), indica alcuni dettagli: “Il ferro di prua, con i suoi sei denti che ricordano i sestieri in cui è divisa Venezia; con la lama uscente dalla parte posteriore che rappresenta l’isola della Giudecca; e, in alto, ecco il cappello del Doge. Fra i denti, tre foglie a indicare le isole di Murano, Burano, Torcello”. Della Toffola ha due figli: Alberto che lavora con lui nello squero e Francesca che si occupa del piccolo museo della gondola, allestito vicino al cantiere. Vale la visita. Marisa Fumagalli, milanese, giornalista del ‘Corriere della Sera’ dal 1985 per le pagine di attualità e cronaca, ma anche di enogastronomia in chiave di costume. Dopo un soggiorno a Venezia, ha raccontato il Nordest e ha seguito i maggiori premi culturali, come Campiello e Nonino. Vivace il suo blog sul ‘Corriere’ Il dito nel piatto.

he says, alluding to the Ognissanti shipyard, founded in 1884 by Domenico Tramontin. In fact, Nedis was the grandfather of the current generation of Tramontins, Elisabetta and Elena. An uncompromising believer in traditional construction materials and methods, he never used metres as a unit of measurement, just the Venetian ‘passetto’, pie and once. The gondola is a special boat: asymmetrical in shape, it is manoeuvred with a single oar. It measures 10.85m long  x  1.40m wide, and weighs 350 kg. The purchase price is around 40,000 euros. Production? “One a year,” says Della Toffola. Then, using a gondola beached for restoration (“the bottom must be redone frequently”), he points out some details: “The iron blade in the prow, with its six teeth symbolising the six districts of Venice; and the blade at the rear representing the island of Giudecca; and up here is the Doge’s hat. Between the teeth, three leaves to symbolise the islands of Murano, Burano, and Torcello.” Della Toffola has two children: Alberto who works with him in the squero, and Francesca who runs the small gondola museum near the shipyard. It is worth a visit. Marisa Fumagalli, Milanese, journalist writing about news and events with ‘Corriere della Sera’ since 1985, also about food and wine fashions. After her stay in Venice she also covers the Northwest and has written about the most important cultural prizes,such as the Campiello and the Nonino. Lively blog on ‘Corriere’ website: Il dito nel piatto.

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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

VENEZIA E IL CINEMA, UN’AFFINITÀ ELETTIVA VENICE AND THE CINEMA, A NATURAL AFFINITY Il regista Carlo Mazzacurati, Premio Masi Civiltà Veneta 2009 Director Carlo Mazzacurati, Masi Civiltà Veneta Prize 2009

di Sergio Frigo

Da sempre alla ribalta e location amata dalla Settima Arte fin dalle origini Always big time; a favourite cinema location from the start Fin dai suoi inizi il cinema ha avuto Venezia fra le sue caVenice has always been one of the capitals of cinema, pitali, grazie alla sua intrinseca ‘spettacolarità’ e alla sua right from the start, thanks to its intrinsic ‘spectacularity’ secolare vocazione a rappresentarsi attraverso le immagiand its eternal proclivity for painterly and photographic ni, dipinte o fotografate. Non a caso lo ‘sbarco’ del Cinedepiction. It is no accident that a Lumière Cinema was matografo Lumière in città, al Teatro Minerva, avviene già established at Teatro Minerva on 22 August 1896, just a il 22 agosto 1896, pochi mesi dopo il suo debutto a Parigi. few months after its debut in Paris. And it is no coinciE non a caso il Canal Grande e Piazza San Marco compadence that the Grand Canal and Saint Mark’s Square iono nei primissimi filmati girati dai collaboratori degli inappear in the very first films shot by the inventors of ventori della settima arte, come il cineoperatore Eugène the ‘seventh art’, such as cinematographer Eugène Promio, che riprendendo il Canale da un’imbarcazioPromio, who filmed the Canal from a moving boat to ne in movimento realizzò la prima panoramica in assocreate the first ever panoramic shot in the history of luto della storia del cinema [anche la carrellata in avanti cinema (the tracking shot was also invented in the fu concepita nel Veneto, in Cadore, da un altro operatoVeneto, in Cadore, by another cameraman who filmed re che nel 1909 riprese il trasporto di legname sul fiume the transport of timber on a raft riding the torrent on Boite da una zattera che discendeva il torrente]. the Boite river in 1909). Since then, thousands of filmDa allora migliaia di registi di tutmakers from all over the world, to il mondo e di operatori profesand thousands of professional and Canal Grande subito sionisti e dilettanti hanno posato lo amateur cameramen have pointnei primi filmati dei sguardo dei loro obiettivi su canali e ed their lenses at Venice’s canals ponti, chiese e palazzi, “contribuenand bridges, churches and palaces, collaboratori dei Lumière do a plasmare l’immagine peculiaThe Grand Canal, quickly “helping to shape a particular imre della città e a costruirne il moderage of the city in the mind of the adopted by partners no mito di massa – scrive Giuseppe masses,” writes Giuseppe Ghigi in Ghigi nel volume Luci sulla città Luci sulla città - Venezia e il cinema of the Lumières Venezia e il cinema (ed. Marsilio) – (pub. Marsilio), “stimulating many 26


ANNA PROCLEMER

ERMANNO OLMI

TULLIO KEZICH

MARCO PAOLINI

CINEMA E FONDAZIONE MASI, UN CONNUBIO CONSOLIDATO CINEMA AND THE MASI FOUNDATION, A STRONG PARTNERSHIP È un legame ormai consolidato quello tra cinema e Fondazione Masi, attestato dal sostegno offerto alla realizzazione di alcuni film come Io sono Li del regista Andrea Segre, ambientato in un’insolita laguna veneziana, o di Finché c’è Prosecco c’è speranza, girato da Andrea Padovan nei luoghi del famoso spumante, con un’incursione in Valpolicella per il Premio Civiltà Veneta. Sempre Segre, giovane e già affermato cineasta veneziano, ha realizzato per Masi il cortometraggio Il gusto del tempo, affascinante viaggio nella produzione dell’Amarone. L’attenzione verso la settima arte si è andata rafforzando anche grazie a personalità cui è stato attribuito il Premio Civiltà Veneta: a partire dall’attrice Anna Proclemer (1984) al regista Ermanno Olmi (1994), dal critico Tullio Kezich (1999) all’attore e regista Marco Paolini (2000) e, in tempi più recenti, dal regista Carlo Mazzacurati (2009) agli attori Giuseppe Battiston (2011), Natalino Balasso (2016) e Roberto Citran (2019), peraltro spesso protagonisti di pellicole ambientate nelle Venezie. Battiston si appresta ora a debuttare come regista, con Marco Pettenello, con il film Due, ispirato al romanzo Bouvard et Pécuchet di Gustave Flaubert, mentre Paolini è nelle sale da luglio con il film The Boys di Davide Ferrario.

CARLO MAZZACURATI

GIUSEPPE BATTISTON

The bond between cinema and the Masi Foundation is now well established. Support has been given to the production of films such as Io sono Li by director Andrea Segre, set in an unusual version of the Venetian lagoon, and Finché c’è Prosecco c’è speranza, shot by Andrea Padovan in Prosecco land, with a foray into Valpolicella for the Civiltà Veneta Prize. It was Segre, the successful young Venetian filmmaker, who also made the short film Il gusto del tempo for Masi, providing a fascinating journey through the production of Amarone. Recipients of the Civiltà Veneta Prize with links to the cinema start with actress Anna Proclemer (1984), director Ermanno Olmi (1994), film critic Tullio Kezich (1999) and actor and director Marco Paolini (2000). More recently, the Prize has gone to director Carlo Mazzacurati (2009), actors Giuseppe Battiston (2011), Natalino Balasso (2016) and Roberto Citran (2019), all of whom often star in films set in Venetian regions. Battiston is now preparing to make his directorial debut, with Marco Pettenello, with the film Due , inspired by Gustave Flaubert’s novel Bouvard et Pécuchet, while Paolini has been in cinemas since July with the film The Boys by Davide Ferrario.

NATALINO BALASSO

ROBERTO CITRAN 27


incentivando l’aspirazione di molti artisti e intellettuali veneziani di ‘fare’ in prima persona del cinema”. Qual è stato dunque il contributo dei veneziani alla cinematografia, e in particolare come hanno raccontato con le immagini la loro città? Nel 1983, nel libro I veneziani del cinematografo, Fiorello Zangrando elencava un centinaio di registi, attori, direttori della fotografia, sceneggiatori originari della città. Meno di trent’anni dopo nel volume citato (a cura di Gian Piero Brunetta e Alessandro Faccioli), Ghigi moltiplicava le segnalazioni per quattro (con tremila pellicole citate), inserendo però nell’elenco anche Hugo Pratt per la sua attività di sceneggiatore o Patty Pravo per le sue apparizioni cinematografiche, assieme a non veneziani che hanno operato per qualche tempo in laguna, come Andrea di Robilant (1899-1977), a cui si deve il film del 1943 Canal Grande (con Cesco Baseggio) che, con la sua rappresentazione di una regata allestita per l’occasione nonostante la guerra, ha ispirato generazioni di regatanti nel recupero dello stile di voga di quegli anni. In quel periodo Venezia – che già ospitava dal 1932 la Mostra del Cinema – si apprestava anche a trasformarsi nella Cinecit28

Venetian artists and intellectuals to become part of the film industry themselves.” So how have Venetians contributed to cinema, and in particular how have they told the story of their city through images? In 1983, Fiorello Zangrando listed around 100 directors, actors, photographic directors, and scriptwriters from the city in the book I veneziani del cinematografo (‘Venetians of the cinema’). Less than thirty years later, Ghigi’s book mentioned above (edited by Gian Piero Brunetta and Alessandro Faccioli) quadrupled the list with 3,000 listed films. He also included Hugo Pratt as a screenwriter and Patty Pravo for her film appearances, as well as non-Venetians who worked for some time in the lagoon, such as Andrea di Robilant (1899-1977), whose depiction of a regatta in the 1943 film ‘Canal Grande’ (with Cesco Baseggio) was specially filmed for the occasion despite the war, and inspired generations of regatta participants to rediscover their rowing style. At that time Venice, which had already been hosting the Venice Film Festival since 1932, was also preparing to transform itself into the Italian Cinecittà, welcoming what remained of


Pagina precedente. Gli attori, Roberto Citran (Premio Masi 2019) e Natalino Balasso (Premio Masi 2016) Preceding page. Actors, Roberto Citran (Masi Prize 2019) and Natalino Balasso (Masi Prize 2016) A lato. Andrea Segre, regista e documentarista, all’opera nei vigneti Serego Alighieri per il cortometraggio Il gusto del tempo This page. Andrea Segre, director and documentary filmmaker, at work in the Serego Alighieri vineyards for the short film Il gusto del tempo (The taste of time)

tà italiana, accogliendo quello che restava dell’industria the national film industry in its flight from Rome. In fact cinematografica nazionale in fuga da Roma: una parenthis episode was to leave few traces in the history of the tesi che peraltro lasciò ben poche tracce nella storia delcinema or the life of the city. What was important, in the la settima arte e anche nella vita della città. Ben altra incity and beyond, was the work of the director, screenfluenza ebbe invece in quei decenni – e non solo in writer, documentary filmmaker and historian Francesco laguna – l’attività del regista, sceneggiatore, documenPasinetti (1911-1949). He was the first person to gradutarista e storico Francesco Pasinetti (1911-1949), che fu il ate in cinema at university (Padua 1933), and through primo laureato (a Padova nel 1933) con una tesi sul cihis work he succeeded in transforming what had been nema; con i suoi scritti e le sue poliedriche iniziative Pasian occupation for just a few hundred amateur enthunetti riuscì a modificare la percezione della ‘settima arte’ siasts into a profession. Pasinetti shot dozens of docuda forma di intrattenimento a nuovo linguaggio artistico, mentaries about a ‘minor Venice’ (the title of one of his trasformando in professione quella che fino a quel moproductions in 1942) that were full of vitality, and which mento era ancora ‘solo’ una passione di poche centinacombined realism with an elegiac and poetic style. His ia di amatori. Egli girò decine di documentari raccontanonly film, Il canale degli angeli (1934, screenplay by his do una ‘Venezia minore‘ (dal titolo di un’opera del ‘42) brother Pier Maria) is unique, ranging from the popupiena di vitalità, in cui il realismo delle immagini si spolar idea of Venice as cradled by the sea and immersed sava a uno stile elegiaco e poetico, e un unico film, Il cain beauty to the call of the American myth. He became nale degli angeli (1934, soggetto director of the Centro Sperimentale del fratello Pier Maria) che si didi Cinematografia after the war Registi di tutta il mondo vide fra l’osservazione di una Veand died at the age of 38, leaving hanno plasmato nel tempo it up to other luminaries of the cinenezia popolare, stretta dal mare e immersa nella bellezza, e il richiama world to follow him: Gian Luigi il moderno mito di massa mo del mito americano. Diventato Filmmakers from the world Polidoro, Antonio Marzari, Antonio dopo la guerra direttore del CenSchiavinotto and, above all, Glauco over have shaped tro Sperimentale di CinematograPellegrini (1919-1991) continued his fia, morì a soli 38 anni, ma a porwork. A native of Siena but Venethe modern popular myth tare avanti la sua lezione furono tian by adoption, Pellegrini made 29


importanti cineasti, documentaristi, direttori della fotografia, sceneggiatori, come Gian Luigi Polidoro, Antonio Marzari, Antonio Schiavinotto e soprattutto Glauco Pellegrini (1919-1991). Senese ma veneziano d’adozione, Pellegrini esordì nel lungometraggio nel 1951 con Ombre sul Canal Grande, in cui sullo sfondo di una Venezia borghese, malinconica e tetra, si dipana il giallo della scomparsa di un assicuratore. Si deve a un veronese invece, Gianfran-

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his feature film debut in 1951 with Ombre sul Canal Grande, which tells the story of the disappearance of an insurance salesman against the backdrop of a middle-class, melancholic, and gloomy Venice. It took a Veronese, Gianfranco De Bosio (1924), to make a film on the Resistance in the Lagoon: Il Terrorista (1963) is considered one of the best of its type. In the same year Tinto Brass (1933) made one of the first ‘an-


Pagina precedente. Attori e registi de La prima neve sul red carpet della Mostra Internazionale del cinema 2013 Preceding page. Actors and directors of La prima neve on the red carpet at the Venice International Film Festival 2013 A lato. Giuseppe Battiston alla firma della botte del Premio Masi 2011 This page. Giuseppe Battiston autographing the barrel at the Masi Prize 2011

co De Bosio (1924), un film sulla Resistenza in laguna, Il terrorista, del 1963, che è considerato fra i più interessanti del genere, mentre nello stesso anno Tinto Brass (1933) ambienta in città uno dei primi film ‘arrabbiati’, Chi lavora è perduto, apprezzatissimo dalla critica. Vent’anni dopo Brass tornerà a girare in una Venezia torbida e crepuscolare La chiave, con Stefania Sandrelli. Fra i registi che si sottraggono alla celebrazione del mito turistico di Venezia ma la raccontano nell’autenticità delle sue contraddizioni, in questo caso vista dall’isola abbandonata di Poveglia, c’è infine Mario Brenta (1942) con Robinson in laguna (1986). Negli ultimi decenni, invece, Venezia non ha prodotto cineasti in grado di confrontarsi alla pari coi maestri di tutto il mondo che l’hanno usata come sfondo per la propria vena creativa: se si escludono le pellicole minori di Carlo Mazzacurati e Andrea Segre – Sei Venezia (2010) e Molecole (2020) – gli stessi registi e i loro colleghi veneti hanno preferito rivolgere la loro attenzione ai territori limitrofi e all’entroterra, lasciando solo alle musiche di Pino Donaggio il compito di dare voce alla città, in opere magari straordinarie, ma concepite da altri e altrove. Sergio Frigo, giornalista, autore de I luoghi degli scrittori veneti, presiede il Premio Rigoni Stern. Al suo attivo numerose collaborazioni e curatele editoriali. Tra i suoi libri: Noi e loro, Il Nordest tra emigrazione e immigrazione e Caro Zaia, vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco. Ha vinto i premi Furegon per il giornalismo sociale e Lago per la cultura.

gry’ films in the city: Chi lavora è perduto (Who works is lost) is rated highly by critics. Twenty years later, Brass would return to a shadowy, declining Venice to shoot La chiave (The Key), with Stefania Sandrelli. Finally, among the directors who ignore the tourist myth of Venice in favour of its gritty real-life contradictions, in this case seen from the abandoned island of Poveglia, there is Mario Brenta (1942) with his Robinson in laguna (1986). The last few decades, however, have not seen any native Venetian filmmakers capable of competing on an equal footing with international directors who have used the city as a backdrop for their own creativity. If we exclude the minor films by Carlo Mazzacurati and Andrea Segre – Sei Venezia (2010) and Molecole (2020) – both the international filmmakers and their Venetian colleagues have preferred to turn their attention to neighbouring countries and the hinterland, leaving traces of the voice of the city to the music of Pino Donaggio, played nevertheless in works that may be extraordinary, but are conceived by others, from outside the city. Sergio Frigo, journalist, author of I Luoghi degli Scrittori veneti, chairs the Premio Rigoni Stern. Co-author of a guide to Venice, co-editor of the book series I grandi scrittori del Nordest, author of Noi e loro, Il Nordest tra emigrazione e immigrazione and Caro Zaia, vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco. Winner of Premio Furegon for journalism and Premio Lago for culture.

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DANTE 1321-2021

DANTE E QUEL “CALOR DEL SOL CHE SI FA VINO” DANTE AND THAT “HEAT OF THE SUN THAT IS TURNED INTO WINE” di Sabrina Barbieri

Nella Divina Commedia molti i passaggi che parlano di botti, vigne e vendemmie In the Divine Comedy many passages talk of barrels, vineyards and the harvest Divina Commedia. Purgatorio. Canto XXV. Dante si guarThe Divine Comedy. Purgatory. Canto XXV. Dante looks da intorno ed esprime un dubbio. Com’è possibile che around him and asks a question. How is it possible that le anime dei golosi, pur essendo incorporee, possathe souls of gluttons, despite their incorporeal reality, can no dimagrire per fame? Risponde il poeta Stazio e, per lose weight through hunger? The poet Stazio gives his spiegare il mistero della vita, propone una similitudine answer and, to explain the mystery of life, compares the in cui la creazione dell’anima è accostata alla nascita del creation of the soul to the creation of wine: “And so that vino. “E perché meno ammiri la parola, guarda il cayou may admire words less, look at the heat of the sun lor del sol che si fa vino, giunto a l’omor che de la vite that is turned into wine when joined to the humour that cola”, dice Stazio a Dante (versi 76-78). Ovvero: “affindrips from the vine,” he tells Dante (vs 76-78). In other ché tu ti stupisca meno delle mie parole, pensa a come words: so that you may be surprised less by my words, il calore del sole unito alla linfa della vite diventa vino”. just think how the heat of the sun unites with the sap of È la più celebre apparizione, ma non l’unica, della parothe vine to become wine. This is the most famous apla vino nella Commedia, ricca peraltro di passaggi in cui pearance, but not the only one, of the word ‘wine’ in the si parla di botti, vigne, vendemmie. Se mettiamo insieDivine Comedy, which also contains mentions of barrels, me, una dietro l’altra, le terzine che contengono eno-civineyards and harvests. If we add up the lines that contazioni (chiamiamole così), si fortain eno-quotations (let’s call them ma quella lunga scia di rispetto che that), we can see the deep respect Nelle sue terzine il Sommo Poeta nutriva per il vino that the Supreme Poet nurtured il Poeta attribuisce e il suo mondo. Certo, ammonisce for wine and its world. Certainly, Dante nel Convivio, la bevanda è Dante warns us in the Convivio that al vino un’aurea sacralità anche generatrice di vizio (vedi otdrink is the begetter of vice (see the In his verse tavo capitolo del terzo Trattato: “Altri eighth chapter of the third Treatise: the Supreme Poet sono vizii consuetudinarii, a li quali “Other vices are normal, and not non ha colpa la complessione ma gives wine a sacred aura the fault of complexity, but of cusla consuetudine, sì come la intemtom. These include intemperance, 32


"E perch meno ammiri la parola, guarda il calor del sol che si fa vino, giunto a l’omor che de la vite cola" Canto XXV And " so that you may admire words less, look at the heat of the sun that is turned into wine when joined to the humour that drips from the vine"

Pagina precedente. Le viti di uva Molinara piantate nel 1875 nella tenuta Serego Alighieri Preceding page. The Molinara vines planted at Tenuta Serego Alighieri in 1875

Lo storico cru di Amarone ‘Vaio Armaron’, al vertice delle classifiche mondiali The historic ‘Vaio Armaron’ cru of Amarone, at the top of classifications worldwide

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peranza, e massimamente massimamente del vino”). vino”). Ma il rispetto nei suoi confronti resta e crea un’aura di sacralità. Della similitudine anima-vino abbiamo già detto e non dimentichiamo che ben due volte, nel Paradiso,, il Poeta per designare la Chiesa utilizza la padiso rola vigna. E allora forse non è un caso che nella storia della famiglia Alighieri, da Dante ai giorni nostri, il vino sia elemento di assoluta centralità. Alziamo gli occhi dalle opere dell’Alighieri e spostiamo lo sguardo in Valpolicella, a pochi chilometri da Verona e dal Lago di Garda. Qui, a Gargagnago per l’esattezza, da ventuno generazioni vivono, e producono vino, gli eredi di Dante. Lo fanno su quelle stesse terre acquistate nel 1353 da Pietro Alighieri, che del Sommo Poeta era il figlio primogenito e che aveva seguito il padre nel suo esilio a Verona. Erano solo due ‘pezze’ di terreno all’epoca, ma già note

Le Possessioni Serego Alighieri a Gargagnago di Valpolicella Possessioni Serego Alighieri at Gargagnago di Valpolicella


especially involving wine.”) But respect for wine is a constant and there are sacred overtones too. We have already said something about the comparison of the soul with wine, and we must not forget that in Paradiso the poet uses the word vineyard to mean the Church, twice. So perhaps it is not by chance that wine has such a central place in the history of the Alighieri family, from Dante to the present day. If we look up from the works of Dante Alighieri and move our gaze to Valpolicella, a few kilometres from Verona and Lake Garda, here, in Gargagnago to be exact, Dante’s heirs have been living and producing wine for twenty-one generations. They do so on land purchased in 1353 by Pietro Alighieri, who was the eldest son of the Supreme Poet and who had followed his father into exile in Verona. They were described just as two ‘pieces’ of land at the time, but the area was


per gli ottimi vigneti. Negli anni already known to be good land I discendenti producono vino la tenuta s’è ingrandita moltissifor vineyards. Over the years, the sulle terre di proprietà mo. Ha superato di gran lunga estate has grown enormously. It i 100 ettari e oggi è un simbolo is now considerably more than degli Alighieri fin dal Trecento nel mondo della storia vitivini100 hectares and is a symbol of His descendants have cola della Valpolicella e dell’ecValpolicella’s winemaking history produced wine on Alighieri cellenza agroalimentare veneta. and of the Veneto’s primacy in Stiamo parlando delle Posseswine and food production the property since the end sioni Serego Alighieri. Perché il world over. This is the Possessioof the 14th century doppio cognome? ni Serego Alighieri. Why the douNel 1500 i diretti discendenti di ble-barrelled surname? In 1500 Dante rimasero senza eredi maschi. Così Francesco AliDante’s direct descendants found themselves without ghieri, canonico di Verona, ebbe l’idea di lasciare il pamale heirs. So Francesco Alighieri, a canon of Verona, trimonio al primogenito della nipote Ginevra Alighieri, a came up with the idea of leaving the estate to the eldcondizione che accanto al cognome del padre – il conest son of his niece Ginevra Alighieri, on condition that te Marcantonio Serego – fosse aggiunto quello della his mother’s surname was added to that of his father madre. E Serego Alighieri fu. – Count Marcantonio Serego. So Serego Alighieri it was. A dare lustro alla tenuta, dal 1973 nell’alveo del Gruppo The estate, which has been part of the Masi Group since Masi, sono tanti i vini pregiati, ma più di tutti è il Vaio Ar1973, boasts many fine wines, but the most outstanding maron, un Amarone così speciale che quello del 2008 è of these is Vaio Armaron, an Amarone so special that entrato nella top 10 dei migliori vini al mondo selezionathe 2008 vintage was included in the Top 10 Best Wines ti nel 2015 da Wine Spectator, la rivista di settore più cein the world, as selected by the world’s most famous lebre. Se cerchiamo di capire le ragioni di questo sucwine magazine, Wine Spectator, in 2015. The secret becesso scopriamo che in fondo il segreto è semplice: hind this success is simple: it’s the ability to combine traaver saputo conciliare tradizione e innovazione. dition with innovation. Vaio Armaron is all about a vine, Il Vaio Armaron ci racconta di un vitigno, il Molinara clothe Serego Alighieri clone of Molinara, of which the famne Serego Alighieri, che la famiglia ha mantenuto geloily is the proud guardian. Planted in the estate’s courtsamente. Ne ha custodito alcune viti, piantate all’interno yard in 1875, this vine survived phylloxera and is now della corte della tenuta nel 1875 e sopravvissute alla fillosused to provide the clones used as part of the blend sera, e da quelle ha ottenuto le piante utilizzate per profor this award-winning Amarone. Vaio Armaron Rispetto per l’ambiente naturale e tutela delle tradizioni anche nel vigneto terrazzato del Monte Piazzo Respect for the natural environment and care for tradition can also be found on the terraced Monte Piazzo vineyards

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Il fruttaio per l’appassimento più antico della Valpolicella The drying loft for appassimento is the oldest in Valpolicella

durre questo amarone pluripremiato. Ci racconta ancora il Vaio Armaron dell’antica tecnica dell’appassimento, che nel resto del mondo si adopera per i vini dolci e che in Valpolicella, dagli anni Cinquanta, dà questo vino secco, forte e gentile allo stesso tempo. E infine ci parla delle botti di ciliegio che da sempre la Serego Alighieri usa per l’affinamento e che regalano al suo Amarone il caratteristico aroma. Una narrazione lunga, insomma. Un racconto in cui il filo conduttore è la ricerca di soluzioni sempre nuove per adattarsi ai continui cambiamenti del mercato e dell’ambiente. Una storia che si può ‘rivivere’ sul posto, visitando le cantine degli eredi di Dante, il fruttaio per l’appassimento, la rivendita, il parco e i vigneti. Le Possessioni Serego Alighieri, con tanto di foresteria, sono infatti uno degli otto luoghi della Masi Wine Experience, aperti per trasformare il vino in un’occasione di cultura, conoscenza e relax. Certo, degustazione dopo degustazione, c’è il rischio di finire in Purgatorio, nella cornice di chi ama troppo cibo e bevande. Ma forse anche il Sommo Poeta, adeguandosi ai tempi, questa volta perdonerebbe.

Sabrina Barbieri, giornalista, scrive per testate nazionali e si occupa di consulenza per progetti editoriali di imprese, cartacei e digitali. Ha lavorato fino al 2019 presso Mondadori, dove, fra le altre cose, è stata vicedirettrice del settimanale ‘Starbene’.

is also all about the ancient technique of appassimento (or grape-drying) which is used in the rest of the world to make sweet wines, but which here in Valpolicella, since the 1950s, has produced a dry wine that is strong and gentle at the same time. And finally, Vaio Armaron is all about the cherry wood barrels that Serego Alighieri have always used for ageing and which give its Amarone its characteristic aromas. A long story, in short. A story in which the unifying factor is the search for new solutions to adapt the product to continuous changes in the market and the environment. A story that can be ‘relived’ on site, by visiting the cellars of Dante’s heirs, the grape drying room, the shop, the park and the vineyards. Possessioni Serego Alighieri, complete with guest quarters, is in fact one of eight locations in the Masi Wine Experience, which transforms wine into an opportunity for culture, knowledge and relaxation. Of course, with tasting following tasting, there is the risk of ending up in Purgatory, in the circle of those who love food and drink too much. But maybe even the Supreme Poet, looking around himself now, would forgive us this time.

Sabrina Barbieri, journalist, writes for national newspapers and consults on corporate publishing projects, both print and digital. Employed at Mondadori until 2019, where, among other things, she was deputy editor of the weekly ‘Starbene’.

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VITE E VINO NELLE VENEZIE VINES AND WINE IN THE VENETIAN AREA

“DOPO IL COVID RICOSTRUIAMO CON UNA LOGICA DI SQUADRA” “AFTER COVID WE WILL REBUILD WITH TEAM THINKING” di Paolo Possamai

Raffaele Boscaini, un viticoltore alla guida di Confindustria Verona Raffaele Boscaini, a winemaker at the helm of Confindustria Verona Ma come si spiega un viticoltore alla testa degli induWhat’s a winegrower doing at the head of the Indusstriali? Viticoltore per passione personale, ma da sette trialists? Even one who is passionate about his calling generazioni. E poi viticoltore senza dubbio, ma anche and the seventh generation. And whose role in the chiamato a esercitare in azienda le tastiere del comcompany is to do with commerce, finance, and busimercio, della finanza e di una cura artigianale del buness management in the most hands-on sense of the siness nel senso più sartoriale del termine. Raffaele term. Raffaele Boscaini smiles good-naturedly at this Boscaini, alla vigilia della presa del timone di Confindudescription of his multifaceted professional role on stria Verona, sorride bonario dinanzi a questa descriziothe eve of taking up his appointment at the helm of ne della sua poliedrica natura imprenditoriale. Del resto Confindustria Verona. coltiva da tre lustri l’impegno nel sistema confindustriaAfter all, his career with Confindustria has lasted le, dal Gruppo giovani, fino a essere consigliere delethree lustrous years already, from being part of the gato su scala regionale alle politiche Young People’s Group to being a agroalimentari. regional councillor in charge of agEsperto di vigne e vini “Tra gli incarichi che mi sono stati asri-food policies. “One of my tasks segnati, uno riguardava le reti d’imwas about business networks,” says ma anche di finanza, presa – dice Boscaini – e nello speciBoscaini, “and one was about botcommercio e cura fico un progetto ha studiato soluzioni tling, for everyone in the sector, from artigianale del business per l’imbottigliamento, a beneficio di the smallest winery to Coca-Cola. An expert in vineyards tutti gli operatori del settore: di tutAmong the other lessons my father ti, dalla piccola cantina fino a CocaSandro taught me, was to share and wines, but also Cola. Tra gli altri insegnamenti ricevuthings and not to be selfish.” in finance, trading ti da mio padre Sandro, uno mi invita How does selfishness come into it and hands-on business at Confindustria? a condividere e a non essere geloso”. Che c’entra la gelosia con Confin“The issue is attitude. My father management dustria? shares his experience as a wine38


“Il tema è l’attitudine. Papà ha scelto di condividere le sue esperienze di viticoltore, a non farne appunto un tesoro geloso. Il fine era aiutare tutti a crescere, nel dialogo e nel confronto. Un’immagine che usa talora Sandro mi è cara: ‘una torre alta non basta, affinché sia visibile costruiscila su una collina’ ”. Un’immagine che chiama Confindustria Verona a un nuovo protagonismo? “Ereditiamo dal presidente Michele Bauli il progetto ‘Verona 2020-2040’, che è enormemente avanti rispetto alla politica, come è tipico per l’impresa avere tempi più veloci dell’ambito amministrativo/politico. A Verona la classe dirigente sembra essere in affanno in questi tempi di incertezza, mentre tutte le principali istituzioni – dal Banco a Cattolica, dalla Fiera all’Aeroporto – attraversano una fase di trasformazione radicale. Serve una direzione di rotta, noi proveremo a dare una mano. Di si-

grower and does not store things up for private use only. The aim is to help everyone grow, through dialogue and comparison. As he says: a high tower is not enough; to make it more visible build it on a hill.” What is Confindustria Verona doing in terms of leadership? “We have inherited the ‘Verona 2020-2040’ project from President Michele Bauli, which is far in advance of political reality. As usual, business moves fastest. In Verona, the political classes seem to be struggling in these times of uncertainty, while all the main business institutions – from the banks to the Cattolica insurance company, from the Exhibition Centre to the Airport – are going through a period of radical change. A new direction is needed, and we at Confindustria will try to help. Verona must certainly rediscover its role as a business centre and avoid isolationism at all

Pagina precedente. Raffaele Boscaini, direttore Marketing dell’azienda di famiglia Preceding page. Raffaele Boscaini, Marketing Director of the family firm A lato. Il passaggio di consegne tra l’ex presidente Michele Bauli e il neoeletto Raffaele Boscaini This page. Hand-over from ex-president Michele Bauli to newly elected Raffaele Boscaini

curo Verona deve riscoprire la sua natura di baricentro, evitando come la peste ogni deviazione isolazionista. Una sfida cruciale, che vinceremo tutti assieme”. Per quali ragioni ha deciso di accettare l’incarico? “Molto ha pesato il contesto pandemico. Voglio dare un contributo alla ricostruzione, ho sciolto la riserva quando ho incontrato la disponibilità a condividere la responsabilità da parte di un nucleo di colleghi competenti, equilibrati, pacati. Non serve aggiungersi ai tanti che urlano. Non sappiamo cosa ci aspetti il post pandemia: so che solo in una logica di squadra possiamo traguardare un orizzonte

costs. This is an important challenge that we will all face together.” Why did you decide to accept the job? “Because of the pandemic. I wanted to help the process of reconstruction, and I lost my reservations when I found myself in the company of colleagues who are calm, capable and level-headed. Panic is unnecessary. We don’t know what awaits us after the pandemic, but I do know that positive developments will come if we work as a team. It’s all new. To those who ask me whether we will return to how things were before the 39


di sviluppo. Nuovo. A chi mi chievirus, I always say that I hope not. de se torneremo come prima del We need a plan for sustainability, “Da mio padre Sandro virus, rispondo sempre che spero learning from our pre-pandemic ho imparato che si deve proprio di no. Occorre esprimere shortcomings.” condividere per crescere una visione sostenibile, imparando What do you personally mean dai limiti del modello ante Covid”. by ‘sustainability’? tutti, insieme” Qual è il significato del sostanti“Nothing fanciful. As an entrepre“From my father Sandro vo ‘sostenibilità’ nel suo vocaboneur, I am convinced that respect I have learnt that we must lario? for the environment is a rational share, for everyone “Eviterei derive bucoliche. Da imnecessity rather than a passing prenditore, assunto che il rispetto whim, and I believe that sustainto grow, together” ambientale è una necessità razioability must be an economic and nale prima che emotiva, dico che social commitment. The Fedrighi la sostenibilità deve essere un impegno economico e family from Mazzano have been supplying grapes to sociale. La famiglia Fedrighi di Mazzano conferisce l’uva Masi for 106 harvests. For four generations they have a Masi da 106 vendemmie. Da quattro generazioni si afrelied on us, and we on them. Sustainability is a style fidano a noi e noi a loro. Sostenibilità è uno stile di coof life in the community, not an award. This is my mesmunità, non un certificato. Con questo spirito, cercherò sage for Confindustria Verona.” di lavorare in Confindustria Verona”. What is Confindustria for? How useful are they in a A che cosa serve Confindustria? Che senso hanno le time of fragmentation? organizzazioni nel tempo della disintermediazione? “Fragmentation rhymes with disintegration. But if we “Fa rima con disintegrazione. E invece se restiamo inact together each of us is stronger. Big and small. But sieme ciascuno di noi è più forte. Tutti. Piccoli e granthose who join us must find transparency in activities di. Agli occhi di chi si iscrive devono essere espressi in and services, from trade union relations to tax advice, modo trasparente attività e servizi, dai rapporti sindacafrom legal assistance to internationalisation. The list Raffaele coordina il lavoro di analisi e ricerca del Gruppo Tecnico Masi Raffaele coordinates the analysis and research carried out by Masi Technical Group

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Raffaele Boscaini: “La sostenibilità deve essere un impegno economico e sociale” Raffaele Boscaini: “Sustainability must be both an economic and social commitment”

li alla consulenza fiscale, dall’assistenza legale e all’internazionalizzazione: elenco molto più lungo, da presidiare capitolo per capitolo. Ma in primis penso sia essenziale la funzione di lobbying, che non è una parolaccia. Al contrario è il dichiarato perseguimento di un disegno di categoria, per lo sviluppo dell’intero territorio e avendo a cuore i destini della comunità tutta cui apparteniamo”. Quali sono i capisaldi del disegno che accompagnerà nei prossimi anni? “Per brevità ne citerei solo due a titolo di esempio. Un capitolo riguarda i giovani e le giovani imprese, ossia start up che possano divenire aziende vere. Qui servirà un’autentica alleanza con le università e con il sistema creditizio. Un secondo capitolo attiene al campo delle infrastrutture, che è emblematico in quanto richiama la naturale centralità di Verona. Nuova stazione aeroportuale, Tav ferroviaria transpadana e del Brennero, nuova area intermodale a fianco della tangenziale Sud sono in drammatico ritardo. Ritardo che è evidenza di un gap di classe dirigente. Sono interventi indispensabili e urgenti. Ma non possono essere tasselli, sono parte di un mosaico”. Paolo Possamai, direttore di ‘Nordest Economia’ del gruppo editoriale triveneto GEDI. Da 20 anni scrive per ‘Affari&finanza’ di ‘Repubblica’. Collabora con Rai Storia e Rai Radio 3. Ha collaborato con Fondazione Nord Est e tenuto corsi presso gli Atenei di Bocconi-Milano, Venezia, Padova, Trieste e al Cuoa di Vicenza. È autore di saggi in materia storica e politica.

is long, and needs looking at in detail. But first and foremost, I think the lobbying function is essential. It’s not a dirty word. On the contrary, it is the strategy for the development of the entire territory and has at its heart the destiny of the entire community to which we all belong.” What are the cornerstones of your plans for the next few years? “For the sake of brevity, I will mention just two, as examples. One is about young people and young businesses: in other words, start-ups developing into real companies. Here we need a real partnership with universities and with credit institutions. A second plan is about infrastructure, which is important for Verona’s position at the centre of things. The new airport, the TAV Transpadana and the Brennero railway lines, and the developments next to the ring road south, they are all are dramatically behind schedule. Delays show how the political classes are lacking. Intervention here is indispensable and urgent. But it can’t be piecemeal, it’s got to be part of a plan.” Paolo Possamai is editor of ‘Nordest Economia’ (GEDI publishing group). Author of Business & Finance section of ‘Repubblica’ for 20 years. Works with Rai Storia and Radio 3. Has collaborated with Fondazione Nord Est and taught at the Universities of Bocconi-Milan, Venice, Padua, Trieste and Cuoa in Vicenza. Author of various works on history and politics.

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VITICOLTURA SOSTENIBILE SUSTAINABLE VITICULTURE

IL SUOLO E L’AGROECOLOGIA AL SERVIZIO DELLA SOSTENIBILITÀ THE SOIL AND AGROECOLOGY AT THE SERVICE OF SUSTAINABILITY Impianto di una barbatella / Planting a rootstock

di Diego Tomasi

Il ruolo fondamentale di una risorsa limitata nella quantità e nella qualità The fundamental role of a resource limited both in quantity and quality Finalmente, in ambito agricolo e più specificatamente At last, the soil is receiving the attention it deserves in viticolo, il suolo sta ricevendo l’attenzione che gli comagriculture generally and viticulture specifically, highpete, portandolo al giusto ruolo nel definire la qualità lighting its role in quality grape growing. More than dell’uva. Ma ancor più il suolo e i suoi costituenti stanthat, the soil and its constituents are a fundamental no rientrando a pieno titolo in un più ampio disegno di part of a wider plan in agro-ecology to promote susagroecologia le cui finalità sposano la sostenibilità e si tainability and combat climate change. spingono sino al contrasto al cambiamento climatico. Starting from the primary role that the soil plays in givPartendo dal ruolo primario che il suolo svolge nel carating character to grapes, it must be remembered that terizzare le produzioni enologiche, si deve sin da subiit is a limited resource (in quantity and quality) and, in to sottolineare che esso è una risorsa limitata (nella sua the timeframe of human lives, it is not renewable. quantità e qualità) e, alla scala umana del tempo, non è It should also be remembered that the constituent rinnovabile. Inoltre va ricordato che i caratteri compositicharacteristics of grapes are closely linked not only to vi dell’uva sono strettamente legati non solo ai fattori cliclimatic and cultural factors, but also, and often crumatici e colturali, ma anche, e spesso in modo determicially, to the dynamic characteristics of the soil. All this nante, ai caratteri dinamici del suolo. Tutto questo parte starts from the observation that the soil conditions dalla constatazione che il suothe functionality of the root syslo influenza la piena funzionalità tem through the water supply, I caratteri compositivi dell’uva dell’apparato radicale attraverso il the absorption of mineral eleradicalmente legati rifornimento idrico, l’assorbimenments, and the maintenance of to degli elementi minerali e il the close relationship between a quelli dinamici del suolo mantenimento degli stretti rapthe root system and the rhizobiThe make-up of grapes porti tra radice e rizobioma, ovveome, that is to say the incredibly is linked fundamentally ro quel numero incredibilmente large number of microorganisms grande di microorganismi che vithat live in close contact with to the dynamics of the soil vono a stretto contatto con la rathe roots (over a billion for each 42


Spaccati di diverse tipologie di terreni nelle zone classiche veronesi (Le Venezie: le diversità di terroir riflesse nel bicchiere, a cura di A. Scienza, D. Tomasi, A. Garlato, Gruppo Tecnico Masi, edito da Fondazione Masi, 2011) Cross-sections of different soil types in the Classico areas of Verona (Le Venezie: le diversità di terroir riflesse nel bicchiere, edited by A. Scienza, D. Tomasi, A. Garlato, Masi Technical Group, published by Masi Foundation, 2011)


Biodiversità in vigna: coltivazione del sovescio tra i filari Biodiversity in the vineyard: cultivation of green manure between the rows

dice (oltre un miliardo per ogni grammo di terreno che gram of soil that surrounds the absorbent rootlets). avvolge le radichette assorbenti). Le radici possono sviRoots can develop more or less densely and be more lupparsi in modo più o meno fitto ed essere più o meno or less active in relation to the physical state of the soil, attive in relazione allo stato fisico del suolo, alla sua proits depth and its content of oxygen, water, and nutrifondità e alla sua disponibilità in ossigeno, acqua ed eleents. For these reasons, soil analysis cannot be sepamenti nutritivi. Per questi motivi l’analisi del suolo non rated from the analysis of the root system and it is no può essere disgiunta da quella dell’apparato radicale e longer enough to consider the soil as merely a simple mai più il suolo dovrà essere considerato un semplice reservoir of water and nutrients for the vine. serbatoio di acqua ed elementi nutritivi per la vite. When considering the suitability of a soil to the cultiNel considerare l’attitudine di un suolo alla coltivaziovation of vines, these are the characteristics to considne della vite, pochi sono quindi i caratteri da consideraer; I) its hydrological properties, or the ability to retain re; I) le proprietà idrologiche, ovvero la capacità di tratwater, but without excess; II) the ease with which tenere l’acqua, ma senza eccessi; II) la facilità con cui le roots deepen, thanks also to the presence of oxygen; radici si approfondiscono, grazie anche alla presenza di III) the content of organic matter and the microbial ossigeno; III) il contenuto in sostanza organica e di caload. These are the main qualities that give value to rica microbica sono i principali valori a soil, and for these reasons soil del suolo e per questi motivi l’analisi analysis takes in both genetic and Mai considerare il suolo di esso deve considerare sia aspetfunctional aspects. un semplice serbatoio ti genetici sia funzionali. Veniamo alWe now come to consider how suslora a considerare come il tema deltainability becomes an important di acqua e di elementi la sostenibilità sia presente anche issue in the case of soils used for nutritivi per la vite nel caso dei suoli dedicati alla colgrape growing, thanks to the presNever think of the soil tivazione della vite e questo grazie ence of the organic substances alla presenza della sostanza organica that originate from the plant mateas a simple reservoir che si origina dal materiale vegetale for water and nutritional rial deposited there – leaves, crop che si deposita (foglie, residui colturesidues, and plant cover – and elements for the vines rali, copertura vegetale), da microorthanks to micro-organisms, roots, 44


La diversità di suoli raccontata al visitatore del Museo interattivo presso Masi Tenuta Canova, Lazise, lago di Garda Soil diversity explained to visitors at the interactive Museum at Masi Tenuta Canova,Lazise, Lake Garda

ganismi, radici, essudati radicali, insetti e lombrichi. Una gran parte di questo materiale è rapidamente (qualche mese) decomposta, mineralizzata e resa disponibile per la pianta; la rimanente parte viene invece trasformata in composti carboniosi più o meno stabili. Gli apporti di ciò che diventerà sostanza organica sono quindi quasi esclusivamente esterni ed è su questi che il viticoltore può agire attraverso una gestione del vigneto che faccia ricorso all’inerbimento, al recupero dei residui

root exudates, insects and earthworms. A large part of this material is rapidly decomposed, mineralised and made available to the plant in the space of a few months, while the remaining part is transformed into more or less stable carbon compounds. The contributions of what will become organic substances are therefore almost exclusively external and it is on these that the winegrower can act through vine45


colturali, all’uso di compos o di altra yard management that makes use materia organica. Inoltre il viticoltore of grassing, the recovery of crop deve preoccuparsi anche dei microorresidues, and the use of compost or ganismi (funghi e batteri) che goverother organic matter. Furthermore, nano la trasformazione della materia the winegrower needs to be aware organica e di cui in parte si nutrono: of the micro-organisms (fungi and da qui il concetto di biodiversità prebacteria) that feed on organic matsente nel suolo e di agro-ecosistema. ter and govern its transformation: In questo contesto lo stoccaggio delhence the importance of biodiversity la sostanza organica deve almeno esin the soil and the agro-ecosystem. sere pari alla degradazione ovvero la In this context, the storage of organmineralizzazione (vedi rilascio di ioni ic substances must at least be equal di nitrato e fosfato) non deve superato their degradation. Put another re la quota di conservazione della soway, mineralisation (with the restanza organica sotto forme carboniolease of nitrate and phosphate ions) I terreni vulcanici dei ‘toari’ se, di aggregati o di forme stabilizzate The volcanic soils of the ‘toari’ must not exceed the conservation dalle argille. Si pensi che la materia potential of the organic substances organica contenuta nel primo metro di suolo costituisce as found in carbonaceous form, aggregates or forms la riserva di carbonio organico più importante, più ancostabilised by clay. Remember that the organic matter ra di tutta la biomassa vegetale presente sulla terra: è da contained in the first metre of soil is the most imporqui che nasce il contrasto al cambio climatico in quanto tant source of organic carbon, even more than all the parte della CO2 atmosferica viene sequestrata nel suolo plant biomass present on earth. This is where the fight sotto forma di sostanza organica. back against climate change starts, as parts of the CO2 La quantità di questa presente nel suolo varia in funzioin the atmosphere are captured in the soil in the form ne della destinazione d’uso del suolo stesso; così è molof organic matter. to alta nelle foreste, praterie, pascoli, mentre al contraThe amount of organic matter present in the soil varies rio è molto bassa nei vigneti. Il vigneto, infatti, è esigente according to its use; so it is very high in forests, prairies in termini di sostanza organica prelevandone in grosand pastures, while being very low on the other hand se quantità per trasformarla in grappoli che verranno poi in vineyards. In fact, vineyards consume large quandestinati alla cantina con minima restituzione al luogo di tities of organic substances in the forming of grape origine (vedi vinacce o raspi quando ridistribuiti sul vibunches, which are then sent to the cellar with only a gneto). Il suolo diventa l’attore principale al contrasto al minimal return to their place of origin when pomace or cambiamento climatico grazie alla sua capacità di stoccagrape stalks are spread on the vineyard soil. re il carbonio proprio sotto forma di sostanza organica e Thanks to its ability to store carbon in the form of ordi apparati radicali. Il viticoltore, per aumentare la sostanganic matter in root systems the soil is, in fact, the za organica del suolo, deve favorire l’inerbimento degli principal factor in combatting climate change. To ininterfilari, la creazione di bordure, l’incorporazione di colcrease the presence of organic matter in the soil, the

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Pagina precedente. Esempio di filari lavorati a schema alternato per favorire la rigenerazione dei terreni Preceding page. Example of alternate row ground cultivation designed to regenerate the soil A lato. Il ripristino degli antichi muri a secco (marogne) nel vigneto Monte Piazzo di Gargagnago proteggono i terreni dal dilavamento This page. Ancient dry-stone walls (marogne) restored in the Monte Piazzo vineyard at Gargagnago to protect against soil being washed away

ture intermedie grazie alla pratica del sovescio, la trasformazione in compost dei residui di potatura, la realizzazione di siepi che servono a stoccare il carbonio sia nel suolo (radici) sia nella biomassa (legno). Bisogna però anche ridurre le perdite con minori lavorazioni del suolo, favorendo quelle di decompattazione e arieggiamento con tagli verticali, per una conservazione della s.o. in ragione sia di una migliore protezione fisica degli aggregati, ma anche di migliori condizioni di umidità e minor esposizione al sole e alle alte temperature. Accanto al sequestro del carbonio proveniente dalla CO2 atmosferica e responsabile del cambio climatico, questi interventi hanno anche il ruolo di aumentare la biodiversità nel sotto e sopra suolo a beneficio di una migliore capacità produttiva e qualitativa del vigneto, di un suo miglior equilibrio e di una sua miglior resilienza agli andamenti stagionali sempre più anomali. L’agro-ecologia rimette, quindi, l’agronomia e le sue pratiche conservative al centro dell’attività viticola e l’attenzione per il suolo al centro del risultato qualitativo in vigneto e con effetti positivi sulla sostenibilità ambientale. Diego Tomasi è I° ricercatore presso il CREA-VE. Si occupa di ricerche riguardanti lo studio e la salvaguardia dell’ambiente viticolo attraverso la conduzione sostenibile del vigneto basata anche sui concetti di viticoltura di precisione. Ha sviluppato e sta svolgendo studi di eco-fisiologia e di vocazione ambientale di alcuni importanti terroirs italiani.

winegrower sows grass in the rows between the vines, creates borders, introduces other vegetation through green manuring, turns pruning residues into compost, and creates hedges to store carbon both in the soil (the roots) and in the biomass (the wood). Work also has to be done to reduce losses of organic matter, by working the soil less, by using vertical cuts to loosen and aerate the soil, by physically protecting the aggregates, by controlling moisture levels and by protecting the soil from high temperatures, including the sun. As well as capturing carbon from the climate changing CO2 in the atmosphere, these interventions also increase biodiversity in the subsoil, making for better quality vineyards that are better balanced and more able to thrive in increasingly anomalous seasonal weather conditions. Agro-ecology, therefore, puts agronomy and its conservation practices at the centre of viticultural activity and attention for the soil at the centre of quality production in the vineyard, besides favouring environmental sustainability. Diego Tomasi is the lead researcher at CREA-VE (Centre for Viticultural and Oenological Research in Conegliano). Involved in research into the viticultural environment through sustainable vineyard management based on concepts of precision viticulture. Author of eco-physiological studies on environmental suitability in several leading Italian terroirs.

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DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS

LE 67 COLONNE PER RILANCIARE L’ARENA DI VERONA THE 67 COLUMNS TO RELAUNCH THE ARENA IN VERONA

Tante sono le imprese, tra le quali Masi, che hanno aderito al progetto Many businesses, including Masi, have signed up to the project Offrire un significativo contributo alla Fondazione Arena Helping the relaunch of a great symbol of Italian culper far ripartire un grande simbolo della cultura italiana ture in the world: that’s the objective of the 67 Columns nel mondo: è questo l’obiettivo del progetto di raccolta fund-raising project for Verona’s Arena Foundation. The fondi ‘67 colonne per l’Arena di Verona’ che ha unito inproject unites 67 mostly local companies around a temtorno al tempio della lirica, ma non solo (la vitalità è teple of the opera world, all united by a marked sense of stimoniata dagli spettacoli di danza, concerti rock e dagli social responsibility. Not just opera either, the Arena’s altri eventi ospitati) l’apporto di 67 imprese del territorio, vitality is also shown with dance shows, rock concerts accomunate da uno spiccato senso di responsabilità soand other events. Masi has joined up too. ciale. All’iniziativa ha dato l’adesione anche la Masi. “As a family and as a business we have enthusiasti“Come famiglia e come impresa abbiamo aderito con cally embraced the Arena’s new project,” explains Sanentusiasmo al nuovo impulso richiesto dall’Arena e daldro Boscaini, Chairman of Masi and Vice-Chairman of le sue attività” spiega Sandro Boscaini, Presidente di the Masi Foundation, which has always been active Masi e vicepresidente della Fondazione omonima, da in promoting the cultural heritage, creativity and prosempre attiva nella valorizzazione del patrimonio cultuductive capacity of the people of the Veneto. “Historirale e delle grandi capacità d’ingegno e produttive della cally, we work in this area and so we must be the first civiltà veneta. “Storicamente opeto give care and attention to its riamo in questo territorio e quinheritage. The Arena,” Mister AmL’impegno del territorio di dobbiamo esser i primi a dearone explains, “is a universal per far ripartire un simbolo dicare al suo patrimonio cura entity, capable of both receive attenzioni. E l’Arena – sottoliing and giving attention, to us della cultura italiana nea Mister Amarone – è un vaand to those around the world The territory’s commitment lore universale aperto a ricevere who appreciate beauty, value to the relaunching e a dare stimoli, a noi e a quanand workmanship in our history ti nel mondo apprezzano il bello, of a symbol of Italian culture and creative present.” il buono e il benfatto della nostra The project came into being 48


storia e della nostra attualità creatithanks to a proposal to reconstruct va”. La suggestione è scaturita dall’iIl progetto quinquennale the outermost circle of arches of dea di ricostruire idealmente la cinta the two-thousand-year-old amphiha raccolto nel 2021 più esterna di arcate del bimillenario theatre, originally destroyed by an oltre un milione di euro anfiteatro, cinta distrutta da un terreearthquake in 1117, with the means The five-year project moto nel 1117, con un abbraccio conprovided by a group of entreprecreto di imprenditori e professionisti, neurs and professionals linked by collected more than legati dall’amore per l’Arena come their love for the Arena as an aua million euros in 2021 vera e propria impresa. L’Arena, infatthentic business entity. The Arena, in ti, non è solo luogo di produzione di fact, is not only a place of culture, it cultura, ma anche di valore e ricchezza per le migliaia di also provides wealth and employment for the thoulavoratori coinvolti e per l’indotto sul territorio, fortemensands of workers and allied industries involved, which te indebolito dalla crisi del turismo internazionale dovuhave been severely weakened by the international tourta al Covid-19. ism crisis brought about by Covid-19. Intanto, proprio al debutto della stagione 2021 in giugno In the meantime, at the start of the 2021 season in è stato annunciato che il progetto di fundraising lanciato June, it was announced that the fundraising project in marzo dalla Fondazione Arena e sostenuto dal Gruplaunched in March by the Fondazione Arena and suppo editoriale Athesis, ha centrato l’obiettivo con l’en ported by the Athesis publishing group had achieved plein delle 67 adesioni sollecitate e la raccolta di oltre its objective with the full target of 67 participants and a un milione di euro. fund of over one million euros. “Abbiamo avuto addirittura domande in esubero che ri“We even had surplus applications that we will transcollocheremo nel 2022, visto che si è costruita una relafer to 2022, given that we now have solid relationzione solida che ci accompagnerà almeno nei prossimi ships in place for at least the next five years of our 5 anni per uno sviluppo importante delle nostre attiviactivities,” commented Gianfranco De Cesaris, the tà”, conclude il direttore generale della Fondazione Arena, Director General of the Arena Foundation. “The reGianfranco De Cesaris. “È stata davvero straordinaria la risponse from our region has been truly extraordinary: sposta di questo territorio: da qui proviene infatti il 70 per in fact, 70 per cent of the participating companies cento delle imprese che hanno aderito al nostro appello”. come from the area.”

I 67 imprenditori e professionisti che hanno aderito al progetto The 67 business leaders and professionals who have signed up to the project


DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS

LO STUDIOSO DELLA CIVILTÀ E DELL’IDENTITÀ DELLE VENEZIE THE SCHOLAR OF THE CULTURE AND IDENTITYOF THE VENETIAN REGIONS Addio al sociologo Ulderico Bernardi, grande amico della Fondazione Masi Farewell to sociologist Ulderico Bernardi, a great friend of the Masi Foundation Intellettuale a tutto tondo e attento ricercatore ‘sul camAn all-round intellectual and a scrupulous field repo’, generoso nella scrittura e nella divulgazione e, per searcher, generous in his writing and in sharing his la Fondazione Masi, un grande amico: Ulderico Bernarknowledge, and a great friend of the Masi Foundation, di ci ha lasciato lo scorso 8 aprile all’età di 84 anni. Neltoo: Ulderico Bernardi left us on 8 April this year at the le brevi note autobiografiche per il suo ultimo intervenage of 84. In the brief autobiographical notes for his to su questa rivista, Bernardi, docente di Sociologia negli last article in this magazine, Bernardi, Professor of Soatenei di Bergamo, Milano e poi a lungo di Ca’ Foscaciology at the universities of Bergamo and Milan and ri a Venezia, sottolineava di essersi occupato “delle rethen at the Ca’ Foscari in Venice, explained that he had lazioni fra persistenza culturale e mutamento sociale, worked on “the relations between cultural persistence con studi e ricerche in Australia, nelle Americhe e in Euand social change” in Australia, the Americas and Europa” nell’ambito delle minoranze etniche, nelle comurope, examining ethnic minorities, peasant communities nità contadine investite dalla industrializzazione, nelle affected by industrialisation, and colonies of emigrants. colonie dell’emigrazione. E nell’articolo, dedicato al simAnd in the actual article, dedicated to the Lion of Saint bolo per eccellenza di Venezia, il leone di San Marco, Mark, he explained why “this icon has been deeply imspiegava poi perché “questa icoprinted in the Venetian soul, na si è impressa profondameneven in contemporary times”. Al centro delle sue ricerche, te nell’anima veneta anche nella In short, his was a wide-ranging le relazioni fra persistenza contemporaneità”. intellectual adventure that cenInsomma, un’avventura intelletculturale e mutamento sociale tred on his homeland of the tuale a tutto campo, la sua, che Venetian Regions, coming as At the centre of his research, ha avuto una sorta di baricenhe did from Oderzo (Treviso). the relationship between tro nel territorio di cui, egli treviNaturally, his studies included giano di Oderzo, era originario: the dynamics that in just a few cultural persistence le Venezie. Non a caso, nei suoi decades led the Veneto region and social change studi, ampio spazio hanno avuto from being a peasant civilisation 50


to an industrial one, and now to a le dinamiche che in pochi decenni post-industrial civilisation. hanno portato il Veneto dalla civilSul simbolo del Leone tà contadina a quella industriale, a di San Marco il suo ultimo Isabella Bossi Fedrigotti, President quella attuale post-industriale. of the Masi Foundation, rememarticolo per questa rivista Di Bernardi Isabella Bossi Fedrigotti, bers Bernardi’s passionate involveHis last piece for this Presidente della Fondazione Masi, ment in the work of the Prize Jury. ricorda l’appassionata partecipazio“His research into Venetian civilisamagazine was dedicated ne alla Giuria del Premio: “Ampio il tion extended geographically as far to the symbol of the Lion suo sentimento di una Civiltà Veneas Istria and Dalmatia, documentof Saint Mark ta allargata anche all’Istria e Dalmaing a noble and particular sense zia, a testimonianza di un unicum of cultural kinship in territories that culturale peculiare e nobile, anche in terre ora separaare now separated.” Published posthumously, his last te”. A confermarlo anche la sua ultima fatica, uscita polabour of love was “Lost lands. The amputation of Venstuma, Terre perse. L’amputazione della Venezia Giulia ezia Giulia from 8 September 1943 to 10 February 1947” dall’8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947, edito da Bipublished by Biblioteca dei Leoni. The subject is the blioteca dei Leoni: una ricerca dedicata alle tribolate vitribulations of the Italian population in Istria. cissitudini delle popolazioni italiane in terra istriana. Sandro Boscaini, Vice-President of the Foundation and Il vicepresidente e patron di Masi, Sandro Boscaini, di President of Masi, recalls “Bernardi’s valuable contribuBernardi rileva “il determinante contributo alla Fondaziotion to the Foundation through numerous articles in ne testimoniato, oltre che dai numerosi articoli sulla riLe Venezie and his book Dominium Venetum. A comvista, anche da Dominium Venetum. Un compendio di pendium of the world, which presents the Masi historic mondo, libro che presenta la raccolta cartografica Masi, map collection, full of stories that are by no means only ricco di storie e aneddoti che non si limitano alla cultura full of academic references, but also tell us about the accademica ma ci accostano alle culture minori”. places and people.”

Ulderico Bernardi dialoga con Piero Badaloni in occasione del Premio Masi 2017 (Teatro Filarmonico di Verona) Ulderico Bernardi talking with Piero Badaloni at the Masi Prize 2017 (Teatro Filarmonico di Verona)

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DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS

LE FONDAZIONI MASI E CARIVERONA: SEI CONCERTI IN VALPOLICELLA MASI AND CARIVERONA FOUNDATIONS: SIX CONCERTS IN VALPOLICELLA

Per la prima volta il Festival degli Organi Storici Veronesi, organizzato dall’associazione Musicale di Vigasio, ha potuto contare quest’anno sulla partnership speciale della Fondazione Masi. Così, oltre ai pregiati strumenti antichi veronesi già riscoperti nelle precedenti rassegne, con l’edizione numero 11 si sono potuti apprezzare altri importanti strumenti di un territorio ricco di storia e cultura qual è la Valpolicella. Il calendario di appuntamenti si è, infatti, arricchito di sei nuovi concerti raccolti sotto il suggestivo titolo ‘Valpolicella: in vineis et organis’, che, dal 19 luglio al 18 settembre, hanno portato gli spettatori a conoscere l’organo del maestro Giovan Battista Sona, recentemente restaurato nella parrocchiale di Sant’Ambrogio e in quel di Negrar e i piccoli ma pregevoli strumenti delle parrocchiali di Marano, Gargagnago e San Giorgio. Due degli appuntamenti in Valpolicella hanno, inoltre, offerto agli spettatori una conversazione sulla musica nel pensiero dantesco, proposta da Andrea Mirenda, coautore del libro Dante nella Verona scaligera. Il progetto pluriennale del Festival rientra nelle iniziative culturali sostenute dalla Fondazione Cariverona al fine di valorizzare strumenti musicali oggetto di restauro: tra questi in particolare gli organi storici costruiti tra il Seicento e l’Ottocento (in tutto 200 quelli presenti sul territorio). Ed è in questo spirito che si è inserita la partnership con la Fondazione Masi, da sempre attenta alla promozione della musica del repertorio veneto.

For the first time this year the Festival of Historic Veronese Organs, organised by the Vigasio Music Association, has been able to benefit from partnership with the Masi Foundation. Thus, in addition to the valuable antique Veronese instruments already rediscovered in previous festivals, the 11th edition of the Festival has introduced other important instruments from the Valpolicella region, a territory that is rich in history and culture. The calendar of events comprised six new concerts with the evocative title ‘ Valpolicella: in vineis et organis’, which from 19th July to 18th September gave spectators the chance to listen to the recently restored organs of Maestro Giovan Battista Sona in the parish churches of Sant’Ambrogio and Negrar, and the small but valuable instruments in the parish churches of Marano, Gargagnago and San Giorgio. Two of the events in Valpolicella also featured talks on music in the works of Dante by Andrea Mirenda, coauthor of the book Dante nella Verona scaligera (Dante in Scaligeran Verona). The Festival is an annual project forming one of the cultural initiatives supported by the Fondazione Cariverona to promote restored musical instruments, particularly historic organs built between the 17th and 19th centuries (there are a total of 200 in the area). This is the background to partnership with the Masi Foundation, which has always favoured the promotion of music from the Veneto.

fondazionecariverona.org | masi.it/it/fondazione-masi

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DALLA FONDAZIONE MASI FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION

ANDREA DAL CIN CONSIGLIERE NEL CONSORZIO DEL PROSECCO L’enologo Andrea Dal Cin, storico collaboratore della Masi e direttore tecnico della Canevel Spumanti, è stato nominato dal governo rappresentante italiano nella commissione Enologia dell’Oiv, ed è stato eletto consigliere nel Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.

ANDREA DAL CIN ON PROSECCO CONSORTIUM BOARD The oenologist Andrea Dal Cin, who has worked with Masi for many years and is currently Technical Director of Canevel Spumanti, has been given the post of Italian representative on the OIV’s Oenology Commission by the Italian government, and has been elected to the board of the Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.

I VIRUS RACCONTATI E SPIEGATI AI BAMBINI DA ILARIA CAPUA La virologa Ilaria Capua, Premio Civiltà Veneta 2020, ha pubblicato per De Agostini il libro per ragazzi Il viaggio segreto dei virus. Alla scoperta delle creature più piccole, dispettose e sorprendenti dell’universo, un viaggio per conoscere gli 11 virus che hanno cambiato il corso della storia dell’uomo.

VIRUSES EXPLAINED TO CHILDREN BY ILARIA CAPUA Virologist Ilaria Capua, winner of the Civiltà Veneta Prize 2020, has written the children’s book The secret journey of viruses. Discovering the smallest, most mischievous and surprising creatures in the universe (De Agostini), telling young people about the 11 viruses that have changed the course of human history.

L’ENOLOGO E ACCADEMICO LUIGI MOIO ALLA GUIDA DELL’OIV Luigi Moio, Premio Civiltà del Vino 2017, docente di enologia all’Università di Napoli e produttore di vino in Irpinia, è il nuovo presidente dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (Oiv) di Parigi. Un riconoscimento importante per l’Italia e per una delle massime autorità nella scienza applicata al vino.

OENOLOGIST AND ACADEMIC LUIGI MOIO AT THE HEAD OF THE OIV Luigi Moio, winner of the Civiltà del Vino Prize 2017, Professor of Oenology at the University of Naples and wine producer in Irpinia, is the new President of the Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (OIV) in Paris. This is an important recognition for Italy and for one of the greatest authorities in science applied to wine.

IN MOSTRA A VENEZIA ‘L’ARCA DEL VETRO’ DI PIERRE ROSENBERG L’arca di vetro. La collezione di animali di Pierre Rosenberg, il grande storico dell’arte, già presidente del Louvre, è stata in mostra dal 26 aprile al 1° agosto nell’isola di San Giorgio, Venezia, nell’ambito del progetto pluriennale ‘Le stanze del Vetro’ della Fondazione Cini e Pentagram Stiftung.

PIERRE ROSENBERG’S ‘GLASS ARK’ ON SHOW IN VENICE The Glass Ark. The animal collection of Pierre Rosenberg, the great art historian and former President of the Louvre, was on display from 26 April to 1 August on the island of San Giorgio, Venice, as part of the multi-year project ‘The Glass Rooms’ sponsored by the Cini Foundation and Pentagram Stiftung.

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DALLA FONDAZIONE MASI FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION

DA 90 ANNI L’HARRY’S BAR PORTA VENEZIA NEL MONDO Il 13 maggio l’Harry’s Bar di Venezia ha compiuto 90 anni. Inaugurato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, oggi è un ambasciatore mondiale dell’italianità con una catena di hotel, ristoranti, un marchio di food e pasticceria. E a 89 anni Arrigo Cipriani continua ad accogliere gli ospiti anche dopo la pandemia.

HARRY’S BAR, BRINGING VENICE TO THE WORLD FOR 90 YEARS On 13th May, Harry’s Bar in Venice celebrated its 90th birthday. Founded by Giuseppe Cipriani in 1931, today Harry’s Bar is a worldwide ambassador of Italian style with a chain of hotels and restaurants, and a food and pastry brand. And at 89 years old, Arrigo Cipriani continues to welcome guests even after the pandemic.

GUIDA AI LOCALI DOVE LA CUCINA NON HA STELLE MA SA DI CASA Per i tipi di Antiga Edizioni è uscito Non sono quelli delle stelle, scritto a più mani da Maurizio Draghi, Edoardo e Gianicola Pittalis, in cui si promuovono in base alle 12 regole d’oro formulate da Arrigo Cipriani, 200 locali del Triveneto dove la cucina “sa di casa” e si sta “semplicemente bene a tavola”.

GUIDE TO PLACES WHERE THE FOOD HAS NO STARS BUT TASTES LIKE HOME Antiga Edizioni has published Non sono quelli delle stelle (These aren’t the ones with stars), co-authored by Maurizio Draghi, Edoardo and Gianicola Pittalis, which uses the 12 golden rules formulated by Arrigo Cipriani to identify 200 establishments in the Triveneto where the cuisine “tastes like home” and where you can “simply be happy at table”.

IL SECONDO MERIDIANO DI CLAUDIO MAGRIS Nella collana ‘Meridiani’ di Mondadori è uscito il secondo volume delle Opere di Claudio Magris, che include saggi, romanzi, articoli, testi teatrali di una varietà, complessità e unità avvincenti. Il primo Meridiano dello scrittore triestino, Premio Civiltà Veneta, 1990, era stato pubblicato nel 2012.

THE SECOND MERIDIAN BY CLAUDIO MAGRIS The second volume of Claudio Magris’s works has been published in Mondadori’s Meridiani series, including essays, novels, articles and theatrical texts of compelling variety, complexity and unity. The first Meridiano written by the author from Trieste, winner of the Civiltà Veneta Prize 1990, was published in 2012.

A PADOVA IL PREMIO INTITOLATO AL MAESTRO CLAUDIO SCIMONE Seconda edizione del ‘Premio Internazionale Claudio Scimone’ per giovani musicisti, dedicato al fondatore dell’orchestra ‘I Solisti veneti’, scomparso nel 2018. Oltre ai premi, in palio quattro borse di studio per giovani talentuosi. Concerto finale del 5 settembre all’auditorium Pollini di Padova.

COMPETITION NAMED AFTER MAESTRO CLAUDIO SCIMONE IN PADUA The second edition of the ’Premio Internazionale Claudio Scimone‘ for young musicians, named after the founder of the orchestra ‘I Solisti Veneti’, who died in 2018, is to be held in Padua. In addition to the prizes, there will be four scholarships for talented young musicians. The final concert is in the Pollini Auditorium in Padua on 5 September.

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DALLA FONDAZIONE MASI FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION

UN FESTIVAL SUL PAESAGGIO NEL NOME DI ANDREA ZANZOTTO A dieci anni dalla scomparsa del poeta Andrea Zanzotto, di cui il 10 ottobre ricorre anche il centenario della nascita a Pieve di Soligo il ‘CartaCarbone Festival’ di Treviso dedica all’attualissimo tema del ‘Paesaggio/Passaggio’ e al suo cantore ben 40 eventi in presenza dal 14 al 17 ottobre.

A LANDSCAPE FESTIVAL NAMED AFTER ANDREA ZANZOTTO Ten years after the death of the poet Andrea Zanzotto, the centenary of whose birth in Pieve di Soligo falls on 10th October, the ‘CartaCarbone Festival’ of Treviso dedicates 40 events to the very topical theme of ‘Landscape/Passage’ and to its eulogist from 14th to 17th October.

I MUSEI E LE MEMORIE DEL FUTURO DI CHRISTIAN GRECO I musei sono spesso percepiti come entità statiche. In realtà, generano nel tempo, complesse reti di relazioni e una forte influenza sulla società civile. È il tema di Le memorie del futuro (Einaudi) di Evelina Christillin e Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino e Premio Civiltà Veneta 2018.

MUSEUMS AND MEMORIES OF THE FUTURE BY CHRISTIAN GRECO Museums are often perceived as static entities. In reality, over time they generate complex networks of relations and a strong influence on civil society. This is the theme of Le memorie del futuro (Memories of the Future - Einaudi) by Evelina Christillin and Christian Greco, Director of the Egyptian Museum in Turin and winner of the Civiltà Veneta Prize 2018.

DUE PERSONALI DI GIOSETTA FIORONI A MILANO Lo Studio d’arte Cannaviello di Milano celebra l’artista romana Giosetta Fioroni, Premio Civiltà Veneta 2016, con due mostre: la prima inaugurata il 25 febbraio, dedicata agli anni ’60 e ’70, gli anni in cui la compagna di Goffredo Parise espose per la prima volta con la galleria; la seconda in settembre.

TWO SOLO EXHIBITIONS BY GIOSETTA FIORONI IN MILAN The Cannaviello Gallery in Milan is displaying the works of Roman artist Giosetta Fioroni, winner of the Civiltà Veneta Prize 2016, in two exhibitions: the first opened on 25th February and was dedicated to the 1960s and 1970s, the years in which Goffredo Parise’s companion first exhibited with the gallery; the second is in September.

A FIGURA INTERA, AUTOBIOGRAFIA DEL FUMETTARO MILO MANARA In A figura intera, autobiografia di un ‘fumettaro’ (come egli si definisce) edita da Feltrinelli, Milo Manara racconta se stesso a tutto tondo: la propria arte e la propria vita, l’amore per il disegno e il travolgente incontro con il fumetto e il ‘Maestro’ Hugo Pratt, dagli anni Sessanta fino agli eroi della pandemia.

A FIGURA INTERA , AUTOBIOGRAPHY OF CARTOONIST MILO MANARA In A figura intera, the autobiography of a ‘cartoonist’ (as he defines himself) published by Feltrinelli, Milo Manara talks about his life in the round: his art, his life, his love for drawing and his passionate involvement in comic books and ‘Maestro’ Hugo Pratt, from the 1960s to the heroes of the pandemic.

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DALLA FONDAZIONE MASI FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION

MARIO ISNENGHI RIVISITA LA VENEZIA POST-SERENISSIMA Mario Isnenghi, già docente di Storia a Ca’ Foscari e Premio Civiltà Veneta 2014, ha pubblicato Se Venezia vive per Marsilio, ritratto insolito della città vitale e ruggente e dei personaggi che ne sono stati protagonisti, nei quasi 250 anni dalla fine della Serenissima Repubblica ad oggi.

MARIO ISNENGHI REVISITS POST-SERENISSIMA VENICE Mario Isnenghi, former Professor of History at Ca’ Foscari and winner of the Civiltà Veneta Prize 2014, has published Se Venezia vive (If Venice Lives - pub. Marsilio), an unusual portrait of a vibrant living city and the characters who have been its protagonists in the almost 250 years from the end of the Republic of the Serenissima to the present day.

L’ASSALTO AGLI SCALZI RACCONTATO DA GIANFRANCO DE BOSIO A 96 anni il regista Gianfranco De Bosio ha pubblicato per Neri Pozza Fuga dal carcere, testimonianza di un tragico episodio della Resistenza veronese: l’assalto al carcere degli Scalzi, avvenuto il 17 luglio 1944 per far evadere Giovanni Roveda, figura storica del sindacalismo e dell’antifascismo.

THE ASSAULT ON THE SCALZI NARRATED BY GIANFRANCO DE BOSIO At the age of 96, film director Gianfranco De Bosio has published Fuga dal carcere (Escape from Prison - pub. Neri Pozza), an account of a tragic episode in the Resistance in Verona telling of the assault on the Scalzi prison on 17th July 1944 in an attempt to free Giovanni Roveda, an important figure in the history of trade unionism and anti-fascism.

LA RELATIVITÀ GENERALE SPIEGATA DA CARLO ROVELLI È Relatività generale. Una semplice introduzione, l’opera di fresca pubblicazione da Adelphi, di Carlo Rovelli, Premio Civiltà Veneta 2015. Il fisico e ricercatore descrive i risultati della teoria che ha rivoluzionato la fisica nel secolo scorso, guidando il lettore ad apprezzarne “la scintillante bellezza”.

GENERAL RELATIVITY EXPLAINED BY CARLO ROVELLI Carlo Rovelli’s General Relativity. A simple introduction, written by the winner of the Civiltà Veneta Prize 2015, has just been published by Adelphi. Physicist and researcher Rovelli describes the results of the theory that revolutionised physics in the last century, encouraging the reader to appreciate its “scintillating beauty”.

LE DIMORE ALIGHIERI ALLA MOSTRA ‘TRA DANTE E SHAKESPEARE’ La mostra ‘Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona’ – alla Galleria di Arte Moderna Achille Forti di Verona dal 23 aprile al 3 ottobre – include alcune schede sulle dimore degli Alighieri nel Veronese, curate da Daniela Zumiani, docente di storia dell’architettura e del paesaggio all’Università scaligera.

ALIGHIERI RESIDENCES AT ‘BETWEEN DANTE AND SHAKESPEARE’ EXHIBITION The exhibition ‘Between Dante and Shakespeare: the myth of Verona’ – at the Achille Forti Gallery of Modern Art in Verona from 23rd April to 3rd October – includes reference to the Alighieri residences in the Verona area, curated by Daniela Zumiani, Professor of the History of Architecture and Landscape at Verona University.

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ALBO D’ONORE DEL PREMIO MASI MASI PRIZE ROLL OF HONOUR

CONSIGLIO DELLA FONDAZIONE MASI MASI FOUNDATION BOARD

Presidente / President Isabella Bossi Fedrigotti

CIVILTÀ VENETA

CIVILTÀ DEL VINO

1981 1982 1983 1984

1987 Angelo Betti 1989 Emile Peynaud 1991 Zelma Long 1993 Hugh Johnson 1995 Noris Siliprandi 1996 Philippine de Rothschild 1998 Ezio Rivella 1999 Mondavi & Frescobaldi [Luce Joint Venture] 2000 Sirio Maccioni 2001 Fratelli Torres 2002 Famiglia Krug 2003 Nicolò Incisa della Rocchetta 2004 Andrea Muccioli [Comunità di S. Patrignano] 2005 Federico Castellucci 2006 Antonio Carluccio 2007 Peter Hayes 2008 Donald Ziraldo 2009 George Sandeman [Wine in moderation] 2010 Sergi di Nekresi 2011 Jacques Orhon 2012 Lynne Sherriff [Masters of Wine Institute] 2013 Gianluca Bisol Flavio Franceschet Michel Thoulouze 2014 Andrea Bocelli 2015 Giuseppe Martelli 2016 Roger Scruton 2017 Luigi Moio 2018 Gerard Basset 2019 Jeannie Cho Lee 2020 Gruppo Riedel Glass

Elio Bartolini Biagio Marin Giulio Nascimbeni Alvise Zorzi I Solisti veneti Uto Ughi Casa Marzotto Bruno Visentini Antonio Cibotto Gianfranco De Bosio Anna Proclemer 1986 Casa Benetton Ottavio Missoni Luciano Vistosi 1988 Gaetano Cozzi Giancarlo Ligabue Pilade Riello Fulvio Tomizza 1990 Claudio Magris Zoran Musić Hugo Pratt 1992 Fernando Bandini Giuseppe Gozzetti Demetrio Volcić 1994 Pier Giuseppe Cevese Renato Olivieri Ermanno Olmi Apollinare Veronesi 1995 Isabella Bossi Fedrigotti Cecilia Danieli Paul Girolami Lucia Valentini Terrani Giuseppe Zigaina 1996 Ivano Beggio Don Antonio Mazzi Pierre Rosenberg 1997 Enzo Bettiza Pierre Cardin Federico Faggin 1998 Carlo Guarienti Paola Malanotte Luigi Meneghello 1999 Tullio Kezich Cleto Munari Giorgio Zanotto 2000 Fondazione Giorgio Cini Tommaso Padoa-Schioppa Marco Paolini Giuseppe Sinopoli 2001 Mario Rigoni Stern Renzo Rossetti Wolfgang Wolters Andrea Zanzotto 2002 Silvio Bertoldi Ilvo Diamanti Fulvio Roiter Susanna Tamaro

2003 Gabriella Belli Novello Finotti Cesare Montecucco 2004 Ferruccio De Bortoli Nadia Santini Ettore Sottsass 2005 Guido Bertolaso Gillo Dorfles Francesco Macedonio Alessandro Mazzucco 2006 Pino Castagna Fondazione Cariverona Marsilio Editori 2007 Antonia Arslan Gianni Berengo Gardin Milo Manara 2008 Bepi De Marzi Lionello Puppi Giovanni Maria Vian 2009 Lino Dainese Carlo Mazzacurati Paolo Rumiz 2010 Diana Bracco De Silva Mario Brunello Francesco Tullio-Altan 2011 Giuseppe Battiston Arrigo Cipriani Massimo Marchiori 2012 Andrea Battistoni Giovanni Radossi Gian Antonio Stella 2013 Giovanni Bonotto Giacomo Rizzolatti Sergio Romano 2014 Umberto Contarello Mario Isnenghi Alberto Passi 2015 Massimiliano Alajmo Carlo Rovelli Elisa Toffoli 2016 Natalino Balasso Giosetta Fioroni Lorenzo Mattotti 2017 Emilio Franzina Paola Marini Elena Zambon 2018 Ferdinando Camon Christian Greco Carlo Nordio 2019 Roberto Citran Pietro Luxardo Nando Pagnoncelli 2020 Ilaria Capua Reinhold Messner Andrea Rigoni

GROSSO D’ORO VENEZIANO 2003 Milan Kucan 2005 Vartan Oskanian 2006 Alvise Zorzi 2007 Hans-Dietrich Genscher 2008 Sanjit Bunker Roy 2009 Luigi Luca Cavalli-Sforza 2010 Peter Esterhazy 2011 Mons. Luigi Mazzucato 2012 Kuki Gallmann 2013 Marjane Satrapi 2014 Svetlana Aleksiević 2015 Giuseppe De Giorgi [Marina Militare Italiana] 2016 Ágnes Heller 2017 Yolande Mukagasana 2018 Cardinale Mario Zenari 2019 Alain Finkielkraut 2020 Filippo Grandi

Vicepresidente / Vice-President Sandro Boscaini Presidente Onorario Honorary President Demetrio VolciĆ Segretario / Secretary Marco Vigevani Consiglieri / Board Members Michele Bauli Francesco Benedetti Bruno Boscaini Marzio Breda Franca Coin Federico Girotto Maurizio Marino Pieralvise di Serego Alighieri Revisore / Auditor Giovanni Aspes COMMISSIONE DEL ‘PREMIO MASI PER LA CIVILTÀ VENETA’ ‘MASI CIVILTÀ VENETA PRIZE’ COMMISSION

Sandro Boscaini Isabella Bossi Fedrigotti Marzio Breda Franca Coin Gabriele Colleoni Ilvo Diamanti Massimo Ferro Francesco Giavazzi Stefano Lorenzetto Piergaetano Marchetti Paola Marini Pilade Riello Pieralvise di Serego Alighieri Roberto Stringa Marco Vigevani Demetrio VolciĆ Stefano Zecchi Filiberto Zovico COMMISSIONE DEL ‘PREMIO INTERNAZIONALE MASI PER LA CIVILTÀ DEL VINO’ ‘INTERNATIONAL MASI CIVILTÀ DEL VINO PRIZE’ COMMISSION

Relatore / Speaker Federico Castellucci Piero Antinori Sandro Boscaini Luciano Ferraro Angelo Gaja Jens Priewe Ezio Rivella Alessandro Torcoli Demetrio VolciĆ dati al 13.08.2021

PER INFORMAZIONI FURTHER INFORMATION

www.fondazionemasi.com


Antonio Canova, Dedalo e Icaro dopo il restauro, Museo Correr, Venezia Antonio Canova, Daedalus and Icarus, after restoration, Museo Correr, Venice

Villa Serego Alighieri in Valpolicella 37015 Gargagnago - Verona - Telefono +39 045 6832511 www.fondazionemasi.com · www.masi.it


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