FOGLIE N.11 / 2021

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Accelerata su vaccini e libera circolazione dei lavoratori agricoli

AGRICOLTURA 1600 h ISMEA in vendita in Puglia

AGROALIMENTARE Tra l’arancio e il rosso: ecco le albicocche! L’opportunità del kiwi con il progetto Jingold

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Numero 11 - 15 giugno 2021 www.foglie.tv

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Agricoltura - Agroalimentare - Turismo rurale


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AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

IL MONDO DELL’AGRICOLTURA A PORTATA DI MANO MAGAZINE - WEB TV - WEBINAR

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Sommario

Numero 15Giugno Ottobre2021 2020 Numero 18 11 -- 15

QUINDICINALE DI AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE Iscritto all’Albo Cooperative a Manualità Prevalente N.A182952

Editrice

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Copertina

Green Pass salva raccolti

Agricoltura

Verdecittà promuove la cultura del verde e il florovivaismo made in italy

Direttore Responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Donatello Fanelli, Rino Pavone, Mara Coppola, Gianvito Gentile, Rosa Porro Raffaele Cicorella, Angela Quatela, Francesco Martella Pubblicità G.Ed.A. Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61 / 06 del 15 / 11 /2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 904 0264 Iscritta al Registro Operatori Comunicazioni ROC n.26041 TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

Partnership

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Agricoltura

“L’Istituto revoca le richieste di regolarizzazione delle posizioni contributive”

Agricoltura G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA)

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Agricoltura 4.0, il futuro è già iniziato

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Agricoltura

Con la Marina Militare faremo fronte comune contro la xylella 13

Agricoltura

L’Opportunità del kiwi col progetto jingold

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Agricoltura

Organizzazione, innovazione e creazione IGP “Ciliegia terra di Bari”

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Zootecnia

Partire dalla ricerca scientifica per provolone Valpadana è la priorità

Zootecnia

“In-ovo sexing” per migliorare il benessere animale

Agroalimentare

Birra, ecco le nuove misure per superare la crisi Rubriche

Agricoltura

1600 ettari da vendere in Puglia

Approfondimento (Dott. Raffaele Cicorella) Approfondimento (di P. Dileo)

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Agricoltura

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VERDECITTÀ PROMUOVE LA CULTURA DEL VERDE E IL FLOROVIVAISMO MADE IN ITALY IL CONAF È PARTNER SCIENTIFICO DEL PROGETTO MIPAAF-CREA “La qualità del verde deve essere ben progettata e tutta la filiera deve essere di alta qualità. Fortunatamente in Italia stiamo lavorando bene e stiamo ottenendo elevati livelli in tutte le fasi della filiera, dal florovivaismo fino ai progettisti, alle amministrazioni e agli stessi cittadini che hanno visto crescere una cultura del verde”. Con queste parole Sabrina Diamanti, presidente CONAF, ha commentato l’avvio di Verdecittà, il progetto itinerante, finanziato dal Mipaaf, coordinato dal CREA e organizzato da Padova Hall con il supporto scientifico del CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali). Nel corso dell’estate, cinque piazze di cinque città italiane saranno trasformate all’insegna del verde dai dottori agronomi e forestali referenti del CONAF, grazie alla collaborazione tra i Comuni e gli Ordini Territoriali. I professionisti hanno messo a disposizione le loro competenze, garantendo che in ogni città italiana sia realizzato, in perfetto lavoro di squadra, uno specifico progetto adattato alle con-dizioni ambientali ed architettoniche locali. Bologna con un progetto di Riccardo Adversi (11-13 giugno), Palermo con un progetto di Francesca Virgilio (25-27 giugno), Roma con un progetto di Barbara Invernizzi (16-18 luglio), Torino con un progetto di Carmelo Fruscione (3-5 settembre) e Padova con un progetto di Mauro Borgato (17-19 settembre). “Ringrazio i colleghi per l’impegno profuso, che ha dato la necessaria impronta tecnico-scientifica a un evento di sensibilizzazione. Le installazioni sono, infatti, state progettate e realizzate su misura della città che le ospita, coniugando la bellezza della natura, i colori e i profumi con le ultime evidenze scientifiche da cui è emerso che i più rilevanti benefici in termini di ambiente e di benessere psicofisico siano legati ad una scelta mirata delle piante più idonee.” – continua Renato Ferretti, Consigliere CONAF – “E un plauso va fatto alla capacità di collaborazione

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tra tecnici, amministratori locali ed esponenti delle istituzioni, capaci di comprendere l’importanza del verde urbano per avere città vivibili, per contrastare il cambiamento climatico, per offrire benefici alla salute, per migliorare la gestione dell’acqua.” QUALCHE DATO Il contesto: le città coprono solo il 3% della superfice terrestre, ma sono responsabili di oltre il 70% di tutte le emissioni di anidride carbonica (principalmente da edifici, energie e trasporti) e consumano il 78% dell’energia primaria mondiale. Su poco meno di 62 milioni di abitanti, oltre 51 vivono in centri urbani, mentre il 20% della popolazione italiana è concentrato in 4 grandi città. Inserire, quindi, il verde nei contesti urbani, pubblici o privati, è fondamentale in un’ottica di salvaguardia ambientale e di benessere collettivo. Benefici: il verde urbano contrasta l’inquinamento, gli effetti dei cambiamenti climatici e gli eventi climatici estremi, rappresentando un filtro naturale contro agenti inquinanti e le polveri sottili: un singolo albero di medie dimensioni, in maturità, nel nostro clima e in contesto urbano, assimila in media tra i 10 e i 20 kg di anidride carbonica all’anno. Non solo. Abbassa di almeno 20°C la tempe-ratura dell’asfalto delle strade e di almeno 5°C la temperatura dell’aria in città e gli edifici dotati di tetti verdi e di pareti verdi, hanno, rispetto agli altri, una temperatura interna di -4°C in estate e +5°C in inverno, riducendo i consumi energetici per il condizionamento e il riscaldamento. Aumenta, in aggiunta, la presenza di biodiversità in città e il benessere psico-sociale e la salute dei cittadini, oltre a migliorare l’immagine delle nostre città. Infine, genera un incremento del valore degli immobili del +10-20% in presenza di aree verdi, rispetto a immobili analoghi in zone prive di verde.

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Agricoltura

15 Giugno 2021

“L’ISTITUTO REVOCA LE RICHIESTE DI REGOLARIZZAZIONE DELLE POSIZIONI CONTRIBUTIVE”

IL DISTRETTO FLOROVIVAISTICO E DEL CIBO DI PUGLIA DOPO LA NOTA INVIATA ALL’INPS Importante risultato del Distretto Florovivaistico e del Cibo di Puglia in favore delle imprese florovivaistiche socie: l’INPS revoca le richieste di regolarizzazione della posizione contributiva afferente al 1° e 2° trimestre 2020 per i lavoratori agricoli occupati, richieste che, di fatto, impedivano l’ottenimento dei DURC. Nelle scorse settimane erano giunte numerose segnalazioni da parte delle imprese aderenti al Distretto Florovivaistico e del Cibo di Puglia che segnalavano la ricezione di inviti formali, inoltrati dall’INPS, con cui si invitavano le aziende a mettersi in regola con i pagamenti dei contributi che afferivano al 1° e 2° semestre 2020, pena il non ottenimento del DURC. “La richiesta – si legge nella nota a firma del Presidente Piero Tunno - con relativo diniego del DURC, non tiene in nessuna considerazione l’esonero straordinario della contribuzione destinato alle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura per superare le conseguenze economiche derivanti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19. Come previsto dalla circolare I.N.P.S. n. 57 del 12.04.2021, tale beneficio è indirizzato alle imprese che svolgono un’attività identificata da uno dei codici Ateco indicati nell’allegato 1 al D.M. 15 settembre 2020 e dai codici Ateco

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11.02.10 e 11.02.20 introdotti dall’articolo 58-quater del decreto-legge n. 104/2020 e che sono riportati in allegato alla predetta circolare”. Queste le ragioni rappresen-tate dal Distretto Florovivaistico e del Cibo di Puglia che, per il tramite degli avvocati Luigi Fino e Eliana Bal-di del network legale Filiera 21, invitava “l’Istituto a revocare in autotutela le richieste di regolarizzazione poiché del tutto illegittime: tanto potrà essere verificato a fronte della semplice verifica di ciascuna visura camerale. Il mancato rilascio del DURC evidentemente comporta un gravissimo pregiudizio per le imprese agricole attinte dalla richiesta di regolarizzazione in oggetto, impedendo alle medesime di partecipare alle gare pubbliche e pertanto”. Nei giorni scorsi con una missiva l’INPS ha accolto l’appello, stralciando le posizioni e sbloccando le pratiche per l’ottenimento del DURC per le aziende florovivaistiche. “Plaudiamo all’iniziativa dell’Istituto che si ravvede in virtù di una rappresentazione dei fatti che trova puntuale riscontro anche nelle stesse direttive della sede centrale –conclude Tunnoun’ottima notizia per gli imprenditori florovivaisti che testimonia ancora una volta l’importante ruolo di interlocuzione con le istituzioni e gli istituti.”


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Approfondimento

TRA L’ARANCIO E IL ROSSO: ECCO LE ALBICOCCHE! Il nuovo frutto sulle nostre tavole In questa metà del mese di giugno, con molti coltivatori ancora impegnati nella raccolta di ciliegie, le nostre tavole e i cestini della frutta si riempiono di un prodotto tanto buono quanto salutare: le albicocche! Spesso anche nei pressi dei ciliegeti, ancora pieni di palline rosse, ci possono essere degli alberi di albicocche in maturazione per cui può succedere di mangiarsene qualcuna facendo, così, un ottimo spuntino. Proprietà nutrizionali Se da un lato, molti di noi quest’anno si saranno stancati di vedere e mangiare ciliegie di piccolo-medio calibro, tranne alcune eccezioni, finalmente, però, arrivano le albicocche con i suoi colori e sapori. Ne esistono diverse varietà in Italia, ma le caratteristiche nutrizionali dell’albicocca restano eccezionali in qualsiasi di queste. Infatti, oltre ad essere poco calorica ed avere un basso indice glicemico, l’albicocca è ricca di carotenoidi, molecole di origine vegetale, che conferiscono al frutto il caratteristico colore tra l’arancio e il rosso. Uno di questi è il beta-carotene che rappresenta il precursore della vitamina A e che insieme ai suoi colleghi agisce come antiossidante ed apporta benefici vari come alla pelle e alla vista. Le albicocche fresche sono ricche anche di vitamina C, fondamentale nel manteni mento e potenziamento del sistema immunitario, e di sali minerali (ferro, magnesio, calcio, potassio, fosforo, sodio) utilissimi in questo periodo più

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caldo contro la stanchezza e la perdita di questi attraverso il sudore. Le albicocche contengono fibre utili per regolarizzare il transito intestinale e, inoltre, per il contenuto di minerali e acqua possono risultare diuretiche ed essere un possibile aiuto naturale per chi soffre di stitichezza. Ricetta Certamente le albicocche fresche, mature, morbide e profumate sono da considerarsi le migliori per il loro consumo in ogni contesto, non solo dolce ma anche salato abbinandole, ad esempio, alla carne e conferendo profumo e freschezza al piatto. Solitamente le albicocche vengono commercializzate anche come sciroppate, essiccate o sotto forma di confetture industriali e succhi. Ma, quello che non ha paragoni, oltre al frutto fresco così com’è, è sicuramente la confettura fatta in casa, magari con poco zucchero e con le

albicocche raccolte dal proprio albero o dal contadino di fiducia! Buona mangiata a tutti! (*) Per ulteriori informazioni sul mio lavoro legato all’ambito nutrizione, vi rimando ad una consulenza che per te, che stai leggendo la rivista Foglie ed il mio articolo, è completamente gratuita! Digita: https://bit.ly/consulenza_dott_cicorella oppure clicca direttamente su questo link aprendo il mio approfondimento sul sito “Foglie.tv”.

Dott. Raffaele Cicorella Biologo Nutrizionista Conversano (BA) dottor.raffaelecicorella@gmail.com


Agricoltura

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L’AGRICOLTURA 4.0, IL FUTURO È GIÀ INIZIATO L'Agricoltura 4.0 sorge come evoluzione dell'Agricoltura di Precisione (AP), il primo sistema di produzione agricola che ha iniziato ad utilizzare tecnologie satellitari come il GPS (Global Positioning Sensors) ed il GIS (Geographic Information Systems) per georeferenziare le informazioni rilevate in campo in termini di caratteristiche fisiche e chimiche del terreno e di produttività delle colture attraverso rilevatori di resa montati sui trattori. Com'è noto, successivamente all'elaborazione delle immagini satellitari, grazie ad un sistema di supporto decisionale risulta disponibile un output capace di orientare sulle decisioni da prendere nella gestione delle lavorazioni del terreno, dell'impianto, del diserbo, della fertilizzazione e dell'irrigazione delle colture, nonché delle pratiche di difesa da insetti e patogeni. L’Agricoltura 4.0, è andata oltre grazie all’aiuto di satelliti ancora più sofisticati e numerosi, nonché di sensori applicati in vicinanza delle piante e sulle attrezzature agricole, avvalendosi anche dei droni che contribuiscono a raccogliere più da vicino dati sulla fertilità e l'umidità dei terreni e sullo stadio nutrizionale, idrico e di salute delle colture; in pratica, risulta possibile stabilire in modo molto più esatto e razionale in quale punto dei campi è necessario distribuire i fertilizzanti ed in che dosi, sia prima che durante la coltivazione, calcolare i volumi irrigui ed individuare i momenti più opportuni per la loro distribuzione, evitando sprechi.

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I droni di ultimissima generazione, poi, permettono di individuare tempestivamente le zone dei campi in cui stanno iniziando degli attacchi parassitari ed addirittura mediante delle micro pompe irroratrici di cui sono dotate consente di irrorare in modo localizzato gli agrofarmaci al fine di distruggere i focolai sul nascere, impedendo che insetti dannosi e/o funghi patogeni si espandano in tutto il campo, con un grosso risparmio a livello di impatto ambientale ed economico. Ultimamente, poi, si stanno studiando opportunità simili anche per controllare le erbe infestanti. Inoltre, i droni sono attrezzabili anche per aiutare nella determinazione del grado di maturazione dei frutti, e quindi del momento più opportuno per la raccolta. Ma il sostegno più importante a tutto il sistema 4.0 viene da modernissime tecnologie digitali come lo IoT (Internet of Things o Internet delle Cose), ovvero l’uso della rete allo scopo di interconnettere in maniera sinergica le tecnologie stesse, grazie a nuovi tipo di software che permettono la circolazione e l’accesso ai Big Data, vere e proprie raccolte di dati anche extra-aziendali, ma funzionali agli scopi della produzione e della trasformazione, come anche per la collocazione sui mercati dei prodotti agricoli; in particolare, lo IoT consente l’integrazione dei dati delle attività di campo con quelli di altri processi che afferiscono all’azienda agricola nel suo complesso. Leggi l’articolo completo su www.foglie.tv

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Bastano pochi secondi per fare la differenza visto “ Mai un prodotto così veloce

Prodotto fitosanitario autorizzato dal Ministero della Salute; per la relativa composizione e numero di registrazione si rinvia al catalogo dei prodotti o al sito internet del produttore. Usare il prodotto fitosanitario con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta, prestando attenzione alle frasi, ai simboli di pericolo e alle informazioni sul prodotto. ® Marchio registrato

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Agricoltura

“CON LA MARINA MILITARE FAREMO FRONTE COMUNE CONTRO LA XYLELLA” LAZZÀRO (CONFAGRICOLTURA PUGLIA) Il Presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro ha incontrato l’ammiraglio Salvatore Vitiello, comandante del Comando Marittimo Sud. Al centro dell’incontro il tema della Xylella fastidiosa e della sua veloce propagazione, fenomeno quest’ultimo che si può ar-ginare con la prevenzione. “Nell’ammiraglio Salvatore Vitiello ho trovato piena disponibilità e grande attenzione al territorio. Due aspetti che confermano quanto la Marina Militare sia parte integrante della realtà ionica” ha detto al termine dell’incontro il presidente di Confagricoltura Puglia e Confagricoltura Taranto Luca Lazzàro. “Nella battaglia alla Xylella è importantissimo che anche nelle aree di proprietà di enti pubblici o forze armate siano svolte buone pratiche di pulizia del terreno per evitare che il contagio si propaghi. Di recente, la nostra Organizzazione ha ricevuto numerose segnalazioni di terreni pubblici incolti dove il principale vettore del batterio, la sputacchina, può proliferare aumentando il contagio delle piante sane. Al momento – sottolinea - le uniche armi che abbiamo per difendere le nostre piante di ulivo dalla Xylella sono una buona prevenzione da attuare con pratiche agricole e l’attuazione con puntualità del Piano di azione Regionale”. La Marina Militare e le altre Forze Armate posseggono vasti territori nelle aree confinanti con gli uliveti dell’area coinvolta dalla Xylella. Una corretta manutenzione di quei territori, insieme a quelli privati e delle pubbliche amministrazioni, senza ombra di dubbio può contribuire a salvaguardare le aree non ancora colpite dal batterio con enorme vantaggio per l’economia locale e per l’ecosistema territoriale. La scomparsa di centinaia di ettari coltivati per secoli ad ulivo sta modificando drasticamente la fisionomia dell’area agricola pugliese, zona che proprio nell’ulivo secolare trova la sua rappresentazione riconosciuta in tutto il mondo.

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Agricoltura

15 Giugno 2021

L’OPPORTUNITÀ DEL KIWI COL PROGETTO JINGOLD SIGLATO ACCORDO DI COLLABORAZIONE TECNICA TRA ‘CONSORZIO FRUTTETO’ ED ‘AGRIPROJECT GROUP’

Nei Paesi ad antica tradizione agricola la possibilità di impiantare un arboreto in un terreno che non abbia mai ospitato una coltura precedentemente è un evento molto raro. Anzi, nelle aree a forte vocazione e specializzazione frutticola è molto frequente la successione arborea mono-specie. In questo caso il reimpianto immediato di una specie in successione a sé stessa genera la cosiddetta “sindrome da stanchezza del suolo” la quale andrebbe assolutamente evitata per una serie di ragioni di carattere agronomico, fisiologico e fitosanitario. Tuttavia, in quegli areali agricoli in cui una determinata specie arborea nel tempo si è affermata per via dei risultati commerciali ed economici che è riuscita a produrre in uno specifico distretto rurale risulta difficile adoperare il concetto della rotazione colturale, anche in virtù delle conoscenze tecniche maturate nel tempo che forniscono, in parte, una certa sicurezza nell’investimento. Tale situazione descritta si estrinseca, ad esempio, negli areali tipici del meridione d’Italia nei quali si è consolidata nei decenni la coltura dell’uva da tavola, la quale è soggetta alla successione su sé stessa all’atto del rinnovo degli impianti. Dunque, proporre agli imprenditori agricoli una alternativa

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colturale per evitare le problematiche legate alla monosuccessione arborea non è cosa semplice e richiede conoscenze approfondite delle dinamiche produttive e commerciali a livello europeo e mondiale; questo perchè il mondo frutticolo si muove ormai in un contesto globalizzato nel quale è necessario avere una visione d’insieme per pianificare al meglio le specie arboree da investire, senza mai dimenticare la vocazionalità dei siti produttivi che permane alla base di qualsiasi pianificazione colturale. La volontà, dunque, di proporre un avvicendamento colturale valido sul piano agronomico e commerciale nei terreni ormai sfruttati dalla Vitis vinifera, ha spinto il nostro gruppo di agronomi a vagliare dal punto di vista eco-fisiologico e tecnico le cultivar della specie Actinidia chinensis var. chinensis con frutti a polpa gialla e rossa. L’approccio ad una nuova coltura deve sempre essere razionale e ponderato per cui era palese la necessità di collaborare con entità commerciali capaci di guidare con raziocinio l’introduzione della coltura fornendo sia gli strumenti per la conoscenza tecnico-agronomica della specie nonché il giusto sbocco commerciale capace di dare seguito allo sforzo produttivo.


Agricoltura Tale intento ha portato il nostro gruppo a concretizzare una proficua collaborazione con il ‘Consorzio Frutteto’, storica realtà emiliano-romagnola coinvolta sin dagli albori nella coltivazione e commercializzazione del kiwi giallo con l’istituzione, nel 2001, del Consorzio ‘Kiwi Gold’ (divenuto in seguito Jingold® spa), detentrice dell’esclusiva nella produzione e commercializzazione a livello mondiale del kiwi a polpa gialla Jintao®, il quale ad oggi conta 1.185 ettari (anno 2020, fonte: CSO Italy). Inoltre, Jingold® spa detiene l’esclusiva di altre due varietà molto interessanti, ossia: a) il Jinyan® a polpa gialla (281 ettari alla primavera del 2020 secondo i dati del CSO) caratterizzato dal più basso fabbisogno in freddo rispetto al Jintao® e, quindi, di particolare interesse per le aree meridionali; b) il Dong Hong (denominato Oriental Red® dalla Jingold spa; 136 ettari in coltura secondo i dati del CSO aggiornati alla primavera del 2020), caratterizzato anch’esso da un basso fabbisogno in freddo, da una maggiore precocità nell’epoca di raccolta e da un aroma esotico che lo rende particolarmente ricercato ed apprezzato. Inoltre, l’interesse per i frutti a polpa pigmentata sta aumentando sia a livello produttivo che di mercato anche per le implicazioni nutraceutiche.

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www.foglie.tv Il progetto del Consorzio Frutteto all’interno della Jingold spa prevede di seguire fin dalle primissime fasi il processo produttivo, partendo da un’attenta selezione dei siti di coltivazione in termini di vocazionalità legata alla tipologia di suolo, alla qualità dell’acqua nonché al numero di ore in freddo sul quale il Consorzio Jingold sta svolgendo uno studio di approfondimento con approccio altamente scientifico guidato dal prof. Pasquale Losciale dell’Università degli Studi di Bari ‘A. Moro’. Il Consorzio Frutteto, inoltre, nell’ambito del progetto Jingold mette a disposizione dei futuri produttori l’assistenza tecnica durante le diverse fasi di realizzazione e conduzione dell’actinidieto, aspetto molto importante volto a standardizzare il più possibile, in termini di qualità e sostanza secca, il frutto del kiwi indipendentemente dall’areale di produzione. L’obiettivo di tale collaborazione, dunque, è quello di sviluppare la coltura del kiwi nell’Italia meridionale in maniera mirata alla vocazionalità dei singoli contesti produttivi avvalendosi del paniere varietale della Jingold spa, dell’organizzazione tecnico-commerciale del Consorzio Frutteto e della conoscenza tecnico-agronomica del gruppo Agriproject maturata negli ambienti caldo-aridi dell’Italia meridionale in ambito frutticolo.

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Agricoltura

15 Giugno 2021

ORGANIZZAZIONE, INNOVAZIONE E CREAZIONE IGP “CILIEGIA TERRA DI BARI” L’ABBATE (M5S) SU CRISI CERASICOLA

“In questi giorni assistiamo alla terza crisi cerasicola pugliese in appena sei anni, con proteste eclatanti e disperate dei produttori locali che si ripetono purtroppo ciclicamente. Eventi che testimoniano come non siano più rinviabili quelle riforme necessarie per il futuro del comparto che si racchiudono nell’organizzazione dei produttori, nell’istituzione della Commissione Unica Nazionale per le ciliegie e nello stop alle cosiddette pratiche commerciali sleali”. Lo dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura e già Sottosegretario alle Politiche agricole nel Governo Conte II, a seguito delle proteste di questi giorni dei cerasicoltori della provincia di Bari dove si concentra il 34% circa della produzione nazionale per il netto divario tra i prezzi di acquisto delle ciliegie e di vendita al pubblico nella grande distribuzione organizzata. “Crisi vuol dire che c’è un mondo che cambia: un mondo vecchio che va a casa e uno nuovo che arriva. Dunque all’imprenditore agricolo (si badi bene “imprenditore agricolo” non hobbista o part-time) non basterà attendere il ritorno di buoni prezzi ma dovrà accettare l’obiettivo della competitività e cambiare. L’imprenditore agricolo deve perseguire tre obiettivi fondamentali per il successo dell’impresa: programmazione, organizzazione e marketing – prosegue L’Abbate (M5S) – Le vecchie politiche di mercato sono superate e inattuabili nel futuro e la sostenibilità sarà sempre più finanziata dalla PAC (Politica

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Agricola Comune). Fondamentale sarà dare valore aggiunto alle produzioni. Occorre, dunque, uscire dalla logica delle commodity: per questo il progetto di istituire una IGP ‘Ciliegia di Terra di Bari’, avviato nel 1997 dalla Provincia di Bari a cura del compianto Prof. Godini dell’Università di Bari, andrebbe ripreso. Altra parola d’ordine dell’imprenditore agricolo è ‘diversificazione’ – spiega il deputato 5 Stelle – La diversificazione delle attività migliora il flusso di cassa e rende più elastica l’impresa, permettendo una compensazione interna. Ad esempio, tutti i dati ci dicono che resiste meglio alle crisi di mercato l’azienda frutticolo-zootecnica piuttosto che l’azienda frutti-cola specializzata”. Risulta fondamentale, poi, costruire reti di imprese perché l’imprenditore isolato non ha futuro. “Gli strumenti normativi ci sono da tempo e la politica non può sostituirsi ai privati e impor-re per legge quell’aggregazione che darebbe forza agli agricoltori, parte debole della filiera rispetto a quella degli acquirenti, industrie di trasformazione e distributori, anche per la possibilità che hanno quest’ultimi di differenziare il prodotto e per il minor grado di concentrazione del settore agricolo ri-spetto a quelli a valle della filiera – conclude L’Abbate (M5S) – Questa asimmetria amplia la spro-porzione tra prezzi alla produzione e prezzi al consumo e favorisce le pratiche commerciali sleali su cui siamo recentemente intervenuti recependo le norme di contrasto e su cui si attende, a breve, l’emanazione del decreto legislativo da parte del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli.



Agricoltura

PARTIRE DALLA RICERCA SCIENTIFICA PER PROVOLONE VALPADANA È LA PRIORITÀ

SOSTENIBILITÀ E TRANSIZIONE ECOLOGICA Presentazione del piano operativo per l’avvio di “Made Green in Italy”: lo schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti (beni, servizi, prodotti intermedi o semilavorati), promosso dal Ministero per la Transizione Ecologica. E’ proprio attraverso il logo “Made Green in Italy” che il Ministero vuole orientare le iniziative del sistema produttivo italiano verso l’utilizzo dell’impronta ambientale come leva per il miglioramento della sostenibilità e la valorizzazione del “Made in Italy”, al fine di promuovere la competitività dei prodotti italiani all’interno della crescente domanda, a livello nazionale ed internazionale, di prodotti ad elevata qualificazione ambientale. Lo schema “Made Green in Italy” infatti, intende valorizzare sul mercato i prodotti italiani con elevate prestazioni ambientali (garantite da un sistema scientificamente provato) e punta con il suo logo a rendere riconoscibili i prodotti per i consumatori, al fine di incoraggiare scelte più consapevoli. A tal proposito vediamo l’esempio del Consorzio tutela Provolone Valpadana.

15 Giugno 2021 Quali sono i passi compiuti dal Consorzio Tutela Provolone Valpadana? In collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, grazie al contributo del Ministero dell’Ambiente, a partire da Aprile 2020 il Consorzio ha condotto un progetto di ricerca, raccogliendo attraverso un campione rappresentativo delle aziende associate, i dati necessari per la realizzazione dello studio PEF del Provolone Valpadana DOP, partendo dall’azienda agricola, passando per il caseificio, per arrivare alla fase finale di stagionatura, confezionamento e successivo inserimen-to sul mercato. Dallo studio, risulta che la fase del ciclo di vita più impattante sia, senza dubbio, la produzione del latte. Per questo motivo, future azioni per la riduzione degli impatti ambientali nel ciclo di vita del prodotto si concentreranno proprio su questa fase. In misura inferiore, le azioni dovrebbero focalizzarsi sulle fasi direttamente gestite dai caseifici, con un focus particolare sui consu-mi energetici e, soprattutto, sulla capacità di misurare gli impatti di ogni singola fase di produzione, al fine di massimizzare l’efficacia di intervento. Lo studio, accompagnato da una relazione tecnica, ha consentito al Consorzio di predisporre la bozza di Regole di Categoria di Prodotto (RCP) che sono state sottoposte a consultazione pubblica sul sito del Ministero della Transizione Ecologica, dal 03/04/2021 al 03/05/2021. In seguito a tale consultazione, il Consorzio ha provveduto a redigere la versione finale di RCP, attualmente in fase di approvazione finale da parte dello stesso Ministero. Una volta approvate le RCP, ogni singolo produttore di Provolone Valpadana DOP avrà l’opportunità di ottenere il marchio “Made Green in Italy”, sottoponendo il proprio processo aziendale, condotto nel rispetto delle suddette RCP, a una verifica da parte di enti terzi accreditati per la certificazione, secondo quanto prevede il Regolamento dello schema “Made Green in Italy”. Le aziende hanno accolto con grande interesse la proposta avanzata dal Consorzio, coscienti del fatto che l’adesione allo schema “Made green in Italy” rappresenterà la possibilità di comunicare i traguardi ambientali che ciascuna azienda si pone come obiettivo di miglioramento al consumatore finale” – ha dichiarato Libero

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Zootecnia Giovanni Stradiottti, Presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana - “Made green in italy” - prosegue, concordando con quanto espresso dal Ministero - “è la prima certificazione di natura pubblica basata sulla metodologia europea PEF, attuata inse-rendo ulteriori requisiti di sostenibilità e più ambiziosi requisiti di qualità ambientale nazionali, in grado di distinguere la produzione italiana, così ben rappresentata dal Provolone Valpadana DOP.” Cos’è l’impronta ambientale e come la misura Made Green in Italy? L’impronta ambientale di un prodotto (inteso come “bene” o “servizio”) è una misura fondata sulla valutazione delle prestazioni ambientali di un prodotto, analizzate lungo tutto il ciclo di vita, dall’approvvigionamento delle materie prime al fine vita, calcolate al fine di ridurre gli impatti ambientali di tale bene o servizio.La Commissione Europea ha pubblicato la raccomandazione 2013/179/UE del 9 aprile 2013 che definisce un metodo unico europeo per la valutazione e comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti denominato Product Environmental Footprint PEF. Lo schema “Made Green in Italy” adotta la metodologia PEF per la determinazione dell'impronta ambientale dei prodotti. Cosa prevede l’attuazione dello schema? L’attuazione dello schema prevede due fasi: -Prima fase: elaborazione delle Regole di categoria di prodotto (RCP); -Seconda fase: adesione allo schema “Made Green in Italy” da parte dell’azienda produttrice per il rilascio del logo;

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www.foglie.tv Lo studio di valutazione dell'impronta ambientale contiene, nello specifico, il calcolo dei valori degli indicatori ambientali relativi alle tre principali categorie di impatto individuate dalle relative RCP e del valore ottenuto per aggregazione dei tre principali indicatori di impatto attraverso normalizzazione e pesatura. Tale valore viene confrontato con il valore del benchmark definito all'interno delle stesse RCP. Affinché un’azienda possa aderire allo schema “Made Green in Italy” con uno o più dei suoi prodotti, è necessario che esistano le “Regole di categoria di prodotto” (RCP), ovvero i documenti contenenti indicazioni metodologiche che definiscono regole e requisiti obbligatori e facoltativi necessari alla conduzione di studi relativi all'impronta ambientale per quella specifica categoria di prodotto. Quando è possibile usufruire del logo? Il regolamento prevede una classificazione dei prodotti in tre classi di prestazione: classe A, prodotti eccellenti che hanno una prestazione migliore rispetto al prodotto medio (benchmark); classe B, prodotti con prestazioni uguali al benchmark; classe C, prodotti con prestazioni peggiori rispetto al benchmark. I prodotti che possono ottenere il logo “Made Green in Italy” sono quelli che presentano prestazioni ambientali pari o superiori al benchmark di riferimento (prodotti di classe A e di classe B). I prodotti di classe C non possono ottenere l’uso del logo. I prodotti di classe B possono ottenere l’uso del logo ma devono prevedere un piano di miglioramento da implementare nell’arco dei tre anni di validità della concessione d’uso.

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Zootecnia

15 Giugno 2021

“IN-OVO SEXING” PER MIGLIORARE IL BENESSERE ANIMALE NELL’ALLEVAMENTO DEL POLLAME IN ITALIA E IN EUROPA

ASSOAVI E ANIMAL EQUALITY INCONTRANO UNA DELLE AZIENDE CHE STA SVILUPPANDO LA TEC-NOLOGIA Nella giornata di lunedì Assoavi e Animal Equality hanno incontrato Agri Advanced Technologies (AAT), una delle aziende che sta implementando le macchine che sfrutta-no la tecnologia “in-ovo sexing”, ora attiva anche sul territorio italiano.

Agri Advanced Technologies ha raccontato il successo della demo italiana e ha annunciato l’arrivo della macchina finale, che sarà operativa nel primo incubatoio italiano entro fine anno, in collaborazione con alcuni associati di Assoavi.

All’incontro, l’associazione di categoria dei produttori di uova italiana Assoavi ha spiegato il percorso intrapreso con Animal Equality per studiare e introdurre l’in-ovo sexing in Ita-lia, mentre Jorg Hurin e Laura Zumbrink di AAT, hanno illustrato le caratteristiche di questa tecnologia e il lavoro svolto in Europa e in Italia per attuarla impattando positivamente sui pulcini maschi nell’industria delle uova.

Le inchieste pubblicate da Animal Equality e da molte altre organizzazioni per la protezione degli animali mostrano che i pulcini maschi che non trovano collocazione nelle filiere di accrescimento vengono eliminati appena nati.

Dopo l’impegno pubblico preso a dicembre e rinnovato nel marzo scorso infatti, Assoavi sta supportando la sperimentazione della tecnologia AAT anche in Italia, come già fatto da altri produttori in diversi paesi, tra cui la Francia. Anche il Ministero della Salute, con cui Assoavi e Animal Equality hanno avviato una in-terlocuzione e svolto un primo incontro a marzo, nella medesima occasione si era espresso in modo favorevole circa l’utilizzo della tecnologia inovo sexing.

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Consapevoli di questa situazione, anche i produttori di uova italiani, come molti ormai in Germania, Francia e Olanda, hanno deciso di voler introdurre la soluzione attualmente esistente anche sul mercato italiano. Ora però è necessario che tutti i Ministeri interessati - Ministero della Transizione ecologi-ca, Ministero delle Politiche Agricole e Ministero della Salute - si impegnino perché queste tecnologie vengano introdotte nel modo più ampio e sostenibile possibile. Animal Equality Animal Equality è un'organizzazione internazionale che lavora con la società, i governi e le aziende per porre fine alla crudeltà verso gli animali d'allevamento. Animal Equality ha uffici negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Italia, Spagna, Messico, Brasile e India.



Approfondimento

ERBE AROMATICHE, OLIO EVO &CO: L’ANTIDOTO CONTRO I RADICALI LIBERI IL PUNTO CON IL ROTARY CLUB DI MONOPOLI

Il Rotary (Distretto 21-20 di Puglia Basilicata) riprende l’attività istituzionale dopo la pausa di Covid 19. In una serata evento presso la Masseria S. Teresa lo scorso 22 maggio, il Club di Monopoli ha organizzato un seminario divulgativo su “Potere antisettico e anti-età delle piante della salute”. Un interessante excursus sulla base di testimonianze storiche e studi scientifici, che evidenziano il potere salutistico di piante un tempo spontanee, poi sistematicamente coltivate dall’uomo. Chiaro l’obbiettivo: informare su stili di vita più consoni al nostro organismo per fronteggiare al meglio le varie fasi esistenziali, vecchiaia inclusa. Già perché “il corpo umano è come una macchina che ha un motore, una pompa d’aria e una camera a scoppio in cui brucia carburante” ha spiegato il dott. Enzo Cristallo, presidente Rotary Club Monopoli (specialista in cardiologia, nonché relatore dell’evento) che aggiunge – la macchina è inerte, mentre noi uomini abbiamo 100 miliardi di micromotori di cellule vive che bruciano carburante, appunto gli alimenti, attraverso la digestione; mentre polmoni, respirazione e circolo portano l’ossigeno alle cellule per le diverse funzioni vitali”. Comprensibilmente come la macchina espelle i rifiuti della combustione per mezzo del tubo di scarico, anche il corpo umano deve liberarsi dei residui della combustione intracellulare “ceneri nocive per le funzioni vitali delle cellule, appunto i famosi “radicali liberi”, delle vere e

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proprie “mine vaganti” che vanno annientate, pena l’invecchiamento cellulare” - ha affermato il dott. Cristallo - A livello macroscopico – continua - le scorie vengono eliminate tramite feci, urine, sudore e bile, mentre a livello microscopico l’organismo ricorre a sostanze antiossidanti, ossia nutrienti ricchi di principi attivi basici, in grado di bloccare il processo di ossidazione e invecchiamento cellulare”. Una doverosa premessa per spiegare la “corsa” alla ricerca di sostanze antiossidanti che ha portato ad una “graduatoria delle sostanze anti radicali liberi acidi”. Di qui anche un fiorente commercio di integratori alimentari dal potere antiossidante registrati ed autorizzati: ben 67000 in G.U.

del Ministero della Salute del 2017, di cui solo 322 sono stati ritenuti “salutistici” dall’EFSA. “Per esempio – ricorda inoltre il rotariano – tutti gli integratori che vantavano di contrastare la demenza senile, sono stati ritenuti inutili dal Comitato Mondiale di Studio della Demenza Senile, perché la dieta mediterranea li contiene tutti. In base al Test ORAC (Oxygene Radical Absorbance Capacity, una graduatoria messa a punto dall’Università di Boston – USA) sul potere antiossidante di alcuni alimenti, la top list vede al primo posto i frutti di bosco, poi i chicchi di melograno, i cavoli, il pomodoro, l’uva rossa, l’aglio, gli spinaci, il tè verde, la carota, e infine cereali e germe di grano. Quindi ad eccezione


Approfondimento dell’esotico tè verde, nella top list troviamo la nostra frutta e verdura, anche se nel 2018 sono apparsi all’apice due frutti esotici: bacche di goji e mangostano. “Ma se confrontiamo la graduatoria del potere antiossidante delle nostre piante aromatiche – svela il relatore - ritroviamo punteggi ORAC dieci volte superiore . Le fatidiche piante aromatiche (spezie quelle che hanno anche potere antisettico come lavanda, timo, rosmarino e salvia tipiche della nostra macchia mediterranea) considerate toccasana dalla considerate toccasana dalla Scuola Salernitana (prima e più importante istituzione medica europea nel Medioevo, antesignana delle moderne università) perché in grado di rilasciare il loro olio essenziale nell’aceto bianco, appunto l’Aceto dei quattro ladroni, dal nome dei quattro ladri condannati a morte per sciacallaggio durante la peste nera del 1600, che

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ebbero salva la vita svelando il segreto che li rendeva immune da ogni infezione, cospargendosi il corpo del liquido, tenuto fino ad allora segreto”. E ancora a ritroso, intorno all’anno 1000, a scoprire il profumo, gli aromi di queste piante erano stati i monaci che le hanno trapiantate nei loro orti, appunto i “giardini dei semplici” (perché piante spontanee) per trarne gli oli essenziali, una volta scoperto il loro potere antisettico. Giardini dei semplici che sono rimasti fino ai primi del 1900 nella farmacopea ufficiale di alcune delle nazioni europee come la Francia. Un uso quello delle erbe aromatiche, già diffuso in tempi lontani a scopo terapeutico oggi confermato dalle evidenze scientifiche.

condimento delle spezie, più due cucchiai di olio evo (preferibilmente di coratina e ogliarola), più attività fisica moderata, sono la migliore prevenzione contro le malattie e l’invecchiamento. Quanto all’olio extravergine d’oliva non è un caso se la FDA (Food and Drug Administration), ha introdotto nella farmacopea ufficiale 2018 come nuovo farmaco l’assunzione di due cucchiai al giorno di EVO. Autorevoli studi scientifici (un riferimento è andato anche a quello pugliese del Prof. Moschetta), hanno dimostrato le proprietà antiossidanti dell’olio evo per la presenza di acido oleico, sostanza in grado di inibire l’insorgenza di cancerosi e poliposi al colon”.

Paola Dileo

”Ebbene - ha concluso il dott. Cristallo – la nostra dieta a base prevalentemente di frutta e verdura di stagione, più il

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UNA LINEA DI BIOSTIMOLANTI AD AZIONE SPECIFICA PER LE ESIGENZE DELL’UVA DA TAVOLA A seguito di importanti acquisizioni, per offrire una linea di soluzioni complete per le colture, all’interno del gruppo UPL confluiscono i Laboratori Goëmar, rendendo quindi UPL di fatto uno dei player di riferimento nel mercato mondiale dei biostimolanti. Dagli anni ’70 Goëmar, con un sito dedicato a St. Malò, nel cuore della Bretagna, è dedita esclusivamente alla ricerca, sviluppo e produzione di soluzioni naturali per l’agricoltura: Goëmar infatti è stata la prima azienda a dedicarsi allo sviluppo di biostimolanti a base di filtrato di crema d’alga e l’unica a registrare la Laminarina, induttore di resistenza, come agrofarmaco. Il successo dei biostimolanti Goëmar nel corso degli anni è dovuto a tre fattori fondamentali: la qualità della materia prima, l’Ascophyllum nodosum, raccolto esclusivamente dalle coste della Bretagna, dove si verificano maree di particolare importanza, che rendono le alghe particolarmente ricche di determinati principi attivi, oltre che il metodo estrattivo brevettato, rigorosamente a freddo, senza l’ausilio di solventi, che permette di mantenere inalterate le caratteristiche della materia prima da cui si ottiene il filtrato di crema di alga, il GA142 . Altro fattore di successo è il posizionamento tecnico mirato dei prodotti, fornendo quindi quelle che sono tutte le informazioni relative alle modalità di applicazione, in quanti prodotti ad azione specifica per ottimizzare le singole fasi della coltura. Tra le soluzioni storiche di UPL è presente CALIBRA®, a base di filtrato di crema di alghe formulato con Manganese e Zinco, concepito per promuovere una fruttificazione di qualità ed un aumento delle classi di calibro superiori: CALIBRA®, applicato nei primi stadi di sviluppo degli acini, regola la competizione tra vegetazione e produzione promuovendo la moltiplicazione cellulare nelle prime fasi di sviluppo dei frutti. CALIBRA®, utile soprattutto su uva da tavola per aumentare le classi medie di calibro e quindi la redditività della coltura, non intacca le caratteristiche qualitative dei frutti. Con FOLICAL®, innovativa formulazione a base di GA142 associato con Calcio, si favoriscono i processi di assorbimento e di traslocazione dell’elemento nella pianta, per garantirne un’elevata disponibilità all’interno dei frutti. Con FOLICAL® quindi aumentiamo l’efficacia dell’elemento calcio nel contrastare le fisiopatie legate alla carenza dell’elemento come il disseccamento del rachide, aumentando la consistenza e la resistenza dei frutti agli agenti atmosferici e alle manipolazioni, senza lasciare residui sulle colture. PIGMENTIL®, formulazione a base di GA142 con microelementi, concepito per ottimizzare le fasi finali di accrescimento e maturazione dei frutti, stimola la colorazione della buccia dei frutti e migliora l’uniformità di maturazione, favorendo la formazione dei pigmenti responsabili della colorazione del frutto.

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Agroalimentare

15 Giugno 2021

“BIRRA, ECCO LE MISURE PER SUPERARE LA CRISI DOVUTA ALLA PANDEMIA” GAGNARLI (M5S)

“Pronto un pacchetto di misure per il rilancio della birra artigianale italiana al decreto Sostegni-bis, un settore giovane e in continua crescita negli ultimi anni che è stato tra i comparti che ha maggiormente patito la crisi generata dal Covid-19, con un crollo del fatturato del 90% per i 900 microbirrifici del Paese”. Ad annunciarlo è la deputata Chiara Gagnarli, capogruppo M5S in commissione Agricoltura. “Dopo aver previsto l’esonero contributivo per 10 mesi dall’inizio della pandemia e aver inserito il settore brassicolo tra le filiere minori che beneficeranno del Fondo previsto dalla Legge di Bilancio – prosegue – chiederemo ora l’esenzione dal pagamento delle accise sino a fine anno per i birrifici con una produzione annua massima di

50mila ettolitri nonché l'aumento del regime forfettario da 240 a 480 ettolitri annui, sgravando di oneri burocratici e costi la gran parte dei microbirrifici”. “Istituiamo un fondo perduto per i birrifici artigianali in misura pari a 0,23 euro al litro di birra registrati nel 2020. Infine, con alcune puntuali modifiche al DPR 30 dicembre 1970, n. 1498 aggiorniamo le norme alle innovazioni avvenute nel mondo della birra sul versante produttivo. L’auspicio è che anche le altre forze politiche diano il proprio appoggio a questo emendamento a sostegno della birra artigianale italiana” conclude.

GENNARO SICOLO TORNA ALLA GUIDA DI ITALIA OLIVICOLA IMPRENDITORE AGRICOLO PUGLIESE

L’imprenditore agricolo pugliese Gennaro Sicolo , che aveva condotto la società nata dalla fusione tra Cno e Unasco fino a dicembre 2019, è stato eletto dal consiglio di amministrazione alla guida di Italia Olivicola, che ha provveduto anche alla nomina di Luigi Canino come vicepresidente. Sicolo succede a Fabrizio Pini che ha guidato l’organizzazione dei produttori nei 18 mesi difficili caratterizzati dalla pandemia: “Ci attende un lavoro importante per il futuro del settore e per la ripartenza dell’olivicoltura nazionale, a partire dalla nuova Ocm olio e dal piano nazionale di ripresa e resilienza che dovranno vedere la produzione protagonista di una strategia organica di rilancio. Le sfide di questi mesi, da condividere e portare avanti in sinergia con le organizzazioni agricole di riferimento, saranno diverse e difficili: dovremo concentrarci sul rinnovamento degli impianti e sull’aumento della quantità di olio extraver

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gine d’oliva di qualità necessario per poter competere sui mercati nazionali e interna-zionali”. “Abbiamo il dovere di organizzare i produttori in vista della prossima campagna garantendo depositi adeguati e accordi commerciali in grado di riconoscere valore al lavoro straordinario degli agricoltori. Per questo motivo dovremo continuare a investire, così come fatto con i contratti di filiera finanziati dal Ministero delle Politiche Agricole, su strutture come Finoliva Global Service, che ogni giorno raccoglie e confeziona il prodotto dei nostri soci, valorizzandolo attraverso part-nership con aziende nazionali e internazionali per far arrivare l’olio extravergine d’oliva italiano di qualità sulle tavole dei consumatori in quasi 50 Paesi del mondo. Continueremo a lavorare sulla tracciabilità del prodotto, anche attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie, sulla qualità e soprattutto sulla sostenibilità delle produzioni per rilanciare l’olio extravergine d’oliva italiano”, conclude Sicolo.


Bologna, 19-23 ottobre 2021

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Agricoltura

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1600 ETTARI ISMEA IN VENDITA IN PUGLIA BENE BANCA TERRE CON +14% GIOVANI AGRICOLTORI

vSono quasi 1600 gli ettari di terreno di proprietà di ISMEA in vendita in Puglia a disposizione dei giovani agricoltori, un sostegno allo storico ritorno dei giovani in agricoltura dove nel 2020 si registra un balzo del 14% di imprese condotte da under 35 rispetto a cinque anni fa, in netta controtendenza con l’andamento generale. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione dell’apertura del quarto bando della Banca delle terre (Bat) che emette a disposizione in Puglia 74 lotti, per un valore complessivo minimo atteso di 27,5 milioni di euro, da reinvestire integralmente a favore dei giovani agricoltori. La disponibilità di terra è il principale ostacolo alla nascita di nuove imprese agricole condotte da giovani soprattutto perché la vera novità rispetto al passato – sottolinea la Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze e non possono contare sul patrimonio fondiario familiare. Il sostegno alle aziende dei giovani è positivo per l’insieme dell’agricoltura nazionale e per il Paese poiché la capacità di innovazione e di crescita – continua la Coldiretti – porta le aziende agricole dei giovani ad avere un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. La "Banca delle terre agricole" è stata istituita dall'art. 16 della legge 28 luglio 2016, n. 154, e costituisce l'inventario completo dei terreni agricoli che si rendono disponibili anche a

PROVINCIA BARI BRINDISI BAT FOGGIA LECCE TARANTO Totale PUGLIA

segui-to di abbandono dell'attività produttiva e di prepensionamenti, raccogliendo, organizzando e dando pubblicità alle informazioni necessarie sulle caratteristiche naturali, strutturali ed infrastrutturali dei medesimi, sulle modalità e condizioni di cessione e di acquisto degli stessi. Tutti possono accedere alla Banca gratuitamente. La rinnovata attrattività della campagna per i giovani si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%) sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – conclude Coldiretti Puglia – sono gli under 35 arrivati da altri set-tori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione.

Super�icie (HA)

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*Elaborazione Coldiretti Puglia su fonte dati ISMEA 8

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