All Fly Line 6_2018

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addom

e

paracerco teche alari o pteroteche anteriori tracheobranchie lamellari

Non deve, infine, essere sottaciuta la differenza esistente fra chi esegue la scelta dell’imitazione basandosi su un criterio prettamente imitativo da chi fonda la propria scelta sulla redditività dimostrata da un determinato artificiale, a prescindere da ogni requisito di aderenza al vero. Personalmente sono sempre contrario a regole di carattere assoluto in un campo come quello della pesca a mosca artificiale, in cui talvolta per avere ragione di una particolare situazione mi vedo costretto a lasciarmi guidare dall’istinto o ad agire in maniera opposta a ciò che il buon senso mi suggerirebbe di fare. Tuttavia devo riconoscere come lo studio entomologico e la più fedele somiglianza della mia ninfa all’insetto che giudico appetito dal pesce rappresentino, ai miei occhi, fattori di primaria importanza. Prendi un pesce, ne esamini le forme di vita ingerite e ti poni delle domande. Ti chiedi se qualcuno le abbia già studiate, quindi come si chiamino, e se qualcun altro abbia già tentato di riprodurle. E dopo queste considerazioni ti poni anche altri quesiti, ti chiedi soprattutto quale sia il sistema più opportuno per poter utilizzare le loro imitazioni al meglio. Poi ti

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teche alari o pteroteche posteriori (nascoste da quelle anteriori)

rendi conto che il tarlo dell’entomologia ti è entrato nel sangue e che, oltre al piacere di studiare quelle piccole forme di vita, hai scoperto un mondo infinitamente vasto da esplorare. Ma, soprattutto, nell’esame dell’infinitamente piccolo hai modo di vedere con i tuoi occhi quanto sia meravigliosa la natura e quanti misteri non riuscirai mai a svelare.

La storia

Credo, infatti, che sia contenuta una grande verità nell’affermazione di Léonce de Boisset secondo cui “tra il biologo che seziona una larva di Effimera sotto l’obiettivo del microscopio e l’astronomo che scruta gli spazi celesti all’oculare del telescopio non vi è, tutto considerato, che una differenza di campo visivo. Entrambi avidi di sapere, l’uno si china sull’umile piccolezza, l’altro sonda i precipizi senza fondo dell’infinitamente grande. Entrambi fanno opera scientifica di cui il loro spirito, limitato poiché umano, non si dichiara mai soddisfatto. L’ideale del primo vale quello del secondo”. Di conseguenza, non ritengo di esagerare sostenendo come talvolta i pescatori a mosca siano riusciti ad an-

dare ben oltre i classici metodi scientifici di indagine, e ciò sulla base delle proprie esperienze personali e di una buona dose di iniziativa che non esito a definire geniale. Mi riferisco in particolare ai lavori eseguiti in materia da parte degli inglesi William Lunn, G.E.M. Skues e Frank Sawyer, degli americani Charles Brooks ed Ernest Schwiebert, e dei francesi Gérard de Chamberet e Léonce de Boisset. Tutti questi autori ebbero in comune anche la volontà di porre ordine nella sistematica del loro tempo relativa agli Efemerotteri, ossia la scienza che ne descrive e classifica le varie forme vitali in gruppi via via più comprensivi, attraverso il percorso specie-genere-famiglia-ordine. In definitiva riuscirono, pur se in misura comprensibilmente inferiore, a proseDue ninfe di Baetidae: in alto, ninfa matura (identificabile dalle teche alari nerastre) di Baetis sta per sfarfallare, si intravvede la lucentezza dovuta al gas sotto la cuticola. Pagina successiva: ninfa giovane “da corsa”, a prescindere dalla folta peluria presente nei cerci.


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