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BREEDING BUSINESS

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Consigli per la coltivazione del Cymbidium

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Plug senza torba

Consigli per la coltivazione della Phalaepsis

Giugno 2023

Consigli per la coltivazione del Cymbidium

periodo settimana 20-30 2023

In questo periodo, la quantità di luce può diventare eccessiva per il Cymbidium. L’assortimento ultraprecoce (fioritura ad agosto-settembre) dovrà essere schermato con gesso, così come l’assortimento che deve fiorire entro il 1° novembre. L’assortimento con fioritura prima di Natale, invece, dovrà essere schermato con gesso intorno al solstizio d’estate, in base alle condizioni meteorologiche.

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Attenzione: se lo strato di gesso è troppo spesso, in caso di condizioni meteo avverse o piovose, la temperatura giornaliera media potrebbe scendere eccessivamente e le piante potrebbero ricevere troppa poca luce. La fioritura potrebbe risultarne rallentata e potrebbe risentirne anche la qualità dei rami e dei fiori. Meglio allora non ombreggiare troppo e aumentare eventualmente lo strato qualora dovesse risultare necessario.

Per l’assortimento a fioritura molto tardiva che viene raccolto ancora ora, il tetto della serra è ancora schermato con gesso. Dopo il raccolto, lo strato di gesso può essere (in parte) rimosso per la ricrescita e lo sviluppo di nuovi germogli. In caso di tempo estremamente soleggiato, tuttavia, conviene attendere con la rimozione del gesso o apportare subito dopo un nuovo strato più sottile.

Ombreggiatura con gesso

L’ombreggiatura con gesso è necessaria per evitare che le temperature diurne raggiungano valori troppo elevati. Se la temperatura delle foglie è troppo alta (27°C o più) e l’UR troppo bassa, non c’è più evaporazione. Il problema può verificarsi già ad una temperatura ambiente di 23°C, se combinata a un elevato irraggiamento. Proprio l’irraggiamento, infatti, può far aumentare la temperatura delle foglie di 2-3°C rispetto alla temperatura ambiente. Con una UR più elevata, la pianta è in grado di sopportare meglio la luce. Per una buona crescita dei rami nell’assortimento ultraprecoce (fioritura a settembre-ottobre), è importante che la temperatura diurna nella serra resti sotto i 25°C e la media giornaliera non superi i 20°C, altrimenti la formazione dei rami si arresta, con conseguente ritardo. Particolare attenzione è richiesta se a giorni soleggiati fanno seguito giorni più bui.

Nelle giornate di sole, la pianta è attiva e può produrre molti assimilati. Nelle giornate buie, al contrario, la produzione di assimilati è minore. È allora importante ridurre la temperatura giornaliera in funzione del quantitativo di luce. La soluzione migliore e più semplice è impostare la temperatura notturna su valori leggermente più bassi. Tuttavia, poiché la notte dura solo 8 ore e il giorno 16, è consigliabile anticipare l’impostazione notturna di 4 ore. In questo modo, la traspirazione diminuisce. Se non si adotta questa precauzione, le radici, a causa della carenza di assimilati, possono arrestare la crescita e persino morire, con conseguente squilibrio nella gestione idrica della pianta.

Erogazione di acqua

Va fatta attenzione nell’erogazione di acqua in termini di quantità e frequenza del gocciolamento. Nelle giornate calde, quando la temperatura della pianta sale troppo (oltre i 26°C), gli stomi si chiudono e la pianta, dunque, non assorbe più acqua. Ciò accade tra le ore 11.00 e le ore 12.00. Un segnale è dato dal fatto che la temperatura nella serra sale rapidamente, mentre l’UR scende. In questo caso, non dare più acqua! Quando la sera la temperatura torna a scendere, è possibile riprendere il gocciolamento. Se, grazie a schermatura esterna, nebulizzazione, irroratori a tetto e simili, durante il giorno il clima resta ottimale, le piante continuano a rilasciare vapore e quindi ad assorbire acqua. Questo processo si arresta al principio della sera, quando la pianta è piena e l’evaporazione si interrompe. Le bilance sono di grande aiuto nel determinare la necessità di dare acqua o meno. Innaffiare quando la pianta non ne ha bisogno genera perdite per annegamento delle piante e conseguente Phytophthora.

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“Le bilance sono di grande aiuto nel determinare la necessità di dare acqua o meno”

Plug senza torba

Floricultura utilizza ormai esclusivamente plug senza torba per le giovani piante di Phalaenopsis. La base è il plug Obturo, prodotto da Van der Knaap.

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“Dal punto di vista sociale, l’uso della torba diventa sempre più controverso”

Il plug è composto interamente da componenti del cocco ed è garantito senza torba. L’assenza dei componenti della torba non comporta alcuno svantaggio. Le sostanze nutritive vengono infatti conservate perfettamente nel cocco e lo sviluppo della pianta soddisfa i nostri elevati standard.

Divieto dell’uso della torba

Il cocco usato è prodotto in maniera sostenibile, rispondendo così all’esigenza di molti paesi e rivenditori di promuovere coltivazioni senza torba. È il caso, ad esempio, del Regno Unito che lo scorso settembre ha emanato una legge che a partire dal 2024 vieta la vendita al dettaglio di prodotti contenenti torba. E in Germania si sta lavorando a una legge che mira a imporre lo stesso divieto a partire dal 2025. Tutto ciò ha naturalmente un impatto sulla fornitura di piante adulte in questi paesi.

Dal punto di vista sociale, l’uso della torba diventa sempre più controverso, perché i consumatori temono lo svuotamento delle riserve di torba ancora disponibili in natura sotto forma di torbiere alte non drenate e incontaminate.

Parlare con i clienti

In diversi paesi d’Europa e per numerosi grandi distributori, le leggi e la politica sono dunque pronte a mettere al bando l’uso della torba. Vale la pena parlare con i propri clienti dei possibili effetti sulle linee di produzione e le vendite.

Lunga esperienza

Floricultura vanta un’esperienza decennale nella coltivazione in plug di cocco, avendo iniziato con il plug Fibre-Neth. Da metà 2022, tutte le coltivazioni avvengono ora nel nuovo plug Obturo. Dopo un’approfondita fase di test, possiamo affermare in tutta tranquillità che i plug senza torba funzionano egregiamente. E in più, con questo tipo di plug ci siamo anche liberati dei cestelli in plastica usati in precedenza, perché il plug è adatto alla movimentazione automatica.

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Consigli per la coltivazione della Phalaenopsis

La disponibilità di acqua di annaffiatura di buona qualità può rappresentare un ostacolo in questo periodo. Se possibile, tenere il bacino a livello con acqua da osmosi. La produzione potrebbe forse essere insufficiente. In questo caso, è possibile ridurre il valore di ritenzione per aumentarne la produzione.

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“Controllare regolarmente l’acqua di annaffiatura e il disinfettanteper la presenza di malattie e l’efficacia attraverso una conta batterica”

Tenere il bacino ben pieno è importante per evitare che la temperatura dell’acqua di annaffiatura diventi troppo calda. A partire dai 20°C, il contenuto di ossigeno cala, per diventare decisamente insufficiente a partire dai 23°C in su. Controllare regolarmente l’acqua di annaffiatura e il disinfettante per la presenza di malattie e l’efficacia attraverso una conta batterica.

Migliore sviluppo di rami

Quando le giornate iniziano ad allungarsi, la formazione di rami diventa più difficile. Se, attraverso l’oscuramento, la lunghezza del giorno viene ridotta a 12 ore nelle 8 settimane che precedono la fase di raffreddamento, lo sviluppo di rami migliora. Dunque, un minore quantitativo di luce diurna per una produzione di rami migliore! Ma solo nella fase vegetativa 2!

Nella fase di raffreddamento, la lunghezza del giorno può essere riportata a 14-15 ore. La formazione di rami fioriferi richiede luce e una temperatura giornaliera media di 19,5°C. Di giorno 20-21°C e di notte 18°C (temperatura delle piante). Fino a metà-fine giugno, i valori notturni sono facilmente raggiungibili con l’aria

condizionata. Nel corso del mese di giugno le cose possono gradualmente cambiare, con le temperature notturne in salita nel periodo estivo.

I quantitativi di luce nella fase di raffreddamento devono essere sempre un po’ più alti che nella fase vegetativa. 150-170 µmol/m²s sono sufficienti e dopo circa 9-10 ore di luce 100-120 µmol/m²s sono più che adeguati. La pianta esaurirà così l’acido malico e aprirà gli stomi. 120 non è meglio di 100.

In caso di valori di luce elevati, devono essere mantenuti valori di UR più alti, perché altrimenti si verificano danni alle foglie, nello specifico bruciature. Evitare un deficit di umidità oltre i 9 gr/m3! È dunque importante un buon impianto di nebulizzazione. Un maggiore apporto di luce dà anche rami più lunghi (= temperatura). Ma troppa luce può provocare l’essiccamento delle gemme. Particolare attenzione è richiesta soprattutto nei giorni in cui il mattino è nuvoloso e nel corso della giornata soleggiato.

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Botrite

A partire da metà luglio circa, in base alle condizioni meteorologiche, è possibile che le piante in fioritura sviluppino la botrite sulle gemme e sui fiori. L’aria ha un più elevato tenore di umidità e soprattutto se le temperature notturne sono leggermente più fresche, è elevata la possibilità che al mattino si formi condensa sui fiori. Se resta lì a lungo, ecco allora presentarsi la botrite, soprattutto nella Phalaenopsis bianca. Regolare l’umidità nel computer climatico e prima del tramonto aumentare leggermente la temperatura nella serra per attivare il climatizzatore e ridurre l’umidità. Nelle notti più limpide, chiudere il telo di oscuramento per prevenire l’irradiazione eccessiva e il conseguente raffreddamento delle piante. Una più rapida asciugatura delle piante e dei fiori nella fase vegetativa dopo l’erogazione dell’acqua dall’alto può essere favorita aprendo l’aria di ritorno (massimo 5%) per quel giorno. Se viene usata la nebulizzazione, è preferibile spegnerla o per quel giorno portare il valore minimo a un deficit di umidità di almeno 8 gr/m3

Insetti Generalmente, in estate le finestre sono spesso aperte. È dunque normale la presenza di insetti. Controllare allora ogni settimana la presenza di tripidi e acari (rossi). In un periodo di condizioni meteo fredde e bagnate, tutto può sembrare sotto controllo. Ma se il tempo cambia, non è esclusa un’improvvisa infestazione. Fare attenzione anche nei dintorni, se viene tagliata l’erba di prati o a bordo strada o se vengono estirpate piante nelle serre vicine, perché sono tutte circostanze che provocano migrazione. Ci sono diversi tipi di tripidi, ma è perlopiù il Dichromothrips corbetti che causa la deformazione (del cuore) delle foglie di nuova vegetazione, come pure la colorazione argentea sui bordi dei fiori e danni fogliari fino all’avvizzimento dei fiori e dei rami. Sulla scheda di riconoscimento dei tripidi dell’Università di Wageningen (NL) ne sono indicati già 14 con foto dettagliate. In questo caso, è necessaria la disinfestazione chimica con Vertimec e/o Winner o Conserve. Più repentino l’intervento, più rapida sarà la risoluzione del problema. Rivolgersi al proprio consulente in fitoprotezione per le autorizzazioni. I tripidi possono essere contrastati preventivamente con metodo biologico usando lo Swirskii. Se si procede alla disinfestazione chimica, attendere almeno 2 settimane perché sia efficace.

Tenere il vivaio e i dintorni liberi da erbacce. Esaminare le piante e controllare le trappole a ciotola per poter intervenire per tempo.

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“Troppa luce può provocare l’essiccamento delle gemme”

‘inspire! weeks’ by Floricultura 5 – 23 giugno 2023

ExpoPlantas, Colombia

20 – 22 settembre 2023

Trade Fair Aalsmeer

Trade Fair Aalsmeer

7 – 9 novembre 2023

7 – 9 novembre 2023

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