Il culto dell'Immacolata a Luzzi

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FLAVIANO GARRITANO __________________________

IL CULTO DELL’IMMACOLATA A LUZZI: FEDE, STORIA E TRADIZIONE.




Quaderno n. 17 Dicembre 2019 Stampato in proprio www.issuu.com www.academia.edu


Relazione in occasione del convegno sul culto dell’Immacolata a Luzzi. 8 dicembre 2019 Relazionare stasera sull’Immacolata e sul suo culto, nello specifico nella nostra terra de «Li Luzzi», mi onora ma nello stesso tempo percepisco tutto il peso di un argomento così importante per la Chiesa legato all’Incarnazione. In passato ho fatto diverse ricerche su Luzzi, anche su alcuni aspetti storici che riguardavano la devozione verso alcuni santi, ma stasera tratterò solo degli aspetti storici legati al culto dell’Immacolata e che, forse, rappresenta una delle più importati feste religiose e civili. Da sempre nella Chiesa a Maria si dà un culto particolare superiore a quello degli angeli e dei santi essendo modello perfetto di tutte le virtù. Maria è la mediatrice d’intercessione; san Bernardo di Chiaravalle, uno dei maggiori divulgatori dell’ordine Cistercense, «dottore mariano», la paragona ad un «acquedotto» poiché tramite la sua intercessione scorre fino a noi il fiume della grazia redentrice. Nel meridione d’Italia il culto della Concezione «sine macula» ha antichissime origini. In particolare la devozione verso l’Immacolata aumenta a partire dalla seconda metà del ‘400 con il pontificato di Sisto IV e da allora in poi furono i sovrani spagnoli, anche attraverso i loro rappresentanti, a farsi promotori di diverse iniziative volte alla promulgazione di quello che sarà poi un dogma 1. Tutto ciò ci permette di affermare che sia l’iconografia, così come le celebrazioni festive, riflettono gli interni ed articolati rapporti che hanno sempre caratterizzato le relazioni tra l’Italia e la Spagna. Nel tempo l’Immacolata venne invocata spesso come protettrice dei mali e delle calamità naturali, quali la peste e i terremoti, ma anche in quei momenti che l’uomo avvertì come precari e quindi gli stessi Viceré, in questi frangenti calamitosi, fecero sempre appello alla popolazione affinché si rivolgesse alla Vergine Immacolata la quale,

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Per l’Immacolata si parlò quasi di un “culto di stato”.


poi, a seguito di ciò in diversi paesi fu eletta Patrona e Protettrice con la conseguente produzione di diversi manufatti artistici. Nello specifico nella terra de «Li Luzzi» la prima testimonianza scritta/documentata sul culto dell’Immacolata ci è nota a cominciare dal 1630 in occasione di una visita apostolica nella Diocesi di Bisignano2; prima di tale data non si aveva traccia a Luzzi di tale culto. La relazione di questa visita apostolica ci fornisce alcuni dati molto importanti sulla fondazione dell’omonima chiesa dell’Immacolata: la chiesa risultava essere di Jus Patronato della Confraternita dell’Immacolata e si dedicavano alla cura delle anime don Bernardo Parvolo e don Jacopo Sardonino Romano, invece l’amministrazione dei beni era separata ed era affidata a dei procuratori. Prima di questa visita apostolica del 1630 Luzzi aveva eletto come Protettrice l’Assunta alla quale erano molto devoti i Padri Cistercensi della Sambucina, come si evince da dei documenti del 1300 citati dal prof. Giuseppe Marchese3. La Confraternita dell’Immacolata curava non solo il buon andamento dell’ospizio dei pellegrini, che si trovava sul fianco destro della chiesa, ma si adoperava anche per il bene e l’aiuto dei poveri e degli indigenti. Come ho ricordato prima l’Immacolata in quel periodo veniva invocata specialmente in caso di calamità naturali e Luzzi elesse l’Immacolata Concezione come Patrona e Protettrice proprio in segno di gratitudine per averli scampati dal contagio generale della peste del 1657. In quel periodo ormai si era capito che la terra non era piatta grazie al viaggio di Cristoforo Colombo4, i commerci erano notevolmente aumentati agevolati dall’invenzione della bussola e di navigli che potevano affrontare viaggi sempre più lunghi, e tutto ciò comportò il diffondersi di quel terribile morbo alimentato anche dalle cattive condizioni 2

D’alessandro Rosario, Chiesa e società in Calabria. La visita apostolica di Andrea Pierbenedetto Vescovo di venosa alla Diocesi di Bisignano MDCXXX, Quaderno n.1, Montalto Uffugo, Centro studi e documentazione meridionale “Bonaventura Sculco”, 1995. 3 Marchese Giuseppe, Tebe Lucana, val di Crati e l’odierna Luzzi, Cosenza, Ed. Brenner, 1992. 4 Proprio Cristoforo Colombo chiamò una delle tre caravelle santa Maria quale segno di devozione e di richiesta di protezione per il viaggio che mai nessuno aveva tentato.


igieniche che favorivano la proliferazione dei topi portatori delle pulci nella cui saliva si annidava il batterio, e data la rapida diffusione con cui avveniva il contagio della peste, scampare a tale flagello era difficile, ci voleva un miracolo ed una speciale protezione: l’Immacolata! Iniziarono a comparire in molte famiglie in segno di devozione i primi nomi di Immacolata, Concetta, Maria Concetta, Maria Immacolata, Concettina, ecc ecc. La devozione verso l’Immacolata nell’università di Luzzi era tanta e si decise di inserire nel bollo comunale del 1691 anche la dicitura «IMM. CONCEPTIO – LUCIORUM PIO»5.

Bollo amministrativo di Luzzi 5

Pingitore Tarcisio, La Madonna Immacolata Concezione Patrona di Luzzi, Ass. Culturale Insieme per Luzzi (a cura di), anno IX - n.1, Luzzi, Ed. Bakos, 2004. Pepe sac. Giuseppe, Cenni sulla nostra patria de’ Luzzi (1858), Durante Biagio (a cura di), Luzzi, Cassa Rurale ed Artigiana di Luzzi, 1994.


Nel 1718 venne eseguita la statua lignea policroma della Vergine Immacolata Concezione commissionata sia dal clero che dall’Università luzzese6 e attribuita dal critico d’arte Alberto Pincitore allo scultore Giovanni Antonio Colicci7 (documentato negli anni 1692 1740. Successivamente nel 1743 viene di nuovo rinnovata la promessa di voto, purtroppo sempre per gli stessi tragici motivi legati al contagio della peste, e la stessa promessa questa volta viene ratificata dall’Università luzzese con un atto notarile che prevedeva l’offerta annuale (8 dicembre) di venti libre di cera bianca. Sul finire del settecento, con i voti dei fedeli, don Biagio Durante8 riuscì ad avviare i lavori di ampliamento della piccola chiesa dell’Immacolata che era in stato di abbandono, poco spaziosa e senza cappelle9. Grazie all’impegno di don Biagio Durante si riuscirono a raccogliere i fondi per ampliare la chiesa fino ad fino ad assumere le dimensioni di quella attuale in modo tale da accogliere i sempre maggiori fedeli. Negli anni successivi se il pericolo della peste era al tramonto altri pericoli però erano all’alba ed interesseranno la nostra comunità. Così fu la notte del 12 dicembre 1854 dove un altro terribile terremoto seminò morte e distruzione in tutta la valle del Crati10. Luzzi non ebbe vittime e per questa grazia venne fatto pubblico istrumento dal notaio Coppa in cui venne confermata l’Immacolata come Patrona e Protettrice del paese di Luzzi e l’Università si impegnava ogni anno in tale ricorrenza a donare la cera lavorata alla chiesa nella misura di trenta libbre. 6

Si ipotizza che l’opera venne commissionata dal clero e dall’università di Luzzi per proteggerli da un’invasione di bruchi che stava sterminando i raccolti (Alberto Pincitore in occasione del convegno dell’Immacolata del 08-12-2019) 7 Per diversi anni la statua è stata attribuita, erroneamente, ad un certo frate cappuccino Antonio Collici. 8 Nacque a Luzzi da Giuseppe Durante e donna Rachele Fazio il 24 maggio 1764 (si veda G. Marchese, Ibidem) 9 Pingitore T., Ibidem. 10 Ceraldi Francesco, Il terremoto del 1854, Luzzi, Ass. Culturale insieme per Luzzi ristampa anastatica ed. 1954, 1996.


Da allora in poi nella ricorrenza della festa patronale, il 12 febbraio, i podestà ed i vari sindaci che si sono susseguiti hanno sempre ratificato con un documento pubblico tale festa patronale così come stabilito nel 1854. Durante le due guerre mondiali del novecento l’Immacolata venne invocata per proteggere i soldati in guerra e per farli ritornare a casa vivi. Per tale occasione venne stampata una cartolina che raffigurava l’Immacolata in segno di protezione sui soldati luzzesi e nella quale si «domanda l’obolo generoso per il completamento ed arredamento della Chiesa povera Immacolata di Luzzi»11.

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1942


Per l’anniversario dei cento anni della grazia ricevuta per lo scampato pericolo del terremoto, precisamente il 20 ottobre 195412, le autorità civili, il clero, il comitato «Incoronazione», il Priore della Confraternita dell’Immacolata di Luzzi - sig. Migaldi Francesco - ed i fedeli luzzesi vollero esprimere maggiormente la loro devozione verso la loro Protettrice. Pertanto venne redatto un altro atto notarile in cui si confermava l’Immacolata come Patrona e Protettrice di Luzzi ed alla presenza del cardinale Marcello Mimmi venne celebrata una grande 12

Anno Mariano indetto in tutto il mondo dalla Santità Pio XII per il primo centenario dell’avvenuta proclamazione del “Domma” dell’Immacolata.


cerimonia della sua incoronazione con una corona d’oro13 che si svolse nella nuova piazza inaugurata proprio in tale occasione e detta appunto «piazza dell’Incoronata». Alle solenni cerimonie, durate a Luzzi 5 gg., parteciparono circa 60.000 fedeli provenienti da diversi paesi del circondario ed il Ministero della Difesa, per tale occasione, fece volteggiare sull’abitato di Luzzi un gruppo di aeroplani. Successivamente nel 1965 venne eretto anche un monumento alla Madonna, realizzato in marmo di Carrara, e collocato sopra la piazza Incoronata. Da allora, come nei secoli scorsi, è sempre viva la devozione dei luzzesi verso l’Immacolata che viene ricordata il 12 febbraio di ogni anno con una grande festa. In tale ricorrenza la statua lignea dell’Immacolata viene portata per le vie del paese del centro storico del paese di Luzzi.

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Il popolo di Luzzi donò per la realizzazione di tale corona un chilo e seicento grammi d’oro che porta incastonate anche trentadue pietre preziose: La corona venne benedetta dal Santo Padre l’otto luglio 1954.


La chiesa dell’Immacolata che svetta sul colle santa Venere.


Navata centrale della chiesa (foto. L. Calderaro)


Altare della chiesa (foto L. Calderaro)


Festeggiamenti in piazza Incoronata del 1954 (archivio fotografico F. Papaianni)


Don Cesare De Rosis e Alberto Pincitore


Processione dell’Immacolata 1954 (archivio fotografico F. Papaianni)







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