Piano di branding per BIC Lazio Incubatore di Bracciano

Piano di Branding per BIC Lazio Incubatore di Bracciano

Flavia Fargnoli Relatrice: Prof.ssa Alessandra Colucci Correlatore: Prof. Vincenzo Bernabei

A.A. 2012/2015

7Indice Introduzione

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Brief

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Background Obiettivi Target Competitor Sintesi del progetto Stile del progetto Parole chiave

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Premesse

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Background Incubatore Bic Lazio di Bracciano Def i nizione degli obiettivi Parole chiave

Target

Analisi del target Diretto Analisi del target Indiretto Analisi del target Complementare Analisi del target Alternativo

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Scenario

BIC Lazio Gal Tuscia Romana Startup e incubatori d’impresa Settore agroalimentare

Competitor

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Competitor Diretti ˃ Alimenta ˃ Rural Hub ˃ Farmability ˃ Farm 2050 ˃ Food-X ˃ Reimagine Food

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Competitor Indiretti ˃ Luiss Enlabs ˃ Impact Hub ˃ Speed MIUp

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Input e strategie Naming

˃ Creazione nuovo Naming

Marchio

˃ Creazione marchio ˃ Creazione guideline del marchio

Identità coordinata

˃ Restyling identità coordinata ˃ Creazione biglietto da visita

Comunicazione online

˃ Creazione sito web ˃ Creazione pagina Facebook ˃ Creazione canale youtube ˃ Realizzazione video di presentazione progetto

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>Spot heritage del settore agroalimentare La storia legata alla tradizione 138 >Realizzazione video tutorial 140

App

˃ Creazione App dell’incubatore

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Materiale promozionale

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Sede

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˃ Postcard infograf ica 147 ˃ Shopper “moderno coltivatore di sogni” 149

˃ Realizzazione segnaletica esterna ˃ Realizzazione espositori materiale informativo personalizzato ˃ Restyling arredamento interni (ecofriendly)

Ambient Marketing

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˃ Ambient supermercato ˃ Orti urbani postcard ˃ Grow your ideas

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˃ Evento di lancio “M.ap to Startup” ˃ Contest fotografico con mostra ˃ Corsi di cucina sperimentale ˃ Workshop pomeridiani per bambini ˃ Street Art Day (Graffiti ecosostenibili)

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Eventi

Conclusioni Sitograf i a

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Introduzione La realizzazione del Piano di Branding per l’incubatore di Bracciano di BIC Lazio come argomento di tesi, nasce con l’obiettivo di applicare le conoscenze apprese durante il percorso di studi in Brand Management nell’elaborazione di un progetto con lo scopo primario di ridefinire l’identità di marca per riposizionarsi nel mercato.

BIC Lazio, società in house della Regione Lazio, da anni sostiene lo sviluppo del territorio attraverso la nascita di nuove imprese e il potenziamento di quelle esistenti anche grazie ai suoi sei incubatori d’impresa dislocati su territorio regionale.

L’incubatore di Bracciano nello specifico è il luogo dedicato alla nascita e allo sviluppo di startup innovative in prevalenza attive nelle filiere dei sistemi biologici, agroalimentari, agroindustriali, forestali e delle energie rinnovabili.

Il seguente Piano di Branding è stato quindi sviluppato tenendo conto di numerosi aspetti che ne hanno fatto da cornice. Primo fra tutti è l’importanza del mercato di riferimento in cui

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si posiziona l’attività: dal 2009 in Italia, infatti, si è registrata una crescita esponenziale di attività riferite al tema delle Startup. Vi è un forte impegno da parte di numerosi soggetti a favorire lo sviluppo del mercato di startup e rendere l’Italia un territorio in grado di entrare in competizione con le altre grandi aree del mondo in questo campo.

Dei differenti mercati esistenti, legati a questa tipologia d’ impresa innovativa, il mio progetto di tesi prende in considerazione in particolar modo il settore agroalimentare, mercato in costante crescita e argomento protagonista in Italia nel 2015 grazie alla realizzazione dell’Expo a Milano.

mercato delle Startup per poi concludere con l’approfondimento dei dati inerenti al settore agroalimentare.

La struttura del lavoro e il processo di analisi hanno permesso di inquadrare le caratteristiche del progetto chiarendone gli obiettivi al fine di poter svolgere al meglio il lavoro conclusivo di ideazione e pianificazione di strategie volte alla creazione di una brand identity che fosse esplicativa, riconoscibile e personale, e alla promozione di essa puntando all’aumento della sua brand awareness.

Per procedere alla stesura del documento di report sono partita dalla redazione del Brief, a seguito degli incontri con il cliente, basando l’intero percorso su una cospicua raccolta di informazioni riguardanti diversi argomenti utili a contestualizzare l’intero Piano di Branding. Partendo da questa ricerca è stato possibile procedere con l’analisi dei dati che ha favorito lo studio del target, individuato e segmentato in quattro categorie, e alla successiva definizione dei competitor nazionali e internazionali.

L’analisi dello scenario ha previsto l’approfondimento degli elementi fondamentali da prendere in considerazione partendo dal background di BIC Lazio, con un focus sul brand territoriale Gal Tuscia Romana, procedendo quindi con la tipologia di offerta riguardante il funzionamento del

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BRIEF Progetto: Rilancio dell’incubatore per attività d’impresa di Bracciano Azienda: BIC Lazio Data e luogo: 11 novembre 2014 via Casilina 3, sede BIC Lazio 21 novembre 2014 via Giovanni Branca 122 Roma, sede IED Management LAB 11 dicembre 2014 via di Valle Foresta 00062 Bracciano, sede Incubatore di Bracciano

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Background La storia dell’incubatore inizia nel 1997 quando, con un finanziamento comunitario, Bic Lazio avvia quest’attività con sede a Bracciano (in un area rurale) rivolta alle imprese. L’incubatore viene gestito da una società consortile formata da enti giuridici del territorio con all’interno 13 comuni (quindi 13 amministrazioni comunali), un ente parco, due banche di credito cooperativo territoriali, Bic Lazio con il 51 % delle azioni e due università agrarie. Con questa società dal nome ISI (Impresa Sviluppo e Innovazione) si affianca quindi un’attività di sviluppo locale in area rurale alla promozione e alla creazione delle imprese. Nel 2009 Bic Lazio decide di inglobare ISI. Sotto ISI nasce il marchio Tuscia Romana che vuole unire le province di Roma e Viterbo.

Dal momento che i 13 comuni coinvolti sono compresi tra queste due province è importante per ISI creare un’unificazione territoriale che comprenda ambedue i territori. Si è quindi voluto giocare con il termine “Tuscia” che in questo caso identifica la provincia di Viterbo e “Romana” per rimandare all’area Romana.

Tuscia Romana diventa quindi il riferimento ai settori strategici del territorio legati all’ambiente, al patrimonio archeologico territoriale, alle bellezze artistiche e ai suoi prodotti enogastronomici.

Il Gruppo di Azione Locale (GAL) si fonde con Tuscia Romana con cui mette in moto una serie di progetti territoriali tra i quali un

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programma specifico per le aree rurali dal nome Leader Plus. Tutt’ora GAL Tuscia Romana è ospitato all’interno dell’incubatore.

A seguito della crisi del 2007-2008 l’agroalimentare torna a essere un argomento di grande rilevanza e si presta maggiore attenzione sull’aspetto legato alla ruralità, alla valorizzazione delle produzioni, all’innovazione delle produzioni agroalimentari, da quì l’incubatore di Bracciano sviluppa l’idea di un progetto chiamato “I Agri”. Il progetto nasce dall’idea di immaginare gli incubatori in maniera tradizionale ma innovativa, offrendo moderni servizi agricoli o di trasformazione agroalimentare all’interno di laboratori aperti a tutti (non solo rivolti a start up e imprese del settore). L’idea ‘innovativa’ è quella di affiancare le attività di consulenza e formazione con attività di agricoltura primaria (allevamento o coltivazione) svolto all’interno di campi, di terreni messi a disposizione di Bic Lazio che, attraverso una serie di bandi pubblici, vengono messi a disposizione di imprese, di start up che intendono avviare la propria attività di agricoltura primaria. Ad oggi il progetto di distribuzione dei terreni esterni a supporto delle imprese incubate è in attesa di essere avviato.

Il nome “I Agri”, inizialmente scelto per promuovere il progetto, non risulta essere attualmente utilizzato poiché appare troppo legato al settore agroalimentare senza lasciare spazio ad altre tipologie di impresa. Il settore agroalimentare vuole essere l’elemento di

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specializzazione ma senza togliere spazio ad altri settori poiché l’incubatore intende posizionarsi come un luogo di conoscenza in generale, aperto e rivolto a tutti.

commercialista, avvocato o consulente finanziario che possano supportare e informare il target diretto interessato a collaborare con l’incubatore di Bracciano.

L’incubatore è stato inoltre inserito all’interno di una serie di progetti a livello Europeo riscontrando un grande successo poiché considerato l’unico incubatore a promuovere questo tipo di servizio.

• COMPLEMENTARE: costituito da rivistee portali online nei settori food, startup e agroalimentare.

• ALTERNATIVO: Il target alternativo è composto dal pubblico di cittadini interessati ai servizi di formazione e iniziative promosse dall’azienda.

Obiettivi • Riposizionare e migliorare la presenza dell’Incubatore Bic Bracciano nel mercato.

• Creare la Brand Identity dell’incubatore.

Target • DIRETTO: Il target individuato dal cliente è composto da: studenti, aspiranti imprenditori e imprese, semplici cittadini (tutti coloro che hanno un idea nel cassetto e non hanno mai esplorato la possibilità di metterla in pratica), i ricercatori che vogliono sperimentare nel settore agricolo.

Il secondo grande blocco di pubblico che si vuole raggiungere è composto da imprese medio/piccole già attive, che vogliono diversificare la propria produzione e/o scoprire tecniche innovative.

Competitor In fase di Brief il cliente ha dichiarato di essere l’unico incubatore attivo nel settore agroalimentare a proporre una tipologia di servizi così settoriale a livello Nazionale e Europeo. Il cliente ha indicato come possibile competitor Luiss Enlab in qualità di acceleratore di Startup.

Sintesi del progetto Si ritiene necessaria l’attuazione di strategie rivolte alla promozione dell’incubatore di Bracciano al fine di riposizionare le attività proposte nel mercato delle startup.

• INDIRETTO: costituito da associazioni di categoria e figure professionali come

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Stile del progetto Punti di forza: –– L’incubatore attivo nel settore agroalimentare ha un vantaggio rispetto agli altri incubatori perché apparentemente è l’unico sul territorio a proporre un servizio settoriale mettendo a disposizione terreni oltre alle strutture interne.

In risposta alle domande sulle associazioni creative sono emersi i seguenti input: Colore: Rosso Forma: Non geometrica, forma astratta Animale: Leone/ Serpente Stato d’animo: Caparbiole

–– C’è stato un riconoscimento di questo ruolo di specializzazione dalla Regione e dalla camera di commercio di Roma.

Punti di debolezza: –– L’immagine dell’incubatore è fortemente legata a quella della Regione Lazio che non può finanziare la sua comunicazione con grandi cifre.

–– L’incubatore di Bracciano infatti non possiede un sito internet dedicato ma è presente una sezione a esso dedicata all’interno del sito di Bic Lazio.

–– Ad oggi manca un naming definitivo alla struttura (denominata “Incubatore di Bracciano”) perché tolta l’identità di ISI a seguito della fusione non si è pensato a un nome. Sul web il progetto è però denominato “I Agri” e viene spesso affiancato da un marchio che il cliente afferma di non utilizzare più.

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Parole chiave apertura

incubatore tutoraggio

spazi attivi

Innovazione

coworking terreni laboratorio territorialità formazione startup tradizione centro servizi assistenza

agroalimentare

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PREMESSE Background Incubatore BIC Lazio di Bracciano L’incubatore d’imprese di Bracciano nasce nel 1997 con l’intento di avviare un’attività di sviluppo locale in un’area rurale volta alla promozione e alla creazione delle imprese nel settore agroalimentare.

La nascita di un Incubatore specializzato per sostenere lo startup d’impresa nella filiera agroalimentare rappresenta un modello completamente innovativo all’interno dell’area metropolitana di Roma. Una novità importante che tende a rompere lo schema di un’agricoltura considerata come marginale al fine di ricoprire un ruolo importante nei processi di crescita e cambiamento dell’economia della regione e del Paese.

Si tratta di un progetto realizzato grazie alla collaborazione di soggetti istituzionali e imprenditoriali attivi sui temi della creazione e sviluppo d’impresa e nel settore agricolo, sia a livello regionale che nazionale.

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L’obiettivo dell’incubatore è quello di sostenere la nascita di attività imprenditoriali fortemente innovative legate ai sistemi agrifood (produzione agricola primaria, lavorazione, trasformazione, confezionamento e commercializzazione di prodotti agricoli).

L’Incubatore di Bracciano fornisce agli startupper, un sistema di servizi e assistenza in grado di trasformare le idee e i progetti in nuove imprese svolgendo un ruolo di facilitatore/attivatore. Tali servizi comprendono: assistenza alla verifica di fattibilità (business idea) quindi al “business planning”, consulenza specialistica e supporto nelle analisi di mercato, laboratorio prove (conserve vegetali e animali) e supporto nelle analisi nutrizionali, integrazione delle competenze e ricerca partner, assistenza nella individuazione e accesso alle fonti di finanziamento per lo sviluppo (prototipazione), formazione imprenditoriale e postazioni di lavoro attrezzate. L’incubatore risulta essere il primo in Europa a fornire terreni per la produzione primaria oltre agli spazi a disposizione delle imprese per la trasformazione dei prodotti agricoli.

L’incubatore si estende su un’area complessiva di 4.500 metri quadri, divisa in una struttura immobiliare di 2.100 metri quadri coperti, un farmer market a chilometro 0 dove gli imprenditori potranno vendere i loro prodotti e un terreno di 32 ettari concesso dall’Università di Bracciano (partner del progetto) per realizzare 10 lotti di attività agricola “incubata”.

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Con bando pubblico verranno raccolte le Manifestazioni d’Interesse di quanti (persone fisiche, società di persone, società di capitali, altri soggetti privati) vorranno avvalersi dei servizi dell’Incubatore per trasformare le proprie idee e progetti in imprese.

Le domande di incubazione devono essere presentate in busta chiusa tramite raccomandata A/R a BIC Lazio, oppure consegnate a mano presso l’Incubatore stesso, utilizzando esclusivamente i modelli reperibili sul sito. Le start up potranno essere ospitate nell’Incubatore per un periodo non superiore a 3 anni.

Le imprese agricole che saranno selezionate dovranno promuovere progetti collegati a economie di filiera corta come ad esempio: l’apertura di punti vendita aziendali per la vendita diretta di prodotti agricoli, produzione e successiva trasformazione di prodotti agricoli, sperimentazione di tecniche, macchinari e/o attrezzature innovative nel campo dell’agricoltura biologica, imprese o spin off di ricerca collegati all’agricoltura sociale.

La forza dell’attività proposta dall’incubatore si basa principalmente su due elementi economici: la tenuta del settore agricolo laziale che negli ultimi anni, nonostante la crisi, ha fatto segnare tassi di crescita del Pil del 2%, e l’aspetto anagrafico di chi sceglie l’agricoltura come mestiere. L’ultimo censimento agricolo ha verificato che solo il 5% delle imprese ha come titolare un giovane al di sotto dei 35 anni, e da questo

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dato deriva il valore politico dell’iniziativa, che rivolgendosi al settore agroalimentare vuole aiutare a trasformare le idee di giovani, laureandi o laureati, ricercatori o docenti e imprenditori, in realtà d’impresa. [fonte 3]

Definizione degli obiettivi • Riorganizzazione dell’offerta di servizi in termini commerciali • Costruzione della Brand Identity sia in relazione a BIC Lazio che come brand Autonomo • Realizzazione di strumenti e strategie per aumentare la visibilità e notorietà quindi promuovere la Brand Awareness • Focus sulla comunicazione online come strumento per interagire ed instaurare relazioni con il pubblico obiettivo

TARGET Nel delineare il target di riferimento cui si rivolge l’attività del cliente, si ritiene opportuno prendere in esame l’importanza delle diverse figure che condizionano e influenzano il pubblico finale. Pertanto si è deciso di procedere indicando quattro macrocategorie indispensabili per l’identificazione e l’analisi delle diverse tipologie di target.

Parole chiave Innovazione, tradizionalità, agroalimentare, territorialità, incubatore, laboratorio, centro servizi, sviluppo, assistenza, tutoraggio, formazione, coworking, apertura, startup, terreni.

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• TARGET DIRETTO Studenti, aspiranti imprenditori, aziende medio/piccole già attive nel settore

figure: studenti, aspiranti imprenditori, semplici cittadini e ricercatori che vogliono sperimentare nel settore agricolo.

• TARGET INDIRETTO Associazioni di categoria, commercialista, avvocato, consulente finanziario

Il profilo degli studenti comprende giovani di entrambi i sessi di età compresa tra i 18 e i 30 anni abitanti in centri medio-grandi (si presume siano residenti a Bracciano o Roma) con spiccato spirito d’iniziativa, interessati a mettere in atto un’idea d’impresa nel settore di riferimento. Il loro livello di istruzione e reddito è medio-basso e vivono prevalentemente ancora con i genitori. Si presume che questa fetta di target sia costituita da giovani provenienti da istituti agrari o alberghieri che dunque hanno già manifestato un interesse concreto nel settore del food e che, a seguito del percorso di studi, siano interessati ad avviare la propria attività avvalendosi dei servizi offerti dall’incubatore di Bracciano Bic Lazio prendendolo in considerazione come punto di partenza in grado di fornirgli il supporto necessario. Data la giovane età fra i progetti di vita il piacere e il divertimento hanno una certa rilevanza, senza però scordare la progettualità professionale che li caratterizza, vivendo ancora in una fase di definizione della loro vita. Risulta essere un target facilmente influenzabile che tende a lanciarsi nella scoperta del nuovo, in questo caso specifico mettendosi alla prova con una potenziale attività di startup. Si presume che il segmento composto da studenti universitari abbia maturato una consapevolezza personale delle proprie passioni e dei propri interessi che potrebbero rientrare nel settore imprenditoriale e agroalimentare.

• TARGET COMPLEMENTARE Riviste e portali online nei settori food, startup e agroalimentare • TARGET ALTERNATIVO Cittadini residenti a Bracciano e in zone limitrofe

Analisi target DIRETTO Questo segmento è il target specifico cui è indirizzata l’attività aziendale, il diretto interessato del prodotto/servizio offerto.

Dalla fase di analisi è emerso che l’offerta proposta dall’incubatore per attività d’impresa è rivolta principalmente a due grandi blocchi di pubblico: in primo luogo coloro che desiderano mettere in pratica un’idea astratta da trasformare in un vero e proprio business senza necessariamente essere già esperti nel settore primario dell’agroalimentare, e in secondo luogo imprese già attive che vogliono diversificare la propria produzione e/o scoprire nuove tecniche innovative.

In fase di Brief il cliente ha individuato parte del suo target diretto nelle seguenti

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di startup come quelli proposti dal cliente al fine di mettere in pratica la propria idea di business nel settore di riferimento.

Il secondo grande blocco di pubblico che si vuole raggiungere, come già accennato in precedenza, è composto da imprese già attive nel settore interessate a diversificare la propria produzione e/o scoprire nuove tecniche innovative.

Altro segmento di questa tipologia di target è il gruppo composto da aspiranti imprenditori, dunque semplici cittadini interessati ad approcciare in prima persona il mondo delle imprese che denotano un particolare interesse per il settore alimentare. Questo segmento comprende figure di età mediamente compresa tra i 30 e i 60 anni che sognano di coltivare un’idea da mettere in pratica. Titolo di studio e reddito sono generalmente medio-alti, è possibile che siano già impegnati in un’attività lavorativa che non li soddisfa appieno o che semplicemente vogliano investire tempo ed energie in un’attività che rispecchi i propri interessi personali. Si tratta di individui curiosi e attivi con una forte attitudine all’intraprendenza e alla gestione delle risorse. Si presume che il loro orientamento possa spingere questo target a informarsi sui servizi di incubazione

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Si ipotizza possa trattarsi di nuove realtà nel mercato dell’agroalimentare, o del food più in generale, che necessitano di consulenza e/o supporto per sfruttare appieno le proprie risorse. Si presume possa trattarsi di attività alle prese con le prime difficoltà a seguito dell’inserimento nel mercato ancora inesperte o non del tutto preparate. In tal caso queste imprese potrebbero avvicinarsi all’incubatore poiché in grado non solo di provvedere a fornire consulenze specifiche ma anche di mettere a disposizione diversi spazi idonei alla realizzazione di un dato progetto. Si presume che tali aziende vogliano servirsi delle attività di co-working, tutoraggio imprenditoriale e supporto nelle analisi di mercato o che più semplicemente siano interessati all’ integrazione di competenze e ricerca partner per portare avanti al meglio la propria impresa già attiva nel mercato. Anche il semplice utilizzo degli spazi dell’incubatore di Bracciano come sede per le neonate imprese delle zone limitrofe potrebbe essere particolarmente interessante per questa tipologia di target.

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Analisi target INDIRETTO Questo tipo di target riveste il ruolo di intermediario tra l’azienda e il suo pubblico di riferimento al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato.

Prendendo dunque in esame il target diretto precedentemente analizzato si è individuato il target indiretto del cliente in associazioni di categoria e figure professionali quali commercialista, avvocato e consulente finanziario.

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Per quel che riguarda le associazioni di categoria, un interessante palyer che rientra in questo segmento di target è la Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana, Confagricoltura in quanto organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Si presume che i protagonisti del target diretto particolarmente interessati al settore agroalimentare possano entrare in contatto con Confagricoltura che si estende su territorio nazionale con federazioni regionali, unioni provinciali, delegazioni comunali, federazioni di categoria e di prodotto con lo scopo di offrire alle imprese associate tutela, informazione di settore costantemente aggiornata e servizi qualitativamente alti e innovativi. Si ritiene che tale tipologia di associazione possa essere considerata come potenziale intermediario tra i diversi profili che costituiscono il target diretto e l’incubatore di imprese di Bracciano, quindi

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parte rilevante del target indiretto preso in analisi.

Si ipotizza in oltre che prima di intraprendere un percorso che prevede un investimento di capitale come l’avvio di un’impresa, i diretti interessati vogliano chiedere l’opinione professionale del proprio commercialista, avvocato o consulente finanziario in grado di fornire indicazioni mirate e dettagliate che possano guidarli nella scelta. Si ritiene dunque necessario raggiungere e informare tali figure professionali che possano indirizzare il consumatore finale ai servizi offerti dal cliente nel momento della consulenza. Per questo si ritiene importante che siano tenute in considerazione nella fase di analisi del target indiretto.

Analisi target COMPLEMENTARE Questo target è composto da soggetti che con la propria opinione hanno il potere di influenzare le scelte del target diretto. Occupa il ruolo di influencer che offre supporto nel momento della scelta.

In questo caso tale segmento di target è rappresentato da riviste e portali online quali blog e webzine appartenenti alle categorie food, innovazione tecnologica (startup e imprese) e agroalimentare in qualità di opinion leader in grado di influenzare il pubblico del target diretto con i contenuti proposti. Si è deciso di evidenziare queste tre aree di informazione in quanto ritenute in linea con le attività e i servizi proposti dal cliente. Si ritiene che tali strumenti siano ormai utilizzati da un’alta percentuale di individui che li ritiene necessari per conoscere e approfondire le informazioni e le novità inerenti alle aree di interesse già citate.

I media che si occupano del settore food e agroalimentare possono citare le attività promosse dall’incubatore e incuriosire gli appassionati lettori che sono interessati a produrre i propri prodotti alimentari da vendere sul mercato o da utilizzare nel ristoranti più attenti alla freschezza e alla provenienza delle merci.

Dato il crescente numero di attività commerciali che promuovono l’utilizzo di cibi biologici, a km O si ritiene un elemento strategico da tenere in considerazione in fase di analisi.

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CosĂŹ come i portali rivolti principalmente agli appassionati del settore food e agroalimentare, si vuole puntare inoltre sulla sempre piĂš accentuata presenza di informazioni sul funzionamento dei programmi di incubazione di startup

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nei portali che trattano di innovazione e sviluppo tecnologico. Si ipotizza che tale strumento possa essere utile ad aumentare l’awareness del cliente su territorio nazionale e internazionale.

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Analisi target ALTERNATIVO Composto da segmenti di pubblico cui rivolgere l’attività aziendale in maniera alternativa rispetto a quella rivolta al target diretto, interpretandola con un’ottica differente.

In questo caso il target alternativo è composto dal pubblico di cittadini residenti nella zona di Bracciano o in zone limitrofe apparentemente non interessati ai servizi di incubazione ma potenzialmente ai servizi di formazione e iniziative promosse dall’azienda. Il range di età non è limitante, infatti varia orientativamente dai 18 ai 70 anni. Si ipotizza che tale tipologia di target attualmente sia disinformata sulle dinamiche riguardanti il mercato delle startup e dell’evoluzione del settore agroalimentare nello specifico ma che possa venire a conoscenza dell’incubatore Bic Bracciano grazie al passaparola o alle iniziative promosse nel territorio circostante.

Per analizzare più approfonditamente gli individui appartenenti a tale categoria e mettere in risalto le caratteristiche che li contraddistinguono, si è deciso di utilizzare lo studio dei profili di vita Eurisko.

ancora in una fase di definizione della loro vita e manifestano valori e aspirazioni di impegno e partecipazione. Data la giovane età fra i progetti di vita il piacere e il divertimento hanno una certa rilevanza e hanno una particolare sensibilità ecologica. Risulta essere un target facilmente influenzabile che tende a lanciarsi nella scoperta del nuovo, in questo caso specifico avvicinandosi all’incubatore incuriositi dalle iniziative territoriali legate all’ambiente essendo loro individui molto attivi e ricettivi.

Le frizzanti: Donne moderne, esplorative e dall’orientamento outdoor. Il range di età è piuttosto ampio, varia dai 24 ai 65 anni. Una buona percentuale non lavora ma le casalinghe sono solo la metà. Sono donne attive e dinamiche che prestano attenzione alle tematiche sociali ed ecologiche, si suppone dunque che possano essere interessate a conoscere e partecipare ad iniziative legate a queste tematiche tenendo conto del tempo libero di cui dispongono che impiegano per soddisfare i propri desideri e assecondare i propri interessi.

I ragazzi evolutivi:

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Gruppo misto per genere composto da studenti liceali e universitari di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Hanno un profilo ancora poco netto anche se in evoluzione vivendo

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Le signore aperte: Gruppo femminile di età matura costituito per lo più da casalinghe o pensionate. Sono piuttosto estroverse con un atteggiamento positivo e sereno. Hanno un occhio di riguardo verso l’ecologia e la cura del sé, infatti solitamente nell’acquisto prestano particolare attenzione alla qualità del prodotto, tutte caratteristiche che possono renderle un target interessante da prendere in considerazione.

Il signore equilibrato: Donna doppio ruolo: Gruppo femminile attivo ed estroverso di età compresa tra i 18 e i 44 anni. Sono donne che praticano principalmente professioni autonome, le più giovani sono ancora studentesse. Per loro l’impegno professionale e il coinvolgimento a livello culturale giocano un ruolo importante in aggiunta all’impegno familiare. Questa loro indole le rende un target interessante da prendere in considerazione tenendo conto anche dei loro interessi personali che risultano essere piuttosto diversificati e generalizzati. Sono spinte a provare tutto ciò che è nuovo quindi non si esclude un loro potenziale interesse nello scoprire il mondo dell’incubatore di impresa.

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Gruppo di uomini tardo adulto moderno, vivace e sempre aperto alle novità. Dichiarano di avere molto tempo libero che dedicano principalmente alla cura di sé e della propria salute. Attivi e curiosi rispecchiano appieno il profilo dell’uomo potenzialmente impegnato in attività legate alla tradizione (come l’agroalimentare).

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SCENARIO Per conoscere appieno i vari ambiti dello scenario che ospita l’incubatore di Bracciano, si ritiene opportuno analizzare non solo il mercato di riferimento in cui opera, ma anche il suo background territoriale. Come primo elemento dell’analisi dello scenario si considera il background di Bic Lazio, per poi andare a prendere in esame il territorio e in particolare il brand Gal Tuscia Romana.

Dello scenario inoltre fanno parte due settori specifici del mercato italiano in costante crescita. Si ritiene inoltre necessaria un’attenta analisi del mondo delle startup, con un focus sul funzionamento degli incubatori d’impresa, oltre ad una panoramica del settore agroalimentare italiano.

Bic Lazio Bic Lazio (Business Innovation Centre) nasce con lo scopo di promuovere la diffusione della cultura imprenditoriale sostenendo lo sviluppo del territorio stimolando la nascita di nuove imprese e potenziando quelle esistenti. BIC Lazio lavora in stretta collaborazione con le Istituzioni e con la comunità economica e finanziaria regionale al fine di garantire agli aspiranti imprenditori concrete possibilità di successo e arricchire le diverse aree di risorse funzionali alle necessità produttive.

La mission di BIC Lazio è inoltre quella di Incoraggiare la collaborazione tra imprese (reti/filiere) e tra territori, per rafforzare la competitività e sostenere la nascita di una middle class d’impresa.

BIC Lazio aderisce a BIC Italia Net, l’associazione Italiana dei BIC e degli Organismi locali di promozione dell’imprenditorialità, all’ European BIC Network (EBN) e alla nuova rete europea Enterprise Europe Network, il cui obiettivo è aiutare le piccole e medie imprese a sviluppare il loro potenziale di innovazione e sensibilizzarle nei confronti delle politiche della Commissione. [fonte 1] BIC Lazio è la prima società del centro-sud d’Italia, e la settima in assoluto, ad aver ricevuto la certificazione di “Incubatore di start up innovative”. Il decreto sviluppo bis

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del 21 febbraio 2013 ha introdotto infatti nel nostro ordinamento non solo la disciplina delle start up innovative definendone caratteristiche e requisiti specifici, ma anche la figura dell’“Incubatore di start up innovative” certificato.

Per ottenere questa certificazione, BIC Lazio ha dovuto dimostrare di avere competenze e strutture in grado di fornire un’assistenza di qualità alle start up innovative, rispondendo in pieno ai parametri stabiliti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Le differenze tra gli Incubatori di start up innovative e gli altri incubatori d’impresa riguardano una comprovata esperienza nell’attività di start up innovative, partnership con università e centri di ricerca, strutture immobiliari, management e struttura tecnica, oltre ad attrezzature e macchinari.

BIC Lazio attualmente dispone di 6 Incubatori sul territorio regionale: il primo è stato l’Incubatore ITech presso il Tecnopolo Tiburtino a Roma inaugurato nel 2006, l’Incubatore ICult a Viterbo, gli Incubatori di Bracciano, Colleferro, Ferentino e Rieti, per un totale di 44 imprese ospitate, 29 progetti imprenditoriali assistiti nella fase di sviluppo e un fatturato complessivo di quasi 6 milioni di euro al 31 dicembre 2012.

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Gli Incubatori di BIC Lazio sono tutti specializzati in un segmento o settore produttivo di mercato. Sono dei veri e propri centri-servizi che su specifiche materie detengono competenze, partnership tecnologiche, produttive, finanziarie e commerciali, in grado di garantire una risposta alla nascita e sviluppo di start up in quel determinato contesto.

Bic Lazio, inhouse della Regione Lazio a breve verrà incorporata da Lazio Innova, ex Sviluppo Lazio (il cui scopo era quello di favorire lo sviluppo economico e territoriale del Lazio supportando la Regione nella definizione delle politiche e nella progettazione degli strumenti idonei ad attuarle). Dal 1 gennaio 2015 Sviluppo Lazio è diventato Lazio Innova come risultato del processo di riordino delle società della Regione Lazio dedicate all’innovazione, al credito e allo sviluppo economico previsto dalla legge regionale n. 10/2013.

Lazio Innova integra le competenze professionali e le attività già affidate a Sviluppo Lazio, Asclepion, Banca Impresa Lazio, Filas e Unionfidi. Responsabile dei programmi Europei per l’innovazione attraverso l’analisi, l’ideazione di progetti di cooperazione e l’implementazione di servizi e attività a vantaggio del sistema innovativo laziale, Lazio Innova è inoltre responsabile per conto della Regione dell’attuazione di specifici progetti di sviluppo e internazionalizzazione quali la partecipazione del Lazio a Expo 2015. [fonte 2]

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Gal Tuscia Romana Il GAL Tuscia Romana è un’associazione tra partner pubblici e privati ed è costituita quale Gruppo di Azione Locale (GAL). L’analisi della realtà locale, e i fabbisogni del territorio sono gli elementi cardine alla base del PSL (Piano di Sviluppo Locale) della Tuscia Romana di cui GAL è soggetto responsabile.

Il tema catalizzatore del Piano di Sviluppo Locale è il turismo rurale.

Il sistema economico territoriale è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese, operative su attività di tipo artigianale e agricolo, prevalentemente in settori tradizionali. Un’indagine sul sistema produttivo locale, evidenzia la presenza di 6.539 imprese attive. Commercio e agricoltura sono i settori che raccolgono oltre il 50% delle imprese. Ancora decisamente arretrato rispetto alle potenzialità della vocazione del territorio è il settore delle strutture ricettive e ristorative, con il 6% del totale.

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L’obiettivo globale del PSL è accrescere la competitività territoriale ed in particolare quella sociale, ambientale-culturale, ed economica dell’area. Per raggiungere l’obiettivo prefissato le strategie operative sono volte all’aumento dell’attrattività della Tuscia Romana per le imprese, la popolazione e i fruitori dell’area attraverso il Turismo Rurale; al miglioramento della qualità della vita della popolazione recuperando e valorizzando il patrimonio storico, culturale e ambientale; adeguare i servizi per migliorare la fruibilità del territorio e infine incrementare e differenziare la presenza turistica.

L’ambitoterritorialecheidentificailcomprensorio della Tuscia Romana comprende i comuni di Allumiere, Anguillara Sabazia, Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, Bracciano, Canale Monterano, Manziana, Oriolo Romano, Tolfa, Trevignano Romano, Vejano, Villa San Giovanni in Tuscia.

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La superficie territoriale interessata dal GAL è di complessivi 813,96 Km2, di cui il 78,72% sono ricompresi in aree protette.

Oltre alla naturale attrattiva ambientalepaesaggistica, l’area della Tuscia Romana presenta una particolare conformazione geografica, caratterizzata dalla presenza di tre centri urbani agli estremi del territorio interessato (Roma, Civitavecchia e Viterbo).

Un posizionamento territoriale strategico che offre interessanti potenzialità per i flussi legati al turismo e per lo sviluppo economico dell’intera area. La popolazione residente nell’ambito del territorio delimitato dal GAL è di 78.828 abitanti.

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Startup e Incubatori d' impresa L’esistenza di imprese innovative e a forte contenuto tecnologico rivestono un ruolo di primo piano nel panorama economico e politico internazionale. Risultano essere in costante crescita gli investimenti in ricerca, sviluppo e information technology.

Il termine “Start-up” fa riferimento alla fase iniziale che caratterizza l’avvio di una nuova attività economica; situazione comunemente caratterizzata da forte propensione alla crescita, flussi di cassa negativi (l’assenza di ricavi in fase iniziale risulta essere comune), primi contatti con clienti, sviluppo/modifica dei prototipi destinati a diventare prodotti e servizi, ricerca di partnership.

Attualmente le startup innovative regolarmente registrate presso le camere di commercio in Italia sono 1478, di cui 630 nate nel solo 2013.

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In Lombardia ce ne sono 299, seguono Emilia Romagna (162), Lazio (145), Veneto (127), Piemonte (118), Toscana (103), Trentino (73), Marche (71), Campania (65), Puglia (62), Friuli Venezia Giulia (55), Sicilia (41), Sardegna (38), Liguria (24). Concludono la classifica Abruzzo (20), Umbria (17), Basilicata (8) e Valle d’Aosta (5). La città con più imprese innovative è Milano, a quota 184, che precede Roma (126) e Torino (86).

Nel sud si distingue Napoli (31). Chiude la lista Modena, con 21. La distribuzione

geografica non è un caso, Gran parte delle start-up si occupa di servizi, di consulenza e delll’universo digitale. La stragrande maggioranza ha un valore di produzione sotto il milione di euro e ha meno di 4 addetti, in crescita sono le start-up che lavorano su hardware e tecnologie. In 5 anni, secondo le stime, saranno create 500 nuove imprese e 2000 nuovi posti di lavoro. [fonte 5] Secondo questi dati i mercati italiani più interessanti risultano essere Lombardia e Lazio. Come già detto, in Lombardia nel 2013 le società iscritte al registro ufficiale regionali sono state 299 di cui 184 con sede a Milano.

Milano e Lombardia, dunque, risultano essere in Italia la città e la regione più attive e proficue in termini numerici. Gli incubatori sono tantissimi, e importanti, a cominciare da Tag Milano-Talent Garden, StartMiUp, Coworking Login, o Avanzi. (A seconda dei confort e delle attrezzature che lo startupper decide di utilizzare tra quelli che l’incubatore offre, si pagano tariffe diverse).

Per quanto riguarda il Lazio in particolare, quasi una start-up italiana su 10 è nata qui. Nell’ultimo anno, solo nella Capitale, sono comparse 126 nuove aziende ad alto contenuto innovativo, 19 nel resto della regione. Nella Capitale attualmente sono presenti 8 incubatori e 27 aree di coworking.

L’Incubatore d’azienda (o incubato di startup) nasce dall’idea di collegare l’impresa innovativa e quella tradizionale, promuovendo una nuova cultura imprenditoriale. Tale struttura è utilizzata per

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ospitare programmi o iniziative, promossi da enti privati o pubblici, il cui scopo è favorire e supportare lo sviluppo di nuove forme d’impresa. In genere queste strutture offrono servizi di consulenza strategica, spazi fisici, attrezzature e strutture logistiche, formazione e finanza dedicata. Le attività promosse hanno il comune obiettivo di supportare la crescita e il rafforzamento competitivo delle aziende ospitate al suo interno, nonché trasmettere una visione imprenditoriale a chi si appresta a lanciare un’iniziativa economica propria.

Ad oggi risultano essere molti i fondi e i bandi proposti. “Fondo per le start-up innovative”, 10 milioni, rivolto alle imprese costituite da meno di 48 mesi per la copertura delle spese d’avvio della nuova attività, per un finanziamento di 5 anni a tasso agevolato fino a 200 mila euro.

“Ict per tutti”, altri 10 milioni, per incentivare l’adozione di nuove strumentazioni e metodologie Ict in imprese esistenti, e per concludere “Creativi digitali”, 4 milioni di euro per giovani under 35 e piccole e medie imprese laziali per progetti di produzione audiovisiva, piattaforme web ed editoria digitale. Quattro gli obiettivi: progetti audiovisivi (“Progetto Zero”), editoria digitale (“New book”) e progettazione e sviluppo di applicazioni per smartphone e tablet (“App on”).

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Settore Agroalimentare L’Industria alimentare italiana risulta essere la seconda del Paese dopo la metalmeccanica. Con un fatturato che nel 2012 si è attestato su 130 miliardi di euro, l’Industria alimentare è senz’altro un comparto trainante dell’economia italiana, in grado di offrire al consumatore prodotti competitivi e garantiti in termini di sicurezza, gusto e qualità, rispondendo alle esigenze del mercato in continua evoluzione e sperimentando nel rispetto della tradizione, le tecnologie più avanzate.

Insieme ad agricoltura, indotto e distribuzione, l’Industria alimentare è l’elemento centrale del primo settore economico del Paese, compra e trasforma il 72% delle materie prime agricole nazionali.

L’Industria è generalmente riconosciuta come l’ambasciatrice del Made in Italy nel mondo considerando che quasi l’80% dell’export agroalimentare italiano è rappresentato da prestigiosi marchi industriali.

Secondo l’indagine Coldiretti/Swg, la metà dei giovani tra i 18 e i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o lavorare in una multinazionale (19%), mentre in generale tra tutti gli italiani ben il 28% scambierebbe il proprio lavoro con quello dell’agricoltore, perché secondo un cittadino su due garantisce una vita più sana e assicura più libertà e autonomia per il 17%.

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Una passione confermata dal fatto che quasi un milione di italiani con altre occupazioni si classificano come ‘hobby farmer’ mettendosi al lavoro su appezzamenti di terreni, spesso ereditati, che hanno in media un ettaro di superficie in cui coltivare ortaggi, frutta e anche vino o olio.

Lo storico ritorno degli italiani alla terra, dove oggi sono attive ben 62mila imprese condotte da giovani con meno di 30 anni, colloca l’agricoltura sul podio delle attività di impresa preferite dai giovani dopo commercio, servizi di alloggio-ristorazione (251mila) e manifatturiero/costruzioni (182mila).

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Un’inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico con gli istituti agrari che - sottolinea la Coldiretti - hanno aumentato dell’11% il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei licei, secondo i dati 2012 del Miur. [fonte 6]

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Gli imprenditori agricoli oggi si possono occupare di attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla loro vendita in azienda o nei mercati degli agricoltori, ma anche della fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori. Bisogna inoltre tenere conto della produzione e vendita della birra ottenuta dalla coltivazione di orzo in azienda o del pane dal grano, ma anche dei prodotti cosmetici a base di vino, olio o latte di asina. E, ancora, delle fattorie didattiche convenzionate con le scuole.

Competitor In fase di brief non è stato possibile individuare competitor dell’incubatore su territorio regionale che operassero nel settore agroalimentare proponendo gli stessi servizi. Procedendo con l’analisi dello scenario in cui si posiziona l’incubatore di Bracciano Bic Lazio è stato possibile riscontrare diversi players nel panorama nazionale e internazionale che si occupano di incubazione/accelerazione di imprese in fase di start-up sia settoriali che non.

Competitor diretti Il segmento che compone i competitor diretti è composto da incubatori e acceleratori che operano nel settore agroalimentare nello specifico, simili per offerta di servizi e infrastrutture all’incubatore di Bracciano Bic Lazio. Si è deciso di procedere con un’ulteriore suddivisione dei competitor diretti analizzando separatamente quelli attivi su territorio nazionale ed i competitor diretti individuati nel mercato estero.

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Incubatori/acceleratori d’impresa settoriali nel mercato Italiano

Alimenta Alimenta è un incubatore di impresa italiano dedicato ai progetti innovativi nel settore Food, LifeSciences e BioEconomy, localizzato a Lodi presso il Parco Tecnologico Padano (PTP), Centro di Eccellenza per le biotecnologie agroalimentari e la Bioeconomia attivo dal 2006. Gestito operativamente dal Parco Tecnologico Padano con il sostegno del Comune di Milano, Alimenta si propone di supportare lo sviluppo tecnologico e di business dell’impresa in tutte le sue fasi con percorsi di accelerazione tecnologica studiati sulle esigenze di team di business, start up e imprese. Particolare attenzione è rivolta alle spin-off accademiche, con l’obiettivo di valorizzare i risultati della ricerca.

Oltre a fornire gli spazi fisici e le tecnologie in uso al PTP, Alimenta offre supporto alla creazione dell’impresa: dall’analisi della fattibilità del progetto fino alla scrittura del business plan. I servizi di supporto seguono la nuova impresa anche dopo la sua nascita, nella fase organizzativa fornendo consulenza giuridica e per la protezione della proprietà intellettuale, consulenza amministrativa e l’accesso a infrastrutture di eccellenza per la ricerca. Le tecnologie in uso al PTP risultano essere il valore aggiunto del brand che punta sull’importanza della ricerca nel settore agroalimentare e della

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salute per favorire la nascita di imprese settoriali che possano proporsi nel mercato vantando una maggiore competenza rispetto ad altri incubatori di impresa che invece non hanno a disposizione tali mezzi.

Non a caso il claim del Parco Tecnologico Padano è “La ricerca si fa impresa”.

A differenza dell’incubatore di Bracciano, l’accesso ad Alimenta non avviene tramite bandi, ma attraverso un’attività di selezione durante tutto l’arco dell’anno, che ha come obiettivo quello di individuare gli imprenditori con i requisiti adatti ad entrare a far parte del mondo Alimenta.

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Un Comitato di Selezione, composto da cinque membri scelti tra rappresentanti del Parco Tecnologico Padano, dell’industria e dell’Università, ha il compito di individuare almeno sei idee d’impresa, coerenti con la mission del Parco e i criteri di fattibilità economica e validità dell’idea a cui fornirà i servizi di incubazione.

Il naming utilizzato per il progetto, Alimenta, risulta essere coerente con la mission dell’incubatore d’impresa grazie alla scelta appropriata di utilizzare una parola con un chiaro riferimento al settore d’interesse (quello dell’alimentazione) senza trascurare il fattore di innovazione tecnologica (“Alimenta” in riferimento all’alimentazione per il funzionamento dei macchinari a disposizione del PTP). Oltre ad essere una parola semplice e di facile memorizzazione, Alimenta, suona come una “call to action”, un invito rivolto alla singola persona a proporre il proprio progetto innovativo nel settore di riferimento.

Il marchio è composto da logotipo e simbolo, il primo con una font bastoni semplice e pulita. La parola ALIMENTA risulta prevalere

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per grandezza sulla definizione sottostante “incubatore d’impresa”, realizzata con una font più piccola che mischia lettere in stampatello maiuscolo e minuscolo. L’utilizzo di font lineari rende il naming visivamente chiaro e ordinato.

I colori utilizzati sono unicamente il giallo e il blu scuro, il primo è prevalente nella parola principale, ovvero il nome dell’incubatore, con un richiamo nel simbolo. Anche la scelta dei colori, così come il naming, dà espressione ai valori alla base dell’attività promossa. Il giallo infatti è un chiaro riferimento all’energia del sole, al calore della terra, oltre ad essere il colore che più di tutti è in grado di attirare l’attenzione. Il blu invece conferisce al marchio affidabilità e professionalità, oltre a essere un colore con un forte richiamo alla tecnologia, non a caso numerosi marchi di famose piattaforme online sono realizzati con sfumature di questo colore (basti pensare a Facebook, Twitter, Flickr o LinkedIn). Il simbolo, posto a destra del logotipo, risulta essere un espressione grafica del significato della parola ALIMENTA, infatti ricorda due grappoli d’uva le cui ramificazioni vanno a intrecciarsi formando una spirale che rimanda ai cavi degli apparati tecnologici.

L’incubatore attualmente non risulta disporre di un proprio sito internet ma è presente una sezione dedicata all’interno del sito ufficiale del Parco Tecnologico Padano sotto la voce “impresa”. All’interno della sezione dedicata ad Alimenta è riportata la mission del progetto insieme a una panoramica dei servizi offerti.

La sezione risulta essere di facile navigabilità ma scarna nei contenuti. La mancanza di un

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sito internet ufficiale separato da quello del PTP è un punto di debolezza per quel che riguarda la presenza online dell’incubatore poiché risulta difficile reperire informazioni su di esso. Effettuando una ricerca online sull’incubatore i risultati mostrano però una forte presenza di “Alimenta 2 Talent”, iniziativa promossa dal PTP che risulta invece avere un proprio sito dedicato.

Alimenta 2 Talent Con il progetto “Alimenta 2 Talent 2014” l’Incubatore d’impresa Alimenta intende creare le condizioni perché Milano sia la piattaforma ideale per fare impresa ad alto contenuto innovativo e creativo, interpretando i grandi temi di EXPO 2015 attraverso la realizzazione di una call a livello internazionale e nazionale, denominata “Call for the Entrepreneurs of the Future”.

Il progetto prevede la creazione di “team Misti” composti anche da Manager “over 50” che propongano idee di impresa in grado di dare soluzioni per i settori Agroalimentare e delle Scienze della Vita, derivanti da altri settori creativi e capaci, quindi, di portare innovazione nei settori considerati più tradizionali. La call si rivolge a giovani di qualunque nazionalità, è richiesta però almeno un’esperienza professionale e/o di studio all’estero. I soggetti possono partecipare singolarmente o in “team misti”, formati cioè da soggetti italiani e/o esteri e che nel team prevedano almeno un manager “over 50”.Per manager “over 50”

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si intendono persone che hanno o abbiano assunto (ultimo incarico nel 2012) un ruolo di rilevanza manageriale in PMI o grandi imprese (italiane o estere) e che attiveranno con il team di progetto un rapporto di collaborazione volto alla realizzazione del business plan e alla costituzione della futura Startup, impegnandosi a versare a titolo di capitale sociale un importo minimo di pari € 50.000,00. Tali soggetti dovranno impegnarsi, una volta terminato il percorso di pre-incubazione, a redigere un business plan dettagliato della propria idea imprenditoriale entro la data del 31 marzo 2015.Particolare attenzione verrà dedicata alle idee di impresa affini alle tematiche oggetto di EXPO 2015 per affrontare le necessità industriali dei principali settori della Bio-Economy della Lombardia.

Tra le idee presentate per la Call pervenute entro la data del 13 ottobre 2014, la Commissione Tecnica di Valutazione selezionerà 5 idee imprenditoriali a elevato valore innovativo. I candidati prenderanno parte a un percorso di pre-incubazione gratuito finalizzato alla stesura del Business Plan, organizzato e gestito dal Parco Tecnologico Padano. L’organizzazione ed erogazione dei corsi e del tutoraggio potrà essere svolte in concomitanza ad altri eventi e in collaborazione con altri programmi di formazione e training simili per finalità agli obiettivi della Call. Per i soggetti eletti potranno inoltre essere organizzati una serie di incontri con esponenti del mondo Venture Capital al fine di valutare possibili investimenti e con esponenti di grandi industrie per valutare possibili partnership commerciali. Ai soggetti

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selezionati, la Fondazione Parco Tecnologico Padano metterà a disposizione una borsa di studio, sulla base del finanziamento erogato dal Comune di Milano, dell’ammontare di euro 1.500,00 mensili per un massimo di sei mesi, per la partecipazione ad Alimenta Accelerating Program.

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Rural Hub Altro interessante player dello scenario è Rural Hub, luogo fisico e virtuale che ha sede a Napoli e nasce nel 2011 come un “collettivo di ricerca” per connettere tra loro startuppers, investitori e associazioni di categoria del settore agroalimentare, è luogo condiviso di vita (co-living) e lavoro (co-working); centro di studi e di ricerca permanente sull’innovazione sociale applicata alla ruralità; incubatore e project financing per “rural start-ups”.

Rural Hub nasce con l’intento di essere un invito a un’innovazione rurale autentica definita “rural social innovation”, luogo del recupero dei saperi e della tradizione contadina italiana (ad es. il recupero dei grani autoctoni) accompagnato dall’utilizzo delle nuove tecnologie. In Rural Hub le idee di business vengono definite innovative se sono sostenibili non solo dal punto di vista sociale e ambientale, ma anche economico perché ideate per esistere a lungo termine nello stesso luogo che le ha generate. Le startup rurali realmente innovative devono innescare meccanismi di redistribuzione economica sulle comunità locali. Le aziende o cooperative promosse da Rural Hub, infatti, non sono imprese qualsiasi: a loro interessa promuovere idee e progetti che abbiano impatti positivi sulla filiera, un ruolo di mantenimento del territorio, di promozione dell’alimentazione sana e di ridistribuzione economica nella comunità.

Nell’analizzare di questo competitor si ritiene interessante evidenziare l’importanza che Rural

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Hub attribuisce alla promozione di numerosi eventi e attività pensate per raggiungere diverse fasce di target. Uno dei più recenti eventi proposti è quello del 22 marzo 2015 che ha previsto una sessione di Rural BABYCODING, ovvero un laboratorio di apprendimento con approccio ludico per bambini dai 3 ai 7 anni attraverso la tecnologia Cubetto, un piccolo robot di legno con circuito Arduino che aiuta i bambini ad apprendere il linguaggio della programmazione attraverso il gioco. Lo scopo è quello di insegnare ai bambini a dare le giuste istruzioni al robot che si è perso nel bosco e deve tornare a casa sperimentando l’importanza di scrivere i comandi, allenando il pensiero logico matematico apprendendo le parole chiave della programmazione diventando protagonisti della tecnologia. Durante il percorso il robot, muovendosi su una mappa piena di storie da raccontare ha insegnato ai piccoli come si produce il miele, come si coltivano gli ortaggi ecc.

Oltre ad attività ad alto contenuto tecnologico come quella del 22 marzo, Rural Hub ha promosso numerosi workshop come ad esempio quello dedicato al riconoscimento di erbe spontanee e rigenerazione in codesign delle aree rurali. Nel 2014 invece è stato organizzato l’Innovation Day per promuovere un’economia rurale orientata al societing. Giornata incentrata su tre settori: agricoltura, artigianato e incubatori in cui si è discusso dell’importanza di connettere le migliori esperienze in campo tecnologico, sociale e ambientale per provare a innescare reali processi di cambiamento.

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Nelle due parole che compongono il naming Rural Hub è racchiuso l’universo valoriale alla base di questo “collettivo di ricerca”.La parola “rurale” ovviamente delinea il settore specifico di riferimento, mentre con “Hub” si va a sottolinearne l’importanza poiché in inglese il termine significa cuore, fulcro.

Nel marchio di Rural Hub i colori bianco e verde si alternando andando a coniugare simbolo e logotipo che quindi non appaiono separati come accade spesso. Il simbolo utilizzato è una piantina stilizzata che esce da un vaso, chiaro rimando al termine “rural” che infatti viene racchiuso all’interno della parte di simbolo composta dal vaso.

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Al di sotto la parola “Hub” (cuore, fulcro) rimane fuori dal vaso e sembra quasi sorreggere l’intera composizione.

La scelta del colore verde come dominante risulta coerente con il settore in cui si posiziona l’azienda, infatti è un colore che rimanda chiaramente a natura, freschezza e fertilità.

Il sito di Rural Hub risulta di facile navigabilità e curato nella grafica, che appare coerente con quella proposta nel marchio per colori e scelta di font. I contenuti risultano essere aggiornati, infatti la sezione “blog” che propone articoli sulle attività promosse da Rural Hub e più in generale sulle novità nei settori di riferimento (tecnologia e agroalimentare), viene aggiornato can cadenza settimanale.

Sul sito è inoltre possibile trovare il rimando alle pagine e ai canali social di Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Youtube.

La pagina facebook conta 3.440 “Like” e nonostante proponga nuovi contenuti (fotografici, video, link al blog) quotidianamente non sembra riuscire a interagire con il suo pubblico in maniera positiva. Allo stesso modo il profilo twitter che conta 2060 follower, risulta essere aggiornato ma senza interazioni da parte del pubblico. I profili Instagram e Pinterest invece non risultano essere curati. Il primo infatti è stato aperto nel 2013 e conta solo 8 post e 56 seguaci con un basso numero di like, mentre il secondo conta solamente 31 followers e 11 pins.

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Il canale youtube è seguito da 44 utenti e propone principalmente video interviste sugli argomenti dell’agroalimentare e della tecnologia. Alcuni video del canale youtube sono stati postati anche sulla pagina Facebook e sul sito ufficiale ma nonostante ciò hanno un basso numero di visualizzazioni.

Farmability A differenza dei competitor precedentemente analizzati, FarmAbility è un progetto sperimentale per la creazione di start up innovative ad alto contenuto tecnologico nel settore agroalimentare promosso da Coopstartup. Coopstartup è un progetto di ricerca-azione avviato da Coopfond (fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione della Lega delle Cooperative) a maggio del 2013 in collaborazione con Legacoop con lo scopo di sperimentare nuovi processi di promozione cooperativa che introducano innovazioni (tecnologiche e sociali) nella cooperazione esistente in ambiti inesplorati (nuovi mercati) investendo le proprie risorse sui giovani (e non solo).

Il Percorso FarmAbility, considerato potenziale competitor dell’incubatore di Bracciano per la sua natura settoriale, prevede per le 20 imprese selezionate attraverso il bando, azioni di formazione, consulenza specialistica, tutoraggio e di facilitazione verso le imprese e il sistema Legacoop, con l’obiettivo di favorire opportunità di matching

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tra le imprese esistenti e le startup innovative.

Il bando è rivolto a due tipologie di target. In primo luogo è aperto a gruppi di aspiranti imprenditori composti da almeno 3 persone in maggioranza residenti in una delle regioni di operatività di Legacoop Agroalimentare Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia - Giulia ed Emilia-Romagna), che intendono costituire una nuova cooperativa avente sede legale e/o operativa in una di queste regioni. Il secondo gruppo è composto invece da cooperative già esistenti, costituite da non più di 12 mesi e aventi sede legale e/o operativa in una delle regioni di operatività di Legacoop Agroalimentare Nord Italia basate su un progetto innovativo in ambito agroalimentare.

Si parte dall’emersione delle idee progettuali presentate dai diversi gruppi all’accompagnamento allo sviluppo dell’idea

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di impresa lungo un percorso di formazione, consulenza specialistica e tutoraggio personalizzato. L’offerta di servizi proposta non si allontana molto da quella del competitor Alimenta precedentemente analizzato. La struttura del percorso infatti prevede diverse fasi: la prima è l’accesso a un programma di formazione di natura modulare e tematica, della durata complessiva di 6 giornate dedicato alle persone coinvolte nei progetti di impresa cooperativa ammessi alla selezione.

I contenuti proposti sono: Cooperativa, caratteristiche e modello di governance; tendenze del settore agroalimentare, agroindustriale e agribusiness; design e project management, piano d’azione per la realizzazione dell’idea; laboratorio per l’analisi e lo sviluppo delle competenze; finanza per l’innovazione e nuovi strumenti di finanza per il sostegno all’avvio di impresa innovativa; protezione della proprietà intellettuale e industriale. In secondo luogo è prevista la parte di consulenza specialistica personalizzata sulla base del livello di sviluppo dell’idea imprenditoriale attraverso il sistema dei servizi che Legacoop mette a disposizione. Infine la fase di tutoraggio vede gli aspiranti imprenditori affiancati da personale (dirigenti, manager, tecnici) di imprese cooperative già consolidate e ben posizionate nei mercati di riferimento.

Queste persone metteranno a disposizione dei futuri cooperatori la loro esperienza aziendale trasferendo nozioni e indicazioni per contribuire ad abbattere il rischio di mortalità tipico delle startup innovative.

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Il Percorso FarmAbility si conclude con il “Premio Coopstartup FarmAbility” che viene assegnato alle 3 idee di impresa più promettenti. Le idee di impresa elaborate, sviluppate e affinate durante il Percorso FarmAbility, ai fini dell’assegnazione del premio finale, sono valutate sulla base di un piano di sviluppo di dettaglio dell’impresa e delle attitudini cooperative sviluppate durante il percorso dal gruppo. I tre progetti di impresa selezionati saranno premiati con servizi personalizzati finalizzati a facilitare l’accesso al mercato e la crescita della cooperativa, previa la costituzione della stessa. L’ammontare complessivo dei premi erogati sotto forma di servizi ha un valore complessivo pari ad almeno Euro 10.000,00, eventualmente aumentabili sulla base delle necessità dei diversi progetti di impresa.

Il nome FarmAbility, che può essere tradotto in italiano come “Abilità di coltivare”, riflette appieno i principi alla base dell’iniziativa utilizzando un verbo che nella lingua inglese viene unicamente associato alla coltivazione agricola mentre nella sua traduzione italiana può essere inteso in senso più ampio quindi anche in riferimento alla “coltivazione di idee”.

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Il marchio del progetto FarmAbility è sempre associato a quello della sua iniziativa madre Coopstartup e presenta quindi la medesima impostazione grafica. Il logotipo, accompagnato dalla presenza di simboli, è racchiuso in un cerchio a sfondo bianco che mette in risalto la varietà di colori scelta per la realizzazione dei quattro simboli e del logotipo. La semplicità della realizzazione grafica del marchio conferita dalla font bastoni che forma la scritta FarmAblity accompagnata dalla presenza di forme colorate di base, rende il marchio chiaro, ordinato e di facile memorabilità. Si può scoprire il significato attribuito a ogni simbolo all’interno della presentazione animata di Coopstartup nella homepage del sito. Con la freccia si vuole simboleggiare lo “start” qundi l’inizio, il simbolo di addizione indica il verbo “coopera”, con il cerchio si esprime il concetto di “progetta” e il quadrato dà forma alla

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parola “realizza”. L’utilizzo dei simboli facenti parte del marchio di Coopstartup aiutano il pubblico ad associare l’iniziativa FarmAbility con il progetto da cui è nato quindi rimanendo fedele all’identità del brand “madre”.

Essendo FarmAbility un’iniziativa sperimentale nata da un progetto più ampio non è stato realizzato un sito dedicato ma è presente una sezione all’interno del sito ufficiale di Coopstartp. In generale il sito web risulta chiaro e ricco nei contenuti, nella sezione “progetto” infatti sono presenti anche due presentazioni caricate su Slideshare che approfondiscono le informazioni. Nonostante la scelta dei colori sia in linea con quella del marchio e l’animazione grafica si presenti moderna, l’utilizzo di una font troppo piccola per indicare le voci della barra del menu, utilizzata poi anche per la realizzazione dei testi non favorisce la navigabilità dei contenuti. La sezione dedicata a FarmAbility presenta lo stesso deficit visivo dato dalla grandezza della font con cui è riportata la descrizione del progetto, che nel complesso appare comunque poco esaustiva.

La breve descrizione è accompagnata dalla presenza di post facenti parte la sezione “notizie” del sito che riguardano gli eventi e le novità inerenti alla specifica iniziativa andando quindi a completare la mancanza di informazioni della descrizione soprastante.

Altro elemento che denota una scarsa cura della realizzazione del sito web è data dalla scelta delle immagini fotografiche inserite in presentazione a supporto della descrizione del progetto che non appaiono in alta qualità, infatti sono per la maggior parte scure,

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sfocate e tagliate in maniera poco funzionale.

A differenza dei siti dei competitor presi in esame, nel sito Coopstartup inoltre non sono presenti i link alle pagine social utilizzate.

Effettuando una ricerca online è stato possibile risalire alla presenza sui social Facebook, Twitter e Youtube di Coopstartup che in tutti e tre i casi non risulta essere curata adeguatamente registrando numeri di interazione molto bassi. Nel caso di Facebook la pagina conta 2.000 “like” e una scarsa partecipazione da parte degli utenti nonostante la pagina venga aggiornata con frequenza.

L’offerta contenutistica non appare molto varia, infatti sono presenti in maggioranza post riguardanti i bandi promossi da Coopstartup e occasionali album fotografici degli eventi di presentazione dei vari progetti. Il profilo Twitter (con soli 618 follower) risulta meno seguito rispetto alla pagina Facebook e propone contenuti della stessa tipologia sempre raggiungendo un basso numero di utenti.

Anche il canale Youtube non è performante quanto potrebbe, il numero di iscritti al canale è di 12 e i cinque video pubblicati contano un numero di visualizzazioni cha variano da 73 a 500. In generale quindi Coopstartup non non appare consapevole dell’importanza della comunicazione online per aumentare la propria brand awarness e veicolare un immagine positiva del proprio brand, non sfruttando appieno le potenzialità dei mezzi di comunicazione di cui dispone.

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Incubatori/acceleratori d’impresa settoriali nel mercato Estero

Farm 2050 Per sostenere e accelerare lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie nel settore agricolo il Presidente di Google Eric Schmidt, founding partners di Innovation Endeavors, e Flextronics’ Lab IX hanno creato negli ultimi mesi del 2014 FARM2050 (Palo Alto, California), collettivo che intende sostenere le start-up AgTech attraverso investimenti in capitale, con l’affiancamento nella fase di progettazione e produzione, e il supporto nella fase di test dei prototipi. Le migliori start up che saranno in grado di sfruttare la tecnologia per metterla al servizio dell’agricoltura, riceveranno finanziamenti da Farm 2050, sia dal punto di vista progettuale che da quello dell’assistenza logistica e di marketing. Per proporre la propria idea a Farm 2050 è possibile compilare il form che si trova sul sito ufficiale sotto la voce “contact”.

Il naming FARM 2050 prende il nome dai risultati della ricerca che ha ispirato la nascita del progetto. Secondo recenti studi entro il 2050 la popolazione mondiale si aggirerà intorno ai 10 miliardi di persone e di conseguenza sarà necessario aumentare la capacità del sistema produttivo alimentare globale del 70% entro quella data. Il naming scelto per il progetto, mettendo in evidenza la data 2050 sembra voler essere una data da segnare sul calendario che sia un “reminder” del tempo che resta per mettere in atto delle azioni concrete che vadano a risolvere il problema emerso dai dati di ricerca.

Il marchio nella sua semplicità non potrebbe risultare più chiaro. Ad accompagnare il logotipo realizzato in bastoni “FARM 2050” troviamo il simbolo di una spiga di grano che spunta fuori da un cerchio che risulta essere un chiaro riferimento al simbolo del tasto di accensione dei dispositivi elettronici, presumibilmente per sottolineare l’ambito di riferimento delle startup che si vogliono andare a promuovere, ovvero quello dell’Ag-tech.

Il sito ufficiale FARM 2050 è realizzato in lingua inglese e risulta moderno e minimal

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nella grafica. Mission, obiettivi e “call to action” sono brevemente ma accuratamente descritti nella Home Page accompagnati da fotografie di carattere rurale che fanno da sfondo. In fondo alla pagina sono visibili i marchi dei partners che hanno preso parte alla realizzazione del progetto. Nel sito è inoltre possibile entrare in contatto con FARM 2050 compilando il form online presente nella sezione “contact”.

Data la recente nascita di FARM 2050, che risale alla fine del 2014, la sua presenza online sui social networks non risulta essere molto forte, infatti ad oggi è unicamente presente la pagina Facebook dedicata. La pagina aperta a novembre 2014 non risulta essere promossa in maniera adeguata, l’interazione è scarsa, infatti conta 700 “Like” e un basso numero di post (l’ultimo risalente alla fine di gennaio). I contenuti proposti sono articoli riguardanti le innovazioni tecnologiche applicate al mondo dell’agricoltura o articoli che promuovono il progetto FARM 2050.

Food - x FOOD-X è un programma di accelerazione d’impresa fondato nel 2014 con sede a New York, focalizzato sul lancio di imprese nel settore agroalimentare. Si ritiene interessante prendere in esame un incubatore di impresa attivo in un’area urbana come quella di New York che non appare come luogo ideale per sviluppare progetti in ambito agroaimentare.

Il programma prevede fino a 50.000 dollari in finanziamenti in cambio dell’8 per cento del patrimonio netto. Il programma della durata di tre mesi e mezzo prevede un coaching intensivo, per 10/12 team di lavoro scelti, da parte di un gruppo di esperti nel settore in tutte le areee necessarie per il lancio e la gestione d’impresa.

Il marchio è composto da logotipo e simbolo.

Le parole “food” e “x” sono realizzate in due font e colori nettamente diversi e sono separati da una piccola foglia verde che va a formare un trattino che separa le due parole. La prima parola è realizzata in una font in corsivo graziata, calligrafica, in colore verde che vede con una piccola foglia che

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chiude una delle grazie della lettera F. La lettera “X” invece è riportata in colore rosso scuro in stampatello maiuscolo ancora una volta in una font graziata.

La forte discrepanza nella realizzazione grafica delle due parole crea confusione dando l’impressione che siano due parole appartenenti a due marchi diversi che non sono connessi tra loro.

Il sito è realizzato in lingua inglese ed è diviso in 5 sezioni che approfondiscono la mission, i partner e le competenze dei mentori che affiancheranno gli imprenditori nel periodo di incubazione. Nel sito è inoltre presente la sezione “apply” per inviare la propria candidatura ed entrare in contatto con FOOD-X. La grafica è semplice, i colori ricordano quelli utilizzati nel marchio e nel complesso il sito risulta di facile navigabilità. In fondo alla Home page è possibile trovare il rimando ai social networks Twitter, Youtube e Vimeo.

Analizzando il profilo Twitter il primo elemento che cattura l’attenzione è la scelta dell’immagine profilo che riporta un marchio non coerente con quello proposto sul sito ufficiale. L’utilizzo di un marchio diverso crea confusione dando l’idea di incoerenza da parte del brand. Il profilo conta 3.713 followers che però non interagiscono attivamente con i post che vengono proposti con cadenza giornaliera.

il marchio che troviamo anche nel profilo Twitter. Sul canale è stato pubblicato un solo video (che conta 621 visualizzazioni) della durata di due ore e venti minuti riguardante la giornata di lancio del progetto.

Il link al canale Vimeo che si può trovare sul sito ufficiale di FOOD-X invece non risulta attivo.

A seguito di una ricerca online risulta la presenza di una pagina Facebook dedicata al progetto che però non viene segnalata sul sito ufficiale. La pagina non porta il nome ufficiale del progetto ma è segnalata come “Food-X.net” e conta 3.128 “Like”. In questo caso l’immagine del profilo proposta risulta essere incoerente con quella proposta sugli altri social, infatti questa volta troviamo l’immagine del marchio ufficiale che possiamo trovare nel sito. I contenuti vengono postati con cadenza settimanale e sono principalmente post di articoli riguardanti le aziende incubate, gli specialisti ed eventi del settore. L’interazione con il pubblico risulta essere molto scarsa, quasi nulla.

Anche il canale Youtube, che conta solo 12 iscritti, propone come immagine del profilo

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Reimagine Food Con sede a Barcellona, nata nel 2014, troviamo invece Reimagine Food, che mira a integrare diverse iniziative e figure lavorative per ripensare il mondo del cibo, l’industriaagroalimentare, la cucina e il modo in cui ci relazioniamo al cibo nel 21 ° secolo.

Le startup scelte avranno la possibilità di interagire con le migliori aziende e dirigenti del settore alimentare e di sperimentare la tecnologie sviluppate in Reimagine Food.

La differenza con i soliti incubatori di impresa sta nell’alto contenuto tecnologico dell’offerta di servizi proposta. Il loro scopo è quello di reinventare il rapporto tra tecnologia e il cibo e mostrare le abilità di robot, droni, tecnologia indossabile, intelligenza artificiale e stampanti 3D nel mondo del cibo in maniera rivoluzionaria.

A secondo del punto di avanzamento dell’impresa vengono proposte diverse tipologie di collaborazione: • Hackathon: è il percorso previsto per sviluppare le idee in fase creativa con il supporto di esperti nel settore.

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Compilando il form presente sul sito è possibile proporre nuove idee di impresa nel mercato del food che prevedano però l’utilizzo di alta tecnologia in grado di contribuire a cambiare l’industria alimentare.

• Prometheus: percorso mirato ad “accelerare” in progetti in fase di crescita attirando potenziali investitori.

• Corporate Venturing: per ottenere finanziamenti e/o collaborare e prendere accordi con i leader del settore.

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Il programma Prometheus è il più interessante da prendere in esame in relazione ai competitor precedentemente analizzati. Ogni anno vengono messi a disposizione di 20 startup per la durata di tre mesi e mezzo servizi di formazione e networking con i principali imprenditori globali, aziende alimentari e fonti di finanziamento al fine di potenziare lo sviluppo dell’impresa. Il tutto insieme alla possibilità di utilizzare lo spazio di lavoro comune nel centro Reimagine Food a EsadeCreapolis. Questa zona, chiamata Reimagine X, è un luogo in cui i produttori di cibo, imprenditori, investitori e chef possono sperimentare con i ristoranti, le cucine e supermarket del futuro.

Reimagine Food investe €15.000 per ogni startup partecipante al programma Prometheus più una quota di €300.000 per la migliore azienda al termine del programma e in cambio oltre all’impegno nel presentare un report settimanale dei progressi, chiede tra il 3.5% e il 5% dell’impresa.

Con 3D SEED Reimagine Food sta lavorando per creare la prima stampante 3D di cibo nel mondo che verrà presentata con un evento che si svolgerà contemporaneamente a New York e Barcellona. “A Tribute to Complexity” sarà un evento privato per 12 persone in ciascuna delle città scelte. Gli ospiti invitati per la cena sarranno scienziati, artisti, imprenditori, sportivi, cuochi e filosofi selezionati da Reimagine Food, che sta investendo 150.000 € in questo progetto.

Dopo il lancio del prodotto con questo evento, il progetto sarà esportato in Asia e in

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Russia. L’ evento si svolgerà in uno spazio di 125 mq in cui verranno stampati in 3D elementi di arredo, stoviglie e anche il menu.

Nel naming è espressa la mission di Reimagine Food ovvero quella di “re immaginare il cibo”, di utilizzare le nuove tecnologie più avanzate per reinventare il rapporto con l cibo.

Il marchio, composto da logotipo e simbolo, appare semplice e chiaro. L’elemento dominante sembra essere il simbolo, rappresentato con una mela realizzata grazie ad un vortice di colore azzurro e bianco. Nella realizzazione grafica del simbolo è evidente il richiamo al fattore altamente tecnologico del progetto Reimagine Food. La font e il colore utilizzati per l’esecuzione del logotipo, invece, non catturano particolarmente l‘attenzione.

Nonostante l’importanza data all’elemento tecnologico da Reimagine Food, l’azienda non sembra prestare particolare attenzione nella cura della propria immagine social. La pagina Facebook non è riuscita a raggiungere un alto numero di utenti, infatti conta solamente 373 “like” con commenti, condivisioni e “mi piace”

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ai post quasi nulli. Come nel caso degli altri competitor presi in esame i contenuti postati sono principalmente articoli e post, in questo caso riguardanti eventi e news del mondo della tecnologia e del food. Malgrado il profilo Twitter conti un numero più elevato di follower (1.134) i tweet non sembrano comunque favorire l’interazione con gli utenti.

il responsabile LuissEnLabs Luigi Capello prevede l’ampliamento dell’accelleratore a favore della realizzazione di una vera e propria Tech city, un hub tecnologico per il quale sono attualmente alla ricerca di partner.

Competitor Indiretti Procedendo con l’analisi dei competitor indiretti si è deciso di prendere in esame incubatori e acceleratori di impresa più generici (meno settoriali) presenti nel mercato italiano che offrono i propri servizi a startup innovative interessate a lanciarsi nelle diverse tipologie di mercato.

Luiss Enlabs LuissEnLanbs – La fabbrica delle startup – è uno dei principali acceleratori di startup in Italia. Fondato nel 2010 sotto il nome di EnLabs dall’imprenditore e business angel Luigi Capello, è divenuto LuissEnLabs nel 2012 a seguito della partnership con l’università LUISS Guido Carli. La sua mission è supportare giovani startup digitali nel processo di crescita e sviluppo, per consentire loro di operare con successo nel settore di riferimento. LuissEnLabs ha sede a Roma, all’interno della Stazione Termini, in uno spazio di ca. 2.000 mq in cui operano oltre 30 startup. Come obiettivi a breve termine

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Il programma di accelerazione proposto ha una durata di cinque mesi. Durante il programma, le startup sono inserite all’interno del network e dell’ecosistema di sponsor e partner che gravitano intorno all’acceleratore.

LVenture Group finanzia le startup che partecipano al programma di accelerazione con un micro seed iniziale di 60 mila euro sufficiente per la copertura dei costi di avvio dell’attività, a fronte di una quota di capitale.

Questo primo investimento, accompagnato dalle competenze degli advisor, fornisce ai progetti selezionati lo “smart money” necessario a velocizzare il “time to market”.

Il programma di accelerazione termina con l’Investor Day, un evento durante il quale tutte le startup che hanno partecipato al programma presentano il loro progetto a un’ampia platea di investitori ed esperti del settore.

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Il periodo di ammissione al programma di accelerazione di LuissEnLabs avviene due volte l’anno. I progetti che vengono presentati a seguito della “call for application” diffusa ampiamente attraverso media tradizionali e online, sono inseriti all’interno di un processo di selezione a opera degli analisti dell’acceleratore, in collaborazione con il Team Investimenti di LVenture Group.

Una short list di progetti viene poi valutata dal Consiglio di Amministrazione durante il cosidetto Selection Day. Nonostante in fase di Brief il cliente abbia indicato Luiss EnLabs come competitor diretto, a seguito dell’analisi si è ritenuto opportuno considerare l’acceleratore di startup un competitor indiretto dell’incubatore di Bracciano. A differenziare le due realtà in primo luogo è il target settoriale a cui mirano rivolgersi. Mentre l’incubatore di Bic Lazio si rivolge principalmente ad aspiranti imprenditori che vogliono operare nel settore agroalimentare, Luiss EnLabs apre la sua “call to action” unicamente a startup che presentano un idea innovativa nel campo ICT (Information and Communication Technology).

Le startup accellerate da LuissEnLabs in particolare nel settore food and drink, infatti, risultano operare unicamente online.

La prima è RisparmioSuper.it, un sito che compara i prezzi dei generi alimentari e degli elettrodomestici venduti nei supermercati italiani e indica al consumatore il punto vendita più vicino che offre prodotti al prezzo

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inferiore. Pubster invece è un’app per Iphone e Android che funge da strumento di fidelizzazione del cliente offrendo da bere (e da mangiare) ai clienti più affezionati.

WineOwine infine è un’ enoteca online che ti porta alla scoperta di piccoli produttori e vini di nicchia.

Nel naming si va a sottolineare la fusione dell’acceleratore di startup con l’ateneo privato. Affidabilità e serietà, valori alla base dell’università LUISS Guido Carli, associate all’elemento innovativo di EnLabs conferiscono al naming un appeal che spinge il pubblico (soprattutto quello in età universitaria) a informarsi, quindi a entrare in contatto, con questa realtà che già dal nome si presenta come una promessa di efficienza e novità.

Il marchio risulta combinare la giovinezza e l’innovazione dell’acceleratore di startup con sicurezza e professionalità conferite dalla partnership con l’università LUISS Guido Carli. La fusione di queste due realtà viene esplicitata graficamente riportando nel marchio logotipo e simbolo che formano il preesistente marchio universitario LUISS (così da non compromettere la brand identity universitaria) accompagnato da “EnLabs”, realizzato in una font diversa in

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bold. Il simbolo che accompagna la seconda parte di marchio è un piccolo fiore, segno di nascita che subito viene associato alle nuove imprese che prendono vita grazie ai servizi offerti dall’acceleratore. Il colore utilizzato, il verde acqua, aiuta a conferire al marchio la freschezza, la giovinezza e la crescita solitamente associate al colore verde assieme all’affidabilità e al richiamo alla tecnologia comunemente attribuiti ai colori che fanno parte della scala del blu/azurro.

Il sito web, realizzato in lingua inglese, si presenta curato, ricco di contenuti e di facile navigazione oltre a risultare al passo con le ultime tendenze grafiche quindi in linea con la sua immagine giovanile e tecnologica.

L’attenzione per la scelta dei contenuti si denota già dalla varietà di opzioni proposte nel menù laterale realizzato a comparsa. Da qui infatti è possibile entrare nelle diverse aree dedicate al Team di esperti che collaborano con LUISS EnLabs, quindi agli advisors e partners, alle Startup già attive sul mercato a seguito del periodo di accelerazione presso la loro sede, aggiornamenti alle news ed eventi nel settore di riferimento. Per interagire con il pubblico oltre alle comuni sezioni “Contatti” e “Apply” (per inviare la propria candidatura) è interessante la presenza dell’area “Carrers” dedicata alle inserzioni di lavoro da parte delle nuove startup nate sul mercato grazie a LUISS EnLabs, che sono alla ricerca di collaboratori. Questa sezione risulta essere un’interessante risorsa per rivolgersi a quella fetta di pubblico che non è interessata a proporre un’idea di nuova impresa da

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lanciare sul mercato ma che comunque è attratto dalla possibilità di fare un esperienza lavorativa nel settore.

Per promuovere il proprio brand brand LUISS EnLabs ha curato l’apertura di un account su diverse piattaforme di social network. Presente su Facebook, Twitter, Youtube, LinkedIn, Instagram e Pinterest, l’acceleratore punta a raggiungere un alto numero di utenti proponendo contenuti di diverso genere. Le immagini del profilo delle diverse piattaforme online risultano coerenti, infatti in tutti i casi è possibile trovare il simbolo di Luiss EnLabs ovvero il fiore riportato nel marchio. I profili Facebook e Twitter risalgono al 2010 e risultano essere quelli più utilizzati dall’acceleratore. Nel caso di Facebook la pagina conta 5.576 “Like” ma scarsa interazione da parte degli utenti. I contenuti vengono postati con una frequenza media di tre giorni e riguardano principalmente le attività promosse da LUISS EnLabs e più nello specifico articoli sulle nascenti startup incubate. Il profilo Twitter invece risulta essere aggiornato con frequenza giornaliera e registra numeri leggermente più elevati rispetto a Facebook con un discreto numero di followers (pari a 6.807) e di retweet. Il canale Youtube ha solo 39 iscritti e i video pubblicati (19) sono stati visualizzati in media 200 volte. Alcuni dei video proposti sono stati postati anche sul profilo Facebook e inseriti nel sito web. I profili Instagram e Pinterest non risultano essere curati, i contenuti sono scarsi e contano un basso numero di followers (rispettivamente 79 e 67) e di “likes”. Il profilo

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professionale di LinkedIn è seguito da 1.384 utenti e riporta il collegamento ai profili LinkedIn di 25 dipendenti di LUISS EnLabs.

Impact Hub Roma Impact Hub Roma è una delle sedi italiane della rete Impact Hub, società indipendente per il supporto a idee e progetti di social innovation. Quello che era iniziato come un unico hub a Londra nel 2005, si è evoluto in una rete globale che ad oggi conta 63 sedi in 5 continenti. A differenza di Luiss EnLabs che si presenta come un vero e proprio acceleratore di impresa, Impact Hub nasce come spazio di coworking dove imprenditori, creativi e professionisti possono accedere a risorse, lasciarsi ispirare dal lavoro di altri, condividere idee innovative, sviluppare relazioni utili e individuare opportunità di mercato. Il target di Impact Hub Roma è molto vasto: si tratta di imprenditori, operatori del non profit e liberi professionisti, giovani studenti ed esperti già affermati, tutti quei potenziali attori del cambiamento che vogliono realizzare progetti che abbiano oltre al ritorno economico un elevato impatto sociale, ambientale e culturale.

La membership consente l’accesso alla community globale di Impact Hub e l’utilizzo degli spazi di lavoro. Si parte dalla membership HubNet, che permette l’accesso al social network della rete Impact Hub e all’area relax per networking e incontri; sino all’Hub Unlimited che ti garantisce una

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scrivania fissa nel coworking space senza limiti di tempo. Le membership Hub 50 e 100 garantiscono rispettivamente 50 e 100 ore di utilizzo del coworking space.

Lo spazio è composto da 3 aree. L’area relax (con bar) che può ospitare eventi culturali e di networking (fino a 30 persone); Sala riunioni che può ospitare fino a 20 persone ed è dedicata a workshop, formazione e incontri; area Openspace ovvero la sala più grande (200mq), ideale per grandi eventi e conferenze (oltre 150 persone). Ogni area può essere affittata sia a hubber (ad un prezzo scontato) e esterni.

Business Unit La Hub Business Unit è il progetto di The Hub Roma per offrire concrete forme di sostegno alle start-up, piccole imprese e nonprofit. Si rivolge in via prevalente agli hubbers (imprese o professionisti

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che hanno aderito a The Hub Roma), ma anche agli esterni.

Obiettivo dell’offerta della Hub Business Unit è l’integrazione delle competenze degli imprenditori, o degli aspiranti tali, rispetto a materie specialistiche quali quelle di tipo economico, aziendale, contabile, fiscale, finanziario, legale o di marketing. Il tutto in piena coerenza con lo spirito di The Hub, per favorire la crescita dell’innovazione sociale e dei suoi protagonisti nel territorio di Roma.

L’offerta comprende i seguenti servizi: Business Idea (analisi e pre-valutazione), Business plan (redazione e valutazione), finanza agevolata (accesso a bandi e incentivi pubblici), global tutoring, consulenza legale, consulenza fiscale di base, consulenza fiscale avanzata, contabilità (gestione e verifica degli adempimenti di legge), checkup finanziario, fundraising, coaching.

Il nome Impact Hub esprime il desiderio di creare una rete di persone con l’obiettivo di prendere parte a nuovi progetti pensati per generare un cambiamento che sia d’ ”impatto”. Hub in inglese significa “fulcro”, elemento centrale. Letteralmente sta a indicare il punto centrale della ruota.

Questa immagine è quella che, fisicamente, meglio rappresenta l’idea di un hub: un punto in cui convergono e si diramano contemporaneamente diversi raggi. Ecco perché traslando il suo significato al mondo dell’innovazione e delle idee viene fuori l’immagine di uno spazio fisico e virtuale

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in cui arrivano persone da differenti luoghi e con differenti professionalità e ne escono arricchite di conoscenze e di progetti.

Il marchio è composto dal solo logotipo e ricorda nella sua semplice realizzazione grafica la scritta su una lavagna di scuola associandolo quindi immediatamente alla giovinezza.

In questo caso però lo sfondo che racchiude la scritta Impact Hub non è realizzato in nero bensì in rosso castagno.

Nonostante il colore rosso solitamente evochi passione, forza e vitalità, in questo caso non contribuisce a rappresentare appieno i valori alla base del brand.

La comunicazione online di Impact Hub Roma si focalizza sulla presenza di un sito internet e di profili social sulle piattaforme Facebook, Twitter e LinkedIn. Il sito si presenta di facile navigazione e chiaro nei contenuti pur non rispettando le ultime tendenze grafiche e risultando statico. Anche i colori utilizzati non contribuiscono a stimolare l’attenzione dell’utente, infatti sono prevalenti colori spenti come il grigio scuro e il rosso castagno utilizzato anche per la realizzazione del marchio. A differenza dei siti internet degli altri competitor però è presente una sezione dedicata alla descrizione degli spazi disponibili nella sede di San Lorenzo. Dalle foto riportate sul sito si nota una particolare

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cura per l’arrendo degli spazi interni che si presentano semplici ma con elementi di arredo di design in colori sgargianti che conferiscono allo spazio altrimenti disadorno un’aria giovane e fresca. Si presume sia nata la necessità di curare questo aspetto perché gli spazi vengono affittati anche agli esterni per eventi privati.

Impact Hub non sembra prestare particolare attenzione alla cura della sua comunicazione sui profili social non sfruttando appieno le potenzialità di tali mezzi per interagire con il pubblico. La pagina Facebook che conta 3.674 “Like” infatti risulta essere aggiornata in media ogni dieci giorni proponendo contenuti riguardanti gli eventi e le attività promosse dall’Hub (spesso anche dalle altre sedi italiane) ma con scarsa interazione da parte degli utenti. Alcuni post inseriti nella pagina inoltre riportano “like” dello stesso Impact Hub e ciò non contribuisce a creare un immagine positiva dell’azienda sul social network. Anche la comunicazione sul profilo Twitter, che conta 1.988 follower, non risulta essere curata adeguatamente. I tweet vengono postati con cadenza mensile raggiungendo un basso numero di utenti e l’offerta contenutistica è alquanto limitata.

Gran parte degli ultimi tweet infatti è costituita da registrazioni audio della radiocronaca delle partite di calcio popolare della Liberi Nantes (squadra di calcio composta da migranti forzati provenienti da paesi africani).

Impact Hub Roma è inoltre presente su LinkedIn e conta 223 iscritti.

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Speed MI Up Un altro interessante player italiano del settore situato però a Milano è Speed MI Up, l’incubatore d’impresa di Università Bocconi, Comune e Camera di Commercio di Milano.

Questa officina di imprese e professioni specializzata nello sviluppo di competenze di business e management, dedica la maggior parte delle proprie energie quale acceleratore della crescita di startup innovative. La sua mission è quella di favorire la nascita e lo sviluppo di start-up innovative e sostenere lo sviluppo professionale di giovani lavoratori autonomi rafforzando l’integrazione tra il mondo delle imprese e dei professionisti.

Il bando in questo caso è volto alla selezione di 15 tra startup che saranno inserite nell’incubatore per la durata di due anni. Nonostante la durata del periodo di incubazione sia superiore a quella degli altri competitor, l’offerta di servizi non sembra mutare. Le startup selezionate avranno a disposizione un programma di formazione interattiva offerto dall’Università Bocconi e dalla Camera di Commercio; tutoraggio individuale; supporto continuativo di tutoring attraverso una piattaforma di Cooperative Social Networking; supporto nell’accesso a risorse finanziarie; servizi in materia di innovazione, ricerca scientifica e internazionalizzazione; spazi attrezzati di lavoro con postazioni open space; aree di incontro informale; spazi di rappresentanza, previa prenotazione.

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Nel caso di Speed MI Up il target è meno generico infatti i profili degli aspiranti imprenditori devono rispettare determinti canoni. La call to action è pertanto suddivisa in due misure: «Start-Up Hub” e “Professional Hub”.

I partecipanti alla misura “Start-Up Hub” possono essere alternativamente: aspiranti imprenditori in possesso di laurea che entro tre mesi dall’ingresso in Speed MI Up costituiscano una società di capitali operante in qualsiasi settore di attività con sede legale e operativa nella provincia di Milano; start-up

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(micro, piccole, medie imprese) costituite sotto forma di società di capitali iscritte al Registro delle Imprese della provincia di Milano da meno di 20 mesi dalla data di apertura del bando; start-up (micro, piccole, medie imprese) costituite sotto forma di società di capitali iscritte al Registro delle Imprese di una qualsiasi provincia italiana da meno di 20 mesi dalla data di apertura del bando e disposte a spostare la sede legale nella provincia di Milano entro tre mesi dall’ingresso in Speed Mi Up. I partecipanti alla misura “Professional Hub” invece devono essere lavoratori autonomi titolari di

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partite iva in possesso di laurea o diploma di un corso almeno triennale post maturità di età non superiore a 35 anni che esercitino la propria attività nel territorio di Milano e provincia in uno tra i seguenti settore: Servizi alle Imprese, Creatività, Eco-sostenibilità, Valorizzazione del territorio.

Ai partecipanti viene richiesto il pagamento di un canone mensile e di una quota alumni al termine della durata del percorso. Il canone mensile ammonta ad 500 € per le imprese/aspiranti imprenditori e 300 € per i professionisti. La quota alumni annuale per le imprese/aspiranti imprenditori è pari a 600 € da versarsi per 5 anni, per professionisti 360 € da versarsi per 3 anni. Anche in questo caso la call to action è rivolta a startup innovative ma a differenza dell’acceleratore Luiss EnLabs non è necessario che siano startup tecnologiche, infatti le idee di impresa possono rientrare in un qualsiasi settore di mercato.

A seguito dell’analisi si ritiene che Speed MI Up sia un interessante competitor per l’incubatore di Bracciano da prendere in esame per la scelta delle tipologie di startup incubate quest’anno. Grazie all’Expo 2015 l’attenzione che le realtà innovative italiane stanno dedicando all’universo dell’alimentazione e della nutrizione è altissima, non a caso si evidenzia che cinque su undici delle aziende appena entrate a far parte di Speed MI Up si dedicano, in vario modo, al settore dell’agroalimentare. La tendenza food&beverage, per l’incubatore milanese,

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risulta essere infatti piuttosto nuova. Dal 2013, anno in cui è stato lanciato, a oggi le realtà che hanno raggiunto i risultati più brillanti operano in altri ambiti: nel fashion, per esempio, si è distinta Quattrocento, un e-commerce che vende occhiali prodotti da artigiani del bellunese. L’azienda è stata indicata da Forbes come una delle 15 startup da tenere d’occhio nel 2015 ed è risultata l’unica italiana, nonché l’unica europea.

I cinque nuovi ingressi di Speed MI Up focalizzati sul tema dell’alimentazione sono: • Artichalk, una piattaforma che permette di personalizzare il piano nutrizionale giornaliero e settimanale integrando i dati sull’esercizio fisico individuale registrati dai dispositivi wearable e ottimizzando la dieta sia in termini calorici che nutrizionali; • Diferente, una startup che produce bevande analcoliche capaci di far provare sensazioni di gusto e di olfatto molto simili ai drink alcolici. I consumatori ideali di questi prodotti sono quindi gli astemi e le persone che per motivi religiosi non vogliono assumere alcol. Le bevande hanno infatti anche certificazione halal e kosher; • My Cooking Box, che si propone di vendere delle scatole in cui si trovano tutte le materie prime e i condimenti, nel giusto dosaggio, per preparare ricette

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della tradizione gastronomica italiana.

L’idea di fondo è spingere il consumatore a cambiare modalità d’acquisto passando dal prodotto alla ricetta. I potenziali acquirenti sono soprattutto turisti stranieri che vogliono cucinare, una volta tornati nel loro Paese, un piatto tipico della cucina tricolore; • Praesto, un’applicazione che dà la possibilità di preordinare un piatto in un ristorante e di andare a consumarlo quando è già pronto, pagando direttamente attraverso l’app; • QuiCibo, una piattaforma di ecommerce che fa incontrare piccoli produttori agroalimentari e consumatori. Il sito permette di acquistare prodotti tipici e biologici che possono essere ritirati direttamente nelle aziende produttrici oppure essere consegnati tramite corriere o, entro un certo raggio, dai produttori stessi.

Il nome Speed MI Up gioca con l’inserimento della sigla della provincia di Milano (MI) al posto della parola “me” che alla pronuncia presenta lo stesso suono. La traduzione letterale in italiano di “Speed me up” sarebbe “accellerami” che, nonostante non sia un vocabolo esistente, suona come una richiesta da parte delle nuove imprese di entrare a far parte del programma di incubazione proposto dall’acceleratore.

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La realizzazione grafica del marchio non rappresenta appieno i valori trasmessi dal brand. I colori arancione e nero, spesso utilizzati in marchi per articoli sportivi, ricordano aziende come Harley Davidson e Continental che si allontanano dall’offerta di servizi proposta da Speed MI Up. Il simbolo che forma la sigla MI all’interno del cerchio invece richiama fortemente quello della stazione radio M2O creando confusione.

Sono numerosi i marchi di stazioni radio che ricordano questa forma, alcuni esempi sono Radio Capital, Radio Deejay, R101, RTL. Il sito internet realizzato da Speed MI Up risulta completo e dettagliato nei contenuti e facilmente navigabile seppure gran parte dei testi scritti sia realizzata con una font troppo piccola rendendo difficile la lettura. Scarso è inoltre il supporto visivo di immagini che accompagnano i testi scritti che infatti risultano troppo lunghi e poco schematici andando quindi a far calare l’attenzione dell’utente.

L’acceleratore è inoltre presente su diversi social network quali Facebook, Twitter, LinkedIn e Youtube.

In generale i diversi profili online non sembrano riuscire a dialogare con il pubblico in maniera vincente registrando un basso

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numero di follower e di interazioni. Facebook e Twitter, che risultano essere quelli più utilizzati da Speed MI Up, infatti contano rispettivamente 1.497 e 1.156 follower con un’interazione da parte degli utenti quasi nulla nonostante la frequenza dei post sia assidua.

I contenuti sono dei più vari: video, foto e link ad articoli riguardanti il mondo delle startup in generale e le aziende incubate presso Speed MI Up nello specifico eppure non sembrano riuscire a trovare la chiave giusta per accattivare il pubblico del social network.

Anche il profilo su LinkedIn viene seguito da un basso numero di utenti (214) registrando solo 4 dipendenti dell’acceleratore nella rete dei suoi collegamenti. Il canale Youtube viene utilizzato principalmente per veicolare materiale video di presentazione delle startup ospitate all’interno di Speed MI Up. Gli iscritti al canale sono 68 e i video in media contano 100 visualizzazioni fatta eccezione per i due video di presentazione dell’acceleratore, il primo risalente a due anni fa e l’ultimo a tre settimane fa, che registrano 2.470 e 4.702 visualizzazioni. Questi numeri risultano essere piuttosto alti rispetto ai video di presentazione del competitor Romano Luiss EnLabs che contano appena 992, quello risalente a 11 mesi fa, e 487 visualizzazioni il più recente.

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Input e strategie Naming In seguito all’analisi effettuata sul naming adottato dall’incubatore di Bracciano è stato possibile individuare diverse denominazioni ad esso associate (I Agri, Bic Lazio). La presenza di più nomi collegati all’attività può creare confusione nel pubblico, complicando il processo di creazione di una sua identità chiara e definita. Il naming aziendale è il primo elemento che condiziona la percezione del consumatore sul prodotto/servizio che si sta offrendo, pertanto risulta necessario che esso esprima al meglio i valori legati alla filosofia del brand in maniera diretta e accattivante. Si ritiene dunque necessaria la realizzazione di una nuova denominazione che metta in luce le caratteristiche aziendali in modo da favorire il riposizionamento del brand nel mercato partendo dalla base della creazione della sua Brand Identity.

elementi chiave necessari a trasmettere la mission dell’incubatore in maniera chiara e diretta. Innovazione, territorialità e tradizione, insieme alla recente fusione delle sei società sullo sviluppo di Regione Lazio a favore della creazione di Lazio Innova, sono gli input alla base dell’ideazione delle proposte.

Si è preferito procedere con l’utilizzo della lingua inglese perché considerata più diretta e in armonia con il termine di derivazione anglosassone startup. Sono inoltre pochi i termini che daranno vita al naming per evitare che esso risulti ridondante e confusionario e per favorirne lettura, memorizzazione e divulgazione.

Nella fase di brainstorming che ha condotto alla proposta di tre possibili naming si è ritenuto importante considerare alcuni

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>CREAZIONE NUOVO NAMING

Proposta 1: Focus

su appartenenza al brand madre

Startup INNOVAtor Dominio disponibile: www.startupinnovator.it

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La traduzione letterale del naming Innovatore di Startup spiega chiaramente la mission aziendale in due semplici parole.

Per favorire la condivisione di un messaggio diretto si è scelto di considerare solo due delle keywords emerse già in fase di brief che sono alla base del progetto: Startup e innovazione, senza fare riferimento al settore specifico dell’agroalimentare.

Si pone l’accento sull’appartenenza a “Lazio Innova” con un gioco di parole che prevede l’utilizzo di una parte della sua denominazione per formare il termine Innovator rendendo così possibile già a primo impatto il collegamento con l’organo madre del brand. Immediatezza e chiarezza sono elementi necessari a favorire la memorizzazione di un nuovo naming che in questo caso risulta evocare esattamente l’immagine moderna e innovativa dell’incubatore d’impresa. È possibile che il nome INNOVAtor ricordi la pellicola cinematografica del 1984 “Terminator”. In questo caso il parallelismo con il film risulta coerente con l’immagine del brand che si vuole trasmettere per quanto riguarda

l’elemento ad alto contenuto innovativo e tecnologico. Il protagonista del film infatti proviene dal futuristico anno 2029 e intraprende un viaggio nel tempo per cambiare le sorti del futuro in cui vive. La pellicola è ambientata in quello che oggi a noi non appare come un futuro così lontano, le cui innovazioni si possono infatti riscontrare nella contemporaneità. L’analogia con la pellicola cinematografica sottolinea come presente e futuro (tradizione e innovazione) siano due universi apparentemente lontani ma che sono strettamente legati tra loro.

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Proposta 2: Focus

sul

legame

con il territorio

oLive

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Up

Proposta 3: Focus

su

settore

agroalimentare

Seed Speed

Dominio disponibile: www.oliveup.it

Dominio disponibile: www.seedspeed.it

A differenza della precedente proposta, in questo caso non si vuole sottolineare l’appartenenza a “Lazio Innova” ma si vuole invece puntare a creare un’identità separata, personale, che metta in luce il legame con il territorio. L’olivo è una delle piante più caratteristiche del paesaggio rurale della zona e l’olio d’oliva è uno dei prodotti più antichi e importanti della Tuscia Romana. Il nome oLive Up dunque fonde due concetti chiave come “tradizione” e “innovazione” in un legame che associa la tradizione legata ad uno dei prodotti principali del territorio con il termine live up che letteralmente tradotto significa “essere all’altezza”, oltre a richiamare parte del termine startup chiaramente riferito alle imprese in fase di avvio a cui sono rivolti i servizi dell’incubatore. Il naming dunque appare come una promessa di “essere all’altezza”, di essere in grado di fornire gli spazi e i servizi adatti a concretizzare le idee astratte degli startupper che scelgono di rivolgersi all’incubatore, in un ambiente fortemente legato al territorio.

L’ambivalenza del significato dietro al termine seed, che nella sua traduzione italiana corrisponde a seme, è l’elemento chiave alla base di questa proposta di naming. In primo luogo il suo significato è riferito al seme dell’idea, punto di partenza essenziale alle nuove imprese in fase di avvio senza il quale non si potrebbe dare vita al processo di innovazione. La seconda associazione lega invece il termine al suo aspetto puramente fisico, connesso quindi al settore specifico di riferimento. Si tratta dunque del germoglio in grado di generare nuova vita, nuovi prodotti, in questo caso con riferimento al settore dell’agroalimentare proprio come l’incubatore parte dal seme (dall’idea) per dare vita ad un nuovo prodotto (la nuova impresa). Questa proposta di naming vuole mettere in luce il settore di specializzazione in cui opera l’incubatore e la tipologia di servizio offerto.

Con l’espressione speed si vuole infatti evocare l’immagine dell’accelerazione, come suggerisce la sua traduzione letterale, della preparazione e il supporto forniti dall’incubatore che andrà dunque ad accelerare il processo di inserimento nel mercato delle neonate imprese. La scelta di associare due termini in assonanza infine

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facilita il processo di memorizzazione del naming da parte del pubblico.

Marchio La mancanza di un naming personale e definito che esprima le caratteristiche aziendali dell’incubatore di Bracciano condiziona anche la sua rappresentazione visiva attraverso il marchio. A seguito dell’analisi effettuata è emerso che l’incubatore di Bracciano ad oggi non dispone di un marchio personale che esprima graficamente la sua identità, bensì utilizzi generalmente il marchio di Bic Lazio a supporto visivo del proprio naming nei diversi materiali di comunicazione. Il marchio di Bic Lazio è composto di logotipo e simbolo, il primo riporta il naming e l’estensione dell’acronimo Bic in una semplice font bastoni in stampatello minuscolo dal richiamo istituzionale, il secondo è composto da quella che appare essere parte della bandiera dell’unione europea. Colori (blu e giallo), linee e font creano un marchio serio e istituzionale, sicuramente in linea con la mission e i valori legati alla Regione Lazio ma indubbiamente meno adatto a sintetizzare i valori e gli elementi alla base dell’attività dell’incubatore di Bracciano.

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L’incubatore risulta aver realizzato un marchio della denominazione I Agri per l’evento realizzato presso la sede Eataly di Roma nel settembre 2013 ma non sembra aver utilizzato tale marchio in altre occasioni.

Fresco e diretto, il marchio realizzato per l’occasione è composto dal logotipo in una font semplice dal richiamo school script accompagnato dal simbolo che ritrae una coccinella della grandezza e dall’aspetto di un mouse del computer. Logotipo e simbolo sono racchiusi all’interno di una foglia dal colore verde acceso che esprime freschezza e vitalità. La scelta di non utilizzare il marchio se non in relazione all’evento presso Eataly evidenzia una sottostima dell’importanza del valore di questo strumento.

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>Creazione marchio Al fine della creazione di una Brand Identity definita si ritiene necessaria la realizzazione di un marchio personale che venga associato unicamente all’incubatore di Bracciano. Il marchio non solo risulta essere l’espressione visiva dell’universo valoriale del brand ma è anche lo strumento necessario a creare un filo conduttore tra tutti gli elementi di presentazione conferendo un’impronta unica e riconoscibile ad un brand.

Per l’incubatore di Bracciano è importante riuscire a sintetizzare in un marchio vettoriale gli elementi che lo caratterizzano tenendo conto di alcune parole chiave utili nella sua ideazione che sono semplicità, memorizzazione e originalità.

In primo luogo il marchio dovrà essere visivamente semplice e diretto per il pubblico pertanto si incoraggia l’utilizzo di una font bastoni che esprima chiarezza e ordine per la realizzazione del logotipo. L’utilizzo di un simbolo a supporto del logotipo è utile a conferire carattere e personalità nonché favorisce la riconoscibilità immediata di un brand già al primo sguardo. Gli input visivi che compongono il marchio dovranno dunque supportare l’elemento testuale affinché l’intero artefatto risulti coerente con i valori del brand e rispecchi le necessità del target. I colori, le forme e le linee utilizzate dovranno essere facilmente riconducibili agli elementi cardine dell’attività promossa. Nella scelta dei colori si ipotizza l’utilizzo di tinte

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fresche e allegre che coinvolgano il pubblico raccontando di innovazione e tecnologia, con l’utilizzo del blu (nelle sue diverse sfumature), di naturalezza e tradizione con il verde, il giallo o il rosso espressione del calore del sole, della crescita delle idee (o nel caso più specifico dei prodotti).

Si ritiene di fondamentale importanza inoltre che il marchio risulti leggibile e facilmente riproducibile su qualsiasi materiale di comunicazione utile alla promozione del brand essendo il primo elemento visivo che si presenta all’occhio del consumatore.

Andrà dunque strutturata una proposta che risulti adeguata all’applicazione del marchio in maniera bidimensionale sia su marcature di tipo cartaceo che per i supporti web.

Facendo riferimento alle tre ipotesi di naming sviluppate in precedenza si suggerisce l’utilizzo di simboli e immagini che dovranno risultare d’impatto e dovranno evidenziare l’attenzione all’innovazione tecnologica (con una proposta dinamica, creativa, al passo con i tempi) e all’elemento naturale (in relazione al legame con il territorio).

Consentendo all’incubatore di separarsi dall’identità associata a Bic Lazio e a differenziarsi dall’immagine dei competitor, il marchio svolgerà un ruolo importante nelle strategia di promozione del nome dell’impresa, contribuendo all’affermazione della sua immagine e dunque alla creazione della brand awareness agli occhi del consumatore.

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>Creazione guideline del marchio Una volta ideato e realizzato il marchio con il supporto tecnico di un grafico, risulta necessario creare una guideline che indichi le caratteristiche e il corretto utilizzo per la sua applicazione sui diversi materiali di comunicazione.

Nel manuale saranno indicate tutte le caratteristiche tecniche del marchio che comprendono: specifiche delle scelte tipografiche, grandezza di font ed eventuali simboli, il rapporto tra esse, prove colore e varianti cromatiche (con specifiche per applicazione in positivo o in negativo), misure in scala per la riduzione e l’ingrandimento.

Per garantire una corretta leggibilità del marchio nelle diverse condizioni e tipologie di impiego, verranno inoltre definite le dimensioni minime al di sotto delle quali il marchio non può essere utilizzato.

Oltre alla dettagliata descrizione delle caratteristiche tecniche del marchio dovrà essere specificata l’applicazione ideale per i diversi supporti con variante del marchio riportante il solo elemento visivo, da usare come intestazione delle “pagine a seguire” (documenti Word, Powerpoint, etc).

Nella guideline sarà necessario esplicitare le applicazioni non ammesse di uso e riproduzione del marchio come ad esempio alterazione, deformazione o diverse combinazioni di colore o forme da quelle utilizzate in via ufficiale.

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Questo strumento risulta indispensabile qualora l’azienda decida di variare o estendere il proprio marchio o nel caso in cui vengano ideate nuove strategie che prevedono la sua applicazione a nuovi materiali di comunicazione.

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Identità coordinata

>Restyling identità coordinata

Trasmettere un’immagine coordinata che consenta al pubblico di riconoscere e percepire i singoli strumenti di modulistica come appartenenti alla medesima persona, è un elemento strategico che conferisce ad una identità di marca professionalità, coerenza e attenzione al dettaglio. La cura della realizzazione dei diversi item secondo una precisa cifra stilistica rende più efficiente il processo comunicativo perché fornisce ai destinatari precisi punti di riferimento attivando un processo di riconoscimento dell’attività di marca con ottimi risultati in termini di competitività.Gli strumenti di modulistica più comunemente utilizzati sono carta intestata, biglietto da visita, template per le slide, flyer di presentazione, cartigli e buste da lettera.

In vista della varietà di pubblico costituito dal target con cui si andrà ad interagire, tutti gli elementi che caratterizzano gli item dell’identità coordinata possono essere utilizzati come garanzia di coerenza e linearità con il brand.

L’intero coordinato aziendale dell’incubatore di Bracciano in tutti i suoi elementi andrà ristrutturato e adattato alla nuova rappresentazione dell’identità data al brand.

Gli item della modulistica alla base della comunicazione dell’incubatore sono principalmente documenti utili all’interazione con le diverse tipologie di target, carta intestata, busta da lettere, cartelline porta documenti, template fax e firma email. Ogni elemento sarà utile a facilitare il dialogo con il pubblico e vedrà dunque l’inserimento di marchio e dati dell’azienda, numero di telefono, indirizzo e email e sito internet.

Tutte le caratteristiche degli elementi saranno descritte nel documento della guideline dove verranno individuate giusta organizzazione dei contenuti, scelta delle font e posizione (nonché la ripetizione di alcuni elementi).

La posizione degli elementi potrà essere distribuita in diversi punti, ciò dipenderà dalle informazioni che si vorrà mettere in evidenza e dall’impronta stilistica che si deciderà di attribuire al documento.

Per la realizzazione della carta intestata ad esempio si suggerisce l’inserimento di tutti i dati solo nel primo foglio, seguiti nelle pagine successive solo dal marchio per evitare di appesantire il documento con informazioni ripetitive. Marchio e riferimenti saranno dunque inseriti in maniera speculare (rispettivamente in alto

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e in basso) al fine di rendere entrambi gli elementi ben visibili lasciando ampio spazio all’inserimento del corpo del testo al centro della pagina. Per la declinazione cartacea si propone l’utilizzo di materiali ecosostenibili che possano trasmettere la vicinanza e l’attenzione all’elemento naturale. Si consiglia inoltre l’utilizzo di carta in grammatura 100/120 g che risulti maggiormente resistente.

I formati consigliati per le buste da lettere coordinate sono: DL per contenere documenti in formato A4 ripiegabili in tre parti, C4 per i documenti A4 che non possono essere piegati per motivi funzionali o di formalità, C5 per contenere fogli in A5 utile ad esempio per la realizzazione di inviti per eventi.

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>Creazione biglietto da visita Il biglietto da visita è sicuramente il primo strumento a favorire il contatto nella relazioni professionali, oltre ad avere il compito di veicolare l’informazione dei dati di un’azienda, è anche uno strumento che ne trasmette l’identità e può sollecitare la curiosità del pubblico se utilizzato in maniera creativa.

Partendo da questo presupposto si è deciso di proporre tre ipotesi di realizzazione di business card per l’incubatore di Bracciano che lo rendano uno strumento informativo che allo stesso tempo richiami i valori e le attività promosse dal brand.

La prima idea prevede la realizzazione di un biglietto da visita tradizionale che risulti in linea con gli altri elementi che compongono l’identità coordinata del brand riprendendo colori e stile utilizzati per la realizzazione del marchio e della carta intestata. Il biglietto sarà stampato su carta ecologica 100% riciclata post-consumo in formato standard 8,5x5,5 cm e grammatura 300 g/mq e su di esso saranno riportati nome, marchio e principali contatti, quindi indirizzo della sede, numero di telefono e indirizzo email.

La scelta di utilizzare un materiale cartaceo eco friendly fornirà un richiamo immediato e riconoscibile all’elemento naturale che ben si sposa con il settore agroalimentare.

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La seconda proposta prevede una variazione nella scelta del materiale su cui verrà stampata la business card. Si suggerisce infatti l’utilizzo del legno, che al tatto richiamerà la vicinanza all’elemento naturale creando continuità con la linea eco alla base di molte delle strategie proposte. Considerando il livello di difficoltà di lavorazione del materiale, il biglietto da visita non presenterà una particolare linea grafica ma solo le specifiche aziendali coma marchio e contatti principali che potranno essere incisi sulla superficie creando un piccolo rilievo o riportati tramite fustellatura.

Anche in questo caso le dimensioni saranno standard, 8,5x5,5 cm.

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Una terza variante è pensata per colpire il pubblico per creatività ed efficienza infatti la business card diventerà dunque essa stessa gadget che unisce tecnologia ed ecologia.

Marchio e informazioni base dell’azienda verranno stampate direttamente su GIGS.2.GO, una flash drive USB eco friendly dalla dimensioni di una carta di credito.

Il chip di memoria è resistente agli urti, impermeabile e non richiede un cappuccio di protezione. Questa variante di biglietto da visita è stata pensata per essere consegnata esclusivamente agli startupper che verranno incubati all’interno della struttura.

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Comunicazione online

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Nell’era della comunicazione web 2.0 non si può non sottolineare l’importanza del ruolo dei diversi strumenti attualmente a disposizione delle aziende per la propria promozione in maniera istantanea, efficace e soprattutto worldwide. Si deve considerare il web come vero e proprio strumento di lavoro necessario a favorire la visibilità quindi a promuovere la brand awarness aziendale. La cura dell’immagine aziendale è un elemento che sta diventando sempre più importante anche per le aziende che fino ad oggi non vi hanno prestato la dovuta considerazione e attenzione. L´apertura dei mercati internazionali ha infatti creato un clima ed un panorama estremamente competitivi che rendono fondamentale presentare la propria azienda con un´immagine ben curata al fine di poter rafforzare il proprio marchio e renderlo riconoscibile.

Se il fulcro della comunicazione corporate è costituito dalla realizzazione di un sito web dedicato che lo rappresenti, non bisogna sottovalutare la sua integrazione con le attività di social networking. Il grande sviluppo tecnologico e il largo utilizzo da parte degli utenti, che grazie agli smartphone sono costantemente connessi, ha richiesto una maggiore attenzione alla cura di questo aspetto da parte delle aziende. La condivisione di contenuti aggiornati e approfonditi e il dialogo con il target di riferimento della propria azienda sono elementi imprescindibili per gettare le basi di una comunicazione efficace e duratura nel tempo.

Ad oggi l’incubatore di Bic Bracciano non risulta sfruttare gli strumenti comunicativi a sua disposizione, infatti a seguito dell’analisi è emerso che a differenza dei suoi competitor presenti sulle differenti piattaforme online (seppur alcuni in maniera non attiva), l’incubatore non dispone di un sito web dedicato o di pagine e profili social. La sua presenza online è unicamente legata quella di Bic Lazio.

Dalla Home Page del sito ufficiale di Bic Lazio risulta difficile risalire alla sezione dedicata agli incubatori poiché non è presente una sua indicizzazione dedicata nel menù. La sezione dedicata all’incubatore di Bracciano è individuabile solo tramite la ricerca avanzata con lo strumento “cerca nel sito”. In questo caso l’incubatore riporta la denominazione “I Agri” e suddivide la descrizione di mission e attività in 5 sezioni: Presentazione (con mission generale e descrizione sintetica di spazi e partner), Come arrivare (mappa e indicazioni stradali), Servizi per la crescita e avvio di impresa (che prevede una sintetica descrizione della fase pre-incubazione), Servizi per lo sviluppo d’impresa (che descrive per punti la fase di incubazione) e infine la sezione dedicata ai servizi al territorio. In generale in contenuti risultano troppo schematici e poco esaustivi, si sottolinea inoltre una scarsa presenza di materiale fotografico a supporto e la presentazione grafica appare trascurata.

Per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato di aumentare la visibilità e l’awareness del brand si procede dunque con

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l’approfondimento delle strategie proposte in merito.

>Creazione sito web Il canale principale per la promozione del brand e l’informazione del pubblico nonché biglietto da visita virtuale nel mercato di riferimento è il sito web. Scelta dei contenuti e impatto visivo devono cooperare per la creazione di un prodotto indirizzato ad ogni categoria del target che sia in grado di spiegare dettagliatamente ogni aspetto riguardante l’attività aziendale. Layout, elementi grafici, animazione e immagini saranno perfettamente coerenti con lo stile utilizzato per la realizzazione del marchio e dei diversi materiali di comunicazione. Il sito risulterà dunque dinamico, moderno e di facile navigabilità proponendo una dettagliata varietà di contenuti per tutte le sezioni che lo compongono. Il supporto fotografico sarà necessario a favorire la navigazione accompagnando i contenuti testuali rendendoli più leggeri. Nome e marchio saranno ben visibili nella home page insieme alle icone di riferimento per i singoli social network.

Nella scelta dei contenuti il sito sarà suddiviso in sezioni accuratamente studiate che presenteranno caratteristiche e attività promosse dall’incubatore, descrizione di servizi e spazi, una sezione dedicata ai progetti incubati per aumentare la visibilità dei neonati brand, sezione “contatti” e pagina dedicata al bando dove sarà spiegato in maniera chiara e semplice l’iter da intraprendere per iniziare il processo di incubazione.

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All’interno del sito, già visibile nella Home Page, sarà presente una speciale area dedicata al blog che rappresenta lo strumento più utile per l’engagement con gli utenti fornendo sempre nuovi contenuti per creare una comunicazione costante e favorire la visibilità all’interno del motore di ricerca di Google.

Anche se interno al sito web si ritiene utile la creazione di uno spazio autonomo dedicato a questo strumento per promuoverlo singolarmente e utilizzarlo come richiamo per risalire a sito internet principale.

Lo scopo è quello di fornire approfondimenti e curiosità che coinvolgano e interessino il pubblico stimolandolo a interagire con l’incubatore. Le categorie al suo interno comprenderanno articoli e notizie che racconteranno il mondo delle startup, innovazione tecnologica e mondo dell’agroalimentare, nonché aggiornamenti sui trend legati al modo dell’eco sostenibilità.

Il blog risulterà dunque essere un portale utile per promuovere informazioni inerenti alle attività dell’azienda ma anche per fruire notizie esterne che forniscano stimoli ed input agli utenti. Al fine di ottimizzarne la gestione si suggerisce un aggiornamento dei post settimanale considerando la varietà degli argomenti trattati. Grazie ai dati raccolti dal Social Share Widget, installato su oltre 200.000 siti, è stato possibile individuare giorni e orari ideali in cui postare nuovi contenuti nel blog massimizzando il numero di condivisioni e visualizzazioni da parte degli utenti. I

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giorni migliori risultano essere quelli feriali da metà settimana in poi, nello specifico è stato indicato il giovedì come giorno ideale.

La ricerca ha inoltre evidenziato come orario ideale le 9/10 del mattino, in cui si concentra la maggioranza del traffico online.

Per favorire il SEO invece sarà importante scrivere con cura i post inserendo tag e categorie per l’indicizzazione e nominando con accuratezza le immagini.

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>Creazione pagina Facebook Facebook è stato preso in considerazione come principale strumento di social networking da utilizzare per favorire il dialogo con il pubblico per la semplicità del suo utilizzo e la diffusione e copertura su territorio nazionale che contribuirà ad apportare maggiore visibilità al brand.

Facebook infatti risulta essere il socia network in assoluto con il maggior numero di account e ben si presta a diventare uno strumento/vetrina per la comunicazione e promozione dell’incubatore.

Verrà aperta una pagina aziendale denominata in base alla nuova identità di marca che sarà utilizzata come contatto diretto con il target per favorire la gestione dei rapporti in maniera informale. Sarà un luogo dove poter inserire tutte le informazioni aziendali, collegamento al sito internet, al blog e agli altri canali online.

I contenuti dovranno essere proposti in maniera costante con condivisione giornaliera in modo tale da soddisfare le richieste del mercato risultando sempre aggiornati. In questo modo l’incubatore di Bracciano apparirà sempre presente e al passo con le ultime novità nei settori di startup, innovazione e agroalimentare.

Articoli, post, contenuti foto e video dovranno indubbiamente rispecchiare nello stile i contenuti promossi nei diversi canali di distribuzione della comunicazione online al fine di favorirne la continuità. Si prevede di pubblicare al suo interno infatti anche i post condivisi nel blog insieme ad articoli di terzi che hanno come protagonista l’incubatore.

Si sottolinea l’importanza dell’utilizzo del social network per conoscere gusti e opinioni del proprio pubblico attraverso l’utilizzo di contenuti che prevedono una risposta a domande e curiosità che stimoleranno l’utente a confrontarsi con il brand. Il corretto utilizzo di questo strumento può essere un elemento fondamentale per l’aumento della brand awareness aziendale ottenendo un’ampia risposta da parte di diverse tipologie di target.

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>Creazione canale Youtube Per promuovere, ordinare e condividere i diversi video frutto di alcune delle strategie proposte, si è ritenuto necessario considerare l’apertura di un canale Youtube aziendale.

Sono numerosi però gli aspetti che vanno presi in considerazione in merito alla gestione di tale strumento. Il pubblico utilizzatore di Youtube diventa sempre più esigente e si aspetta canali curati, coerenti e ricchi di informazioni.

In un canale aziendale ben curato nessun elemento deve essere lasciato al caso, partendo dalla descrizione del canale che si presenta come biglietto da visita di YouTube.

Sarà bene ottimizzare le prime righe della descrizione perché risultino all’utente chiare e accattivanti. Bisogna creare un testo persuasivo che mantenendo le parole chiave all’interno della descrizione, sia capace di offrire al visitatore che legge un motivo che lo convinca a effettuare l’iscrizione al canale.

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L’importanza dell’utilizzo del canale Youtube risiede nella condivisione dei singoli video all’interno dei social network principali o del blog fornendo maggiori input sull’azienda più immediati rispetto ai contenuti testuali.

Molto spesso il canale aziendale rischia di essere solamente un posto dove pubblicare video sporadici di presentazione e promozione dei servizi ma la maggior parte delle volte questa pratica non porta a una crescita del canale in termini di engagement. Si consiglia dunque di alternare i contenuti promozionali a contenuti informativi aumentando dunque la frequenza di pubblicazione.

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>Realizzazione video di presentazione progetto Oltre alla quantità e alla qualità dei canali di distribuzione dei messaggi comunicativi che si vuole andare a utilizzare per promuovere l’immagine dell’incubatore è fondamentale la scelta dei contenuti proposti.

Si ritiene strategicamente importante inoltre pubblicare il video sul sito internet dell’incubatore già nella home page come messaggio esplicativo di benvenuto per gli utenti che ancora non sono a conoscenza di mission e attività aziendali.

Uno degli strumenti di comunicazione scelti per veicolare la nuova brand identity sui diversi canali di comunicazione online è il video di presentazione, da utilizzare come efficace vetrina per mostrare in maniera diretta risorse e caratteristiche aziendali.

Caratteristica necessaria di tale video è che sia di forte impatto visivo e metta in risalto l’universo valoriale dell’incubatore.

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Il video dovrà avere una durata massima di 2/3 min (formato cinematografico degli spot), e il suo accompagnamento musicale sarà utile a scandirne il ritmo nonché a evocare determinati stati d’animo in base alla scelta della melodia. Solitamente infatti si predilige l’utilizzo di motivi ritmati non troppo lenti che conferiscano dinamicità alle immagini coinvolgendo il pubblico fruitore.

L’accompagnamento grafico inoltre dovrà rispecchiare le caratteristiche stilistiche precedentemente individuate che riflettono l’identità del brand conferendo anche al video un taglio personale.

La realizzazione prevede la successiva diffusione sui principali canali social utilizzati dal cliente, in questo caso la pagina Facebook e il canale youtube, in modo tale da generare un feedback immediato.

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>Spot heritage del settore agroalimentare La storia legata alla tradizione Oltre al termine innovazione in fase di brief è stato identificato come termine fondamentale delle parole chiave anche tradizione, concetto che si vuole esprimere con la realizzazione di uno spot heritage che racconti l’evoluzione del settore agroalimentare nel tempo. Il breve video della durata approssimativa di 1 minuto condividerà con il pubblico le milestone significative che hanno contribuito alla sua crescita e al suo sviluppo fino ad oggi.

Dalla tradizione all’innovazione tecnologica sono molte le fasi intermedie che verranno raccontate attraverso un taglio di tipo storico che accompagnerà l’utente in un breve viaggio nella storia di quello che per il nostro paese è uno dei settori più importanti con profonde radici nel passato.

In questo caso il video non sarà di natura puramente informativa ma piuttosto emozionale sottolineando questo aspetto anche nella scelta della musica di accompagnamento oltre che per i contenuti visivi. Generalmente la colonna sonora di questa categoria di video si calibra sulla gamma di melodie più lente che accompagnino la storia alimentandone il valore puramente sentimentale. Come nel caso del precedente video la pubblicazione è prevista sui diversi canali online utilizzati per la comunicazione aziendale.

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>Realizzazione video tutorial Per mantenere attivo il canale Youtube offrendo una vasta gamma di contenuti finalizzati all’intrattenimento e all’informazione si propone la realizzazione brevi video tutorial che forniscano delle “pillole”, dei consigli veloci rivolti agli startupper e agli amanti dell’agricoltura.

personali, in aggiunta alla diffusione da parte dei canali dell’incubatore, aumenterà la visibilità del brand conferendogli popolarità.

Tale iniziativa inoltre non sembra essere stata adottata da nessuno dei competitor dunque risulterebbe originale e moderna.

Si vuole fare in modo che questa “rubrica di consigli” vada a toccare ambiti e situazioni facilmente collegabili con la vita di tutti i giorni in modo da coinvolgere l’utente che, una volta fidelizzato, non potrà fare a meno di voler scoprire quali nuovi consigli utili può apprendere grazie agli esperti che collaborano con l’incubatore d’impresa.

Si consiglia dunque di suddividere i video in due categorie: una dedicata alla parte naturalistica, prendendo spunto dalla crescente nascita di orti urbani, con suggerimenti utili alla cura delle proprie piante (quelle che meglio si prestano a crescere anche in piccoli vasi nelle aree urbane) come ad esempio basilico o menta; e la seconda categoria pensata per condividere i segreti e i suggerimenti utili agli aspiranti imprenditori che ancora non sono pienamente preparati sull’argomento. Nel canale Youtube e nella pagina Facebook sarà possibile raccogliere le domande e i dubbi più frequenti degli utenti rispondendo con video mirati al dialogo con loro.

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L’eventuale condivisione di tali contenuti da parte degli utenti sui propri canali social

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>Creazione App dell' incubatore App Ormai il 30% del traffico internet avviene da dispositivi mobili, con gli smartphone è cambiato il modo di utilizzare il telefono cellulare che non si limita più ad essere un semplice dispositivo per inviare e ricevere chiamate o messaggi ma è diventato un vero e proprio strumento tecnologico in grado di fornire infinite soluzioni per sostenere gli utenti nella loro quotidianità.

Si suggerisce dunque di integrare l’utilizzo di tale strumento anche per l’incubatore di Bracciano, così da disporre di un ulteriore mezzo per dialogare con il suo target in maniera mirata e personale.

Molte aziende hanno già scelto di sfruttare questa tecnologia per allargare il proprio business realizzando applicazioni che facilitano l’accesso ai propri prodotti e servizi o che conquistano la fiducia degli utenti grazie a funzioni utili.

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Per gli aspiranti imprenditori più tecnologici e meticolosi si è pensato quindi alla creazione di un’App dell’incubatore che possa aiutare l’utente nella gestione delle sue attività.

L’App sarà in grado di fornire tutte le informazioni riguardanti il proprio percorso di incubazione, con la possibilità di controllare orari e disponibilità degli spazi di coworking o dei professionisti disponibili per un incontro ad un certo orario in un dato momento.

Mappe e meteo della zona saranno integrate

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tra gli strumenti, sarà possibile sfogliare dal proprio dispositivo elettronico il calendario degli eventi in programma che risulterà sempre aggiornato offrendo la possibilità di salvare tra i preferiti quelli di principale interesse per l’utente che verranno segnalati tramite notifiche push. L’app dovrà essere personalizzata e adattata a tutti i dispositivi con sistema Apple, Android e Windows.

L’obiettivo è quello di contribuire a creare un’immagine aziendale che si dimostri aggiornata sull’evoluzione tecnologica e comunicativa riuscendo a rispondere in maniera vincente agli input del mercato in cui è inserita.

Materiale promozionale Al fine di favorire la comunicazione con le diverse tipologie di target, si evidenzia la presenza di strumenti come brochure e pieghevoli informativi per veicolare la propria attività e presentarla al pubblico ponendo attenzione a quelle che sono le caratteristiche principali di un’azienda mettendo in risalto mission e attività con un mood grafico coerente al brand stesso. Questi elementi possono essere considerati un buon mezzo per incentivare i consumatori ad approfondire la conoscenza del brand, della sua offerta e del suo universo valoriale.

Attraverso la raccolta materiale effettuata si è riscontrata la presenza di due strumenti di modulistica attualmente in uso dall’incubatore che si ritiene interessante prendere in analisi.

La prima è una cartella stampa di Bic Lazio che contiene sei cartoline separate, una per ogni incubatore, che riassumono brevemente l’identità e l’offerta di ciascuna struttura. Il materiale, dalla forte impostazione grafica istituzionale, appare schematico e sintetico.

Nella parte frontale della sezione dedicata all’incubatore di Bracciano è possibile trovare una sintetica descrizione accompagnata da uno schema della divisione degli spazi e quattro piccole foto. Sul retro invece sono presenti i componenti del team e i contatti.

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La seconda brochure, dedicata unicamente all’incubatore di Bracciano, appare molto più dettagliata. Già dalla scelta del colore

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prevalente (il verde) si può facilmente intuire il settore di riferimento cui opera la struttura.

Al suo interno i contenuti testuali esplicitano il target, servizi e spazi senza però essere accompagnati da fotografie della struttura a supporto della spiegazione bensì unicamente immagini con riferimenti al territorio.

Generalmente è bene che una buona identità di marca sia eterogenea e riconoscibile in ogni suo particolare affinché si garantisca coerenza e linearità nella comunicazione, quindi la realizzazione di strumenti di modulistica tra cui quelli citati sopra risulta necessaria poiché utile a mantenere l’associazione visiva con il brand.

>Postcard infografica- Startup Business for Dummies L’infografica è una rappresentazione visuale di informazioni accompagnate da una grafica accattivante solitamente utilizzata per semplificare la spiegazione di concetti altrimenti difficili da illustrare in poche parole.

Con la proposta della realizzazione di una postcard infografica si punta alla creazione un contenuto di facile lettura che risulti immediato, originale e piacevole alla vista per contribuire a creare un’immagine fresca e aggiornata dell’incubatore.

Già dal nome “Startup Business for Dummies” si evince lo stile ironico alla base della sua realizzazione che si ispira alla linea di manuali inglese dal nome “For Dummies”. Sarà un modo semplice e originale per spiegare il funzionamento del mercato delle nuove imprese anche ai più inesperti puntando a differenziarsi tramite l’ utilizzo di uno strumento che nessuno dei competitor ha adottato nelle strategie di comunicazione.

Le icone saranno chiare e vistose, font, colori e stile saranno in linea con gli elementi grafici della nuova identità d’impresa e sui materiali di infografica sarà riportato il marchio dell’incubatore per semplificare la sua riconducibilità all’origine dell’idea.

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>Shopper "moderno coltivatore di sogni" Ogni nuovo aspirante imprenditore incubato a Bracciano avrà in regalo una shopper personalizzata che terrà al suo interno gli strumenti necessari a renderlo un “moderno coltivatore di sogni”.

La shopper sarà realizzata con materiali biodegradabili naturali e riciclati e presenterà il claim sopra citato sulla parte frontale accompagnato dal marchio dell’incubatore.

All’interno della shopper regalo saranno inseriti strumenti “convenzionali” tra cui materiale informativo, blocco e penna brandizzati accompagnati da gadget di natura ecologica che creeranno continuità con il mood green legato all’immagine del brand.

Uno dei gadget in regalo sarà la matita ecosostenibile SPROUT, che una volta diventata troppo corta per essere utilizzata va piantata nel terreno per dare vita al germoglio sostituito alla classica gomma.

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Ad accompagnare la matita eco verrà realizzato un segnalibro personalizzato realizzato con uno speciale inchiostro fotosensibile. A prima vista il gadget apparirà dunque come un semplice cartoncino bianco, vuoto e anonimo ma una volta toccato dalla luce del sole, sulla carta i contenuti prenderanno colore e verranno mostrati marchio e claim. In questo caso si suggerisce la stampa su entrambi i lati per assicurarsi che una volta esposto alla luce del sole il segnalibro mostri l’identità di marca sia nel caso in cui fosse rivolto dalla parte del fronte che dalla parte del retro avendo il 50% di possibilità di afferrarlo da uno o dall’altro verso.

Il segnalibro infatti potrà essere piantato e innaffiato dando vita a tanti fiorellini colorati nel giro di una o due settimane. In questo modo, non è necessario riciclare o riutilizzare, ma è l’oggetto stesso che si trasforma in qualcos’altro.

Ultimo gadget proposto è la custodia personalizzabile per cellulare e tablet ecologica “Papernomad” realizzata con materiale organico. Nata dal connubio tra l’azienda canadese Roots e il collettivo di designer socialmente consapevoli Papernomad, l’eco- custodia rappresenta una valida soluzione all’eccessivo utilizzo di metallo e vetro nel campo della telefonia facendo spazio a componenti altamente resistenti e biodegradabili. Le “Papernomad Phone Cases” sono prodotte interamente in carta con un rivestimento interno in lana ed una chiusura magnetica in canapa.

Un prodotto concepito per essere usato in ogni ambiente infatti risulta resistente allo strappo, impermeabile e protetto da materiale ignifugo.

Una variante del segnalibro può essere la sua realizzazione su carta piantabile, che per funzionamento ricorda la matita SPROUT. La Carta Piantabile è una carta fatta a mano, colorata con polvere di curcuma che le conferisce un colore avorio.

La sua particolarità risiede nell’utilizzo di semi per decorarla che oltre ad avere una valenza estetica, rendono la carta piantabile.

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S ede

>Realizzazione segnaletica esterna

Considerando uno degli obiettivi principali ovvero quello di strutturare una nuova identità di marca per l’incubatore di Bracciano, si reputa importante che le caratteristiche legate alla nuova brand identity possano essere avvertite in maniera chiara ed evidente anche attraverso la cura degli spazi esterni ed interni della struttura.

A seguito del primo sopralluogo alla sede dell’incubatore di Bracciano si è evidenziata la mancanza di insegne segnaletiche esterne a favore della localizzazione dello stabile. Dalla strada principale per accedere all’ingresso principale della sede occorre svoltare in una traversa che non risulta segnalare la localizzazione dell’incubatore al suo interno, pertanto senza conoscere in precedenza l’esatta ubicazione dello stabile risulta difficile accedervi.

Item della comunicazione di fondamentale importanza per l’efficace funzionamento di un’attività nel suoi diversi aspetti sono costituiti dalle marcature. In generale con questo termine si prende in riferimento elementi come insegne e segnaletica (interne ed esterne), di mezzi di trasporto aziendali personalizzati, attrezzi e strumentazione legati all’attività di business, abbigliamento, prodotti e packaging.

Anche l’organizzazione e la scelta dell’arredamento degli spazi di lavoro possono contribuire a conferire carattere a un’azienda.

Un ambiente spoglio e privo di personalità non risulta accattivante all’occhio del pubblico soprattutto nel caso in cui si tratta della sede in cui si svolgono le attività e i servizi offerti da un brand come nel caso dell’incubatore di Bracciano. La struttura ad oggi risulta disporre di ampi e numerosi spazi che però non vengono sfruttati e presentati in maniera adeguata.

L’aspetto degli spazi di lavoro contribuisce a creare l’atmosfera che evoca le caratteristiche legate all’immagine di un brand, dunque non si vuole sottovalutare la percezione agli occhi del pubblico dell’ambiente in cui si vuole accogliere il proprio target.

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Si sottolinea dunque la necessità di collocare una prima insegna per indicare la presenza dell’incubatore sulla strada principale prima della svolta nella traversa.

Una volta all’interno però risulta difficile individuare il giusto punto di arrivo poiché sono diversi gli edifici adiacenti l’incubatore di Bracciano e il loro aspetto “convenzionale” è disorientante. Appare dunque necessario identificare l’immobile dell’azienda con la dovuta segnaletica esterna che renda semplice e immediato il riconoscimento della sua identità attraverso l’individuazione delle caratteristiche visive del marchio associato all’attività.

Per la sua realizzazione si propone l’utilizzo di policarbonato Alveolare che risulta essere un materiale ottimale per le applicazioni a uso esterno per le sue caratteristiche che denotano un’ottima resistenza (resiste ai raggi UV, è antiurto e ignifugo).

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>Realizzazione espositori materiale informativo personalizzato

All’interno della sede sono attualmente presenti dispenser di materiali di presentazione dell’incubatore e delle società incubate che contengono flyer, brochure e pieghevoli informativi.

Per favorire ancora una volta una percezione coerente dell’identità di marca in tutte le applicazioni dei diversi materiali utilizzati per comunicarne i suoi brand values, si propone di sostituire gli attuali espositori con degli autoportanti da banco e pavimento dal design semplice personalizzabili con colori e stile in linea con la nuova brand identity.

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Per quanto riguarda la scelta dei materiali si propone di rimanere in linea con lo spirito green manifestato già in precedenza, dunque prediligere l’utilizzo di materiali ecologici. Tra le diverse opzioni di materiale tra cui scegliere si evidenzia la presenza di Re Board, materiale ecologico, riciclabile e stampato con inchiostri atossici, un cartone brevettato fatto d’aria e carta, con incredibili proprietà di resistenza e leggerezza. Le sue caratteristiche tecniche costringono a ripensare all’idea di cartone e considerare queste lastre come validi sostituti di materiali durevoli, quali MDF, legno, etc. con il vantaggio della leggerezza e della flessibilità.

Anche in questo caso la ricerca e l’utilizzo di materiali a rispetto dell’ambiente denotano una forte attenzione al dettaglio nonché la consapevolezza che la salute dell’ecosistema è un argomento da mettere in primo piano anche nei piccoli dettagli.

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>Restyling arredamento interni (ecofriendly) Combinare etica ed estetica non deve essere necessariamente una sfida. Per rimanere in linea con altre strategie a favore dell’ecosostenibilità precedentemente illustrate si propone la riorganizzazione degli spazi interni della struttura di Bracciano con complementi d’arredo ecologici dal design minimal, contemporaneo e alla moda.

Un esempio concreto da cui prendere spunto è l’azienda italiana Corvasce Design che sperimenta nuovi linguaggi per l’arredamento coniugando il rispetto per la natura a passione e creatività. Diverse sono le linee d’arredo in cartone riciclato da loro lanciate che possono inspirare il nuovo arredo pensato per l’incubatore.

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Ambient marketing

Anche l’intonaco può rispecchiare i canoni dell’ecologia se si sceglie di utilizzare vernici ad acqua. Le vernici idrosolubili sono infatti a basso impatto ambientale, non sono tossiche né infiammabili. Nella scelta dei colori si ipotizza un approfondimento dei principi della cromoterapia secondo cui i colori influenzano in maniera determinante umore e rendimento.

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L’utilizzo di una forma di marketing non convenzionale che sfrutta l’ambiente (sia esso interno o esterno) può essere un interessante stimolo per l’ideazione di strategie creative con un forte impatto sul pubblico. Come per tutte le forme di marketing non convenzionale, l’ambient marketing ha lo scopo di rendesi visibile nell’affollamento pubblicitario tradizionale andando a coinvolgere solitamente spazi in cui è presente il target specifico.

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>Ambient supermercato I carrelli della spesa saranno utilizzati per promuovere l’attività attraverso un’azione di ambient marketing che prevede l’applicazione di un adesivo che ricoprirà l’intero fondo del carrello, all’interno del luogo più frequentato da tutte le tipologie di target: il supermercato.

La prospettiva e la profondità attribuita da colori e tipologie di immagini faranno si che l’utilizzatore abbia l’impressione di avere un piccolo campo coltivato con prodotti alimentari di qualità nel fondo del suo carrello . Marchio e naming saranno visibili al suo interno insieme all’invito a visitare il sito internet per ottenere maggiori informazioni.

Si presume che l’utente incuriosito da questo diverso modo di comunicare la propria presenza, sia invogliato ad acquisire maggiori informazioni sull’incubatore di imprese che “sta crescendo nel suo carrello”.

(ispirazione) Tra le proposte di naming illustrate in precedenza, OLive Up e Seed&Speed sono quelle che meglio si prestano alla realizzazione di questa idea.

Si è pensato di realizzare l’azione di ambent all’interno del supermercato per avere una maggiore possibilità di raggiungere un alto numero di persone in target. Il settore di specializzazione dell’incubatore inoltre calza a pennello all’interno del contesto in cui si è deciso di realizzare l’azione di marketing, essendo il supermercato il luogo per eccellenza dove si acquistano prodotti di tipo alimentare.

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>Orti urbani postcard

>Grow your ideas

Gli orti urbani sono sempre più diffusi, a Roma sono ormai circa 150 gli spazi dedicati all’agricoltura amatoriale, con quasi 5mila appassionati. Un fenomeno in crescita e soprattutto trasversale. Non solo anziani, ma anche famiglie, professionisti e ragazzi decidono di ritrovare il piacere di gustare frutta e verdura di stagione coltivate con le proprie forze.

L’idea è quindi quella di sottolineare l’importanza di un approccio green anche all’interno degli affollati spazi urbani proponendo la realizzazione di una postcard che raffiguri gli spazi dei posti auto come campi coltivati. Quello che solitamente appare come un semplice parcheggio per automobili nella nostra versione immaginaria è un parcheggio adibito a orto urbano. Ad accompagnare le immagini ci sarà il claim “grow your ideas” (coltiva le tue idee) seguito da nome e marchio dell’incubatore. Le postcard verranno distribuite sulle automobili posteggiate all’interno dei parcheggi dei supermercati, per raggiungere un ampio segmento di target come già esplicato nella precedente strategie, e in prossimità dei più attivi orti urbani di Roma.

Idea complementare a quella delle postcard degli orti urbani è “Grow your ideas” che prevede l’utilizzo dello stesso claim per la personalizzazione di fioriere all’interno dello spazio urbano di Roma. Le fioriere saranno quindi “brandizzate” con naming e marchio dell’incubatore accompagnate dal claim.

Con questa azione si vuole promuovere e aumentare la brand awareness aziendale in maniera creativa suggerendo al pubblico la mission dell’incubatore attraverso un’associazione di idee che connette il messaggio allo strumento di cui ci si serve per veicolarlo (le fioriere).

Anche in questo caso verranno selezionate le aree ritenute più idonee al raggiungimento di un ampio numero di utenti.

(ispirazione)

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>Evento di lancio “Map to Startup”

Eventi A seguito di quanto emerso dall’analisi dei competitor si ritiene che l’organizzazione di eventi in relazione alle caratteristiche del brand sia una interessante strategia per promuovere le attività di incubazione raggiungendo un vasto e variegato numero di utenti andando ad aumentare la visibilità dell’azienda.

Arte, cucina e formazione sono gli ambiti di principale interesse che saranno coinvolti nelle strategie pensate per questa categoria.

In mancanza di un budget orientativo a disposizione della realizzazione delle idee proposte si è provveduto a individuare diverse tipologie di attività che dunque avranno vari costi di realizzazione.

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Per promuovere la nuova identità dell’incubatore d’impresa si ritiene opportuna l’organizzazione di un evento di lancio che presenti la nuova immagine e le attività ad essa legate.

“Map to Startup” sarà dunque un percorso che accompagnerà i partecipanti alla scoperta dell’incubatore di Bracciano partendo dalla presentazione della struttura, del team e dei servizi per poi concludersi con un’attività outdoor.

Per esprimere il concetto di territorialità e sfruttare la bellezza delle zone limitrofe all’incubatore d’impresa durante la stagione estiva/autunnale, si è pensato a un evento di tipo ludico/informativo per promuovere il brand e la sua attività.

“Map to Startup” diventerà dunque una vera e propria caccia al tesoro alla scoperta delle terre che circondano la zona del lago di Bracciano grazie alla mappa che permetterà di individuare diversi startup points dove i partecipanti (divisi in team) saranno sottoposti a prove e indovinelli che li aiuteranno a svelare i segreti del funzionamento dell’incubatore d’impresa.

Per ogni prova superata verranno distribuiti samples o gadget prodotti dalle aziende attualmente incubate all’interno dello stabile o creati appositamente per l’occasione.

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>Contest fotografico con mostra La scelta di associare un’attività coinvolgente di tipo pratico al classico evento di presentazione di un’attività nasce dal desiderio di presentare l’incubatore come luogo di condivisione e di scoperta in cui grazie alla cooperazione e al networking si può dare vita a progetti vincenti.

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La recente selfie mania e l’aumento crescente di App fotografiche per smartphone hanno fatto sì che tutti si sentano fotografi professionisti. La proposta della presente strategia prevede di cavalcare l’onda di questo trend per stimolare la curiosità del pubblico spingendolo a partecipare attivamente al dialogo online con l’azienda organizzando un contest fotografico a tema innovazione e ruralità.

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Tutti i curiosi, appassionati, professionisti e dilettanti saranno esortati a pubblicare un mini album di 10 foto in tema e il vincitore, selezionato grazie al conteggio del numero dei Like, avrà la possibilità di essere il protagonista della mostra fotografica che verrà allestita come premio all’interno dell’incubatore di Bracciano.

In questo modo i partecipanti al contest e gli amici non ancora a conoscenza della presenza dell’incubatore nel territorio saranno invogliati a informarsi sulla mission e le attività proposte dal brand sentendosi coinvolti in prima persona, il risultato sarà una sempre più crescente brand awareness e un dialogo con i propri utenti che non si limiti alla comunicazione online.

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Corsi di cucina sperimentale Il settore del food, in continua ascesa ed evoluzione, rappresenta un interessante scenario fortemente legato ai brand values dell’incubatore d’impresa per tradizione e innovazione nonché per il suo elemento di forte imprenditorialità.

Tra gli eventi ospitati all’interno della struttura non si può dunque non prevedere una serie di incontri a tema food che vadano a esplorare le novità in fatto di cucina sperimentale.

La cucina molecolare ad esempio potrebbe ispirare il tema di uno degli incontri. Si tratta di una cucina impostata su principi scientifici e basata sul rispetto della struttura molecolare dell’alimento e sulla sua possibile trasformazione. Cucinare senza additivi e sostanze chimiche, apre un intrigante insieme creativo di ricette e abbinamenti.

La cottura avviene spesso senza fiamma e con metodi alternativi che, oltre a generare nuovi sapori, possono offrire vantaggiose caratteristiche anche sotto il profilo dietetico.

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>Workshop pomeridiani per bambini La nuova generazione è figlia della tecnologia, i suoi appartenenti sono nati a cresciuti all’insegna dell’innovazione tecnologica e risultano naturalmente disposti ad abbracciare i concetti legati al cambiamento e all’innovazione ma un po’ meno a quello della tradizione.

La proposta di eventi orientati alla cucina possono aprire le porte dell’incubatore ad un segmento di target di ampio range di età composto da individui di ambo i sessi che nutrono interesse per la parte meno imprenditoriale e più pratica dei servizi alla base dell’idea di impresa.

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Si suggerisce dunque di ideare dei corsi pomeridiani, per i bambini residenti nelle zone adiacenti l’incubatore d’impresa, che vadano a rappresentare un momento di condivisione dei valori alla base del brand attraverso attività di tipo ludico/formative che avvicinino i futuri imprenditori di domani educandoli fin dall’infanzia ad applicare le proprie capacità per sviluppare ed esprimere la propria creatività.

Si tratta dunque di creare un laboratorio con il compito di attivare ed allenare il “pensiero laterale” dei più piccoli proponendo momenti di formazione pragmatica in un contesto ambientale come quello del territorio della Tuscia Romana che potrà appassionare e sensibilizzare i ragazzi proponendo formazione attraverso esperienze esaltanti, stimolanti e divertenti.

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>Street Art Day (Graffiti ecosostenibili) Strade e vicoli delle aree urbane nel corso degli anni sono diventati dei veri e propri musei a cielo aperto, espressione della creatività di giovani artisti. Nello spirito della promozione delle nuove idee e del talento e della valorizzazione territoriale si vuole inserire nel calendario degli eventi lo “Street art day” che andrà a coinvolgere giovani artisti locali (e non) nella realizzazione di wall paint creativi negli spazi esterni all’incubatore.

Attualmente la sede risulta spoglia e poco in linea con l’identità di brand, si ritiene quindi importante considerare questo aspetto e puntare a valorizzare in maniera originale ma poco invasiva anche gli spazi esterni all’incubatore.

Quando si parla di graffiti siamo soliti pensare ai comuni murales realizzati con vernici spesso tossiche perché ad alto contenuto chimico che viene rilasciato nell’ambiente. Molti non sanno che esistono però dei particolari tipi di graffiti ecologici che sostituiscono all’impiego di bombolette e vernici elementi naturali senza danno alla natura: muschio, erba, yogurt e zucchero creano opere d’arte che vivono, crescono e respirano.

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Conosciuti come MOSS graffiti, questi sono dei veri e propri murales che hanno il vantaggio di non essere nocivi per l’ambiente, di essere facilmente removibili ed avere una vita limitata nel tempo. La

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strategia dell’ecograffito è una vera e propria esternazione di una cultura fuori dal comune, che unisce il rispetto per l’ambiente e la volontà di divulgare il proprio estro in forme e messaggi creativi.

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L’evento si svolgerà in un’unica data e i partecipanti dovranno accreditarsi inviando una mail poiché verrà prestabilito un numero massimo di aderenti all’iniziativa.

A rendere esclusivo l’evento sarà la partecipazione di uno dei pionieri di questa tecnica che sarà invitato a coinvolgere gli artisti mostrando loro il procedimento per la realizzazione dell’eco opera d’arte.

Gli interventi di street art dovranno rispettare canoni e caratteristiche concordate dal responsabile della gestione dell’incubatore. La successiva condivisione di foto e contenuti online da parte degli artisti partecipanti all’iniziativa e del responsabile della comunicazione dell’azienda sarà uno strumento semplice e immediato per dare visibilità all’incubatore.

Conclusioni La realizzazione di questo progetto di tesi si è rivelato un momento di scoperta personale, una prova che mi ha permesso di prendere coscienza dell’attuale livello di preparazione raggiunto a seguito del mio percorso triennale in IED. Nonostante sia stata fonte di una cospicua mole di lavoro, l’ampiezza degli argomenti trattati mi ha spinto ad ampliare le mie conoscenze personali alla ricerca di nuovi stimoli e input creativi che mi hanno esortato all’applicazione del metodo del “pensiero laterale”, utile nel processo di ideazione delle strategie.

Colgo l’occasione per ringraziare la dottoressa Berenice Marisei per l’opportunità di realizzare il mio progetto di tesi per Bic Lazio e i rappresentanti dell’incubatore di Bracciano Luca Polizzano, Massimo Felicetti e Lucia Bianchini per essersi resi disponibili a diversi incontri indispensabili nella fase di brief.

Ringrazio i docenti IED che durante questo

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percorso mi hanno fornito le basi per accedere alla fase successiva della mia vita con maggiore preparazione e consapevolezza, in particolar modo ringrazio la coordinatrice Alessandra Colucci per avermi sempre spronata a fare meglio offrendomi una costante possibilità di confronto.

Non posso non ringraziare infine tutti coloro che hanno scelto di supportarmi durante tutto il mio percorso universitario, in particolar modo nelle fasi di up and downs motivazionali del periodo più difficile degli ultimi mesi. Sono grata ai miei genitori che mi hanno permesso di intraprendere questa strada, agli amici che mi hanno sopportato ancor più che supportato in questo percorso ma soprattutto nella vita di tutti i giorni Alessandro, Federico, Carlotta, Monica e Giorgia. Ringrazio anche chi non ci credeva neanche un po’ perché mi ha dato la giusta motivazione ad andare avanti per la mia strada dimostrando, prima di tutto a me stessa, che si sbagliava.

Sitografia [fonte 1] www.biclazio.it. [fonte 2] http://www.lazioinnova.it/chi_siamo-1/ missione-1/. [fonte 3] (http://larancia.org/lagroalimentareriparte-da-un-incubatore/). [fonte 4] http://www.orizzontescuola.it/news/ scuole-superiori-come-incubatori-impresanella-riforma-due-esempi-puglia. [fonte 5] http://larancia.org/il-mercato-start-upin-italia-soprattutto-i-dove/. [fonte 6] http://www1.adnkronos.com/IGN/Lavoro/ Dati/Coldiretti-per-la-prima-volta-aumentanogiovani-agricoltori-%2042_313816658159.html.

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