Fabrizio de andré faber storia e spiegazione di dischi e testi

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Fabrizio De André storia di dischi e testi Fabrizio Cristiano De André (Genova, 18 febbraio 1940 – Milano, 11 gennaio 1999) è stato un cantautore italiano. Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli, prostitute e persone spesso ai margini della società, e sono state considerate da alcuni critici come vere e proprie poesie, tanto da essere inserite nelle antologie scolastiche. Era conosciuto anche come Faber, soprannome datogli dall'amico d'infanzia Paolo Villaggio e derivante dalla sua predilezione per i pastelli della Faber-Castell. In quasi 40 anni di attività artistica, De André ha inciso tredici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi ripubblicate in varie antologie. Di simpatie politiche anarchiche, libertarie e pacifiste, è stato anche uno degli artisti che maggiormente ha valorizzato la lingua ligure ed esplorato, in misura minore, il sardo gallurese e il napoletano. La popolarità e l'alto livello artistico del suo canzoniere hanno spinto alcune istituzioni a dedicargli vie, piazze, parchi, biblioteche e scuole subito dopo la sua prematura scomparsa. Nell'estate 1998, durante la tournée del suo ultimo album Anime Salve, gli fu diagnosticato un carcinoma polmonare che lo portò a interrompere i concerti. La notte dell' 11 gennaio 1999, alle ore 02:30, Fabrizio De André morì all' Istituto dei tumori di Milano, dove era stato ricoverato con l'aggravarsi della malattia. « Io ho avuto per la prima volta il sospetto che quel funerale, di quel tipo, con quell’emozione, con quella partecipazione di tutti non l’avrei mai avuto e a lui l’avrei detto. Gli avrei detto: «Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale». » (Paolo Villaggio - La Storia siamo noi - 4 gennaio 2007)

Album: Tutto Fabrizio De André Anno: 1966 Si tratta di un'antologia di brani già pubblicati su 45 giri dalla Karim nel corso degli anni '60. Fu ristampato due anni dopo, nel 1968, dalla Roman Record Company e pubblicato con una copertina diversa e con il titolo La canzone di Marinella, come la canzone nota al pubblico di massa per via della cover portata precedentemente al successo da Mina. Conoscerà altre numerose ristampe con titoli e copertine diverse.

Album: Volume I Anno: 1967 « "[...] Le ho scritte così, come mi hanno aggredito. Per incontenibile affiorare di memoria. [...] Talvolta il ricordo mi arrivava da molto lontano: dai balli a palchetto nelle campagne astigiane degli anni Cinquanta, dove un paio di labbra impiastricciate di viola, la cucitura di una calza di seta che scompariva nella "terra promessa", il balcone dipinto di verde della casa di mia nonna diventavano i particolari di una memoria diversa e più recente: dalle labbra di "Bocca di Rosa" alla disperata attrazione per la stanza semibuia di "Via del Campo". » (dalla postfazione di Fabrizio De André al saggio "La lingua cantata", Garamond, 1995.)

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