Portfolio di Architettura TONEL FILIPPO

PORTFOLIO ‘18|19

Tonel Filippo Architettura costruzione e Conservazione

IUAV

Portfolio di laurea UniversitĂ Iuav di Venezia Corso di laurea triennale in Architettura Costruzione e Conservazione A. a. 2016 | 2019 Tonel Filippo 286420

“L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi” Marcel Proust

Portfolio-tl

UniversitĂ IUAV Venezia Dipartimento di Architettura Costruzione e Conservazione Design e contenuti: Filippo Tonel filippo.tonel@gmail.com

Venezia, 26 Settembre 2019

INTRODUZIONE

Filippo Tonel

286420

Credo che la frase di Marcel Proust, sia un’esatta metafora di quello che sono significati per me questi tre anni. Un viaggio che mi ha permesso di entrare nel cuore delle cose, di ciò che giorno per giorno continua a suscitare in me enorme stupore. L’avere nuovi occhi, è fodamentale per l’approccio ad una disciplina così complessa nelle sue infinite forme e possibilità, come l’architettura. Necessari per andare oltre all’apparenza degli oggetti che ogni giorno ci si presentano. Per comprenderle, curiosamente sviscerarle

nella loro interezza, non fermandosi alla superficie. Percepire l’importanza dello sguardo attento, consapevole, capace di vedere il bello anche in ciò che ci circonda, nel quotidiano, nell’ ordinario.

Personalmente, venire a contatto, conoscere, sperimentare le dinamiche di un progetto, dall’idea alla sua realizzazione, sono state il momento più importante, spesso difficile, ma allo stesso tempo immensamente gratificante di questo percorso.

CONTENUTI Storia

Rilievo

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LAB 1

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LAB 2

LAB 3

LAB URBAN

RESTAURO

9

26 38 52 68 99

Storia D’all’ antica Grecia al 1600 2017 Prof: Andrea Guerra “Vedere le cose in modo diverso, vedere il bello nelle cose ordinarie, lo speciale nell’ ordinario”

Filippo

L’ obbiettivo del corso, tenutosi al primo anno accademico, è stato quello di imparare, attraverso la storia, a leggere l’architettura, acquisire cultura visiva e spirito di osservazione. Divenire fruitori attivi di immagini, così da poter vedere il bello nelle cose ordinarie, lo speciale nell’ ordinario.

Lo studio delle principali architetture che hanno segnato la storia, di questa disciplina, è stato

accompagnato, dalla realizzazione di un quaderno di schizzi. Poichè le idee passano attraverso il disegno e solo grazie ad esso si riesce a rallentare lo sguardo e comprendere le cose.

Nelle pagine seguenti, una raccolta di alcune delle opere studiate, accompagnate da frasi significative ascoltate durante il corso.

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‘17 11

ARCHITETTURA GRECA ANTICA L’acropoli di Atene e il Partenone “L’infinito per gli antichi greci, assumeva una concezione del tutto negativa, poichè esso era qualcosa di indefinito, non misurabile ed in quanto tale, non possedeva limite” “Conosco solo ciò che ha una forma, un limite.

Il tempio greco doveva avere queste caratteristiche”

W“L’architetto del Partenone utilizza una serie di deformazioni volute, correzioni ottiche, realizzate in corso d’opera, che danno un impronta unica a questo edificio [...] vi è stato un tentativo di riproduzione del Partenone in America a Nashville alla fine del 1800, tuttavia l’esperimento, non presenta alcuna di queste correzioni, tutto è perfettamente a piombo e il risultato è di incredibile freddezza”

“L’ architettura greca nasce dalla luce” “Il Partenone è un architettura pensata come scultura, inacessibile, fruibile soltanto girandoci attorno”

“Il sistema trilitico conferisce a queste architetture un elementare chiarezza”

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ARCHITETTURA ROMANA Dal santuario di Pallestrina alla basilica di Massenzio “Il santuario di Pallestrina, costruito attorno al 100 a. C. è rimasto sotterrato per quasi due millenni, riportato alla luce soltanto durante la seconda guerra mondiale. [...] Lo spettatore salendo verso l’alto, scopriva gradualmente ciò che veniva dopo” “Arco e volta non furono inventati dai romani, tuttavia furono i primi a valorizzarli, gli ordini greci venivano usati come elementi decorativi in facciata” “Il Pantheon è un architettura simbolo, la più copiata in assoluto, anche più del Partenone”

“Il pantheon è un architettura che colpisce: il pronao con struttura tradizionale e poi la cupola in opus cementicium, illuminata da un unica apertura al centro” “Gli edifici di villa Adriana vanno visti come l’espressione finale del pensiero sperimentale che aveva ispirato la rivoluzione architettonica di Roma” “Le colonne in marmo della basilica di Massenzio non avevano alcun valore strutturale, ma soltanto decorativo, è l’architettura che nasconde la sua struttura”

Santuario dedicato alla dea Fortuna, Pallestrina, 100 a.C

Basilica di Massenzio, Roma, 308-3012 d.C

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Villa Adriana, vista del teatro marittimo, Tivoli 118-138 d.C.

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Vista, interno del Partenone, Atene V secolo a. C.

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Vista, interno del Pantheon, Roma 113-124 d.C.

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ARCHITETTURA DEL ‘500 ‘600 Dall’ Alberti a Bernini “In San Francesco a Rimini, Leon Battista Alberti, riveste l’antica chiesa francescana con un vero e proprio schermo,un involucro in pietra. Poichè non vuole distruggere ciò che c’era prima, ha un atteggiamento di pietas, non possiamo permetterci di distruggere il passato” “San Pietro in Montorio si trova all’interno di un cortile di piccolissime dimensioni, il quale era stato inizialmente pensato a forma circolare, come rielaborazione del teatro marittimo di villa Adriana. Ancora una volta lo sguardo alla tradizione e la sua rielaborazione è fondamentale” “Per la costruzione della basilica, come la conosciamo oggi vennero convocati molti architetti famosi del tempo, ma la comunità voleva un vicentino, per questo, il progetto venne affidato al giovane Palladio, anche grazie all’appoggio di Trissino” “Palladio, con l’uso della serliana che si restringe e allarga a suo piacimento, si muove con libertà all’ interno delle regole, le quali diventano flessibili, poichè è il genio che conosce il linguaggio”

“Nel progetto, Bernini inserisce un terzo braccio, per isolare la piazza, lo spettatore così, si ritrovava all’improvviso all’ interno di essa. La costruzione di via della conciliazione, ha tradito l’idea di Bernini, togliendo l’effetto sorpresa”

“Rapporto difficile,quello di Palladio e la laguna, molti dei suoi progetti vennero rifiutati perchè irrealizzabili, come quello del ponte di Rialto”

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Rilievo Conoscere, misurare, comprendere l’architettura 2017 Prof: Caterina Balletti Chiesa di San Maurizio, quartiere San Marco, Venezia “La scoperta dell’ architettura, attraverso l’attento studio delle sue forme e proporzioni, l’importanza della misura come strumento indispensabile di conoscenza”

Filippo|Mattia

La scoperta dell’architettura attraverso l’attento studio delle sue forme e proporzioni, l’importanza della misura come strumento indispensabile di conoscenza. Il corso è stato fondamentale per le competenze apprese sul campo, dal rilievo diretto di tipo tradizionale, all’ uso di software moderni per la rielaborazione dei dati acquisiti in fase di campagna. Una disciplina, il rilievo architettonico,

sempre più all’avanguardia, essenziale per leggere l’architettura del passato e del presente, con livelli di precisione sempre maggiori.

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‘18 21

OGGETTO DELL’ ESERCITAZIONE L’obbiettivo dell’ esercitazione è stato quello di creare un’immagine digitale (CAD) di un portale architettonico in scala, partendo da un’ operazione di rilievo diretto ed effettuando successivametne operazioni di fotogrammetria e interventi di compensazione delle misure.

Il procedimento di rilievo ha visto dapprima il posizionamento dei 4 target necessari per la costruzione della nuvola di punti in Photoscan.

In seguito, con il metodo della trilaterazione si ricavano le misure che verrano riportate negli eidotipi. Infine, una strisciata retta e una radiale forniscono le immagini per la realizzazione del modello 3D, dal quale si ricavano i disegni.

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Strisciata orizzontale

Strisciata radiale

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DESCRIZIONE PORTALE Il portale rilevato fa parte della facciata della chiesa di San Maurizio, nel quartiere di San Marco a Venezia.

Costruita una prima volta nel XVI secolo, è stata in seguito riedificata più volte, l’ultima delle quali nel 1806 su progetto dell’architetto Giannantonio Selva La facciata attuale è in stile neoclassico, così come il portale che ne consente l’accesso principale.

Questo si compone, degli elementi tipici di un tempio greco antico di ordine Ionico: le due semicolonne poggiano su due piccoli piedistalli e inquadrano l’apertura rettangolare centrale. Sopra di esse poggia la trabeazione, che comprende: architrave, fregio (non scolpito) e cornice, la quale salendo obliquamente va a comporre il frontone. Il portale di San Maurizio può essere considerato una rielaborazione neoclassica, non troppo distante dall’ordine Ionico antico (greco), dal quale differisce principalmente per il fusto della semicolonna che risulta essere liscio anziché scanalato. La base, sulla quale poggia il fusto, è molto simile alla tipologia attica con plinto, toro inferiore, scozia e toro superiore. Il capitello presenta le due tipiche volute dell’ordine Ionico ed è caratterizzato da un largo collarino decorato .

Alcuni eidotipi,realizzati durante la fase di campagna

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Profilo BB’

Profilo AA’

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LAB 1 CASA ATELIER IN LAGUNA 2016|2017 Prof: Armando Dal Fabbro, Massimo Rossetti TORCELLO (VE) “La costante ricerca di un rapporto vivo, partecipe e diretto con lo scenario unico della laguna è stato il tema guida nel processo progettuale”.

Filippo|Mattia|Tiziana

La prima esperienza progettuale del triennio ha consentito la riflessione su diversi temi, come il rapporto con la delicata laguna veneziana, l’aggregazione di diversi edifici, la casa atelier, gli spazi dell’abitazione intesi come spazi minimi.

Il progetto nasce dallo studio di unità abitative ripetute, determinate all’ interno di un volume

ben preciso, nell’unicità dell’ambiente anfibio, dell’ isola di Torcello.

La costante ricerca di un rapporto vivo, partecipe e diretto con lo scenario unico della laguna è stato il tema guida nel processo progettuale.

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‘16|17

26 37 27

2016|2017

LAB 1

FRAME

Torcello

Sito progetto

Mazzorbetto

Laguna

Burano

Il canale navigabile, divide la stecca

Il vuoto, nella loggia di ingresso, collega visivamente le abitazioni

“Le abitazioni sono inserite all’interno di FRAME, vere e proprie cornici, che inquadrano la laguna�

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IL CONTATTO CON LA LAGUNA Il complesso si colloca tra le isole di Torcello a est e l’isola di Mazzorbetto a sud. Si presenta come una sorta di stecca, formata da ampie piattaforme poste longitudinalmente, nelle quali le singole abitazioni vanno ad inserirsi trasversalmente ad esse. La stecca è tagliata in due parti, lungo il suo lato lungo, da un canale navigabile che permette l’accesso agli alloggi. Le abitazioni, poggiano su dei

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basamenti, che le staccano dalla piattaforma sottostante e sono inserite all’interno di frame, vere e proprie cornici, che inquadrano la laguna, caratterizzando, il paesaggio circoste. La posizione dei volumi e il rapporto tra pieni e vuoti, creano prospettive uniche, come tunnel visivi che collegano e tengono insieme i singoli moduli abitativi.

IL RIFERIMENTO La facciata rivolta verso la laguna, è stata pensata per creare una visuale selettiva, attraverso le piccole aperture. La prevalenza di spazi pieni rispetto a quelli vuoti, induce l’occhio umano a cercare proprio questi ultimi, a guardare attraverso i fori. Le finestrature sono realizzate per rendere l’ambiente esterno, oggetto di svariati quadri, ognuno indipendente dall’altro e ben visibili da punti chiave della casa, come dalla camera da letto padronale o dalla zona living.

Il riferimento utilizzato è stato il muro forato della chiesa di Ronchamp, il quale fu oggetto di un esercitazione durante il laboratorio.

Schizzo della cattedrale di Ronchamp, Le Corbusier, Ronchamp,1955

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Sezione a-a

Pianta primo piano

Pianta piano terra

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IL PROGETTO

Sezione b-b

Il volume dell’ abitazione di 17 per 5 metri, realizzato con setti portanti in legno x-lam, è inserito all’interno della cornice (21 x 6 metri), che fa da involucro agli spazi dell’ abitare.

La loggia raggiungibile dopo aver salito tre gradini conduce al vero e proprio ingresso dell’ abitazione dove un camino, elemento architettonico di pregio, separa la cucina dalla zona living. Affacciato sulla laguna, si colloca l’atelier, sede dell’attività intelletuale e manuale dell’artista. Questo godendo di una posizione privilegiata, di ampia luce e di uno spazio a tutta altezza, risulta essere il cuore dell’abitazione per il suo abitante.

Al piano superiore si trova la zona notte, con la camera padronale e una camera per gli ospiti divise da un ampio bagno.

Prospetto muro forato

Prospetto muro forato

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Prospettiva da una delle loggie

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LABx2 RIQUALIFICAZIONE EX OSPEDALE UMBERTO I 2019 Prof: Attilio Santi, Anna Saetta MESTRE “Proprio l’osservazione attenta di questi padiglioni ha permesso di cercare e forse ottenere, un contatto tra nuovo e antico”

Filippo

La progettazione di edifici pluripiano a pochi passi dal centro di Mestre ha alimentato l’attenzione su diversi aspetti; dalla scala urbana di una città particolare come Mestre, all’ intricato rapporto con l’esistente, dalle espressioni formali e funzionali che l’intervento richiede, alle considerazioni più tecniche e strutturali.

L’area di progetto è quella dell’ex ospedale

Umberto I ormai dismesso e abbandonato, ma proprio l’osservazione attenta di questi padiglioni ha permesso di cercare e forse ottenere, un contatto tra il nuovo e l’antico.

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‘18

38 51 39

2018

LAB 2

RESIDENTIAL

IL MASTERPLAN L’area di intervento è quella dell’ ex ospedale Umberto I, ormai dismesso e abbandonato da più di un decennio. Oggi si presenta come un “cratere” urbano nel cuore della città, temporaneamente adibito a parcheggio.

L’ obbiettivo del gruppo, nel sviluppare il masterplan, è stato valorizzare le grandi potenzialità della zona. Come la futura stazione metropolitana di via Olimpia, il fiume Marzenego, la vicinanza con piazza Ferretto e numerosi altri servizi.

Gli scorci prospettici, l’andamento irregolare quasi a voler seguire idealmente le sponde del fiume, i percorsi che si formano a partire da quelli già esistenti, il rapporto con le preesistenze sono le caratteristiche del nostro lavoro.

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NUOVO E ANTICO L’osservazione delle preesistenze è stata fondamentale per lo sviluppo del progetto. Le lunghe finestrature che corrono da un piano all’altro dell’edificio si confrontano con le bucature e le modanature dell’esistente, l’alternarsi di pieni e vuoti esalta un ritmo preciso, una sintesi che tiene assieme, nella forma, nuovo e antico.

Uno dei padiglioni dell’ex ospedale Umberto I

Prospetti corti

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Prospetto lungo

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bagno

camera

camera

camera

cam

era

cam

era

bagno

bag

no

cam

ere

bag

no

Pianta piano 3-5

bagno

cucina

pranzo

cucina

cuc

ina

pran

zo

bagno soggiorno

soggiorno

bag

no

sog

giorn

o

cuc

ina

terrazza

terr

bag

azz

no

a

sog

giorn

o

Pianta piano 2-4

Il singolo complesso, oltre al piano terra destinato ad attività commerciali, si compone di 4 piani residenziali, nei quali si ripetono 2 tipologie abitative, una di più piccole dimensioni, ideale per un single o una coppia, l’altra più estesa. Entrambi gli appartamenti sono in duplex, caratterizzati da ariosi open space e un am-

pia doppia altezza che si apre sul soggiorno. due vani scale, con ascensore al loro interno, servono a due a due le abitazioni.

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Esploso tipologia A

Esploso tipologia B

Tipologia A

Tipologia B

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IL PIANO TERRA COMMERCIALE Al piano terra dei complessi residenziali si svolgono le attività commerciali, in continuità con la tradizione commerciale di Mestre, in modo tale da realizzare una parte di città viva e completa e favorire l’interazione tra le persone, valorizzando gli spazi che si vengono a formare tra gli edifici.

Sezione

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50

51

LAB 3 PROGETTO DI UN SUPERMERCATO 2018|2019 Prof: Francesco Cacciatore, Dario Trabucco MASSANZAGO (PD)

Alberto|Mattia|Filippo|Edoardo

Il laboratorio del terzo anno, mi ha consentito di affrontare un tema diverso da quello dell’abitazione: il progetto di un supermercato nel piccolo comune di Massanzago, in provincia di Padova.

Il contenuto dell’esercitazione, è stato in realtà, di più ampio respiro. Ha visto dapprima un lavoro di gruppo, nel quale io e i miei compagni, abbiamo ragionato in termini di masterplan, allo sviluppo

di tre differenti aspetti della vita cittadina, quello privato, pubblico e commerciale. In seguito ognuno di noi ha elaborato nello specifico uno di questi temi.

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‘18|19 “Un edificio introverso con poche aperture verso l’ esterno, la maggior parte della luce proviene dall’alto”

52 67 53

o

6 7

Strato di barriera al vapore Strato resistente

Polipropilene Solaio in calcestruzzo armato alleggerito (U-boot)

0,02 30

940 1800

51 cm

TOTALE

0,2 540

99,2 1,11

2,7 0,159

19,8 599,4

705 kg/m2

387 MJ/Kg

12,56 KgCO2/Kg

1067,8 MJ/kg

CHIUSURA VERTICALE NUMERO

FUNZIONE

MATERIALE

SPESSORE (cm)

PESO SPECIFICO (kg/m3) PESO ELEMENTO (kg/m2)

EE (MJ/kg)

EC (KgCO2/kg)

EE elemento (MJ/kg)

8 9

Strato di protezione Strato di tamponamento

Intonaco esterno (gessofibra) Blocchi multistrato in argilla espansa Leca Bioclima Zero 18p (44 cm) -Calcestruzzo di argilla espansa -Polistirene espanso con grafite

1,5

1150

17,25

1,8

0,12

31

30,5 13,5

1200 25

366 3,38

0,71 88,6

0,08 46,2

259,8 299,5

Intonaco interno (gessofibra)

1,5

1150

17,25

1,8

0,12

31

TOTALE

47 cm

403,8 Kg/m2

92,9 MJ/Kg

46,52 KgCO2/Kg

621,3 MJ/Kg

10

Strato di protezione

8

9

16

15

13

10

11

SPESSORE (cm)

PESO SPECIFICO (kg/m3) PESO ELEMENTO (kg/m2)

EE (MJ/kg)

EC (KgCO2/kg)

EE elemento (MJ/kg)

15 50 40 0,4 8 12,5 0,5

1500 2500 1000 40 35 600 1400

225 1250 400 0,16 2,8 75 7

0,95 1,11 1,11 120,5 88,6 0,77 4,6

0,13 0,159 0,159 5,5 2,5 0,096 0,83

213,7 1387,5 444 19,3 248,1 57,8 32,2

1959 Kg/m2

217,6 MJ/Kg

9,28 KgCO2/Kg

2402,5 MJ/kg

126,4 cm

14

Università I.U.A.V. di Venezia. Laboratorio di progettazione integrato 3. Anno Accademico 2018-2019. Prof Francesco Cacciatore, Dario Trabucco. Alunno TONEL FILIPPO Mat 286420

8

9

17

16

15

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10

2018 11

12

NTALE INFERIORE

ne

ne carichi eabilizzazione nto termico ne impiantistica ento

MATERIALE

SPESSORE (cm)

PESO SPECIFICO (kg/m3) PESO ELEMENTO (kg/m2)

EE (MJ/kg)

EC (KgCO2/kg)

EE elemento (MJ/kg)

Calcestruzzo magro Platea di fondazione in calcestruzzo armato Igloo areato con getto di cls armato Poliestere XPS Massetto in calcestruzzo Pavimento in cemento spatolato

15 50 40 0,4 8 12,5 0,5

1500 2500 1000 40 35 600 1400

225 1250 400 0,16 2,8 75 7

0,95 1,11 1,11 120,5 88,6 0,77 4,6

0,13 0,159 0,159 5,5 2,5 0,096 0,83

213,7 1387,5 444 19,3 248,1 57,8 32,2

TOTALE

126,4 cm

1959 Kg/m2

217,6 MJ/Kg

9,28 KgCO2/Kg

2402,5 MJ/kg

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LAB 2

Università I.U.A.V. di Venezia. Laboratorio di progettazione integrato 3. Anno Accademico 2018-2019. Prof Francesco Cacciatore, Dario Trabucco. Alunno TONEL FILIPPO Mat 286420

SUPERMARKET

Planimetria, evidente la centuratio romana

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MASSANZAGO E LA CENTURATIO ROMANA Il comune di Massanzago, situato tra due maggiori centri cittadini, sia in popolazione che in servizi, risulta essere una località “di transito”. Con una distanza di circa 6 km dal centro città di Camposampiero e di circa 5 km dal centro città di Noale, Massanzago si ritrova ad essere una sosta lungo la strada provinciale SP31 senza una particolare densità residenziale e industriale.

La conformazione urbana di Massanzago è determinata dalla sua collocazione tra le due centuriazioni romane di Altino e cis musonem.é proprio la rigidità geometrica della griglia ad essersi mantenuta fino ai nostri giorni, a delineare le caratteristiche di questo paesaggio orizzontale.

Il comune di Massanzago

L’area di progetto è situata a ovest di Massanzago, a circa 200 metri da Villa Baglioni. Ha un estensione di 20000 mq, 160 metri di lunghezza per 140 metri di larghezza, composta da due lotti. E’ presente un accesso diretta con la strada principale (via Roma) in corrispondenza dell’angolo superiore sinistro (nordovest) e ingloba un edificio in stato di abbandono nel profilo nord.Sempre sul lato nord, oltre la strada è presente un supermercato di medie dimensioni. A qualche metro verso est si collocano delle fermate per i mezzi pubblici. Lungo i lati est e sud si ha un contatto diretto con delle zone residenziale a bassa densità (quartiere di villette di recente costruzione).

Lungo il lato ovest si individuano lotti di terreno ad uso agricolo. Nel complesso, l’identità architettonica che circonda lo spazio di progetto risulta essere per lo più tradizionale, senza elementi fortemente caratterizzati.

Ortofoto

57 l’area di progetto

IL MASTERPLAN L’obbiettivo è quello di dare in primis uno spazio condiviso, una piazza, articolando attentamente i volumi a nostra disposizione, attraverso l’alternanza di pieni e vuoti e considerando l’importanza del paesaggio che circoscrive l’area. La richiesta di progetto vede la costruzione di un supermercato,

un complesso residenziale e uno spazio civile/ culturale a gestione comunale.

Per quanto riguarda il supermercato e alle sue necessità logistiche, il posizionamento migliore lo si individua nella parte est dell’area. Questa permette la creazione di un opportuno spazio di scarico/ carico visivamente isolato, sen-

za quindi creare disturbi visivi ma anche sonori. Per i complessi residenzialiè opportuno sfruttare i lati sud e ovest vista la facilità di collegamento alle vie stradali e alla continuità architettonica dell’area. L’ edificio pubblico, situato a nord del lotto, assieme al supermercato garantisce il contatto con via Roma e costituisce il vestibolo d’accesso al nuovo spazio venutosi a formare.

A

B

A

N

B

Masterplan

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Sezione a-a

SEZIONE A-A’

Sezione b-b

59

Sezione a-a

Sezione b-b

Sezione c-c

B

C

A

B

C

Pianta

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C

C

Particolare pianta

Sezione c-c

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62

Prospetto nord

Prospetto ovest

Prospetto est

Prospetto sud

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Le finestre Velux permettono l’approvvigionamneto della luce zenitale

Muratura portante in blocchi di argilla espansa

Faretti per l’illuminazione artificiale

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IL SUPERMERCATO Il progetto del supermercato è stato frutto di un lungo lavoro nel rapporto con il masterplan e la piazza, ma la vera e propria spiegazione di esso avviene con la sezione. La sezione rivela infatti, ciò che piante e prospetti nascondono. Un edificio introverso con poche aperture verso l’ esterno, infatti la maggior parte della luce proviene dall’alto. L’esperienza del visitatore, cambia radicalmente all’ interno dell’ edificio, dove esasperando l’altezza del controsoffito si ottengono grandi finestre strombate in grado di coinvogliare la luce zenitale all’interno.

A livello costruttivo l’ edificio, di un solo piano, si articola

in setti, composti da blocchi multistrato di argilla espansa, dal basso contenuto di embodied energy, contenenti uno strato isolante al loro interno. La copertura piana, prevede un solaio di tipo bidirezionale in calcestruzzo armato alleggerito U-boot. In corrispondenza delle grandi finestrature a tutta altezza, dei pannelli di Aquapanel Outdoor Knauf, fissati su un intelaiatura metallica, consentono di ottenere l’effetto strombato verso l’interno

I pannelli di Aquapanel fissati alla struttura portante tramite una sottostruttura in acciaio L’ampia intercapedine tra il solaio e il controsoffitto permette il passaggio degli impianti

Sezione c-c

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CHIUSURA ORIZZONTALE SUPERIORE 1- Strato di protezione in ghiaia, spessore 8 cm 2- Strato di tenuta all’acqua, poliestere, spessore 0,4 cm 3- Strato delle pendenze (2%), calcestruzzo allegerito, spessore 5 cm 4- Strato di separazione, polietilene ad alta densità , spessore 0,2 cm 5- Strato di isolamento termico, XPS spessore 8 cm 6- Strato di barriera al vapore, polipropilene, spessore 0,02 cm 7- Strato resistete, solaio in calcestruzzo armato alleggerito (U-boot), spesore 30 cm

CHIUSURA VERTICALE 8- Strato di protezione, intonaco esterno in gessofibra, spessore 1,5 cm 9- Strato di tamponamento, blocchi multistrato in argilla espansa Leca Bioclima Zero 18p (44cm) -Calcestruzzo in argilla espansa, spessore 30,5 cm -Polistirene espanso con grafite, 13,5 cm 10- Strato di protezione, intonaco interno in gessofibra, spessore 1,5 cm

CHIUSURA ORIZZONTALE INFERIORE 11- Strato di protezione, calcestruzzo magro, spessore 15 cm 12- Strato resistente, platea di fondazione in calcestruzzo armato, 45 cm 13- Strato di ripartizione dei carici, igloo areato con getto di calcestruzzo armato, spessore 40 cm 14- Strato di impermeabilizzazione, poliestere, spessore 0,4 cm 15- Strato di isolamento termico, XPS spessore 8 cm 16- Strato di integrazione impiantistica, massetto in calcestruzzo,spessore 12,5 cm 17- Strato rivestimento, pavimento in cemento spatolato, spessore 0,5 cm

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LAB URBAN PERCORRENDO VIALE SAN MARCO 2019 Prof: Stefano Munarin MESTRE

Mattia|Filippo|Elena

Il laboratorio di urbanistica, ha visto come protagonista la città di Mestre, in particolare l’area di viale San Marco, dove una prima fase di studio e analisi urbana ha consentito lo sviluppo di un ipotesi di progetto. La chiave di lettura di questo frammento di città è stata un usuale passeggiata, una azione quotidiana che è stata collocata tra

piazza Ferretto e Parco San Giuliano, percorrendo viale San Marco. Le qualità di questo collegamento vedono l’abbondanza di suolo verde e vegetazione nonché l’intervento/principio insediativo di G. Samonà che caratterizza l’aspetto del percorso con le Torri e le corti di Villaggio San Marco.

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‘19 L’esperienza della passeggiata mette in luce il ritmo architettonico del viale, come questo vede un maggior volume rispetto al suolo nella sua parte più vicina al centro città e una graduale inversione delle parti lungo il suo svolgimento.In opposizione si osserva una rarefazione degli spazi che permettono interazione e un conseguente minor uso della città.

Il progetto vuole inserirsi in quelle porzioni di spazio attualmente inerti, sfruttando il contesto funzionale e formale, generando occasioni di utilizzo.

68 85 69

2019

LAB URBANISTICA

URBAN

lotizzazione

villaggio San Marco

suolo accessibile

fronti commerciali

suolo verde

viale alberato

recinzione privata

72

confini villaggio San Marco

La lettura del viale ha evidenziato come la sua percorrenza da parte dell’utente a passeggio è prevalentemente mono direzionale; le occasioni di una permanenza trasversale sono limitate e circoscritte a servizi o funzioni. Il tema progettuale individua nello spazio attorno alle torri dell’intervento di Samonà l’occasione per arricchire e aggiungere valore all’attraversamento

I.

del viale. L’intento è quello di rendere l’allargamento della sezione non solo un carattere geometrico o uno spazio verde sulla strada ma si vuole creare un momento di interazione sociale, un incontro quotidiano valorizzando il contesto esistente e la storia dell’impianto architettonico di pregio quale Villaggio San Marco.

II.

Inizio del viale, lottizzazionee commercio

Inizio del viale alberato, definizione degli spazi di percorrenza, verde stradale

III.

IV.

Verso la laguna il verde non accessibile

Villaggio San Marco, allargamento della sezione, il verde accessibile

verde stradale

suolo carrabile

verde accessibile

suolo pedonale

verde contesto

accessi

73

e servizi. Tuttavia, in un secondo momento è stato deciso di non intervenire in maniera così radicale, ma piuttosto di mantenere e rafforzare i percorsi esistenti.

Scanned by CamScanner

I primi schizzi di ricerca progettuale, sottolineano la volontà di intervenire negli spazi tra le torri del quartiere, ripensando e facendo penetrare il percorso pedonale all’interno del quartiere, in modo da rompere la linearità del viale.

Inserendo inoltre dei padiglioni per creare punti di ritrovo

Masterplan, prima ipotesi

74

75

76

Vista di viale San Marco oggi

Vista di viale San Marco progetto

77

A

B

A

B

sezione AA’

sezione BB’

78

C

D

D

C

Masterplan di progetto

sezione CC’

sezione DD’

79

PADIGLIONE I Il primo padiglione collega trasversalmente il viale con la torre di Samonà, seguendo il percorso pedonale esistente che conduce al Villaggio San Marco. Ampliamento del parco giochi esistente e nuovo Bar

I.

II.

III.

IV.

PADIGLIONE II Il secondo padiglione dialoga con il fronte commerciale e il supermercato in prossimità del lato opposto della strada. Creazione di una serie di ambienti dedicati al food truck e simili.

PADIGLIONE III Il terzo padiglione si rapporta direttamente con l’attraversamento pedonale, la torre e il campetto sportivo esistente. Sedute e forme architettoniche ricercate contribuiscono a funzione di sosta e suggestione.

80

PADIGLIONE IV Si relaziona direttamente con la fermata del tram e la pista ciclabile esistente che collega viale San Marco, via Amergo Vespucci e il Bosco dell’Osellino. Attivazione di un punto noleggio di biciclette

Pista ciclabile

Fermata tram

Parco giochi-BAR

Campetto sportivo

AttivitĂ commerciali

Gradoni

I

II III

81

IV

Vista Bike sharing-fermata tram, PADIGLIONE IV

82

Vista campo da gioco, PADIGLIONE III

83

Vista area ristoro/bar, PADIGLIONE I

Scanned by CamScanner

Scanned by CamScanner

Scanned by CamScanner

Il terreno asportato viene utilizzato per la creazione del dislivello

Funzione di seduta, attività ricreative/piccoli eventi durante il periodo estivo

GRADONI Abbiamo anche, in parte, riflettuto su un altro tema progettuale, andando a intervenire sulla morfologia del suolo. Il progetto dei gradoni prevede la realizzazione di un dislivello, scavando una vasca per la raccolta delle acque meteoriche, con una duplice funzione di spazio ricreativo/intrattenitivo e permette inoltre di nascondere le macchine parcheggiate. L’asportazione del terreno scavato per la vasca di raccolta dell’acqua verrà utilizzato per la creazione del dislivello, evitando quindi, dove possibile, inutili sprechi dovuti al trasporto di nuovo materiale. Le acque meteoriche raccolte, verranno utilizzate per l’irrigazione della vegetazione circostante.

Schema concettuale per la raccolta delle acque meteoriche, verranno usate per l’irrigazione della vegetazione circostante

RESTAURO IL CASTELLETTO E LE SERRE DI MIRAMARE 2019 Prof: Andrea Benedetti MIRAMARE (TS)

Elisa|Filippo|Francesca|Irene|Melissa|Ludovica

Il laboratorio di restauro, ha messo in luce molte problematiche date dalla complessità di lavorare sull’architettura esistente. L’oggetto dell’esercitazione didattica, è stato il castelletto e il complesso delle serre di Miramare, fatti costruire da Massimiliano d’Asburgo all’interno di quello che sarebbe poi diventato, per volere dello stesso arciduca d’Austria il parco di Miramare; un oasi

naturalistica a pochi chilometri dal centro di Trieste. lo studio della dimensione storica, formale, materica della fabbrica hanno permesso di giungere all ’elaborazione di un progetto di restauro.

N.B. La parte progettuale inserita in queste pagine riguarda il complesso della serra vecchia, in quanto mi ha visto protagonista in prima persona.

86

‘18|19

86 101 87

50

12

12

24

variabile

50

12

12

24

variabile

2018|2019

LAB RESTAURO

MEMORY

1856 Acquisto da parte di Massiliano del terreno.

Sbancamenti e riporti di terreno, tracciamento strade carrozzabili e altri percorsi.

Inizio lavori su progetto di Carl Junker (1 marzo).

“Il castello di Miramar in costruzione” C. Haase, 1857

1860 Termine lavori intero complesso.

Fotografia inizio 900. Strada costiera.

“Partenza Massimiliano e Carlotta” A. Rieger, 1864. Complesso finito.

1861 “...gli intonaci di questo edificio devono venir tutti abbattuti. Il tetto del Castelletto dopo la gettata di calcestruzzo, dopo il collaudo e dopo che vi si erano collocate le prime lastre in pietra è sprofondato improvvisamente. Le travi sono marce e non sono in grado di sopportare il pesante carico”.

1859 Termine lavori struttura del Castelletto. Locazione di statue nel parco da parte di Massimiliano. Anton Jelinek segue i lavori di giardinaggio.

CRONOSTORIA

Dal 1914 al 1918 Mobilio ed opere d’arte trasportate a Vienna.

1925-1926 Austria restituisce il mobilio

1856

1866

Planimetria Generale Definitiva su progetto di Carl Junker

Mappa Comune di Prosecco

Costruzione del Castelletto, della “Serra Nuova” e della “Serra Vecchia” con relativi percorsi e spazi verdi. Non sono stati realizzati tutti i collegamenti tra i manufatti come da progetto.

Dopo dieci anni dalla costruzione del complesso i manufatti si presentano nello stato di costruzione senza evidenti cambiamenti.

90

1928 Inaugurazione Strada Costiera, oggi strada regionale 14, tra Sistiana e Barcola, che divise in due il parco.

Fotografia 1929. Prima dei lavori. Fotografia 1930. Dopo i lavori.

1931-1954 Complesso occupato da truppe militari.

Vengono apportate numerose modifiche.

1929 Restauro e mobilio affidato alla Soprintendenza.

1985 Castelletto sede dell’associazione WWF

1954 Inizio lavori Soprintendenza

1998 Restauro arch. Celli

2016 Smantellato allestimento WWF definitivamenete

1954 Stato d’abbandono

1868

1984

2018

Carta Parco Radonetz Jelinek

Carta di Kollmann

Fotopiano stato attuale

La parte della “Serra Nuova” viene ampliata con l’aggiunta di un manufatto laterale e frontale.

La parte della “Serra Nuova” viene ulteriormente ampliata e modificata, viene eretto un muro divisorio che la separa dal lato del percorso che porta al Castelletto.Viene costruito il porto di Miramare e si insediano all’interno dell’area altri edifici secondari.

Il complesso ed i relativi manufatti presi in considerazione allo stato attuale risultano invariati dal 1998, anno in cui Celli restaura il Castelletto.

91

1856

Progetto Junker

1998

Stato di fatto ptima dell’intervento Celli

OGGI

Dopo restauro Celli

IL CASTELLETTO

Piano terra

Il castelletto di Miramare, costruito a metà 1800 presenta elementi formali e soluzioni architettoniche tipici di diversi stili architettonici. Il risultato è un edicio ecclettico, con un impronta spaziale e distributiva ancora appertenenti al neoclassicismo, riscontrabili nel rigore della pianta cruciforme e nelle simmetrie dei prospetti.

La natura ibrida del manufatto è resa evidente dall’ uso di elementi tipici dell’ architettura neogotica-castellata.

Merlature, bifore, trifore, archi rotondi e prolatura in conci di mattone rimandano al gotico e allo stile medievale.

SALA DA PRANZO

CUCINA

Primo piano

SOGGIORNO

SALA FIAMMINGA

SALA TURCA

CAMERA NUZIALE

SALA NORDICA

Distributivo del progetto Junker

Organizzazione odierna Atri, zone di ingresso Torre Scale Corpi sporgenti

92

E E PROPORZIONI PROSPETTI 1:200

SIMMETRIE PRINCIPALI

SIMMETRIE SECONDARIE

A

B

C

D

D

A

D

B

C

A

D

B

A

B

Studio delle simmetrie in facciata

A

A’

La pianta di tipo cruciforme

Materiale

Calcestruzzo

Legno

Pietra arenaria e laterizio

Pietra d’ Istria

Massetto

Texture

Materiale

Terrazzo alla Veneziana

Texture

2.1

3.8

14.3

4.7

Sezione costruttiva AA’

93

Intonaco

Cornice

Zoccolo

In

F1

Z

Davanzale F2

Efflorescenza

Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino, pulverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto.

Esfoliazione

Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro(sfoglie).

Frattura o fessurazione

Degradazione che si manifesta con la formazioni di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti.

Macchia

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materialeestraneo al substrato (ruggine, sali di rame, sostanza organica, vernici

Patina biologica

Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Rigonfiamento

Sollevamento superficiale e localizzato del mteriale, che assume forma e consistenza variabili.

Frattura o fessurazione

Degradazione che si manifesta con la formazioni di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti.

Patina biologica

Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Alterazione cromatica

Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta (hue), chiarezza (value), saturazione (chroma). può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.

Erosione

Asportazione di materiale della superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause del degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (causechimiche e biologiche).

Frattura o fessurazione

Degradazione che si manifesta con la formazioni di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti.

Patina

lterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale. Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa dipreferenza il termine patina artificiale.

Patina biologica

Strato sottile, morbido ed omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.

Presenza di vegetazione

Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.

Macchia

Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materialeestraneo al substrato (ruggine, sali di rame, sostanza organica, vernici

94

F2

z

F2

z

Conseguente alla pressione di cristallizzazione dei sali. Tale fenomeno è accentuato da umidità (da risalita capillare es), ruscellamento delle acque meteoriche, presenza di solfati, azione del vento che accelera l’evaporazione superficiale dell’acqua, degrado di interfaccia tra laterizi e malte.

Spazzolatura a secco delle superfici interessate da efflorescenze, se necessario estrazione dei sali con prodotto apposito, completare la rimozione con detergente, applicare su superficie pulita ed asciutta lo specifico protettivo.

Causata da movimento dell’acqua all’interno del substrato, azione di microrganismi, applicazione di prodotti vernicianti pellicolantisu supporti tradizionali, nei laterizi presenza di carbonato di calcio.

Rimozione delle malte decorose, pulitura delle superfici con spazzole di intonaco, messa in opera di nuovo intonaco di rappezzo in malta di calce priva di sali rispettando il livello degli intonaci originali.

Causate da cicli di gelo e disgelo, dissesto dell’apparato murario di supporto, incompatibilità di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura, dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura, degrado di interfaccia tra laterizi e malte, nei laterizi presenza di carbonato di calcio.

Controllo delle stilature e rimozione delle malte decoese, pulitura delle superfici mediante spazzolatura, estrazione degli elementi smossi, ricollocazione degli elementi con l’utilizzo di materiale lapideo, chiusura delle fessurazioni.

Conseguente a biodeteriogeni, ossidazione di elementi metallici, atti di vandalismo.

/

Conseguente all’azione di microrgnismi autotrofi, presenza di umidità o acqua, caratteristiche morfologiche del substrato.

Risanamento dall’umidità, rimozione meccanica con strumenti in plastica o legno e applicazione di ipoclorito di litio in soluzione acquosa all’1-2%.

Causato da dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura, formazione di ghiaccio negli strati più superficiali.

/

Sono causate da cicli di gelo e disgelo, dissesto dell’apparato murario di supporto, incompatibilità di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura, dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura, degrado di interfaccia tra laterizi e malte, nei laterizi presenza di carbonato di calcio.

Controllo delle stilature e rimozione delle malte decoese, pulitura delle superfici mediante spazzolatura, estrazione degli elementi smossi, ricollocazione degli elementi con l’utilizzo di materiale lapideo, chiusura delle fessurazioni.

Conseguente all’azione di microrgnismi autotrofi, presenza di umidità o acqua, caratteristiche morfologiche del substrato.

Risanamento dall’umidità, rimozione meccanica con strumenti in plastica o legno e applicazione di ipoclorito di litio in soluzione acquosa all’1-2%.

Causata da biodeteriogeni, inquinanti atmosferici, radiazioni solari, affioramento di macchie, assorbimento differenziato del supporto, emersione del pigmento in fase di deoesione e successivo dilavamento della superficie.

Estrazione dei sali solubili con impacchi di polpa di carta e acqua deionizzata, consolidamento

Conseguente a erosione meccanica da pioggia battente, erosione per abrasione degli strati corticali provocata da vento, aggressione chimica da inquinanti, formazione di ghiaccio negli strati più superficiali.

Risanamento dall’umidità, determinare una lieve corrente asciutta radente alla parete, estrazione dei sali solubili con impacchi di polpa di carta e acqua deionizzata, consolidamento con una soluzione di fluosilicato di magnesio in acqua.

Sono causate da cicli di gelo e disgelo, dissesto dell’apparato murario di supporto, incompatibilità di tipo fisico-meccanico tra supporto e finitura, dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura, degrado di interfaccia tra laterizi e malte, nei laterizi presenza di carbonato di calcio.

Controllo delle stilature e rimozione delle malte decoese, pulitura delle superfici mediante spazzolatura, estrazione degli elementi smossi, ricollocazione degli elementi con l’utilizzo di materiale lapideo, chiusura delle fessurazioni.

/

/

Conseguente all’azione di microrgnismi autotrofi, presenza di umidità o acqua, caratteristiche morfologiche del substrato.

Risanamento dall’umidità, rimozione meccanica con strumenti in plastica o legno e applicazione di ipoclorito di litio in soluzione acquosa all’1-2%.

Causata da accumuli di umidità, attacco di organismi autotrofi (batteri unicellulari, alghe, licheni, piante superiori).

Risanamento dall’umidità, riassestamento della muratura, trattamento con metossitriazina in primavera o in autunno.

Conseguente a biodeteriogeni, ossidazione di elementi metallici, atti di vandalismo.

/

95

Ridisegno decorazione del soffitto della stanza Moresca

96

LA STANZA MORESCA Il primo piano risulta essere la parte di maggior interesse storico artistico del castelletto, per cui è indicato un approccio al restauro di tipo coservativo. La struttura cruciforme, presenta arredi e decori originali, alcuni dei quali riciclati da Villa Lazzaro (prima residenza di Massimiliano). Tra le sale di questo piano spicca la stanza

Moresca in stile orientale, che esplicita la passione di Massimiliano per i viaggi e per l‘oriente.

Ridisegno porta della stanza Moresca

97

SERRA VECCHIA La linea guida caratterizzante il progetto è il tema della accesibilità. L’intervento vuole rendere l’antica serra di Miramare fruibile da ogni possibile utente, attraverso la costruzione di una rampa esterna interamente rivestita in pietra d’ Istria, pur senza snaturarne la struttura originaria. Anzi particolare attenzione è data agli aspetti formali dell’ intervento che mira a dialogare con l’esistente. Un nuovo ingresso, punto di arrivo della rampa, è stato realizzato nel lato corto del manufatto, così da non stravolgere la simmetria del prospetto principale. Il modulo della fine-

stratura, che si ripete simmetricamente nella facciata dell’opera ottocentesca, è stato il punto di partenza sul quale intervenire con la realizzazione di seduteanch’esse in blocchi di pietra che racchiudono molteplici funzioni: - Protezione e sicurezza - Illuminazione della rampa - Seduta in grado di valorizzare l’intera area, che divide la serra dal vicino castelletto.

La natura simmetrica della serra, stato di fatto

Particolare del rapporto tra il modulo della finestra e l’intervento

A

A

A

A

A

A

A

A

Studio del modulo delle finestrature

98

99

100

2

1

3

LA SEDUTA Particolare della seduta in pietra d’Istria con illuminazione integrata.

Composta dall’ unione di tre blocchi per facilitarne la lavorazione e ridurre al minimo gli sprechi di materiale.

4

5 50

1- Canalina a fessura per lo scolo delle acque meteoriche 2- Pavimentazione della rampa in pietra

3- Illuminazione esterna serra 4- Fascia di pavimentazione esterna 5- Sedute

50

12

12

12

12

24 24

variabile Variabile

1

2 48 cm

100 cm

1- Pavimentazione in pietra, spessore 3 cm 2- Malta, spessore 2 cm 3- Strato resistente in cls armato, spessore 14 cm 4- Membrana geotessile, spessore 0,05 cm 5- Terreno naturale 3

4

5

101

Un ringraziamento speciale ai miei genitori, che hanno permesso questo momento.