Fidinam & Partners news Marzo 2016

Notiziario di informazione legale e fiscale internazionale

marzo 2016 – n. 49

In questo numero: Svizzera: Modifiche legislative introdotte a livello di diritto tributario cantonale e federale Italia: Deducibilità dei costi da paesi black list UE: La commissione europea presenta un pacchetto di misure per contrastare l’evasione fiscale in Europa Asia: Hong Kong è stata definitivamente eliminata dalle black list fiscali italiane Fidinam apre a Singapore

Innovazione , flessibilità e competenza

SVIZZERA: MODIFICHE LEGISLATIVE INTRODOTTE A LIVELLO DI DIRITTO TRIBUTARIO CANTONALE E FEDERALE Un numero importante di modifiche legislative sono entrate in vigore a partire dal 1. gennaio 2016, i cui principali contenuti vengono riportati qui di seguito.

Imposizione globale secondo il dispendio Una prima modifica importante riguarda le condizioni per l’assoggettamento e le modalità di calcolo nell’ambito dell’imposizione glo-

bale secondo il dispendio, ossia l’imposta forfettaria a cui vengono assoggettati i cosiddetti globalisti. L’importo imponibile minimo richiesto di 400.000 franchi resta invariato, ma i nuovi globalisti in arrivo in Svizzera a far tempo dal 2016 saranno chiamati a versare anche un’imposta sulla sostanza pari a 5 volte l’importo del dispendio pattuito. Quest’introduzione dell’imposizione sulla sostanza non trova tuttavia applicazione immediata per quella fascia di globalisti già residenti in Ticino prima del 1. gennaio 2016, poiché «il diritto antecedente continuerà ad applicarsi ancora per cinque anni a quei contribuenti che, al momento della prevista entrata in vigore della nuova normativa, beneficiavano già dell’imposizione

globale secondo il dispendio.» (art. 309 LT) L’altra modifica riguarda i cittadini svizzeri che al ritorno in Svizzera dopo un’assenza di almeno 10 anni e senza esercitare attività lucrativa non potranno più richiedere di essere tassati come globalisti, nemmeno se dispongono di un doppio passaporto.

Spese di formazione e perfezionamento ai fini professionali La Legge tributaria cantonale concernente le spese di formazione e perfezionamento è stata adeguata alle nuove disposizioni federali in vigore dal 1. gennaio 2016. Le principali modifiche riguardano in particolare l’estensione della deducibilità fiscale generale per le perso-

ne fisiche a titolo di spese giustificate di tutti i costi sostenuti per la formazione, la riqualificazione e il perfezionamento ai fini professionali dopo il conseguimento di un primo diploma di livello superiore, indipendentemente dalla professione esercitata (attuale o futura), nonché l’introduzione di un tetto massimo di deduzione generale fissato a 10.000 franchi a livello cantonale e a 12.000 a livello federale,ai sensi degli artt. 33 LIFD e 32 LT. Qualora due coniugi, entrambi in formazione o riqualificazione professionale, vivano in comunione domestica, l’importo della deduzione generale sarà accordato a ciascuno di loro, poiché ognuno considerato quale soggetto fiscale separato.

Ipoteca legale e istituto del deposito Nell’ambito del calcolo del deposito per le operazioni di alienazioni di proprietà le nuove percentuali da applicarsi hanno subito in media un adeguamento al ribasso dell’1%.

Società Anche per l’anno 2016 e fino ancora al 2019 è stato riconfermato il decreto legislativo che permette alle società insediate in Ticino o che intendono insediarvisi di registrare ammortamenti accelerati per nuovi investimenti, ovvero di applicare un tasso doppio di ammortamento.

Immobili Nell’ambito dell’imposta immobiliare cantonale l’aliquota applicabile per le persone giuridiche estere è stata parificata a quella valida per le persone giuridiche svizzere, ossia al 2‰. Al contempo è stata riconfermata la norma transitoria della legge tributaria che prevede un supplemento d’imposta per le aliquote dell’imposta immobiliare (art. 314 c LT). Per quanto attiene i tassi di interesse remunerativi applicati al rimborso delle somme riscosse in eccedenza nell’imposta cantonale si rileva che questi sono stati abbassati tramite apposito decreto dall’1.5% allo 0.5%.

Istanza elettronica per il rimborso dell’imposta preventiva A livello federale a partire da quest’anno le persone giuridiche domiciliate in Svizzera hanno la possibilità di richiedere elettronicamente il rimborso dell’imposta preventiva compilando l’istanza tramite apposito modulo 25 da inviare all’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC). Per motivi di certezza del diritto, dovrà comunque essere trasmesso in seguito ancora un foglio di firma in forma cartacea.

Si ricorda che già dallo scorso anno le imprese possono avvalersi della possibilità di conteggiare e dichiarare autonomamente l’imposta sul valore aggiunto per via elettronica.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a: peter.riehn@fidinam.ch

ITALIA: DEDUCIBILITÀ DEI COSTI DA PAESI BLACK LIST La disciplina relativa alla deducibilità dei costi sostenuti per operazioni intercorse con soggetti operanti in Stati a regime fiscale privilegiato contenuta nell’articolo 110, comma 10, del D.P.R.22 dicembre 1986,n.917 (T.U.I.R.) è un argomento di grande rilevanza ed un intervento modificativo sulla materia era auspicabile da tempo.

Il sopracitato articolo esclude la deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi di reddito derivanti da operazioni intercorse fra imprese individuali o società residenti e soggetti domiciliati o localizzati in Stati o territori a fiscalità privilegiata, se non si dimostrano particolari condizioni.

Nella norma è contenuta una presunzione legale di inesistenza delle operazioni commerciali realizzate con soggetti aventi sede in Stati o territori a fiscalità privilegiata per cui tali operazioni vengono considerate simulate fatta salva la possibilità per l’impresa residente di darne prova contraria mediante la dimostrazione di una delle seguenti esimenti, alternative tra loro: 1. Il fornitore estero ha un’attività economica effettiva; 2. Le operazioni estere corrispondono ad un effettivo interesse economico e hanno avuto concreta esecuzione.

Nel corso dell’anno 2015 sono intervenuti diversi provvedimenti normativi che hanno determinato una profonda e favorevole revisione della richiamata norma.

Le prime novità erano intervenute con il decreto 27 aprile 2015, in applicazione della legge di Stabilità per il 2015, il quale aveva fortemente ridotto il numero degli Stati o territori a fiscalità privilegiata in quanto dall’elenco di Stati inclusi nel DM 23 gennaio 2002 erano stati stralciati ben 21 Paesi, prevedendo che l’unico criterio rilevante ai fini dell’inserimento nella c.d.“Black list” fosse la mancanza da parte dei Paesi stessi di un adeguato scambio di informazioni fiscali con l’Italia e non più

il criterio relativo al livello adeguato di tassazione dello Stato o territorio estero.

Successivamente, il cosiddetto “Decreto Internazionalizzazione” (D.Lgs. 14.09.2015 n.

147) ha modificato il regime di deducibilità prevedendo, in luogo della precedente indeducibilità totale, che i costi sostenuti nei confronti di fornitori residenti nei paradisi fiscali di cui alla predetta black list, fossero deducibili nei limiti del loro “valore normale”.

Da ultimo, la Legge 28 dicembre 2015, n. 208, cosiddetta Legge di Stabilità 2016 (in G.U. n.

302 del 30.12.2015), al comma 142, lettera a), ha modificato la previgente normativa speciale della deducibilità dei costi black list, abrogando dall’articolo 110 del TUIR i commi da 10 a 12-bis,e quindi di fatto eliminando lo stesso regime di indeducibilità dei costi black list.

Ciò significa che, con decorrenza 1. gennaio 2016, la deducibilità dei costi black list è assoggettata alle stesse condizioni previste per ogni altro tipo di costo (i.e. inerenza, competenza ed effettività dell’operazione), senza limiti legati alla nazionalità del fornitore.

Le imprese ed i professionisti residenti in Italia interessati precedentemente dal regime di indeducibilità dei costi sostenuti presso fornitori black list hanno quindi beneficiato delle sopracitate numerose modifiche che, in meno di un anno, hanno consentito di giungere alla completa abrogazione delle richiamate disposizioni.

Si susseguono quindi i seguenti tre regimi: 1. Per i periodi antecedenti al 2015: totale indeducibilità dei costi black list nell’ipotesi di mancata dimostrazione delle due esimenti; 2. Per il periodo 2015: non viene posto alcun limite alla deducibilità del costo se lo stesso non eccede il valore normale del bene o del servizio acquistato e sempre che l’operazione sia effettiva e non fittizia.La quota eccedente tale valore normale sarà deducibile solo se il contribuente si potrà avvalere dell’esimente del “particolare interesse economico ad avvalersi del fornitore estero”; 3. Per il periodo 2016 e seguenti: abrogazione della normativa e di conseguenza, applicazione delle sole norme generali sulla deducibilità dei costi contenute nei restanti commi dell’articolo 110 T.U.I.R., non abrogati.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a: stefania.collari@fidinam.ch

marzo 2016 – n. 49

UE: LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA UN PACCHETTO DI MISURE PER CONTRASTARE L’EVASIONE FISCALE IN EUROPA Le proposte mirano ad ostacolare la pianificazione fiscale aggressiva, aumentare la trasparenza tra gli Stati membri e garantire una concorrenza più equa per tutte le attività svolte all’interno del Mercato Unico.

• Il 28 gennaio 2016 la Commissione Europea (CE) ha lanciato un pacchetto comune “antielusione fiscale” (Anti-Tax Avoidance Package, ATAP) per invitare gli Stati membri a prendere una posizione più forte e coordinata contro la pianificazione fiscale aggressiva e attuare le norme internazionali contro l’erosione della base ed il trasferimento dei profitti (Base Erosion and Profit Shifting, BEPS) elaborati dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) lo scorso autunno.

Una delle disposizioni chiave del pacchetto è il progetto di direttiva anti-elusione fiscale (Anti-Tax Avoidance Directive, ATA Directive).

Tale proposta di direttiva si basa sugli elementi cardine del progetto BEPS dell’OCSE, ma include anche norme aggiuntive in materia di tassazione in uscita e di livello minimo di tassazione dei redditi provenienti da paesi terzi (particolarmente rilevanti in relazione alla clausola di switch-over e alle regole CFC proposte), che non erano previste dal progetto BEPS dell’OCSE. La Commissione propone sei misure anti-evasione per contrastare alcune delle più diffuse pratiche di pianificazione fiscale aggressiva: • Regole sulle società estere controllate (Controlled Foreign Companies,CFC) per impedire il trasferimento di utili verso paesi a bassa fiscalità — Le disposizioni CFC consentiranno allo Stato membro della casamadre di tassare i profitti legati a paesi aventi bassa o nulla tassazione, qualora l’aliquota fiscale effettiva nel paese terzo sia inferiore al 40% di quella dello Stato membro in questione. Alla società sarà concesso un credito d’imposta per le imposte che ha effettivamente pagato all’estero. Ciò garantirebbe l’effettiva tassazione dei profitti all’aliquota fiscale dello Stato membro in cui sono stati generati.

• Una clausola di switch-over per evitare la doppia non imposizione di determinati redditi — La direttiva propone una clausola di switch-over per garantire la tassazione

•

•

•

dei dividendi e delle plusvalenze derivanti da affiliate o stabili organizzazioni situate in paesi terzi aventi aliquota fiscale nulla o molto contenuta. Il criterio per definire la bassa tassazione è fissato al 40% dell’aliquota fiscale dello Stato membro del contribuente (cioè la società che dispone delle azioni/ che riceve la distribuzione/ che detiene la stabile organizzazione). Qualora lo Stato membro stabilisca che il reddito è stato correttamente tassato nel paese terzo, allora potrebbe concedere alla società un credito per le imposte già assolte.

Norme per la tassazione in uscita (c.d.“exit tax”) per impedire alle imprese di delocalizzare i propri attivi allo scopo di eludere le imposte — La direttiva propone che tutti gli Stati membri applichino una exit tax sugli attivi trasferiti fuori dai loro territori (tra sede e le sue stabili organizzazioni,o tra stabili organizzazioni). La tassa di uscita dovrebbe essere basata sul valore delle attività in quel momento. Dal momento che le aziende sono obbligate a trasmettere al fisco i propri bilanci, contenenti le informazioni sui loro beni imponibili, gli Stati membri possono rendersi conto che un bene, ad esempio una proprietà intellettuale, è “scomparsa”. Questo farà sì che i profitti generati da attività di alto valore non possano essere trasferiti al di fuori dell’UE senza essere tassati.

Limitazione degli interessi per scoraggiare le imprese dal creare accordi di finto debito al fine di ridurre le imposte — La direttiva si propone di limitare la quantità di interessi netti che una società può dedurre dal suo reddito imponibile, prendendo come base un indice dei redditi (una regola che restringa gli oneri finanziari netti al valore più elevato tra EUR 1 milione ed il 30% del margine operativo lordo del contribuente, c.d. EBITDA). Questo dovrebbe rendere meno attrattivo per le aziende di creare artificialmente dei debiti al fine di ridurre i propri utili.

Impedire alle imprese di sfruttare le asimmetrie nazionali con strumenti ibridi —Alcune aziende sfruttano il fatto che gli Stati membri trattano lo stesso reddito o le stesse strutture in maniera diversa ai fini fiscali (strumenti ibridi). La direttiva propone che, in caso di asimmetria, la qualifica giuridica di una entità o di strumento ibrido per lo Stato membro in cui ha origine un pagamento sia attribuita allo Stato membro di destinazione.

Una disposizione anti-abuso generale (General Anti-Abuse Rule,GAAR) per contrastare la pianificazione fiscale aggressiva quan-

do non possano essere applicate altre disposizioni anti-abuso — La direttiva propone una norma generale antiabuso per permettere alle autorità fiscali di non considerare un regime fiscale di puro artificio (il cui scopo fondamentale è volto a ottenere un vantaggio fiscale che elude le imposte e in cui gli accordi non sono considerati corrispondenti alla realtà economica) e di tassare le aziende in base alla realtà economica delle loro attività.

Il progetto di direttiva ATA stabilisce degli standard minimi da applicare, ma non vieta che ulteriori norme anti-evasione siano implementate al fine di salvaguardare la base imponibile delle società.

Anche l’obiettivo sembra ambizioso, la CE punta ad adottare la direttiva entro i prossimi sei mesi, così che possa entrare in vigore già dal 1. gennaio o dal 1. luglio 2017. Per essere adottata, la direttiva deve ottenere il voto all’unanimità di tutti gli Stati membri. È possibile che alcune disposizioni della direttiva siano emanate più velocemente di altre,data la pressione politica intorno a questi temi.

Ulteriori elementi del pacchetto menzionato includono, ma non sono limitati a: • una Proposta di modifica della Direttiva sulla Cooperazione Amministrativa, per consentire l’attuazione coordinata del country by country reporting tra le autorità fiscali degli Stati membri previsto sia dal G20 che dal progetto BEPS dell’OCSE; • una Raccomandazione della CE sui trattati fiscali, che riguarda l’introduzione di regole generali antiabuso nei trattati fiscali e la revisione della definizione di stabile organizzazione; • una Comunicazione sulla strategia esterna dell’UE per la tassazione efficace, presentando un approccio più coerente per collaborare con i paesi terzi per una buona governance delle questioni fiscali, anche creando un elenco comune di paesi terzi ai fini fiscali.

In particolare in considerazione dell’approccio unificato previsto nei confronti dei paesi terzi e delle nuove regole relative ad un livello minimo di tassazione dei redditi provenienti da paesi terzi,le multinazionali attive in Svizzera e nell’UE dovrebbero seguire da vicino i successivi sviluppi, al fine di verificare che le loro strutture siano ancora conformi alle nuove normative e che, per via di queste ultime, esse non subiscano implicazioni fiscali sfavorevoli.

Per ulteriori informazioni rivolgersi a: serena.bonfanti@fidinam.ch

ASIA: HONG KONG È STATA DEFINITIVAMENTE ELIMINATA DALLE BLACK LIST FISCALI ITALIANE Il 30 Novembre 2015 sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale Italiana i due decreti ministeriali, datati entrambi 18 Novembre 2015, con cui il Ministero dell’Economia e delle finanze delibera l’eliminazione di Hong Kong dalle black list fiscali italiane sulla “indeducibilità dei costi” (DM 23 gennaio 2002) e sulle Controlled Foreign Companies (CFC) (Imprese estere controllate – DM 21 novembre 2001).

Questa novità rappresenta la tappa finale dei rapporti con Hong Kong, avviato con la sottoscrizione il 14 gennaio 2013 dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.

Il 7 luglio 2015, la Gazzetta Ufficiale Italiana pubblicava la legge n. 96 del 18 giugno 2015 del Parlamento italiano mediante la quale si ratificava il medesimo Accordo contro le doppie imposizioni e che è entrato formalmente in vigore il 10 agosto 2015 a seguito dello scambio degli strumenti di ratifica tra i due Paesi.

Quindi via libera per le imprese che operano tramite società controllate localizzate nel territorio di Hong Kong e/o che intrattengono rapporti commerciali con la regione.

1. Disapplicazione della normativa CFC con relativa tassazione per trasparenza della controllata estera in Italia; le società costituite ad Hong Kong ed ivi assoggettate a tassazione con aliquota effettiva pari all’aliquota ordinaria del 16,5% (profit tax) potranno evitare l’imputazione del reddito per trasparenza in Italia come disposto dalla normativa CFC black list ed anche white list; 2. Regime fiscale agevolato per la distribuzione dei dividendi verso la casa madre Italiana (participation-exemption). Solo il 5% dei dividendi distribuiti sarà assoggettato alla tassazione Italiana; 3. Deducibilità dei costi intercorsi con soggetti residenti ad Hong Kong, anche oltre il cosiddetto valore “normale” ed in assenza di interpello.Con riferimento allo specifico regime per la deducibilità dei costi derivanti da operazioni con paesi black list, si ricorda inoltre che la Legge di Stabilità 2016 ne ha previsto la completa abrogazione con decorrenza 1. gennaio 2016.

Da ultimo e con riferimento sia al trattamento delle persone fisiche che delle persone giuridiche, si ricorda che i criteri atti a localizzare la residenza fiscale dei soggetti italiani che operano nel territorio di Hong Kong vengono d’ora innanzi definiti tramite l’articolo 4 della Convenzione contro la doppia imposizione tra Hong Kong e l’Italia (cosiddetta tiebraker-rule).

Per ulteriori informazioni rivolgersi a: lidia.broseta@fidinam.ch

I vantaggi immediati per le società Italiane saranno i seguenti:

FIDINAM APRE A SINGAPORE Fidinam (Singapore) Pte Ltd nasce dalla collaborazione tra il gruppo Fidinam e Camelot Trust, società di consulenza fiscale e societaria costituita nel 2004 dall’Avvocato Anita Ricquier, con sede a Singapore. La società nasce con l’obiettivo di offrire alla clientela Fidinam una solida piattaforma di servizi in campo fiscale e societario a Singapore e nei paesi ad esso prossimi. Nel contempo è desiderio di Fidinam mettere a disposizione della clientela locale le conoscenze e l’esperienza maturate negli oltre cinquantacinque anni di storia del gruppo nei mercati internazionali di riferimento, con particolare attenzione al mercato svizzero ed europeo.

Camelot Trust dispone inoltre della licenza di Trustee rilasciata dall’Autorità Monetaria di Singapore. Con l’apertura di Fidinam Singapore continua la crescita del gruppo fondato in Ticino nel 1960 nella regione del sudest asiatico. Ricordiamo anche che Fidinam è presente in Asia dal 2011 con Fidinam Hong Kong, società di consulenza fiscale e societaria che conta sulla preziosa collaborazione di 15 dipendenti. Fidinam & Partners SA (Lugano) rappresenta ora più di prima la porta d’accesso ad un mondo di servizi sempre più ampio e connesso per copertura geografica e conoscenza, arricchito, a partire dallo scorso mese di gennaio, dalla nascita di Fidinam Singapore.

Balen Paolo Partner di Fidinam & Partners SA (Lugano) Per ulteriori informazioni rivolgersi a: paolo.balen@fidinam.ch

@ via E-Mail Qualora foste interessati a ricevere la Fidinam & Partners NEWS in versione elettronica è sufficiente collegarsi al sito www.fidinam.ch e richiedere l’abbonamento gratuito alla pagina Fidinam News.

Ogni sforzo è stato fatto per garantire l’accuratezza delle informazioni contenute nella presente pubblicazione.

Tuttavia consigliamo di indirizzarsi a consulenti di fiducia per l’esame relativo ad ogni caso concreto. Le informazioni contenute non sono in alcun modo vincolanti e decliniamo pertanto ogni responsabilità.

Fidinam & Partners SA Via Maggio 1 CP 6009 CH – 6901 Lugano Tel. +41 91 973 17 31 Fax +41 91 973 13 65 www.fidinam.ch fidinamnews@fidinam.ch

Lugano, Bellinzona, Mendrisio, Genève, Zug, Zürich Amsterdam, Barcellona, Dubai, Luxembourg, Hong Kong, Milano, Monte Carlo, Sydney, Vaduz, Wellington, Singapore Membro FIDUCIARI Suisse Membro Swiss Funds Association (SFA)