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Scrupolo- Fiat Lux X

Scrupolo

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Esitazione, dubbio intorno alla correttezza o all’opportunità di un comportamento, un’azione, un fatto.

Di Laura Colosi

Scrupolo vuol dire sassolino ma le tue dichiarazioni d’amore sono sempre state schiacciate da un gigantesco masso erratico Fossi stata solo un po’ allenata a dissociarti o m’avessi dato il tempo d’impartirti un corso accelerato quel masso non sarebbe stato più grande di un granello di sabbia e tu ti saresti lasciata legare come Fidenco insegna

-Michele Mari

Quale parola chiave scegliere per questo nuovo numero di Fiat Lux incentrato sulla valorizzazione della lingua italiana? Non è stato semplice, ma dizionario alla mano e dopo aver sfogliato numerose pagine finalmente mi sono imbattuta nella parola che inconsapevolmente cercavo: “scrupolo”. L’etimologia del vocabolo è molto affascinante, deriva dal latino scrupulus che propriamente vuol dire “piccola pietra, pietruzza”, diminutivo a sua volta di scrupus “sasso, pietra a punta”. Anticamente il termine latino veniva inoltre utilizzato anche per indicare una misura-base di conto (equivalente a 1,335 grammi, la ventiquattresima parte di un’oncia) nei sistemi monetari etrusco, campano e romano oppure come misura del terreno pari a 1/288 di iugerum. Davvero intrigante è come il significato proprio dell’etimologia “piccola pietra” si leghi a quello che potremmo definire figurato di “esitazione”, oramai in uso nella lingua italiana nella sua accezione più attenuata. Riesce a pieno a esprimere tale nesso semantico Michele Mari in una poesia della raccolta “Cento Poesie d’amore a Ladyhawke”, esordio poetico di un autore che è riuscito a realizzare un canzoniere su un amore impossibile e tormentato con una componente ironica e citazionistica molto elevata e suggestiva. Il valore dell’intertestualità difatti si scorge nella raccolta già a partire dal titolo che fa riferimento a un film di Richard Donner del 1985 intitolato proprio “Ladyhawke” la cui trama lo scrittore riprende nel particolare in una delle poesie presenti nel libro. Nella lirica presa in esame questo mese l’autore ci spiega in breve quello che ci suggerisce l’etimologia: “Scrupolo vuol dire sassolino” ma subito ci tiene a precisare che quello che tratteneva la donna amata dal dichiararsi non era di certo una piccola pietruzza quanto un“gigantesco masso erratico”. Dai primi versi è evidente il contrasto tra piccolezza, rappresentata dal sassolino e la grandezza, espressa dal masso erratico (dal latino erràre, vagare, è un grande blocco di roccia che è stato trasportato a fondovalle da un ghiacciaio) che prevale in tutta la lirica e che fa da eco allo spessore dell’esitazione amorosa. Lo scrupolo è dunque come un sassolino che ci ostacola, basti pensare a quando lo si ha incastrato in una scarpa, questo ci infastidisce e costituisce sì un impedimento ma di dimensioni ridotte, certo non qualcosa di insormontabile. Sarebbe bastato che la donna fosse allenata a dissociarsi o un “corso accelerato” impartito dall’autore ed ecco che quel masso colossale non avrebbe più ostacolato il loro amore dato che non sarebbe stato più grande di un granello di sabbia a cui la donna si sarebbe lasciata legare. Nei versi finali del componimento l’autore allude a un singolo discografico inciso nel 1961 da Nico Fidenco intitolato “Legata ad un granello di sabbia”, canzone d’amore in cui un uomo sente che la donna della quale è innamorato gli sta sfuggendo nella nebbia e vorrebbe trattenerla legandola per l’appunto a un granello di sabbia. La nebbia è chiaro emblema dell’incertezza, termine appartenente a una sfera semantica vicina a quella del nostro “scrupolo” come esitazione. Tutto torna e Michele Mari attraverso un gioco metalinguistico e metaletterario in 13 versi ci dà un assaggio di ciò la lingua italiana consente di fare: legare insieme. Lo studio delle parole, dall’etimologia al loro uso attuale apre del resto le porte a mondi nuovi la cui scoperta rivela ciò che siamo. L’universo culturale dell’autore si incontra con quello del lettore e attraverso un breve viaggio all’interno del dizionario della lingua italiana avviene un processo di formazione identitaria in piena regola.

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