Sono firme familiari e famose in un’antologia di pezzi scritti per la mattina dopo, ma che a distanza di mesi e di anni conservano la validità della testimonianza viva. Il miglior elogio che si può fare ad un inviato speciale è proprio in queste pagine e nel riconoscimento che esse realmente meritavano di essere sottratte al macero della memoria e al destino degli archivi dei giornali», scrive Renzo Cantagalli su «La Nazione» di Firenze.