Rassegna Stampa // Festival del cinema spagnolo ITALIA 2019

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fino all'8 giugno), direrri enttambi da Iciar Bollain. Yuli è un composito ritratto della vita di Carlos Acosta, stella della danza, nipote di uno schiavo e figlio di un trasportatore, che riesce ad emergere dalla miseria di Cuba e conquistare la scena internazionale, grazie alla volontà pertinace del padre autoritario, durissimo, eppure testardamente consapevole dello straordinario talento del figlio ribelle. Paul Laverty, ci permetta di dirle qualcosa sul nostro giornale, è un settimanale impegnato su temi culturali, economici, ambientali nella prospettiva di ciò che oggi la parola Left rappresenta. L'acronimo significa: libertà (quindi diritti umani e civili), eguaglianza e politiche internazionali, solidarietà e trasformazioni globali, ma anche dinamiche di trasfor-

mazione umana. Film, cinema e arte sono momenti importanti della nostra vita e della nostra esperienza, anche per questo le siamo particolarmente grati per questa occasione di incontro al Festival del cinema spagnolo che ha presentato in anteprima Yuli, diretto da Iciar Bollain e scritto da lei. Cominciamo parlando della sua esperienza di avvocato? Beh... è stato tanto tempo fa! Ero giovane, mi occupavo di diritto civile e penale nella città di Glasgow. Ho imparato molto. Soprattutto dalla gente che incontravo. Mi consentiva di accedere a molti mondi che non conoscevo, ma anche alla violenza, alla povertà presenti in quelle tealtà e molto altro. Era anche un lavoro difficile dal momento che venivamo lasciati a noi stessi e ai nostri mezzi con una piccola supervisione. Lì ho imparato che la legge può essere usata anche come strumento politico. Qualche volta intentavamo cause, pur sapendo che non avremmo mai potuto vincere, ma volevamo attirare l'attenzione sul problema in sé, ad esempio sulla questione dei "senza dimora". Più tardi in Nicaragua, ho lavorato per una organizzazione per i diritti umani ed ho avuto modo di testimoniare la guetra praticata dagli Stati Uniti contro il Nicaragua. Questo rende ancora più penoso fattuale conflitto in Nicaragua con I aberrazione di Daniel Orteea, ma è un'altra lunga storia. Qual è l'eredità di questa esperienza professionale nel suo approccio alla scrittura? Eredirà? Domanda interessante. Forse mi ha aiutato nella scrittura cinemarografica. In entrambi - la legge e la storia - si deve costruire un argomento e questo argomento deve essere cogente ed avere una sua logica interna. Deve avere una forma ed essere credibile. Deve assecondare un processo ed essere comprensibile per la quantità di informazioni che contiene. Talvolta si devono affrontare cose, che sono molto complicate nella loro natura e renderle semplici per rarie diventare sibili. Ma Ma e e una grande ide differenza! Con la comprensibili. story e la scrirrura per il cinema, io aspetto pazientemente il lunedì... Quali sono, secondo lei, le competenze e le abilità che uno sceneggiatore dovrebbe avere o ottenere? E molto difficile essere normativi. Deve esserci un po' di talento, io ctedo, come in ogni professione. Ma certamente scrivere un copione richiede un duro lavoro e molta determinazione. Bisogna combattere come un cane per l'osso per la story altrimenti non si riesce a realizzarla. Even The Rain ( Tambìen La Lluvia), un film che ho fatto con Iciar è stato un viaggio di 10 anni, non continuativi, ma tanto ci è voluto pet realizzarlo. Forse, riflettendoci, anche un certo grado di follia è utile. Lei è uno dei più importanti collaboratori di Ken Loach. Quanto è importante il rapporto umano, il

sentir comune, il modo di intendere il mondo nel

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