Relazione Giuseppe Napoli

Giuseppe Napoli, Presidente FEDERSANITA’ ANCI FVG Vice Presidente vicario FEDERSANITA’ ANCI FEDERSANITA’ ANCI FVG è un’associazione nata dall’A.N.C.I., nel dicembre 1996, alla quale aderiscono paritariamente, sia i Comuni che le Aziende sanitarie territoriali e ospedaliere della nostra Regione.

Attualmente, dal Congresso dell’ottobre 2006, è una Confederazione di Federazioni regionali e il sottoscritto rappresenta anche l’Associazione nazionale in quanto vicepresidente vicario.

Qualcuno potrebbe chiedermi qual è il rapporto tra sanità e casa. In realtà FEDERSANITA’ ANCI segue in particolare il Welfare e le tematiche attinenti all’integrazione sociosanitaria, oltre che quelle più prettamente sanitarie e chi vi parla è anche responsabile delle politiche del welfare dell’ANCI FVG. Pertanto, ritengo che il rapporto ci sia e sia anche molto forte…

Inoltre, vorrei anche spiegare a tutti voi le motivazioni che ci hanno indotti a impostare il programma del convegno così com’è oggi e mi scuso con i tanti e autorevoli relatori che avrebbero potuto intervenire.

Dopo il convegno dell’anno scorso “Dalla casa all’abitare sociale” (12 giugno 2006, Villa Manin di Passariano) l’obiettivo dell’iniziativa odierna è quello di approfondire i recenti sviluppi relativi alle normative nazionali sulle quali interverrà il sottosegretario on. Cecilia Dosaggio, che ringrazio per la sua disponibilità e alle imminenti normative della Regione Friuli Venezia Giulia, per cui saluto il presidente della IV Commissione del Consiglio regionale, Uberto Fortuna Drossi.

Uso il futuro perché sappiamo quello che la Regione ha fatto sino a oggi, attualmente siamo in presenza di un disegno di legge che deve ancora approdare in IV Commissione e poi andrà in aula e chiediamo al consigliere Drossi indicazioni sulle prospettive. Come Comuni crediamo che il disegno di legge che abbiamo avuto modo di leggere in maniera ufficiosa (D.D.L.R. 29.12.2006) abbia in realtà bisogno di qualche aggiustamento. E lo diciamo oggi, prima che diventi leggi, perché pensiamo che l’attenzione riservata dal provvedimento ai Comuni non sia ancora adeguata al notevole impegno che le amministrazioni locali dedicano al tema casa e ai suoi forti collegamenti con il sociale…

Il sistema dei Comuni non intende certo sostituirsi ad altri soggetti e chi vi parla conosce da vicino e da molti anni ormai l’esperienza gestionale delle ATER, sin da quando si chiamavano ancora IACP. 1

Noi pensiamo, però, che non ci possa essere un adeguato governo di queste politiche senza una forte intesa tra Comuni e ATER, altrimenti non andremo da nessuna parte. Basti pensare ai fenomeni dei notevoli flussi migratori che hanno interessato e stanno interessando la nostra regione come avamposto nazionale e si tratta di sono problemi che rivestono ormai un fortissimo impatto sociale. Problemi complessi e articolati che vanno dall’alloggio sociale all’ordine pubblico, alla sicurezza di tutti i cittadini che vivono e abitano da decenni nelle case di edilizia residenziale pubblica.

Credo che il tema di oggi sia molto vasto e al riguardo ritengo che questo disegno di legge possa essere migliorato, anzi crediamo sia doveroso farlo.

Come sindaci e amministratori locali lo faremo sia in sede ANCI che nell’ambito del Consiglio delle Autonomie dove lavoriamo insieme alle Province, perché è giusto che si dica con grande franchezza che i problemi della casa sono soprattutto problemi dei Comuni, le Province c’entrano poco e, di conseguenza, ai Comuni spettano posti di responsabilità anche all’interno dei Consigli di Amministrazione delle ATER che ancor oggi, invece , insolitamente continuano a essere riservati alle Province…

Al di la di queste richieste che possono sembrare provocatorie, la finalità del convegno odierno è principalmente quello di conoscere le esperienze di altre regioni come noi innovative, presenze importanti, quali per il Veneto, l’assessore Rumiz (Venezia), per l’Emilia Romagna, l’assessore Colzi (Reggio Emilia) e per la Lombardia, l’assessore Zinni (Segrate) che sono, come noi, “in trincea” su questi temi. Città di diverse dimensioni, esperienze di cui dobbiamo far tesoro per copiare le cose positive che si fanno in altre città e anche cercare di evitare i difetti e gli errori già sperimentati.

Concludo con un forte appello alla nostra Regione, che ha competenza significativa e importante su questa materia, affinché su questi temi eserciti con coraggio la sua specialità e venga sempre di più rafforzato il rapporto di fiducia con le Autonomie locali alle quali in questa fase la Regione sta chiedendo un notevole salto di qualità, ad esempio per superare i localismi (219 Comuni) e ragionare sempre più in termini di aggregazioni.

Non sarà certo facile realizzarlo, abituati come siamo al municipalismo e all’esasperazione del localismo, ma ci stiamo impegnando seriamente proprio perché anche noi vogliamo crescere e pensiamo che progressivamente saremo in grado di offrire strumenti sempre più forti e 2

agili per i nostri cittadini e lo sviluppo delle comunità locali, magari per la gestione di a aree di 40-50.000 abitanti, “progettualità per aree”, interventi che riguardano comprensori, o gruppi di Comuni.

In sintesi, stiamo partecipando responsabilmente alla realizzazione di un sistema in cui non il singolo Comune, ma le realtà comprensoriali (es. bandi comprensoriali e altre forme) possano finalmente diventare realtà forti e coese adeguate per dare risposte di qualità ai cittadini del Friuli Venezia Giulia.

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