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RASSEGNA PERIODICA SEMESTRALE - SPECIALE SCUOLA - DICEMBRE 2018

Notizie

SCUOLA

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Paesaggio, cultura e tradizioni di Antillo: un patrimonio da salvaguardare

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L’EDITORALIE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO Il Progetto educativo formativo di cui all’Avviso pubblico per il “Potenziamento dell’educazione al patrimonio culturale, artistico, paesaggistico- Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 -Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE) Obiettivo Specifico 10.2 - Azione 10.2.5”, ha rappresentato una grande risorsa per l’educazione alla cittadinanza attiva.

L’obiettivo formativo prioritario del progetto ha mirato a sensibilizzare gli studenti a riconoscere il valore del patrimonio paesaggistico, culturale del Nostro territorio , sviluppandone la capacità della tutela, della salvaguardia e della fruibilità dello stesso. Trasmettere agli Alunni il valore che il patrimonio paesaggistico e culturale ha per la comunità e valorizzarNe pienamente la dimensione di bene comune rappresentano un grande potenziale per generare lo sviluppo del Paese.

Nella scuola di Don Milani campeggiava la scritta ‘I care’, ovvero ‘Mi prendo cura’. Avere consapevolezza dell’ambiente che ci circonda, fin dai piccoli gesti quotidiani, rappresenta un valore oggi imprescindibile, soprattutto per i più giovani.

In questo senso l’educazione ha un ruolo cruciale per lo sviluppo di una nuova cultura ambientale. La scuola ha il compito di diventare un ambiente sociale che fa diventare adulti, consapevoli e coinvolti.

L’azione, a valere sul Fondo Sociale Europeo, ha previsto lo sviluppo di progetti locali, anche in partenariato con Enti locali, Istituzioni scientifiche e culturali, Associazioni, Società civile e privati che coinvolgano gli studenti, in classe e sul territorio, nella valorizzazione, attraverso la conoscenza, l’accessibilità, la condivisione e la tutela del patrimonio culturale, del paesaggio e del territorio.

Le proposte progettuali hanno riguardato attività didattiche relative al patrimonio artistico, culturale e paesaggistico; l’accesso, l’esplorazione e la valorizzazione anche digitale del patrimonio attraverso sperimentazioni tecnologiche; l’adozione delle scuole di parti di patrimonio (luoghi, monumenti o altro) al fine di garantirne l’accessibilità e il coinvolgimento della comunità civile nella valorizzazione dei beni culturali, artistici e paesaggistici; la progettazione e la partecipazione alla costruzione di una proposta territoriale di turismo che sia sostenibile anche da un punto di vista culturale, sociale e ambientale; l’innovazione nella narrazione e comunicazione del patrimonio locale, anche attraverso l’internazionalizzazione e la creazione di percorsi in lingua straniera; la produzione e lo sviluppo di contenuti curricolari digitali potenzialmente utilizzabili da tutte le scuole (Open Educational Resources); la produzione artistica e culturale.

Il progetto approvato dagli organi competenti del Nostro Istituto denominato “ SosteniAMO il Nostro territorio : paesaggi, ambienti e beni culturali ” ha visto la realizzazione

dei seguenti moduli : “Alla scoperta della nostra identità storico – territoriale ed ambientale” condotto dai docenti Bonarrigo Giuseppe e Cigala Linda presso la Scuola Primaria di Savoca; “Alla riscoperta della nostra identità territoriale” condotto dai docenti Rifatto Iliana e Cigala Linda e “Il piccolo diamante nella provincia di Messina: Savoca” condotto dai docenti Alleruzzo Daniele e Bembale Gabriella presso la Scuola Primaria di Savoca Per ciò che concerne specificatamente il plesso scolastico di Antillo la valorizzazione culturale del patrimonio paesaggistico è stato strutturato in due moduli: “La scuola adotta un monumento” condotto dai docenti Tomasi Maria Rita e Palella Rita presso la Scuola Primaria e “Storia cultura e tradizioni”, condotto dai docenti Palella Antonino e Santoro Maria Grazia presso la Scuola Secondaria di I grado. La scelta è stata determinata dall’intenzione di prediligere luoghi e monumenti particolarmente collegati all’identità culturale, storica e civile della comunità antillese e dall’obiettivo di promuoverne la riqualificazione e la sponsorizzazione. A determinarne la scelta ha influito oltre che la promozione dell’interesse verso il patrimonio storico – culturale della comunità di appartenenza il voler indagare sulle motivazioni etico – sociali, culturali e storiche che hanno ispirato il progetto e la sua realizzazione.

Le metodologie messe in atto per tale percorso formativo sono state le uscite didattiche per “incontrare” i siti e i luoghi della memoria Antillese, le interviste ai cittadini per la ricerca di informazioni, lo studio dei monumenti attraverso l’analisi di materiale d’archivio (documenti, video foto, articoli di giornale), il confronto di immagini e di video del monumento in tempi cronologicamente distanti, l’analisi e selezione del materiale esaminato, la riqualificazione e la rivalutazione del sito e dell’area circostante in sinergia con l’ente comunale.

La produzione diversificata degli elaborati e la varietà delle attività proposte ha reso prezioso il lavoro di documentazione svolto che vede nelle pagine a seguire il prezioso e pregevole intento di lasciare un segno tangibile del percorso formativo svolto e di lanciare un ulteriore messaggio alla Comunità sull’importanza della rivalutazione del Nostro patrimonio paesaggistico, artistico e culturale, poiché in esso risiede la potenzialità di “rinnovare la Storia Umana e civile”, in esso risiede la chiave per la riqualificare la quotidianità e il futuro .

Dirigente Scolastico Prof.ssa Enza Interdonato

SOMMARIO Pag. 6

L’importanza della memoria e del ricordo:

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(estratto dalle lezioni del professore Palella Antonino, docente di Storia nelle classi I – II e III G della Scuola Secondaria di I grado “C. Smiroldo” di Antillo a.s.

2017-2018) «Spesso nel linguaggio quotidiano si usano indifferentemente i termini memoria e ricordo.

Ho richiesto ai miei alunni di spiegare il termine “memoria” senza utilizzare il termine “ricordo” e “ricordo” senza utilizzare “memoria”. Ardua impresa in quanto è simile allo smembramento degli elementi di un rapporto matematico senza alterarne la natura.

Il termine “memoria” è direttamente connesso con il 4

verbo greco “mimnesco”, con la radice “mne” legato alla figura di MNEME, dea della memoria, ausilio dei poeti soprattutto nella divina impresa di ricordare i versi dell’epos. Ricordo deriva da recordor “riporto al cuore”. Il primo termine indica un’azione volontaria e diretta esercitata da un soggetto, mentre il secondo esprime un’azione involontaria e ripetuta nel tempo.

La memoria implica un’azione intellettiva e una competenza volontariamente esercitata, il ricordo ritorna sempre e quando meno te l’aspetti. Tutta la nostra memoria è fatta di ricordi, belli o brutti, significativi o vuoti, ma costituiscono la struttura del nostro pensiero. Nei ricordi è racchiusa la nostra vita, ci aiutano ad affrontare il presente, ci confortano per il passato, ci forniscono le basi per il futuro.

Nei ricordi sono racchiuse le persone che ci hanno voluto bene, le persone che ci circondano, l’idea delle persone che vorremmo avere in futuro accanto.

Solo l’esercizio continuo e sistematico della memoria rende i ricordi più forti. [....] si dice che i giovani abbiano una buona memoria, che i meno giovani abbiano tanti ricordi, ma solo dal loro connubio nasce la stabilità emotiva, la forza interiore, la voglia di vivere....ecco perché i ricordi delle persone amate vanno continuamente ridestati con l’uso della memoria che così ci dà consapevolezza della vita. […]

Capita alquanto frequentemente che nei cassetti delle case, siano rinchiusi i ricordi delle famiglie, che in senso esteso sono le memorie della nostra comunità.

La somma qualificata delle comunità formano la coscienza di un popolo che è tale solo se possiede il senso della sua storia.

Ci sono cose che se non sono scritte o tramandate oralmente in modo completo cadono nell’oblio, una funzione importante dal punto di vista psicologico, ma deleteria dal punto di vista storico.

La storia nel cassetto è la storia di chi non viene ricordato, di quei documenti, che hanno una importantissima funzione storica, ma di cui si sottovaluta l’importanza. Le foto, le carte, i documenti delle nostre famiglie sono quei ganci fondamentali per costruire la memoria personale nello svilupparsi dell’inarrestabile divenire storico.

Fatti che per una generazione sono stati l’attualità,

per la generazione successiva diventano lontani nel tempo e quindi necessitano di studio su libri.

Ritrovare una memoria privata o un documento di ricostruzione storica determina la fondamentale dialettica tra tradizione e innovazione che sta alla base del procedere della cultura.

Creare dei legami emotivi con gli avvenimenti di storia contemporanea studiata, individuando di volta in volta i partecipanti locali di quel determinato evento storico, lo rende più familiare, più vicino e in una sola parola “proprio”.

Far ricercare ai ragazzi con scrupolosità i bisnonni o gli antenati che hanno combattuto nella I e II guerra mondiale invita i ragazzi a chiedere notizie e approfondimenti alle loro famiglie che immancabilmente tirano fuori foto e documenti, che non solo destano nelle menti estrema curiosità, ma creano dei legami indelebili con quella storia.

L’attività di ricerca ben si coniuga con l’attività di insegnamento della storia, anzi ne è senza dubbio il fulcro. Sono ben convinto che non esista un metodo di insegnamento efficace della storia che non si fondi sulla ricerca diretta delle fonti.

Lo storico e l’insegnante di storia hanno in comune la trasmissione della verità dei fatti e lo studio dello svolgimento degli eventi. Come dice Marc Bloch «la storia non è la scienza del passato, il passato come tale non può essere oggetto di scienza, la storia è la scienza degli uomini nel tempo». Gli uomini nel tempo lasciano tracce, si muovono attraverso direttrici rintracciabili nella memoria collettiva.

Ci meravigliamo che Omero abbia potuto trasmettere migliaia e migliaia di versi a memoria, eppure non ci accorgiamo che i “cantaturi” dei nostri paesi, in questo caso specifico di Antillo, hanno trasmesso alle generazioni passate migliaia e migliaia di poesie e canzoni in siciliano, pur essendo nella maggior parte dei casi, analfabeti.

Esiodo insegnò all’uomo greco in esametri, versi composti da sei piedi, la Teogonia, ovvero la nascita del cosmo, degli dei e dell’ordine universale. I nostri bisnonni, con canzoni di lunghezza diversa , ma che identificavano sempre con piedi, trasmettevano preghiere e inni al Signore e ai Santi. Esiodo nelle Opere e i giorni, in esametri, insegnava all’uomo greco tempi e modi dell’agricoltura, i giorni fasti e quelli nefasti. L’andamento della luna, l’opportunità di alcune operazioni che andavano fatte in precise date dell’anno. A lui si deve pensare quando si sentono e si risentono vecchi ritornelli antillesi, “innaru puta paru”, a gennaio si può potare ogni giorno. “Acqua d’austu, ogghiu, mele e mustu”, se piove in agosto è più facile avere buoni raccolti di olio, miele e mosto.

Ecco la memoria che dobbiamo riscoprire vicina a noi che è più bella e ricca di quella scritta sui libri.

Il libro di storia serve solo da canovaccio, la storia la devono riscrivere i ragazzi con le loro ricerche, con la loro curiosità, con la voglia di imparare.

Avendo la coscienza che i loro parenti hanno partecipato agli eventi studiati, quegli eventi saranno più loro».

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I BAMBINI della Scuola Primaria

“S.S.S. Crupi” di Antillo

adottano la Campana ai dispersi

di tutte le guerre

Dall’alto: 1. La prof.ssa M.R. Tomasi e gli alunni lavorano alla Campana con materiali di riciclo 2. L’Ins. Rita Palella e gli alunni lavorano alla Campana con materiali naturali 3. Una piccola rappresentazione 4. Prototipo di Campana di Pizzo Monaco 5. I saluti conclusivi 6. Gli alunni e le docenti del PON -La scuola adotta un monumento-

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“La scuola adotta un monumento” è un modulo del progetto PON n. 4427 - FSE Potenziamento dell’educazione al patrimonio culturale, artistico, paesaggistico, attuato dall’Istituto Comprensivo di Santa Teresa di Riva, rivolto agli alunni della Scuola Primaria di Antillo, finalizzato a promuovere la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, accrescendo così il sentimento di appartenenza versa la propria comunità.

Il monumento che il Dirigente Scolastico. prof.ssa Enza Interdonato, e i docenti coinvolti nella progettazione delle attività hanno scelto di far adottare al plesso scolastico di Antillo è stata la “Campana ai dispersi di tutte le guerre” e il sito in località Pizzo Monaco che la accoglie. La scelta è stata determinata dall’intenzione di prediligere un monumento particolarmente legato all’identità culturale, storica e civile della comunità antillese e dall’obiettivo di promuoverne la rivalutazione.

Varie sono state le attività di ricerca, di produzione artistica, di drammatizzazione svolte dagli alunni guidati dalla docente prof.ssa Maria Rita Tomasi coadiuvata dalla docente tutor ins. Rita Palella, supportate nella realizzazione delle varie fasi dalla docente ins. Maria Catena Santoro, dalla docente responsabile del plesso ins. Claudia Sturiale e dalla Collaboratrice Scolastica signora Angela Bongiorno.

Molto apprezzato dai bambini è stato il momento finale del modulo, quando con la presenza dei genitori nella propria aula didattica, che per l’occasione è stata trasformata in un fantasioso prato, gli alunni hanno interpretato una piccola recita sul significato metaforico della campana come emblema di pace. Gli alunni hanno suggellato in modo poetico questo momento con un girotondo attorno a un prototipo di Campana di Pizzo Monaco. Il manufatto, che li ha resi particolarmente orgogliosi, è stato realizzato dagli alunni con la guida delle docenti durante le giornate precedenti, usando sia materiale di riciclo che materiale naturale proprio del territorio.

Tutto il progetto è stato caratterizzato dalla vivace curiosità con cui i bambini hanno scoperto o riconosciuto il legame naturale e culturale con fatti, personaggi ed elementi del loro paese. Sono state giornate ricche di scoperte, di emozioni, di gioia… Gli alunni hanno ben compreso il valore simbolico del Monumento della “Campana ai dispersi di tutte le guerre”, ma la sensibilità dei piccoli alunni ha soprattutto rinnovato il prezioso sogno di tanti antillesi di un’eco di pace e di serenità che dalla nostra bella valle possa risuonare sul mondo intero. a cura della Prof.ssa Maria Rita Tomasi

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Cultura, spiritualità e devozione: il Giardino di Redenzione…

I luoghi del nostro patrimonio paesaggistico

la fontana Acquavena La fontana Acquavena si trova all’entrata del centro abitato di Antillo all’incrocio tra la via Roma e la via Miramonti. Si tratta di una fontana storica, in quanto disseta gli antillesi da sempre e da più di cento anni ha la stessa struttura con la caratteristica maschera da cui sgorga il getto di acqua. Tutti quelli che vengono ad Antillo o partono portano con sé l’immagine di questa fontana. Un tempo serviva anche per l’abbeveraggio degli animali, infatti esiste ancora un piccolo abbeveratoio che un tempo era molto più grande. Gli Antillesi hanno nel tempo instaurato un legame affettivo con questa zona di Antillo, in quanto durante le serate estive tutti vi passeggiano davanti godendo della frescura e del relax.

La fontana è costituita da una lastra di marmo scolpita dallo scalpellino Francesco Ansaldo nel 1898 per incarico del vicesindaco Luciano Lo Giudice, che raffigura il sindaco Antonino Muscolino.

Si tratta di acque sorgive che mantengono per tutto l’anno la stessa temperatura, rinfrescano tutti coloro che la bevono a cura di Anthony Di Ciuccio e Francesco Lo Giudice

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un tesoro nel paesaggio di Antillo

Condivisa pienamente l’idea che una didattica attiva basata sul contatto diretto con il territorio ottenga positivi riscontri come testimoniato dalle precedenti uscite in paese e nei luoghi di maggiore rappresentatività per la cultura e la storia di Antillo, nella giornata del 19 giugno 2018, nell’ambito delle attività del modulo PON FSE “Storia, cultura e tradizioni”, gli alunni delle tre classi della Scuola Secondaria di I grado “Carlo Smiroldo” hanno raggiunto una meta un po' più distante dal centro abitato, ma molto importante per il valore etico, simbolico e culturale: il Giardino di Redenzione. Si tratta di un luogo aperto al culto, in quanto sede di cappelle consacrate e un erigendo santuario dedicato alla Madonna. La struttura fortemente voluta dalla comunità antillese è un luogo di ritiro spirituale e di meditazione. Il Giardino di Redenzione è diventata un’importante sede diocesana per attività socio-religiose grazie alla continua e instancabile azione del sacerdote don Egidio Mastroeni, Antillese figlio di Antillesi, da quasi cinquanta anni al servizio della comunità locale.

Ogni singola parte è testimonianza viva non solo della fede religiosa, ma anche della cultura materiale del popolo che da molti secoli ormai vive e opera in questo territorio.

Gli alunni sono stati accompagnati dai docenti Antonino Palella e Maria Grazia Santoro dal plesso scolastico fino al centro dei colli Peloritani, supportati dallo scuolabus messo a disposizione dal Comune di Antillo e guidato dal sig. Mario Smiroldo.

Era presente anche la rappresentante dei genitori della classe I G, sig.ra Adalgisa Ambruno.

Circondato dai monti a modo di anfiteatro, a circa 3,5 Km dal centro abitato di Antillo, il Giardino di Redenzione si inserisce armoniosamente in un’idilliaca

e lussureggiante vegetazione, offrendo al visitatore squarci di grande suggestione paesaggistica.

La quiete e l’amenità del luogo predispongono naturalmente al raccoglimento, alla meditazione e alla distensione.

Il percorso per giungere in questo luogo è un meraviglioso e suggestivo alternarsi di macchia mediterranea composta da querce, castagni, peri, pini, fichi, ulivi, ginestre e quanto la natura, nella sua generosità, ha voluto predisporre per l’uomo. Per ragazzi dagli 11 ai 13 anni una giornata organizzata con una complessa interazione con la natura rappresenta non solo un percorso podistico, ma anche una vera e propria esperienza di educazione ambientale, al bene comune, al rispetto di se stessi e di tutto ciò che ci sta intorno. a cura degli alunni delle classi I-II-III G della Scuola Secondaria di I grado di Antillo a.s.

2017/2018

sullo sfondo: alcuni ragazzi della Scuola Secondaria di I grado fotografati mentre attraversano il torrente Antillo nel tragitto per il Giardino di Redenzione.

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L’arte culinaria antillese so rcor

e nel p ano e l l i c n i rifo nzio zzi s di Rede a g a ino ni r alcu il Giard o vers

alunni e docenti sul luogo dell’erigendo Santuario della Redenzione

a cura di Giusi Bongiorno, Giorgia Crupi, Laura Lo Giudice, Anastasia Muscolino Antillo è noto soprattutto per il suo buon cibo e per i piatti tipici; ne sono la prova le numerose persone che arrivano da tutta la Sicilia per degustare i cibi locali in occasione delle nostre sagre. Alcuni dei nostri prodotti più gustosi sono: la ricotta calda, la tuma, il pane casereccio, carni di agnello e capretto, maiale e cinghiale, gli insaccati, le castagne, le noci e le nocciole ed il granturco.

Le sagre Antillesi sono organizzate dal comune di Antillo lungo la via Roma, via principale del centro abitato. Esse offrono prodotti artigianali (scanni, cannistri, panari, passulari) e gastronomici tipici della tradizione antillese.

La sagra del granturco si svolge nel mese di agosto allo scopo di diffondere al di fuori di Antillo i prodotti tipici dell’estate come, appunto, il granturco, le pannocchie bollite e alla brace, la polenta ed il pane. La pianta del granturco era, ed è ancora oggi, una delle più coltivate nel nostro territorio.

La sagra della castagna si svolge durante l’ultimo fine settimana di ottobre ed ha come principale obiettivo recuperare un prodotto tipico dei boschi antillesi che nei secoli scorsi ha avuto un’importanza primaria nell’alimentazione degli esseri umani e degli animali selvatici. Qui i turisti hanno l’opportunità di degustare deliziose caldarroste, ma particolarmente ricercati sono i cannoli alla crema di castagne ed altre specialità culinarie a base del frutto secco sopracitato.

La sagra del maiale e del cinghiale è senza dubbio la sagra più popolare che si svolge nel primo weekend del mese di dicembre con l’obiettivo di far conoscere i prodotti tipici dell’allevamento e della caccia antillese. I piatti più amati ottenuti dalle carni di maiale e cinghiale sono la salsiccia, la porchetta, i salumi ed il lardo salato. Sempre accompagnati da panini caserecci o cuzzole al forno.

momenti della visita didattica

Ricette tipiche:

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alunni e docente davanti all’imponente Croce di ferro visibile da ogni punto di Antillo

Pane casereccio

Cuddura antillese

Ingredienti: farina mista (00, frumento, semola), acqua, lievito madre naturale, sale.

Preparazione: mettere della farina mista nella “maidda”, in seguito creare un foro all’interno e versare piano l’’acqua tiepida e il lievito madre naturale, impastare e versare del sale, impastare il tutto fino ad ottenere un impasto morbido da dividere poi in panetti di mezzo kg o più. Lasciare riposare per circa 6 ore (lievitazione naturale), passate 4 ore accendere il forno a legna in modo da portarlo alla temperatura giusta (si capisce perché i mattoncini del forno passeranno dal colore nero al colore bianco) passate le successive 2 ore sarà possibile infornare il pane, lasciarlo circa 30 minuti poi tirarlo fuori.

Il pane si può farcire con del buon olio extravergine d’oliva, origano, sale a piacere.

Ingredienti: farina 00, acqua.

Preparazione: Miscelare farina e acqua e impastare fino ad ottenere un panetto, dopo di che dividere in panetti piccoli nel frattempo bollire della uova e ricreare la forma tipica della cuddura.

Mettere nel forno a legna finché la cuddura diventa di un colore d’orato.

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(lavoro di ricerca effettuato in gruppo da Crupi Valeria, Palella Aron, Di Ciuccio Anthony)

Napoleone Bonaparte è stato sicuramente uno dei personaggi storici più importanti della storia mondiale. Figlio della Rivoluzione Francese, primo “imperatore dei francesi”, grande condottiero militare e dominatore dell’Europa ottocentesca.

Ma prima di tutto fu un grande riformatore e innovatore civile. Nel 1804 emanò il famoso editto che ordinava la sepoltura dei morti, per ragioni principalmente igieniche, lontano dalle città e dai centri abitati, fonte di ispirazione per Ugo Foscolo nella composizione del famoso carme Dei Sepolcri. Il 5 settembre 1806 l’editto Saint-Cloud venne applicato al Regno d’ Italia.

Ma per Antillo, il più internato centro della Valle d’ Agro, privo di strade rotabili e dei relativi mezzi di comunicazioni, prima Casale e solo dal 1846 Comune autonomo, dimenticato dalle autorità politiche ed amministrative provinciali, regionali e nazionali, il Decreto di autorizzazione all’acquisto del terreno occorrente per la costruzione del cimitero viene firmato da Umberto 1°, re d’Italia, il 16 giugno 1878.

Fino ad allora i morti venivano seppelliti in cappelle mortuarie costruite in proprietà private o nella fossa comune presente nella Chiesa della Madonna della Provvidenza. Il sito dove costruire il Cimitero era stato già scelto in contrada Portella, con il lato ovest al cospetto di Antillo perché i vivi avessero sempre presenti i morti ed i morti potessero aleggiare sul paese.

Essa ancora occupa il dorso di quel modesto colle, sistemato in piccole terrazze

alunni e docenti della Scuola Secondaria di I grado di Antillo in visita al Cimitero di Antillo

e contempla il sole che nasce, monte Kalfa con il Santuario della Madonna dell’ Aiuto e Pizzo Monaco, illuminato di notte, luogo in cui sorge la Campana per i Dispersi di tutte le guerre .

La voce del popolo ci presenta quali primi sepolti nel cimitero: - un forestiero che esercitava di mestiere “Cardaro”; - una certa Carmela Mastroeni fu Onofrio, moglie di Giuseppe Palella, macellaio; - una bambina.

Intanto dagli atti dello Stato Civile del Comune, risulta che: -il 18-08-1877, in via Della Chiesa, è morto Giuseppe Campione di anni 44 “Caldaio” residente ad Antillo, nato ad Acireale, fu Michele e di Mattia Ferro; - il 21-1-1878, in via Della Chiesa, al n. 40, è morta Carmela Mastroeni, di anni 25, fu Onofrio e fu Carolina Bongiorno, moglie di Giuseppe Palella, macellaio; -il 10/10/1878 in via Battista è morta Onofria Mastroeni di anni 2 e mesi 4, di Antonino e Saveria Mastroeni; fra il forestiero “Cardaro”= Giuseppe Campione e la Carmela Mastroeni, di anni 25, risultano altri 7 morti e fra quest’ultima e la bambina Onofria Mastroeni ancora altri 14. È credibile che i familiari di questi 21 morti, privi dei necessari mezzi economici per la inumazione nel locale del costruendo cimitero ne continuassero a volere la sepoltura nella fossa comune esistente nella Chiesa Madre. (Notizie storiche attinte dal libro Antillo, Memorie e Immagini del prof. Carmelo Crisafulli).

FOTOALBUM DELLE ATTIVITà bimbi della Primaria

durante le attivita

attivita laboratoriali

ammirando il panorama antillese

un dolce pensiero per gli alunni

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ANTILLO NOTIZIE Organo ufficiale del comune di Antillo RASSEGNA PERIODICA SEMESTRALE SPECIALE SCUOLA - DICEMBRE 2018 Direttore:

Davide Paratore - Sindaco Direttore Responsabile:

Katia Trifirò

Direzione, redazione e amministrazione: Sede municipale del comune di Antillo P.zza S. Martia della Provvidenza, 98030, Antillo, Messina tel.: 0942.723031 fax: 0942.723271

alunni al campo sportivo

Registrato al tribunale di Messina n° 5/98 del 25 marzo 1998 Contatti: https://www.comuneantillo.gov.it antillonotizie@tiscali.it Gruppo operativo di progetto:

Dirigente Scolastico: prof.ssa Enza Interdonato Valutatore del Piano: ins. Cristina Trimarchi Docente formatore del modulo “La scuola adotta un monumento”: prof.ssa Maria Rita Tomasi Docente tutor del modulo “La scuola adotta un monumento”: ins. Rita Palella Figura aggiuntiva: ins. Maria Catena Santoro Supporto organizzativo: ins. Claudia Sturiale Docente formatore del modulo “Storia, cultura e tradizioni”: prof. Antonino Palella Docente tutor del modulo “Storia, cultura e tradizioni”: prof. ssa Maria Grazia Santoro DSGA: dott.ssa Anna Maria Miuccio

visita all’antica bottega Galtieri

Collaborazioni a questo numero:

Sacerdote Don Egidio Mastroeni Rag. Andrea Sigillo Comandante della Polizia Municipale di Antillo: dott.ssa Maria Sigillo

alla scoperta

del paesaggio antillese

Fotografie:

- docenti del progetto - sig.ra Adalgisa Ambruno

Fonte Illustrazioni & Sfondi:

https://www.pinterest.it/

Grafico:

Federica Silvestro

federica.silvestro@gmail.com ragazzi delle medie in visita alla Chiesa Madre

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Stampato nel Dicembre 2018 Da: ARG di Costa e Trischitta s.n.c.

S. Alessio Siculo (ME) www.argdigitalprinting.com

Alunni della Scuola Primaria di Antillo, a.s. 2017/2018, coinvolti nel progetto: Ceccio Serena Di Pietro Cristian Farallo Anita Sofia Gambino Giuseppe Lo Conte Provvidenza Lo Conte Tindaro Lo Conti Serena Lo Giudice Assunta Lo Giudice Maddalena Lo Giudice Pietro Mastroieni Greta Maria Nicosia Aurora Nicosia Simone Palella Elio Palella Mary Paratore Anthony Bruno Paratore Maria Margherita Paratore Valerio Domenico Patricio Schatzlie Ishyco Pintilii Daniel Valentin Pinto Stefano Santoro Alessia Smiroldo Emma Smiroldo Giuseppe Villari Anna

Alunni della Scuola Secondaria di I grado di Antillo, a.s. 2017/2018, coinvolti nel progetto: Classe I: Di Ciuccio Anthony Lo Conte Arianna Lo Giudice Francesco Lo Giudice Giuseppe Lo Giudice Pio Sgroi Gioele Sgroia Giulia Smiroldo Luca Classe II: Bongiorno Giusy Crupi Carmelo Crupi Giorgia Crupi Valeria Di Pietro Mauro Lo Giudice Laura Lo Giudice Lorenzo Lo Giudice Mario Muscolino Anastasia Palella Aron Palella Giacomo Classe III: Gambino Daniela Smiroldo Lidia Sgroi Cristiano Paratore Martina

COPIA OMAGGIO IN DISTRIBUZIONE GRATUITA