PORTFOLIO
Federica Formenti
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Laboratorio di Costruzioni dell’Architettura
Professori: Oscar Eugenio Bellini, Giovanni Cucini Studenti: Federica Formeni, Martina Franzetti, Ylenia Guarna Secondo anno - A.A. 2019/2020
Laboratorio di Interni
Professori: Davide Fabio Colaci, Pierluigi Salvadeo Studenti: Federica Formeni, Martina Franzetti, Anna Lotto Terzo anno - A.A. 2020/2021
Laboratorio di Progettazione Finale
Professori: Tommaso Brighenti, Nicola Petaccia, Branka Cuca Studenti: Federica Formeni, Erica Fallarini, Alessia Gigola Terzo anno - A.A. 2020/2021
Laboratorio di Progettazione Architettonica
Professori: Marco Lucchini, Immacola Concezione Forino Studenti: Federica Formeni, Nasko Stefanov Voynov, Francesco Villella Quarto anno - A.A. 2021/2022
Glare House è il progetto di un’abitazione galleggiante per quattro fotografi posta sulle rive del Lago d’Iseo.
Il tema principale che ha guidato le scelte progettuali è stato quello di mantenere un forte legame con il paesaggio circostante, caratterizzato dalla presenza della Val Camonica e del lago stesso. Questo intento progettuale si è tradotto nell’uso di materiali, forme e contrasti così da creare un edificio che rispecchiasse le fattezze del territorio.
La forma dei tre blocchi irregolari che emergono alla piattaforma galleggiante è il risultato di questo processo di astrazione del territorio per portarlo ad essere architettura.
Essi sono orientati in modo tale da inquadrare tre paesaggi differenti, come se fossero dei mirini di una macchina fotografica: essi inquadrano la costa di Lovere, l’estensione del lago e l’imbocco della Val Camonica a Nord.
L’abitazione galleggiante si distribuisce in due dei tre blocchi, disposti su due livelli, di cui uno interrato nella piattaforma portante, entrambi correttamente illuminati tramite grandi aperture per lo spazio giorno e aperture a nastro per la zona notte sottostante. il terzo blocco ospita un atelier aperto al pubblico dove i fotografi possono esporre la propria arte.
Il materiale dell’intero rivestimento è il legno, così da richiamare la tradizione montana. Il rivestimento è composto da pannellature di legno agganciate alle pareti principali, queste pannellature differiscono di forma tra loro e accostate restituiscono l’idea di movimento, come se fossero le onde del lago.
Sito: Costa Volpino (BG), Lago d’Iseo
Glitch è il progetto temporaneo di una discoteca all’interno del patio del Politecnico di Milano, uno spazio usato per lo studio e il lavoro di gruppo. Il tema principale indagato nel corso del progetto è stato quello dell’interferenza, queste è stata declinata in diversi modi:
- Interferenza funzionale
Il progetto gioca sulla macro-interferenza tra lo spazio esistente e quello progettato mantenendo comunque un forte legame con o spazio in cui esso si insedia. Si passa da uno spazio di studio ad una discoteca.
Interferenza tipologica
Il patio di Vittoriano Viganò, progettato negli anni ‘80, è stato pensato come uno spazio centrale, che segue una geometria rigorosa, il progetto Glitch vuole andare ad esaltare questa geometria andando ad inserire un’interferenza tipologica che distribuisce il progetto su fasce longitudinali che attraversano lo spazio e ne tolgono l’interpretazione centrale.
- Interferenza materica, cromatica e atmosferica
Il tema dell’interferenza si riflette nel progetto attraverso i materiali leggeri, come il metacrilato, posti in contrapposizione con materiali “pesanti” come il calcestruzzo. Anche i colori scelti sono in contrasto con quelli esistenti, come il blu della pista che contrasta il rosso dei tubi presenti nello spazio. Il progetto, inoltre, va a scambiare le temperature tipiche dello spazio, riscaldando lo spazio aperto e raffreddando lo spazio interno dell’aula che si affaccia sul patio.
Sono state mantenute e potenziate le luci già presenti nello spazio patio. Sono stati aggiunti binari sospesi e illuminazione da pavimento per guardaroba e aula.
La pista esterna viene servita da un sistema di casse agganciate ai pilastri dello spazio patio già esistenti. All’interno dell’aula il suono esce dal pavimento disequilibrante.
I guardaroba posti all’ingresso attraverso la loro cadenza serrata e le loro proporzioni monumentali imitano l’effetto di un lungo colonnato luminoso.
L’aula viene tenuta a 10° C e riempita di nebbia, per creare un’atmosfera disturbante che ricordi quella di una grotta. Il pavimento imita l’irregolarità del suolo naturale.
Sezione Aula
Sezione Guardaroba
Arredo
Il modulo è composto da semicerchi e cerchi in metacrilato. Di giorno vengono utilizzati come postazioni per lo studio composti insieme ai moduli 70 e 100, di notte come arredo per lo spazio lounge.
Il modulo è composto da semicerchi e cerchi in metacrilato di differenti altezze, pensati in modo daessere usati come sedute, tavoli da studio e tavoli da lavoro di giorno, e postazioni per il ballo di notte.
I banconi bar sono composti da moduli trasparenti in metacrilato. Le postazioni di preparazione dei cocktail sono poste da entrambi i lati lunghi del bancone.
I guardaroba sono composti da scomparti per il deposito di effetti personali e da un piccolo camerino. Possono essere utilizzati sia in occasione della serata, che durante la quotidianità studentesca.
Arredo Guardaroba
Arredo Bancone bar
Il progetto del nuovo Mi.Ma., parte dall’analisi dei quartieri milanesi nei quali l’area di progetto ha sede. Questa ha restituito un quadro chiaro di un quartiere attualmente poco sfruttato, sebbene sia a metà strada tra l’ospedale di Niguarda e l’università Bicocca. L’obbiettivo del progetto è dunque restituire vitalità al luogo creando una struttura ibrida che sia un nuovo polo per la città.
L’ampliamento della parte di archiviazione è stato previsto a Sud dell’edificio esistente, il nuovo edificio, dunque, si addossa all’esistente andando a creare una continuazione in pianta della macchina di archiviazione “Eustorgio”, essa si estende anche in altezza per tre piani, portando la capacità dell’archivio da 70 km lineari a 150 km lineari di carta.
Accanto al blocco di archiviazione si sviluppa una parte amministrativa e di consultazione, legato anch’esso all’attività dell’archivio. Parte delle sale di consultazione al primo piano affacciano sul blocco pubblico, che presenta un accesso differenziato. Esso ospita una biblioteca a doppia altezza, un auditorium ed un co-working a disposizione del quartiere e della città di Milano. L’ultimo piano di questo blocco ha la caratteristica di essere completamente cieco perimetralmente e ricevere luce solo dai lucernari piramidali, è rivestito di un intonaco giallo che permette all’edificio di essere riconosciuto anche da lunga distanza. La scala in prospetto porta direttamente alla sala espositiva sospesa che corre al di sopra dell’edificio all’interno di una struttura reticolare.
Sito: Cittadella degli Archivi, Niguarda, Milano
Mind the gap è il progetto di un nuovo Polo residenziale situato nel quartiere Gorla a Milano, un’area tra Turro e Crescenzago, dove la sregolatezza edilizia degli anni ‘60 ha lasciato in eredità alla città un tessuto agerarchico, di una grana minuta. Uno degli obiettivi dell’intervento è quello di riconnettere, ricucire e instaurare un dialogo fra il quartiere e il parco Martesana presente nei pressi del sito di progetto, oltre il naviglio omonimo. Il complesso si compone di tre edifici, uno studentato (S1) un housing libero (H1) ed un social housing (H2).
L’edificio S1 ha 100 posti letto distribuiti su cinque piani dedicati a stanze e spazi comuni come cucine e spazi studio. Al pian terreno vine localizzato un piccolo bar/tavola calda che svolge la funzione di hall e spazio di ingresso. Invece sul retro sono posti i locali di servizio.
L’edificio H1 è quello centrale tra i tre, al piano terra offre un servizio di vendita e noleggio e riparazione di canoe, attività legata alla vicinanza con il naviglio Martesana. Sono inolre presenti una sala polivalente e una hall di ingresso all’edificio. Ai piani superiori sono presenti appartamenti di taglio mediogrande, che si integrano a livello di varietà tipologia con quelli dell’edificio H2.
offerti dalle attività presenti nei piani terreno. Gli edifici disposti nel lotto comunicano tra di loro attraverso lo spazio pubblico, relazioni che formano tra pieni restituiscono dei “gap” che generano “percorsi” corridoio lungo quali leggere progetto. La spina centrale garantisce una lunga visibilità raprresenta la spina dei servizi offerti dalle attività presenti nei piani terreno. fronti interni al lotto, come quelli esterni creano pres-
sioni e decompressioni dello spazio disegnando nei vuoti luoghi di diversa natura, da girdini più intimi piazze più ampie contatto con l’acqua.
Legenda Edificio Culturale; 2 Sala Giochi; - Sala polivalente; 4 Bar interno Studentato; 5 Deposito biciclette; 6Attivita commerciale; Portineria quartiere; 8 - Bar; Androne di ingresso; 10 Servizi; 11 Aula Studio
L’edificio H2 si attesta nell’angolo nordorientale del lotto. Al piano terreno, oltre ad una bar/caffeteria viene predisposto una sala polivalente a disposizione della comunità. Si sceglie di privilegiare un’utenza giovane offrendo alloggi di piccolomedio taglio maggiormente appetibile per single e giovani famiglie, questi si dispongono su tutti sei piani.
Pianta piano primo studentato
Pianta piano housing libero
Pianta piano social housing
Pianta
100 280 70 280 70 280
100 280 70 280 70 280
h.300
h.300
h.270 h.270
h.270 h.270
80 210 80 210
80 210 130 115280270280 280 130 280
80 210 130 115280270280 280 130 280
80 210 80 210
80 210
80 210
h.270 h.270 h.300 h.300 0 1
Edi cio H1 - Trilocale T1
h.270 h.270 h.300 h.300 0 1
Edi cio H1 - Trilocale T1
Capacità: 3 abitanti
Capacità: 3 abitanti
La vetrata pieghevelo e scorrevole permette al living di unirsi allo spazio giorno nella stagione estiva. La continuità degli spazi è rinforzata dalla continuità materica tra interno ed esterno.
La cucina è elemento di circolazione, accessibile anche dalla zona notte senza interferire con le attività del living. L’arredo è completato da una finestra arredata che si presta come piano da lavoro.
Escluso l’involucro e gli ambienti umidi, lo spazio risulta delimitato unicamente da da arredo e partizioni mobili.
La neutralità dell’alloggio, data dai toni pacati di legno e cemento, questi viengono interrotti dall’uso del colore, puntale e inatteso.
Tutti gli alloggi di questo edificio sono caratterizzati da una spina di servizi e spazi distribuiti addossata al vano scale, permettendo il maggior numero di affacci alla zona giorno e zona notte.
Le logge di questo edificio sono rivestite di legno, listelli di abete sulle pareti ed un deck come pavimentazione filtrante.
Il concetto di facciata filtrante è dato dai pannelli mobili, presenti sull’intero prospetto, composti da lamelle orientabili che permettono di filtrare la luce del sole.
La zona giorno è distribuita come un grande openspace, questo comprende lo spazio living e la cucina, composta da una parte a parete ed un’isola.
Parquet in legno di abete
Quadrilocale edificio H2
Cemento spatolato
logia con la quale viene realizzato l’involucro esterno, caratterizato da una parete ventilata formata da una lamiera ondulata staccata di pochi cm, dalla facciata. La stessa geometria è ripresa sulla figura del piano terreno
di un involucro completamente chiuso nel momento in quale vengo chiuse. Le partizioni mobili posizionate sulle logge invece consentono alla luce di filtrare leggermente per illuminare le zone giorno degli appartamenti.
rale rispetto alla facciata esterna e permette di essere intercettato dal profilo esterno del piano terreno, che così facendo risulta arretrato rispetto ai piani superiori, differenziandosi anche per la finitura in fibrocemento. 1_ Involucro - Parete ventilata 3_ Solaio esterno su loggia50 cm 40 cm