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Futuro sostenibile
Rigenerare l’Abitare Pubblico: ATC Piemonte Nord alla prova della sfida PNRR per l’Efficienza Energetica
L’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) si trova di fronte a una straordinaria opportunità per la sua rigenerazione. Questa nuova spinta arriva dal PNRR, attraverso un provvedimento (inizialmente instaurato dalla Legge di Bilancio 2025 e poi attuato tramite il decreto del 9 aprile 2025 del Ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, di concerto con il Ministro dell’Economia) che destina 1,381 miliardi di euro alla riqualificazione energetica degli alloggi ERP. Questa misura, attesa e strategica, mira a imprimere un’accelerazione decisiva a un patrimonio abitativo spesso vetusto e bisognoso di interventi urgenti, sia sul fronte dell’efficienza energetica che su quello della dignità abitativa e della salubrità degli ambienti.
L’incentivo PNRR, parte dell’Investimento 17 della Missione 7 – REPowerEU, finanzia fino al 65% a fondo perduto degli interventi, con un vincolo preciso e innovativo: garantire un miglioramento certificato dell’efficienza energetica di almeno il 30% sui consumi. Questo non è un semplice requisito tecnico, ma un vero e proprio cambio di paradigma. Non si tratta più solo di “mettere a norma” o “ristrutturare”, ma di rigenerare l’abitare pubblico, considerandolo un’infrastruttura strategica per la transizione ecologica, l’equità sociale e la lotta alla povertà energetica. Accanto a questa misura PNRR, si rinnova e potenzia anche il Conto Termico, gestito dal GSE, offrendo due binari paralleli per la riqualificazione profonda e strutturale del patrimonio ERP.
In questo scenario di trasformazione, l’ATC Piemonte Nord emerge come protagonista. L’Agenzia Territoriale per la Casa gestisce il patrimonio ERP in un’area composita, articolata e ampia, che comprende le province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola (VCO). Con circa 15.000 alloggi, box e negozi distri- buiti sul territorio, molti dei quali costruiti tra gli anni Sessanta e Ottanta, l’ATC si trova di fronte alla doppia sfida di riqualificare l’esistente e, allo stesso tempo, mantenere una presenza pubblica e contrastare la marginalizzazione abitativa nei contesti più fragili, inclusi centri urbani medio-piccoli, zone montane e paesi in via di spopolamento.

Per cogliere al meglio l’opportunità offerta dal PNRR, ATC Piemonte Nord ha dimostrato tempestività e visione strategica. L’ente ha pubblicato un avviso rivolto agli operatori economici, in particolare alle
ESCo (Energy Service Company), per la presentazione di proposte in finanza di progetto. Questa iniziativa – denominata “Avviso per la presentazione di proposte di finanza di progetto per interventi di efficientamento energetico in edifici ERP” – è stata formalizzata ai sensi dell’art. 193, comma 16, del D.lgs. 36/2023, il nuovo Codice dei Contratti Pubblici. L’obiettivo è sollecitare proposte spontanee in regime di concessione, capaci di attivare forme di collaborazione flessibili e innovative che mettano a sistema le risorse pubbliche disponibili con le competenze tecniche e finanziarie del settore privato. Gli interventi potranno beneficiare sia dell’incentivo PNRR che del Conto Termico, e potranno essere strutturati tramite modelli contrattuali flessibili e collaudati, come i Contratti di Rendimento Energetico o di Prestazione Energetica (EPC).
ATC Piemonte Nord ha già maturato significative esperienze negli anni scorsi con interventi di riqualificazione energetica, sfruttando strumenti come il Superbonus, fondi regionali e risorse europee. Ora si tratta di capitalizzare questa esperienza ed estendere la logica dell’efficienza a una scala più ampia e strutturata, con una programmazione industriale di rigenerazione edilizia.
Ma gli interventi da progettare e realizzare, non si possono limitano al solo efficientamento energetico, dovendo puntare a una riqualificazione complessiva che unisca efficienza, durabilità e qualità architettonica. In molti casi, sarà necessario integrare i progetti sui singoli edifici andando ad agire su una scala urbana più ampia, rigenerando anche i contesti adiacenti: cortili, aree comuni e connessioni con il quartiere.
I vantaggi derivanti da questi investimenti sono tangibili. Per le famiglie, gli anziani e i nuclei vulnerabili che abitano gli alloggi, il risparmio del 30% sui consumi si traduce in un significativo abbattimento dei costi in bolletta, contribuendo a contrastare la povertà energetica. Al contempo, il miglioramento del comfort abitativo è notevole, con ambienti più salubri, caldi d’inverno e freschi d’estate. A livello territoriale, la riqualificazione del patrimonio ERP contribuisce a migliorare il decoro urbano, a ridurre le emissioni e a fungere da volano per l’economia locale, creando opportunità di lavoro per imprese e artigiani.
L’impegno di ATC Piemonte Nord, supportato dai fondi del PNRR e da un approccio innovativo di partenariato pubblico-privato, rappresenta un modello di riferimento per altri enti gestori. La scommessa è chiara: trasformare il patrimonio ERP in una leva di rigenerazione urbana, garantendo non solo bollette più leggere, ma anche quartieri più inclusivi e città più giuste.
Per comprendere appieno la portata e le modalità di questa opportunità, è fondamentale analizzare in dettaglio le “regole del gioco” delineate dal già citato decreto del Ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, in vigore dal 23 maggio scorso. Il piano di efficientamento energetico dell’ERP e delle famiglie a basso reddito, finanziato con un totale di 1 miliardo e 381 milioni di euro a valere sui fondi PNRR, si articola in modo preciso. Di questa somma, 1.331 milioni sono dedicati alle sovvenzioni gestite dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), mentre i restanti 50 milioni sono destinati a prestiti agevolati tramite Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Il provvedimento persegue obiettivi chiari: incenti- vare le ristrutturazioni energetiche nell’edilizia residenziale pubblica, migliorare l’accesso ai finanziamenti per le famiglie vulnerabili e a basso reddito, ottenere un miglioramento minimo dell’efficienza energetica del 30% degli edifici e, non da ultimo, ridurre la povertà energetica promuovendo interventi sostenibili e compatibili con gli obiettivi climatici dell’UE. Le linee di intervento previste si concentrano sulla riqualificazione energetica non solo dell’ERP, ma anche dell’Edilizia Residenziale Sociale (ERS) e dei condomini abitati da famiglie a basso reddito.

L’accesso a questi incentivi è riservato a interventi realizzati su edifici di proprietà pubblica (come quelli gestiti da ATER o Comuni), che siano già dotati di impianti centralizzati di climatizzazione o che lo diventeranno a seguito dell’intervento. La condizione imprescindibile è il miglioramento minimo del 30% dell’efficienza energetica, da dimostrare attraverso l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) sia prima che dopo l’intervento.
L’incentivo si articola in due forme principali: una sovvenzione a fondo perduto fino al 65% dei costi ammissibili, gestita dal GSE, e un prestito agevolato fino al 35%, concesso da banche convenzionate tramite i fondi della CDP. È cruciale sottolineare che le ESCo (Energy Service Company) sono designate come i soggetti attuatori degli interventi e i soli beneficiari diretti dei fondi, garantendo una gestione professionale e orientata al risultato.
Per accedere ai finanziamenti, i progetti devono prevedere interventi specifici come isolamento termico (cappotti, interventi su pareti, coperture e solai), sostituzione o miglioramento degli infissi, l’installazione di sistemi di climatizzazione invernale ed estiva efficienti (caldaie a condensazione, pompe di calore, sistemi ibridi), impianti a fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici, solare termico, colonnine per la ricarica di veicoli elettrici), sistemi di accumulo dell’energia (elettrici integrati a fotovoltaico) e interventi di efficientamento degli impianti comuni (come illuminazione LED, automazione e domotica per il controllo dei consumi). Oltre a ciò, sono ammissibili anche opere complementari, incluse spese tecniche (progettazione, asseverazioni, APE ante e post operam) e interventi di messa in sicurezza o adeguamento sismico, purché integrati con l’efficientamento. Ogni progetto deve dimostrare una riduzione del consumo energetico globale (EPgl, nren) di almeno il 30%, corredato da APE, asseverazioni tecniche e un piano dettagliato degli interventi.
Le ESCo dovranno candidare i loro progetti sulla piattaforma online del GSE, che si occuperà della valutazione e selezione, stabilendo l’entità del sostegno. In caso di necessità, le ESCo possono anche richiedere garanzie da SACE per ottenere ulteriori prestiti bancari. Infine, occorre sottolineare che è previsto un rigoroso sistema di monitoraggio e controllo: il GSE verifica, al termine degli interventi, l’effettivo conseguimento del risparmio energetico tramite l’obbligatoria emissione di un nuovo APE post-operam. Sono previste revoche e recuperi dei fondi in caso di irre - golarità o mancato raggiungimento degli obiettivi, a garanzia della corretta e trasparente gestione delle risorse pubbliche..