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L’intervista Marco Marchioni

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ATC Piemonte Nord

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Presidente ATC Piemonte Nord

Lo scorso mese di gennaio Marco Marchioni, 52enne avvocato penalista di Baveno (Vco), componente del consiglio direttivo di Federcasa nazionale e di quello giudiziario della Corte di Appello di Torino, nonché presidente di Conser Vco, è stato confermato al timone di Atc Piemonte Nord. Alla guida dell’Agenzia, va ricordato, era stato eletto una prima volta a fine 2020. Il bis del mandato, 5 anni dopo la prima volta, è conferma, dunque, dell’operato più che positivo svolto sin qui. L’avventura prosegue, e pone ora Marchioni dinnanzi ai tanti obiettivi da raggiungere nel prossimo quinquennio. Una sfida certo affascinante, ma non priva di ostacoli.

La rielezione alla presidenza di Atc Piemonte Nord è un riconoscimento del buon lavoro svolto dal 2020 al 2025. Da qui in poi la sfida è, se possibile, ancor più impegnativa, perché le aspettative sono salite.

“Sì, direi proprio di sì, e per questo voglio nuovamente ringraziare il governatore del Piemonte Alberto Cirio, la giunta regionale e la Lega, partito al quale appartengo, in special modo il segretario piemontese Riccardo Molinari e quello provinciale del Vco, Enrico Montani, per la fiducia accordata nei miei confronti testimonianza, credo di poter affermare, del buon lavoro svolto sin qui nel campo dell’edilizia sociale. Ma ringrazio anche il consiglio di amministrazione uscente di Atc Piemonte Nord, i dirigenti, il direttore generale Roberto Ghiglione ed il personale tutto, perché le cose funzionano soltanto quando si ha la possibilità, come è capitato a me, di poter fare gioco di squadra”.

Facciamo un passo indietro. Come si è approcciato al non facile mondo delle case popolari, lei che di professione ha sempre fatto (e fa tuttora) l’avvocato?

“Ho fatto il mio ingresso in Atc utilizzando tutte le cautele del caso e con l’entusiasmo che ci metto ogni prima volta in tutte le esperienze che affronto nella mia vita privata e professionale. Ad ogni buon conto, quando mi hanno ventilato l’ipotesi di assumere la presidenza dell’Agenzia per sostituire l’allora presidente Luigi Songa, ho approfondito ulteriormente, ero già nel Cda, la realtà delle case popolari in Piemonte e non soltanto. Il primo mandato non è stato un periodo facile e, perdipiù, è stato complicato dal Covid e dai rincari del gas, e non soltanto. Ma nell’insieme è stato soddisfacente sotto ogni punto di vista avendo fatto molto, rispetto al passato, in direzione del miglioramento complessivo delle condizioni abitative dei nostri circa 60mila utenti; ma molto ancora resta da fare. Talvolta ho dovuto assumermi grandi responsabilità, pur tuttavia l’ho fatto poiché non solo convinto fermamente del mio progetto, anzi del progetto Atc PN, ma anche perché sapevo che il team di lavoro che ho trovato sarebbe riuscito a sopportare il percorso. E così è stato. Già dalle prime riunioni del nuovo Consiglio di amministrazione, a gennaio 2025, abbiamo discusso idee e strategie e disegnato il futuro a breve e medio termine. L’agenda è piena, i prossimi impegni saranno rivolti, in primis, ad una crescente valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’Agenzia”.

Il vasto patrimonio gestito da Atc Piemonte Nord comprende circa 15mila tra alloggi, garage e negozi, suddivisi nelle quattro province di competenza: Novara, Biella, Verbano Cusio Ossola e Vercelli. Molte palazzine, però, sono vecchie e necessitano per questo di manutenzione costante e di investimenti importanti. Un impegno non certo facile il suo, valutato anche il maxi territorio di quadrante in cui agite.

“Il nostro obiettivo, complicato data la vetustà, nostro malgrado, di una parte delle palazzine che gestiamo, è quello di cercare di migliorare le condizioni di vita generali dei nostri inquilini, offrendo loro appartamenti sempre più moderni e tecnologici che nulla hanno da invidiare a quelli a disposizione sul mercato privato. Alla luce delle tante trasformazioni in atto nella società, pandemia, post Covid, rincari energetici, guerre, e non soltanto, che toccano da vicino in particolar modo i segmenti più fragili delle popolazioni, e tra questi anche gli inquilini degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, il nostro impegno è quello di proseguire a lavorare a fari spenti, confidando anche negli aiuti economici di Regione, Stato ed Europa, perché migliorare le case popolari significa migliorare un po’ le nostre comunità. In generale, ritengo che serva un piano nazionale per il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica e per fronteggiare l’emergenza abitativa che è sempre più dilagante. L’obiettivo mio e dello staff è quello di continuare a garantire servizi sempre più efficienti e soprattutto a misura dei nostri utenti, per i quali occorrono specifiche azioni di sostegno, attivando al contempo tutte le iniziative utili alla ricerca di nuove risorse finanziarie da investire nel campo dell’edilizia sociale”.

Presidente, come stanno i conti dell’Ente?

“Gli ultimi anni sono stati come detto difficili per tutti ma, per quanto ci riguarda, significativi sotto il profilo dei risultati concreti ottenuti, a partire dai rendiconti finanziari approvati dal Cda e valorizzati dall’ottenimento, per tre anni consecutivi, del certificato Deloitte. I conti a posto e solidi ed in costante miglioramento – anche se l’aumento dei costi del gas ha inciso pesantemente sui bilanci – sono conferma della bontà del nostro operato, in un quadro dal punto di vista operativo non semplice che comprende quattro province, ognuna di essa con peculiarità diverse. Naturalmente la crisi economica che vede coinvolte, in varia misura, moltissime famiglie, ha messo a dura prova i nostri inquilini che rappresentano, più di altri, una fetta di popolazione già di per sé fragile. Pur tuttavia, ancor prima che i rincari diventassero così importanti, abbiamo messo in campo una serie di iniziative, tra cui la richiesta di anticipazioni sui consumi, che hanno consentito di “spalmare” in un periodo più ampio, così pesando un po’ meno sui bilanci famigliari, l’aumento dei costi”.

Oltre ad aver sistemato i conti, in questi primi anni di lavoro lei ha combattuto un’importante battaglia contro gli inquilini colpevolmente morosi. E il “giro di vite” prosegue. Il debito consistente di una vasta parte di utenti, 4 milioni di euro nella sola Biella per dare l’idea, resta una delle situazioni più delicate cui far fronte. Atc è un Ente di natura non economica, e se non incassa affitti e bollette diventa più difficile programmare la manutenzione. Ci spiega, dunque, in che modo avete agito e quali risultati avete sin qui raggiunto?

“Appena sono stato eletto presidente ho messo mano con la direzione e con gli uffici competenti al problema della morosità colpevole. In primo luogo abbiamo proceduto alla verifica dei dati, famiglia per famiglia, anche di quelle cessate. Poi abbiamo subito affidato ad un’agenzia esterna specializzata, pur mantenendo la titolarità del credito, il compito di notificare solleciti e, successivamente, ingiunzioni fiscali al fine recuperare quanti più crediti possibili dai nostri inquilini perché, data la mole importante di debiti da loro accumulati, tra affitti e bollettazione, e mai richiesti nel tempo da chi mi ha preceduto, perseguire l’obiettivo con le risorse interne sarebbe stato improbabile od addirittura impossibile. Allo stato attuale abbiamo incassato circa 1 milione e mezzo di euro, non molto se rapportato al dato complessivo, ma un risultato comunque significativo anche dal punto di vista “educativo” se si tiene conto del fatto che abbiamo finalmente dato un segnale forte e in contro tendenza rispetto al passato. In una prima fase, infatti, ad alcuni era parso che ci fossi- mo improvvisamente travestiti da sceriffi intransigenti, ma con il tempo si è invece capito che la nostra azione, oltre ad essere tutelata e normata dalle leggi vigenti, era di buon senso ed a favore dei più fragili. Abbiamo riscosso le morosità – e continuiamo tuttora a farlo con metodo e costanza e grazie anche alla collaborazione con le amministrazioni comunali e con la Regione Piemonte – in un’ottica di giustizia ed equità sociale nei confronti di chi, silenziosamente, aspetta da tempo di avere una casa. Ormai da anni insistiamo nel far passare l’informazione che l’Ente procede con le ingiunzioni fiscali, i pignoramenti e che chiede ai Comuni di pronunciare ed eseguire le decadenze. Gli inquilini se ne rendono conto più di prima e così vengono a concordare piani di rientro, per non essere costretti ad abbandonare l’alloggio prima del tempo. D’altronde, non è giusto che chi non paga un affitto medio calmierato di 96 euro, tolga il posto a chi è in graduatoria ed attende pazientemente, e con sacrifici, di ottenere ciò che dovrebbe essere un suo diritto”.

La battaglia, si diceva, è solo agli inizi. A Villadossola nel Vco, solo per fare un altro esempio, gli alloggi popolari all’ex Villaggio Sisma sfiorano il tetto delle 500 unità e il 62% delle famiglie che occupano queste case hanno posizioni debitorie; il buco è di oltre un milione di euro. Atc continua comunque ad investire e migliorare gli alloggi, ma il problema serio della morosità colpevole, cioè di quelle persone che, pur essendo nelle condizioni di poter pagare il canone si rifiutano di farlo, danneggia anche gli inquilini che si comportano correttamente, perché Atc PN non può effettuare tutti i lavori che vorrebbe.

Avete effettuato diverse operazioni pro decoro.

“E’ vero, in questi anni abbiamo realizzato diversi interventi per migliorare il decoro e contrastare il degrado nei complessi del quadrante delle case popolari. Abbiamo effettuato operazioni straordinarie di pulizia e sgombero di rifiuti di materiali e masserizie abbandonati nelle cantine, nei sottotetto e nei cortili interni e voglio per questo ringraziare per la collaborazione le prefetture, i Comuni, la polizia di Stato e le polizie locali. Sono state, altresì, rimosse automobili e motocicli abbandonati. E’ incredibile constatare come diverse cantine e sottotetti dei complessi Atc fossero nostro malgrado diventate dei veri e propri depositi di motorini, mobili vario, materassi e molto altro ancora: ora però il vento è cambiato. Queste sono operazioni che proseguiamo a fare e che contribuiscono a ristabilire ordine e legalità nei quartieri: condizioni indispensabili per garantire la serenità degli abitanti delle case popolari, ma anche permettere la prosecuzione degli importanti lavori di riqualificazione”.

In questi anni si è parlato molto degli investimenti per il 110 per cento, siete riusciti a rispettare i termini stabiliti dal Governo compiendo i lavori di riqualificazione che vi eravate ripromessi di fare?

“Abbiamo fatto e stiamo tuttora facendo il possibile, ma il quadro normativo mutato più volte ha messo anche noi in seria difficoltà. Ciò nonostante abbiamo cercato di realizzare quanti più interventi possibili di edilizia sociale residenziale messi in programma. Le nuove palazzine per i nostri inquilini, che vivono in case spesso vetuste che sono patrimonio dello Sta- to, significano, in futuro, bollette meno onerose, oltre a maggior comfort abitativo e coesione sociale”.

Sempre in questi anni vi siete anche contraddistinti per la mole di servizi digitali messi in campo. Vuole illustrarceli e dirci che benefici hanno portato?

“Per facilitare il rapporto con gli utenti e ottimizzare le condizioni del lavoro del personale sono state messe in atto una serie di migliorie nel settore della comunicazione. Siamo partiti con l’affidare il restyling del sito istituzionale (www.atcpiemontenord.it) ad un’Agenzia digitale e oggi disponiamo di uno strumento web di facile utilizzo e consultazione. Primi in Italia nel novero delle Agenzie territoriali della casa, lo abbiamo poi dotato di un chatbot, un risponditore virtuale, a disposizione degli inquilini 365 giorni l’anno/h24 per la risoluzione tempestiva delle loro problematiche. Ma sul fronte delle novità tecnologiche siamo andati oltre. Abbiamo, infatti, attivo un contact center h24, 365 giorni l’anno, per la segnalazione dei guasti e un’applicazione gratuita, sia per IOS sia per Android, utile per esempio per prenotare gli incontri con il personale Atc ed evitare così le code. In questo modo abbiamo avvicinato le persone all’Agenzia, consentendo loro di poter sempre avere risposte utili e concrete circa la conduzione dei loro appartamenti. Sono tutte soluzioni integrate che consentono al personale dei nostri uffici, dove sono impiegate in pianta organica poco meno di 70 persone a fronte di 60 mila inquilini, di lavorare meglio e, allo stesso tempo, che semplificano la qualità della vita dei nostri utenti, che non sono più costretti a recarsi nelle sedi territoriali, affrontando viaggi e spese conseguenti”.

Il tour avviato in primavera nel quadrante è un altro modo per stare vicini agli utenti. In che cosa consiste e quali risultati sta dando? Come reagiscono gli inquilini?

“Il nostro sforzo in questa direzione è quello di dimostrare che la realtà di Atc PN non è solo fatta di burocrati che lavorano nella sede e negli uffici territoriali, bensì di persone, uomini e donne, che ogni giorno operano sul campo, e penso per esempio ai nostri geometri e non soltanto a loro. Abbiamo perciò avviato un tour nelle quattro province di competenza, con partenza da Villadossola (Vco) nel marzo scorso, per fare il punto della situazione sullo stato di conservazione del patrimonio immobiliare pubblico. Per noi è l’occasione per incontrare nuovamente i nostri inquilini, ascoltarli, recepire le eventuali criticità e approfittarne, laddove si è reso utile e necessario, per rispiegare loro alcuni nodi fondamentali del mondo delle case popolari quali, ad esempio, come effettuare correttamente una segnalazione, come accedere al Fondo sociale o come evitare, in presenza di morosità, di perdere il proprio alloggio in maniera coatta. Durante questi incontri cerchiamo di dare suggerimenti concreti e di buon senso agli utenti e risposta alle varie problematiche che via via emergono. Proseguire nell’operazione di migliorare il più possibile le condizioni abitative di chi vive in un alloggio di edilizia residenziale pubblica, lo ribadisco, è uno degli obiettivi principali di questo mio secondo mandato al timone dell’Ente e la collaborazione avviata con l’assessore regionale competente Maurizio Marrone, che potrebbe prendere parte a qualche tappa del tour nel quadrante, di persona o facendo pervenire videomessaggi, è molto positiva e per questo lo ringrazio”.

Un Ente, Atc Piemonte Nord, che, fin dalla nascita, nonostante le numerose e crescenti difficoltà, ha sempre avuto la vocazione di venire incontro ai più bisognosi e ai più fragili, perché – e non va mai dimenticato – il diritto alla casa, al pari di quello al lavoro, è da considerarsi fondamentale per garantire la dignità delle famiglie e delle persone.

Tra le ultimi iniziativa attuate da Atc PN spicca quella del bando di auto recupero. Ci spiega in che cosa consiste?

“Si tratta di un’iniziativa concertata con la Regione Piemonte ed in particolare con l’assessore competente Marrone e prevista dalla Legge regionale 3/2010 che consiste nel mettere a disposizione di chi ne ha diritto alloggi di edilizia residenziale pubblica non immediatamente assegnabili, perché bisognosi di interventi di manutenzione (dalla sostituzione dei sanitari, alla verifica dell’impianto elettrico ed idraulico). Atc Piemonte Nord ha individuato, per ora, 75 case popolari appetibili nei territori del quadrante in cui opera. Gli aspiranti assegnatari in attesa di un alloggio popolare perché in graduatoria hanno potuto fare domanda di autorecupero impegnandosi a farsi carico, nei tempi e modi concordati, dei lavori indispensabili già individuati da Atc e per un importo massimo di 10 mila euro. La somma anticipata sarà poi scalata dal canone mensile”.

I 75 alloggi disponibili per questa edizione dell’autorecupero, va detto, coprono tutte le aree del quadrante di competenza Atc del Piemonte Nord e sono così dislocati: Novara n. 19 alloggi, Biella n. 12 alloggi, Carisio n. 1 alloggio, Santhià n. 1 alloggio, Trino n. 4 alloggi, Verbania n. 4 alloggi, Vercelli n. 11 alloggi, Villa- dossola n. 22 alloggi, Invorio n. 1 alloggio.

Cantieri da poco conclusi e cantieri che chiuderanno?

“Tra le opere più importanti che andremo a concludere, salvo imprevisti, entro fine anno, ci sono 42 nuovi alloggi a Cossato, nel Biellese, dove stanno sorgendo tre fabbricati all’avanguardia, testimonianza di un nuovo concetto di case di edilizia popolare già concretizzatosi di recente in quel di Novara, in via San Bernardino da Siena. Grazie alla presenza di alti contenuti tecnologici, puntiamo infatti a un importante contenimento dei costi delle utenze, oltre che a una maggiore cura degli ambienti interni. Un altro passo contro il degrado e verso il futuro, come abbiamo detto inaugurando il cantiere. Si tratta di un’opera, quella di Cossato, fondamentale per il territorio che era ferma da più di 15 anni e che vedrà la luce grazie alla sinergia tra noi e la Regione Piemonte. Il complesso sta nascendo in via Martiri della Libertà dopo il completamento dell’iter burocratico (voluto dall’ex assessore regionale Chiara Caucino) che ha permesso di sbloccare 8 milioni di euro complessivi della legge piemontese 513/77 “Programma casa”. Le nuove case popolari, immerse nel verde, nulla avranno da invidiare a quelle attualmente disponibili sul mercato e saranno destinate alle famiglie oggi in graduatoria. Saranno, peraltro, realizzati 63 posti auto di pertinenza delle abitazioni, più 63 pubblici ceduti all’amministrazione di Cossato (quest’ultimi già pronti). Ma proseguono le inaugurazioni di palazzine riqualificate ex novo o in parte in tutto il quadrante. A Vercelli, per esempio, dove si è chiuso sul finire del 2024 il cantiere con fondi Pnrr per 1,2 milioni di euro avviato nell’estate dell’anno precedente ai Cappucci- ni, mentre a breve, sempre a Vercelli, se ne è chiuso un secondo in via Pollone. A seguire altri. Nell’area del Cusio (Vco) abbiamo siglato con il Ciss un progetto di housing sociale, finanziato con fondi Pnrr, che ha previsto il ripristino e l’assegnazione di sei alloggi, per i quali ad oggi non vi era previsione di intervento, così da portare un aiuto a persone e famiglie che si trovano, loro malgrado, ad affrontare un periodo economico e sociale particolarmente difficile. Abbiamo così voluto dare un contributo concreto all’arginamento e superamento dell’emergenza casa che affligge il territorio del Vco e non soltanto. Si tratta di un esperimento di buon senso, che era già stato realizzato con risultati più che soddisfacenti a Novara insieme alla Comunità Sant’Egidio, che dovrebbe concludersi in un paio di mesi. A Novara, infine, ma sono solo degli esempi, nelle palazzine di via Poletti e di via Liguria 3/5 l’Agenzia ha appena terminato, grazie ad investimenti significativi per oltre 2 milioni di euro (fondi Pnrr) una serie di lavori volti alla riqualificazione degli immobili”.

Presidente, come vuole terminare questa intervista?

“Mi permetta, visto che la domanda è “libera”, di ringraziare il personale di Atc che con i suoi sacrifici e la sua competenza ha contribuito, non in maniera formale ma sostanziale, al buon funzionamento della nostra Agenzia. La sfida, adesso, è dimostrare che la strada intrapresa è quella giusta, che esiste un Ente pubblico efficiente ed efficace, che le risorse umane interne sono capaci di garantire il successo di questa strategia che, comunque, si fonda sulla coscienza che sono le donne e gli uomini a determinare gli eventi, le trasformazioni, i cambiamenti nell’interesse collettivo”.

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