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sUGar TaX a cHe PUnTO sIaMO?

L’IMPOsTa sULLe BeVanDe anaLcOLIcHe cOLPIsce ancHe PrODOTTI senZa ZUccHerO, cOn eFFeTTI neGaTIVI sU OccUPaZIOne, InVesTIMenTI e cOnsUMI, senZa reaLI BeneFIcI Per La saLUTe

DI DaVID DaBIanKOV LOrInI

La Sugar tax, la cui entrata in vigore è fissata per il 1° luglio 2025, si inserisce in un contesto socioeconomico complesso, fortemente indebolito dagli effetti dell’inflazione e dall’aumento dei costi delle materie prime ed energia, a cui si aggiunge la necessità di fronteggiare i dazi USA. Uno scenario critico che ha bisogno di politiche di supporto capaci di tutelare, stimolare la crescita e la competitività delle imprese espressione del Made in Italy, soprattutto nei settori più in sofferenza negli ultimi anni.

Cresce la preoccupazione delle imprese del Settore delle bevande che, senza indicazioni sull’imminente futuro, vivono una precarietà che frena gli investimenti e impedisce loro di pianificare le attività.

L’aPPeLLO DI assOBIBe: rInVIO a 12 MesI O canceLL aZIOne

ASSOBIBE, come sindacato delle imprese di produzione delle bevande analcoliche, si batte da sempre per contrastare l’entrata in vigore della Sugar tax. Nel corso dell’ultimo anno sono state numerose le iniziative portate avanti, tra cui una serie di appelli rivolti alle Istituzioni e la firma di un appello congiunto con 14 sigle di rappresentanza. Confagricoltura, Federalimentare, Federdistribuzione, CISL, CGIL, Uila Nazionale, Centromarca, Unione Italiana Food, Italgrob, Confida, Anfima, Federazione Carta e Grafica, Federazione Gomma Plastica, Assovetro e ASSOBIBE hanno espresso, insieme, le loro preoccupazioni a fronte della mancata proroga dell’imposta.

Nonostante il parere positivo di MIMIT (Ministero delle Imprese e del

L’IMPOrTanZa DeL seTTOre

Per IL MaDe In ITaLY

ASSOBIBE tutela e rappresenta gli interessi di una filiera profondamente radicata nel Paese, con aziende e stabilimenti localizzati su tutto il territorio della Penisola, generando un valore complessivo, diretto e indiretto, dalla produzione e vendita di bevande analcoliche in Italia, pari a 4,9 miliardi di euro. Di questi, 800 milioni di euro sono generati direttamente dalle imprese di produzione di bevande analcoliche, 1,1 miliardi di euro sono generati dalle imprese che forniscono le materie prime necessarie alla produzione delle bibite (dagli aromi agli imballaggi, fino al marketing), mentre i restanti 3 miliardi di euro provengono dalle fasi di commercializzazione dei prodotti finiti.

Made in Italy) e MASAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), l’approvazione dell’ordine del giorno di Forza Italia nel contesto della Legge di Bilancio 2025 e gli emendamenti presentati da FI e Lega nell’ambito del provvedimento c.d. Proroghe, oggi non è cambiato nulla e l’entrata in vigore resta fissata al prossimo 1° luglio. Continua dunque la richiesta di intervento immediato da parte di ASSOBIBE che chiede un ulteriore posticipo di 12 mesi della tassa o la definitiva cancellazione.

cHe cOs’È L a sUGar TaX? PrIMa cOMParsa e ITer DeLL’IMPOsTa

Comunemente nota come “Sugar tax”, l’imposta di consumo colpisce le bevande analcoliche, gassate e non, anche quando prive di zucchero, come ad esempio aranciate, chinotti, cedrate, gassose, cole, tè freddi, aperitivi analcolici e alcuni succhi di frutta.

La tassa, applicata alle sole bevande analcoliche, viene approvata nel 2019 all’interno della Legge di Bilancio 2020 insieme alla “Plastic tax”; da allora, l’entrata in vigore della tassa è stata rimandata da tutti i governi, tenuto conto dell’analisi dei costi-benefici. Descritta dal proponente Governo M5S-PD come misura per ridurre il rischio di consumi elevati di zuccheri in Italia attraverso le bevande, non ha tenuto conto dei dati sull’apporto calorico in Italia di questi prodotti, che è inferiore all’1% in tutte le fasce di età, né del calo costante dei volumi delle versioni “zuccherate”.

In Italia, quindi non era necessaria l’introduzione di una misura per

David Dabiankov Lorini, direttore ASSOBIBE

penalizzare questo settore, che registra i volumi più bassi nel contesto europeo. È inoltre evidente che, una misura pensata e approvata in maniera da colpire ugualmente le versioni con zucchero e quelle con meno o zero zucchero/calorie, non aveva l’obiettivo di incentivare le imprese a ridurre le quantità di zucchero immesse in consumo attraverso la leva fiscale.

Anzi, tale approccio non tiene conto dell’impegno delle aziende per aumentare l’offerta di prodotti low/zero calorie, riformulare le ricette e proporre nuovi formati per incentivare un consumo moderato.

ecOnOMIcI, sOcIaLI e saLUTIsTIcI:

GLI eFFeTTI DeLL a sUGar TaX

L’introduzione di questa nuova tassa comporta effetti negativi e conseguenze che pesano direttamente sul comparto delle bevande analcoliche, sull’intera filiera e sugli italiani.

Da un punto di vista economico, la tassa determina un impatto fiscale rilevante sui produttori che subirebbero un incremento del 28% di fiscalità su un litro, con inevitabili ricadute sui consumatori che vedranno ulteriormente ridotto il loro potere d’acquisto. Inoltre, secondo ASSOBIBE, le esigue entrate auspicate con l’ingresso della Sugar tax non tengono conto dei 275 milioni di euro di mancato gettito IVA conseguente alla contrazione del 16% delle vendite nel biennio successivo all’entrata in vigore della norma (dati NOMISMA). In aggiunta, provocherebbe un freno degli investimenti per oltre

cOsa sUcceDe neGLI aLTrI PaesI

In mercati con imposte sulle bevande analcoliche i tassi di obesità sono in crescita (Fonte European Childhood Obesity Surveillance Initiative dell’OMS 2018-2020):

• DATI UNESDA - MESSICO. Introdotta nel 2014 con consumi 3 volte più alti dell’Italia. I tassi di obesità continuano ad aumentare;

• DATI UNESDA - GB. In vigore dal 2018, nei primi due anni si è registrato un calo dell’8% dell’incidenza dell’obesità nelle bambine tra i 10 e 11 anni e nessun calo nei bambini e in altre fasce d’età;

• DATI UNESDA - IRLANDA. Introdotta nel 2018, ha accelerato una riformulazione delle bevande. Si è registrata negli adolescenti, tra i 13 e i 18 anni, una riduzione dell’assunzione di zuccheri del 60% ma la percentuale di ragazzi in sovrappeso/ obesi è aumentata dal 18 al 24%.

GLI IMPATTI

DELLA SUGAR TAX IN NUMERI

IMPATTO ECONOMICO

+28% fiscalità

-16% vendite

-12% investimenti

TAGLIO DEL FATTURATO

10% per il settore

PERDITA OCCUPAZIONALE

-5.000 posti di lavoro, di cui - 4.000 tra Canale Moderno e segmento Ho.Re.Ca.

AUMENTO DELLA BUROCRAZIA

+ 70 nuove procedure

46 milioni di euro, un calo degli acquisti di materia prima di oltre 400 milioni di euro e un taglio del 10% del fatturato. Secondo le stime NOMISMA, il calo delle vendite avrebbe effetti in tutta la Filiera e la Sugar tax metterebbe a rischio più di 5.000 posti di lavoro, di cui 4.000 a valle ovvero nel Canale Moderno e nel segmento Ho.Re.Ca. Sul fronte della burocrazia, invece, sono oltre 70 le nuove procedure aziendali in capo ai produttori: per fare un esempio una PMI dovrà compilare circa 450 voci, con molte ripetizioni. Anche da un punto di vista salutistico non ci sono evidenze sulla sua efficacia. In un report, la Commissione Europea ha considerato la Sugar tax inutile per ridurre sovrappeso e obesità, i cui tassi sono costantemente in crescita nei Paesi in cui è stata introdotta, al punto che alcuni di questi hanno iniziato ad eliminarla. Persino l’OMS riporta evidenze di assenza di risultati della tassa sulla dieta e addirittura in 4 studi su 5 un aumento dell’apporto calorico nei Paesi dove la Sugar tax è in vigore.

In Italia, inoltre, i dati sul consumo pro-capite delle bevande analcoliche - come cole, aranciate, chinotti, cedrate etc… - sono tra i più bassi d’Europa (54 litri/annui) e si assiste da anni a un calo costante del mercato delle bibite zuccherate, con un impatto nutrizionale che è sceso ora allo 0,9% del totale delle calorie quotidiane per gli adulti. Le imprese del comparto sono da anni impegnate nella promozione di un consumo responsabile delle bevande analcoliche e nella riduzione degli zuccheri. Grazie, infatti, a una serie di accordi siglati con il Ministero della Salute sono stati raggiunti risultati evidenti come: l’incremento del 41% delle bevande a ridotto o nullo contenuto calorico e una riduzione del 41% dello zucchero immesso in consumo negli ultimi 15 anni.

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