Flip page fa n 3 2017

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paolo roviera

«la nuova corneliani? ora si racconta sull'ipad» Entrata nell'orbita del fondo arabo Investcorp, Corneliani affronta la sfida di evolversi senza rinnegare il proprio dna. A guidarla con il ruolo di ceo è il 46enne Paolo Roviera, uomo di approfondita esperienza nel tessile e di grandi passioni: dalle Harley Davidson alla natura

• Paolo Roviera è nato a Biella il 15 dicembre 1970 • Nel 1995 si è laureato in Architettura al Politecnico di Torino, con una tesi sulle opportunità di ristrutturazione di alcune industrie tessili del distretto biellese • Tramite il Biella Master delle Fibre Nobili ha approfondito la conoscenza del settore

di angela tovazzi

• Nel suo curriculum spiccano 15 anni in Ermenegildo Zegna e l'esperienza in Pal Zileri come a.d.

A consolidated Italian menswear firm like Corneliani faces new challenges with its new owner, the Arab fund Investcorp. At its helm, 46 years old CEO Paolo Roviera, an experienced textile enthusiast.

S

port, musica, motori (si dice «ossessionato dalle Harley-Davidson e dalle macchine da corsa vintage») e, non ultimo, tessile: nel dna e nelle passioni di Paolo Roviera, nominato pochi mesi fa ceo di Corneliani dopo l'acquisizione dell'azienda da parte degli arabi di Investcorp, c'è un legame forte con un settore verso il quale ha dimostrato interesse già quando, laureando al Politecnico di Torino, decise di dedicare la tesi alle opportunità di ristrutturazione delle antiche manifatture della sua zona di nascita, il biellese. Da allora di strada ne ha fatta, con una lunga esperienza in Zegna dove si è occupato prima dello sviluppo di Zegna Sport e poi è stato manager della zona Emea -, poi ai vertici di Pal Zileri e ora come ceo di Corneliani, storica realtà del menswear entrata nell'orbita del fondo arabo Investcorp. «Un'azienda sana - dice - con fondamentali solidi. Ora si tratta di proiettarla nel futuro». «Per dare un segnale incisivo - spiega durante Milano Moda Uomo alla sfilata abbiamo preferito una logica più inclusiva, affidando la narrazione della collezione a quattro cortometraggi, firmati da altrettanti

• Nel luglio 2016 è stato nominato ceo di Corneliani

registi emergenti (Vincent&Kristell, Elena Petitti di Roreto, Jack Stupid e Marta Vismara, ndr)». Short movie caricati su un iPad e offerti a buyer e operatori del settore, visibili online e prossimamente proiettati nei negozi. Un approccio smart, che dà l'idea delle strategie future elaborate dal nuovo ceo e da Stefano Gaudioso Tramonte, general merchandising manager e style director: «Investiremo di più sulle persone e la comunicazione - afferma Roviera - con l'obiettivo di una crescita sostenibile nel medio periodo». Il 2017 per Corneliani «sarà un anno di transizione, in cui puntiamo a trasformare l'azienda pur mantenendo la redditività, prevedendo incrementi più significativi nel 2018 e 2019 e negli anni successivi». Archiviato il 2016 a quota 110 milioni di euro di fatturato, le previsioni sul 2017 parlano per il brand di un +4%, «senza spingere troppo sul retail». «Per quest'anno abbiamo in programma due aperture in Europa - aggiunge l'a.d. ma il discorso monomarca sarà ripreso a partire dal 2018. Nel frattempo lavoreremo piuttosto sull'ottimizzazione della customer experience, in modo che sia omogenea in tutta la rete di negozi diretti e in franchising

(rispettivamente 15 e circa 80, ndr)». Solo successivamente il focus sarà spostato anche sull'online, con il varo - entro il 2018 - del primo e-store del marchio. Parallelamente verrà portato avanti uno snellimento del network wholesale, composto da circa 680 clienti worldwide, e saranno rafforzati i mercati più importanti: Europa, Est Europa e Middle East. «In particolare - precisa Paolo Roviera - ridisegneremo la mappa dei negozi in Russia (attualmente 16 in franchising, ndr), grazie a un nuovo partner e a un upgrading della comunicazione». Asia e Usa rappresentano le sfide del futuro: «In Cina - spiega - siamo presenti già con una trentina di punti vendita, ma dovremo lavorare sulla qualità, mentre in America, dove abbiamo una filiale e presidiamo i principali department store, aumenteremo la penetrazione e cominceremo a pensare anche in un'ottica retail». Tanta carne al fuoco per un manager super impegnato, ma che non si prende eccessivamente sul serio: ancora adesso ama definirsi un "ragazzo di campagna" e ritagliarsi del tempo per stare con la famiglia (è sposato e ha un bimbo di sei anni) e sfrecciare con la moto tra i ■ vigneti del Monferrato, dove vive.

01_02_2017

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