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1. Il menswear sartoriale Latorre 2. Marco Giallini con l’immancabile loden, nei panni del vicequestore Rocco Schiavone 3. Una giacca Maurizio Miri, ben connotata per costruzione, rifiniture, bottoni e piccoli ricami 4. Un cappotto military style Fortela, linea in capo ad Alessandro Squarzi
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moda maschile - ribatte Squarzi, indicando tra i marchi Tagliatore. I modelli non sono troppo stretti e infiancati, in analogia con le camicie, e c’è un ritorno alle spalline. «Vendiamo il pseudo-sartoriale - afferma Pagani - le giacche ben costruite e rifinite, che scelgono tessuti di alta qualità, di solito biellesi, dove la creatività si esprime a livello di bottoni, fodere, applicazioni o ricami. È il caso del marchio Maurizio Miri». «Ormai le giacche sono tutte svuotate senza spalline, ma c’è un certo ritorno al sartoriale», conferma Gemelli, citando tra i brand Latorre e Raffaele Caruso. «Da noi - spiega Lazzarini di Eral 55 - non è mai stata troppo corta: ha una lunghezza aggiornata, ma non esasperata. Prediligiamo i modelli a tre bottoni dove faremo attenzione a dettagli come le fodere, in più proporremo giacche mono e doppio petto di gusto un po’ country, con i revers che si possono chiudere e la martingala. Zanardi
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dello store Melchionni si concentra invece sulle giacche destrutturate, con vestibilità leggermente asciutta, «tipo drop 7, che veste anche l’uomo un po’ robusto». Sono soprattutto senza spalline, in tessuti sobrii, leggeri ma allo stesso tempo caldi. Quanto alle fantasie, non si va oltre i micro effetti, come micro-pied-de-poule e micro-vichy. SÌ AL CAPPOTTO MA IL PARKA È ANCORA MOLTO RICHIESTO Terminando con l’outerwear, Squarzi è convinto che torni alla ribalta il cappotto («Amo il vecchio vintage militare») e che non saranno più attuali i modelli a tre quarti («In Giappone e Corea ho visto modelli lunghi a vestaglia»). Conidi vede gli imbottiti sorpassati da un cappotto «sotto il ginocchio, asciutto, con la spalla giusta, non come negli anni Ottanta». «Si assiste al risveglio del cappotto, ma c’è ancora molta richiesta di parka, come quelli del brand berlinese Lempelius - ribatte Pagani -. L’imbottito resta, ma all’interno del capospalla, perché c’è più voglia di mostrare il tessuto». «Il discorso della tecnicità continua, però limitatamente agli interni», concorda Cristallini, che per il prossimo inverno scommette su un cappotto dalle linee classiche, un po’ morbide, come quelle del marchio Paltò. Dai negozi al dettaglio emergono im-
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pressioni differenti. «C’è più interesse per il capospalla sportivo, meno per il cappotto - dice Gemelli, citando brand come RRD e Woolrich -. Per quanto riguarda il parka è un “nì”». Zanardi è per il giaccone sporty chic o per il cappotto «corto, asciutto, con il davantino antivento». «Abbiamo venduto bene anche il peacoat - aggiunge - però non è detto che si ripeta il prossimo inverno». Invece - viene da chiedersi - non è che il successo della serie TV Rocco Schiavone interpretata da Marco Giallini, che racconta le vicende dello scontroso vicequestore ideato dallo scrittore Antonio Manzini, ri■ porterà in auge il loden?