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INTERVISTA Nerio Alessandri/Technogym
«Cambiare il mondo con il wellness si può e il meglio deve ancora venire»
«Che sia moda o altro, il prodotto di alta gamma va oltre al bisogno e genera un’esperienza. Questo è un vantaggio competitivo, anche in una fase come quella che stiamo attraversando»: ne è convinto Nerio Alessandri, fondatore e presidente della più grande realtà mondiale attiva nella produzione di attrezzi per lo sport e il tempo libero. Per la sua società ricavi in salita a doppia cifra e importanti progetti in cantiere nel 2024, anche grazie alla recente intesa con un gruppo arabo
DI ALESSANDRA BIGOTTA

Esistono due luoghi simbolo nell’escalation di Nerio Alessandri, da ragazzo senza santi in paradiso con l’ambizione di fare qualcosa di grande a imprenditore di successo a capo della Technogym, leader mondiale nella produzione di attrezzi per lo sport e il tempo libero. Il primo è il garage in cui a 22 anni, dopo una giornata di lavoro e con in tasca un diploma di progettista, Alessandri si rifugiava per costruire pezzo per pezzo la sua prima attrezzatura sportiva: garage che esiste ancora. L’altro è il Technogym Village, l’avveniristico quartier generale di 60mila metri quadri progettato da Antonio Citterio. L’epicentro è Cesena, fulcro di quella che ormai è nota come la “Wellness Valley” italiana, dove l’innovazione è tutto. Alla base, oltre al business in sé, l’idea che wellness non è solo allenamento, ma anche un asset sociale, sinonimo di benessere individuale e collettivo. A chi gli chiede il segreto del suo successo, l’imprenditore risponde scherzosamente con un termine romagnolo, “imbestio”, il sacro fuoco. Una regola con cui affronta anche il 2024, anno di forti tensioni generali ma anche di grandi progetti per la sua azienda, dal ruolo di fornitore ufficiale ed esclusivo delle Olimpiadi di Parigi, all’opening di flagship tra cui Londra e New York, fino all’idea di trasformare Milano nella prima Wellness City. Ed è recente la notizia che il fondo arabo Neom (che si prepara a costruire un’avveniristica città sul Mar Rosso, sborsando 500 miliardi di dollari) ha acquisito, attraverso la controllata Nif Holding, il 6% della società cesenate, aprendole ulteriori prospettive in un’area dove Technogym realizza già oggi il 10% del fatturato, con un +45% nel primo semestre 2023.
Il mercato è difficile, ma Technogym cresce a doppia cifra. Come lo spiega?
Il wellness è ormai un macrotrend per i consumatori in tutto il mondo. Le persone sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’esercizio fisico per la salute e la pandemia ha aumentato questa consapevolezza: mai come ora il wellness e lo sport hanno un ruolo centrale nella vita di tutti. Nonostante l’instabilità dello scenario geopolitico globale abbia un impatto sul business di tutti i comparti economici, senza dubbio l'ambito in cui Technogym opera continua a essere in grande sviluppo.
Il settore luxury è dunque al riparo dalle complessità del momento?
Vedo un consumatore sempre più sofisticato, preparato ed esigente. Cerca prodotti che, oltre a soddisfare un bisogno funzionale, creino un’esperienza e una connessione emotiva e culturale. Il prodotto di lusso, di moda o altro, ha questo obiettivo: andare oltre il bisogno e creare un’esperienza, oltre alla connessione con una comunità. E questo è un vantaggio competitivo, anche per noi di Technogym.
Technogym e lusso: un'affinità elettiva?
Certo che sì. Siamo l’unico marchio di lusso nel fitness e nello sport, che da sempre ha un posizionamento alto di gamma e si interfaccia con gli stessi consumatori sofisticati e alla ricerca di un lifestyle distintivo a cui si rivolgono i brand di moda e luxury. Ad esempio, quando Dior ha deciso di sviluppare un’edizione limitata di prodotti wellness, la partnership con Technogym è stata un incontro naturale.
Si narra che lei da giovanissimo avesse mandato un curriculum ad Armani per lavorare con lui, ma senza ricevere risposte: lei segue la moda? E ha mai pensato di estendere l’universo Technogym all’abbigliamento?
Non è una narrazione, è la realtà! Detto questo, conosco il settore e lo trovo di grande ispirazione per quanto riguarda la capacità di creare suggestioni, di comunicare e di ingaggiare community. Tra l’altro ho trascorso alcuni anni come consigliere nel cda di Moncler, un’esperienza che mi ha insegnato molto e dato parecchie soddisfazioni. Per quanto riguarda nello specifico Technogym, l’ambito su cui siamo focalizzati sono i prodotti, le tecnologie digitali e i contenuti per l’esercizio fisico e lo sport.
Ha detto che per Milano-Cortina 2026 farà di Milano la prima Wellness City, mettendo a sistema le F di fitness, food, furniture e fashion. Di cosa si tratta?
Il modello è l’esperienza concreta della Wellness Valley in Romagna, dove 20 anni fa abbiamo creato il primo distretto al mondo legato alle competenze del Wellness, facendo rete con ospedali, settore fitness, aziende, hotel, scuole, amministrazioni. Ora pensiamo che ci sia una grande opportunità anche per Milano in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026, attraverso un progetto culturale sempre guidato dalla nostra Wellness Foundation, che coinvolgerà stakeholder e competenze già presenti sul territorio per migliorare la qualità e lo stile di vita degli abitanti. Da sempre Milano detta le tendenze: come Expo 2015 ha generato una ripartenza nel turismo, Milano-Cortina 2026 può essere l’occasione per sviluppare l’idea di rinascita e rigenerazione della città orientata al benessere.
Lei è sempre stato in prima linea nella sperimentazione e nella ricerca, tanto che già nel 1996, agli albori di Internet, acquistò a Seattle una software company. Cosa pensa dell’intelligenza artificiale?
L’innovazione è il motore che traina la crescita di Technogym. Nel corso degli anni ci siamo trasformati da azienda di prodotti in azienda elettronica e poi digitale, fino a diventare una media company e ad arrivare allo sviluppo di contenuti on-demand per l’allenamento. L’intelligenza artificiale non è per noi una novità, è una tecnologia che ormai utilizziamo da anni e che ci permette, attraverso la Technogym App e tutto il nostro ecosistema connesso, di personalizzare l’esperienza di allenamento sui bisogni, gli obiettivi e le passioni di ogni singolo individuo. Continuiamo su questa strada.
Vendete attrezzi anche molto voluminosi: questo può frenare l’e-commerce B2C?
Non direi, anzi. Produciamo e spediamo ovunque un’ampia varietà di attrezzature in grado di coprire tutte le esigenze, da quelle più voluminose, per chi ha a disposizione molto spazio, fino a prodotti più compatti dedicati a spazi ridotti. Quindi l’e-commerce è un settore importante per Technogym e che stiamo incrementando, nell’ottica di un approccio omnichannel che si integra con le nostre boutique, il teleselling e la rete di consulenti di vendita sul territorio.
E il canale fisico?
Siamo presenti in oltre 100 Paesi, con 14 filiali dirette e più di 80 distributori esclusivi. Nel mondo oltre 55 milioni di persone si allenano con Technogym in 85mila centri wellness e 400mila abitazioni private. In questo momento il wellness, lo sport e la salute sono settori in espansione in tutto il pianeta e questo ci permette di guardare con fiducia al nostro progetto di crescita profittevole negli anni.
Technogym nasceva 40 anni fa con lei 22enne in un garage, che tra l'altro ha voluto mantenere tale e quale: come immagina la sua azienda (che lei definisce «un terzo figlio» oltre ai due che ha), tra cinque anni?
Il garage esiste e ogni anno organizzo lì delle giornate con i giovani neoassunti, proprio per trasmettere loro lo spirito di startup che Technogym aveva quando tutto è iniziato. Anche se oggi siamo una grande realtà presente in tutto il mondo, non vogliamo perdere quello spirito! Per quanto riguarda il futuro, a partire dalla nostra strategia di ecosistema connesso, vogliamo continuare a fornire ai consumatori e operatori di settore prodotti e servizi sempre più innovativi, inoltre diventare veri e propri consulenti di Wellness. Il che significa offrire non solo attrezzature per il fitness, ma soluzioni complete che comprendano architettura, design, contenuti digitali personalizzati e altro.
Quanto siete sostenibili?
Siamo “la” Wellness company e diffondiamo la cultura del Wellness come opportunità sociale per la salute delle persone. Lavorare per un pianeta sano è una condizione fondamentale per garantire il benessere di tutti: ne è un esempio il Technogym Village, il primo wellness campus al mondo, che comprende a Cesena l’headquarter, il centro di ricerca e la fabbrica. Si tratta di un punto di riferimento per la sostenibilità: è stato concepito e progettato da un lato per offrire ai dipendenti un’esperienza di lavoro unica e, dall’altro, per avere il minor impatto ambientale possibile.